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                                                                  RASSEGNA STAMPA      L'ANGOLO DI PIETRO

 

 L'ANGOLO DI PIETRO in ordine cronologico IV parte

From September 14, 2009 to June 23, 2010

 

LETTERE E ALTRO                

 lettere pubblicate su Grandenud    http://urlin.it/cf1e

 su adnkronos      http://urlin.it/13ab3      

  su Il pane-e le-rose       http://www.pane-rose.it/files/index.php?c8:o485   

                                                               nei blog    http://pietro-ancona.blogspot.com/       e                       http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/   

 lettere pubblicate su Grandenud    http://urlin.it/cf1e

 lettere pubblicate su   www.ilpuntodue.it ,

http://www.pane-rose.it/files/index.php?c8:o485

http://temi.repubblica.it/micromega-online/in-morte-di-vittorio-foa/

http://domani.arcoiris.tv/?author=183   

 

email    pietroancona@tin.it

 

 

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, September 14, 2009 12:26 PM
Subject: lotta di classe in USA


La lotta di classe negli USA
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La destra americana ha  realizzato  una manifestazione contro la riforma sanitaria proposta di Obama. La manifestazione  si è proclamata antistatalista, anticomunista, antisocialista. Obama è stato paragonato a Stalin, a Mao, a  Lenin e minacciato di morte. Non si vuole che uno dei sistemi sanitari più costosi ed esclusivi del mondo, fonte di arricchimento dei proprietari di cliniche, si apra a cinquanta milioni di persone  che ne sono escluse e  venga in qualche modo disturbato nella sua produzione di utili per miliardi di dollari a una ristretta cerchia di persone. Una operazione di ernia può costare diecine di migliaia di dollari. L'estirpazione di un tumore anche 500 mila. Se una persona si ammala di qualcosa che richiede una operazione chirurgica può vendersi ( se ne ha una ) la casa per pagare l'ospedale. I costi sono stratosferici e vengono mantenuti alti artificialmente. Il sistema assicurativo privato è vessatorio sanguisuga e spesso truffaldino. Se una persona ha malattie croniche è difficile che una azienda assicurativa lo prenda in carico.  Non esistendo la privacy se non formalmente, le agenzie assicurative si passano le informazioni sullo stato di salute dei loro clienti e quindi se si viene rifiutati da una compagnia è difficile che si venga accettati da un'altra. . Persone anziane spesso vecchie o addirittura vecchissime  sono costrette a lavorare per pagarsi le medicine per sopravvivere. La mortalità infantile è assai alta e l'aspettativa di vita di appena 73 anni la più bassa del mondo occidentale.
  Questo sistema iniquo, classista, barbaro è espressione di una maggioranza  iperideologizzata che accetta senza battere ciglio che lo Stato (i contribuenti) regalino miliardi di dollari alle banche perchè non falliscano ma nega che un cittadino possa essere curato da una struttura pubblica. E' l'ideologia per cui ogni anno la California brucia per mancanza di un adeguato sistema di prevenzione e di personale dei vigili del fuoco ma c'è un rifiuto assoluto ad aumentare le poche tasse che i superiricchi
pagano. La stessa ideologia divora seicento miliardi di dollari l'anno per omologare tutte le nazioni del mondo al sistema capitalistico. Mercato e democrazia vengono strombazzati ai quattro venti ma non esistono. Il mercato è controllato dalle multinazionali. Idem per la democrazia che spesso viene sospesa con leggi tipi Patriot Act. Dopo il grande crax dei titoli tossici il cui costo è stato scaricato sul mondo non sono state nè presentate nè discusse le regole per contenere gli animals spirits della finanza speculativa. Pare che altre bolle si stiano formando ad opera di coloro che continuano con stipendi strepitosi e guadagni miliardari a gestire il mondo finanziario.
Questo sistema è stato imposto dai vincitori della seconda guerra civile che si è combattuta in America. La guerra tra lavoratori e datori di lavoro. Questi ultimi fiancheggiati da eserciti privati della Pinkerton e di altre agenzie di killers, dai poliziotti, dagli sceriffi. La guerra civile si è conclusa con la vittoria dei datori di lavoro nel 1927 con la morte sulla sedia elettrica di Sacco e Vanzetti che erano si innocenti dei reati loro contestati ma avevano il torto mortale di essere anarchici e dirigenti della sinistra. La classe operaia è stata sconfitta con l'uccisione o l'incarcerazione di tutti i dirigenti e di quanti si erano notati durante le lotte durate per alcuni decenni.  Il movimento operaio e la sua espressione politica, il socialismo,
sono stati cancellati e da quasi un secolo non contano più niente. Se qualcuno ogni tanto alza la testa basta infamarlo di comunismo per farlo fuori. Ogni tanto si scatena una inquisizione. Negli anni cinquanta ci fu il maccartismo. Nel paese della libertà annunziata da una statua all'ingresso di New York la sinistra non viene tollerata tranne quella che accetta fino in fondo le regole del sistema fino al punto di non distinguersi dalla destra  sul piano economico ma soltanto su quello etico e dei diritti.
 La riforma che propone Obama non scalfisce quasi per niente il sistema privatistico della sanità ed il business relativo. Ma il rifiuto è di principio. E' ideologico. Tutto quello  che si muove verso un qualche welfare deve essere subito stroncato.. Questa è l'America che ha devastato e continua a devastare L'Irak, l'Afghanistan, il Pakistan, la Somalia e dovunque ci siano nazioni che abbiano culture diverse dal capitalismo.  E' l'America che sostiene feroci tiranni come quello colombiano e organizza il golpe contro il legittimo Presidente dell'Honduras. Obama ha fatto finta di essere dalla parte del deposto Manuel Zelaya. Ma il golpista Micheletti  detiene ancora il potere usurpato con lo aiuto del Pentagono.
pietro ancona
pietroancona@tin.it
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http://www.corriere.it/esteri/09_settembre_13/usa_protesta_caretto_a7cc0ada-a076-11de-8194-00144f02aabc.shtml
http://geo.tesionline.it/geo/articolo.jsp?id=2285

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, September 16, 2009 6:50 PM
Subject: ronde informatiche e manifestazione fnsi


Ronde informatiche e manifestazione FNSI
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Oggi G.A. Stella noto ed importante opinionista del Corriere della Sera, dopo avere definito spazzatura i commenti di persone che intervengono in internet auspica ronde informatiche (magari armati di manganelli elettronici ?) per mettere in riga quanti si permettono di criticare nientepopodimeno che il Potere. Chi critica colui che si ritiene ispiratore della riforma Gelmini o pezzi di questa e critica pure Brunetta o Biagi per la legge che ha ispirato è antisemita e fa del pericoloso terrorismo politico! Mi domando in che cosa siano diverse le ronde informatiche invocate da Stella dai proclami bulgari o polacchi del Presidente del Consiglio contro Tizio, Caio o Sempronio.....
Magari G.A.Stella sabato sarà alla manifestazione indetta dalla stampa per chiedere maggiore libertà di informazione!
La manifestazione di sabato propone il rispetto dell'art.21 della Costituzione. Sono molto d'accordo. Ma mi domando quanto siano attendibili e davvero liberi i rappresentanti della libertà di informazione in Italia dal momento che tutta la stampa ed anche la radio e le TV sono foraggiate con contributi statali indecenti che non hanno pari in tutto il pianeta. La Rai TV costa cinque miliardi di euro all'anno e mantiene una pletora di funzionari, giornalisti, managers, direttori, tutti a stipendi ed emolumenti da favola. Non c'è TV al mondo che eguagli in costi ed in munificenza di trattamento ai suoi dipendenti come la TV italiana oramai completamente nelle mani del padrone di Mediaset come abbiamo visto ieri sera con l'oscuramento di Ballarò per dare più luce a Porta a Porta.
Un Paese con 1700 miliardi di debito, in piena crisi economica, con i Bot che non danno quasi più rendimento, foraggia un sistema informativo di carta stampata per oltre un miliardo di euro l'anno. Giornali di dimensioni parrocchiali ma di partito ricevono contributi per centinaia di migliaia o milioni di euro.
Facciamo pure la manifestazione per la libertà di informazione. Ma la vera informazione è quella economicamente indipendente, è quella che riceve alimento soltanto dai suoi lettori. Difendiamo la libertà di internet e chiediamo alla stampa di rinunziare ai foraggiamenti statali. Privatizziamo la RAI TV affidandola ad una cooperativa dei suoi stessi dipendenti! La sinistra cessi con il consociativismo
e la lottizzazione della RaiTV! e recuperi piena libertà di critica e credibilità di opposizione!
pietro ancona
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http://www.corriere.it/cronache/09_s...4f02aabc.shtml
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Tutti gli esseri umani nascono eguali. Tutti senza camicia. Tutti gli esseri umani hanno diritto di cercare dove vogliono il loro raggio di sole.

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From: pietroancona@tin.it
To: circolo pasolini pavia
Sent: Thursday, September 17, 2009 12:34 PM
Subject: : GA Stella e la schedatura degli antisemiti


GA Stella e la schedatura degli antisemiti



Il violento e per certi aspetti delirante articolo di G.A.Stella contro internet e le sue libertà conteneva un riferimento ad un centro di documentazione ebraica che monitora internet e non so che altro per fare una schedatura degli antisemiti esistenti in Italia. Dice te°stualmente Stella: "Come può dimostrare il lavoro di monitoraggio quotidiano del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Internet è diventata anche in Italia la zona franca in cui si possono sfogare tutti i peggiori istinti razzisti che ribolliscono nella sentina della società. Contro i negri, i terroni, gli handicappati, i marocchini, gli albanesi, i finocchi, gli «altri »...
Rilevo che criminalizzare internet come il luogo in cui ribolliscono i peggiori istinti razzisti della sentina della società sia inaccettabile e da respingere al mittente. Internet è come una edicola. Se non vuoi comprare una rivista o un libro pornografico non lo compri. Puoi prendere dalla edicola quello che vuoi e che corrisponde ai tuoi interessi culturali e umani. Frequento internet da anni e tutta la immondizia vista di Stella non l'ho mai incontrato. E' gravissimo che si faccia di tutta l'erba un fascio per incendiarla tutta insieme dopo averla cosparsa di benzina. Internet è certamente meno sporco di certi giornali.
Negli annali del Corriere della Sera nel quale il signor Stella scrive troverà migliaia di pagine dedicate al razzismo specialmente contro gli ebrei e migliaia di articoli di fautori della purezza e superiorità della razza ariana e "italiana". Recentemente il Corriere ha ospitato il delirio antiislamico rigurgitante di bassezze contro gli islamici della signora Oriana Fallaci che aveva anche modo di dolersi del fatto che gli arabi si riproducono come conigli ed insidiano anche demograficamente la razza bianca di pelle e cristiana di religione. Vice Direttore del Corriere è stato un tale recentemente convertitosi al cattolicesimo in una tronfia e plateale
manifestazione del Papa in piazza SanPietro noto per la sua furia razzista contro gli islamici. Inoltre da anni i maggiori opinionisti del giornale della borghesia italiana incitano all'odio contro i talebani, i terroristi e quanti resistono al colonialismo dell'Occidente ed alla occupazione militare della Nato delle loro patrie.
Se vado indietro nel tempo trovo anche la giustificazione dei massacri con i gas delle popolazioni dell'africa "italiana" e dei generali assassini dei nostri eserciti invasori.
Ma la cosa che mi colpisce di più è la rivelazione di uno schedario dell'antisemitismo. Sarei curioso di sapere con quali criteri viene redatto ed a che cosa serve. Si tratta di schede di articoli, forum, o anche di persone? Se si tratta di persone a quale fine e con quale legittimità vengono schedate? Chi è antisemita? Il vocabolario dice:

"Antisemitismo Avversione nei confronti degli ebrei che si traduce in forme di discriminazione e di persecuzione, spesso cruenta e culminata nel corso della seconda guerra mondiale nello sterminio di milioni di persone. Il termine fu coniato intorno al 1879 per designare l'ideologia e l'atteggiamento persecutorio nei confronti degli ebrei. "
Disprezzare, discriminare o perseguitare una persona perchè ebrea
è certamente un delitto contro l'umanità, una violazione del principio della eguaglianza di tutti gli esseri umani. Si attiene a questa definizione la schedatura di cui parla Stella? Dobbiamo crederci?

Dubito molto però che la schedatura non comprenda le manifestazioni di avversione per la politica dello Stato di Israele e per chiunque si schieri a difesa della popolazione palestinese.
Se io condanno i bombardamenti di Gaza sono antisemita?
Se io boicotto il concerto della cantante che approva i bombardamenti e l'occupazione sono antisemita?
Se io critico la legge Gelmini che viene attribuita ad un certo professore ebreo sono antisemita?
Se io denunzio la detenzione di 400 bambini palestinesi in Israele sono antisemita?
Ebbene io sono convinto che la qualifica antisemita viene attribuita indistintamente a tutti i casi di critica o dello Stato di israele o di persone che vengono criticate per la loro opera ma essendo ebree si ritengono attaccate da antisemiti.
Trovo inquietante l'esistenza (se esiste come pare) di un libro nero in cui vengono elencati tutti coloro che condannano la politica di Israele o non condividono opere che siano prodotte da persone di fede ebraica.
Inoltre trovo terribile insinuare l'accusa di terrorismo a quanti criticano la cosidetta legge Biagi. Il fatto che Biagi sia stato ucciso da terroristi (dei quali sarebbe opportuno a volte approfondire i loro legami con servizi segreti ed in genere con il Potere) non mi deve privare del diritto di criticarne il cosidetto libro bianco e la strumentazione che ha fornito agli imprenditori italiani per soggiogare e schiavizzare generazioni di giovani lavoratori. Non è possibile agitare l'omicidio delle BR come un ricatto verso i critici di una svolta nel diritto del lavoro che è causa non secondaria del malessere di milioni di persone-

Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Friday, September 18, 2009 7:18 PM
Subject: in memoria


In memoria
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Il dolore per la morte di sei nostri militari a kabul non deve ottenebrarci fino al punto di insultare o mancare di rispetto coloro che combattono e resistono alla occupazione della Nato. Il Kamikaze che
ne ha provocato la morte è saltato in aria assieme a loro e bisogna almeno riflettere sul perchè una persona è disposta a morire pur di provocare la morte  al nemico. Insultare o maledire la Resistenza afghana come ha fatto la destra italiana non aiuta a capire quanto ci sta succedendo ed a vedere con chiarezza nel nostro futuro. L'Afghanistan da quasi dieci anni è occupato da eserciti della Nato e da contractors che puntellano un governo inviso alla popolazione retto da un individuo appartenente ad una famiglia mafiosa di trafficanti di droga. Un governo che avrebbe dovuto introdurre la democrazia
ed avviare un processo di liberazione della donna che non è mai avvenuto e che semmai ha legiferato
norme che ne hanno ribadito la schiavitù.  L'unica ragione per la quale l'Italia  è presente in Afghanistan deriva dalla sua appartenenza alla Nato e da ragioni di prestigio e di convenienza di rapporti di collaborazione con gli USA. Gli afghani non hanno mai minacciato l'Italia ma  hanno la sventura di abitare una nazione geostrategicamente appetita dagli USA nel loro disegno di dominio mondiale e di controllo delle fonti energetiche.  In quanto al pericolo terrorista che minaccerebbe l'Occidente si tratta di una invenzione della propaganda antislamica che dal crollo delle Torri Gemelli ad oggi viene alimentata per giustificare ogni sorta di nefandezza compiuta contro la popolazione civile dell'Iraq e dell'Afghanistan. Consideriamo quindi la morte dei sei nostri militari un prezzo di sangue pagato ad una alleanza militare e politica nella quale non abbiamo alcuna voce in capitolo, non siamo in grado
di influenzarne le scelte come i confederati di Delo non erano in grado di influenzare le scelte di Atenee come gli eserciti alleati di Roma dovevano soltanto servire la causa dell'Impero soltanto per
non esserne esclusi.
L'Occidente combatte le sue guerre coloniali con eserciti di soldati professionisti. Le truppe vengono reclutate nelle regioni povere dell'Impero, negli Usa come in Italia. I sei morti sono tutti meridionali che se avessero avuto alternative migliori probabilmente avrebbero scelto un altro mestiere, un altro lavoro. Non hanno avuto scelta. Hanno dovuto arruolarsi e, per raggranellare i soldi necessari ad un matrimonio o al pagamento di un mutuo, offrirsi di andare all'estero. Per questo il loro destino è ancora di più inaccettabile dal momento che  deriva da una scelta di vita la cui alternativa era magari la disoccupazione o il lavoro nero e malpagato. Ai giovani del Sud la riforma Gelmini chiude possibilità
di sbocco nell'insegnamento ed il federalismo prossimo futuro la possibilità di offrire personale alle pubbliche amministrazioni del Nord.
Il Potere continua ad usarli dopo la morte. Negli USA le salme dei caduti vengono rimpatriate nottetempo e furtivamente. Da noi si faranno solenni funerali di Stato che raduneranno in prima fila un ceto politico  cinico, sazio, pagato in modo scandaloso per gli scranni che occupa. Un ceto politico che vive all'ombra del potere americano e che si serve anche di questi morti per accaparrarsi favori e protezione.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: direzione@unita.it
Sent: Saturday, September 19, 2009 2:00 PM
Subject: XX Settembre. Una forzatura dei radicali.

XX SETTEMBRE: UNA FORZATURA DEI RADICALI
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 I radicali italiani celebrano il xx settembre associando ai bersaglieri caduti a Porta Pia i soldati uccisi
a Kabul. Credo che l'accostamento  sia una forzatura. Tutti i nostri caduti  sono certamente da onorare ma bisogna avere un giudizio onesto che giustifichi il nostro sentimento nei loro confronti.
 Penso che avrebbe fatto meglio Pannella ad accostare il sacrificio dei nostri caduti a Kabul a quello dei caduti nella guerra di Crimea. Cavour volle inserirsi nel grande gioco diplomatico mondiale ed inviò 15 mila nostri soldati in Crimea a combattere contro la Russia che aspirava alla sua parte di bottino delle terre del vecchio impero ottomano. La mossa ebbe successo per la clamorosa sconfitta della Russia e l'annessione del Lombardo-Veneto al Regno di Sardegna fu fatto. I nostri caduti a Kabul  hanno pagato ragioni di convenienza dell'Italia a stare con posizioni di primo piano (militare)
nella Nato. Ma in Afghanistan  si combatte una guerra che riguarda essenziali interessi geostrategici
degli USA impegnati  in una opera di inglobamento delle regioni petrolifere e di accerchiamento della Russia e della Cina. Sappiamo tutti benissimo che la resistenza afghana non minaccia l'Italia e che il pericolo di terrorismo in Italia ed in Europa è un baubau per dare uno straccio di giustificazione ad una guerra punteggiata da una serie infinita di massacri di civili, di villaggi bombardati, di assassini perpetrati da contractors che hanno spesso un ruolo di killers e di esecutori di lavori sporchi che
gli eserciti regolari non possono fare. Insomma, la motivazione della nostra presenza in Afghanistan
è meno convincente di quella della guerra di Crimea dove, almeno, c'era un disegno risorgimentale
da realizzare.  A Kabul ci siamo soltanto per non dispiacere i nostri "amici" americani e conservare il posto  non molto di prima fila dentro l'Impero.
   Porta Pia non c'entra niente con Kabul. A Porta Pia si è compiuto  un disegno di unificazione dell'Italia guidato dalla Monarchia dei Savoia.
    Da questo punto di vista mi  riconosco molto di più nella sfortunata epopea della mazziniana Repubblica Romana caduta per mano di quegli stessi francesi che Cavour volle adulare e compiacere
con la spedizione di Crimea.
   Pietro Ancona
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http://www.radicali.it/view.php?id=146452
http://www.scudit.net/mdportapia_mura.htm
http://www.comitatogianicolo.it/new/repubblica.htm


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From: pietroancona@tin.it

To: giuseppina.ficarra@tin.it

Sent: Sunday, September 20, 2009 4:02 PM

Subject: discorsi persi

 

Discorsi persi!!

di Pietro Ancona

Ho fatto a suo tempo il servizio militare di leva per diciassette mesi e dieci giorni (questi ultimi di CPR cella di punizione di rigore che non viene computata nel servizio). E' stato un tempo lunghissimo che mi è stato sottratto dall'età di ventuno anni e otto mesi a quasi ventitrè. Tornato a casa ero spaesato, un pesce fuor d'acqua... Le condizioni dei soldati come me erano a dir poco spiacevoli, con nessun diritto e tantissimi doveri. Se sbagliavamo la riga il colonnello ci dava degli "animali!"La differenza tra soldati e ufficiali era abissale! La mia decade era di 1150 lire e per quasi metà erano per sette sigarette "nazionale"che allora costavano sette lire l'una.Se si rompeva un vetro della camerata i soldi per la sua sostituzione venivano sottratti alla decade. Il servizio di leva era un grande crogiolo nazionale. Ragazzi di tutte le regioni d'italia ci conoscevamo in caserma e spesso diventavamo amici. l'Italia di allora era assai meno razzista di quella di oggi. Il mio amico Giuseppe Lana, milanese, si alzò all'alba per accompagnarmi alla stazione il giorno del mio congedo. Mi offrì al bar una "ombrina" che accettai non sapendo cosa fosse. Si trattava di un calice di vino bianco che non volevo proprio bere. Erano le sei del mattino! L'ho bevuto e ne ho avuto bruciore allo stomaco per tutta la mattinata.
Il servizio militare di leva è stato abolito nel 2005 ed è stato sostituito dal servizio professionale di persone che si arruolano per intraprendere la "carriera" militare e farne l'occupazione retribuita di tutta la vita. Un mestiere come un altro. La ragione di questa professionalizzazione è stata spiegata tante di quelle volte che non vale la pena riparlarne. Si dice che gli eserciti moderni hanno bisogno di personale specializzato per gestire mezzi in continua evoluzione tecnologica ed organizzativa e che il servizio di leva non è in grado di garantire efficienza e sicurezza ed il continuo addestramento che sono necessari. In questo c'è sicuramente del vero ma la valutazione della questione deve essere politica e deve prendere in considerazione tante cose. L'esercito professionale ha dentro di sè meccanismi psicologici e processi evolutivi che separano la cosidetta "mentalità militare" dal resto e ne fanno una ideologia. Il servizio di leva fa dell'esercito un grande fattore nazionale ed induce i governi a farne un uso equilibrato e rigoroso. Non credo che saremmo impegnati in tante "missioni" all'estero se avessimo un esercito di leva. So che è utopistico e forse assurdo auspicare un ritorno al servizio di leva ma
sono convinto che il processo di militarizzazione della Alleanza Atlantica sia andato troppo avanti
e che oramai la scelta militare è diventata prevalente. Il peso degli Stati Maggiori nelle democrazie si è di molto accresciuto fino a diventare quello determinante. I processi di privatizzazione in corso nelle Forze Armate hanno portato alla costituzione di enormi interessi privati che premono spesso con successo sulle decisioni dei governi. In Irak ed Afghanistan sono presenti circa duecentomila contractors accanto alle truppe regolari di occupazioni e questo costituisce un peso mortale per le popolazioni ed un costo enorme per chi li usa. Gli USA spendono centinaia di miliardi di dollari per foraggiare la Blackwater. I mercenari moderni che possono essere anche spietati killers sono sottratti a qualsiasi controllo della opinione pubblica. Infatti, nelle zone dove operano, le forze occupanti per prima cosa allontanano i giornalisti o li fanno fuori come è avvenuto in Iraq dove ad oggi sono stati uccisi trecentocinquanta operatori della informazione. Tutto quello che sappiamo viene da una velina controllata dall'esercito. Gli eserciti professionisti regolari e privati assorbono risorse economiche enormi parte delle quali vanno in investimenti in nuovi armamenti. Queste risorse tendono ad essere richieste e rinnovate non solo per il tempo di una "campagna" militare ma per sempre. Insomma tendono a stabilizzarsi ed a pesare sui bilanci nazionali. Per questo finiscono con l'avere un peso che diminuisce la libertà e la democrazia dei Paesi a cui appartengono. Per quanto sembri utopistico sono per un ritorno al servizio militare di leva, all'esercito nazional-popolare!

pietro ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: aprile lettere
Sent: Monday, September 21, 2009 10:48 AM
Subject: Onoranze funebri e neomilitarismo


 Onoranze funebri e neomilitarismo
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 Due giorni di lutto nazionale, solenni funerali di Stato, ricevimento delle salme a Ciampino da parte del Presidente della Repubblica, camera ardente visitata da migliaia di persone, titoloni in prima pagina
strillati dai massmedia in preda ad un vero e proprio delirio  di magniloquenza, pennivendoli che saccheggiano dal vocabolario  gli aggettivi e tutte le figure retoriche per comunicare ai lettori la loro profondissima compenetrazione con il luttuoso ma glorioso evento!
 Se fossi familiare di uno dei soldati che hanno perso la vita mi sentirei stordito, strattonato, trascinato da questa enorme corrente di enfasi  nazionale e spesso nazionalistica, e  preferirei piangere il mio morto in un contesto più sobrio. Una enorme folla che rende omaggio e partecipa ad un funerale non vuol dire una enorme partecipazione reale, un enorme cordoglio.
    Credo che con questo teatro montato dal Governo si voglia in qualche modo cancellare sotto una valanga di patriottismo e di lodi ai "valori" dell'eroismo dei militi immolati per l'Italia la  mancanza di ragioni e di motivi accettabili per una morte in una terra lontanissima dai nostri confini. Per quale motivo i nostri soldati sono in Afghanistan? Per combattere il terrorismo? Una motivazione che gli stessi americani tendono a cancellare quando sempre più frequentemente appellano i combattenti come "insurgents". Infatti si tratta di insorti contro l'occupazione straniera di eserciti Nato e di killers contractors, contro bombardamenti che hanno massacrato  una parte della popolazione, donne e bambini compresi, una sequenza di stragi realizzate con aerei senza pilota (drone) e bombe di tonnellate di peso capaci di scavare crateri immensi  e distruggere interi villaggi.
    Stiamo in Afghanistan perchè siamo membri della Nato e dobbiamo assolvere ai nostri compiti internazionali. Ma la Nato non è più un organismo di difesa, è diventata uno strumento della guerra globale dell'impero americano per il controllo delle zone petrolifere e l'affermazione della sua egemonia sul mondo intero. E' difficile credere  che oltre mille basi militari  USA sparse nel mondo ed in particolare lungo la linea delle nazioni che esprimono culture diverse da quella occidentale siano presidi di pace e di stabilità.
    L'Italia deve poter discutere dentro la Nato le scelte militari. Ma queste vengono imposte dagli anglosassoni e chiunque non si dichiara pronto a "credere, obbedire, combattere" viene iscritto nel libro dei sospettati. L'Impero è molto sospettoso e, oltre alla lista degli stati-canaglia, dispone di varie altre liste sulla base della fedeltà più o meno canina ai suoi interessi. L'Italia non chiederà mai di discutere gli ordini che vengono impartiti dai generali del Pentagono. Almeno questa Italia bipartisan!
    Tutta questa enfasi e questa intensa mobilitazione dei vertici dello Stato sta in qualche modo cambiando la natura della democrazia italiana. Nei primi cinquanta anni della Repubblica il ruolo delle Forze Armate è sempre stato defilato mai ostentato, discreto. Avevamo anche un esercito di leva, nazionalpopolare che si identificava profondamente con la Repubblica democratica scaturita dalla Resistenza.
    Ora abbiamo un esercito di professionisti legatissimi ai generali americani, che non sono certamente mercenari  ma che comunque hanno fatto delle armi  il loro lavoro permanente fino alla pensione. Questo esercito di professionisti mobilita risorse ed interessi enormi e, laddove avvia processi di privatizzazione (come avviene in forma massiccia negli USA), crea  ancora altri interessi economici di grandissima rilevanza e peso.
    Con queste solenni celebrazioni dei caduti nelle missioni all'estero, questo Esercito si colloca in posizioni assai di più preminenti di quelle che aveva occupato nella cosidetta "prima repubblica". L'opinione pubblica viene indotta ad identificarsi sempre di più con la parte militare del Paese e questo non sono sicuro che sia un bene.
    Una opinione pubblica che si schiera tutta dalla parte dei nostri militari ostentando disprezzo indifferenza lontananza dalle sofferenze delle popolazioni che occupiamo potrebbe sempre di più
assomigliare  a quella che lodava le gesta dei Generali a cominciare dal generale  Rodolfo Graziani
in Africa, gesta che glorificavano un colonialismo spietato e criminale che tuttora persiste nel profondo della cultura nazionale, che non è stato rimosso dalla fase civile aperta dalla Costituzione,
dall'amore per la pace e per il rispetto di tutti gli esseri umani. Avete notato come il termine pacifismo
sia stato degradato e come i pacifisti sono considerati più o meno amici dei terroristi?
    Pietro Ancona

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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, September 24, 2009 10:02 AM
Subject: Parole e scopi



    Bel discorso di Obama all'Assemblea dell'ONU lodato da tutti e financo da Gheddafi. Obama ha parlato di pace ma tutti sappiamo che sta discutendo con i suoi generali se aumentare di ventimila o di quarantamila soldati il suo contingente in Afghanistan. A dargli manforte è intervenuto ieri il collaboratore di Bin Laden che, come una marionetta a corda, viene azionato ogni qualvolta gli USA hanno bisogno di suffragare la loro grottesca tesi sul terrorismo incombente. Obama che avalla la tesi dei nemici di Ahmanidejad  sui brogli delle elezioni  iraniane  denunziati da Mousavi ad urne appena aperte e non trova niente da dire sui brogli  veri di Karzay certificati financo dalla Unione Europea. Le belle parole di Obama possono essere una luce per il mondo ma abbisognano di verifiche e  intanto gli permettono di incassare l'assenso della Russia e forse della Cina per un ulteriore isolamento dell'Iran che è lo scopo vero dell'impegno a non installare basi missilistiche in Polonia e Cechia.             L'obiettivo di Obama è mantenere il monopolio nucleare di Israele sul Medio Oriente, un monopolio che permette le scorrerie  criminali su Gaza o sul Libano senza temere ritorsioni. Certo se l'Iran avesse la sua bomba atomica forse i palestinesi non soffrirebbero il bantustan in cui sono prigionieri    mentre le loro case a Gerusalemme e nei territori occupati vengono demolite, le loro terre confiscate, i loro alberi sdradicati. Ma l'Occidente non permetterà mai che l'Iran si doti di armi nucleari e nello stesso tempo non propone la pace che potrebbe essere aperta dalla denuclearizzazione di Israele.
    Il peggioramento della condizione imposta al popolo palestinese non interessa l'Occidente e neppure l'ONU. L'ossessione di Obama  e dei capi e capetti dell'Occidente è
l'Iran  che viene schernita come Nazione con il costante vilipendio del suo Presidente.
    Oggetto di scherno dei pennivendoli di tutto l'Occidente a cominciare dagli opinionisti americani è Gheddafi che inanzitutto viene disprezzato per essere un tiranno. Sicuramente Gheddafi è a capo di
un regime autoritario che comunque non è assai diverso di quello dell'Arabia Saudita o degli emirati arabi che godono la benevolenza delle "democrazie" occidentali. Gli USA che si proclamano democratici ma  hanno dato vita a violazioni dei diritti umani che non sono diverse da quelle di Gheddafi con la tortura o l'arresto senza spiegazioni . Ricordiamo Guantanamo e la Patriot Act. Il comportamento di un agente di polizia americana non è tanto diverso da quello di un agente di polizia di Gheddafi. Gli USA sono una democrazia soltanto per le classi medie e medioalte e bisognerebbe riflettere a fondo su una nazione ricchissima che spende seicento miliardi di dollari l'anno per la guerra e non trova modo di assicurare l'assistenza sanitaria ai suoi cittadini. L'ideologia capitalistica domina i suoi comportamenti sociali.
    Tutte le cose che Gheddafi da detto sull'ONU e sull'Europa hanno un fondamento di verità che non può essere ignorato. E' giusta la richiesta di una profonda riforma dell'ONU a cominciare dalla sua emancipazione dalla tutela territoriale nordamericana e dalla abrogazione del diritto di veto riservato solo a cinque  potenze. E' necessaria una rifondazione delle Nazioni Unite che recuperi autorevolezza e prestigio dall'esercizio con giustizia delle sue funzioni e da una radicale moralizzazione delle sue agenzie popolate da funzionari-nababbi capaci di nascondere dietro una propaganda ingannatrice il vuoto o l'intrallazzo. Sarebbe interessante verificare sul campo uno dei programmi dell'Unicef o di altre ben pasciute o foraggiate attività.
    Queste richieste per la pace nel mondo e per la riforma dell'ONU vengono da un personaggio di una piccola nazione che viene ridicolizzato per le sue stravaganze. L'opinione pubblica viene invitata a non tener conto delle sue rivendicazioni.
    E' molto triste constatare come le grandi democrazie occidentali non siamo in grado di presentare una sola proposta e sono brave soltanto a tenere il sacco agli USA ed a Israele senza nulla obiettare sullo scandalo umanitario di Gaza, sulle continue minacce al popolo iraniano,  sui bombardamenti e
l'occupazione militare dell'Iraq e dell'Afghanistan.
Pietro Ancona

                                                            *****

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, September 27, 2009 4:30 PM
Subject: L'incontro di Ciampino-Canossa!

 L'incontro di Ciampino-Canossa.
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Il Capo del Governo è costretto a "pustiare" (1) di aeroporto in aeroporto il Papa per poter essere ammesso alla sua presenza e riceverne il salvifico balsamo  di un viso "ammagnato"(2)  in benevolenza.All'aeroporto di Ciampino che non è Canossa aspetta per circa un'oretta che arrivi Benedetto XVI con il quale scambia tre minuti di convenevoli del più e del meno.Questo incontro  nella diplomazia vaticana  non può essere classificato  involontario e protocollare :è stato preparato con cure assidue per molti giorni. Forse   il Vaticano lo avrebbe voluto più in là essendo ancora fresca l'offesa arrecata al direttore dell'Avvenire  fucilato con pallini avvelenati di Feltri. Ma Berlusconi fremeva di impazienza: ha un bisogno enorme di un grosso accreditamento morale o comunque di una sorta di riabilitazione dopo gli scandali a ripetizione e tutti a sfondo sessuale di Noemi, di Villa Certosa e di  Palazzo Grazioli. Se il Papa lo riceve e scambia qualche parola con lui  le cancellerie e la stampa estera potrebbero essere indotte a non occuparsi più delle "particolarità" del nostro Presidente del Consiglio e l'elettorato cattolico italiano a perdonarlo. Non esiste forse nella religione cattolica l'istituto del pentimento e del perdono divino? Unica tra le religioni ,quella cattolica prevede che l'uomo possa mondarsi, attraverso la Chiesa, di qualsiasi delitto. Importante è confessare al prete e pentirsi, rimettersi alla volontà della Chiesa! Essere perdonati dalla Chiesa cancella il peccato e riammette nell'ecclesia. La Chiesa ha il più terribile marchingegno di sanatoria che potesse essere inventato!
 Nel suo caso Berlusconi non tiene conto di due cose, a mio giudizio importanti: la prima è che l'elettorato cattolico che vota centro-destra non ha bisogno di ricevere alcun segnale dalla Chiesa per continuare a  sostenerlo. Chi accetta la degenerazione che il centro-destra ha impresso allo Stato di Diritto con le leggi ad personam e con le leggi razziali contro gli immigrati ed i poveri è difficile che
abbandoni il suo capo politico per una questione di moralità che  derubrica a questione di privacy.-
 Quella parte di elettorato cattolico che invece  si scandalizza per l'autoritarismo fascistoide ed anticostituzionale e  per il libertinaggio gaudente organizzato su basi industriali del Capo del Governo non si lascerà convincere da un incontro e neppure dalle concessioni che il centro-destra si accinge a fare alla gerarchia vaticana dal momento che è cattolico ma laico ed insofferente per l'oscurantismo e la durezza dogmatica e teologica di questo Papato. E' molto dubbio che il pensiero dei parlamentari cattolici corrisponda al sentire dei cattolici italiani. Quando il Papa parla contro "la famiglia allargata" in un paese in cui le ultime generazioni appartengono in grandissima parte a famiglie  costituitesi dal fallimento di precedenti famiglie paterne e materne credete che trovi consenso? Il diritto della persona di avere una nuova chance dopo un naufragio può forse essere negato? Un bambino di una famiglia allargata con fratellini e sorelline generate da altri incontri dei genitori è felice o infelice in ragione dell'affetto che riceve o che gli viene negato e non certamente per la situazione giuridica e per la novità della sua famiglia piena di tante presenze e di tante parentele orizzontali.
  L'Italia non è clericale e sanfedista come molti dei suoi deputati. Lo sappiamo bene attraverso i suoi pronunciamenti referendari su divorzio, aborto, e anche per la legge 40 sulla fecondazione assistita che ebbe quindici milioni di votanti laici a fronte del boicotaggio delle parrocchie e di organizzazioni come Comunione e Liberazione, Opus Dei, Azione Cattolica, Vita. Il Vaticano ha estremo bisogno di un Governo e di un Parlamento docili per imporre agli italiani le sue mortifere volontà e per lucrare il massimo di finanziamenti e di agevolazioni di legge. Credete forse che gli italiani avrebbero approvato
l'assunzione di 25 mila insegnanti di religione cattolica pagati dallo Stato ma dipendenti dai Vescovi?
 Quindi la Chiesa pur dovendosi mostrare critica verso taluni comportamenti libertini del nostro Presidente del Consiglio ha fretta di ricostituire un forte e positivo rapporto che gli consenta di fare
passare la sua linea oscurantista  su questioni come il testamento biologico, la RU486 per la quale ha ottenuto l'istituzione di una Commissione che difatto ne blocca l'introduzione in Italia dopo il via libera della AIFA, i patti civili di solidarietà, la stessa legge 194 assediata fin dalla sua emanazione.......
  Ma la Chiesa Cattolica ha davvero l'autorità "morale" per mondare qualcuno  della lussuria che   era un peccato ai tempi di Dante ma che non è certamente  tale se non fosse praticata con scandalo dal  Presidente del Consiglio?
 La Chiesa Cattolica è afflitta dal terribile morbo della pedofilia. Nei giorni scorsi leggevo di una associazione che si sarebbe costituita tra le migliaia di vittime dei preti irlandesi. I casi sono davvero tanto numerosi e spesso tanto odiosi che richiederebbero espulsioni
ed un generale risanamento morale del clero. Mi domando se la Chiesa si sia mai posto il problema di tanta
pedofilia al suo interno, una malattia che non si riscontra tra i protestanti o tra gli islamici....
 E' vero che  questo Papa ha dato una forte zampata ai pedofili ma  siamo nel campo di una repressione più o meno severa e dura di un fenomeno del quale non si vogliono riconoscere le radici
nella sessuofobia e nel celibato. Certo si può essere sposati e pedofili ma il momento in cui la Chiesa riconoscerà alla donna la dignità per potere sposare un suo sacerdote si sarà compiuta una tale rivoluzione culturale da escludere l'ulteriore manifestazione di comportamenti patologici e sessuofobici
  Insomma la nefasta collaborazione tra il centro-destra italiano ed il Vaticano continuerà nonostante
 le critiche di Famiglia Cristiana. Le organizzazioni che davvero contano dentro la Chiesa sono a sostegno totale del centro-destra. Comunione e Liberazione collabora apertamente con Berlusconi in molte regioni italiane a cominciare dalla Lombardia. Una componente importante come la Lega ha in corso un fitto pour parler con i massimi esponenti della Gerarchia e non dubito che la cornucopia dello Stato e delle Regioni riverserà frutti copiosi nell'ampio grembio talare.
 Per cambiare le cose è necessario che la sinistra ed il PD cessino di concorrere con il centro-destra
nell'ingraziarsi il Vaticano. Sono certo che De Gasperi o Moro o Fanfani per parlare dei politici cattolici che ha avuto l'Italia non avrebbero pietito in un aeroporto-Canossa una qualche parola del Pontefice. Erano cattolici ma sapevano difendere lo Stato laico ed avevano alto senso della propria dignità e della dignità dello Stato.
 Dovrebbero venire dal PD e da sinistra segnali di vero contrasto per la deriva di destra e sanfedista
del Paese. Ripeto: l'Italia non è clericale! E' clericale per convenienza e cinismo gran parte del suo Parlamento e del suo Governo.
 L'oscurantismo e l'arretratezza culturale del popolo italiano vengono indotti da misure legislative e da
scelte che maturano dentro i Palazzi del Potere, dal Laterano a Palazzo Madama che si è genoflesso
alle voglie degli antiabortisti....
  Ma l'Italia può riprendere il suo cammino di civiltà che ebbe nel 68 e nel primo trentennio della Repubblica i suoi momenti più alti!
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it


(1)siciliano: fare la posta, aspettare
(2) ancora siciliano, atteggiamento grave e quasi solenne del volto di chi può punirti ma ti fa del bene.
http://www.apcom.net/newspolitica/20090914_

 

                                                               ****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: radicalsocialisti
Sent: Thursday, October 01, 2009 9:13 AM
Subject: il PD


Cari compagni,

a Padellaro che stamane a prima pagina faceva un ritratto del PD per sottolinearne le differenze morali dal berlusconismo ho scritto così


----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Thursday, October 01, 2009 8:52 AM
Subject: il PD


  Caro Padellaro,

le cose che lei ha detto sul PD sono vere! L'elettorato ed il gruppo attivo del PD sono davvero una parte bella e nobile dell'Italia. Ma il PD è omologato al PDL dal liberismo e la morale del liberismo è quella che condanna il giovane 110 e lode di Torino a vivere da cocopro (invenzione malvagia della legge Maroni ma bipartisan), è omologato dalle privatizzazioni che stanno alzano il costo dei servizi comunali a strangolando le famiglie di piccolo reddito con bollette sempre più esose, è omologato ancora dalla condivisione di privilegi alla classe dei politici e dei suoi collaboratori che non hanno pari nel mondo e che hanno creato una situazione in cui la politica è diventata una professione ed il politico è sempre più separato dalla gente comune.

  Le stesse cose del PD si possono dire della CGIL che ha una meravigliosa base di cinque milioni di persone davvero di sinistra (nel senso del sentimento e della convinzione) ma ha una linea concertativa  di destra che nel corso degli ultimi quindici anni ha ridotto i lavoratori italiani in  miseria dal momento che ha accettato di rapportare le richieste salariali  al tassa di inflazione "programmato".
  Insomma le regole della politica e del sindacato sono dettate dal liberismo politico e dalla confindustria.
   Anche se moralmente c'è un abisso tra i berlusconiani ed i bersaniani o franceschiniani quello che davvero conta è  la scelta economica e sociale. Che vale se sei onesto ed entusiasta se mi condanni a vivere da precario e in una società sempre più asociale come la destra?
  Auguri a lei ed al suo giornale. Ho sempre avuto e  continuo ad avere grandissima stima di lei che è innanzitutto una persona onesta.
  Pietro Ancona da Palermo
                                                          ****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, October 01, 2009 8:49 PM
Subject: La nomina di Bianca Berlinguer e la manifestazione del 3 ottobre


LA NOMINA DI BIANCA BERLINGUER E LA MANIFESTAZIONE DEL TRE OTTOBRE
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 Non c'è dubbio che la destra è stata sempre e forse sarà sempre più abile della sinistra. Due giorni prima della manifestazione per la libertà di stampa  indetta per sabato prossimo per protestare contro lo strangolamento reale degli spazi di autonomia ancora presenti nella comunicazione  conclude gli accordi per la nomina del nuovo direttore di TG3  promuovendo Bianca Berlinguer. Seguo da sempre Bianca Berlinguer e ne apprezzo le doti professionali, la tenacia, l'onesta, la competenza, ma certamente nella RaiTV superlottizzata non sono queste doti che ne hanno fatto il direttore di Rai Tre quanto la forza politica che aveva ed ha alle spalle e che da sempre ha una sua nicchia appunto nella terza rete della televisione italiana. Questa nomina segue tutte quante le altre che si sono già fatte e che sono state accaparrate dal centro-destra in una pratica ipercollaudata di spartizioni non se con quale manuale ma certamente qualcosa che assomiglia molto al Cencelli.
Conosco la Rai Sicilia dai tempi in cui era in Via Cerda e ho visto la formazione del suo gruppo redazionale. Potrei dire per ognuno di loro quale partito e quale corrente politica aveva dietro. Non conosco il caso di un solo giornalista che sia stato assunto per i suoi propri meriti, per il suo ingegno, per le sue capacità.
Non so quanti siano oggi i dipendenti della Rai Sicilia e quanti dipendenti abbia la RaiTV nazionale.Ma certamente è assai difficile trovarne uno solo che sia stato assunto fuori dalla lottizzazione spartitoria dei partiti. In quanto alle carriere queste si costruiscono spostandosi da un punto all'altro del Partito di riferimento, da un personaggio all'altro, da questa a quella corrente di pensiero. Ci sono grandi maestri voltagabbana e grandissimi cacciatori di poltrone dal fiuto formidabile.
I partiti della sinistra italiana, i partiti oggi all'opposizione nel Palazzo e fuori, non hanno mai messo in discussione la regola della spartizione, non hanno mai proposto un sistema diverso capace di premiare l'autonomia di pensiero. Le organizzazioni professionali e sindacali dei giornalisti, la stessa associazione articolo 21 non credo che abbiamo mai fatto una vera battaglia per l'autonomia delle redazioni raitv. Sono del tutto corresponsabile dello stato di cose che sarà contestato sabato.
Il tutto costa qualcosa come cinque miliardi di euro l'anno. Non credo che esista al mondo una categoria di dipendenti della radiotv pubblica cosi ben pagata come del resto non esistono oligarchie politiche al mondo stipendiate come quella italiana!
In queste condizioni, la manifestazione del tre ottobre prossimo non ha le carte in regole per proporre
una informazione  autonoma e di vero pubblico servizio. Lo stesso discorso vale per quasi tutta la carta stampata foraggiata generosissimamente dallo Stato.  Può la gente di questo mondo foraggiato dal Regime proporre qualcosa di credibile contro il Regime e l'affossamento della libertà di stampa?
Ne dubito molto.
 
Pietro Ancona

                                                 *****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: il fatto
Sent: Friday, October 02, 2009 9:31 AM
Subject: Napolitano


Caro Padellaro,

lei ha difeso con passione Napolitano ma senza chiedersi perchè da giorni va dicendo che  promulgherà la legge scudo fiscale mentre è ancora in corso la battaglia parlamentare. Ma davvero bravo!!
Napolitano ha responsabilità eguali a quelle del governo Berlusconi nell'opera di demolizione della Costituzione dal lodo Alfano alle famigerate leggi sulla sicurezza che graduano la pena in base alla cittadinanza . Non glielo ordinava il medico l'approvazione delle peggiori leggi della democrazia italiana.  Lei crede che Scalfaro o Pertini avrebbero promulgato il lodo Alfano e la legge  94?
La popolarità di Napolitano nel Paese alla quale lei alludeva è la popolarità nell'elettorato berlusconiano che si sente confortato e protetto dal consenso della Presidenza della repubblica. La cosa che preoccupa di più Napolitano è oliare la via del governo e farlo scorrere al meglio!!
 Cari saluti.
Pietro Ancona

                                                     ****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: zappadero@hotmail.it
Cc: lettere@corriere.it
Sent: Friday, October 02, 2009 11:52 AM
Subject: le vacanze in Algeria


Caro Karim,

vorrei aggiungere alle cose egregiamente dette dal Prof.Romano il fatto che l'islamismo ha preso il posto del socialismo.  Ha riempito un vuoto di ideologia e di identità.Prima del fallimento dell'URSS tutti i popoli dei paesi del cosidetto terzo mondo aderivano ad un movimento mondiale che aveva nella Jugoslavia di Tito la capofila. Il movimento dei paesi cosidetti non allineati che si incrociava con gli ideali del socialismo che avevano costituito il fulcro anche di grandi civiltà arabe come quella creata in Irak dal Partito di Sadam Hussein e che ne aveva garantito uno strepitoso progresso culturale tecnico ed industriale oggi stroncato  nel sangue dal colonialismo dell'Occidente. Un movimento che rafforzava la causa della pace e garantiva un equilibrio meno sbilanciato verso l'Occidente.
 Dopo la crisi dell'URSS e del comunismo mondiale il mondo islamico trovò la sua ragione di coesione antiimperialistica nello islamismo a scapito della laicità e della libertà insite nel movimento di liberazione socialista.
 L'islamismo ha dato identità a quanti lottano contro i tiranni dei paesi arabi e contro la feroce dittatura mondiale degli USA.
 Pietro Ancona

                                                                ****

mercoledì 30 settembre 2009

OMOLOGAZIONE

LETTERA AD ANTONIO PADELLARO CHE CONDUCE PRIMAPAGINA RADIO TRE
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Caro Padellaro,

le cose che lei ha detto sul PD sono vere! L'elettorato ed il gruppo attivo del PD sono davvero una parte bella e nobile dell'Italia. Ma il PD è omologato al PDL dal liberismo e la morale del liberismo è quella che condanna il giovane 110 e lode di Torino a vivere da cocopro (invenzione malvagia della legge Maroni ma bipartisan), è omologato dalle privatizzazioni che stanno alzano il costo dei servizi comunali a strangolando le famiglie di piccolo reddito con bollette sempre più esose, è omologato ancora dalla condivisione di privilegi alla classe dei politici e dei suoi collaboratori che non hanno pari nel mondo e che hanno creato una situazione in cui la politica è diventata una professione ed il politico è sempre più separato dalla gente comune.

Le stesse cose del PD si possono dire della CGIL che ha una meravigliosa base di cinque milioni di persone davvero di sinistra (nel senso del sentimento e della convinzione) ma ha una linea concertativa di destra che nel corso degli ultimi quindici anni ha ridotto i lavoratori italiani in miseria dal momento che ha accettato di rapportare le richieste salariali al tassO di inflazione "programmato".
Insomma le regole della politica e del sindacato sono dettate dal liberismo politico e dalla confindustria.
Anche se moralmente c'è un abisso tra i berlusconiani ed i bersaniani o franceschiniani quello che davvero conta è la scelta economica e sociale. Che vale se sei onesto ed entusiasta se mi condanni a vivere da precario e in una società sempre più asociale come la destra?
Auguri a lei ed al suo giornale. Ho sempre avuto e continuo ad avere grandissima stima di lei che è innanzitutto una persona onesta.
Pietro Ancona da Palermo

                                                              ****

 

martedì 29 settembre 2009

L'Iran che si vuole distruggere!! (CORRIERE DELLA SERA)

La lettera del giorno |Martedi' 29 Settembre 2009
IL DISCORSO DI AHMADINEJAD ALL’ASSEMBLEA DELL’ONU
Riguardo all’intervento di Ahmadinejad e Gheddafi all’Onu, un lettore scrive che certi personaggi non dovrebbero essere autorizzati a servirsi del proprio seggio per minacciare e calunniare un altro Paese o per attaccare l’Onu stessa ( Corriere , 25 settembre).
Io penso invece che per raggiungere la pace qualche volta bisogna dar voce anche al più atroce «nemico». D’altro canto il muro contro muro non ha mai risolto nessun problema. In ogni caso non dobbiamo dimenticare che per combattere certi soprusi abbiamo un’arma potentissima, che consiste nell’abbandonare la piazza quando questi prendono la parola. Come hanno fatto i delegati del nostro Paese nell’ultima riunione nel Palazzo di Vetro con il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.


Silvano Stoppa, silvano.stoppa@poste.it



Caro Stoppa,
Ogni discussione sulle parole di Ahmadinejad all’Onu dovrebbe co­minciare dal testo del discor­so. L’ho letto nella versione in­glese e cerco di riassumerne, molto sommariamente, i pun­ti essenziali.
Ahmadinejad ha esordito con alcune riflessioni sul mo­noteismo, sul ruolo storico dei grandi profeti (Noè, Abra­mo, Mosè, Gesù e Maometto) per la redenzione dell’umani­tà, sull’importanza delle fede e della spiritualità nelle rela­zioni internazionali. Gli accen­ti ecumenici del discorso sa­rebbero piaciuti a Giovanni XXIII, il duro giudizio sul­l’agnosticismo (una forma di relativismo) dovrebbe essere piaciuto a Benedetto XVI.
Ha detto che i maggiori pe­ricoli, per l’umanità sono le ar­mi di distruzione di massa e il terrorismo, fra cui in partico­lare il terrorismo di Stato.
Ha ricordato che Saddam, durante la guerra contro l’Iran, fu armato dall’Occiden­te e impiegò armi chimiche.
Ha affermato che Al Qaeda nacque dal sostegno degli Usa ad alcuni gruppi della resi­stenza antisovietica e che l’ar­senale nucleare israeliano ha beneficiato della complicità americana.
Ha duramente descritto le vessazioni subite dai palesti­nesi nella loro terra. Ha sostenuto che alcuni Pa­esi cercano d’impedire ad al­tri il libero accesso alle tecno­logie del progresso.
Ha rivendicato il carattere democratico dell’Iran: un Pae­se in cui, dopo la rivoluzione, «si è votato 27 volte».
Ha auspicato un maggiore impegno dell’Onu per il disar­mo e ha chiesto all’Aiea (Agen­zia Internazionale per l’Ener­gia atomica) di promuovere l’applicazione dell’art. IV del Trattato di non proliferazione sul libero accesso dei Paesi fir­matari alle tecnologie nuclea­ri.
Ha ripetuto che l’Iran non vuole armi nucleari, ma che potrebbe, se vi fosse costretto dalle circostanze, riconsidera­re la sua politica.
Ha denunciato il «regime sionista di occupazione», ma non ha auspicato la distruzio­ne di Israele e non ha negato la realtà del genocidio ebrai­co.
Ha dichiarato di essere pronto e negoziare.
Alcune delle affermazioni di Ahmadinejad sono conte­stabili o grossolanamente esa­gerate. Ma altre sono vere (la benevolenza degli Usa per l’Iraq durante le guerra con­tro l’Iran) o, come quelle sui palestinesi, riflettono i senti­menti e le convinzioni della grande maggioranza del mon­do musulmano. Le otto dele­gazioni che hanno abbando­nato la sala (tra cui Francia, Germania, Gran Bretagna, Ita­lia, Paesi Bassi, Stati Uniti) avrebbero fatto meglio ad ascoltarlo fino in fondo. Certe forme di diplomazia spettaco­lo (come l’interminabile di­scorso di Gheddafi all’Onu) sono infantili, demagogiche e, in ultima analisi, inutili.
Sergio Romano

MIA LETTERA AL SIGNOR STOPPA
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Caro Signore,

abbandonare in segno di disprezzo l'aula mentra parla il Capo di uno Stato che non ha mai fatto torto a nessuno è grande maleducazione ed ingiustizia. L'Iran nel corso della sua recente tormentata storia è sempre stata aggredita dagli inglesi,dai tedeschi, dagli americani e dagli irakeni per conto degli americani. Ha avuto perdite per milioni di morti.Non ha MAI aggredito nessuno!! Un suo Presidente del Consiglio (Mossadeq) è stato assassinato dalla Cia!
La causa primaria dei suoi guai è sempre stata la predatoria voracità dell'Occidente che ha scritto una storia di massacri specialmente nell'ultimo secolo.
Bisognerebbe invece che lei facesse una riflessione sul ruolo degli USA nel mondo e dei suoi alleati che hanno perpetrato atrocità a mai finire in Afghanistan in Irak a Gaza e Libano(Israele) servendosi anche di omicidi "mirati" e di un esercito di killers privati (contractors) e bombardando la popolazione civile.
Cordialmente
Pietro Ancona

 

                                                                    ****


----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: aprile lettere
Sent: Sunday, October 04, 2009 1:46 PM
Subject: La Stampa oscura i Precari


LA STAMPA OSCURA I PRECARI
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 La manifestazione per la libertà dell'informazione che ha riempito di una grande folla una delle più capienti piazze di Roma ha realizzato un obiettivo che rafforza il governo in uno dei suoi punti dolenti: ha oscurato del tutto le due grandi manifestazioni dei precari della scuola che, con sacrifici personali, si erano dati appuntamento a Roma da un pezzo, assai prima che lo spostamento al 3 ottobre della adunata indetta dalla FNSI, si sovrapponesse alla loro lotta e la oscurasse senza alcun riguardo. Sarebbe stato comunque  possibile dare conto nei telegiornali e nei resoconti di stampa di entrambe le manifestazioni facendone momenti di una reazione civile e democratica all'azione del governo Berlusconi ma non se ne è fatto niente. Nei telegiornali non ho visto una sola inquadratura dei cortei dei precari, un solo commento, non parliamo degli articoli degli opinionisti tutti dedicati al successo dell'iniziativa della stampa a cominciare da quello di Eugenio Scalfari che più di ogni altro si è pavoneggiato ed ha attribuito significati civili e democratici ad una lotta fatta da gente molta della quale   in buona fede ma molta altra con tantissimi scheletri nell'armadio.Nei giornali si è parlato dei cortei dei precari soltanto per deprecarne i disagi arrecati alla cittadinanza.
La stampa italiana è composta da spartani ed iloti, padroni e schiavi, sfruttatori e negri sfruttati. I giornalisti della RaiTV con privilegi e stipendi scandalosi che non hanno eguali al mondo non sono eguali ai giornalisti che vendono i loro scritti a venti  euro al pezzo  e scarpinano per realizzare servizi ed interviste al servizio di giornali che li sfruttano spietatamente.  Sono a migliaia di giovani che  hanno seppellito nell'amarezza e nel disinganno le loro speranze, le attese che coltivarono prima della laurea. La FNSI è rappresentativa degli interessi dei  baroni del giornalismo, gente che divulga e riempie di belle parole e di ragionamenti spesso fasulli le veline che passa il Potere. Che cosa ha in comune un giovane giornalista che sta incanutendo da precario  con i superprivilegiati dipendenti della RaiTV molti dei quali assunti perchè fedeli scudieri di questo o di quel politico?
 Ieri sera ero sbalordito. Il TG3 che ha un nuovo direttore in Bianca Berlinguer appena nominata nella ultima superlottizzazione spartitoria non ha fatto vedere  e non ha detto niente dei cortei dei precari della scuola, non ha mostrato i due grandi fiumi di professori ai quali è stata tagliata la strada, rubato il futuro, preclusa la possibilità di esprimersi nella scuola pubblica , di vivere e di far vivere la più grande e benemerita istituzione italiana: la scuola pubblica, la scuola statale. E' evidente che c'è una grande insincerità nella manifestazione per la libertà della informazione se questa ignora ed oscura le lotte dei precari in difesa della scuola pubblica.
  In fondo i signori che hanno dato vita ieri alla manifestazione per la libertà di stampa hanno fatto un grosso favore alla Gelmini ed al governo Berlusconi.
   Se la RAI TV non ha fatto finora il contratto a Travaglio non  mi interessa  niente e non credo che la cosa possa interessare la democrazia italiana. Non mi piace il potere che certi amchorman acquistano magari ritagliandoselo nel "mercato" della sinistra.
 Della libertà garantita da contratti miliardari ho soltanto ribrezzo.  Non si può pretendere libertà e democrazia accettando un sistema in cui il denaro pubblico viene spartito in quantità scandalose tra privilegiati. Il narcisismo e l'indifferenza sociale di tanti campioni della libertà di stampa costruiscono una scenario di cartapesta a sinistra allo stesso modo come Berlusconi ed i suoi costruiscono il loro scenario di cartapesta a destra.
  Nel mondo artificiale nel quale viviamo, il segretario  della CGIL ha ritenuto di farsi intervistare e di dire la sua in Piazza del Popolo. Questo dopo aver abbandonato i precari della scuola al loro destino ed al massimo ad una difesa di ufficio come capita a certi imputati poveri che non possono pagarsi un buon avvocato.
   Pietro Ancona
 

                                                            ****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it 
Sent: Monday, October 05, 2009 3:06 PM
Subject: : gino giugni

     GINO GIUGNI


E' morto Gino Giugni padre dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori redatto e promulgato  nel 1970 essendo Ministro del Lavoro un altro grande socialista Giacomo Brodolini. Gino era socialista quando i socialisti erano socialisti ed i comunisti erano comunisti prima che il termine socialista o comunista perdessero  completamente di significato cioè del  contenuto di redenzione del lavoro, giustizia sociale, emancipazione umana, visione di una società di eguali almeno nei diritti e nelle opportunità come purtroppo è avvenuto dopo e tuttora avviene.Nel 1983
fu ferito dalle Brigate Rosse, tredici anni dopo la promulgazione della legge sullo Statuto dei Diritti.
Non ho   capito perchè il terrorismo abbia colpito Gino Giugni dal momento che il massimo che i lavoratori italiani hanno  ottenuto nella loro storia si deve proprio a lui ed a quella stagione straordinaria di conquista di diritti che  fiorì durante il centro-sinistra con i socialisti precraxiani al governo del Paese. Ma forse il gruppo che colpì Gino Giugni agiva secondo la logica che bisogna abbattere il meglio per fare prevalere il peggio che costituisce la condizione normale di oppressione della gente più facile da additare come nemico.. E' una logica inaccettabile e perversa che martirizza le figure più umane e più vicine ai
lavoratori dei gruppi dirigenti della politica.
  Debbo purtroppo constatare che l'ultima parte della vita del giuslavorista Gino Giugni non ha molto a che dividere con quella dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Gino Giugni ha seguito  seppur lentamente e con molti ripensamenti il revisionismo giuslavoristico di ispirazione liberista.  E' stata  tuttavia una involuzione meno pronunziata di quella di personaggi come Biagi, D'Antona, Ichino, Letta, Treu che sono giunti financo
a reclamare la revoca dello Statuto dei Diritti  e che si adeguano ad una generale involuzione del diritto europeo del lavoro su materie fondamentali riguardanti i diritti, il salario, l'orario di lavoro, l'assunzione ed il rapporto di lavoro nelle aziende.
 Ma questa ultima fase della vita di Gino Giugni conta poco. Non è stato lui a compiere i guasti peggiori.  Per noi conta ricordarlo come protagonista della grande stagione che portò alla riforma del collocamento ed alla stesura di una carta di diritti che la borghesia italiana aiutata dalla sinistra fedigrafa non ha ancora trovato il coraggio di abrogare cosi come quando ricordiamo Garibaldi Bosco ci riferiamo alla fase della sua vita durante e subito dopo i Fasci dei Lavoratori e non nella sua ultima parte di amministratore del Comune di Palermo.
Gino Giugni è stato capostipite di una scuola di giuslavoristi che, nonostante i suoi infedeli epigoni, resterà esemplare nella storia del diritto del lavoro e del movimento operaio e socialista.
 La sua opera di legislazione sociale  illumina di civiltà e di umanità la società italiana e sarà sempre un punto di riferimento e di forza per quanti continuano a credere che i lavoratori non sono meri utensili umani come li definì Aristotele e come li vuole il grasso vorace e predatorio capitalismo contemporaneo.
 Ho avuto l'onore di averlo conosciuto e  di militare nel suo stesso partito e nella CGIL di Piero Boni e Mario Didò.
  Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, October 07, 2009 1:57 PM
Subject: morte del diritto del lavoro


MORTE DEL DIRITTO DEL LAVORO
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  A leggere e sentire i commenti che la batteria massmediatica ha imbastito sull'opera di Gino Giugni
sembrava di vedere lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori lontanissimo nel tempo, una sorta di rudere  giuridico datato che dovrebbe essere rimosso al più presto come un ingombro  che impedisce alla Modernità di trainare le magnifiche sorti e progressive dell'economia  . Qualcuno si è spinto fino ad insinuare che Gino Giugni fosse pentito di essere stato l'estensore di una legge che avrebbe legittimato financo l'assenteismo i lavoratori.
. In verità l'opera del nostro come successore di Brodolini e di Donat Cattin non è stata esaltante: gli accordi sulla concertazione stipulati durante la sua gestione del Ministero del Lavoro hanno creato le premesse di un inesorabile indebolimento, di una fatale degradazione della condizione salariale dei lavoratori italiani che, da allora, hanno perso un terzo e anche più di quanto percepivano
prima. I salari  sono diventati talmente miseri da non consentire ad una famiglia operaia monoreddito di poter sopravvivere. C'è bisogno di un secondo salario, di una integrazione oppure di possedere l'abitazione. 
 Ma lo Statuto è stato un momento alto di riconoscimento della funzione sociale dei lavoratori e di loro integrazione in una società in cui le differenze di reddito  non erano  eccessive. C'è stato un momento nel ventennio 70/90 in cui la retribuzione di un ingegnere era soltanto del quaranta o cinquanta per cento in più di quella di un operaio specializzato.  Anche  il punto unico di scala mobile fungeva da grande omogeneizzatore sociale.
  Dal pacchetto Treu in poi il diritto del lavoro è tralignato fino a diventare diritto "sul lavoro". Mentre
dalle esperienze del movimento operaio, dalle esperienze che si realizzavano nel vivo della produzione nascevano  regole che adattavano i diritti, mantenendoli, alle novità del processo produttivo, ora tutto è cambiato. Il sindacalismo fungeva da intellettuale collettivo che traduceva in regole il rinnovamento dei rapporti produttivi.  Ora i  lavoratori si debbono adattare ai bisogni finanziari e produttivi della azienda e sono questi a valere. E' nata una legislazione che
non è più di tutela del prestatore d'opera e che non garantisce più alcun diritto. Il lavoratore deve adattarsi al dominio assoluto ed implacabile  di un datore di lavoro che, fin dall'assunzione, diventa arbitro della sua vita non solo lavorativa ma  spesso tout court.
 Per rendere ancora più evidente la condizione subalterna  dei lavoratori gli stipendi dei managers e degli amministratori delle imprese si sono distanziati in misura incommensurabile. Un managers può guadagnare anche  più di mille volte  di quanto guadagna il suo dipendente medio e  può determinarsi la fetta da ritagliarsi dall'impresa. Nello stesso tempo le retribuzioni dei dipendenti tendono a frastagliarsi verso il basso attraverso tipologie di rapporti di prestazioni che
sembrano concepite da una mente diabolica e malvagia.
 Tutte le leggi sul lavoro approvate dal 93 in poi e tutte le proposte spesso bipartisan presentate al Parlamento testimoniano la fine del diritto del lavoro (restano da abbattere alcune cose importanti come lo Statuto) e la comparsa al suo posto di una legislazione funzionale ai bisogni delle aziende e del capitale. Questa tendenza non è solo italiana ma di tutto l'Occidente ed in Europa è stimolata da
un orientamento che ha già demolito molte cose a cominciare dall'orario di lavoro.
  Alla demolizione dei salari si accompagna quella dei diritti. Non solo questi vengono  cancellati o riscritti in senso favorevole  alle imprese e al management ma tendono ora a diventare costrittivi, obbliganti per prestatori d'opera che non hanno più voce. Le Confederazioni Sindacali si sono prestate a questa rivoluzione copernicana e da anni concretizzano agende di "riforme" elaborate dagli uffici della Confindustria e delle altre organizzazioni padronati e governative.
  A questo punto il Ministero del Lavoro potrebbe essere accorpato a quello dell'Industria e gli uffici studi dei Sindacati a quello della Confindustria. La solitudine dei lavoratori è tale da generare una vera e propria ondata di suicidi o reazioni di disperazione come quelle della INNSE e degli insegnanti e di tanti altri che le cronache registrano sempre più di malavoglia.
  Stiamo tornando nei rapporti sociali alle condizioni preesistenti alla nascita del Sindacati, dei Parlamenti, delle moderne conquiste della società. I Sindacati, dopo aver raggiunto il massimo di potenza, non sono più  dei e con i lavoratori. La pressione spoliativa del padronato e della società  sta diventando sempre più intollerabile per chi vive di lavoro dipendente. Ma non si può tornare alla barbarie dei rapporti sociali dopo aver conosciuto la civiltà del novecento senza grandi traumi. La  torsione che si vuole imprimere alla condizione dei lavoratori che si vogliono ridurre a clochards può generare conflitti profondissimi.
pietro ancona
                                                         

 

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, October 15, 2009 7:41 PM
Subject: La libertà di coscienza della Binetti e l'assenza di coscienza del PD

La libertà di coscienza della Binetti e l'assenza di coscienza del PD
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 Nello Statuto del Partito Democratico, si parla di uomini e di donne ed anche di giovani uomini e giovani donne. Mai di omosessuali o gay. Lo Statuto è stato approvato appena nel febbraio del 2008 e quindi avrebbe potuto fare riferimento agli omosessuali come ad un genere. Perchè distinguere gli iscritti soltanto in uomini e donne?  Avrebbe dovuto recitare: "uomini, donne e gay" oppure non distinguere è scrivere soltanto : persone. I genere non sono due ma tre. Non so chi abbia scritto lo Statuto del PD. Sicuramente una Commissione la quale è stata talmente d'accordo su tutte le cose da cancellare , da non scrivere, che praticamente non è rimasto quasi niente. E' successo agli estensori quello che accade a certi scultori o a certi falegnami che a furia di scalpellare o di levigare si riducono con niente. Non ho mai letto niente di più anonimo. Potrebbe adattarsi a qualsiasi formazione politica
diciamo  di un orientamento  così indeterminato e così sbilanciato  da destare financo stupore. Insomma, la  prima parte dei principi, dei cosidetti "fondamentali" dello Statuto è del tutto anodina, insapore, incolore, insomma una specie di nebbiolina....
Con uno Statuto come questo ha ragione la senatrice Paola Binetti a rivendicare la propria libertà di coscienza. In effetti in assenza di un corpus di principi e di norme che definiscono la cultura di un Partito, di un Movimento, non resta che la coscienza personale del singolo iscritto che nel caso è nutrita da fondamentali nozioni di un cattolicesimo intollerante, punitivo verso qualsiasi "diversità" dall'unico comportamento sessuale ammesso dalla Chiesa: quello  finalizzato alla procreazione. Certo la Binetti ha presente le punizioni che per oltre mille anni sono state inflitte dalla Chiesa ai sodomiti che vanno dalla castrazione al rogo. Ai delatori degli omosex venivano elargiti premi in denaro. Non è detto che una storia tanto antica di criminalizzazione non abbia lasciato segni e pregiudizi nell'animo della Nostra.
 Dal momento che lo Statuto del Partito non compie alcuna scelta sul terreno dei diritti civili non si vede quale incompatibilità possa sorgere per la Binetti o per chi, per passare al campo dei diritti sociali, possa invocare l'abolizione di ogni e qualsiasi diritto per i lavoratori dipendenti.  Diritti civili e diritti sociali sono appannaggio della libertà di coscienza di ogni singolo iscritto e di ogni singolo parlamentare o amministratore. Infatti, Bersani si è affrettato ad accogliere la Senatrice, rimproverata dal Segretario,  tra i propri seguaci. Perchè nella grande palude ideologica e morale del PD non debba trovare posto l'intolleranza xenofoba di chi
magari considera le legnate inflitte dai razzisti agli omosessuali una sorta di punizione "divina" e di espiazione dei loro peccati? E' possibile che l'ecumenismo del PD possa giungere a tanto?
Pietro Ancona

http://www.partitodemocratico.it/allegatidef/Statuto%20PD44883.pdf

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From: pietroancona@tin.it
To: aprile lettere
Sent: Friday, October 16, 2009 1:24 PM
Subject: Suicidi e contratti


  Suicidi in Francia e Contratti in Italia
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  Ieri la giornata è stata scandita da due brutte notizie : il venticinquesimo suicidio di un dipendente della telecom francese e la firma separata del contratto dei metalmeccanici italiani con l'umiliante esclusione della Fiom  rappresentante della stragrande maggioranza dei lavoratori. Sostanzialmente le due notizie sono due facce di una stessa realtà: la perdita di valore e di identità sociale che il lavoro conferisce alla attività umana,la scomparsa della lotta di classe che, con il conflitto sociale, era l'unica in grado di dare prospettiva e significato al lavoro. Nella Telecom francese si è messo in moto un meccanismo azionato da "tagliatori di teste" ( non solo in senso figurato come voleva essere la macabra locuzione) che ha fatto sentire del tutto superflua la vita a venticinque persone; per il contratto dei metalmeccanici si è messo in moto il meccanismo vincente
della linea Sacconi che persegue da anni l'isolamento e la sconfitta della CGIL e, per essa, del suo Sindacato simbolicamente ed umanamente più rappresentativo: la Fiom!. In questo caso si è avvalsa
della "distanza" della CGIL dalla Fiom per colpire  ancora più forte.
 Il contratto firmato concede qualche monetina di rame ai lavoratori e soltanto alla fine del triennio. Subito non dà niente. Viene stipulato con un anticipo notevole sulla sua scadenza essendo stato firmato il venti gennaio del 2008 e non si era mai dato il caso di un rinnovo ad un anno e mezzo di vigenza! L'anticipo è stato fortemente voluto dal Governo dalla CIsl e dalla UIL per adeguarlo alle norme dell'accordo separato sul contratto nazionale a cominciare dall'avvio della triennalizzazione.
In sostanza di tratta di una riforma profonda, di un riposizionamento del contratto nazionale nella nuova strategia voluta dal padronato e dai sindacati ascari, che punta  ad una forte riduzione dei diritti dei lavoratori mentre si allargano e si incrementano gli interessi comuni delle associazioni stipulanti già presenti con il Fondo Cometa. E' stato istituito un fondo per il sostegno del reddito. Vedremo di che si tratta. La linea  di tendenza è sempre di più  verso un contratto tra associazioni e sempre meno di un contratto per i lavoratori.
La Fiom è stata  sconfitta ed umiliata e non è casuale il fatto che i suoi dirigenti parlino di ricorso alla autorità giudiziaria per fare valere le ragioni che dovrebbero essere chiare a tutti dalla federmeccanica al governo. Quando un gruppo dirigente ricorre alla magistratura piuttosto che alla lotta è perchè ritiene di non avere più alcuna possibilità di capovolgere o almeno cambiare parzialmente la situazione. Questo gruppo dirigente farebbe bene a dimettersi. Tanto, dopo questa sconfitta sarà cacciato via dalla destra sindacale! Il padronato ha colpito giusto ed i suoi numerosi sensori lo hanno avvertito della realtà della situazione. Una situazione nella quale la CGIL non andrà molto oltre una mera quasi notarile critica con rammarico, il pd (che è il partito al quale sono iscritti la stragrande maggioranza dei dirigenti della CGIL) non dirà  una parola e magari continuerà a sostenere la necessità della unità della CGIL con Cisl ed UIL naturalmente alle condizioni che queste dettano
E' chiaro che la FIOM non può continuare ad  essere sè stessa dentro la CGIL dal momento che questa ha subito trasformazioni profonde che dal punto di vista ideologico e sociale ne fanno una organizzazione postclassista, concertazionista, pragmatico-liberista. La CGIL al suo Congresso insisterà per l'unità con CISL ed UIL  e per un certo periodo di tempo non sarà nè carne nè pesce (come il pd), continuerà a saltare come un orso ammaestrato allo schiocco della frusta di un Bonanni. Si chiude un lungo capitolo della storia sociale italiana.
 La FIOM dovrebbe dar vita ad un Congresso straordinario per decidere se continuare a suicidarsi dentro la CGIL o uscirne per unirsi alla immensa massa dei lavoratori che danno vita al sindacalismo di base. Oramai è chiaro che la CGIL accetta  gli obiettivi fondamentali del padronato e del governo dalla scuola alla sanità alle fabbriche e che disconoscono all'homo faber i diritti. Ma forse è troppo tardi per questo ed il Congresso della FIOM sarà gestito da quanti ne negano l'essenza antagonista e classista. Insomma, la natura di sindacato!
Pietro Ancona 
 
http://www.rassegna.it/articoli/2009/10/15/53318/metalmeccanici-accordo-separato-senza-la-fiom

                                                                   

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Sent: Monday, October 19, 2009 11:37 AM
Subject: abdicazione dello Stato o altro?

Abdicazione dello Stato o altro?
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 I giornali italiani fingono di non mostrare  sorpresa per le sconcertanti rivelazioni del Procuratore Generale Antimafia Dr.Grasso.  La notizia non è data tra le più importanti o sensazionali.Il Procuratore conferma che la trattativa c'è stata, che ha avuto due fasi e che è servita a salvare la vita a molti politici: Andreotti, Martelli, Mannino,Vizzini e qualche altro che al momento non ricorda.
 L'Italia è talmente sprofondata nella sua anormalità di Paese in cui le leggi vengono fatte dal Parlamento per legittimare reati ed eludere la legge da accettare la comunicazione ufficiale della avvenuta abdicazione dello Stato e della sua resa alla Mafia senza battere ciglio. Una sostanziale indifferenza ha accolto le dichiarazioni fatta dal Dr.Grasso. Scarse e di circostanza le reazioni del mondo politico.
 I giornalisti specialisti dell'universo mafia dicono che si tratta di cosa risaputa. Era risaputo che lo Stato trattasse con la Mafia? Se fosse così non si capirebbe come questa storia emerga a distanza di quasi venti anni e soltanto a seguito delle confessioni del figlio di Vito Ciancimino.

   Restano da chiarire tantissime cose. Chi ha trattato con la mafia? Quanti ne erano informati?  Quale era l'oggetto della trattativa?  Quali sono state le conclusioni e quali gli accordi? Il papello presentato predisposto da Riina era l'unica questione sulla quale si discuteva oppure  c'era dell'altro? Come mai Andreotti, Martelli, Mannino e Vizzini non hanno mai parlato di questa storia e di come sono stati salvati dalla morte ?  Perchè la trattativa è continuata dopo l'uccisione di Falcone, di Borsellino e delle loro scorte? Perchè la trattativa non ha riguardato anche la salvaguardia delle loro vite? Come mai lo Stato che ha lasciato  uccidere dalle Brigate Rosse Aldo Moro per non abdicare si è piegato a trattare  con i responsabili della morte di centinaia di magistrati, di poliziotti, carabinieri,
senza porsi il problema morale  e senza considerare la forza che la mafia avrebbe ricavato dalla sua umiliazione? Come mai non c'è alcun esponente dell'opposizione nell'elenco dei "pericolanti"?
 Quanti sono tuttora impegnati nella lotta contro la Mafia come possono continuare nel loro lavoro che li espone da sempre  al pericolo di essere uccisi non avendo la certezza che  "tutto" lo Stato è con loro e che magari  mentre rischiano la vita qualcuno non stia trattando per salvare qualche politico che magari si era troppo "esposto" co promesse non mantenute o altro? 
Pietro Ancona

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/grasso-trattativa/grasso-trattativa.htm

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From: pietroancona@tin.it 
Sent: Tuesday, October 20, 2009 5:04 PM
Subject: : tremonti, epifani ed il posto fisso


TREMONTI, EPIFANI ED IL POSTO FISSO
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  Per evitare di pronunziarsi sul ripristino del "posto fisso" proposto da Tremonti, Epifani chiede alla Confindustria  un commento. Commento che sicuramente non tarderà ad arrivare e sarà certamente negativo come negativi sono stati finora i commenti dei "falchi" della destra Sacconi e Brunetta e di quelli annidati nel PD come Ichino. Epifani  sembra seccato e risentito. Avrebbe potuto chiedere a Tremonti di applicare la sua idea subito ai dipendenti pubblici che contano centinaia di migliaia di precari in tutti i settori a cominciare dalla scuola. Ma si è ben guardato dal farlo dal momento che il suo "Duca" è il PD il quale è ultraliberista ed ha  mollato da un pezzo la tutela dei lavoratori.
 Ichino si è spinto fino a giudicare "anacronistica" e "demagogica" la proposta di Tremonti esprimendo la ipocrita preoccupazione di una classe lavoratrice "spaccata in due" dal momento che una parte è esclusa dalle tutele dello Statuto e dal posto fisso e che, bontà sua, dovrebbe restarne fuori per sempre.
 Ma la proposta di Tremonti non solo non è novecentesca (come scrive Brunetta) e perciò anacronistica ma à l'espressione di una profonda insoddisfazione che si è diffusa negli ambienti più consapevoli del capitalismo che considerano la precarietà del lavoro una scelta non solo scellerata
ma perdente nel lungo periodo dal momento che non investe sul capitale lavoro, genera insicurezza ed infelicità, spinge ad una gestione "usa e getta"del processo produttivo.
 Il periodo più splendido dell'economia industriale e dell'economia generale è stato quello influenzato dagli economisti di scuola keinesiana (in Italia olivettiani). Il grande successo dell'economia giapponese di questo dopoguerra che andrebbe studiato in profondità è  dovuto alla stabilità o addirittura al radicamento aziendale dei lavoratori. La stabilità lavorativa di masse di milioni di lavoratori è certamente una garanzia per tutto il sistema economico che dà affidibilità interna ed internazionale e consente alla fine un arricchimento generale della società. Quattro milioni di precari sottopagati ed in perpetua ansia per il loro futuro con la loro povertà ed impossibilità di risparmio impoveriscono ed oscurano il futuro immediato e lontano del Paese.
  E' una menzogna ritenere che la precarietà e la mobilità derivino dai processi produttivi. Se fosse così non si capirebbe perchè contratti a termine vengano rinnovati tantissime volte fino a fare risultare l'assunzione a termine per quella che è: un fumus per tenere sotto ricatto i lavoratori e rubare il loro futuro.
    E' paradossale che la condanna della flessibilità venga da un esponente della destra mentre il PD e le Confederazioni Sindacali masticano  amaro e  ne sono irritati perchè un tema bruciante nella società italiana viene  portato in superficie e si aprono spiragli per abrogare la Legge Biagi (come una volta chiedeva la CGIL).
  Ma in Italia può accadere di tutto: dalla trattativa mafia-stato, alla esclusione dei metalmeccanici dalla stipula del loro contratto, ad una opposizione parlamentare che si accinge a rivedere la Costituzione  assieme alla maggioranza per agevolare al Caudillo il governo di un paese sempre più umiliato ed infelice.
Pietro Ancona

http://www.asca.it/news-LAVORO__EPIFANI__CONFINDUSTRIA_COMMENTI_TREMONTI_SU_LAVORO_FISSO-867865-ORA-.html

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, October 18, 2009 9:31 PM
Subject: Aboliamo l'ora di religione!!

 Sono contrario alla proposta di consentire l'insegnamento dell'Islam nella scuola perchè questo legittimerebbe l'insegnamento della religione cattolica. Lo Stato rappresentato dalla scuola pubblica  deve essere ben separato dalla Chiesa o dalle Chiese. Spetta a queste trasmettere il pensiero, la dottrina e la pratica religiosa nei loro templi  alle persone che vi si recano a questo scopo e per praticare il culto. l'Italia  non può accettare l'idea della religione cattolica come parte integrante della sua cultura  come sostiene Monsignor Bagnasco che   soltanto cosi può giustificarne l'insegnamento  dal momento che la scuola non è preposta alla catechesi. La religione viene insegnata da persona scelta dalla Chiesa e da questa imposta alla Scuola. Possiamo ritenere che l'esposizione non sia apologetica e che contenga qualche elemento di critica? Come viene raccontata l'Inquisizione che per quasi mezzo millennio fece ardere i fuochi del supplizio in tutta Europa e poi nell'America Latina e nei luoghi di colonizzazione? Che  cosa viene detto a proposito del testamento biologico, del divorzio, dei diritti degli omosessuali?
La religione cattolica  ha  uno Stato amministrato dalla monarchia papale e dalla sua corte.. La gestione  di questo Stato, nella storia,  non è mai stata un esempio di giustizia e di liberalismo. La Forca funzionò  a pieno regime  fin quasi alla fine dell'ottocento e chiunque cadeva in disgrazia  con i  preti veniva giustiziato senza tante storie. . L'Italia dovrebbe abrogare i patti lateranensi     La religione è un fatto privato che riguarda il singolo credente e la sua comunità che si riunisce per celebrare i suoi riti nei suoi templi. Questo vale per quanti frequentano le Basiliche, le sinagoghe o le moschee o i templi indù. Lo Stato non deve ostacolare la libertà di culto al singolo ed alla collettività dei credenti. Ma non deve rinunziare alla sua autonomia, alla sua laicità, alla superiore finalità della sua funzione.
 Pietro Ancona

http://www.materialismo.it/Misfatti%20delle%20Relig/vittime_della_fede_cristiana.htm
 .
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, October 22, 2009 4:36 PM
Subject: Riduzione in schiavitù

 RIDUZIONE IN SCHIAVITU'

 Ieri sera a Exit di Ilario D'Amico su La7 ci hanno fatto vedere un filmato riguardante la colonizzazione del capitalismo mafioso cinese del territorio industriale della città di Prato, nel cuore della Toscana, in cui una è stata costruita sotto lo sguardo indifferente delle autorità locali e nazionali,
una enclave senza leggi in cui  forse cinquantamila lavoratori e lavoratrici cinesi vivono ridotti in schiavitù, con paghe di fame, dentro le fabbriche in cui lavorano non si sa per quante ore al giorno e dove dormono, si alimentano, abitano forse senza mai uscire all'aperto.
  L'enclave cinese riguarda cinquemilaeseicento capannoni industriali che coprono una superficie enorme dentro la quale lavorano a pieno ritmo, forse ventiquattro ore su ventiquattro, quando necessario, migliaia di macchine preposte al ciclo del "pronto  moda". L'importanza del polo cinese è internazionale: fornisce abiti a committenti italiani ed europei ed a grandi marche naturalmente a costi assai convenienti. Enormi utili vengono ricavati dalle committenti della moda, spesso multinazionali del settore,spremuti ad  una classe lavoratrice di schiavi condannati a produrre per miserissime paghe e magari obbligati dal ricatto di familiari rimasti in Cina e soggetti alle rappresaglie dei mandarini capitalisti e mafiosi che hanno realizzato una grande operazione di globalizzazione: un forte punto produttivo nel cuore dell'Italia e dell'Occidente per ridurre al massimo il costo dei trasporti e stare affacciati sui mercati di vendita dei loro prodotti.
 Il servizio della D'Amico ha fatto constatare l'impossibilità di un intervento dello Stato dal momento
che - è stato detto- per ispezionare i 5600 capannoni alla media di due ispezioni alla settimana  ci vorrebbero  qualcosa come cinquanta o sessanta anni e che è impossibile accompagnare alla frontiera tutti i clandestini o inviarli al CIE dal momento che questo è lontano trecento chilometri. E' stato poi mostrato come i sigilli ai capannoni ispezionati ed il sequestro delle macchine utensili non servono praticamente a niente dal momento che le multe sono ridicole (dieci euro a macchina utensile e quattrocento per tutto il punto di produzione) e trnuto conto della capacità degli "imprenditori" cinesi di spostare l'attività in diversi luoghi sempre all'interno dell'enclave pratese.
 Messa cosi la questione non si può che convenire con il sindaco ed il prefetto del luogo che hanno sottolineato l'inutilità di qualsiasi intervento.
 Ma l'intervento è appunto inutile e sterile di risultati perchè viene attuato in attuazione delle razziste e
sciocche leggi sulla sicurezza recentemente approvate. Il problema non è quello di criminalizzare i lavoratori  cinesi di Prato quando di mettere in luce la loro riduzione in schiavitù, il loro sfruttamento disumano ad opera di una imprenditoria cinese mafiosa che ha  la copertura e la complicità o addirittura  è in associazione con nostri imprenditori coinvolti in un  giro di affari miliardario.
 L' immigrazione cinese in Italia non è per niente da classificare con l'immigrazione che viene da tutti gli altri paesi. E' una immigrazione-colonizzazione del commercio e della industria che viene operata con grossi capitali in grado di fare investimenti nel lungo periodo, con forza sufficiente per sopportare tempi morti ed improduttivi. Credo che una indagine sulle acquisizioni di proprietà di
cinesi in Italia non sia mai stata fatta ed a Prato o a Napoli o altrove parte del nostro sistema produttivo barbaro e corsaro sia interessato al mantenimento delle enclavi in cui centinaia di migliaia di esseri umani sono ridotti ad utensili senza diritto e senza libertà per produrre capi di vestiario destinati ad essere esposti in via Montenapoleoni a Milano o in Via Condotti a Roma.
 L'accusa che dovrebbe essere formulata non è quella di immigrazione clandestina ma di violazione delle leggi sui diritti umani e riduzione in schiavitù  Si cominci con il revocare le licenze e le iscrizioni alla Camera di Commercio di tutte le "ditte". Si dovrebbero subito  confiscare e non sequestrare i capannoni e quanto contengono e porsi il problema enorme che nessuna comunità di stranieri o di italiani può costruirsi una enclave dove far valere leggi diverse da quelle dello Stato: leggi di violenza e sopraffazione.
 Pietro Ancona
http://www.la7.it/blog/default.asp?idblog=ILARIA_DAMICO_-_Exit_15
                                                     

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Friday, October 23, 2009 5:10 PM
Subject: Lo sciopero dei sindacati di base


LO SCIOPERO DEI SINDACATI DI BASE
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 Oggi sciopero generale dei sindacati di base. Le notizie che ne abbiamo sono veramente poche dal momento che tutta la batteria massmediatica  si è autocensurata o è stata censurata. D'altronde che cosa possiamo aspettarci da una stampa, da una radio e da una televisione  nelle mani di imprenditori
o foraggiati dal governo? Tutti a libro paga compresa Radio Radicale che credo si aspetti di ricevere
qualcosa come dieci milioni di euro (venti miliardi di vecchie lire) per quest'anno.
 L'informazione riceve a vario titolo dallo Stato qualcosa come sei o sette miliardi di euro. Dà vita ad un ceto di professionisti   superpagati ed assistiti da un ottimo contratto di lavoro. Attorno a questi professionisti della informazione stanno migliaia di "negri", di giovani o non più giovani giornalisti pagati  a cottimo un tanto a pezzo, senza vere prospettive di essere immessi nell'Olimpo dei loro colleghi-padroni più fortunati. Un esercito di schiavi della penna a disposizione di una editoria faziosa.
 I sindacati di base sono l'anomalia, la bestia nera non solo del centro-destra ma anche del PD dal momento che non sono accomodanti e di regime come le Confederazioni Cgil, Cisl, Uil. La stessa CGIL pur avendo sottoscritto passaggi obbrobriosi del conflitto sociale come gli accordi Alitalia viene considerata con sospetto dai "falchi"come Sacconi o Cazzola e tende ad essere tenuta in ostaggio dal regime e dal pd. ed ad esserne esclusa. Soltanto i rapporti di forza di cui è consapevole la Confindustria impediscono alla data la sua defenestrazione. Si aspetta il Congresso della CGIL per decidere che cosa farne.
 I sindacati di base non accettano di limitare le loro richieste alla detassazione della tredicesima e vorrebbero l'abrogazione della legge Biagi e degli accordi  stipulati dal Governo Prodi e da questo Governo con i confederali. Vorrebbero aumentare i salari e le pensioni soggetti ad un progressivo impoverimento dagli accordi consociativi. Le loro richieste suonano blasfeme, una vera e propria
bestemmia alle orecchie dell'oligarchia politica!
 L'estambliscement bipartisan l'altro ieri, dopo avere sbeffeggiato Tremonti per avere riproposto
la sua idea sul posto fisso, ha votato in Parlamento una durissima legge di dimagrimento della scuola italiana che costerà il pane a centotrentamila persone. Senza battere ciglio!
 Al PD complice della Confindustria e del Governo bisogna aggiungere schegge impazzite o degenerate di quella che fu fino a non molti anni fa la sinistra. Bertinotti ha definito l'elogiodi Tremonti al posto fisso  un ritorno all'ancien regime  in perfetta armonia  con la Marcegaglia che ne ha parlato sprezzantemente come di un ritorno "all'antico".  Hanno usato quasi le stesse parole e gli stessi argomenti!! E' incredibile l'accoglienza che la proposta di Tremonti ha ricevuto dalla oligarchia dell'opposizione italiana. Franceschini e lo stesso Bertinotti si sono trovati all'unisono nel suggerire "dinamismo" all'economia italiana, un dinamismo che verrebbe naturalmente assicurato dalla flessibilità e dalla precarietà fornite dal ricchissimo arsenale di fumus giuridici  che la legge Sacconi ha messo a disposizione del padronato italiano. Quattro milioni di precari con  tendenza ad aumentare  che assicurano ricchezza a quanti hanno imboscato all'estero miliardi di euro che rientreranno al riparo dello scudo fornito dal Governo.
  Ma, nonostante la fitta coltre di silenzio, lo sciopero di oggi ha avuto successo. C'è una classe lavoratrice che continua a lottare e che ha riconosciuto da un pezzo la funzione  di regime dei sindacati confederali.
 Se domani si azzerassero tutte le deleghe sindacali e si rinnovasse il tesseramento , credo che i sindacati che oggi hanno scioperato  risulterebbero di gran lunga i più forti. Ma questo non avverrà e cosi continueranno ad essere esclusi dalle trattative con il governo al quale sono ammessi solo coloro
che accettano le "regole" che detta il capitalismo italiano. I loro dirigenti continueranno ad essere iscritti nel libro nero, ad essere discriminati ed a volte licenziati insomma a fare lo stesso calvario dei dirigenti  operai della CGIL ai tempi di Di Vittorio e di Valletta. Ma resisteranno ed alla fine vinceranno  dal momento che la ragione è dalla loro parte e finiranno con l'essere riconosciuti come espressione genuina  dei lavoratori italiani dal momento che la civiltà che rivendicano è anche un bisogno  della società italiana oggi umiliata dal precariato, dalla disoccupazione, dai bassi salari.
  Pietro Ancona

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200910articoli/48573girata.asp
                                                       

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Sent: Saturday, October 24, 2009 3:02 PM
Subject: Il PD non dimette Marrazzo?


 
Il PD non dimette Marrazzo?
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   Se si accosta il caso Marrazzo a quello di Luca Bianchini colpisce l'immediatezza  con la quale il PD prese subito le distanze, sospese dal Partito, isolò davanti l'opinione pubblica il presunto stupratore seriale tuttora in galera (vittima - secondo me- di una grande voglia di criminalizzazione che lo ha travolto) e la lentezza con la quale, dopo la pubblicazione della confessione di Marrazzo, si sta procedendo. Ci sono state espressioni di solidarietà a Marrazzo da parte di tutto il gruppo dirigente e soltanto ed  ora apprendiamo che i tre candidati alla segreteria sono in continuo contatto telefonico tra di loro per stabilire la linea del PD e cioè se proporgli o no le dimissioni. Il Ministro Maroni ha fatto sapere di considerare come fatto personale la storia in cui è incappato il Marrazzo. Il governatore di una regione  si fa ricattare da quattro carabinieri ai quali rilascia financo degli assegni e che si guarda bene dal denunziare per essere stato sorpreso in congresso carnale con un transessuale di nome Natalie ed il Ministro degli Interni considera questo un fatto privato? E' incredibile!
 Marrazzo avrebbe dovuto dimettersi subito dopo le dichiarazioni rese agli inquirenti, anzi avrebbe
dovuto dimettersi subito dopo aver percepito di essere stato  diventato oggetto di ricatto da parte dei carabinieri per non coinvolgere il PD e la Regione nella sua vicenda personale. Le dimissioni immediate avrebbero scaricato l'arma del ricatto. Ma così non è stato ed ora, in forza di una assurda
 fascista norma di legge, il Consiglio Regionale intero, se si dimette, decade assieme a lui come se tutti fossero stati a transessuali  e si fossero macchiati delle sue "colpe".
  Intanto la cronaca politica diventa sempre di più cronaca nera. L'indagine sulla famiglia Mastella, l'interrogatorio di Dell'Utri in corso a Palermo, la vicenda delle navi piene di veleno affondate davanti la Calabria, tante brutte notizie che riguardano amministratori locali compreso l'assassinio,  la vicenda Marrazzo,  indicano una degenerazione della democrazia che sembra inarrestabile.I lautissimi stipendi di amministratori locali attirano come mosche la malavita ed inducono al ricatto ed all'estorsione quanti si confrontano con il lusso, il benessere, il livello di vita e lo sperpero di "politici"  che magari disprezzano.....
  Nella vicenda Marrazzo sono rimasto colpito dagli assegni per sessantamila euro firmati dal governatore.. Corrispondono ad oltre tre anni della mia pensione Inps.  Ebbene, non credo sia giusto che un  "politico" debba avere tanti soldi e tanti benefict dalla sua carica elettiva (che poi non lo è più tanto dal momento che è il Partito a segnalarlo..)
pietro ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

ps sulle primarie di domani:
Le primarie sono una buffonata che dileggia la democrazia. Rimpiango il tempo in cui i segretari del partiti venivano eletti da un Comitato Centrale o da un Consiglio Nazionale costituiti da persone fortemente selezionate dalla macchina democratica del Partito. Domani chiunque potraà eleggere il segretario del PD.........

http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_24/sarzanini-carte-caso-marrazzo-pagato-paura_4e0a409e-c064-11de-9fa6-00144f02aabc.shtml

 

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Sent: Monday, October 26, 2009 6:59 PM
Subject: LE PRIMARIE DELLE CORDATE


LE PRIMARIE DELLE CORDATE
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  Tutta  l'armamentario della retorica è stato usato per commentare l'eccezionale affluenza alle urne
per la scelta del segretario del PD. Si celebra un sensazionale  momento democratico, una strepitosa partecipazione di cittadini che si sentono protagonisti di una scelta politica.

  In effetti moltissima gente ha fatto la fila ai gazebo, ha pagato l'obolo di Caronte ed è stata traghettata nella "democrazia" fatta di un'urna, una matita previa esibizione di tessera identità e certificato elettorale. Ha votato per uno dei tre Oligarchi e per i suoi referenti locali.

  Questa gente è stata attratta dalla pressione massmediatica della lunghissima campagna elettorale che da mesi impegna il gruppo dirigente del PD. Una campagna elettorale lunghissima come si usa  in America come cortina fumogena di una democrazia profondamente umiliata , ferita  e logorata
dalla assenza di vere opzioni alternative. Bersani, Franceschini e Marino hanno presentato programmi quasi identici. Bersani dice di voler tornare allo spirito dell'Ulivo - cosa che io mi auguro con tutto il cuore - ma il dalemismo che impregna il suo gruppo non è diverso dal veltronismo che scacciò la sinistra radicale dal parlamento chiudendola in un terribile isolamento con false accuse. Tutti e tre non  hanno detto  una parola netta per l'abrogazione della legge Biagi, (hanno apprezzato il dinamismo della flessibilità), per il miglioramento del welfare, per la difesa delle pensioni e l'innalzamento dei salari. Il programma del governo di centro-destra tedesco varato dalla Merkel è di gran lunga a sinistra delle quattro cosucce che i "nostri" riescono a balbettare stando bene attenti a non irritare la Confindustria, gli Usa, il Vaticano......
 La sensazione di essere stati protagonisti di un grande evento svanirà ben presto ed i tre milioni di volenterosi ed entusiasti elettori si ritroveranno con un pugno di mosche dopo essere stati usati da un potere che diventa sempre più irraggiungibile. Ma il falso evento si ripeterà dal momento che le precedenti esperienze con Prodi e con Veltroni non sono servite a niente  e la gente è sempre pronta a ricominciare, a farsi ingannare o autoingannarsi nuovamente, a dare credito ad un sistema che in effetti l'ha privata delle sue reali possibilità e dei suoi poteri di decidere.
 Questa esperienza lungi dal rafforzare la democrazia che è partecipazione come diceva il grande Giorgio Gaber rafforza l'oligarchismo degenerativo e lo diffonde all'intero territorio. Ieri, con i tre, sono stati votati i loro referenti regionali, provinciali, comunali.....tutta una casta che viene unta dall'alto. Siamo alla repubblica delle cordate.
  pietro ancona

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Sent: Tuesday, October 27, 2009 3:23 PM
Subject: il ritiro di Piero in convento


 Il ritiro di Piero Marrazzo in Convento
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  Se la questione non fosse seria c'è da sbottare dalle risate  sul ritiro di Piero Marrazzo in convento.  Glielo avrà suggerito il suo consulente per la cura dell' immagine?  Mizzica, che pensata geniale!Dopo le storiacce di Via Gradoli, che c'è di meglio che allontanarsi dal mondo, per stare soli, riflettere, ritemprare lo spirito con letture educative, pregare, partecipare alla vita monastica, sostare a lungo nella cappella del monastero, intrattenersi con frati dalla testa aureolata dalla fede e dalla comunione con l'alto dei cieli? Peccato che
questa funzione rigeneratrice dell'anima e della reputazione del ritiro in convento forse  è soltanto un cattivo ricordo
letterario dei romanzi ottocenteschi o dei film di Materazzo in cui Yvonne Sanson già moglie  o promessa ad Amedeo Nazzari sfugge al suo destino di donna perduta  e dal mondo cattivissimo ritirandosi in convento con tante angeliche monachelle, una madre superiora rigorosa ma buona, un grande copricapo alato bianchissimo sulla testa ed una veste bianca a simboleggiare la purezza della nuova vita.
Ma forse  la realtà dei monasteri e dei seminari oggi è diversa ed  è più vicina a certe descrizioni boccaccesche della letturatura del cinquecento anche se finora non abbiamo mai saputo di transessuali in ritiro spirituale o vestiti del saio marrone o bianco dei monaci. E' davvero garanzia di spiritualità, di capacità purificatrice il convento italiano?  Ma non sono ricettacoli di amori proibiti ? Inoltre certi monaci come quelli di Mazzarino hanno avuto tristissima fama di estortori e di grassatori non dissimili dai carabinieri che gli hanno svuotato il portafoglio ed il libretto di assegni.
  Dopo il coraggioso intervento della moglie sulla stessa lunghezza d'onda di quello della signora Sircana (la famiglia resta unita), un periodo di rigenerazione spirituale è proprio quello che ci vuole per mettere una lunga parentesi tra il prima ed il dopo.
Intanto siamo inondati di articoli e di "servizi" pieni zeppi di grande benevolenza per Piero.
   C'è una grande voglia di "comprensione", di capire, di perdonare, di guardare avanti che trasuda da tutti i giornali, dalla televisione, dall'intera oligarchia.  Come si è comprensivi con i potenti! Anche l'Avvenire, giornale dei vescovi, scrive: E' legittimo stigmatizzare le debolezze di un uomo pubblico, e trarne, sul piano politico e morale, le inevitabili conseguenze, ma non puo' diventare motivo per massacrare la dignità sua e la sensibilità di coloro che lo amano o che gli sono legati." Ma il massacro della dignità sua è stato fatto  proprio dal Nostro dal momento che ha scelto di frequentare pericolosi luoghi di prostituzione  magari vicini al giro della delinquenza. E la sensibilità di coloro che lo amano non viene oltraggiata da chi mostra scandalo per la vicenda ma da chi da anni è incallito frequentatore di prostituti che si spingono fino a dichiararsi   "fidanzati" come il trans Natalie che vanta una relazione con "Piero" di oltre sette anni...
  Sappiamo bene che il moralismo bacchettone non è la lente migliore per leggere questi eventi. La mentalità delle persone si è evoluta.  Oggi essere omosessuali non è più una cosa di cui si era costretti a vergognarsi come ai tempi di Pasolini. Ma c'è sempre per tutti una etica a cui attenersi. Frequentare prostitute o prostituti non è lecito a tutti. Se hai moglie e figli e sei importante uomo pubblico non devi andare in Via Gradoli esponendoti al rischio anzi alla quasi certezza di essere spiato e ricattato. Se poi ci vai con la macchina blu e con mazzette di euro in tasca e magari con la scorta è segno non di sventatezza ma di arroganza. L'arroganza del potere che si ritiene aldisopra delle leggi e delle regole sociali. Il principe di Lampedusa ogni tanto sfuggiva ai casti amplessi della moglie che penetrava attraverso un buco della camicia da notte recandosi in carrozza in un quartiere di Palermo da una donna che non si vergognava del sesso ed alla quale  dava una pezza di tessuto a compenso. . Il Marrazzo dava cinquemila euro, la somma che Berlusconi ( a detta della D'Addario) dava ad una escort dalla quale era stato ben soddisfatto.  Troppi soldi in mano ad una oligarchia di politici che godono di stipendi eccezionali. Quanto guadagna il Presidente della Regione Lazio? Trecento, cinquecentomila euro l'anno? Tutti questi soldi che fluiscono regolarmente mese per mese  sono causa della corruzione dilagante nei gruppi dirigenti.
  L'Italia non ha bisogno di Savanarola e Berlinguer era inviso a parte del suo stesso elettorato
per avere la "fissa" della questione morale. Ma non c'è dubbio che una Repubblica che affonda in vicende di pornografia non ha più niente da dire e da dare agli italiani. La questione morale è diventata la questione politica più importante di questa fase.
Pietro Ancona

http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE59Q0GF20091027

 

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Sent: Sunday, October 25, 2009 2:47 PM
Subject: la finta democrazia del finto bipartitismo



La finta democrazia del finto bipartitismo!
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 Oggi molti italiani, in gran parte di "sinistra", si recano alle urne per le primarie del PD. Possono scegliere tra tre candidati dal programma quasi identico che giungono al confronto delle urne    dopo una lunghissima campagna elettorale forse destinata a prolungarsi anche dopo
il voto di oggi . Questo elettorato di volenterosi  avrà in parte soddisfatto la  fame e la  sete di partecipazione, di cittadinanza. La gente è talmente frustrata, talmente umiliata dal fatto di essere sempre più soggetto passivo di una teledemocrazia  popolata da mille parlamentari  e  decine di migliaia di  consiglieri ed assessori imposti dai partiti  che si accontenta delle briciole, delle apparenze: si accontenta di votare e paga anche per farlo per conservare l'illusione di contare ancora qualcosa. Invece non conta più niente! Non contano più niente neppure gli eletti di molte istituzioni. I Consigli regionali se per un qualche motivo decade
il Presidente della Regione decadono insieme a lui. Se il paragone non è abnorme sembrerebbe di essere in quelle società antiche nelle quali assieme al monarca  defunto veniva seppellita la sua corte! Il potere "legislativo" delle assemblee è quasi scomparso e resiste al massimo come  ratifica delle decisioni dell'esecutivo che spesso si identifica  con le voglie del  suo capo. C'è stata una torsione della democrazia  che ha deformato la sua identità e la sua natura razionale, logica. Marrazzo non
può dimettersi senza far decadere l'intero Consiglio Regionale. Si ricorre all'escamotage della auto sospensione per guadagnare un paio di mesi e andare alle elezioni regionali alla scadenza già imminente. Del Turco, arrestato, si dimise, si indissero elezioni, la destra subentrò alla sua gestione.
 Il peso dei leaders dei presidenti e dei governatori o dei sindaci è diventato abnorme. Il ruolo della persona dei "governatori"  è diventato di una importanza allarmante!
  Le primarie di oggi agiscono anche come capovolgimento della piramide democratica. Bersani, Franceschini e Marini hanno scelto i loro vassalli e questi i loro valvassori e questi ancora i loro valvassini che saranno eletti o bocciati con loro. La fiducia discende dall'alto e con essa il potere! Il vecchio partito in cui ci si faceva le ossa nelle sezioni e poi nelle federazioni e il filtro "democratico" era davvero fortissimo fino alla elezione nei Comitati di federazione o nel Comitato Centrale è stato abbandonato da anni come "vetero" ed al suo posto è stata piantata la novità del personalismo, del leaderismo. Ora sono tutte cordate rette dal capo nazionale. E' davvero finito il tempo in cui lo stesso Togliatti aveva sacrosanto timore del Partito e stava bene attento a non contraddirlo!  Ma questa "modernità" è soltanto un segno della degenerazione della democrazia picconata e ferita fin dalla bicamerale di D'Alema e dalla
involuzione delle regole introdotte da tante riforme elettorali.
   Le primarie di oggi che la destra populistica di Berlusconi guarda da lontano e forse con disprezzo
rappresentano un momento di omologazione non solo di interessi sociali ma anche delle forme in cui
questi si esprimono in politica. E' la società del settanta per cento di cui si fece un gran parlare tra sociologi, economisti e politici anni orsono. Un settanta per cento di "inclusi" ed un "trenta per cento" di esclusi.
Nel sistema bipartitico solo il settanta per cento conta ed entrambi i due partiti (nel nostro caso PDL e PD) tendono ad accaparrarselo con politiche sempre più "centriste" anche se questo "centro" scivola sempre di più verso destra. La società del settanta per cento comporta una unica ideologia che è quella liberista ed un sistema elettorale che passivizzi sempre di più la cittadinanza. Ora questo settanta per cento è diventato (nel giro di poco più di un decennio) un sessanta per cento dal momento che la mobilità sociale verso l'alto si è bloccata e sono in corso processi di proletarizzazione forzata del ceto medio. Presto centotrentamila insegnanti  privati del lavoro scivoleranno nella palude dei poveri. Insomma, il trenta per cento diventa quaranta per cento ma è stato espulso dal Parlamento e le sue lotte, anche se gigantesche come lo sciopero dell'altro ieri, vengono ignorate dai massmedia, dai Palazzi, dal governo e naturalmente dall'opposizione..
  La destra aspetta l'esito delle primarie per imbrigliare il PD in un progetto di riforme della Costituzione, progetto sollecitato anche da Napolitano che ha messo molta fretta a tutti come se in Italia non si potessero fare riforme apprezzate e significative senza dovere manomettere ancora la Costituzione. E' possibile una legge che riduca del cinquanta per cento gli emolumenti ai politici di ogni ordine e grado e che farebbe risparmiare allo Stato quasi quanto incassa dall'IRAP? No, non è possibile perchè tutta l'oligarchia fa quadrato e difende i suoi privilegi. Ma riforme come quella federalista nelle mani di questa oligarchia che vive di politica sono destinate a fare degradare ancora di più la società italiana. Una società che starebbe assai  meglio se non avesse nelle Regioni venti mostruose mignatte che le succhiano il sangue! Il presidenzialismo della nuova Repubblica che verrà alla luce non sarà certamente controbilanciato da queste Regioni che ne riproducono in sedicesimo  tutti i vizi...
Pietro Ancona

http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20080117_01/testointegrale20080117.pdf
http://librarsi.comune.palermo.it/pitre/file/011/078/TESTI/088.html

 

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VELTRONI E LA MORTE DEL SOCIALISMO di Pietro Ancona

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From: gastaldo.paolo@tiscali.it

To: pcdli-ferrando ; PROLETARIA ; 05 rifondazione segretarioFERRERO PAOLO ; 04 rifondazione genova ; 03 rifondazione liguria ; 02rifondazione bellotti ; 01/rifondazione rinaldi ; mercantedivenezia ; Arcoiris tv TV ; megachip.info ; Sinistra Genova

Sent: Thursday, October 29, 2009 5:27 PM

Subject: affinche' l' utopia socialista in italia ..ricominci a volare....doc


 

AFFINCHE ’” L’ UTOPIA SOCIALISTA”.. RICOMINCI A.. VOLARE!

 

LETTERA APERTA AI COMPAGNI, AI PROGRESSISTI AI DEMOCRATICI   E A TUTTI  I  COMUNISTI D’ ITALIA..

Premessa :-

 

Vorrei presentare con grande partecipazione questo articolo qui allegato ,

 

di un semplice  cittadino ex sindacalista e dirigente  CGIL di Palermo, in pensione e socialista, vecchio stampo che esprime da tempo con suoi interessanti scritti ,.. un punto di vista lucido  sull’ attualità che scorre,.. in questo caso su Veltroni e il PD, opinione che  è condivisibile anche  nei pensieri di molti di noi italiani, non piu’ giovani ma cittadini ancora attivi di sinistra.. del necessario et urgente  ritorno e rifondazione, di un forte movimento socialista proletario e operaio   in Italia!  … preoccupati e…non poco … dell’ andazzo pernicioso italiano…e  sua degenerazione ultima  , progressiva e… letale per la democrazia ….

 

  

VELTRONI E LA MORTE DEL SOCIALISMO di Pietro Ancona
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Con una intervista rilasciata al giornale degli industriali italiani Walter Veltroni ribadisce  il suo definitivo
rifiuto del socialismo dichiarandolo morto assieme al Novecento che abbiamo alle spalle e reclamando l'uscita del PD  dalla internazionale socialista che, proprio per togliere dall'imbarazzo gli excomunisti italiani e i loro amici della Margherita, ha recentemente  cambiato denominazione diventando Asde e cioè alleanza tra socialisti e democratici europei. Il socialismo sarebbe morto -secondo Veltroni- perchè incapace di uscire dal Novecento, di rinunziare alla rappresentanza degli interessi dei sindacati, di capire "la modernità" etc..
Veltroni fa un riassunto della caduta elettorale dei partiti socialisti in Europa e ne trae la conclusione che a stare con loro si perde e quindi si muore.
Vorrei osservare come la perdita di peso e di capacità attrattiva dei socialisti europei sia legato non al loro essere "novecenteschi" cioè rappresentanti degli interessi politici delle classi lavoratrici ma alla fascinazione che alcuni gruppi dirigenti hanno avuto
del liberismo nella sua fase reaganiana e tatcheriana.

 E' vero che Blair ha vinto in Gran Bretagna diventando "altro" dal laburismo dei suoi padri  ma la sua vittoria ha rappresentato una secca perdita per il suo stesso elettorato dal momento che ha perduto molti diritti e molto del peso sociale che aveva conquistato in quasi due secoli di lotta. La socialdemocrazia ha perduto in Germania perchè si è alleata con la DC tedesca e per cinque anni ha prodotto una politica insoddisfacente. In Francia i socialisti si sono divisi: una parte di essi ragiona come Veltroni e cioè non è più socialista e la destra francese ha preso il sopravvento. Altro si può dire delle socialdemocrazie scandinave che vivono ancora del bagliore della grande civilizzazione che i loro programmi realizzati hanno prodotto nel Nord Europa facendone una oasi tra le più avanzate di  democrazia dell'uguaglianza e della libertà.
La socialdemocrazia tedesca ha perduto una parte del suo elettorato che ha scelto la resistenza alla contaminazione ed alla subalternità alla ideologia liberista rafforzando il movimento socialista radicale di LaFontaine e dei Verdi.
Secondo il pensiero di Veltroni il PD se si apre a sinistra è destinato a perdere. Veltroni considera il Partito uno strumento elettorale per vincere e governare. Ma il governo in non può essere lo scopo di un Partito. La sua vocazione "maggioritaria" che Veltroni privilegia chiudendosi alla sinistra ed alle sue formazioni politiche non può prescindere dai "contenuti" e dai "valori" a meno che non si ritenga che questi siano secondari rispetto il fine unico   della vittoria e del governo. Un Partito e l'espressione di un movimento politico che sceglie di rappresentare talune istanze della società e di portarle avanti. Queste istanze sono prevalenti rispetto anche la stessa questione del governo.

Un partito può conquistare alle sue idee ed alla gente che rappresenta molto anche stando all'opposizione
come ci insegna la lunga e per certi versi da rivalutare esperienza di opposizione parlamentare e sociale  del PCI e del PSI italiani che hanno dato al popolo di sinistra un potere sociale, un welfare, diritti che venti anni di destra berlusconiana aiutata dalla gente come Veltroni,Ichino ed altri  non è ancora riuscita a distruggere del tutto.
  

Partiti che decidono di recidere le loro radici dal socialismo per ingraziarsi i ceti produttivi oggi rappresentati da tanti partiti di destra e di centro non sono necessari. Sono un di più che la parte pensante ed avvertita del capitalismo non penso che gradisca  dal momento che la depressione salariale e la condanna di oltre quattro milioni di lavoratori al precariato dà connotazioni di povertà ed anche di infelicità alla società nella quale viviamo e ne abbassa il tono e la vitalità.  La morte della dialettica politica e sociale con lo spazio parlamentare occupato solo da partiti di centro e di destra e lo spazio sindacale da sindacati collaborazionisti e subalterni paralizza
ed impoverisce la società nel suo insieme.
La precarietà chiamata flessibilità ed i bassi salari fanno stagnare la società e ne riducono la coesione sociale, la cultura, la voglia di futuro. No,quello che Veltroni chiama socialismo è il lievito salutare della società europea ed il futuro che il fallimento del darwinismo neoliberista non può dare. Basti guardare l'America di Obama ridotta a nascondere dietro parole "nuove" la logora ed asociale politica di Bush e delle multinazionali.
 Leggevo oggi una intervista ad un professore irakeno che vive da anni a Londra esule dai tempi di Sadam Hussein che parlava di un Iraq controllato dagli americani in preda a massacri quasi quotidiani e corruzione. Un Irak diventato un inferno popolato da tre milioni di orfani e di vedove, di altri milioni di sfollati, di una immensa porzione di popolazione costituita da mutilati e feriti di guerra. Gli americani hanno portato il terrore permanente nelle aree che le loro multinazionali hanno deciso di colonizzare:Irak, Afghanistan, sempre di più Pakistan e forse domani Iran.  Non c'è differenza tra il drone assassino che mandava il Generale di Bush e quello che manda oggi il Generale di Obama.
 Questa politica militare dell'Impero, unita alla politica economica e sociale non può e non è certamente migliore dalla politica che la socialdemocrazia ha dato all'Europa ed al mondo in tantissimi anni  purtroppo offuscati da sconsideratezze  di gruppi dirigenti come quelli che in Italia hanno fatto degenerare la  esperienza positiva dell'Ulivo nella fallimentare esperienza del centro-sinistra di Prodi sconfitta clamorosamente perchè ha tradito il suo elettorato di sinistra (come lo stesso Prodi ha riconosciuto con molta onestà).
  Infine voglio dichiarare tutta la mia insofferenza verso le critiche al  novecento il secolo caratterizzato dal socialismo e dai movimenti di emancipazione. Perchè gli ideali del socialismo sarebbero falliti? Perchè l'uguaglianza è incompatibile con la libertà? In un certo senso anche la sponda alla quale è approdato Veltroni appartiene al novecento: che cosa è oggi il liberismo se non
una involuzione del liberalismo novecentesco? 
 Meglio aprire un dibattito sul novecento prima di voltare le spalle alle rivoluzioni sociali che lo hanno animato. La cultura europea di oggi è figlia dei grandi movimenti socialisti che la impregnano ancora dal momento che la libertà non è ed non sarà mai niente senza eguaglianza e senza una giusta ripartizione del potere economico. Alla base della Germania di oggi c'è la grande lezione dell'austromarxismo e dei grandi pensatori socialisti. c'è il pensiero e l'azione rivoluzionaria di Rosa Luxemburg, di Antonio Gramsci, di Anna Kuliscioff, di Olof  Palme. Il socialismo è stato ed è tanto forte che i programmi degli stessi governi di centro-destra non possono ignorare ed accantonare anche se lo comprimono e vorrebbero sdradicarlo...
 

 Pietro Ancona

 

                                                               ****

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, October 30, 2009 7:30 PM
Subject: ancora sul caso Marrazzo

 Ieri sera Michele Santoro si è divertito moltissimo a dare un andamento pruriginoso alla sua rappresentazione teatral-televisiva del caso Marrazzo. A momenti si stropicciava le mani per la contentezza di dover maneggiare un argomento sul quale più che le sue virtù di fustigatore dei corrotti costumi pareva lo interessasse il tessuto boccaccesco a volte financo porno della materia. La trans che troneggiava al centro del suo studio-stadio con relative tifoserie contrapposte sembrava fare marketing a se stessa quando diceva: da me non sarebbe successo!! Io non avrei fatto entrare nessuno senza mandato, criticando la pochezza e la sventatezza delle sue colleghe che avevano consentito l'irruzione dei carabinieri in via Gradoli...Un momento apicale della trasmissione è stato quando si è accennato all'esistenza di una lista di altri dodici vip della politica sospettati di frequentare come Marrazzo i viados.Gli occhi di Santoro brillavano luciferini quando scongiurava di non fare i nomi, per carità, non diciamo niente ...ma era come se avesse l'acquolina in bocca e pregustasse il piacere di sbatterli sul suo ring mediatico.. Non so quanta audience ha avuto Anno Zero ma non c'è dubbio che ha contato molto sul voujerismo presente  in misura più o meno diversa da persona a persona e che in definitiva ci fa tutti guardoni al momento opportuno e nelle circostanze adatte.
  La Serracchiani à stata, come al solito, sveglia, furba e di lingua affilata e pronta. La sua tesi è quella del PD: Marrazzo ha sbagliato ma si è dimesso, mentre Berlusconi no! I berluskones presenti in trasmissione naturalmente hanno ribattuto che il loro Capo non ha fatto niente per cui dimettersi e
la questione "morale"sembra in questo modo regolata.
 Mi sono ricordato  di una espulsione avvenuta ad Agrigento molto tempo  fa. Io ero giovanissimo  e partecipavo al Congresso della federazione del PSI. Finito il Congresso, il Questore venne ad avvertire il nostro segretario, un genovese di nome Azzo Toni, che il dirigente socialista della Camera del Lavoro era stato arrestato. Era stato  sorpreso in un palco  del cinema della città ad
intrattenersi sessualmente con un ragazzo. Immediatamente si riunì il Direttivo della federazione per decidere la espulsione del malcapitato dal Partito per "indegnità politica e morale". Decisione subito assunta all'unanimità. La notizia fu pubblicata dall'Avanti! l'indomani e si provvide a sostituirlo da segretario della Camera del Lavoro dove rappresentava i socialisti.
 Ricordando questo provvedimento mi sono chiesto se le dimissioni di Piero Marrazzo da Presidente della Regione Lazio siano sufficienti a mettere a posto la questione di ordine morale. Non so se Marrazzo sia iscritto al PD, ma nel caso fosse iscritto mi chiedo: può un militante del Partito Democratico frequentare i sordidi e pericolosi ambienti della prostituzione transessuale della città per anni ? La "morale" di un iscritto e per giunta esponente autorevole del Partito non dovrebbe escludere comportamenti inaccettabili per la comunità che amministra e per la sua stessa famiglia esposta allo scandalo? Possibile che si debba accettare tutto in nome o della "privacy" o della libertà sessuale o non so di che altro. Quale messaggio trasmette alla società la notizia di cinquemila euro pagati per una prestazione sessuale?
 Il Comitato Direttivo della Federazione Socialista di Agrigento deliberò la espulsione del suo esponente sindacalista.  A distanza di tanti anni penso che la decisione fu giusta. Un Partito deve essere severo con i suoi iscritti ed assai di più con i suoi esponenti. La questione morale non può essere limitata alla corruzione per denaro, per tangenti ma va estesa al comportamento nel privato
che non può essere sottratto al giudizio  dell'etica  laica. Non ha dignità chi sperpera il denaro nella coltivazione di vizi. Non discuto che si possa avere una relazione
omosessuale o con un trans se questa è frutto di un sentimento di amore. Ma qui si tratta della compravendita di prestazioni sessuali in un contesto di degradazione e di disfacimento della politica che diventa mezzo per poter praticare  stili di vita goderecci e spendaccioni.
 Pietro Ancona

                                                    ****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, October 31, 2009 4:37 PM
Subject: Attacco ai Centri Sociali


 ATTACCO AI CENTRI SOCIALI
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 Ieri a Catania si è consumato un  ennesimo attacco del Regime ai Centri Sociali: forze di polizia in assetto antisommossa, all'alba, hanno accerchiato il centro  Experia del Quartiere San Cristoforo, una zona popolare  degradata e nota per la cronaca nera,  nella quale il centro, da diciassette anni, costituisce un punto di aggregazione, di cultura,  di speranza nel futuro, di elaborazione di progetti culturali e sociali, di musica, sport, informatica......
 Ieri sera abbiamo potuto vedere ed ascoltare in tv la gente del quartiere che protestava energicamente contro lo sgombero realizzato dalla polizia con la violenza di un luogo che è sempre stato il punto di riferimento alternativo alla droga  alla criminalità, al degrado civile per tanti, tantissimi bambini di famiglie povere assistiti tutti con doposcuola ed altre attività di socializzazione.
 Da quando la destra è al potere in Italia tutti i Centri Sociali  da Milano a Torino a Palermo sono sotto attacco  e vengono sgomberati con la forza mentre i centri Pound vengono sostenuti ed aiutati ad insediarsi nei quartieri e godono di sponsor importanti come Dell'Utri ed altri caporioni del Pdl o della destra estrema.
 I Centri Sociali nati all'inizio degli anni settanta nel corso di tutti questi anni si sono rivelati una scelta
felice e benefica anche se non molto conosciuta, underground. Sono stati punti di musica alternativa, di teatro, di cinema. Sono stati punti di elaborazione di nuove forme di solidarietà e di affratellamento per migranti e per tanti giovani isolati nelle spettrali periferie metropolitane. Hanno dato una speranza con l'azione comune, con il sostegno alle lotte per la casa e contro i licenziamenti. La loro funzione è stata enormemente positiva anche se non è stata mai capita o condivisa  dalla sinistra di governo e parlamentare da sempre disattenta o fredda verso le forme di autogestione comunitaria. In tutti i centri sociali ha un posto d'onore la biblioteca. Tutti sono laboratori di idee e di progetto contro il disastro ecologico, gli inceneritori, le privatizzazioni dell'acqua......
  Spesso la loro iniziativa attiva ha urtato colossali interessi economici come quelli legati agli impianti di incenerimento dei rifiuti spesso sostenuti da lobby bipartisan e o dalla mafia.
  Così come la sinistra radicale e politica è stata espulsa dal Parlamento ad opera dei due massimi partiti che si sono accaparrati attraverso il controllo massmediatico gran parte del consenso dell'elettorato, i centri sociali debbono essere espulsi dai quartieri dove costituiscono un rimprovero perenne a ciò che la sinistra di governo non è più da tempo immemorabile dopo la chiusura delle sezioni e delle superstiti case del popolo e la virtualizzazione con leaderismo esasperato.
Bisogna difendere i centri-sociali e partecipare alla rioccupazione dei loro locali.  Inoltre credo che sarebbe importante creare un archivio centrale di documentazione delle loro attività e delle loro elaborazioni teoriche che costituiscono novità utili per rinnovare l'idea del socialismo e del suo rapporto con il popolo.
Pietro Ancona

http://www.youtube.com/watch?v=PDxY-SGJ99w
http://www.siciliainformazioni.com/articoloLight.zsp?id=64601
http://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article=1960

 

                                                         ****

Da: pietroancona@tin.it [mailto:pietroancona@tin.it]
Inviato: domenica 1 novembre 2009 8.27
A: Redazione Primapagina
Oggetto: D'Alema

Cara signora Di Gregorio,

 

le ricordo che D'Alema, per ingraziarsi gli americani, bombardò Belgrado, delitto che resterà indelebile nella storia d'Europa. Inquinò il Danubio e distrusse le fabbriche che davano lavoro e pane ai serbi.

 

 Credo che dietro la sua candidatura ci sia un lavorio segreto che riguarda anche le riforme costituzionali. Non credo affatto che Letta e la banda di Berlusconi improvvisamente siano diventati

"buoni" fino al punto di appoggiare in nome della italianità la D'Alema

  Purtroppo in Italia siamo tra la padella e la brace: il PDL ed il PD.

 

Auguri per la sua appassionata attività che meriterebbe una migliore causa.

 

Pietro Ancona

                                                     ****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: job@imgpress.it
Sent: Sunday, November 01, 2009 4:27 PM
Subject: Fw: Venti anni dopo: una foto vista sui giornali.

UNA FOTOGRAFIA VISTA SUI GIORNALI

   Ho provato tristezza a vedere la foto dei tre  grandi vecchi Gorbaciov, Bush padre e Kohl. fotografati  in occasione di una manifestazione a Berlino per ricordare venti anni dalla demolizione del Muro.  Con il Muro cadde l'Unione Sovietica e si chiuse l'esperienza degli stati  comunisti  nel mondo dal momento che non possiamo considerare comunista il regime che controlla la Cina o la piccola satrapia della Corea del Nord. Non so quasi niente del Vietnam e mi astengo da un giudizio.
  Se fosse stata possibile la caduta del Muro senza lo scioglimento dell'Unione Sovietica forse il mondo di oggi sarebbe migliore di quello che è. La caduta del comunismo è dovuta in grandissima parte all'opera di Gorbaciov e del suo vice Ministro degli Esteri Shevardnadze che, partiti con un progetto di democratizzazione e di riforma si ritrovarono nelle mani degli americani che li manipolarono e li strinsero in un vicolo cieco. L'URSS era riformabile? Poteva evolvere verso forme di democrazia ?
   La esistenza del blocco dei paesi comunisti  riguardo l'equilibrio mondiale  era positiva. Spingeva anche l'altro blocco a dare il meglio di se per la gente.
Le condizioni di alto welfare dell'Europa, i salari "adeguati" ad un decoro che oggi non c'è più in tutto l'Occidente erano dovuti alla competizione, alla gara tra i due modelli. La guerra fredda spingeva verso il bene non solo dei popoli dei due blocchi ma anche del rapporto tra le due superpotenze ed il resto del mondo.
  Gorbaciov venne travolto dalle sue riforme: perestrojika e glasnost. Mise in moto  un processo che
ad un certo punto non riuscì  più a controllare e che finì nelle mani di un personaggio ambiguo ed inquietante :Boris Eltsin che, sotto il controllo degli americani, regalò l'immenso patrimonio
industriale e minerario dell'URSS ad una banda di oligarchi molti dei quali  miliardari. Gli USA erano riusciti a mettere le mani attraverso un banchiere poi emarginato da Putin sulle risorse energetiche. Ma la cosa davvero grave  che ridusse quasi sul lastrico la  Russia fu il suo smembramento. Diventarono stati indipendenti la Georgia, la Bielorussia, l'Ucraina che da sempre erano parte integrante dell'URSS con quasi un milione di chilometri quadri oggi utilizzati dagli USA come basi per minacciare da vicino la Russia. Altri Stati furono creati artificialmente per circondare quello che rimane dell'URS di una catena di possibili aggressori.
  Dopo la fine ingloriosa dell'Unione Sovietica  il mondo è precipitato in un abisso di infelicità e di crudeltà.  La Russia è popolata di mendicanti e di miliardari e perde popolazione.Quasi dieci  milioni di abitanti in meno di venti anni fa. Con tutti i suoi difetti, l'URSS era un progetto, una utopia realizzata che dava speranza, sicurezza e benessere, futuro. Gli USA non sono un progetto. I loro ideali sono tutti pretesti per la dominazione sul pianeta.  Sono davvero l'impero del Male e della Guerra perenne.L'idea di  democrazia serve a massacrare  i popoli dell'Afghanistan, dell'Iraq, del Pakistan, della  Somalia e la sua politica mondiale non è di pace ma di accerchiamento e strangolamento della nazioni con culture diverse da quelle del capitalismo imperialista. Gli USA hanno mille basi militari nel mondo. Qual'è la loro funzione? Perchè tante basi in Germania ed Italia e nessuna in Gran Bretagna? L'etnia anglosassone si sostituisce alla razza ariana di Hitler? Le classi lavoratrici dell'Occidente, dopo la caduta del Muro, sono ridotte in miseria e con  salari di fame. In compenso i componenti dell'estambliscement del capitalismo godono di redditi favolosi, inimmaginabili! Milioni di euro o di dollari per managers che si distanziano dai lavoratori per migliaia di volte. Uno scandalo insopportabile accettato senza battere ciglio dai fautori dei "valori"occidentali. Il mondo dopo Muro è diventato violento, atroce, ingiusto, criminale.
  Pietro Ancona

http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&tl=it&u=http%3A%2F%2Fwww.prb.org%2FArticles%2F2002%2FRussiasDemographicDeclineContinues.aspx

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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, November 09, 2009 7:55 PM
Subject: muro singolare e muri plurale

C'è muro e muro.... Grandi e commossi festeggiamenti per il ventesimo del crollo del Muro di Berlino
mi auguro che altrettanta passione di libertà possiamo avere per chiedere la caduta del Muro che tiene prigionieri i palestinesi e che ruba la loro terra; il Muro che divide gli USA dal Messico; il muro che separa
il Marocco per circa tremila chilometri dall'Africa....
 Ma forse i palestinesi  i messicani e gli africani non meritano tanta attenzione. Chi se ne frega di loro?
Pietro Ancona
 

                                                      ***

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, November 02, 2009 6:56 PM
Subject: Abolire ergastolo e 41 bis


Abolire ergastolo e 41 bis
   Nel giro di pochi giorni i giornali ci hanno scodellato due tragedie: la morte di Stefano Cucchi ed il suicidio in carcere di Diana Blefari Milazzi, condannata all'ergastolo perchè coinvolta nell'omicidio del Prof. Marco Biagi. Le due notizie sono giunte alla prima pagina dei massmedia  con difficoltà e solo  per l'insistente denunzia dei familiari e su internet. Ora  è in corso una campagna di denigrazione dei due giovani che non possono risorgere dalla tomba e smentire, correggere, zittire i manipolatori. Una sofferenza psichica da sempre ignorata nel caso di Diana viene oggi amplificata fino alla schizzofrenia ed alla tara ereditaria che però non è valsa a farla dichiarare incompatibile con il carcere duro. Nel suo caso i consulenti sono  stati durissimi e forcaioli, mentre per altri detenuti sono assai comprensivi come abbiamo visto nel caso di Licio Gelli ancora vivente e ultranovantenne  a suo tempo escluso dal carcere con una perizia che lo definiva quasi moribondo e  che si gode la sua favoloso villa o nel caso di Tanzi  e di tanti finanzieri  che hanno rovinato decine di migliaia di famiglie nessuno dei quali ha fatto più di qualche giorno di carcere. Oggi tutta  l'Italia ha potuto leggere che anche la madre di Diana è deceduta per suicidio. Quasi a giustificare con la tara la fine della figlia. In quanto al povero Stefano tutto l'estambliscement difende o l'arma dei carabinieri o gli agenti penitenziari Si trovano patologi e clinici che si spingono financo a dire che le lesioni del corpo di Stefano risalirebbero a prima del suo arresto!! La pressione per ridurre ad evento naturale la morte per gravissime lesioni è palpabile. Fare emergere la verità sulla morte di Stefano sarà un parto faticosissimo: ci vorranno diversi forcipi  e una dura lotta.
  L'Italia ha un triste primato di "suicidi" in carcere. Solo quest'anno sono 62 e tutti riguardanti giovani detenuti. Le condizioni esistenziali nel carcere sono diventate allucinanti per il sopraffollamento ma anche per l'isolamento, l'emarginazione  a cui sono soggetti i detenuti. In generale si tratta di persone appartenenti alla popolazione povera in gran parte immigrata spesso non in grado di permettersi avvocati  e consulenti per l'elevato costo dei loro servizi dopo la riforma del processo penale che ha aumentato enormemente  le parcelle da pagare.  Nel carcere esistono vari gironi di inferno ultimo dei quali il 41 bis riservato ai mafiosi ed ai sovversivi. Il 41 bis è un trattamento che può spingere al suicidio. E' una feroce vendetta dello Stato verso persone che certamente sono pericolose ma che non dovrebbero essere private del diritto ad un trattamento umano e teso alla rieducazione civile. L'ergastolo al quale era condannata la povera Diana Blefari è una pena crudelissima, indecente, indegna di un paese civile. Nel caso della nostra disgraziata suicida  come nel caso dei giovani detenuti per terrorismo si tratta di pena eccessiva, sproporzionata, frutto di un accanimento ideologico  e di carattere "esemplare" cioè didattico. Non si capisce  poi perchè i quattro poliziotti siano condannati soltanto a tre anni e sei mesi di reclusione nel caso dell'omicidio di Federico Altrovandi mentre viene comminato l'ergastolo a Diana Blefari Milazzi che, seppur partecipando ad una inaccettabile esecuzione, è stata messa nelle condizioni di impazzire nell'inferno del 41 bis inflittole per ben tre volte senza ricevere attenzione ed aiuto da parte di tutti coloro che hanno gestito la sua vita di detenuta. Ma centro-destra e centro-sinistra convergono in una linea securitaria che, sfruttando le paure indotte nella opinione pubblica, ha allentato il controllo e l'educazione alla civiltà ed alla democrazia dei corpi dello Stato. Ogni volta che qualcuno resta stritolato negli ingranaggi della "giustizia" la reazione pavloviana della Oligarchia  è di difesa a priori del sistema accompagnata di considerazioni e campagne di criminalizzazione verso le vittime. La situazione delle carceri  è diventata esplosiva e viene contenuta da una repressione continua e forse da comportamenti delle gestioni penitenziarie di cui non sappiamo nulla ma delle quali abbiamo avuto un saggio per il G8 di Genova.
 Bisognerebbe abolire il 41 bis e l'ergastolo e avere un programma per i carcerati che non sia soltanto quello della promessa di nuovi stabilimenti penali. Restituire alla pena la sua funzione di recupero nel rispetto dei diritti del detenuto a cominciare dall'abolizione del tu con il quale questi viene interpellato. Ma gli oligarchi del centro-destra e del centro-sinistra sono distanti mille miglia dal cambiare registro. Vanno avanti nella linea della repressione senza alcuna pietà verso chi sbaglia.
 Pietro Ancona

http://www.ristretti.it/
http://www.cedost.it/news/Biagi/processo.htm

 

                                                ****


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From: pietroancona@tin.it
To: tg3net@rai.it
Sent: Monday, November 02, 2009 8:18 PM
Subject: per bianca berlinguer


Cara Direttrice Bianca berlinguer,

impaginare la vicenda della povera Diana dentro l'intervista alla vedova D'Antona non è stato un esempio di grande correttezza e di umanità. E' stato uno scoperto tentativo di aizzare odio anche verso chi ha pagato di persona il suo errore che in ogni caso è stato di idealismo seppur ed inaccettabile. Hai gridato praticamente:   Non tenete conto delle sue ragioni perchè è un'assassina! Brava! Complimenti!Dei quattro poliziotti che hanno massacrato Altrovandi che mi dici? I tre anni ai quali sono stati condannati e che non sconteranno sono confrontabili all'ergastolo  ed al trattamento 41 bis che ha fatto impazzire la Blefari?
  Pietro Ancona

                                                  ****

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, November 04, 2009 10:30 AM
Subject: la Vandea italiana dopo la sentenza di Strasburgo

LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO
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 I Palazzi dell'Oligarchia e l'intera batteria massmediatica del Paese si sono scatenati  in una furibonda contestazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche. Il Giornale del Presidente del Consiglio si è spinto fino alla trivialità di ingiuriare come ubriaconi i giudici di Strasburgo ed una vera e propria vandea sovrastata da alte grida si è creata dopo l'allineamento del capo della opposizione parlamentare alle critiche del governo italiano e degli esponenti del clericalismo oscurantista come Buttiglione. Bersani si è assunta la responsabilità di avallare un attacco ad una delle più delicate ed importanti istituzioni giuridiche dell'Europa, non tenendo conto dell'aiuto che avrebbe  arrecato alla destra italiana nella sua campagna contro i diritti garantiti ancora oggi assai di più dalla Unione Europea che dalla legislazione italiana sempre più xenofoba, razzista e discriminatrice. L'allineamento di quasi tutta la stampa e di tutta la televisione italiana al linciaggio della Corte con centinaia di articoli infarciti di falsità e retorica patriottarda ed identitaria deve fare riflettere sulla libertà di informazione rivendicata ipocritamente da una recente  manifestazione di "mantenuti" del Governo che spende sette miliardi di euro l'anno proprio per avere una stampa  di regime.
 La sentenza di Strasburgo non c'entra niente con la laicità e la paventata deriva "laicista" dell'Europa.
C'entra molto, moltissimo con la tutela dei diritti della persona a cui non può essere imposta un simbolo religioso in cui non si riconosce o perchè di altra fede o perchè ateo. La sentenza è perfettamente coerente con il Diritto italiano che in una recente sentenza della Cassazione favorevole al giudice Luigi Tosti ha affermato lo stesso principio peraltro rispettoso dell'art.8 della Costituzione che testualmente dice: "tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge". Soltanto se una legge italiana modificasse la Costituzione tornando a fare della religione cattolica la sola è unica religione di Stato sarebbe illegittima la sentenza di Strasburgo. Ma lo stesso Vaticano, nel 1984, ha riconosciuto essere la religione cattolica soltanto una delle confessioni religiose che lo Stato ammette nel suo ordinamento.
 In quanto al Crocifisso  simbolo della identità nazionale bisogna osservare che soltanto dal 1922 con leggi volute dal fascismo per recuperare il consenso della Chiesa e dare un fondamento "spirituale" ad un regime violento e totalitario è stato introdotto nelle scuole e poi negli uffici pubblici per diventare infine espressione della religione di Stato con i patti lateranensi del 1929. Fino ad allora lo Stato nato dal Risorgimento aveva affidato l'identità italiana agli ideali che Cavour,Mazzini,Garibaldi avevano posto a base dell'unificazione del Paese.
 Nella storia millenaria d'Italia il Crocifisso non  sempre ha avuto un ruolo positivo e benefico. Migliaia di disgraziati come Giordano Bruno e le vittime della Inquisizione sono state torturati e bruciati vivi con l'assistenza di un monaco o di un prete muniti di un Crocifisso che veniva mostrato ai condannati invitati alla conversione ed al pentimento per non parlare dell'uso che se ne è fatto nelle conquiste coloniali e nell'aggressione crociate ai popoli dell'Islam. Dalla dichiarazione di Costantino che fece del cristianesimo instrumentum regni fino al tardissimo settecento il Crocifisso è stato usato per sopprimere i "miscredenti". Ricordo per tutti il martirio di Ipazia, grande filosofa e matematica alessandrina, torturata, scorticata viva e poi squartata da ferocissimi monaci. Negli Usa il KKK pianta enormi croci brucianti nei luoghi dove massacrano i  neri o i "diversi.
 Certamente il cristianesimo nel corso della sua storia ha sviluppato anche valori positivi specialmente di solidarietà.
Per questi i cattolici che sono davvero cristiani e non vogliono fare violenza agli altri non condividono l'esposizione del crocifisso nei pubblici uffici e non avallano la deriva sanfedista imposta da Benedetto XVI e dalla Chiesa di Ruini e Bagnasco. Ma, si troveranno in difficoltà come tutti i laici italiani dal momento che i Palazzi della politica ribadiscono il diritto al monopolio cattolico mentre l'italia diventa multietnica.
 La sentenza civilissima di Strasburgo in Italia ha sortito l'effetto  paradossale di  allargare  il fronte identitario, fondamentalista, razzista.  La sentenza sarà disattesa. Berlusconi non dichiara forse che se i giudici lo dovessero condannare resterà al suo posto al governo? Perchè dunque  il Crocifisso non dovrebbe continuare ad essere esposto nelle scuole e negli uffici pubblici? I giudici italiani sono rossi. Quelli europei ubriaconi. La legge la fanno gli elettori scegliendo i loro governanti. Da oggi questo modo di pensare si estende al PD che dichiara non di "buon senso" la decisione dei giudici europei.
 Pietro Ancona

http://tostiluigi.blogspot.com/2009/07/sentenza-n-284809-della-sesta-sezione.html   

http://www.eurac.edu/NR/rdonlyres/1D1CA361-1CF8-4003-A96B-F5E0AEF9C2D4/13142/NotaCrocifissoCassazione.pdf   

http://www.uaar.it/uaar/campagne/scrocifiggiamo/09.html   
 

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, November 03, 2009 1:58 PM
Subject: : Congresso CGIL ,confederalità e categorialità

 Caro Manifesto,

nell'articolo di Mario Sai "Congresso CGIL, per un'altra idea di Confederalità" c'è un'affermazione che è una enorme menzogna. Si dice: " ....eppure è su questo tasto che il sindacato si batte da più di quindici anni: I grandi accordi di concertazione e così pure i contratti di categoria hanno dato centralità al recupero del potere di acquisto rispetto agli andamenti inflattivi (!!!!), situazione che si presenta oggi più complicata dopo l'accordo separato sulle regole contrattuali etc....".

 Gli accordi di concertazione governo, padronato, sindacati firmati nel 1993 (per la CGIL Trentin)
hanno creato un meccanismo opposto a quello richiamato da Sai. Hanno parametrato gli incrementi salariali al tasso di inflazione "programmato" che notoriamente è un riferimento politico e finanziario che non supera mai il 2 per cento. Questa parametrazione alla quale tuttora si riferiscono le richieste di aumento salariale compresa quella della Fiom (mai più oltre i 100 euro spalmati nel tempo) nel corso di quindici anni ha impoverito i lavoratori italiani facendoli precipitare in fondo alla scala dei salari europei. Se oggi abbiamo salari miserrimi  del quaranta per cento inferiori a quelli europei lo dobbiamo ad un diabolico marchingegno per il quale Trentin, dopo aver firmato gli accordi, rassegnò le dimissioni.
In quanto alla
confederalità e la nuova idea di confederalità di cui parla Sai è esattamente il contrario di quanto hanno oggi bisogno i lavoratori. Aveva un senso quando esisteva una progetto di unificazione Nord-Sud e di sostegno dei redditi delle categorie svantaggiate. Per intenderci, la scelta dell'EUR) Oggi c'è bisogno di più sindacato di categoria. E non venite a dire che questa è l'idea di un sindacato corporativo!!

Pietro Ancona

 Il Manifesto 1 novembre 2009
CONGRESSO CGIL, PER UN'ALTRA IDEA DI CONFEDERALITÀ
La Cgil più che di un congresso avrebbe bisogno di un suo Concilio Vaticano Secondo, perché deve fare i conti - oltre che con le regole della democrazia e le procedure dei contratti - con una crisi di orientamento del suo popolo.
Una struttura produttiva diffusa e disarticolata, come è quella del nostro Paese, che sta affrontando la crisi in difensiva (basta guardare la caduta degli investimenti fissi doppia rispetto a Germania e Francia) ha come corrispettivo il radicarsi nelle relazioni industriali dell'idea che «siamo tutti sulla stessa barca», che l'azienda, il territorio siano la dimensione comunitaria alla quale anche i lavoratori devono abbrancarsi.
Se si sta tutti sulla stessa barca, è facile anche convincersi che «la barca è piena» (così in tempi cupi il governo elvetico giustificava i respingimenti degli ebrei in fuga dall'olocausto). «Prima gli italiani per i servizi, la casa, il lavoro» è una parola d'ordine che ormai si sente anche nelle assemblee operaie. La crescita di consenso tra i lavoratori dipendenti alla destra, e segnatamente alla Lega, si spiega con un diffuso senso di insicurezza (per le proprie condizioni di vita e lavoro, per il proprio futuro e per quello dei figli, prima ancora che per la piccola criminalità).
C'è contemporaneamente una caduta della capacità del lavoro dipendente di pensarsi come forza sociale autonoma con un proprio progetto di trasformazione economica, di cambiamento sociale. Di più. È entrato ormai nel senso comune che il lavoro, nei suoi contenuti culturali e professionali, nella sua capacità di produrre valore, sia un aspetto dell'autostima delle persone e non un elemento costitutivo del processo produttivo e della mobilità sociale.
Periodicamente le statistiche internazionali ci informano che i salari italiani sono i più bassi in Europa e tra i più bassi dei paesi Ocse e che la loro perdita di potere d'acquisto è continua.
Eppure è su questo tasto che il sindacato batte da più di quindici anni. I grandi accordi di concertazione e così pure i contratti di categoria hanno dato centralità al recupero del potere d'acquisto rispetto agli andamenti inflattivi, situazione che si presenta oggi più complicata dopo l'accordo separato sulle regole contrattuali, come dimostra la scelta di Federmeccanica di fare guerra aperta alla Fiom.
La rincorsa salari-inflazione è stata una sfida impossibile da vincere, mentre si è perso di vista il profondo cambiamento nel riconoscimento dei percorsi formativi e nelle competenze richieste dai processi di riorganizzazione del lavoro indotti dalle nuove tecnologie, dal cambiamento di ruolo della pubblica amministrazione, dallo sviluppo di nuove forme di terziario, dalla dispersione territoriale, dalla precarietà.
Anche per questo si sono diffuse pratiche sindacali chiuse nella gabbia dell'aziendalismo: dall'ancoraggio degli aumenti salariali ai risultati d'impresa (e non ai contenuti professionali che sono richiesti dall'organizzazione del lavoro in cui si opera) al ritorno a forme di mutualismo, subendo così l'offensiva contro lo stato sociale e l'universalità dei diritti.
Combattere questa deriva è una delle condizioni per superare le pesanti conseguenze della crisi in atto a cominciare dalla disoccupazione.
Servono un progetto ed una pratica sindacale che abbiano al loro centro il riconoscimento sociale ed economico del valore del lavoro; la contrattazione delle sue trasformazioni, della sua organizzazione, della sua distribuzione. Non sarà certo un pranzo di gala, ma uscire dalla crisi come prima solo un po' più deboli e poveri vorrà dire più disoccupazione, più localismo, più spinte corporative.
Per questo serve una nuova idea di confederalità - non come gerarchia tra strutture - ma come progetto politico a cui partecipino con pari responsabilità categorie e territori e che veda i delegati sindacali protagonisti nei luoghi di lavoro. Il congresso della Cgil deve mettere in luce le differenze che ci sono nel definire questo progetto (nei momenti difficili bisogna cercare e cercare ancora), senza trasformarsi, però, in una guerra di curia.

                                                                            ****

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, November 06, 2009 1:23 PM
Subject: Principato d'Italia


IL PRINCIPATO D'ITALIA
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 A volte mi capita di pensare alle tante somiglianze tra il ruolo che sta avendo il PD in Italia e quello che a suo tempo ha avuto la DC di Frey in Cile che in qualche modo, con la sua inerzia, assecondò
l'ascesa di Pinochet al potere isolando Salvatore Allende e contribuendo alla caduta del suo governo.  La decisione del PD  di annunziare il  rifiuto di alleanze con la sinistra e la scelta  dello sbarramento del 4% per accedere al Parlamento compiuta assieme al centro destra sono stati segni davvero allarmanti, davvero premonitori di una resa quasi senza condizioni alla fatale involuzione.
 Certo Berlusconi non è Pinochet e gli USA possono contare sulla fedeltà del Parlamento italiano e le multinazionali mericane in Italia non corrono rischi di nazionalizzazione: hanno piena libertà di venire, installare aziende e poi magari chiuderle e trasferirsi in altro luogo, a loro più conveniente, del pianeta. Ma il PD si sta predispondendo positivamente verso le "riforme"costituzionali reclamate da Berlusconi al quale le norme attuali stanno strette e vuole maggiori poteri decisionali. Da Craxi in poi il decisionismo è diventata l'ossessione dei governanti che vorrebbero meno impacci dal Parlamento e dalle istituzioni di controllo. La crescente convergenza del PD con il centro destra è sollecitata dal Presidente della Repubblica il quale pressa per la "coesione" tra le forze politiche ,  una coesione che si traduce in adesione dell'opposizione alla linea della maggioranza, una linea che si qualifica per le sue scelte settarie a vantaggio dei ceti dominanti e della speculazione e che ha impoverito enormemente i lavoratori. Ci avviamo verso una Repubblica dominata da un Caudillo con poteri maggiori di quelli di Sarkozy. Questa convergenza sulle riforme istituzionali è preceduta da una vera e propria unificazione dei programmi a cominciare dalle privatizzazioni dei servizi locali. Il decreto sull'acqua in discussione riscuote simpatie nella oligarchia del PD. Stamane, mentre l'Unità denunzia in prima pagina "le mani" che si starebbero allungando sull'acqua, un autorevole esponente del PD, Paolo Gentiloni già ministro, dava un giudizio positivo sul decreto di privatizzazione che, come sappiamo, farà aumentare vertiginosamente le bollette e sottrarrà alla comunità il controllo di un bene essenziale e da sempre gestito senza fini di lucro. Assieme alla privatizzazione dei servizi arriveranno migliaia di  amministratori, managers, consulenti che ne appesantiranno il costo  senza migliorarli come è avvenuto  per quelle fin qui fatte come le ferrovie e le poste. Anche sul piano sociale l'unificazione delle posizioni PD-PDL è già avvenuta: Ichino, Letta o Treu  non hanno posizioni diverse da quelle di Cazzola e Sacconi tranne che per i passaggi attraverso i quali giungere al risultato della massima precarietà dell'occupazione e dell'abolizione delle garanzie contrattuali. Insieme demoliranno del tutto lo Statuto dei Lavoratori contro il quale c'è una campagna assidua di demonizzazione. Inoltre, in politica estera, mentre dappertutto i governi  USA e della Nato discutono il ritiro dall'Afghanistan, in Italia c'è una gara bipartisan a chi è più bellicoso.
 L'Italia intanto è diventata irriconoscibile rispetto il Paese civile, prospero e democratico che è stato . Mentre viene alla luce una inquietante trattativa Stato-Mafia, si discute della immensa quantità di cocaina che viene consumata e che ci colloca ai primissimi posti in Europa. Un mercato per miliardi di euro delle mafie che sono in grado di corrompere una democrazia che non è in grado di combatterle o non ne ha alcuna voglia. Due servizi fondamentali come la scuola e la sanità sono sottoposti ad una torsione che li sta squalificando  mentre crescono anche in questo campo le gestioni private. Il mercato non esiste e le Autorità preposte al controllo sono del tutto inutili ed i loro interventi spesso ridicoli, grotteschi e controproducenti. I beni essenziali in servizi e merci sono quasi tutti a prezzo imposto ai consumatori ridotti ad un gregge che viene munto e rimunto in continuazione dai petrolieri, dagli assicuratori, dai farmacisti, dai grossisti, da tutti.....
  Le leggi diventano sempre più odiosamente discriminatorie mentre le carceri registrano suicidi e si infliggono violenze provocate da trattamenti di vera e propria barbarie coperti dalla lunga onda securitaria che ha coinvolto quasi tutto il ceto politico. Ma i Mille Oligarchi vanno avanti per la loro strada ed ogni occasione è buona per imprimere nuove stimmate reazionarie al Paese come abbiamo visto per la sentenza europea sul Crocifisso sfruttata per una aggressione a quel tanto di laicità e di libertà che ancora abbiamo.
  Entro questa legislatura il Paese sarà completamente cambiato. Berlusconi lo aveva promesso: "rivolterò l'Italia come un calzino". Lo sta facendo con l'aiuto di un estambliscement politico che lucra oltre cento miliardi di euro l'anno e che ne fa lucrare altrettanti al sistema massmediatico ed al management pubblico che viene imposto dappertutto con le privatizzazioni.
  Pietro Ancona
                                                              ****

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, November 08, 2009 5:56 PM
Subject: la rivoluzione d'ottobre ed il diciotto brumaio di Stalin


LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE ED IL 18 BRUMAIO DI STALIN
=================================================
  Nel rivedere un po' di iconografia e di scritti sulla rivoluzione d'ottobre mi ha molto colpito l'operazione di passivizzazione delle masse, dei gruppi, delle comunità fatte dal regime comunista. I quadri, i manifesti ci fanno vedere sempre Lenin che arringa dall'alto di un podio le masse rivoluzionarie che ascoltano ed applaudono. Del grande, fortissimo gruppo dirigente bolscevico non se ne sa nulla. Per saperne qualcosa bisogna fare approfondite ricerche storiche attraverso fittissimi strati di storiografia stalinista che ci impediscono di vederli come erano. Molti li vediamo attraverso le ingiurie e la criminalizzazione dei processi intentati a loro carico. Spesso per amore del socialismo si dichiaravano colpevoli!
 La rivoluzione russa non fu opera soltanto dei comunisti ma anche di altre forze politiche come i socialisti. I bolscevichi vinsero dapprima la battaglia interna con i menscevichi e poi fecero fuori i socialisti. Famosa la frase del soldato comunista pronunciata mentre c'era in corso una discussione interminabile tra comunisti e socialisti: "la guardia è stanca"! Spense la luce e costrinse tutti ad uscire mettendo fine all'Assemblea Costituente ed aprendo  la strada alla gestione militare della rivoluzione  da parte di Lenin e dei bolscevichi.
 Attribuire l'Ottobre, cioè la rivoluzione contro il regime zarista soltanto ai comunisti è sbagliato! Per lungo tempo i comunisti furono una minoranza, o, come amava dire Lenin, una avanguardia. La rivoluzione cominciò spontaneamente con il ritorno di milioni di soldati dal fronte, soldati che non esitarono a fucilare gli aristocratici ufficiali che li comandavano richiamati dalla voce della terra e delle famiglie che non vedevano da anni..
 I bolscevichi fecero fuori tutti i gruppi diversi dal loro e si piazzarono alla guida militare della rivoluzione. Rivoluzione che durò parecchi anni dal momento che tutte le potenze del capitalismo europeo fornivano armi, uomini, aiuto e assistenza alle guardie bianche. Si può ben affermare che  mentre la rivoluzione francese fece la guerra all'europa inseminandola delle sue idee egalitè, fraternitè, libertè la rivoluzione bolscevica fu costretta ad agire dentro i confini della Russia. La guerra
capitalistica fu tanto dura e sanguinosa da lasciare le sue stimmate per sempre sullo Stato comunista
che indurì moltissimo la cosidetta "dittatura del proletariato" e ridusse al minimo gli spazi di libertà e di democrazia.
  Dentro il gruppo dirigente bolscevico, dopo la morte di Lenin, Stalin si sbarazza di tutto il gruppo dirigente a cominciare da Trotscki e  stende sull'URSS un lunghissimo 18 brumaio culminato nei processi del 1936. Quasi tutto il gruppo dirigente comunista fu fucilato e con esso anche i membri dei Comitati Centrali di tanti paesi europei. I fuoriusciti comunisti italiani che scappavano dal fascismo e si rifugiavano in Russia venivano imprigionati, isolati, uccisi perchè ritenuti portatori di infezioni libertarie e "democraticistiche". Bastava dire che erano sospettati di spionaggio per essere subito impiccati o fucilati.
 La storia del comunismo dall'avvento alla morte di Stalin è dominata da un progetto statalista controrivoluzionario, imperiale, dotato di una sterminata ed immensa burocrazia  dedita alla realizzazione di piani quinquennali che tuttavia ebbero il merito di mettere l'Unione Sovietica in grado di difendersi dall'attacco nazista. Noi conosciamo il comunismo realizzato soltanto nella sua versione stalinista. Non sappiamo come e che cosa  sarebbe stato con la direzione democratica di tutto il gruppo dirigente.
 L'iconografia stalinista ci fa vedere quattro facce sovrapposte: Engels, Marx, Lenin e Stalin. I cinesi vi aggiunsero Mao. Il culto della personalità diventò parte importante del comunismo. Tuttora resiste anche nella concezione dei partiti comunisti dell'occidente ed ha dato luogo a dittature personali in tutto il mondo.
 Pietro Ancona
                                                                       ****

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From: pietroancona@tin.it
To: tg3net@rai.it
Sent: Monday, November 02, 2009 8:18 PM
Subject: per bianca berlinguer


Cara Direttrice Bianca berlinguer,

impaginare la vicenda della povera Diana dentro l'intervista alla vedova D'Antona non è stato un esempio di grande correttezza e di umanità. E' stato uno scoperto tentativo di aizzare odio anche verso chi ha pagato di persona il suo errore che in ogni caso è stato di idealismo seppur ed inaccettabile. Hai gridato praticamente:   Non tenete conto delle sue ragioni perchè è un'assassina! Brava! Complimenti!Dei quattro poliziotti che hanno massacrato Altrovandi che mi dici? I tre anni ai quali sono stati condannati e che non sconteranno sono confrontabili all'ergastolo  ed al trattamento 41 bis che ha fatto impazzire la Blefari?
  Pietro Ancona

                                                                     ****


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From: pietroancona@tin.it
To: tosti luigi
Sent: Tuesday, November 03, 2009 5:25 PM
Subject: sentenza


Il mio primo pensiero è stato per lei e per la sua lunghissima battaglia-calvario nella quale ha retto con grande coraggio all'isolamento ed all'ostracismo di tanti baciapile o ruffiani del clericalismo.
  Oggi festeggiamo!
Pietro Ancona

                                                                              ****

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, November 08, 2009 5:56 PM
Subject: la rivoluzione d'ottobre ed il diciotto brumaio di Stalin



LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE ED IL 18 BRUMAIO DI STALIN
=================================================
  Nel rivedere un po' di iconografia e di scritti sulla rivoluzione d'ottobre mi ha molto colpito l'operazione di passivizzazione delle masse, dei gruppi, delle comunità fatte dal regime comunista. I quadri, i manifesti ci fanno vedere sempre Lenin che arringa dall'alto di un podio le masse rivoluzionarie che ascoltano ed applaudono. Del grande, fortissimo gruppo dirigente bolscevico non se ne sa nulla. Per saperne qualcosa bisogna fare approfondite ricerche storiche attraverso fittissimi strati di storiografia stalinista che ci impediscono di vederli come erano. Molti li vediamo attraverso le ingiurie e la criminalizzazione dei processi intentati a loro carico. Spesso per amore del socialismo si dichiaravano colpevoli!
 La rivoluzione russa non fu opera soltanto dei comunisti ma anche di altre forze politiche come i socialisti. I bolscevichi vinsero dapprima la battaglia interna con i menscevichi e poi fecero fuori i socialisti. Famosa la frase del soldato comunista pronunciata mentre c'era in corso una discussione interminabile tra comunisti e socialisti: "la guardia è stanca"! Spense la luce e costrinse tutti ad uscire mettendo fine all'Assemblea Costituente ed aprendo  la strada alla gestione militare della rivoluzione  da parte di Lenin e dei bolscevichi.
 Attribuire l'Ottobre, cioè la rivoluzione contro il regime zarista soltanto ai comunisti è sbagliato! Per lungo tempo i comunisti furono una minoranza, o, come amava dire Lenin, una avanguardia. La rivoluzione cominciò spontaneamente con il ritorno di milioni di soldati dal fronte, soldati che non esitarono a fucilare gli aristocratici ufficiali che li comandavano richiamati dalla voce della terra e delle famiglie che non vedevano da anni..
 I bolscevichi fecero fuori tutti i gruppi diversi dal loro e si piazzarono alla guida militare della rivoluzione. Rivoluzione che durò parecchi anni dal momento che tutte le potenze del capitalismo europeo fornivano armi, uomini, aiuto e assistenza alle guardie bianche. Si può ben affermare che  mentre la rivoluzione francese fece la guerra all'europa inseminandola delle sue idee egalitè, fraternitè, libertè la rivoluzione bolscevica fu costretta ad agire dentro i confini della Russia. La guerra
capitalistica fu tanto dura e sanguinosa da lasciare le sue stimmate per sempre sullo Stato comunista
che indurì moltissimo la cosidetta "dittatura del proletariato" e ridusse al minimo gli spazi di libertà e di democrazia.
  Dentro il gruppo dirigente bolscevico, dopo la morte di Lenin, Stalin si sbarazza di tutto il gruppo dirigente a cominciare da Trotscki e  stende sull'URSS un lunghissimo 18 brumaio culminato nei processi del 1936. Quasi tutto il gruppo dirigente comunista fu fucilato e con esso anche i membri dei Comitati Centrali di tanti paesi europei. I fuoriusciti comunisti italiani che scappavano dal fascismo e si rifugiavano in Russia venivano imprigionati, isolati, uccisi perchè ritenuti portatori di infezioni libertarie e "democraticistiche". Bastava dire che erano sospettati di spionaggio per essere subito impiccati o fucilati.
 La storia del comunismo dall'avvento alla morte di Stalin è dominata da un progetto statalista controrivoluzionario, imperiale, dotato di una sterminata ed immensa burocrazia  dedita alla realizzazione di piani quinquennali che tuttavia ebbero il merito di mettere l'Unione Sovietica in grado di difendersi dall'attacco nazista. Noi conosciamo il comunismo realizzato soltanto nella sua versione stalinista. Non sappiamo come e che cosa  sarebbe stato con la direzione democratica di tutto il gruppo dirigente.
 L'iconografia stalinista ci fa vedere quattro facce sovrapposte: Engels, Marx, Lenin e Stalin. I cinesi vi aggiunsero Mao. Il culto della personalità diventò parte importante del comunismo. Tuttora resiste anche nella concezione dei partiti comunisti dell'occidente ed ha dato luogo a dittature personali in tutto il mondo.
 Pietro Ancona
                                                                          ****

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, November 09, 2009 7:55 PM
Subject: muro singolare e muri plurale


C'è muro e muro.... Grandi e commossi festeggiamenti per il ventesimo del crollo del Muro di Berlino
mi auguro che altrettanta passione di libertà possiamo avere per chiedere la caduta del Muro che tiene prigionieri i palestinesi e che ruba la loro terra; il Muro che divide gli USA dal Messico; il muro che separa
il Marocco per circa tremila chilometri dall'Africa....
 Ma forse i palestinesi  i messicani e gli africani non meritano tanta attenzione. Chi se ne frega di loro?
Pietro Ancona
                                                                      ****

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, November 10, 2009 10:25 AM
Subject: : il muro palestinese


 La esistenza di muri assai più alti e spaventosi di quello di Berlino è stata ricordata da un gruppo di palestinesi che ha tentato di abbattere seppur simbolicamente l'interminabile  mostruoso serpente di cemento alto otto metri che li tiene prigionieri e continua a divorare la loro terra. Il muro di Israele è alto otto metri  e munito di fortificazioni, torri, artiglieria, fossati. Non rispetta la linea verde che divideva la Palestina da Israele ed era lunga 350 chilometri. A regime sarà lungo più di 700 chilometri
e renderà impossibile, assieme agli insediamenti colonici che hanno reticolato i territori occupati, la costituzione di uno Stato palestinese promessa  da interminabili negoziati  che durano da quaranta e più anni e che non  avranno mai fine e servono a coprire il genocidio. Il muro innalzato da Israele è stato condannato dall'Onu ma tutti sappiamo che è sostenuto dall'Impero e quindi resterà dov'è. Gli americani sono integrati nella strategia di guerra israeliana che è la loro stessa strategia e consiste nell'aggressione continua delle nazioni di cultura diversa da quella capitalistica: l'iraq conquistato e devastato  dalle scorrerie dei marines e dei contractors, impiccato con Sadam Hussein il cui corpo è stato oltraggiato prima e dopo la morte davanti alle telecamere di tutto il pianeta; l'Afghanistan dove l'ineffabile Obama si accinge ad inviare altri quarantamila soldati da aggiungere al numeroso esercito Usa e Nato superarmato contro un popolo che ha  soltanto rudimentali mine e kalaschikov; il Pakistan oggetto di continui bombardamenti contro la popolazione civile motivati dalla menzogna di AlQaeda che, se esiste, è una articolazione della Cia. L'Iran è nei programmi di occupazione o di sterminio e si aspettano soltanto tempi opportuni per distruggerlo con i suoi sessanta milioni di abitanti.
  L'Occidente che ieri ha fatto ricadere simbolicamente il Muro con la ridicola messa in scena dei pannelli di plastica colorata si autocelebra in nome della libertà. Un articolo del Corriere della Sera
parla di oltre un milione di morti causati dalle privatizzazioni del capitalismo in tutta l'area degli Stati
comunisti ai quali bisogna aggiungere i morti  dei territori occupati dalla Nato in Oriente  e tutte le brutture delle guerre che non ci sarebbero mai state se il Muro e cioè se l'Unione Sovietica fosse rimasta in piedi.  Ho riletto ieri sera il discorso pronunziato da Honecker davanti al tribunale di Berlino. La sua analisi è veritiera e convincente.  Avevo dei pregiudizi nei confronti di questo Presidente che litigò con Gorbaciov  che io sostenevo. I fischi che ieri si è preso Gorbaciov alla porta di Brandeburgo sono ben meritati. L'Impero non ringrazia coloro che lo hanno favorito dal momento che ritiene suo diritto essere padrone di tutto e di tutti.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it


http://www.asca.it/new   
MURO_BERLINO__PALESTINESI_CERCANO_DI_ABBATTERE_BARRIERA_CISGIORDANIA-873185-ORA-.html   
http://www.haaretz.com/hasen/spages/1126923.html   
http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=1182&dos=4&size=A   

                                                               ****


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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Wednesday, November 11, 2009 10:02 AM
Subject: : Fanatismo religioso ?


 FANATISMO RELIGIOSO?
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Obama, nel discorso pronunziato in ricordo dei vittime di fort hood, ha voluto attirare l'attenzione sul tema religioso sostenendo che nessuna religione può giustificare un massacro. E' vero, anzi verissimo ma questa  banale verità  viene detta  dopo che la stampa e lo stesso governo avevano  attribuito al fanatismo fondamentalista islamico  il gesto del maggiore Hasan. La ossessiva specificazione fatta dai giornali americani della etnia del maggiore ha rafforzato il clima di odio che in molti si sforzano di tenere alto dall'11 settembre in poi.
Non è detto che la motivazione religiosa sia stata la più importante per il maggiore Hasan. Può darsi che sia rimasto molto toccato dai racconti di stragi e di feroci sevizie che ha sentito dai soldati che tornano dalle zone di guerra malati, pazzi o mutilati. Avere appreso come l'Esercito si comporta verso la popolazione civile afghana o irakena e dei massacri quotidiani compiuti dagli squadroni della morte
può avere sconvolto la mente del maggiore e suscitato una terribile insolubile contraddizione tra il suo ruolo nell'esercito USA ed il suo sentimento di giustizia e di umanità.
Inoltre bisogna vedere in concreto che cosa è oggi l'Esercito degli USA. Ai tanti film che descrivono
episodi di fascismo e di nonnismo di ufficiali americani nei confronti dei loro soldati probabilmente bisognerebbe dare una importanza non solo cinematografica  Quale cultura prevale nell'Esercito? E' una cultura democratica oppure è una cultura nazista? Sarebbe meglio se il Presidente Obama avviasse una indagine approfondita e verificare quale e quanta pressione arriva dagli alti gradi  del Pentagono  per  schiacciare i militari in un ruolo di disumani esecutori di ordini.
  Moltissimi soldati e militari si rifugiano nella droga e negli psicofarmaci. Non è escluso che lo stesso maggiore fosse sotto l'effetto di potenti farmaci psichiatrici al momento della strage. 
  Possiamo chiederci perchè la droga è tanto diffusa nell'Esercito?
  Fare della strage una occasione per rinfocolare la campagna contro l'Islam insinuando che la religione spinge al terrorismo è davvero il peggio che Obama possa fare.
  Perchè non riflette sul fatto che il maggiore possa essere stato spinto dallo sdegno verso il martirio di milioni di persone invase, bombardate, seviziate dalle truppe statunitensi e dai contractors?
  Perchè non la smette di agitare il baubau del terrorismo per giustificare le atrocità delle guerre americane in corso? Bombardare villaggi  e uccidere migliaia di innocenti per catturare un solo "terrorista" è davvero mostruoso!
Pietro Ancona

http://www.corriere.it/esteri/09_novembre_10/obama-funerali-vittime-fort-hood_339d630a-ce36-11de-9a32-00144f02aabc.sht

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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: raitre.chetempochefa@rai.it
Cc: arab comint ; arab informa ; giornali
Sent: Wednesday, November 11, 2009 9:45 PM
Subject: squallida esibizione propagandistica contro l'Iran


Caro Fabio Fazio,
 Caro Signor Saviano,
non mi aspettavo che vi prestaste ad uno squallidissimo  spot propagandistico contro l'Iran le cui elezioni sono state contestate su istigazione USA e Mossad mentre Harzai che ha truffato a piene mani il voto afghano viene lasciato in pace e lodato dall'Occidente. Se ci sono stati morti
durante i tumulti di teheran addedbitateli alloo squalo Mousavi ed ai suoi amici occidentali.
   Avete messo in scena con particolari degni di Gomorra il martirio di Nada che probabilmente non
è mai accaduto mentre le sofferenze di migliaia di bambini e bambine palestinesi prigionieri a Gerusalemme non vi interessano. Ne vi hanno mai interessato le sofferenze dei prigionieri di Guantanamo e delle tante altre carceri  USA. Non avete dato possibilità a nessun rappresentante del popolo iraniano di intervenire nella dura, particolareggiata condanna che avete emanato.
  Sapevamo che il signor Saviano era stato in Israele e si era incontrato con il presidente Perez ma ignoravamo che avrebbe recitato un monologo in preparazione della guerra prossima ventura dell'occidente contro l'Iran che sterminerà  migliaia e migliaia di Nada, un monologo che eccita odio contro il Presidente  Ahmani Nied
 La signora Clinton ha ammesso di avere fomentato  la cosidetta rivoluzione verde dei giovani iraniani.
  Questa Rai TV che fa disinformazione e propaganda prebellica contro popoli che non hanno mai fatto nulla di mare all'Italia è da chiudere.
 Pietro Ancona
                                                                 ****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, November 12, 2009 3:00 PM
Subject: due strade per la CGIL


DUE STRADE PER LA CGIL
======================
Caro Dr.Polo,

sono stato dirigente della CGIL per moltissimi anni . La CGIL che io ricordo con nostalgia  e rispètto era quella di Luciano Lama, Mario Didò, Silvano Verzelli, Rinaldo Scheda ed altri straordinari personaggi che  la guidavano e  godevano della universale  fiducia della quale vivono ancora di rendita gli incolori  epigoni  diretti da Epifani e che presto saranno cancellati  del tutto dalla vista e dal sentimento dei lavoratori e della sinistra italiana.
  Lei ha scritto dell'irruzione dei vigilantes in una fabbrica presidiata dagli operai ed ha avuto parole di sdegno e di condanna per loro. Avrebbe dovuto sdegnarsi nei confronti del proprietario della azienda e della società dei vigilantes e limitarsi a questi.  I vigilantes sono stati comandati a fare quello che hanno fatto e non per questo lei ha  il diritto di paragonarli ai killers della Pinkerton che rapivano i sindacalisti americani e sparavano fucilate contro gli scioperanti protetti dagli sceriffi della polizia. Anche se non avrebbero dovuto prestarsi hanno obbedito ad ordini della loro direzione come obbediscono agli stessi ordini quando vengono falciati dai mitra della criminalità e cadono in servizio
rimpianti soltanto dai loro colleghi e dalle loro famiglie. Guadagnano meno di mille euro al giorno e, se vengono licenziati, è difficilissimo che trovino altro lavoro. Non hanno leggi  che li proteggano. Ogni anno qualcuno di loro ci lascia la pelle ma nessun funerale di Stato li accompagna sottoterra.
  In quanto al Congresso della CGIL le due posizioni che si fronteggiano e che lei ha ricondotto a livello della metafisica con l'astruso quanto inconsistente discorso della rappresentazione del lavoro non sono affatto diverse.
  Le due mozioni rappresentano due cordate "interne" alla politica consociativistica che dal 1993 e dai famigerati accordi firmati da Trentin costringe entro i limiti fissati dalla Confindustria e dal Governo l'azione rivendicativa. La stessa Fiom non si sottrae a questi limiti quando chiede aumenti salariali che non vanno oltre il tasso di inflazione "programmato" con impoverimento dei lavoratori. 100 euro mensili spalmati in tre anni ! Nessuna delle due mozioni vuole l'abrogazione del precariato e la fine della privatizzazioni. Nessuno chiede più al padronato di scucire una lira! Si chiedono solo spiccioli dalla detassazione allo Stato!Non si chiede il Salario Minimo Garantito non si  lotta all'aumento continuo dell'orario di lavoro che in UE si vorrebbe a 63 ore settimanali.
  L'agenda delle trattative sindacali è fissata dalla Confindustria  o dal Governo e tale resterà. La CGIL non cambierà politica verso Cisl,Uil e UGL dal momento che se lo facesse sarebbe subito scomunicata dal PD che
controlla i suoi  funzionari .
  Infine non dimentichi che la CGIL ha alle spalle la memoria delle sue glorie  ma anche gli accordi Alitalia che hanno stravolto la condizione del lavoro in Italia. La CGIL non romperà con Cisl e UIL ma  seppur con molti mal di pancia accetterà la leaderchip di Bonanni mentre emarginerà il sindacalismo di base esattamente come il PD emargina la sinistra radicale.  Inoltre con gli enti bilaterali sta cambiando natura e collocazione. Gli interessi economici congiunti con padronato e Cisl ed Uil ne alterano profondamente il ruolo.Il ruolo dei servizi è diventato predominante. La recente manifestazione a difesa dei diritti individuali è stato niente altro che una operazione di marketing!
 I lavoratori italiani hanno la disgrazia di dover portare sul groppone tre confederazioni (quattro con la Polverini) che lavorano d'intesa con Confindustria e Governo  per spogliarli di tutto.... Ancora hanno qualcosa ma Ichino, Cazzola, Letta, Treu, Bonanni fremono per  denudarli al più presto in nome della "modernità"!
  Pietro Ancona
già segretario regionale cgil sicilia

http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2009/mese/11/articolo/1827/

                                                                          ****

Dopo il muro....fine della storia?

1. 14-11-2009 20:04  

 

Credo che il mondo che abbiamo conosciuto dopo la caduta del muro ci dovrebbe allarmare dal momento che non viene tollerata alcuna civiltà diversa da quella capitalistica. Oggi Obama acclama la Cina perchè milioni di lavoratori schiavi hanno finanziato con un loro lavoro coatto il deficit usa dandole i mezzi per mantenere un apparato militare con il quale terrorizza il mondo intero. Una continua corsa ad aprire nuove basi militari dappertutto.

Per quanto il comunismo abbia fatto una brutta fine almeno nella sua versione stalinistica non è detto che non avesse assai di più e meglio del capitalismo e non è detto che morirà. La storia non è finita. Abbiamo tutto il ventunesimo secolo davanti. I rumeni che a milioni stanno in Italia a lavare il culo ai vecchi o altri lavori servili rimpiangono la sicurezza sociale che avevano garantita e che hanno barattato per un mondo in cui gli stessi americani se poveri possono crepare sul ciglio di una strada o per un ascesso dentario.

Non esiste nessun graund zero ideologico. 

Il socialismo tornerà a vivere. Perchè è l'unico garante della dignità umana. Perchè la mercificazione dell'uomo operata dal liberismo non potrà reggere a lunga alla grande infelicità che provoca. Pietro Ancona

                                                                                ****


----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: raitre.chetempochefa@rai.it
Cc: arab comint ; arab informa ; giornali
Sent: Wednesday, November 11, 2009 9:45 PM
Subject: squallida esibizione propagandistica contro l'Iran


Caro Fabio Fazio,
 Caro Signor Saviano,
non mi aspettavo che vi prestaste ad uno squallidissimo  spot propagandistico contro l'Iran le cui elezioni sono state contestate su istigazione USA e Mossad mentre Harzai che ha truffato a piene mani il voto afghano viene lasciato in pace e lodato dall'Occidente. Se ci sono stati morti
durante i tumulti di teheran addedbitateli alloo squalo Mousavi ed ai suoi amici occidentali.
   Avete messo in scena con particolari degni di Gomorra il martirio di Nada che probabilmente non
è mai accaduto mentre le sofferenze di migliaia di bambini e bambine palestinesi prigionieri a Gerusalemme non vi interessano. Ne vi hanno mai interessato le sofferenze dei prigionieri di Guantanamo e delle tante altre carceri  USA. Non avete dato possibilità a nessun rappresentante del popolo iraniano di intervenire nella dura, particolareggiata condanna che avete emanato.
  Sapevamo che il signor Saviano era stato in Israele e si era incontrato con il presidente Perez ma ignoravamo che avrebbe recitato un monologo in preparazione della guerra prossima ventura dell'occidente contro l'Iran che sterminerà  migliaia e migliaia di Nada, un monologo che eccita odio contro il Presidente  Ahmani Nied
 La signora Clinton ha ammesso di avere fomentato  la cosidetta rivoluzione verde dei giovani iraniani.
  Questa Rai TV che fa disinformazione e propaganda prebellica contro popoli che non hanno mai fatto nulla di mare all'Italia è da chiudere.
 Pietro Ancona

                                                                          ****

----- Original Message -----
From: pietro ancona
To: Vincenzo Sena
Sent: Sunday, November 15, 2009 12:15 PM
Subject: la manifestazione della CGIL

La manifestazione della CGIL
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  Bella, bellissima, vibrante la manifestazione della CGIL ieri a Roma. Un tentativo di arginare lo sgretolamento ulteriore della condizione dei lavoratori, una denunzia forte, fortissima del lavoro perduto, non sempre per ragioni obiettive, spesso per calcoli di speculazione di chi vuole sempre di più, ancora di più  rompendo con gli obblighi morali e civili dell'impresa che la Costituzione carica di responsabilità sociali  e che all'art.41 così definisce  il ruolo dell'imprenditore: "  non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata ai fini sociali”. Naturalmente, a parte i pochi imprenditori "illuminati" che hanno fatto di tutto per armonizzarsi con
gli interessi dei lavoratori e del territorio, questa norma è del tutto disattesa specialmente da quando siamo entrati nell'era della globalizzazione che è anche quella della liberazione degli spirits animals
del capitalismo alla ricerca di profitti  immediati che travolge anche aziende  sane, che producono e vendono bene, ma non abbastanza per i sogni miliardari dei loro proprietari.
  Il tono generale della manifestazione  era dato dalla difesa dell'occupazione e dalla critica del disinteresse del governo che realizza il suo interventismo soltanto con gli ammortizzatori sociali e non con politiche industriali e progetto di lungo periodo per la difesa del tessuto economico del Paese.
 Ma è destinata a fare la fine di quella del 20 ottobre  "contro" il governo Prodi. Non modificherà nè superficialmente nè profondamente la situazione dal momento che dalla CGIL, dal comizio di Epifani, non vengono indicazioni valide per la difesa del salario, della stabilità, del welfare, dei diritti. Epifani ha agitato per l'ennesima volta lo spettro della crisi con "il peggio deve ancora venire" raccolto stamane dai massmedia che ha l'effetto di raggelare il sangue e di accorciare tutti gli obiettivi al livello di quello della difesa del posto magari a qualsiasi condizione. Ha anche proposto a Cisl ed UIL uno sciopero unitario comune per il fisco. A parte il fatto che Cisl ed UIL sono profondamente integrati in una politica della Confindustria e del Governo che è basata sulla demolizione delle tutele giuridiche e sindacali per rendere sempre più "flessibile" e sempre più a buon prezzo la merce lavoro, l'obiettivo di uno sciopero per il fisco che si traduce in una detassazione delle tredicesime (si è ancora in tempo?)
porterebbe pochi spiccioli alle famiglie dei lavoratori dipendenti  che  non recuperano niente di
quel dieci percento di ricchezza nazionale che è passato  di mano in questi ultimi anni a vantaggio  della borghesia produttiva e delle professioni e del ceto politico e manageriale delle privatizzazioni.
 Insistere sulla politica unitaria con CISL ed UIL è suicida, é mettersi nella condizione di subire il dictat di chi è oramai immerso in un processo di istituzionalizzazione parastatale e paraindustriale del Sindacato. Dall'unità sindacale possono venire soltanto danni ai lavoratori. Non siamo più alla grande stagione delle lotte unitarie per le riforme degli anni settanta guidate da Lama, Carniti e Benvenuto.
  Almeno dal 1993 in poi le cose sono profondamente cambiate e la CGIL, sebbene trattenuta e condizionata dalla sua generosa e combattiva base di milioni di lavoratori e pensionati, è stata largamente coinvolta in una gestione sindacale la cui agenda è sempre stata dettata dal padronato e dal Governo e che ha prodotto vulnus e ferite profonde ai diritti ed alla condizione sociale sempre più retrocessa verso una condizione addirittura ottocentesca anteriore alla nascita del movimento operaio.
 Ricordo per tutti i famigerati accordi di luglio con il governo Prodi e gli accordi Alitalia che hanno rivoluzionato in senso deregolation addirittura illegale il rapporto di lavoro.
   La riorganizzazione del lavoro dipendente pubblico e privato non viene adeguatamente negoziata se si accettano le privatizzazioni, le esternalizzazioni, il ricorso alle agenzie interinali, alle cooperative ed a tutti i marchingegni di elusione inventati dalla legge Sacconi-Maroni.
  La manifestazione di ieri resterà una commovente testimonianza di una volontà di lottare per il cambiamento ed il recupero della dignità operaia perduta per il successo dell'ideologia dell'Impresa a cui tutto deve essere sacrificato. La CGIL ascolterà le indicazioni del PD che spinge verso l'accettazione dei contenuti dell'accordo separato e paralizza qualsiasi tentativo di cambiare in meglio lo stato delle cose. Bersani parla di centralità del lavoro ma la sua prima simbolica visita da Segretario è stata per gli artigiani emiliani.
Sacconi, il Ministro pronube della "complicità padronato-imprese"  ha imputato alla CGIL di essere rimasta ancorata alle ideologie del Novecento. Magari fosse vero!!!
    Pietro Ancona
                                                                          *****

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From: pietroancona@tin.it
To: Vincenzo Sena
Sent: Saturday, November 21, 2009 6:30 PM
Subject: leonardo sciascia


L'Eredità di  Leonardo Sciascia
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Vengono compiuti  vari tentativi  di annessione della memoria di Leonardo
Sciascia. I cattolici, con un articolo pubblicato dall'Avvenire di oggi, a firma di Vincenzo Arnone,
descrivono   Sciascia alla ricerca di una fede che in effetti non ebbe mai tranne che nella Ragione; i radicali lo ricordano come membro del loro gruppo parlamentare dove lo vollero nella Commissione Moro e come uomo di punta in tante battaglie per "una giustizia giusta". In effetti Sciascia trovava congeniale i radicali nei tanti versanti dei diritti civili negati o calpestati, ma sono convinto che se ne sarebbe allontanato come a suo tempo si allontanò dal PCI. Il suo sentimento di giustizia era troppo profondo perchè continuasse un sodalizio con Pannella ed il suo Partito  accettandone tutte le politiche. Non credo che avrebbe condiviso la posizione dei radicali per la spartizione della Jugoslavia e di acritico appoggio agli israeliani nella loro opera genocida del popolo palestinese nè credo che condividesse il liberismo radicale per cui i contratti di lavoro debbono essere individuali e trattati soltanto tra datore di lavoro e lavoratore. Si era allontanato dal PCI non condividendone la somiglianza di comportamenti della DC. Il compromesso storico, la teoria che con il 51% non si possa e non si debba governare, era quanto di più lontano potesse esserci dalla sua cultura  ed intelligenza razionalista che rifiutava collaborazionismi che diventerebbero cappe di piombo e prigioni per
la società civile. I suoi libri sono popolati da figure di monaci e di preti ma la fede nel cattolicesimo non c'entra per niente. Quando scrive di Monsignor Ficarra "Dalla parte degli infedeli"parla di un Vescovo  originario di Canicattì e poi a Patti che nonostante il divieto di Pio XII e le ingiunzioni mafiose del Cardinale Ruffini sposava in chiesa i comunisti e non faceva da spalla alla DC nella sua diocesi. La figura dell'Abate Vella viene disegnata come quella di un leggendario falsario che si era improvvisato  conoscitore della lingua araba fino al punto di inventarsi un testo per fare saltare in aria i privilegi feudali o frate Diego La Mattina che uccide l'Inquisitore che lo tiene prigioniero e pretende
la confessione della sua eresia. Tutti i personaggi religiosi di Sciascia non c'entrano niente con la Fede
e tutta la sua opera ne è assai distante. In Todo Modo lo sfondo è l'Istituzione Religiosa dove si consumano i delitti dei tre giorni di esercizi spirituali tra politici, banchieri, industriali.  Istituzione come ricettacolo e sede del Potere e della sua malvagia logica di morte.
  Venti anni dopo la sua morte, la realtà ha travalicato di molto la sua visione pessimistica.
 La democrazia si è mostrificata e l'Italia è diventata un paese di gran lunga più incivile e malvagio di quanto non fosse durante la vita di Sciascia. Morì poco dopo  il crollo del muro di Berlino
che avrebbe salutato come fatto di liberazione e di libertà ma che, se fosse vissuto fino ai nostri giorni,avrebbe analizzato anche come il via libera  ad  una nuova fase di sfruttamento e di crudeltà sociali del capitalismo. In Italia stanno diventando famigerate le prigioni dove i detenuti vengono picchiati e molti di loro si uccidono. Ad oggi sono 65 dal primo gennaio di quest'anno. L'Italia si è dato leggi razziste che differenziano le pene a seconda del colore della pelle. Abbiamo un ministro
che incita ad essere "cattivi" verso gli immigrati ed i poveri. I senza casa vengono schedati dalla polizia. I rom vengono allontanati dalle ruspe e dagli incendi dei loro miseri accampamenti. I giovani italiani, a milioni, vengono sfruttati con i mille sotterfugi della legge Biagi. Il Parlamento serve soltanto per votare, senza discutere, i decreti predisposti dal Padrone dello Stato che pretende per se di stare al disopra della Legge come gli antichi Faraoni. I deputati ed i senatori  sono diventati Oligarchi con privilegi  scandalosi.
  Venti anni dopo la sua morte tutto è degenerato e la società italiana è in avanzato stato di decomposizione. Si è realizzata nel peggiore dei modi la società asociale della signora Tatcher.
 Stamane, ho visto vicino casa mia una anziana  signora frugare in un cassonetto di immondezze per prendervi  un vecchio e moscio broccolo buttatovi  dal fruttivendolo. Una signora vestita con decenza munita di un borsone con carrello con il quale  (presumo) si fa il giro dei cassonetti della città.
 I mostri nascosti alla vista nel mistero del Potere al quale il nostro grande scrittore si è accostato tante volte
sono in parte usciti allo scoperto.  Al suo laico civilissimo ragionare oppongono la rozzezza brutale del "me ne frego" fascista.  L'Italia di oggi è distantissima dalla civiltà della Ragione di cui  Leonardo Sciascia era esponente. La Mafia è al potere.

 Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, November 16, 2009 2:38 PM
Subject: La cattura del mafioso e l'impunità di Cosentino


LA CATTURA DEL MAFIOSO E L'IMPUNITA' DI COSENTINO
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  La cattura del mafioso Raccuglia, latitante da quindici anni ,è stata salutata da manifestazioni di giubilo dei poliziotti di Palermo e dei giovani di Addio Pizzo che, proprio l'altro ieri, avevano fatto un volantinaggio antiracket  porta a porta nel quartiere di San Lorenzo oppresso da una delle cosche più avide e sanguinarie della organizzazione criminale. Anche il Ministro Alfano si è rallegrato ed ha annunziato di
infliggergli subito il  carcere duro del 41 bis.
  In generale, io sono contrario alla giustizia di piazza, ai cow boy che preparano il nodo scorsoio ed adocchiano il ramo dove impiccare il malcapitato. Ma trovo significativo ed importante che una parte della società siciliana impegnata in una difficilissima azione di contrasto al pizzo ed al dominio sociale della mafia esprima pubblicamente la sua soddisfazione per la cattura di una delle più importanti espressioni della piovra
che da sempre opprime la Sicilia e ne tarpa le ali. La mafia siciliana ha subito e continua a subire durissimi colpi ad opera di una Magistratura di prima linea, impegnata e competente, ricca di una esperienza che da Rocco Chinnici ad Ingroa ha accumulato un sapere, una conoscenza che dà continuamente i suoi frutti. Speriamo che questa Magistratura mantenga anche in futuro i compiti di direzione e di coordinamento della polizia. In qualche modo dobbiamo preoccuparci dei propositi del centro destra che vorrebbe ridurne al minimo i poteri inquirenti  sottraendole la polizia giudiziaria.
  Confermo la mia opposizione al 41 bis. Rendere terribilmente afflittiva la pena a chi è già stato condannato all'ergastolo mi sembra una crudeltà gratuita, una vendetta di  Stato indegna di un Paese civile. Che il 41 bis, poi,  venga comminato da un Ministro e non dalla Magistratura mi inquieta.
 Alfano  annunzia castigo durissimo al catturato  mentre  propone percorsi legislativi privilegiati per salvare dal giudizio dei tribunali il Presidente del Consiglio e con lui tanti esponenti della ricchezza e del privilegio.  Non è contraddittorio? La giustizia non tollera squilibrio. Non può essere durissima con la criminalità comune ed organizzata e benevola, misericordiosa o complice dei potenti, degli oligarchi.
 La società civile siciliana si libera con l'opera antimafia profonda dei ragazzi antipizzo, delle associazioni antiraket, della costante azione di tutte le scuole di ogni ordine e grado impegnate nella educazione delle nuove generazioni ai precetti della Costituzione, alla legalità.... con una trasparenza della pubblica amministrazione che siamo assai lontani dal possedere.
 La durezza del 41 bis ostentata dal Governo non compensa dei cedimenti continui alle organizzazioni mafiose. Il Ministro Lunardo arrivò a dichiarare la necessità di una convivenza con i mafiosi mentre pezzi dello Stato si sono spinti fino ad una vera e propria trattativa durante la quale morivano Falcone e Borsellino. I giudici napoletani chiedono l'arresto di un membro del governo e questi resta imperterrito al suo posto pare incoraggiato dal Presidente del Consiglio. Lo stesso Presidente della Repubblica non ritiene di intervenire e di far sapere di non gradire un sottosegretario sul quale pende una richiesta di arresto.
  Come recepisce la popolazione campana il messaggio di Cosentino accusato di essere uomo del clan dei casalesi che resta al suo posto financo con la copertura del PD? I campani come i siciliani i calebresi i pugliesi sono aperti  nella loro stragrande maggioranza ad un profondo e duraturo impegno contro la mafia.. Ma se questa continua ad essere un pezzo dello Stato è difficile provocarne la estirpazione. Il suo ruolo di oppressione continuerà fino a quando sarà parte integrante del sistema di potere, della democrazia che condiziona e spesso possiede, di un sistema democratico composto da
da iperprivilegiati che vivono separati dalla popolazione nelle loro nicchie di potere.
  Pietro Ancona

http://cittanuovecorleone.blogspot.com/2009/11/palermo-volantinaggio-di-addiopizzo-nel.html
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=80189&sez=HOME_INITALIA

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, November 22, 2009 2:46 PM
Subject: la lotta di classe della borghesia imprenditora. obiettivo acqua!!



   LA LOTTA DI CLASSE DELLA BORGHESIA IMPRENDITORA: OBIETTIVO ACQUA
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  Allarmati per la reazione dell'opinione pubblica alla privatizzazione dell'acqua imposta per decreto ad un Parlamento umiliato e con la testa bassa, scendono in campo i grossi calibri  della borghesia imprenditora italiana per manipolare il dissenso, farlo diventare consenso, convincere della bontà, della modernità o addirittura della futuribilità della gestione privata  dell'acqua. Gli oppositori alla privatizzazione vengono descritti dai pennivendoli meno fantasiosi come quei personaggi danteschi con la testa rivolta all'indietro e grandi lai si levano per lo spreco del trenta per cento di preziosa acqua potabile a causa delle tubature "colabrodo"......
   Il Dr.Franco De Benedetti, se non erro senatore PD, parla dei sostenitori della gestione pubblica dell'acqua come dei nostalgici di un piccolo mondo antico (la frase non mi è nuova) che forse non era tanto da rimpiangere (per lui) e si sforza con singolari acrobazie verbali di definire l'acqua come un bene non
pubblico.....perchè  gli fa concorrenza l'acqua "minerale"!!!! Ignora il piccolo particolare che l'acqua minerale viene "comprata" in alternativa al consumo dell'acqua pubblica e che non succederebbe niente se le industrie produttrici di acque minerali chiudessero improvvisamente o volessere imporre prezzi esorbitanti dal momento che il consumo primario, essenziale, dell'acqua verrebbe sempre assicurato dall'acquedotto municipale o consortile. La deduzione del Senatore secondo la quale l'acqua non è tecnicamente un bene pubblico è del tutto tirata per il collo ed inattendibile.
 Ma la lettera del Senatore è pubblicata in bella vista e con molto risalto da " Repubblica" e suona
polemica e correttiva ad un articolo di Rumiz. C'è insomma una operazione che tende all'allineamento
dell'informazione italiana sugli interessi delle multinazionali dell'acqua e degli appetiti che nel mondo imprenditoriale italiano fallito sul piano industriale e della innovazione tecnologica e di qualità  che  cerca e trova agevolmente nel  "pubblico" terreno di facili, facilissimi business. Che cosa c'è di più facile che gestire un bene monopolistico come l'acqua, senza mercato, senza concorrenza, imponendo i prezzi di vendita attraverso le tariffe e riscuotendole con le bollette? La fallita imprenditoria italiana, sconfitta dal mercato nonostante i salari da schiavi che corrisponde, da un pezzo, attraverso le amicizie politiche del centro-destra ma anche del centro-sinistra, spolpa i servizi pubblici italiani: telecomunicazioni, poste, sanità, energia,  ferrovia, scuola, servizi esternalizzati delle Regioni e dei Comuni etcc...... Risultato di questo assalto furioso dei pirana ai beni pubblici è un generalizzato scadimento dei servizi ed un aumento delle tariffe per i consumatori. In compenso è aumentato il numero di squali managers, amministratori delegati, consiglieri, consulenti che succhiano come mignatte compensi da milioni di euro scaricate sul groppone degli utenti.
  Vi siete mai chiesti perchè non esiste un rapporto consuntivo delle privatizzazioni realizzate in Italia?
Perchè non esiste un confronto tra il prima ed il dopo? L'Italia ha conosciuto la sua fase di splendore economico e sociale per via della nazionalizzazione dell'industria elettrica e del poderoso sistema delle partecipazioni statali che ci mise in condizioni di rastrellare una enorme quantità di brevetti e di essere
all'avanguardia in settori essenziali come la chimica, la siderurgia, l'elettronica......
   I nostri politici bipartisan che sostengono le privatizzazione (è una scelta ideologica camuffata da empirici interessi pratici inesistenti) dovrebbero avere l'onestà di parlarci della presenza dei privati nelle gestioni di alcuni acquedotti italiani come quello di Arezzo. Ci parlino dei patti parasociali che mettono i comuni nelle mani di studi legali  che  riescono ad estorcere il pagamento di penali salatissime  Ci spieghino anche come il costo dell'acqua viene quintuplicato.  A causa del peso crescente delle bollette, non  sappiamo quanti anziani sono stati spinti al suicidio  e quante famiglie gettate nella più cupa disperazione...

  Infine, il controllo dell'acqua è un grosso problema politico. Gli antichi re incas imponevano ai loro sudditi un accesso all'acqua graduato dal loro livello gerarchico. La prima acqua spettava ai re e poi a scendere a scendere fino agli schiavi ai quali arrivava sporca e nauseante. Dal momento che il futuro che il liberismo immagina  spunta sempre dal nostro passato remoto (precontratto sociale) nei rapporti di lavoro come in quello dei servizi non escludo che con la privatizzazione avremo diverse qualità di acqua da erogare
a seconda delle possibilità economiche dei consumatori. Insomma perchè io debbo bere la stessa acqua di Berlusconi o di De benedetti?  Berrò l'acqua che a seconda della tariffa che potrò pagare
dopo  quella che viene chiamata remunerazione del "costo del capitale" impiegato (sic!) che certamente non potrà che essere scadente. Non sembrino esagerate o fantascientifiche queste previsioni!
 Le proposte liberiste scaturiscono da fantasie non solo premoderne, preindustriali, ma precivili da una regolazione feudale dei rapporti sociali derivante dalla imposizione  delle oligarchie dominanti.
 Chi può escludere domani il taglio degli approvigionamenti idrici alle periferie povere delle città come
gli israeliani fanno oggi con i palestinesi?  Quando i ricchi si saranno rinserrati dentro quartieri fortificati e chiusi al traffico pubblico perchè il resto della città deve continuare a ricevere i loro stessi servizi?
     Per questo invito tutte le persone che vogliono il mantenimento delle basi comuni di civiltà per la società italiana di rafforzare gli acquedotti pubblici versando volontariamente un aumento del dieci per cento delle bollette per creare un capitale di salvaguardia di un bene che vale la pena presidiare e salvaguardare dai voraci squali che girano in cerchio e vogliono azzannarlo...
   Difendiamo con orgoglio la gestione pubblica, la nostra gestione comunitaria!
pietro ancona
                                                             ****


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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Monday, November 23, 2009 9:17 PM
Subject: la proprietà è un diritto naturale, le tasse un furto


"la proprietà è un diritto naturale, le tasse un furto"
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 Si è aperta a Pordenone una causa sul cosidetto sostituto di imposta. Un imprenditore si rifiuta di continuare ad incassare per conto dello Stato le tasse ed i contributi dei propri dipendenti sostenendo
che non vuole continuare a fare l'esattore peraltro gratuitamente. L'imprenditore ha dato ai propri dipendenti una busta paga comprendente il lordo: la paga più l'irpef ed i contributi previdenziali. La causa è stata rinviata alla fine di gennaio 2010 ma l'obiettivo dell'imprenditore e del movimento che lo sostiene (movimento libertario) è quello di provocare un giudizio della Corte Costituzionale. Il Movimento, profondamente inserito nella "cultura leghista" del territorio nel quale è nato ha per motto: "la proprietà è un diritto naturale, le tasse sono un furto" una parola d'ordine del tutto priva di verità e barbarica dal momento che tutti sappiamo che non è affatto vero che la proprietà sia un diritto naturale e le tasse non sono un furto ma il collante sociale di ogni comunità umana che cessa di essere tale e cessa di esistere se privata del suo fondamentale strumento di aggregazione e di finanziamento dei servizi. Siamo in presenza di una estremizzazione del liberismo
che propugna una vera e propria estinzione dello Stato, l'anarchia degli individui ed il loro rifiuto ad obbligazioni sociali di qualsiasi titolo. Il ML esiste da un pezzo ma è stato portato alla ribalta dai radicali che hanno  spolverato la loro vecchia proposta di abolizione del sostituto di imposta, uno dei venti referendum proposti nella fase bulimica del referendismo pannelliano che portò ad un generale disgusto verso una paranoica chiamata alle urne praticamente su tutto. Un modo come un altro per affossare una istituzione che  usata con saggezza potrebbe essere sommamente utile alla democrazia italiana. Il nuovo Segretario dei radicali Staderini, in una intervista al Giornale di Sicilia, ha sostenuto le ragioni degli abolizionisti del sostituto di imposta richiamando, appunto, la battaglia dei radicali fin dal
1994.
In effetti, la partita che si è aperta al tribunale di Pordenone  va molto al di là del sostituto di imposta ma investe appunto la legittimità delle tasse, del diritto dello Stato a decidere e riscuotere imposte. Nella ipotesi in verità assai improbabile che il giudice accetti di rinviare la questione alla Corte Costituzionale e che questa deliberi positivamente sulla richiesta dell'imprenditore ci troveremmo di fronte ad uno scardinamento delle strutture dello Stato peggiore di un colpo di Stato o di una rivoluzione reazionaria. Aveva ragione Gramsci a parlare del sovversivismo delle classi dirigenti. Il tentativo di scrollarsi dalle spalle ogni e qualsiasi legame ed obbligo fiscale da parte dei datori di lavoro e dei proprietari mette le classi sociali a loro subalterne in una situazione di disagio intollerabile. Se ad absurdum si abolisse il sostituto d'imposta dubito molto, anzi, moltissimo, che i lavoratori riceverebbero nelle loro buste paghe assieme al loro salario le tasse che in atto, salvo conguaglio, il datore di lavoro corrisponde allo Stato ed i contributi che corrisponde all'INPS. La truffaldina vocazione dell'imprenditoria italiana, la sua rapacità sociale non rinuncerebbe al furto di quanto il lavoratore oggi paga allo Stato o all'INPS per il welfare. Finirebbe con il trattenerli per se. Nel caso che corrispondesse  l'ammontare delle tasse non pagate l'Italia si dovrebbe attrezzare ad una moltiplicazione non si sa per quanto degli attuali sostituti d'imposta. Per una azienda di cinquemila dipendenti ad un solo sostituto corrisponderebbe cinquemila contribuenti diretti. Immaginatevi la Babilonia !!
Hanno sbagliato i Sindacati Confederali a strizzare l'occhio, a suo tempo, alla proposta del padronato di detassare i salari. A cominciare dalla tredicesima, dagli straordinari e dai premi di produzione. Questa miope apertura. questa disponibilità imbelle non solo ha dirottato verso lo Stato le legittime aspettative di aumenti retributivi ma ha sdoganato la delicatissima questione della fiscalità. Nel magma
ribollente del NordEst razzista e asociale, la questione del sostituto d'imposta irresponsabilmente sponsorizzata dai Radicali di Pannella, sta diventando un grosso  movimento di opinione  che i leghisti in atto non cavalcano perchè al governo. Ma non è detto che la situazione non precipiti verso il peggio con migliaia e migliaia di aziende che non versano più le tasse dei loro dipendenti.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

                                                                              ****


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From: pietroancona@tin.it
To: circolo pasolini pavia
Sent: Wednesday, November 25, 2009 4:16 PM
Subject: la pausa pranzo ed i bambini rom


La pausa pranzo ed i bambini rom
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  Sentita la singolare e particolarissima proposta del Ministro Rotondi, Ministro - si badi bene - all'attuazione del programma di governo (sic!) che a me sembra una nicchia a suo tempo inventata per fare posto  a qualcuno rimasto a terra, in un primo momento ho pensato che si trattasse di un tipico prodotto post-prandiale concepito dopo uno dei favolosi pasti che la mensa di Montecitorio fornisce ai deputati a prezzo  simbolico.
  Ho pensato che il Ministro avesse ben pranzato  in una  tavola imbandita da un gordon bleu chef e che si sentisse la testa leggermente appannata, un piacevolissimo torpore indotto dalla bontà ed alta qualità dei piatti degustati, uno stato di beatitudine aiutato dal un cognac francese e da un magnifico sigaro.
  A questo punto, ha pensato alle centinaia di migliaia di travet dei Ministeri ed a tutte le lavoratrici ed i lavoratori italiani che, cessato il pranzo, debbono tornare al lavoro. Renderanno? Non si sarà intanto abbassata la loro produttività a causa dello stomaco pieno?
 E se proponessimo di  abolire la pausa pranzo offrendo in alternativa una riduzione dell'orario quotidiano di lavoro?
 In qualche modo ho pensato che la proposta del Ministro Rotondi  somigliasse straordinariamente alla domanda di Maria Antonietta : ma perchè non mangiano brioches?" Lo stesso esprit, la stessa distanza incommensurabile dalla gente..... 
  Ma forse mi sbaglio e non si tratta di una gaffe madornale. L'Italia è il Paese in cui il potere è caduto nelle mani di gente che predica e pratica la cattiveria sociale. Forse dietro la faccia ridanciana del Ministro c'è qualcosa di più di una battuta di costume, di abitudini sociali, qualcosa di chi vuole favorire le famiglie ad avere più tempo per loro. Penso che il Ministro voglia semplicemente togliere
il diritto alla pausa, ad una sospensione seppur per pochi minuti del lavoro. Naturalmente sa bene che nessuno può resistere otto ore senza cibo. Entrerebbe in crisi glicemica ed il rendimento che il Ministro vorrebbe innalzare si abbasserebbe. Quindi si mangerà con qualche sotterfugio qualcosa dietro il bancone o la scrivania dal momento che mi pare difficile che diventeremo tutti  come gli anglosassoni che fanno pesanti colazioni al mattino.
  Semplicemente si mira a togliere un diritto ai lavoratori.
Lavoratori che, a differenza di quanto ritiene o finge di ritenere il Ministro, non hanno soldi per consumare pasti  talmente ricchi da stordirli. Con quello che guadagnano da un pezzo hanno rinunziato alle tavole calde e sono diventati quasi tutti consumatori obbligati di panini  confezionati in casa con una frittata di uova o mortadella e  pizze da taglio. Non possono permettersi di spendere più di quattro cinque euro a pasto dal momento
che con i loro stipendio debbono poter   assicurare  la colazione ai loro bambini che vanno a scuola
o  mettere un pò di benzina nel motore,  comprare il cibo per la famiglia e tutto il resto.
  La classe lavoratrice italiana ha consumi alimentari dequalificati.  E' stata relativamente bene fino a quando un marchingegno mostruoso chiamato concertazione non li ha inchiodati ad un parametro finto di inflazione. Fa la spesa nel discount e non mangia più da un pezzo una bella bistecca di manzo! Si deve accontentare  qualche volta di tacchini e polli che hanno sapore di plastica e che producono un brodo a volte acido e puzzolente! Provate ad incontrare un metalmeccanico o un callcenterista in un bar. Non si possono permettere un caffè espresso che costa all'incirca un euro e si debbono accontentare delle macchinette aziendali.  I consumi sono stati ridotti all'osso e la qualità della vita del lavoratore dipendente è diventata quasi umiliante! 
  Per finire questa riflessione senza incorrere nell'accusa di "guitto" che, chissà perchè, il  Ministro rivolge ai critici della sua proposta mi pare che questa assomiglia a quella che i leghisti ed altra brava gente fanno quando ritengono giusto rastrellare i bambini rom, schedarli e sottrarli alle loro famiglie. "Lo facciamo per il loro bene! perchè non vivano nelle immondezze dei campi e non chiedano l'elemosina !!!!
 La pausa pranzo si fa per non fare appesantire i lavoratori, per non costringerli a laboriose digestioni in ufficio o alla catena di montaggio! Si fa per il loro bene!!

  pietroancona@tin.it
 
http://www.dire.it/DIRE-POLITICO/lavoro_rotondi.php?c=26797&m=9&l=it
http://notizie.virgilio.it/politica/privilegi_dei_portaborse.html

                                                            ****

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, November 19, 2009 3:59 PM
Subject: francis ford coppola ed i giovani italiani

FRANCIS  FORD COPPOLA ED I GIOVANI ITALIANI
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 Francis Coppola, il regista italo-americano ha detto alla "Stampa" parlando dell'Italia:
«Non offre opportunità ai giovani. (Questo è vero, verissimo!!) In giro per il mondo, persino in Messico o Guatemala, trovi ragazzi italiani che cercano occasioni di lavoro. Per avere un futuro ci vogliono buoni genitori alle spalle. I padri italiani, invece, sono come quelli dei miei film, vogliono tutto per se stessi, i soldi, le ragazze, il centro dell’attenzione. Sono addirittura capaci di rubare la fidanzata ai figli, come in “Tetro”».  (E questo non è assolutamente vero!)
Questa affermazione del famoso regista del "Padrino" e di "Apocalisse New" è stata subito
legata dalla stampa di destra alla campagna aperta anni orsono dai liberisti della Bocconi di Milano sul conflitto generazionale, sui padri che tolgono spazio ai figli, sulle pensioni che mangiano le risorse che dovrebbero essere destinate ai giovani. Insomma sulla contrapposizione genitori privilegiati e protetti
contro figli precari, insicuri e senza rete.
  La generalizzazione di Francis Coppola è del tutto campata in aria. Non è vera in generale e, se ci avviciniamo di molto alla questione ed ingrandiamo per vedere meglio, neppure in particolare. Le nuove generazioni italiane sopravvivono alla crudele legge del lavoro imposta dal potere dei liberisti  soltanto perchè esiste una fortissima solidarietà parentale intergenerazionale.  Proprio il contrario dei figli divorati dai padri evocati dal regista! Milioni di giovani con retribuzioni basse fino al ridicolo    sopravvivono  con le integrazioni dei loro genitori o dei loro nonni,  due generazioni precedenti, al profondo e radicale sconvolgimento introdotto dagli accordi concertativi del 1993, dalla destrutturazione del contratto di lavoro in lavoro precario variamente denominato, dalla legge sacconi-maroni e prima di questa dal cosidetto pacchetto Treu, dalla alienazione della loro personalità. Il mercato manipolato dice loro: non mi interessa se hai due lauree e sei musicologo, a me occorre un domestico!  Vieni a fare il domestico!!
 La voracità cannibalesca dell'imprenditoria italiana contagiata anche allo Stato è giunta financo ad andare oltre il contratto a tempo determinato. Non gli basta più.  Oggi è assai gettonato il rapporto di collaborazione, a progetto, un fumus che, dietro l'autonomia della prestazione "professionale" fasulla,
nasconde il disimpegno datoriale da ogni sia pur minimo welfare.
  Le famiglie italiane hanno fatto di tutto per assicurare ai figli  l'avvenire migliore. Molti ragazze e ragazze si sono laureati con difficoltà e sacrifici enormi dei genitori.  Ma anche questa porta, questo passaggio ad una condizione di relativa sicurezza sociale si è chiusa con i  ridimensionamenti imposti dalla privatizzazione dei servizi scolastici e sanitari ed ora dalla privatizzazione dei servizi pubblici locali.  Un giovane professore può aspirare a guadagnare 5 euro l'ora in una struttura scolastica privata! La modesta ma tranquilla posizione assicurata dal concorso pubblico fino ad ieri non esiste più! Un acquedotto municipale a gestione pubblica garantiva un decente stipendio ad un
biologo, un ingegnere, un ragioniere. La privatizzazione fa subentrare stipendi e salari bassissimi, insufficienti per il mantenimento di una famiglia, e naturalmente la precarizzazione...
  Il Ministro Padoa Schioppa aveva definito i giovani italiani che fino ai 35 anni si trattengono ancora nella casa paterna "bamboccioni" imputando loro mancanza di coraggio nell'affrontare la vita.  
  Ai giovani meridionali è stata imputata - in passato- la mancanza di mobilità, il restare in casa per non trasferirsi al Nord  dove ci sono le opportunità. Ma come si fa ad andare al Nord quando l'affitto di una stanza costa più di quanto si ricaverebbe da uno "stipendio"?
  Insomma, Francis Coppola esprime un giudizio sbagliato. Non deve imputare ai genitori la cattiva condizione economica e sociale dei figli ma chiedersi quali siano le responsabilità del Governo e come si sia trasformato ed involuto il sistema economico italiano che si è ridotto oramai a produrre infelicità e non soltanto per i giovani ma per quanti non appartengono ai gruppi sociali del privilegio.
  Dovrebbe fare l'elogio ai genitori ed ai nonni per l'aiuto che danno nel tenere a galla i loro figli e nipoti. Questi affonderebbero nel girone degli schiavi se qualcuno non provvedesse a pagare l'assicurazione della loro auto, le medicine e quanto serve ai loro bambini, le spese straordinarie che non mancano mai. Cinque milioni di precari a vita non sarebbero sopravvissuti senza l'aiuto delle loro famiglie. Precipiterebbero tutti nella miseria più nera se venisse meno l'aiuto familiare. Ma questo ora è diventato ancora più difficile per la prolungata erosione delle pensioni e dei vecchi stipendi prodotta dal fisco, dal mercato sempre più oligopolistico, dal costo dei servizi locali, dalla vita in città sempre più cara....

 Pietro Ancona

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/torino-film-festival/speciale/articolo/lstp/90902/
http://italia2013.wordpress.com/2009/09/30/quei-poveracci-dei-precari-italiani/
http://www.finanzautile.org/lavoro-in-forte-crescita-il-numero-dei-precari-in-maggioranza-sono-donne-del-mezzogiorno.htm

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From: pietroancona@tin.it
To: federazione@rdbcub.it
Sent: Friday, November 27, 2009 7:45 AM
Subject: lettera ad essere comunisti per il Congresso della CGIL


Cari compagni,
 
la CGIL  va al congresso con due mozioni interne alla linea concertativa dettata da Confindustria e PD. E' prigioniera della politica unitaria  con Cisl e Uil. La Fiom fa battaglie del tutto prive di contenuto dal momento  dal momento che ha dimensionato le sue richieste al tasso di inflazione programmato. Avrebbe dovuto chiedere almeno trecento euro di aumento come hanno fatto e ottenuto i bancari. Invece sta facendo una lotta inutile per una ridicola differenza salariale.Una manciata di centesimi!
 
La mozione che appoggiate non affronta nessun problema fondamentale e non propone niente di diverso da quella della maggioranza. Contribuite anche voi ad ingannare. Chiede forse la mozione di minoranza l'abrogazione della legge Biagi, la riforma delle pensioni abolendo gli ultimi accordi, aumenti salariali, il Minimo Salariale Garantito, la lotta alle privatizzazione in tutta la pubblica amministrazione e nelle municipalizzate, la riforma delle leggi bassanini che penalizzano il sindacalismo di base, vincoli più cogenti per il ruolo sociale delle imprese, una politica verso le multinazionali che
dia garanzie contro la devastazione di intere aree economiche che vengono improvvisamente sgombrate dalle aziende e  portate altrove e sopratutto una seria riflessione sulla legislazione europea del lavoro che con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona diventa cogente ed è terribilmente oppressiva?
 Chiede forse soltanto due modalità di contratto di lavoro: a tempo indeterminato per tutti e determinato soltanto per i lavori stagionali ed eccezionali? No!
 Prevede forse maggiori poteri per il Delegato alla Sicurezza contro la mortalità spaventosa del lavoro?
 
  Vi prestate ad accreditare tra i lavoratori l'idea di un Congresso nel quale si possa ribaltare la linea della maggioranza. Non è così. La mozione che appoggiate è il documento di una cordata di potere interno che si contrappone ad altra cordata. Entrambe hanno riferimento nel PD. Per intenderci:
Ichino, Letta,Treu.....
 Cari saluti.
 Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: radicalsocialisti
Sent: Saturday, November 28, 2009 9:28 AM
Subject: Opinioni sulla Federazione di Sinistra


 
 La Federazione della Sinistra nasce per la spinta di due fattori: il fallimento della politica mediatrice del PD che ha finito con l'essere di mero sostegno della Confindustria e della sua azione di disarticolazione del diritto del lavoro e di impoverimento dei lavoratori e della esperienza di governo
della sinistra  una catastrofe politica alla quale abbiamo assistito nella situazione allucinante di
una  capitolazione  alle pretese di Prodi  di punti essenziali del programma concordato mentre tutta la batteria massmediatica  assordava con accuse di radicalismo e pretese inesistenti.
 Durante il Governo Prodi fu stipulata una intesa con i Sindacati Confederali di grave nocumento per i lavoratori in materia di precariato e pensioni. Con l'accordo del 13 luglio 2007 in particolare fu sostituito il cosidetto "scalone" con scalini nella logica "se non è zuppa è pan bagnato" che per molti pensionandi si è rivelato addirittura peggiorativo della legge Maroni. Con questo accordo non ci saranno mai più pensioni decenti.
 La manifestazione del 20  ottobre 2007 promossa dal "Manifesto" e da "Liberazione" fu un grande momento di partecipazione e di speranza. Fu, dapprima devirilizzata dalle assicurazioni ripetute in pellegrinaggi dei suoi  promotori  al Governo  che non  sarebbe stata "contro" e poi ignorata e subito cancellata mentre Bertinotti dall'alto dello scranno di Montecitorio annunziava la teoria della "riduzione del danno", cioè dello stare al governo per non fare niente di nuovo e di favorevole per i lavoratori ma soltanto di evitare peggioramenti del loro status.
  In Italia è in corso da un pezzo uno smottamento a destra delle forze politiche.  Anche quelle forze
che ritennero di staccarsi dal PD e costituirono con il gruppo bertinottiano " socialismo e libertà " hanno "moderato" notevolmente le loro posizioni. Penso che in parte saranno risucchiate dal PD.
 La Federazione della Sinistra sarebbe oggi assai più forte e convincente, potrebbe fare massa critica
capace di attivare il processo contrario di smottamento a sinistra, se rifondazione comunista non avesse subito, sempre a causa della sua relazione con il centro-sinistra, due scissioni: la prima che ha dato vita al gruppo del PDCI e la seconda capeggiata da Vendola e Bertinotti. Entrambe non sono state originate da una valutazione obiettiva degli interessi di "classe" da difendere ma da una rovinosa lite interna per la leadership prima da Cossutta e Bertinotti e poi tra lo stesso Bertinotti sostenitore di Vendola e Ferrero. Il malanimo, i rancori, le diffidenze, la disistima tra i gruppi dirigenti che fanno capo ai due partiti  impregnano ancora e deprimono l'atmosfera della Costituente della Federazione ma  sono bilanciati da un sincero sforzo di buona volontà e dalla necessità di fare qualcosa per un soccombere ed essere cancellati dalla storia.
  il manifesto del movimento  parte dalla dichiarazione di anticapitalismo ed antipatriarcato che dovrà essere sviluppata e specificata in punti concreti riguardanti il salario,la precarietà,le privatizzazioni, le riforme
politiche, la pace.
  Se è vera l'analisi della crisi a causa dei bassi salari bisogna avere il coraggio di proporre una linea di immediato recupero generalizzato anche in conflitto con il collaborazionismo subalterno delle Confederazioni Sindacali.
 La Federazione della Sinistra è l'unico luogo "politico" di sinistra rimasto in Italia a parte i gruppuscoli che purtroppo disperdono una parte bella e significativa della militanza comunista e socialista. Potrebbe diventare qualcosa di importante e decisivo come la Linke tedesca.
 Il ciclo della colonizzazione liberista della sinistra si è chiuso dal momento che una parte stessa del capitalismo si rende conto del disastro sociale culturale  umano delle ricette della Thatcher e di Reagan e capisce che, restando fermi i salari e le pensioni, non ci sarà più sviluppo ma una mefitica stagnazione della società e quasi certamente la regressione del sistema ed il suo imbarbarimento.
 Andare avanti succhiando il sangue a cinque milioni di precari sottopagati e cinque milioni di immigrati  porta all'inferno. La democrazia non può reggere a lungo con dieci milioni di persone in sofferenza fino alla denutrizione ed altri dieci milioni con salari al limite della sopravvivenza.
  Il conflitto sociale che si sta sviluppando per l'occupazione deve essere esteso alla questione del precariato e del salario. I salari debbono essere aumentati assai di più degli spiccioli richiesti dai sindacati confederali. la critica nei confronti della CGIL deve essere assai più dura  dal momento che si accinge a fare un Congresso dentro i limiti tracciati dagli uomini del PD, i limiti imposti dalla Confindustria. Un Congresso nel quale precariato, bassi salari, pensioni miserime, privatizzazioni, non vengono messi in discussione in nome di una prospettiva di sviluppo del  Paese inesistente.
  Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, November 29, 2009 10:24 AM
Subject: ATTACCO AGLI INVALIDI E SOLDI AI "POLITICI"


 ATTACCO AGLI INVALIDI E SOLDI AI "POLITICI"
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 Centomila verifiche INPS per le pensioni di invalidità e aumento delle spese giudiziarie sono previste dalla Finanziaria presentata dal Governo. Si parla di centomila verifiche per gli assegni di invalidità civile. Trattasi di operazione che mira alla  revoca di pensioni assegnate in ragioni di patologie congiunte allo svantaggio socio-economico dei titolari. Il reddito non può superare i 4.300 euro all'anno tranne che per i ciechi. La  prestazione mensile media è di 255 euro.
  Il governo, nel silenzio osceno delle Confederazioni Sindacali, anzicchè proporre l'aumento di
prestazioni  miserrime e dei redditi ammissibili propone uno  screaming con l'obiettivo di raggranellare cinquanta milioni di euro. Facendo i conti si tratterà di un taglio per via amministrativa di una fetta di beneficiari dal momento che non è difficile giocare sull'accertamento amministrativo. In atto la concessione ed il mantenimento di un assegno di invalidità civile è regolato da una normativa che non abbisogna di controlli a tappeto. Ogni invalido deve presentare entro novembre di ogni anno una autocertificazione della persistenza del proprio stato di salute pena la decadenza dal beneficio. Se il governo si propone di ricavare dall'inchiesta una considerevole somma di denaro i casi sono due: o molte pensioni in erogazione non sono dovute oppure vuole dare una interpretazione ancora più restrittiva dei requisiti posseduti. Propendo per questa seconda ipotesi.
  La Finanziaria propone l'aumento delle spese giudiziarie. Questo avrà effetto negativo sulla sorte
di tantissimi carcerati sprovvisti di mezzi che dovranno alla presentazione di istanze per il costo abnorme delle "carte bollate".
  Insomma, la condizione dei più deboli diventa sempre più difficile. 
Naturalmente nella Finanziaria non viene proposta alcuna riduzione degli assurdi e scandalosi stipendi
di tutti i "politici" italiani a cominciare dai consiglieri di circoscrizione fino ai senatori ed ai garanti delle varie autorità davvero costosissimi. Nessuna riduzione al finanziamenti di giornali di partito e non che spesso disonorano la libertà di stampa e di informazione; nessuna riduzione dei contributi ai Partiti che allestiscono lussuosissime manifestazioni congressuali e feste varie. Un silenzio omertoso grava su tutta questa materia e, nelle segrete stanze, si tratta e ci si mette d'accordo per ulteriori fette di reddito nazionale da destinare alla "politica". Tutti partecipano e trattano, anche i finti puritani, che strillano contro la partitocrazia  ma si fanno finanziare una Radio e affondano le mani nella cornucopia inesauribile per loro, ma avarisssima per i poveri e per i lavoratori.
  Gli ammortizzatori sociali dei quali il governo mena vanto pur avendoli  ereditati sono i più miseri d'Europa e commissurati a salari di fame. La loro durata è una delle più basse.
  Naturalmente degli stipendi degli amministratori pubblici e dei managers che costituiscono una vera e propria provocazione alla guerra civile non solo non se ne parla ma con la privatizzazione obbligatoria dei servizi locali è in arrivo un'orda di sottopancia o di politici da riciclare che stringeranno ancora di più il nodo scorsoio al collo dei cittadini contribuenti e consumatori.
  E' inoltre facile prevedere  un aumento dei costi per la salute con restrizioni e moltiplicazioni di tiket per lo spezzettamento delle prestazioni che vanno "contribuite" durante tutto il loro iter e non per patologia.
  Pietro Ancona
http://www.inps.it/newportal/default.aspx?ItemDir=4774
http://www.terzaeta.com/serv/sal_e_sani/inval_civile.html

                                                                       

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From: pietroancona@tin.it
To: comitatopalestinabologna@gmail.com
Sent: Wednesday, December 02, 2009 7:40 PM
Subject: l'elmetto di Obama
 

OBAMA METTE L'ELMETTO   

Fa impressione e paura lo spettacolo del Presidente degli USA, la nazione che si proclama custode della libertà e della democrazia, annunziare, non al Congresso ma ad una platea di militari plaudenti della famosa  accademia di West Point, l'invio di altri trentamila soldati in Afghanistan. Mi ha ricordato Cesare che parla alle sue legioni ignorando e disprezzando il Senato.  Fa anche impressione la naturalezza con la quale la notizia viene accolta in tutto l'Occidente anche dai più riottosi ad inviare nuovi militari come la Francia e la Germania e da chi si dichiara subito disponibile a contribuire all'armata come il pavido cinico e cortigiano Governo italiano. Le anime belle della "sinistra" che, dopo Berlinguer, si sentono  al sicuro sotto l'ombrello Nato, magari troveranno in questa decisione di rinfocolamento della guerra una via con la quale il loro Obama che adorano troverà la pace!!!   Il Congresso USA  si limiterà a prendere atto della decisione presidenziale ed a riguardare la questione sotto l'aspetto finanziario. Occorrono trenta miliardi di dollari per il 2010, ma questo non è un problema per il paese che fornisce la moneta delle transazioni internazionali. Inoltre potrà vendere alla Cina o ad altri i suoi Buoni del Tesoro ed accrescere a dismisura il suo indebitamento estero che cresce assieme alla espansione delle sue basi militari e delle sue armate navali che si pavoneggiano in tutti i mari ed oceani del mondo. Non esistono motivazioni accettabili per questa decisione di Obama o piuttosto dei suoi militari e delle multinazionali delle armi. In Afghanistan sono presenti attualmente 68 mila soldati americani e 40 mila soldati Nato. Non sappiamo quanti ma certamente sono moltissimi i contractors con funzioni di killeraggio. Non sappiamo quanti civili con funzioni di spionaggio. Una massa militare e paramilitare enorme contro una popolazione armata soltanto di mine rudimentali e vecchi fucili kalascikov. Otto anni di stragi che hanno prodotto centinaia di migliaia di morti e non si sa quante diecine di migliaia di mutilati, intossicati, malati e tutto il terribile corteo di sventure e di malattie che accompagna  sempre la guerra. Milioni di sfollati vagano come pazzi da un posto all'altro inseguiti dai bombardamenti.   La ricerca di BinLaden e dei covi di AlQaeda non sembra abbia dato risultati nonostante il supertecnologico apparato di aerei e di mezzi. Magari perchè Bin Laden non esiste ed AlQaeda ed il terrorismo sono soltanto una invenzione degli invasori.  I talebani sono patrioti che si battono contro un nemico invasore ed il suo giuda corrotto insediato al governo con brogli universalmente riconosciuti da che non costituiscono remora agli ipocriti cavalieri dei "diritti umani" e della democrazia pronti a fare incendiare l'Iran per una presunta questione di falsi elettorali.   Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi gli USA sono sempre stati in guerra con qualcuno. Non riescono a stare in pace con nessuno tranne con coloro che si omologono completamente al loro stile di vita o subiscono le loro prepotenze economiche. Sono un pericolo per l'umanità dal momento che non riescono a fermarsi ed a essere una forza di giustizia e di pace mondiale. Tutti i loro piani sono di destabilizzazione delle culture diverse da quella americana. Fomentano il mondo contro la Cina per staccare da questa il Tibet. Hanno avvelenato le Olimpiadi con una massiccia campagna propagandistica a favore del Dalai Lama. Sono riusciti con la tecnica delle "rivoluzioni colorate" a creare situazioni di provocazione attorno alla Russia ed a criminalizzare i regimi dove non sono riusciti nel loro scopo.   Mi auguro la rinascita del movimento per la pace, qualcosa che ci possa cancellare da dosso agli occhi dei popoli aggrediti l'immagine di assassini a sangue freddo, di massacratori. Se non succederà niente, se non ci saranno manifestazioni e proteste contro la Guerra, saremo tutti complici di Obama e dei suoi generali nazisti e criminali. 

pietro ancona

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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it 
Sent: Sunday, December 06, 2009 3:52 PM
Subject: Nel tritacarne USA


Nel tritacarne USA
 La condanna  di  Amanda Knox per l'omicidio della ventunenne studentessa inglese Meredith Kercker è stata accolta negli USA da un'opinione pubblica ostile aizzata da tutti i massmedia che ne hanno fatto un atto di accusa contro il sistema giudiziario italiano "corrotto" ed in generale contro l'Italia in quanto tale. Il potere americano non tollera che un suo cittadino, un membro dell'Impero,
venga giudicato e condannato  da altri. I suoi militari per i crimini commessi non possono essere
sottoposti ai loro giudici naturali. Nel caso del folle assassinio di venti  cittadini sulla funivia del Cermis ad opera dei piloti forse drogati forse in vena di divertirsi a spese degli "indigeni" decollati da Aviano gli Usa non hanno permesso che si facesse giustizia e non hanno fatto giustizia. Il Congresso dopo aver stanziato 40 milioni di dollari per il risarcimento delle vittime si è rimangiato l'impegno ed ha costretto il Parlamento italiano a fare una legge apposita per tacitare le famiglie delle vittime. Nel caso del grave ferimento della nostra giornalista Giuliana Sgreena e dell'assassinio di Calipari in quello che è sembrato a tutti un vero e proprio agguato non solo il marines che ha sparato non è stato punito ma è venuto a pavoneggiarsi in Italia ed a bacchettare la giornalista che, anzicchè starsene a casa sua era andata in Iraq a metterlo nei guai. Una giornalista comunista  ed  antiamericana! Un famoso editorialista del New York Times ha accusato la giustizia italiana di essere simile a coloro che condannarono Giovanna D'Arco e l'Italia di essere un paese feudale, barbaro, incivile.
 Le critiche sono particolarmente pesanti dal momento che la condanna di Amanda è stata pronunziata da una giuria popolare che rappresenta il popolo italiano e non solo la Magistratura.
 La scelta dell'on.le Giulia Bongiorno, Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, non è finora bastata ad assicurare l'assoluzione e la scarcerazione di Amanda.
Una importante senatrice americana è intervenuta sulla Clinton e sull'Ambasciata americana in Italia per sottrarre al più presto Amanda alla prigione. La On.le Bongiorno  ne ha preannunziato la futura
assoluzione di cui si dichiara certa!
 
 I massmedia americani hanno tessuto l'elogio del loro sistema giudiziario al quale  dovrebbero ispirarsi tutte le colonie dell'Impero. Una pretesa spocchiosa ed  aberrante . Stiamo parlando di una "giustizia" che tiene in galera tre milioni di persone (come se in Italia avessimo seicentomila detenuti e non sessantamila!) ed altre tre milioni in libertà vigilata. Forse la più alta quantità di omicidi dell'intero pianeta.  Basta essere poveri e commettere tre piccole  infrazioni per potere essere condannati  a tempo indeterminato e magari non uscire più dalla prigione. La forca funziona a pieno ritmo. In compenso, se sei miliardario e famoso, anche se uccidi la moglie  praticamente sotto gli occhi di tutti e sei inseguito per diecine di chilometri da un elicottero della polizia  potresti essere assolto! La cosa più importante per un imputato negli USA non è essere innocente ma avere i soldi per pagarsi uno studio legale costosissimo. La giustizia è amministrata in grande parte dagli studi legali che hanno un potere enorme. Purtroppo anche in Italia la professione forense sta subendo il contagio anglosassone. Tutto dipenderà dal processo e dall'abilità di Perry Mason.
  La destra italiana è fortemente tentata di cavalcare l'onda di indignazione americana ed israeliana per
sferrare altri attacchi alla Magistratura italiana che vorrebbe processare Silvio Berlusconi. Il "Velino"
di Capezzone (portavoce del Pdl) ha dato il via ad una campagna di fiancheggiamento e di denigrazione.  Il Ministro della Giustizia italiana e lo stesso Berlusconi debbono prendere al più presto
le distanze dai giudici di Perugia se non vorranno essere i reietti dell'Impero. I mille soldati mandati in Afghanistan non bastano a placare l'ira dei padroni della terra!
  Pietro Ancona

                                                             ****

----- Original Message -----
From: Pietro Ancona
Sent: Monday, December 07, 2009 7:39 AM
Subject: colore viola

Agnes Heller

  Ricominciamento e non  riciclaggio
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   Nel corso della manifestazione NO B day si è svolto un invisibile ma forse epocale braccio di ferro tra "il colore viola" cioè la voglia di pulizia, normalità democratica, giustizia sociale, speranza dei convenuti  e la linea oramai obsoleta, fuori tempo massimo, di tutti i partiti che hanno ritenuto di parteciparvi,  alcuni con il segreto proposito di mettervi in qualche modo cappello, altri per astuzia tatticistica per essere altrove e nella "piazza", altri ancora con la sincera volontà di capire, di confrontare se stessi con l'onda di generazioni cresciute politicamente in internet allo stesso modo dei loro padri che si confrontavano nella sezioni e del tutto  lontani milioni di anni luce dai partiti leaderistici che hanno sciolto le strutture copiando
il partito liquido dalla sfatta sociologia che andava di moda qualche anno fa negli ambienti "in" della modernità in tutto (che poi si è disvelata pià vecchia della cucca).
  Internet e Facebook sono stati fattori fondamentali di catalizzazione. La comunicazione libera, sciolta e l'aggregazione per affinità elettive che avvengono continuamente e senza fine in internet sono fuori e liberati dal condizionamento massmediatico delle tv e della carta stampata al servizio logistico
della oligarchia in cui è tralignata la democrazia italiana specialmente dopo la brutale amputazione del Parlamento e la sua riduzione ad un bipolarismo in grande parte copertura di un bipartisan  in politica sociale, estera, nella amministrazione dei privilegi della partitocrazia e della casta dei politici. Una casta
oramai del tutto separata  dall'elettorato privato dei suoi diritti.
  La politica ha rivendicato il suo diritto ad essere utopia. Quanti contrappongono alle spregiate "anime belle" la necessità dello "sporcarsi le mani", del partecipare, della riduzione del danno, debbono prendere atto che non c'è futuro e forse neppure presente nel realismo delle grandi volpi
dei palazzi italiani, che debbono farsi da parte e lasciare il passo ad una nuova generazione. Ma è del tutto possibile che prima di andarsene questi  con le cosidette "riforme" affosseranno del tutto la democrazia italiana e le sue connotazioni resistenziali e socialiste. Bersani propone alla destra italiana di lavorare con essa se rinunzia al processo breve. Uno scambio ineguale, pericoloso,
che non si realizzerà per la protervia di Berlusconi ma che  perderebbe per sempre l'Italia in un presidenzialismo supportato dagli oligarchi. Assai peggiore ed inconfrontabile con il sistema francese
o tedesco peraltro bilanciati da una società civile forte di istituzioni funzionanti ed irriducibili in uno schemino autoritario.
  Se si vuole  preparare per il popolo del No B Day un grande partito capace di rimettere insieme i
quindici milioni di voti che ha avuto la sinistra italiana  fino al 76 deve cessare il riciclaggio dei gruppi
dirigenti dentro contenitori che sono nuovi e come le botti non possono essere riempiti di vino vecchio ed oramai quasi inacidito  e si deve segnare una forte rottura con il passato rinverdendone nello stesso tempo gli ideali del riformismo che ha avuto come campioni Riccardo Lombardi o Fernando Santi. Gradualità e saggezza nell'azione, intransigenza nei contenuti! Il riformismo è la realizzazione di una società socialista attraverso la via parlamentare e la lotta sociale. Una delle vie previste dallo stesso Marx  come è stato ricordato dalla grande filosofa ungherese Agnes Heller.
 La rottura della Bolognina ha portato il PCI ad unificarsi con la DC in un partito che sembra il clone del centro destra. Il PSI di Nencini e prima di lui di Boselli non hanno rotto con il craxismo anzi ne hanno rivendicato il valore.  Per questo il  PSI è morto a differenza del PSI che ruppe con Mussolini e che, dopo il fascismo, era di nuovo il primo partito della sinistra italiana. I partiti della sinistra radicale debbono rompere con l'esperienza del prodismo e con le pratiche riduzionistiche e governativistiche.  Insomma
bisogna cambiare pagina e forse libro e cominciare da capo cominciando da una profonda disintossicazione del veleno liberista penetrato profondamente con l'accettazione della riforma del lavoro a cominciare dalla legge Biagi e dal concertazionismo subalterno della CGIL.
 Pietro Ancona
                                                              ****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, December 10, 2009 5:44 PM
Subject: OBAMA: la guerra è pace

OBAMA: la guerra è pace
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 Il Presidente Usa Obama ha ricevuto oggi il Nobel per la Pace e ne ha fatto uno strumento di legittimazione delle sue guerre asimmetriche contro i paesi poveri del mondo dai quali spremere
petrolio o vantaggi geostrategici. Accolto ad Oslo da manifesti inneggianti a Martin Luter King
ha detto che essendo Capo di uno Stato non può abbandonarsi a sentimenti pacifisti, non può seguirne
l'esempio e neppure l'insegnamento di Gandhi. Nel mondo c'è il Male e lui ha la missione di combatterlo, di estirparlo! Dopo otto anni di guerra atroce ingiustificata in Afghanistan e dopo anni ed anni di guerra e di occupazione militare dell'Irak portatavi prima da Bush senior e poi da George Bush nel corso delle quali sono morti e continuano a morirvi milioni di persone ritiene di dover continuare a tenere aperta la macelleria e non promette di smetterla nei prossimi anni. La seconda guerra americana contro l'Irak è stata motivata da documenti falsi esibiti con arroganza e sicumera davanti l'ONU e sebbene questo fatto sia universalmente riconosciuto  non è cambiato niente. Il ritiro di parte delle truppe di occupazione ed il loro spostamento in Afghanistan non allenta la morsa mortale degli Usa su l'Iraq. A Bagdad hanno costruito una enclave fortificata, una ambasciata grande quanto il Vaticano, popolata da personale civile e militare specializzato a tenere sotto controllo l'Iraq per il prossimo secolo.In Afghanistan nonostante migliaia e migliaia di missioni aeree di bombardamento e la presenza di centomila soldati USA e Nato  ed altrettanti killers contractors si accinge ad inviarne altri quarantamila costringendo l'Occidente a metterci del suo, ad essere complice di una guerra coloniale
che non ha nè può avere obiettivi diversi da quelli della strategia imperialistica Usa di dominazione del mondo   per portarvi dovunque la libertà la democrazia e la giustizia sociale dello zio Sam!
Il  signor Obama dovrebbe chiedersi come mai di fronte a forze soverchianti e massacrati spesso di bombe avvelenate all'uranio, al fosforo, al napalm i "terroristi talebani" non sono stati ancora vinti e dispersi e, armati di mine rudimentali fabbricate in cantina e vecchi fucili kalashikov, impediscono agli
invasori il controllo del territorio. Anche qui c'è una asimmetria ma è di motivazioni: mentre i patrioti
afghani combattono per la loro patria nella loro patria invasa gli eserciti alleati sono tutti composti da mercenari soldati non di leva ma accorsi al fronte di guerra per sfuggire alla disoccupazione attirati da alti stipendi che non guadagnerebbero mai altrove.  I patrioti afghani combattono gratis, magari soffrono la fame, possono essere sterminati assieme alle loro famiglie  nei loro villaggi ma non si piegheranno mai davanti ad invasori barbari, incapaci di capirli e di comprendere la loro cultura.  Un marines americano, un "volontario" inglese o tedesco o italiano  hanno il compito di combattere, distruggere ed uccidere. Quando prendono coscienza  di essere stati trasformati in assassini impazziscono e molti si suicidano. Obama si dovrebbe informare delle diserzioni dei  suoi militari in Canada e delle malattie psichiatriche che affliggono una popolazione di reduci dalle varie guerre che oramai è di circa venticinque milioni di veterani!  Diciotto veterani si tolgono la vita ogni giorno negli USA!
  Non so quali motivi abbiano spinto la Fondazione Nobel a conferire il premio per la Pace a Barak Obama impegnato in diverse guerre e con l'idea di farne altre contro il "Male", in verità per alimentare l'industria bellica americana e tenere in scacco il pianeta incutendo timore alle nazioni sulle quali ancora gli USA non hanno messo le mani. Da oggi in poi, dal momento che il più grande guerrafondaio del mondo viene premiato dall'Occidente come uomo di pace si supera il vecchio "si vis pacem, para bellum" in "se vuoi la pace fai la guerra". O ancora meglio: la guerra è la pace! E' la cancellazione se non per sempre per la nostra epoca del diritto delle nazioni ad essere rispettate nella loro integrità e nel rispetto delle loro popolazioni. Basterà l'invenzione di un Bin Laden da cercare per cancellare i diritti di intere popolazioni a non essere aggredite. Sicuramente l'Impero Romano e quello Ottomano per parlare soltanto di quelli che sono alla radice della nostra storia di occidentali si comportavano con assai
più senso di giustizia, saggezza ed  equanimità della  nazione USA che da quando è rimasta unica potenza mondiale  non riesce a stare un solo giorno senza aggredire qualcuno.
 Naturalmente Obama ravvisa il male da combattere non in Colombia o nell'Honduras golpista ma laddove gli interessa il petrolio o il controllo del territorio e questo all'interno di un programma espansionistico dell'imperialismo. Questo viene percepito dai popoli innanzitutto come una totale mancanza di giustizia e contiene dentro di se la sua condanna ed il suo fallimento. Non basta possedere le più grandi portaerei del mondo, l'aviazione più moderna e possente per vincere. Per vincere bisogna avere anche ragione. Obama come il suo predecessore non ha ragione! Il mondo si governa con l'Utopia della Pace, con la cultura, con la solidarietà. Il passaggio di Obama su questo pianeta lascerà una lunga striscia di sangue, di rovine, di sofferenze e di dolore e non ci sono argomenti che possono giustificarli.
Pietro Ancona


http://radiogamma5.blogspot.com/2008/01/aumentano-gli-omicidi-tra-i-reduci-usa.html
http://www.portup.net/content/view/6373/103/
http://primozanni.blogspot.com/2008/05/la-verit-sui-suicidi-dei-veterani.html

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From: pietroancona@tin.it
To: Repubblica
Cc: palermo@repubblica.it
Sent: Saturday, December 12, 2009 1:30 PM
Subject: I Graviano "confermano" Spatuzza

I Graviano confermano Spatuzza

La canea dei pennivendoli di regime si è scatenata per il certificato antimafia rilasciato da uno dei Graviano, capo di una delle cosche più sanguinarie della Sicilia, al Senatore Dell'Utri ed al Cavaliere Berlusconi. Come se avesse sentenziato la più alta ed integerrima Corte di Giustizia hanno dichiarato assolti Berlusconi e dell'Utri e massacrato delle ingiurie più infamanti il "pentito" Spatuzza e sopratutto i giudici che lo avrebbero manovrato, istruito, indotto ad affermare il falso! Ieri, con classico vocabolario mafioso, il Giornale di famiglia definiva "minchiate" le depositizioni dello Spatuzza, oggi Minzolini le qualifica "balle". L'esultanza della destra per Graviano è alle stelle! Il grosso della batteria massmediatica berlusconiana, non conoscendo bene i meccanismi ed il linguaggio della mafia per ignoranza o per lontananza dal fenomeno, tremava al pensiero di una conferma di Graviano delle affermazioni dello Spatuzza. Aveva qualche motivo per tremare: Spatuzza è killer della famiglia Graviano. Le sue rivelazioni non hanno provocato una reazione di scomunica della famiglia Graviano che ha continuato a trattarlo con benevolenza. La stessa smentita fatta oggi da uno dei due Graviano non è stata accompagnata da un giudizio di sprezzo per l "infame". Si aspettavano, quindi, una conferma e tremavano. Quanti, specialmente in Sicilia, abbiamo visto da vicino e vediamo lo svolgimento della vicenda mafiosa non abbiamo ritenuto realistica una conferma dei Graviano delle accuse di Spatuzza. Il motivo è semplice. questa conferma sarebbe stata drammaticamente clamorosa: avrebbe significato la rottura della mafia con il potere politico. Ma la mafia non vuole rompere con il potere politico: vuole soltanto ricattarlo e soggiogarlo, trarne il massimo profitto.I frutti possono affluire copiosi nella cornucopia delle cosche: abolizione del reato di associazione esterna alla mafia, vendita dei beni sequestrati alla stessa, processo breve, rientro dei capitali occultati all'estero, affari con la pubblica amministrazione...etc.. Uno dei due fratelli Graviano si è avvalso della facoltà di non rispondere.Si è lamentato della durezza del carcere e del fatto che non può abbracciare la figlia. Ha fatto appello alla convenzione mondiale sui diritti dell'infanzia!! Ha comunque annunciato la possibilità di un suo memoriale. Tradotto significa che non c'è piena soddisfazione del comportamento del Governo. Che non smentisce Spatuzza come il fratello ma che non si esprime in proposito. Chissà: potrebbe far sapere in futuro che le cose allo Spatuzza era stato lui a dirle e confermarle. Ipotesi non realistica ma che disegna una spada di Damocle sospesa sul capo di Berlusconi. I due fratelli hanno fatto un gioco di squadra: uno smentisce e l'altro preannuncia un memoriale. Un tipico comportamento di chi per ora non fa nulla di definitivo per danneggiarti ma non esclude che possa farlo in futuro. Insomma, la deposizione dei Graviano è assai più allarmante per la democrazia italiana di quanto potesse essere una conferma di Spatuzza. Potrebbe significare che i legami mafia-Stato esistono davvero e che ci vengono mostrati, sia pure avvolti in un linguaggio criptico, sotto i nostri occhi. Si potrebbe anche pensare che il discorso a Bonn di rottura d Berlusconi con la Costituzione,il Capo dello Stato e la Corte Costituzionale e l'annunzio del proposito di andare avanti per liberarsi dall'intralcio della loro esistenza, siano stati anche questi un segnale che la mafia abbia colto. Datemi tempo ed aiutatemi a cancellare l'ordinamento costituzionale ed il potere dei magistrati. Intanto prendete quello che posso darvi con la finanziaria.......Non tirate troppo la corda! Naturalmente sono ipotesi ma nel clima inquietante ed oscuro di questa fase della Repubblica, tutto è possibile....... In conclusione: i Graviano confermano Spatuzza. Questa può essere una logica lettura degli avvenimenti se si tiene conto degli interessi in campo. Non è detto che non avremo altre novità eclatanti nei prossimi giorni. Pietro Ancona

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From: Giuseppina Ficarra
Sent: Sunday, December 13, 2009 5:00 PM
Subject: L'imminente marcia su Roma del Cavaliere


 Il 22 ottobre 1922 i fascisti confluirono a Roma da tutta Italia per rivendicare a gran voce il potere
che non riuscivano ad ottenere con  la lotta parlamentare e con la legalità. Mussolini aveva meno di quaranta anni e raggiunse la Capitale  da Milano in vagone letto dopo avere ricevuto l'assicurazione che lo Stato non avrebbe disperso i sansepolcristi e che anzi avrebbe avuto dal Re l'incarico di formare un governo.
 L'opposizione di allora si divise tra quanti volevano dialogare o addirittura formare un governo con Mussolini ed altri che ne avevano paura, lo detestavano e volevano combatterlo non solo nel Parlamento ma anche nel Paese già devastato dalle scorrerie fasciste contro le Camere del Lavoro le sezioni socialiste i giornali di sinistra. Vi furono momenti di guerra civile e scontri a fuoco come quello che c'è stato recentemente narrato dal film sulla vita di Di Vittorio. Lo stesso Giovanni Giolitti suggeriva di agevolare una collaborazione col futuro Duce per favorire una improbabile evoluzione democratica del movimento dei fasci!
 Sappiamo tutti come è finita anche se non abbiamo imparato dalla storia del fascismo. Un terrore durato per oltre venti anni pagati duramente con il carcere dai suoi oppositori. Il fascismo  nacque come antipartito ed in polemica con le istituzioni dello Stato. Anche l'ideologia della destra liberista di oggi è antipartito e contro le istituzioni. La più importante di queste, il Parlamento, è stata umiliata al ruolo servile di votificio, un orpello burocratico fastidioso per i decreti del governo. Ora la destra ha alzato il tiro e  sono nel  suo mirino il Capo dello Stato, la Corte Costituzionale e la Magistratura. Berlusconi non tollera controlli e bilanciamenti di ruoli. In quanto alla Magistratura, come Mussolini,
ritiene che il Potere è Uno ed Indivisibile e che deve essere soltanto suo. Ma, a differenza di Mussolini che personalmente era disinteressato e nei venti anni del suo potere realizzò un programma sociale assai avanzato come la legge sull'orario di lavoro (otto ore) del 1923, la gestione pubblica degli infortuni sul lavoro, la tutela della maternità e dell'infanzia, e praticamente tutto il welfare che la cosidetta prima repubblica ha ereditato e migliorato, Berlusconi è proprietario di un immenso, planetario, patrimonio personale, ed è espressione di una borghesia di arrivati ricchissima, capace di depositare all'estero duecento miliardi di euro e che ha già demolito gran parte dei diritti del lavoro e sta rendendo sempre meno accessibile il welfare. L'Italia di Berlusconi ha cinque milioni di precari pagati con elemosine; cinque milioni di immigrati a bassi salari, ed altri dieci milioni di lavoratori a tempo indeterminato sotto il tiro delle artiglierie della destra come
gli insegnanti, il personale sanitario, i lavoratori salariati in genere. L'Italia che Berlusconi si accinge a governare da solo è costituita da una grande massa di salariati poveri con il terrore di perdere il posto di lavoro che procura un magro tozzo di pane, vessata da squali e squaletti che controllano un finto mercato fatto di oligopoli e di monopoli. Presto  questa massa di sfruttati dovrà pagare a caro prezzo anche l'acqua e dovrà sopportare il costo del federalismo, cioè della riproduzione in loco dei privilegi della oligarchia nazionale.
 Sono convinto che il parossistico discorso di Bonn di Berlusconi non sia nè uno "sfogo" nè un momento di vittimismo per giustificare i suoi conflitti con i magistrati, ma un lucido, calcolato, programmato preannunzio di quanto si accinge a fare in Italia per distruggere la Costituzione e le sue garanzie ed instaurare un Regime basato soltanto sulla sua volontà che deve trasformarsi immediatamente e senza impicci in  legge per tutti. Non si accinge a varare una nuova Repubblica come fece De Gaulle dopo la guerra di Algeria. Anche la Costituzione francese gli sta stretta.
  E' possibile che nelle prossime settimane Berlusconi organizzi una grande adunata a Roma dei suoi fedeli e di quanti sono disposti a farsi prezzolare ed accorrere a dargli man forte nella piazza. Dopo l'adunata, proporrà a questo Parlamento, le riforme che gli occorrono per diventare  Dittatore d'Italia
 Se questo Parlamento non ubbidirà ai suoi diktat per la defezione dei finiani andremo a nuove elezioni entro aprile in un clima tempestoso, in una grande baraonda dalla quale non escludo una ripresa della strategia della tensione e magari una o più stragi....
  Ma non è detto che l'Italia abbia perso del tutto i suoi anticorpi democratici. E' possibile che la ciambella del Cavaliere non riesca con il buco. Intanto l'opposizione comincia a rinsavire quanto si propone unita in caso di nuove elezioni. Dovrebbe soltanto tendere la mano oltre il Parlamento e chiamare al suo fianco tutte le forze della sinistra comunista che sono state espulse e confinate allo esilio dalla sciagurata operazione antidemocratica compiuta da Berlusconi e da Veltroni. Dobbiamo prepararci ai terribili colpi di coda di un personaggio che non vuole rinunziare a cedere il potere.
  Dobbiamo prepararci a resistere e difendere la Costituzione da soli senza contare sull'aiuto della Europa che non interverrà in Italia come non interviene in Polonia dove la bandiera rossa è diventata reato. L'Europa di oggi non è quella sognata a Ventotene.
  Pietra Ancona

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, December 14, 2009 12:43 AM
Subject: una violenta e pericolosa speculazione


 Una violenta e pericolosa speculazione
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  Nonostante sia stato subito chiarito che l'aggressore di Berlusconi fosse persona con problemi psichiatrici, forse suo stesso elettore (il padre ha dichiarato che la famiglia vota PdL), la destra non ha rinunziato a strumentalizzare l'evento e farne  l'argomento per una campagna di odio e di attacco non solo a tutti coloro che sono all'opposizione del centro destra ma anche a quella parte di centro-destra che mostra dubbi sulle violenze verbali del capo del governo contro la magistratura, il Capo dello Stato, la Costituzione. Formigoni e la Moratti ne hanno profittato per criminalizzare le manifestazioni
avvenute ieri in occasione del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana e tutti vengono messi sotto lo stesso tritacarne da Spatuzza a Di Pietro a quanti non sono in aperta adorazione del Grande Unto del Signore che la Provvidenza Divina ha regalato all'Italia.
 Il ferimento di Berlusconi sarà sfruttato intensamente nei prossimi giorni e già tutti i pennivendoli embededd del regime sono mobilitati a trasmettere angoscia, paura, per una sinistra che aggredisce e fa scorrere il sangue sul volto di Berlusconi e del Paese che simboleggia ed incarna, una "sinistra" che
è diventata un ostacolo alla realizzazione della pax  sociale economica e politica della destra.
  La strumentalizzazione per creare la Grande Vittima dell'Odio della Sinistra è cominciata da subito quando Berlusconi ha mostrato al pubblico piuttosto che nascondere il sangue che gli imbrattava la faccia e tutti i giornalisti-fotografi hanno pubblicato l'immagine della sua faccia devastata dal colpo infertogli dal povero malato di mente.
 L'amplificazione data all'episodio è inquietante e prelude a brutti eventi. Nessun capo di governo delle democrazie europee avrebbe dato tanto risalto ad un evento certamente grave e spiacevole ma non iscrivibile ai fatti della politica. La politica non c'entra. C'entra l'impatto mediatico della strabordante ossessiva ed onnipotente figura del Presidente del Consiglio che da circa venti anni usa tutte le sue televisioni e tutto l'apparato informativo del Paese per imporre ossessivamente la sua figura. Il gesto folle di Tartaglia è frutto di questa ossessione massmediatica.
 Si vuole a qualsiasi costo  arruolare il signor Massimo Tartaglia alla sinistra ed all'intera opposizione.
Lo scopo è tappare la bocca. Uno scopo di stampo fascista.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: segreteria@ilfattoquotidiano.it
Sent: Monday, December 14, 2009 10:16 AM
Subject: tartaglia


 Massimo Tartaglia è una persona disturbata psichicamente. Non si trova nella condizione di abbandono in cui si trovano tutti gli infelici nella sua stessa condizione dopo la legge Basaglia ma certamente non si può dire che vive in un Paese che abbia fatto qualcosa dopo la chiusura dei manicomi. Un Paese in cui si applica il famigerato TSO che non è altro che la costrizione in letti di contenzione dei malati e spesso causa di loro morte dopo atroci sofferenze ed abusi di cui spesso non si sa niente.
 Tutti i pennivendoli ed i mezzobusti italiani si sono scagliati a scorticare dal vivo questa figura, a violarne il diritto alla privacy. Anche la famiglia non è stata risparmiata ed i vicini di casa sono stati lungamente interrogati alla ricerca di uno scoop, di qualcosa che in qualche modo collegasse l'attentatore di Berlusconi magari alla Sezione di Rifondazione Comunista o addirittura agli anarchici
insurrezionalisti famosi nelle veline delle Questure.
 Credo che la vittima di Tartaglia, il Presidente del Consiglio Berlusconi, dovrebbe chiedere la tutela
del suo attentatore dicendo alla ciurma di esagitati che da ieri è in stato di isterica esaltazione di darsi come si suol dire  una "calmata".
  Oggi  il Ministro Maroni riunisce il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica a Milano. Dovrebbe
cominciare con una autocritica: non ha saputo difendere la sicurezza e la vita del Presidente del Consiglio. Non si capisce come la guardia del corpo di Berlusconi e le forze di polizia presenti in piazza non siano riusciti ad evitare l'avvicinamento di una persona che a guardarla adesso sembra visibilmente disturbata e che ha tirato un oggetto  certamente da poca distanza. Un oggetto che non ha incontrato alcuna barriera prima di giungere a devastare la faccia di Berlusconi.
  In quanto al clima di odio e di violenza e gli appelli a tutte le parti di abbassare i toni ai quali si uniscono esponenti della opposizione osservo che la violenza è di una sola parte e che non si può non reagire alzando la voce quando si attaccano i magistrati come pazzi, si annunzia all'estero la fine della Costituzione, si dà dispregiativamente del comunista al Capo dello Stato ed alla Corte Costituzionale.
  La faccia insanguinata di Berlusconi viene esposta con insistenza isteria in tutte le televisioni. Viene fatta vedere e rivedere come le Torri Gemelle dopo l'attentato dell'11 settembre. Lo scopo è lo stesso: suscitare ribrezzo ed odio per l'attentatore che non potendo dargli del comunisti si dice che è stato plagiato influenzato ed indotto al male dalla propaganda della sinistra.
  Ho abbastanza anni per ricordare i Presidenti del Consiglio della DC Fanfani, Moro, Andreotti,
Rumor, Piccoli, Colombo....... Li rimpiango tutti.  Si sforzavano di esercitare il loro alto magistero
superpartes e lasciavano al loro Partito il compito di polemizzare con l'opposizione.
 Non c'è discorso di Berlusconi che sia superpartes. E' un continuo ossessivo incitamento all'odio.
Ha recuperato la categoria dei "comunisti" come se vivessimo dietro la cortina di ferro ed occupa il potere come una ameba non rispettando niente e nessuno.
  Spero che Maroni non rimetta in discussione il diritto di manifestare. Spero che non chiudano Milano in un reticolato. La risposta alla tensione suscitata ieri dal ferimento del Primo Ministro è
nella politica e nella cessazione degli attacchi alla Costituzione.
  Ma, da quando si sente, non sarà così. La destra utilizzerà l'episodio di Milano per costringere l'opposizione al silenzio e per andare avanti nella sua linea di sfascio delle regole comuni di convivenza.
  I massmedia italiani si stanno prestando a quest'uso strumentale del fatto di ieri. L'operazione forse più sporca l'ha compiuto stamane Corradino Mineo di Rainew24 intervistando la figlia di Tobagi. Stamane si è parlato di terrorismo, di brigate rosse, di sinistra violenta. L'assassinio di Tobagi non c'entra per niente con l'insano gesto di Tartaglia. Ma l'evocazione del terrorismo fa comodo a chi vorrebbe subito leggi liberticide.
 Sono con Rosy Bondi. Le sue parole sono parole di verità e di giustizia.
Pietro Ancona
                                                                            ****

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, December 16, 2009 8:40 AM
Subject: Di Pietro come Matteotti?



 Di Pietro come Matteotti

  La conventio ad escludendum era un tacito accordo politico  nella prima Repubblica che, pur rispettando il prestigioso e forte PCI, lo escludeva dalla partecipazione dal  governo o soltanto dalla  maggioranza parlamentare. Il PCI, pur escluso, godeva di  stima in  tutti i ceti della società italiana da contribuire alla formazione delle leggi della Repubblica, specialmente di quelle riguardanti i lavoratori e questo era accettato ed anzi cercato e voluto dalla DC e dai suoi alleati. Tra questi i repubblicani di Spadolini erano tra i più aperti verso l'opposizione. La conventio ad escludendum era estesa al PSI fino a quando questi non intraprese la via dell'autonomia al Congresso di Venezia, autonomia che sviluppo l'idea della cosidetta "apertura a sinistra" e cioè la partecipazione  prima esterna e poi diretta del PSI al Governo. Il decennio del primo centro-sinistra fu fecondo di grandi e significate riforme sociali ed economiche che fecero progredire e prosperare il Paese inserendolo pienamente nella comunità europea. Furono gli anni della nazionalizzazione dell'industria elettrica e della scuola media unificata, del divorzio, della riforma agraria, della modernizzazione dell'economia  della riforma fiscale culminati nel 1970 con lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Le masse popolari italiane conquistarono diritto alla piena cittadinanza ed alla gestione dello Stato. Nel 1979 per volontà del grande statista Aldo Moro e per la svolta impressa al PCI da Enrico Berlinguer
si associò per la prima volta il PCI al governo, ma l'uccisione di Moro e l'ostilità degli americani e dei sovietici mise subito fine all'esperimento.
 Oggi ci troviamo difronte ad una rinnovata conventio ad escludendum  ma in condizioni politiche assai peggiori e con Governo ed un Parlamento sempre più insofferenti verso la Costituzione e le regole della convivenza democratica. La destra al potere ha in corso da anni una forte campagna di criminalizzazione di quanti non condividono la loro visione della politica e dello Stato. Guidata da
Berlusconi la destra marcia verso un regime presidenzialistico con una ipertrofia del ruolo e del potere
del Capo del Governo e la subordinazione di tutti i poteri dello Stato nelle sue mani. Come Mussolini che sosteneva l'unicità del potere contro la tripartizione liberale introdotta dall'illuminismo Berlusconi
vuole la sottomissione della Magistratura e del Parlamento al suo potere. Sul piano sociale, nonostante la sostanziale subordinazione della CGIL alla linea liberista di progressivo smantellamento dei diritti dei lavoratori, si vuole  la sua esclusione dalla concertazione che, come sostiene Sacconi, deve essere di "complicità" dei sindacati con il padronato. Una conventio ad escludendum sindacale che già opera nei confronti della pur moderata e "responsabile" Fiom esclusa dalla stipula del contratto nonostante la sua preponderante rappresentatività.
 Veltroni ha stipulato con la destra italiana una conventio ad escludendum non solo dal Governo ma addirittura dal Parlamento per i partiti comunisti dopo aver dichiarato che mai e poi mai avrebbe fatto un governo con loro. Questo accordo che ha indebolito enormemente l'opposizione alla destra straripante  è stato rinnovato a quanto pare da Bersani con Berlusconi durante la visita al San Raffaele. Bersani si è impegnato ad isolare Antonio di Pietro e la sua Italia dei Valori abbandonandolo
al linciaggio della destra. Ieri, alla Camera, dopo la minacciosa lista di prescrizione stesa dal piduista Cicchitto, la maggioranza del PDL ha abbandonato platealmente l'aula al momento in cui Di Pietro
ha pronunziato il suo discorso pieno di accuse e di contestazioni al Governo per il pesante clima sociale e politico che opprime l'Italia. Bersani è persona onesta e viene da una lunga militanza di sinistra. Ma credo che stia sbagliando di grosso a fidarsi di Berlusconi ed a pensare di potere stipulare accordi per cambiare la Costituzione con Berlusconi, Bossi ed i loro pretoriani.Fare accordi con la destra è irrealistico tranne nel caso di una  sua grossissima convenienza politica. Isolare Di Pietro perchè  occupa lo spazio di sinistra abbandonato dal PD è un suicidio politico dal quale il PD uscirà ancora più snaturato.
 Sono un vecchio socialista e non ho avuto simpatie per Di Pietro e per la sua IDV che mi è spesso sembrata inquinata da personaggi di scarsa affidabilità. Debbo però dire che nel corso di questi ultimi anni Antonio  Di Pietro è cresciuto politicamente e moralmente. Il suo coraggio nella difesa della democrazia e dei lavoratori è ammirevole e costituisce una speranza per tantissime persone. E' l'unica voce di sinistra rimasta in Parlamento dopo l'espulsione dei comunisti dei socialisti e dei verdi. Il suo discorso di ieri mi ricordava molto quello pronunziato da Giacomo Matteotti poco prima di essere ucciso dai killers di Mussolini e dei Savoia.
 Assieme a Rosy Bindi combatte a viso aperto questo Regime mentre una parte considerevole del
PD anela all'accordo con il PDL. Sul piano dei diritti dei lavoratori gli esponenti ed i tecnici del PD assieme a quelli della maggioranza hanno privato i lavoratori del diritto di ricorrere ad un giudice per avere giustizia. I Magistrati sono stati privati del diritto di esprimersi nel merito delle controversie sindacali. Una ferita enorme alla Costituzione alla quale Letta, Ichino, Treu e lo stesso Bersani non sono estranei.
  Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, December 16, 2009 3:05 PM
Subject: guantanamo si trasferisce in Illinois

Guantanamo si trasferisce in Illinois

 Per potere dare una qualche giustificazione alle loro guerre predatorie infinite, gli Usa si sono inventati il terrorismo islamico, AlQaeda, Bin Laden, l'attacco alle Torri Gemelle. Per dare fisicità e consistenza a questa invenzione avevano bisogno di fare dei prigionieri, di condurli in un posto inaccessibile a tutto il mondo, di sdradicarli dalle loro patrie e dalle loro famiglie che non hanno mai più rivisto, di torturarli tutti i giorni con le più spaventose, allucinanti torture, per estorcere loro confessioni o per acquisire notizie relative ai combattenti che nei loro Paesi di battono contro gli Usa ed i loro vili e servizievoli alleati. Tutto coperto dal segreto più impenetrabile. Tutti in zona franca dalle convenzioni e dalle leggi internazionali che tutelano i diritti umani e dei prigionieri di guerra.
 Per otto anni  tante persone, non sappiamo nè sapremo mai con esattezza quante, sono state detenute e continuano ad  esserlo. Non risulta che nessuna di loro si sia dichiarata colpevole. Se qualcuno lo ha fatto bisogna comprendere che le confessioni estorte sotto tortura non hanno alcuna
validità.
 Oggi Obama, il Presidente Nero Wasp, realizza un altro progetto di Bush: il trasferimento dei prigionieri dei prigionieri di Guantanamo in una prigione dell'Illinois. Il dibattito civile ed umanitario che si è aperto nei massmedia occidentali è singolare, straordinario per cinismo, crudeltà ed indifferenza dei diritti. Si discute dei benefici economici che i prigionieri porteranno allo Stato dello Illinois Qualcuno quantifica in circa un miliardo di dollari ogni quattro anni e nella creazione di lavoro per circa tremila persone da occupare ai servizi della base. Insomma, gli americani dopo essersi inventate le guerre più sanguinarie ed assurde per creare ricchezza  ed occupazione all'industria militare , ora si inventano anche i prigionieri da tenere sotto chiave soltanto perchè procurano
convenienza economica. Perchè la popolazione dell'Illinois dovrebbe voler la liberazione dei carcerati
se questi le tornano  utili? Insomma, la guerra ed i trattamenti disumani di segregazione di tanti innocenti conquistano un consenso di massa nella convenienza dei tremila lavoratori della Nuova Guantanamo, delle loro famiglie e di quanti vivono indirettamente del reddito che scaturisce dalle torture di tante persone.
  E' terribile che i prigionieri di Guantanamo non abbiano nome. Non si sa niente di loro e delle loro disgraziate vite. Ci hanno fatto vedere la foto, una brutta foto di una persona quasi scamiciata ritratta
per esaltarne la bruttezza, autoaccusatasi di avere organizzato (sic!!) l'attacco alle Torri Gemelle. Il Ministro della Giustizia e lo stesso Obama si sono affrettati a dichiarare che chiederanno la pena di morte. Non abbiamo mai sentito la voce di questo prigioniero. Non sappiamo in quali condizioni si svolgerà il processo se sarà civile o militare. Non sappiamo niente ed è difficile che sapremo mai niente.
  L'Occidente che contesta il mancato rispetto dei diritti umani alla Cina, alla Russia, alla Birmania, all'Iran ed in genere a tutti coloro che vorrebbe sottomettere, si guarda bene dal chiedere notizie dei prigionieri di Guantanamo. Semmai, se  qualcuno di loro, liberato dopo anni di sofferenze, viene liberato e non può nè deve rientrare a casa per ordine degli USA, si discute all'infinito  se accettarlo o  no come se si trattasse di Hitler o del Mostro di Londra!!
  L'ONU pare che non abbia niente da dire su questo indecente scandalo dell'Impero! E' sollecito soltanto quanto gli americani hanno interesse a mettere in difficoltà o destabilizzare una nazione di cui non tollerano l'autonomia. Gli USA non sono mai stati processati per l'uccisione di Mossadeq, di Allende, di Sadam Hussein, per la morte in prigione di Milosevic, per il colpo di Stato contro Zelaja in Honduras etc...etc... Ma con protervia continuano  ad accusare l'Iran di essere illiberale e di volere la bomba atomica senza naturalmente chiedere ad Israele di rinunziare al suo arsenale nucleare pericoloso per tutte le nazioni del Vicino Oriente.
  Ora che le persone senza voce, senza nome, senza diritti sono in prigione in Illinois vedremo se qualcuno dentro gli USA o altrove solleverà la richiesta di una inchiesta internazionale e si porrà il problema della durata delle carcerazioni decise da autorità militari e dai servizi segreti.
  Pietro Ancona
                                                                                       ****

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, December 17, 2009 10:51 AM
Subject: Bersani e la Sicilia

Bersani e la Sicilia

 Il PD di Bersani  accelera il passo ed estremizza la sua vocazione governativa. Si offre in Sicilia alla collaborazione con Lombardo, espressione di uno dei due blocchi di potere in cui si è divisa l'enorme maggioranza di centro destra che va dall'UDC di Cuffaro al PDL di Miccichè ora separato da quello che fa capo a Schifani ed Alfano.
 Il blocco di maggioranza costituito dall'autonomista Lombardo e dal PDL si è sfasciato sulla questione del "possesso" della sanità e la frattura si è progressivamente allargata a tutti gli altri settori della spesa pubblica regionale.
 La disponibilità alla collaborazione con Lombardo del PD è stata resa nota dallo stesso Bersani in una nota che fa propria la linea di una parte del PD siciliano.
  Nello stesso tempo Bersani ed i suoi "posano" Vendola in Puglia. Lo cacciano via e propongono un altro candidato al suo posto. Non si tiene in nessun conto il giudizio sull'opera della giunta pugliese. Bersani obbedisce alla conventio ad escludendum del nuovo  arco post-costituzionale dal quale sono rigorosamente esclusi i partiti comunisti.
 Per quanto Lombardo ed il gruppo che lo sostiene stia in "freddo" con Berlusconi non si può dire
che abbia una linea sul piano politico e sociale diversa da quella della destra. La "sciarra" (lite) non ha nobili motivi, nasce per il possesso della "cutra" (coperta) cioè del bottino di risorse da spartire ai propri clientes. Nonostante l'enorme quantità di risorse di cui dispone la Sicilia grande è l'indebitamento ed assai magre le risorse che sono residuate al grande saccheggio di questi anni. Basti pensare che mentre Palermo è sepolta dall'immondizia assieme a tantissimi altri centri della Sicilia gli Ato, organismi di gestione misti pubblici privati  spendono moltissimo per mantenere ventisette consigli di amministrazione e la burocrazia che è stata inventata per tenerli in piedi. I processi di privatizzazione avviati in Sicilia sono stati e sono soltanto un foraggiamento delle clientele  caricato sulla groppa  della popolazione che paga l'acqua e gli altri servizi locali a carissimo prezzo.
 Non so se si farà la nuova esperienza milazziana. A suo tempo destra e sinistra in Sicilia si unirono
contro la DC di Fanfani su una piattaforma di rivendicazioni regionaliste.  Silvio Milazzo parlava
di montagne di miseria che opprimevano l'Isola. Lombardo si limita a rivendicare maggiori risorse da distribuire ai suoi clientes. Niente cambia nell'attitudine del  PD erede del PCI a fare politicismo, a privilegiare le posizioni di potere e di governo su ogni altra cosa. Da Macaluso a Bersani sono solo passati cinquanta anni ma la linea è sempre quella della nomenclatura comunista e delle sue aspirazioni ai privilegi della "stanza dei bottoni".
  Contrariamente a quanto si possa pensare  non è operazione conflittuale con il PDL e non esclude
altri passi avanti nella omologazione del PD nella linea di Berlusconi. La destra ha le idee chiare ed un progetto preciso: fare dell'Italia una repubblica presidenziale con un potere monarchico assoluto del Capo del Governo. Per giungere a questo risultato deve disarticolare l'opposizione. Per questo c'è una campagna di odio verso il partito di Antonio Di Pietro e quella parte di giornalisti che resiste al regime e ne denunzia gli eccessi. Può darsi che il patto proposto da Casini e quello proposto da Forza Italia che comprende l'UDC ed il PD ed esclude Di Pietro e la sinistra alla fine si sovrappongano e diventino un'unica realtà politica. Per giungere alla perfetta sovrapposizione una spintarella potrebbe essere data da una rinverdita strategia della tensione con la scoperta di qualche bomba collocata dagli anarchici. Anarchici che scelgono come obiettivo l'Università (!!) ed un CIE. Naturalmente Maroni si è affrettato a dichiarare che la cosa è seria.
Pietro Ancona


http://www.siciliano.it/news.cfm?id=3153
http://www.fainotizia.it/inchiesta/i-costi-del-sistema-politico-e-burocratico-siciliano
http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Lupo:-Nessun-appoggio-esterno-a-Lombardo/1806238?ref=rephp

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From: pietroancona@tin.it
To: lettere@nuovavenezia.it
Sent: Friday, December 18, 2009 1:42 PM
Subject: due prefetti che onorano l'Italia

Due Prefetti che onorano l'Italia

 
 A distanza di un anno dalla rimozione del Prefetto di Roma Carlo Mosca che si era opposto alla schedatura ed al prelievo delle impronte digitali dei bambini Rom, anche il Prefetto di Venezia  Lepri Gallerano segue la sua sorte per non avere impedito alla comunità rom di prendere possesso delle trentotto casette costruite dal Comune di Venezia per sottrarli ai disagi della bidonville che abitavano. Il Prefetto di Venezia sarà trasferito a quanto pare in Sicilia rinverdendo una tradizione del vecchio stato sabaudo
che "puniva" i funzionari sgraditi inviandoli nelle isole, considerate sedi disagiate. Non sappiamo quanti altri casi di discriminazione avvengono nella pubblica amministrazione controllata con spirito fazioso dalla destra. E' certo che prima ancora di vincere le elezioni venete la Lega fa una sorta di
pulizia etnica preventiva per assicurarsi un corpo burocratico  docile e disponibile ad essere plasmato dalla ideologia razzista.
 I due Prefetti rimossi onorano la tradizione liberale e democratica dello Stato italiano antifascista capace di leggere ed applicare le leggi alla luce della Costituzione e dei suoi grandi principi. Il Ministro Maroni probabilmente avrebbe voluto che si creassero ostacoli burocratici insormontabili per l'assegnazione delle casette ai rom. Credo che questa comunità continuerà ad essere nel mirino dei leghisti e non avrà vita facile. Quando tutta l'amministrazione pubblica si sarà omologata con la quasi certa vittoria leghista alle elezioni regionali, tutto il Veneto diventerà una immensa prigione, un lager nel quale i Rom potranno subire soprusi e violenze di ogni genere con il consenso di parte della popolazione che da anni viene aizzata all'odio per i diversi.
 Questo inquietante episodio di "normalizzazione" fascista avviene mentre D'Alema sventola la bandiera bianca della resa incondizionata alla destra rendendosi disponibile ad una legge ad personam
che salvi il Presidente del Consiglio dai processi. Una resa incondizionata   che è già avvenuta sul terreno sociale con la progettazione e l'approvazione assieme alla destra di misure che alterano profondamente il diritto del lavoro. I lavoratori italiani, abbandonati dalle Confederazioni nelle mani di un padronato che li ha profondamente umiliati, stanno perdendo, una dopo l'altra, tutte le garanzie che
una legislazione illuminata e progressista aveva creato in tanti anni. Stanno perdendo anche il diritto di ricorrere alla Giustizia! Cinque milioni di loro vengono ricattati da contratti brevi con salari di fame ed una campagna di odio viene alimentata dal Governo per i lavoratori a tempo indeterminato che comunque non hanno alcuna speranza di migliorare il loro salario. L'Italia è un Paese in cui da un lato c'è gente che esporta all'estero ricchezze immense frutto dello sfruttamento altrui e di un mercato inesistente e dall'altro  milioni di infelici  che vivono al limite
della sussistenza. Il divario tra ricchi e poveri cresce di giorno in giorno, si può dire di ora in ora, specialmente con la privatizzazione dei servizi che rincarano beni essenziali come l'acqua ed il trasporto.
 Intanto la destra ha già alzato il patibolo per Di Pietro, reo di non essersi unito al coro cortigiano
di osanna al Capo del Governo che ha ricevuto a Milano le stimmate del martirio come Padre Pio.
 Di Pietro si è limitato ad osservare che se c'è violenza questa viene istigata dal Capo del Governo e dai suoi giornali e dai suoi famigli. Basta vedere la registrazione del comizio di Milano per rendersene conto. E' stato abominevole il tentativo perseguito per giorni di legare in qualche modo il gesto di Tartaglia ai "cattivi maestri" della sinistra additati dal piduista Cicchitto al linciaggio pubblico.
 Ma il progetto del taglio a sinistra perseguito lucidamente dalla destra va avanti con la compiacenza di molti settori del PD. Ieri è stata resa extraparlamentare la sinistra comunista, oggi si criminalizza l'opposizione di Di Pietro. L'unica opposizione accettata dal Monarca e dal suo Regime è quella che accetta la rinunzia a tutti i suoi diritti, a cominciare dal diritto di discutere in Parlamento trasformato in votificio.
  I regimi non vengono creati soltanto dagli aspiranti  dittatori e dalle loro ciurme fanatizzate ma anche dalla arrendevolezza e compiacenza delle opposizioni che cessano gradatamente di essere tali.
 Pietro Ancona


http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/prefetto-rom/prefetto-rom/prefetto-rom.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/14/prefettura-mosca-lascia-il-posto-pecoraro.html

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Saturday, December 19, 2009 9:03 AM
Subject: : Il capitalismo distrugge il mondo

Il capitalismo distrugge il mondo


 Il fallimento del vertice sul clima di Copenaghen ampiamente previsto è puntualmente arrivato. La Cina che nella folle corsa alla occidentalizzazione della sua economia alla quale ha sacrificato il suo paesaggio, la sua cultura, la sua stessa identità e milioni di vite umane distrutte dall'inquinamento e dal feroce sfruttamento schiavistico delle fabbriche, non ha voluto accettare di moderare la crescita del suo PIL, il nuovo Idolo Molok. Gli USA che consumano la massima parte delle risorse del pianeta
e che sono restii a porre freni vincoli e regole alle multinazionali dalle quali sono controllati sono giunti all'appuntamento mondiale di Copenaghen con una posizione debolissima di un Barak Obama che è oramai la larva di se stesso o almeno della immagine di se che aveva offerto durante la campagna elettorale. Il capitalismo sta distruggendo il pianeta nel quale viviamo usando anche il regime "comunista" più potente e più ricco del mondo avviato in una folle corsa verso una produzione senza fine per consumi senza fine allo scopo di creare non benessere per il miliardo di esseri umani cinesi
ma una casta di qualche migliaia di  miliardari-mandarini che contempleranno  le ombre degli schiavi che brulicano notte e giorno nelle città immerse nello smog dall'alto di grattacieli copiati da New York. La fuoriuscita dell'economia cinese dal socialismo per un liberismo selvaggio ed atroce nelle sue crudeltà sociali è il micidiale additivo di cui il mondo non aveva bisogno per precipitare verso la fine.
 La natura si ribella e già ne avvertiamo terribili segnali nello scioglimento dei ghiacci e nella intensificazione degli uragani. L'inquinamento delle città produce mortalità da cancro in misura oramai epidemiologica.Il capitalismo e la sua diffusione nel pianeta è la catastrofe, una bomba ad orologeria che farà saltare ogni equilibrio. I rifiuti velenosi delle industrie hanno avvelenato l'Africa e i mari che la bagnano mentre una immensa isola di rifiuti di plastica navica negli oceani e uccide i pesci.   Nei prossimi anni andrà sempre peggio ma sarà sempre difficile trovare un punto di accordo per congelare la situazione e poi invertire la tendenza. Non esiste una forza morale capace di aggregare le forze necessarie a ricondurre la speranza di un clima "normale".
 Soltanto una vittoria del socialismo e la realizzazione di un modello di sviluppo diverso basato sopratutto sui consumi collettivi e sulla riduzione dei consumi individuali potrebbe combattere il crescente degrado del mondo. Ma questo è  fuori dalle concrete prospettive politiche anche se la crisi finanziaria del capitalismo è assai lontana dall'essere chiusa e la disoccupazione dilagante in tutto l'Occidente ne è la spia. Insomma,  la fine della storia profetizzata da Fukuyama come vittoria del capitalismo e suo trionfo sull'umanità è davvero alle porte ma è la fine dello stesso pianeta.
 Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, December 20, 2009 8:42 AM
Subject: la massa gelatinosa del PD


 LA MASSA GELATINOSA DEL PD

 Il Parlamento italiano è stato snaturato dal centro destra che lo ha trasformato in poco più di un luogo di ratifica dei decreti del Governo ma assolve ad una funzione di omologazione
tra i suoi membri che, a parte il gruppo che fa capo a Di Pietro, si possono considerare dello stesso partito seppur divisi in Pdl, PD e UDC. Non esistono differenze sostanziali  tra maggioranza ed opposizione. Le differenze che ancora esistono non si trasformeranno in contrapposizione se Berlusconi ed i suoi non forzeranno la mano e vorranno assai di più di quanto il PD possa cedere senza destare troppo scandalo. Ma la soglia di accondiscenza alle voglie della destra si abbassa nel Pd di giorno in giorno. Non esiste argomento sul quale non è possibile sperimentare le possibilità di
accordo.
 La posizione di D'Alema, condivisa da  Scalfaro e Violante e da tanti esponenti del suo partito, di accordare una legge ad personam a Berlusconi  è  un momento di abbassamento della soglia di tollerabilità delle pretese della destra e non è detto che non si realizzi e non venga seguito da altre importanti capitolazioni riguardanti questo o quel punto della Costituzione.  D'Alema ha fatto l'elogio dell'inciucio, cioè del compromesso di retrobottega e di convenienza tra forze diverse ed ha tirato in ballo addirittura i patti lateranensi. Io sono sempre stato contro i patti lateranensi che limitano la sovranità dell'Italia facendone uno Stato concordatario ma  paragonare Berlusconi alla Chiesa mi sembra una forzatura. La scelta del PCI di Togliatti di votare l'art.7 della Costituzione aveva il significato di includere le forze cattoliche nel progetto di ricostruzione dell'Italia per  farne una democrazia avanzata. Può darsi che questa scelta fu sbagliata come ritenne Pietro Nenni ed altri autorevoli laici della Costituente, ma ebbe motivazioni assai distanti dalla volgarità di un salvacondotto
a persona che deve rendere moltissimi conti alla Giustizia italiana.
 Sono molto colpito dal fatto che nel PD che si articola nelle tre mozioni proposte dai tre candidati alla Segreteria non ci sia posto per una mozione di sinistra. Si è riunita a Cortona la mozione che fa capo a Franceschini. A leggere la diplomatica ed assai soft relazione del Prof. Michele Salvati non si
capisce in che cosa il PD non sia d'accordo con la destra italiana. La questione sociale non viene richiamata e viene sempre privilegiata una visione dell'economia in cui i lavoratori non hanno altra funzione che quella di essere utensili umani del ciclo produttivo. Basterebbe una leggera sforbiciatura
delle posizioni più oltranziste della destra per condividere tutto.
 La destra italiana ha una forte, fortissima identità ideologica ed un pensiero forte che confina da un lato con il razzismo e dall'altro con le posizioni della Cisl, dell'Uil e di parte della CGIL sulle questioni riguardanti il lavoro. Ha le idee chiare sugli obiettivi da raggiungere ed un progetto per realizzarli in fasi successive, con moduli che si mettono insieme nel tempo. Non molto tempo ma quello di questa legislatura. Per ora il suo obiettivo è isolare nel PD quanti resistono non solo al pensiero unico ma all'avvento del partito unico seppur diviso in due formazioni politiche a cominciare da Rosy Bindi additata assieme a Di Pietro al ludibrio ed all'odio pubblico. Riforme costituzionali, politica economica, politica sociale, politica estera filo USA e filo Israele sono affrontate e filtrate da una forte ideologia che si propone come ispiratrice della trasformazione in fase assai avanzata di realizzazione dei tratti del Paese. L'affermazione di Berlusconi al momento della sua discesa in campo "rivolterò l'Italia come un calzino" si sta materializzando con l'aiuto diretto o indiretto del PD.
 A fronte della fortissima identità ideologica e politica della destra, il PD è un partito gelatinoso ed incerto nella sua identità. Ha dentro di sè ancora qualche riflesso proveniente dal passato del PCI e della DC ma il grosso delle sue posizioni è fortemente contaminato dal liberismo e dal post-costituzionalismo della destra. In più il PD del Nord è succube del razzismo leghista tranne rare eccezioni sempre più malsopportate come quelle di Cacciari e della Bresso. Ma entrambi saranno esclusi dalla prossima competizione elettorale.
 La disponibilità espressa dal PD siciliano e da Bersani in persona per un governo "milazziano" con Lombardo ancora criticato seppur sempre più debolmente da Rita Borsellino e da altri è frutto di
un gravissimo disorientamento ideale che considera la politica soltanto all'interno delle oligarchie che controllano il Palazzo.
 Potrebbe anche avverarsi che le cose evolvano verso il peggio. Può darsi che Berlusconi e la sua banda vogliano ridurre l'Italia ad una masseria amministrata soltanto da loro per loro e per la borghesia parassitaria e asociale che rappresentano  e che non vogliano condividere niente nè col PD nè con altri.
 Pietro Ancona

http://roma2011.blogosfere.it/2009/12/area-democratica-a-cortona-lintroduzione-di-salvati.html
http://catania.blogsicilia.it/2009/12/pierluigi-bersani-benedice-lalleanza-con-raffaele-lombardo/
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/politica/giustizia-22/dalema-elogio/dalema-elogio.html

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From: pietroancona@tin.it
To: fiom.sicilia@cgil.it
Sent: Wednesday, December 23, 2009 12:40 PM
Subject: si farà lo sciopero generale in Sicilia


Sicilia: Fiat, si farà lo sciopero generale?
“Il problema è strutturale, l’unico modo per risolverlo sarebbe spostare la Sicilia e metterla vicino a Piemonte o Lombardia”. Lo ha dichiarato Marchionne, enfant prodige dell’industria automobilistica mondiale, vezzeggiato nelle due sponde dell’Atlantico per le sue superumane capacità manageriali di eccezionale imprenditore e finanziere insieme, l’uomo dal maglione indossato per distinguersi dal resto dei comuni suoi colleghi, che ha chiuso con queste parole la questione della presenza Fiat in Sicilia. Però si è detto anche disponibile ad incassare altri soldi dalla regione Sicilia per studiare un piano di utilizzazione diversa degli stabilimenti perchè, secondo lui, il problema qui è strutturale e riguarda la collocazione geografica della Sicilia. Dichiarazioni sprezzanti, le sue, che non trovano la necessaria energica replica in Sicilia da un governo disastrato e da un’assemblea in preda a lotte di potere tra i diversi gruppi della maggioranza. Ma se da un lato ci sono le parole di Marchionne, sull’altro piatto della bilancia ci sono le condizioni degli operai Fiat di Termini Imerese che si ritroveranno senza un lavoro e senza sbocchi di alcun genere nel mestiere che ormai sanno fare. Ma tutto questo succede anche perchè la nostra Europa dà il massimo di libertà e potere agli imprenditori e sta distruggendo pian piano le regole del diritto del lavoro e per questo la Fiat si può permettere di pagare gli operai polacchi a meno di 400 euro al mese e di imporre alle sue fabbriche un clima di terrore, peggiore di quello che Valletta aveva instaurato a Torino prima del 68.Ma anche in Sicilia la Fiat si è comportata e continua a comportarsi male, come scrive alla nostra redazione Pietro Ancona che aggiunte: “Epifani si è limitato a notare che “non può esprimere un giudizio positivo”. Angeletti ha deprecato l’internazionalizzazione dell’azienda e Bonanni ha praticamente strizzato l'occhio. Avrebbero dovuto annunziare, d’intesa con le loro strutture regionali, lo sciopero generale in Sicilia e respingere il piano al mittente. Non lo hanno fatto perchè oramai da molti anni si limitano a registrare in modo quasi notarile le decisioni degli industriali ed a sottoscriverle. Un atteggiamento questo, talmente radicato, talmente forte, che ha indotto tutte le categorie della CGIL a firmare accordi sindacali sulla base del nuovo modello contrattuale a suo tempo rifiutato dalla loro Confederazione. Ora se la logica multinazionale della Fiat la porta a decentrare le sue produzioni all'estero questo non può significare che i suoi impegni italiani debbano subire una erosione fin quasi alla scomparsa degli stabilimenti. La Costituzione assegna una funzione sociale all'azienda che non può essere ignorata. Si pongono diversi problemi che vanno affrontati e che comportano una strategia del tutto diversa dei sindacati e delle forze politiche a cominciare dalla lotta per livellare verso l’alto le condizioni salariali e normative dei lavoratori europei. Non dovrebbero essere ammesse differenze salariali così enormi per i lavoratori dell’ex est e si dovrebbero vincere le resistenze degli Stati che magari considerano i bassi salari della loro classe operaia un’opportunità per il loro sviluppo. Bisognerebbe ottenere il salario minimo garantito su base europea e norme comuni sull'orario di
lavoro che percorrano all'incontrario la strada fin qui percorsa dalla UE.
Tutte le operazioni di decentramento all'estero dovrebbero essere politicamente controllate. Si deve garantire l’occupazione dei lavoratori Fiat e dell'indotto senza se e senza ma. Intanto è necessaria una seduta straordinaria dell’assemblea regionale siciliana per una ferma presa di posizione anche nei confronti del governo nazionale che di fatto si è piegato al diktat della Fiat che ha zittito il Ministro Scaiola. Ma la proclamazione dello sciopero generale dovrebbe essere immediata – continua Ancona – e si dovrebbe fare entro i primissimi giorni di gennaio. Soltanto il recupero e la messa in campo di tutta la capacità di lotta dei lavoratori siciliani può bloccare la corsa verso la disgregazione sociale e lo sfascio della convivenza civile”.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: circolo pasolini pavia
Sent: Friday, December 25, 2009 11:31 AM
Subject: Del finto perdono e del resto


 Del finto perdono e del resto

  Berlusconi ha perdonato Tartaglia e nello stesso tempo ha invitato i giudici ad essere molto severi.
Insomma in una richiesta vendicativa ha inserito la parola-ingrediente "perdono" perchè la batteria massmediatica al suo servizio potesse usarla, come di fatto l'ha usata, per lodarne la magnanimità. I giudici che si occupano del caso Tartaglia debbono stare molto attenti. Se useranno le attenuanti per le misere condizioni psichiche dell'imputato rischiano grosso, magari l'accusa di non rendere giustizia al Presidente.  Intanto non vengono presi in considerazione gli arresti domiciliari e si delineano, per il futuro, soltanto alternative tra la detenzione "normale" e quella in manicomi giudiziari. Se verrà chiuso in uno dei sei ospedali psichiatrici giudiziari correrà il rischio di non uscirne più dal momento che l'internamento può essere prorogato a tempo indeterminato. Accade che persone condannate per reati di nessuna rilevanza chiuse in manicomio criminale possano restarci anche per tutta la vita  con penosissime esperienze di letti di contenzione ai quali vengono legati per tanto tempo anche per diecine di anni. In Italia, se si viene ghermiti dall'ingranaggio della giustizia può succedere di finire suicidi dopo anni di clausura per un reato di "oltraggio a pubblico ufficiale". E' accaduto. Della gente chiusura nelle carceri non si occupa quasi nessuno oltre i parenti e gli addetti ai lavori. Di quelli chiusi nei manicomi criminali non se ne parla in nessun luogo. Non viene fatto niente per migliorarne la condizione. Si discute da anni e tra gli esperti che almeno la metà potrebbero essere recuperati ad una quasi normalità. La condizione di segregazione peggiora la loro
condizione. Ma non se ne fa niente dal momento che, come per la legge Basaglia, nessuno pensa di creare alternative protette che possano favorire la liberazione.
L'Oligarchia che abita il Parlamento si tiene lontana dai luoghi terribili della detenzione psichiatrica. Soltanto la pattuglia radicale ha fatto qualcosa, ha denunziato, ha proposto modifiche. Purtroppo le cose non sono cambiate e tendono a peggiorare. Il Parlamento si occupa delle leggi che servono al Presidente del Consiglio per sfuggire ai tanti processi cominciati quando era soltanto un imprenditore
Ora si vuole riformare l'ordinamento giudiziario, ma soltanto per accrescerne il controllo politico più che il controllo sociale e democratico. Come per gli infortuni mortali sul lavoro ci si è adattati alla media mostruosa di quattro morti al giorno e di decine di migliaia di feriti, mutilati, malati l'anno, per le carceri ci si adatta ad una media di 70 suicidi l'anno. Dovremmo domandarci quali patologie celano queste cifre. Della gente chiusa e dimenticata nei manicomi criminali non ne parla nessuno. Quasi dieci anni fa la senatrice Finocchiaro fece una proposta ma a quanto pare è rimasta senza alcun seguito.
  Pietro Ancona


http://www.overlex.com/leggiarticolo.asp?id=1932   
http://www.opgaversa.it/il_manicomio_giudiziario_di_aversa.html   
http://www.osservatorioantigone.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1182&Itemid=2                                                                                 

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From: pietroancona@tin.it
To: pietro ancona
Sent: Saturday, December 26, 2009 5:58 PM
Subject: Occidente: crimini e menzogne



OCCIDENTE: CRIMINI E MENZOGNE

 I cittadini americani non hanno avuto il tempo di elaborare la notizia della confessione in video del soldato prigioniero dei talebani che - chiodo scaccia chiodo- con una tempestività davvero eccezionale i massmedia vengono catturati dalla notizia di un aereo in procinto di esplodere su detroit ad opera di un terrorista. Colpisce molto la seguenza video/soldato-aereo con terrorista. Introduce una parola che in questi giorni è molto importante per i militari americani: Jemen ( uno dei più bei paesi del mondo raro ed unico come Venezia che presto sarà distrutto).  Ribalta completamente il significato delle confessioni e della richiesta fatta dal soldato che confronta l'Afghanistan al Vietnam e dichiara di essere stato trattato bene senza essere torturato come i prigionieri di El  Ghrain. I talebani  non sono più le persone civili descritte dal soldato ma i terroristi di AlQaeda che stavano per fare saltare in aria un aereo con trecento persone. La guerra contro questa gente è giusta e deve essere continuata con l'invio di altre truppe, con altri bombardamenti, con altri massacri fino alla vittoria finale. Questa consiste nel consolidamento del regime di un tiranno corrotto
come Karzaj membro di una famiglia mafiosa di trafficanti di oppio che si sta arricchendo mentre il
popolo soffre la fame ed indicibili difficoltà.
 L'opinione pubblica americana è stata infantilizzata da anni di istupidimento televisivo e massmediatico impregnato dall'ideologia del pensiero unico. Non conosce gli orrori della guerra perchè New York, Boston, Washington e le altre città americane non sono mai state bombardate e difficilmente lo potranno essere in futuro. Non capiscono quindi le sofferenze dei cittadini di Bagdad o di Kabul o dei villaggi pakistani bombardati tutte le notti. Non conoscono gli effetti delle bombe all'uranio, al fosforo, al napalm se non per le malattie che i reduci portano a casa. Ma riescono a saperne molto poco dal momento che i veterani reduci dalle guerre coloniali contano molto poco e come i morti che vengono riportati in patria di notte ed in aeroporti chiusi al pubblico la loro voce, la loro disperazione difficilmente viene notata. Si  suicidano alla media spaventosa di una ventina al giorno ma i giornali raramente ne parlano.
   Se penso ai libri ed agli articoli di tanti intellettuali dell'Occidente come il filosofo francese Gluckmann o l'italiana Oriana Fallaci o all'ex  Presidente del Senato Pera della fondazione Carta Magna, nata per munizionare di argomenti l'occupazione coloniale dell'Islam che hanno financo
discettato sul "dovere dell'identità" e sulla superiorità dei "valori" della civiltà occidentale e li confronto alla distruzione dei resti della civiltà assiro-babilonese, alle città meravigliose ridotte in macerie ed avvelenate, alle popolazioni martoriate e terrorizzate dalle incursioni aeree  dai soldati di occupazione, dai contractors killers, provo rigetto, quasi un senso di vomito, di ribellione.
  Il mondo è nelle mani di una potenza controllata dai militari e dalle multinazionali. La democrazia è un involucro che avvolge un potere durissimo verso i poveri e verso quando non è americano e quindi non è stato unto da Dio.
Pietro Ancona


http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/12/Usa-Detroit-attentato-aereo.shtml?uuid=009b3b8a-f1fe-11de-a47c-099d76ded039&DocRulesView=Libero
http://news.google.it/nwshp?hl=it&tab=wn
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, December 27, 2009 11:00 AM
Subject: bandiera bianca, resa incondizionata


 Bandiera Bianca, resa incondizionata

 Ci avviamo all'anno cruciale della agonia della Costituzione con una dichiarazione di  Franceschini di resa incondizionata a Berlusconi ed alle sue pretese  Ha detto che la legge ad  personam per mettere il Presidente del Consiglio al riparo dai processi è una cosa possibile. Come si dice: "se pò fa..." Si ha anche notizia di una telefonata tra Berlusconi e Bersani. La TV mostra un Berlusconi ringiovanito, rinfrancato, sorridente. Sono appena passati tredici giorni dall'attentato di Milano  ma la sua faccia è liscia e rosea come quella di una fanciulla in fiore. Non c'è alcun residuo di  ematoma o di ferita. Eppure il taglio sotto l'occhio sembrava profondo. Dei denti che sarebbero stati fratturati, non sappiamo quanti, nessuna traccia. La bocca del tutto normale ed il sorriso o la risata di scherno non hanno alcuna difficoltà a dispiegarsi sul volto.
 Insomma, il triste episodio di cui ha parlato il mondo intero e che ha provocato una intensa profonda
ondata di solidarietà umana è diventato una sorta di spartiacque tra "prima" e "dopo". Prima il PD era contrario, decisamente contrario alla leggina ad personam e manifestava serie perplessità a mettere mano alla Costituzione con questa destra ornata dal razzismo di Bossi un razzismo che si annida anche all'interno sotto la voce "federalismo" e che vuole la rottura di ogni forma di solidarietà interregionale. Ora la strada è spianata verso una collaborazione che non dubitiamo sarà intensissima. Il Parlamento sarà messo al lavoro, sarà sotto pressione con il fiato al collo del Grande Manager, del Boss che avrà tanti difetti per come trascorre il suo tempo libero ma è sicuramente un grandissimo lavoratore capace di macinare quantità enormi di impegni. Non dubitiamo che il Presidente della Repubblica sarà ed è già nella partita. Non predica fino alla noia la "coesione"?  Ma un  Parlamento democratico non deve essere coeso. Deve essere articolato dialetticamente tra maggioranza ed opposizione. Eppure Napolitano sono anni che ci ossessiona  indicandoci la necessità di un clima collaborativo. In Italia questo significa assecondare Berlusconi in tutte le sue voglie. Non solo leggine per sfuggire a possibili certe condanne per reati commessi prima di diventare Presidente del Consiglio ma anche un rifacimento della Costituzione con azzeramento dei controbilanciamenti ed assoggettamento di parte della Magistratura al suo controllo. I Magistrati inquirenti diventeranno funzionari del Governo come i Questori.
 Sono passate due settimane e sembriamo lontani anni luce dall'idea di un Fini che potesse diventare espressione di una destra "civile", alternativa a quella di Berlusconi e Bossi.. Se Il Capo del Governo si accorda con l'opposizione e questa gli dà via libera per tutti i progetti di "riforma" che senso ha il ruolo che Fini stava cercando di darsi? Oramai è una carta bruciata.
 L'unico ostacolo ma non insormontabile resta Di Pietro ed il suo Partito. Di Pietro è sottoposto ad una cura intensissima di aggressioni quotidiane da parte dei giornali e delle tv del "partito dell'amore".
 Viene dipinto come un pericoloso avventuriero, un estremista, un nemico della pace degli italiani.
Deve essere isolato come un cane rognoso.  Si confida che il suo Partito, l'IDV, non regga a lungo agli attacchi ed al duro regime di isolamento. Non ha storia ed i suoi uomini non hanno forse la stoffa necessaria per resistere contro corrente ad attacchi che diventano sempre più ravvicinati, asfissianti.
 In quanto alla sinistra radicale, il pegno viene dato dal Duca delle Puglie, l'On.le D'Alema. Il PD non ricandida Vendola e lancia la candidatura di Emiliano. Gli elettorati PD e PDL diventano sempre più
simili e lo saranno ancora di più dopo il voto della leggina ad personam. L'isolamento della sinistra radicale e dei dipietristi intransigenti deve essere pieno.Debbono sprofondare nelle catacombe dell'extraparlamentarismo e messi fuori dagli accordi politici locali.
 Nasce in modo incruento un regime. Al posto della marcia su Roma abbiamo avuto Tartaglia ed il lancio della statuetta del Duomo di Milano. Un regime che si annunzia con la negazione bipartisan del diritto ai lavoratori di avere un giudice al quale appellarsi e con l'Italia popolata di lavoratori-stilisti appollaiati su torri per rivendicare il proprio diritto al lavoro ed alla vita. La scuola è già largamente sfasciata e centotrentamila insegnanti si ritroveranno nel giro di tre anni senza lavoro e quindi senza pane quotidiano. La Fiat diventa una multinazionale con il cervello in Italia ed il corpo all'estero. Ma l'oligarchia si ingrassa a dismisura. I consiglieri regionali piemontesi hanno diritto ad una buona uscita di circa centomila euro. Nel Veneto si fanno pagare anche le spese mortuarie. La casta politica costa
più dell'intero servizio sanitario nazionale. Questa casta politica è interessata alla "coesione".  Del paese non sembra importarle più niente. Le forze armate diventano SPA per sfuggire una noiosi controlli della Corte dei Conti e del Parlamento. Naturalmente una SPA deve essere sempre operativa e per questo dobbiamo rassegnarci all'idea di guerre infinite alle quali parteciperanno i nostri militari "portatori di pace".
Insomma, si adeguerà la Costituzione scritta a quella materiale che non si capisce bene che cosa sia. E' certo che i legami tra PDL e PD esistono e sono testimoniati dalla condivisione di tutta la legislazione del lavoro firmata nelle ultime due legislature che hanno spogliato i lavoratori di quasi tutti i loro diritti. Credo che pesino molto nella trattativa gli interessi "materiali" del PD nelle banche o nel settore cooperativo. Le Coop sono una grande potenza economica ma non hanno più niente dei tratti solidaristici del socialismo gestionale iniziale. Sono imprese del tutto simili a tutte le altre e non danno niente nè ai consumatori nè ai loro lavoratori dipendenti. Non mitigano le asprezze del sistema capitalistico ma lo accentuano. L'apertura di nuove Ipercoop a Palermo ed altrove, nel pieno consenso generale, è una spia assai significativa di che cosa sono oggi i partiti .
  Il Papa benedice quello che volgarmente continua a chiamarsi inciucio ma che ora viene ribattezzato come fase solidale di riforme e di bene nazionale.
pietro ancona

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, December 28, 2009 5:36 PM
Subject: Con Ahmanedinjed per la libertà dell'Iran



 Con Ahmanedinejd per la libertà dell'Iran

 Il giorno di Natale tre palestinesi della Striscia di Gaza che cercavano rottami di ferro nei pressi del Muro che Israele ha eretto per tenerli prigionieri  sono stati trucidati a colpi di mitraglia dai soldati. Erano in zona "interdetta". Questa è la parola usata dai massmedia occidentali per spiegare
la loro uccisione.Che fossero disarmati ed inermi non conta niente. Nello stesso giorno di Natale, in Cisgiordania, altri tre palestinesi sono stati  uccisi dentro le loro case sotto gli occhi dei loro figli. La "velina" diramata
dall'ufficio propaganda dell'esercito israeliano racconta che erano membri del partito AlFatah. A quanto pare è una condizione sufficiente per essere ammazzati. Le agenzie non raccontano se i cadaveri dei sei palestinesi siano rimasti in loco o restituiti alle loro famiglie. Potrebbe anche succedere che i loro organi vengano espiantati per facoltosi israeliani che ne hanno bisogno. Come i tedeschi di Hitler non sciupavano proprio niente dei cadaveri degli ebrei facendone financo sapone,
anche i corpi dei palestinesi sono stati  usati, (per quanto si è riusciti a sapere), come pezzi di ricambio. Non sappiamo se questa pratica è ancora in vigore.
 Intanto, con la fattiva collaborazione di Obama che sembra particolarmente scodinzolante ed accondiscente con la lobby sionista che lo controlla, l'Egitto sta costruendo un muro  di acciaio profondo trenta metri e lungo dieci chilometri,  in gran parte sotterraneo, tra il proprio territorio e la striscia di Gaza, per impedire che il milione e mezzo di Palestinesi che vi vivono prigionieri, puniti perchè a suo tempo hanno votato per Hamas,
non possano più scavare cunicoli per procurarsi il cibo, l'acqua e le medicine di cui hanno bisogno. Molti di loro sono morti asfissiati dai gas sparsi dagli egiziani e dagli israeliani. Oggi un pulmann di
testimoni di Pace è stato bloccato e sequestrato. E' vietato visitare i prigionieri. Gaza come Guantanamo.
Questa vergogna per l'umanità costituita dalla condizione dei palestinesi nei territori occupati da Israele non conta quasi niente per il sistema massmediatico occidentale. Invece, oggi, tutti i giornali sono pieni da pagine e pagine di articoli con titoli "strillati" che si riferiscono alle grandi proteste per la libertà e la democrazia di Teheran e si domandano per quanto tempo ancora l'Occidente dovrà tollerare (Venturini) un Iran che non obbedisce alle ingiunzioni, che vorrebbe dotarsi di una bomba nucleare, che ha un Presidente la cui elezione è stata una truffa.
La pressione psicologica e politica sull'Iran dura da molto tempo e si sta intensificando. Gli americani hanno bisogno di nuovi teatri di guerra dopo l'Iraq e l'Afghanistan. Ora si dedicano a parte del Pakistan ed allo Jemen. L'invasione dello Jemen ci è stata preannunziata quando abbiamo letto o sentito che il giovane terrorista dell'aereo su Detroit aveva "subito, subito" dichiarato di appartenere ad AlQaeda e di essere stato addestrato in Jemen. Dal momento che i generali del Pentagono ci considerano imbecilli era facile dedurre che si voleva attrarre la nostra attenzione sulle attività terroristiche dello Jemen. Stamane abbiamo sentito che da un anno la Cia è presente in loco e che i preparativi per l'invasione sono a buon punto.
 I programmi per l'Iran sono per ora affidati all'opera di destabilizzazione della rivoluzione "verde", colorata secondo il manuale di Gene Harp. Due autorevoli e stagionati membri dell'estambliscement clericale espressione di ceti medio alti, grandi proprietari terrieri, miliardari come Musavi e Rafsaniani,
con la parola d'ordine " a morte il dittatore" guidano una rivolta che sono riusciti a fare diventare endemica negli ultimi sei mesi. I rivoltosi vengono visti da tutta la stampa occidentale come martiri della libertà e della democrazia negata dal Presidente Ahmanedinjed considerato un usurpatore che deve essere scalzato e appunto messo a morte secondo il loro grido di guerra. L'obiettivo, sostenuto dagli americani apertamente per ammissione della Clinton, è portare al governo "i riformisti" cioè gente dello stesso stampo di Karzay e di  Al Maliki. Una sorta di Quisling, collaborazionisti in funzione di ascari e di sostenitori degli interessi economici e geostrategici degli USA e dei loro alleati.
 Se la protesta dei riformisti di Teheran non diventa guerra civile capace di scalzare dal potere gli attuali governanti, l'Occidente è sempre pronto a fare la sua guerra di aggressione. Certo, non è facile, ma sono anni che Israele si prepara con manovre della sua flotta che ora è dislocata proprio nei mari antistanti l'Iran.
 Molti intellettuali della sinistra europea sostengono i riformisti iraniani. Decontestualizzano la questione dallo scacchiere internazionale e sostengono che non si può spiegare tutto con la geostrategia, ma bisogna considerare anche la lotta di classe. Parlano di lotta per i diritti. In sostanza si dice che non si può sostenere un regime come quello di Ahmanedinjed solo perchè è nemico degli USA. Argomento
fragile dal momento che nella geostrategia mondiale si esprimono gli interessi primari della lotta di classe tra imperialismo e colonialismo ed in secondo luogo perchè i cosidetti riformisti sono portatori di interessi, valori, istanze che sono della borghesia miliardaria e medio alta ansiosa di partecipare al
buffet dei grandi consumi e di scrollarsi di dosso il grigiore di un regime che dà ai lavoratori ed ai contadini diritti che vengono negati anche nella "libera" America di Obama. Non c'è dubbio che il sistema sanitario iraniano sia migliore e di gran lunga più democratico di quello americano.
 Può darsi che la rivoluzione verde in Iran alla lunga abbia successo come le sue consorelle che si succedono come per fotocopiatrice dal 2000. In dieci anni abbiamo avuto tante rivoluzioni per la libertà e contro la tirannide in Serbia, Giorgia, Bielorussia, Kirghistizan, Ucraina, in Libano, Mongolia... Tutte, come si vede, in cruciali zone di forte interesse per l'espansione mondiale degli Usa.  Naturalmente, in paesi come la Colombia dove si uccidono ventimila cittadini all'anno perchè sospettati di essere oppositori del regime e nell'Egitto del ferocissimo dittatore Mubarak, non ci sono problemi di rispetto della libertà e della democrazia. Non sono necessarie rivoluzioni "colorate" amenochè non cambi il loro governo.
 Ricordo infine che è dal 1920 che gli anglosassoni stanno addosso all'Iran condannandolo alla sofferenza di crudeltà inaudite. Winston Churchill faceva irrorare i loro villaggi di gas iprite. Il loro primo Ministro, il grande, democratico liberal Mossadeq colpevole di avere nazionalizzato l'industria petrolifera sottraendola alle sette sorelle fu rapito dalla Cia ed ucciso. Al suo posto fu installato un mostro sanguinario come lo Scià. L'attuale regime deve cadere perchè gli americani non tollerano che
il petrolio dia risorse per una civiltà diversa dalla loro. La millenaria cultura dell'Iran, erede della grande Persia, deve essere cancellata come è stata cancellata quella mesopotamica. Al centro di Bagdad oggi troneggia una base militare USA ed una ambasciata che è grande quanto una citta di trentamila persone. Domani la bandiera a stelle e strisce sventolerà su Teheran ed i giovani che oggi gridano la loro voglia di democrazia e libertà avranno le discoteche con la musica americana dell'ultima generazione,
Pietro Ancona


http://wapedia.mobi/it/Rivoluzioni_colorate
http://www.questotrentino.it/2003/16/mossadeq.htm

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, December 29, 2009 9:58 AM
Subject: Un padre molto particolare di un terrorista molto particolare


Un padre molto particolare di un terrorista molto particolare
 Insomma non si finisce mai di stupirsi. Umar Faruk, un ragazzo di appena ventitreanni, che nel giro di poche ore dalla cattura su un aereo che doveva esplodere nel cielo di Detroit ha vuotato il sacco,  è figlio di un importante banchiere nigeriano assai ammanigliato con il mondo finanziario internazionale e membro di molti club tra i più esclusivi. Anche in Italia è stato nominato Cavaliere della Repubblica una delle più alte onorificenze che si conferisce a personalità particolarmente benemerite. Non sappiamo quali meriti abbia questo personaggio della casta dirigente nigeriana per l'Italia. Forse ha chiuso tutti e due gli occhi per gli insediamenti dell'Eni e dell'Agip alla foce del Niger che da anni hanno devastato l'habitat degli abitanti che vi muoiono di cancro, di fame e delle tante malattie donate dall'inquinamento spaventoso del fiume del quale i loro antenati avevano tratto salute e nutrimento per migliaia di anni.
 Può darsi che appartenga ad una di quelle massonerie molto molto riservate e che costituiscono una specie di consiglio di amministrazione della borghesia capitalistica. Non sappiamo. Di certo sappiamo che aveva denunziato il figlio agli americani. Aveva fatto sapere delle sue cattive frequentazioni ed aveva messo in guardia la Cia delle intenzioni bellicose del ragazzo che lui non solo non condivideva, ma condannava.
 Il grande banchiere  padre amoroso e giusto in questione non mi ricorda nessuno dei personaggi della antica Roma pronti a sacrificare alla Sacra Urbe anche gli affetti familiari. Ricordo di uno che si tagliò un braccio per avere sbagliato un atto terroristico come l'omicidio del comandante etrusco che
assediava la città. Ma nessuno che avesse denunziato o ucciso il figlio per ragioni di Stato o di Etica.
 La denunzia del padre del disgraziato Umar Faruck mi ricorda invece l'omicidio di un ragazzo di Canicatti trucidato dal padre mafioso perchè comunista. Insomma, un delitto ideologico animato dall'odio contro il mondo che ribolle sotto la nave dei grandi privilegiati delle terra.
  Questo signore avrebbe potuto denunziare il figlio alle autorità del suo paese e farlo imprigionare
in Nigeria. Magari la madre o i fratelli ogni tanto avrebbero potuto fargli visita in prigione. Invece ha preferito denunziarlo agli americani sapendo certamente di Guantanamo e dei trattamenti che gli Usa ossessionati dalla lotta al terrorismo praticano normalmente. Sapendo che difficilmente lo rivedrà mai più e che sarà assai probabilmente torturato come tutti gli altri che incappano nella rete dello zio Sam.
  Ma il nostro stupore continua ad essere suscitato anche da altre cose. Faruk, immobilizzato da un regista (in veste professionale sul teatro dell'evento?) e fatto subito prigioniero non era ancora sceso dall'aereo che aveva già vuotato il sacco che tutte le agenzie della batteria massmediatica mondiale  hanno subito registrato. Mai visto confessioni così veloci specialmente da uno che, per essere denunziato dal padre, doveva essere assai tosto, assai motivato. Insomma, uno che stava per farsi esplodere per le sue convinzioni politiche che, appena preso, si mette a cantare a squarciagola e dice tutto quello che sa su di sè e su chi ha condiviso con lui le sue scelte. Dobbiamo credere?  Dice  Che è stato addestrato nello Jemen in un campo di AlQaeda, per un mese, e che altri venticinque kamikaze sono pronti a  compiere altri atti terroristici. Figuratevi Obama! Appena avuta la "confessione" ha subito riunito fior di papaveri di generali ed ha impresso un giro fortissimo alla vite dell'apparato antiterroristico. Ha cominciato con il rafforzare ed aumentare il numero delle missioni di bambardamento aereo sullo Jemen che, vedi caso, è già stato studiato in profondità dalla Cia e dal Mossad e che presto sarà ridotto ad un cumulo di macerie come Gaza,  il Pakistan, l'Afghanistan, la Somalia...l'Iraq......
  L'episodio di Detroit, per me, significa soltanto una cosa. Anche lo Jemen sarà incendiato e forse non vedremo mai più le sue bellissime città di argilla, dipinte con i colori del Paradiso, che ne hanno fatto  una altra rarità come Venezia o New York.
 Pietro Ancona

http://www.ilgiornale.it/esteri/il_padre_nemico_estremisti_ha_preferito_legge_figlio/28-12-2009/articolo-id=409717-page=0-comments=1

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From: pietroancona@tin.it
To: circolo pasolini pavia
Sent: Thursday, December 31, 2009 1:59 AM
Subject: Tre psicolabili tre

 Tre psicolabili tre

  Nel giro di quindici giorni siamo stati posti dinanzi a tre eventi drammatici capaci di allarmare il mondo. Il Papa, Berlusconi e un aereo con trecento passaggeri in volo su Detroit sono stati "attaccati" da tre persone diverse ma con una caratteristica in comune assai singolare: sono tutti e tre psicolabili.
  Massimo Tartaglia l'aggressore di Berlusconi è uno psicolabile in cura psichiatrica da anni. Lo stesso dicasi per Susanna Maiolo. Non si sa molto del giovane nigeriano Faruk ma siamo indotti a crederlo dalle sue stesse precipitose dichiarazioni. Non era ancora sceso ammanettato dall'aereo che aveva tentato di fare saltare e aveva già detto di essere stato addestrato in Jemen, di appartenere ad AlQaeda, di sapere di altri venticinque terroristi pronti a entrare in azione...Insomma ha dichiarato immediatamente quanto gli americani riescono ad estorcere ad un "normale terrorista" dopo anni di torture.

  Possiamo ritenere che siamo di fronte ad una coincidenza? Io credo proprio di no. Bisognerebbe scoprire i "tutori" dei tre aggressori. Dove è stato e con chi Massimo Tartaglia dalle ore nove del mattino all'ora in cui lanciava la statuina a Berlusconi? Chi c'era con Susanna Maiolo che, comunque,ha solo cercato di avvicinarsi al Papa ? Chi era il personaggio che aveva assistito Faruk
durante tutto il suo viaggio dall'Africa agli USA?
 
 Penso che ci troviamo difronte a classiche operazioni di  false flag che hanno lo scopo di imprimere una forte torsione  al corso degli avvenimenti. Il tentativo attribuito a Faruk di fare esplodere l'aereo ha scatenato Obama ed i generali statunitensi contro lo Jemen che è già stato aggredito e che sarà incendiato al pari dell'Iraq e dell'Afghanistan; L'aggressione di Tartaglia ha indotto il PD a bruciare le tappe di avvicinamento al PDL e a dichiararsi subito disponibili a far parte della sfera dell'amore contro la sfera dell'odio dei cattivacci che non vogliono fare la leggina ad personam al premier. L'episodio del Papa è di più difficile decifrazione. Bisognerebbe leggere in profondità nella politica vaticana.
   Ma si sta esagerando in manipolazione e si conta molto sulla credulità della gente. Si spera di farla franca e di accreditare il falso come è stato con l'attacco alle Torri Gemelle e le armi di distruzioni di
massa di Sadam Hussein presentate da Powell all'Onu.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, December 30, 2009 5:02 PM
Subject: Il PD nel governo siciliano di Lombardo

Il Pd nel Governo siciliano di Lombardo
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 I dirigenti del PD siciliano negano di appoggiare il Governo costituito da Lombardo dopo l'espulsione dalla maggioranza dei cosidetti "lealisti" cioè della fazione del PDL che fa capo al Ministro Alfano ed al Presidente del Senato Schifani. Vogliono farci credere che Lombardo è un  imprudente temerario  che pensa di governare la Sicilia con 31 consiglieri su 90. Sostengono che Centorrino e Russo sono "tecnici" scelti da Lombardo e non rappresentanti del PD nell'Esecutivo e che la loro politica è quella di un sostegno "tematico". Sosterranno di volta in volta le proposte di questo governo se esse saranno ritenute soddisfacenti. Non riconoscono neppure di appoggiare dall'esterno il Governo e negano risolutamente qualsiasi trattativa o inciucio che dir si voglia.
 Naturalmente questa sorprendente posizione vorrebbe maldestramente placare i forti  malumori del Partito ma è come voler negare l' evidenza. Il terzo governo Lombardo nasce sulla base di una trattativa non ufficiale ma molto impegnativa.  D'Alema, il  Richelieu dei Palazzi italiani si è  intrattenuto a cena con Lombardo. Hanno mangiato delle orate e quindi stipulato il cosidetto Patto dell'Orata. D'Alema è famoso per i Patti a base di pesce. Ne fece uno, diventato famoso, a base di triglie,  a Gallipoli con Rocco Buttiglione. Fu a cena anche con Bossi tanti anni fa , quando definì la Lega una costola della sinistra. Ma mangiarono soltanto della carne e non ci fu seguito. Poi Pierluigi Bersani  è venuto in Sicilia. Si è incontrato con i suoi e poi con Lombardo  ed ha dato piena  disponibilità a sostegno di un governo delle "riforme". La Sicilia è sempre stata una sorta di laboratorio per testare scelte o progetti politici che si svilupperanno dopo in sede nazionale. Anche stavolta non sfugge a questa sua "vocazione" anticipatrice di eventi che sono in corso di maturazione nei Palazzi Romani.
 Non predica forse Napolitano la "coesione"? Che cosa è la coesione se non la riproposizione a trenta anni della dottrina Berlinguer secondo la quale non si può governare con il 51%? Si preannunzia la stagione delle cosidette riforme volute, fortissimamente volute da Berlusconi a cui questa Costituzione sta assai stretta e vorrebbe un regime presidenzialistico magari senza contrappesi.
 Il PD si sta imbarcando in questa avventura. Non arretra difronte alle voglie personali di Berlusconi ed a quelle delle destra italiana. Farà di tutto per essere della partita e non farsi tagliare fuori. Per questo sarebbe sbagliato giudicare l'appoggio in Sicilia al Governo Lombardo un fatto localistico dovuto al levantinismo ed alle stranezze della politica regionale.
 E' vero che la Giunta Lombardo nasce in contrapposizione ai cosidetti "lealisti" cioè al gruppo fedele
al PDL. Ma è anche vero che Berlusconi non ha "scomunicato" Miccichè ed i sostenitori di Lombardo e finora  mantiene un atteggiamento riservato.
 Certo la posizione del PD permette alla destra siciliana di respirare, di chiudere una crisi profondissima esplosa da oltre sei mesi senza ricorrere alle urne, a nuove elezioni. Sostenzialmente il PD si sostituisce al blocco di circa trenta consiglieri che vengono meno al governo. Ora l'Assemblea regionale è divisa in tre gruppi di pari forza. Un gruppo che esprime il governo, un gruppo che lo sostiene ed un'altro che  ne dichiara l'illegittimità dal momento che si regge con una maggioranza dfiversa da quella con cui fu eletto.
  Il governo minoritario per finta di Lombardo si regge con una  solida maggioranza di due terzi dell'Assemblea. Ha soltanto sostituito i trenta deputati del PDL e dell'UDC con quelli del PD. Non è cambiato niente. Lombardo non si è preso neppure la briga di dichiarare la rottura con il PDL e non dubito che continuerà a sostenere il governo Berlusconi. Una timida richiesta dei dirigenti del PD
siciliano di dichiarare conclusa l'esperienza del centro-destra è rimasta senza risposta.
 La crisi della politica siciliana, la sua soluzione, sei mesi di trattative e di tentativi sfociati ora nel terzo governo fatto dal capo del MPA, il movimento sicilianista e rivendicazionista della borghesia siciliana che non è più tanto soddisfatta delle mance che elargisce Roma e che vorrebbe qualcosa di più concreto del Ponte sullo Stretto (al cui banchetto sembra esclusa a favore di Impregilo ed altri volponi del Nord), non sembra interessare l'opinione pubblica siciliana stordita dal degrado crescente
e dall'involuzione  della vita civile. Palermo e tanta parte della Sicilia assediata da montagne di spazzatura, bollette astronomiche per pagare l'acqua ai privati che se ne sono appropriati, la smobilitazione di Termini Imerese, il licenziamento di circa diecimila insegnanti a causa della riforma Gelmini, disoccupazione, anziani che non possono più curarsi a causa di ticket esosi......
La crisi e la sua soluzione interessano soltanto a coloro che seguono "professionalmente" la politica dal momento che produce posti ben retribuiti a cominciare dai Consigli Comunali, consulenze, possibilità di ottenere in gestione qualche servizio....
  Anche i quasi trentamila dipendenti "diretti" della Regione comandati da tremila dirigenti e la pletora dei pensionati superprivilegiati con età media attorno ai cinquanta anni che godono di assegni eguali a quelli dei colleghi in attività  non riescono ad entusiasmarsi, a seguire le vicende dei loro patrons. Tutto quello che la Sicilia incassa come risorse proveniente dal fisco e da tutto il resto finisce nelle fauci insaziabili di questa mostruosa burocrazia tentacolare.
  Il primo atto del nuovo Governo è stato la nomina di 28 Superburocrati, managers frutto di una
intensa e meticolosa applicazione del "cencelli" siciliano. Costeranno milioni di euro ma non importa:
i soldi potranno venire anche da un ritocco dell'irpef regionale....
  Tra questi superburocrati c'è anche Lucia  la figlia di  Paolo Borsellino e nipote di Rita  eurodeputata   e fino ad ieri contraria all'inciucio. Non so oggi. Ma è un classico della Oligarchia: mettere un fiore all'occhiello ad una porcata. Forse nella Giunta di Governo non c'è la magistrata Caterina Chinnici, figlia del martire della mafia Giorgio? Non c'è anche il Magistrato Massimo Russo ? Non sono questi simboli, segni di un impegno contro la Piovra?
  Insomma, due magistrati nel governo e la figlia di magistrato martire della mafia tra i superburocrati.
Ma, queste presenze sembrano una sorta di machillage. Una maniera per allontanare sospetti di collusioni o di contiguità  con la criminalità organizzata.
  Eppure in Sicilia non si respira nei Palazzi della Politica a cominciare dal Palazzo dei Normanni un'aria di grande impegno, di grande lotta, alla dominazione mafiosa. I successi che si sono realizzati sembrano (e sono) frutto di una polizia assai efficiente seppur con scarsi mezzi e di un gruppo di magistrati che si sentono isolati, disperatamente isolati.
 Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Thursday, December 31, 2009 4:18 PM
Subject: Pietro Micca è afghano

 Pietro Micca è afghano......

L'America con i suoi  ascari-killers occidentali  può continuare a  devastare i paesi che ha invaso con i bombardamenti ed i massacri delle popolazioni ma non riuscirà a domarli. I suoi eserciti sono fatti di mercenari molti dei quali militari per necessità  che prima o poi entrano in crisi, si drogano, e quando ritornano in America spesso si tolgono la vita perseguitati dai ricordi e dai rimorsi.  Ogni giorno, diciotto veterani dalle varie guerre americane si tolgono la vita  e la condizione dei venticinque milioni di reduci  USA da tutte le guerre è davvero umiliante e disperata per l'ingratitudine dello Stato controllato dalle multinazionali che concede pensioni miserabili (molti vanno a vivere poveramente  in Messico dove il costo della vita è minore) ed assistenza sanitaria scadente.  I patrioti afghani o irakeni  sono pronti a morire  per compiere una missione di
attacco al nemico invasore. Questa disponibilità frutto di una grande motivazione  morale e patriottica è del tutto esclusa ai belligeranti occidentali. Quindi, sebbene la sproporzione sia enorme, la Resistenza, armata di mine rudimentali e di vecchi kalaskikov riesce ad infliggere duri colpi ad eserciti di occupazione supertecnologici  e che non esitano ad usare micidiali e velenosi proiettili e bombe all'uranio, al fosforo, al napalm. Circa quattrocentomila invasori tra militari e contractors e personale  spionistico sono presenti in Afghanistan ed in Iraq e dopo quasi un decennio di massacri e di occupazione non riescono a controllarli. Alla fine perderanno ma lasceranno  paesi martoriati ed una popolazione con milioni di malati, mutilati, invalidi. Lasceranno anche migliaia di bambini mostrificati dal fosforo e dall'uranio che non sopravviveranno a lungo ai loro genitori ammalati di cancro.
I Comandi militari USA ed Alleati dei territori occupati censurano drasticamente la stampa. Le uniche notizie che ci arrivano sono quelle delle stragi quasi quotidiane attribuite i "terroristi". Ma è più logico attribuirli agli "squadroni della morte" organizzate a suo tempo dal grande esperto Negroponte per dividere e suscitare odi tra sunniti e sciiti e comunque tra le varie etnie e comunità tribali. I giornalisti sono stati tutti uccisi o indotti alla fuga. Non dimentichiamo l'assassinio di Baldoni  e quello tentato di Giuliana Sgrena salvata dall'eroe Calipari. Ricordo una delle ultime scene che ci fu permesso di vedere di Bagdad nella quale un carro armato americano prendeva la mira e sparava ad una finestra dell'Albergo Palestine abitata da giornalisti. La regola applicata dagli anglosassoni e da israele dovunque si trovino a guerreggiare è quella di liquidare con le buone o con le cattive i giornalisti, i fotoreporter, ogni possibile informazione free.
 Obama sta cercando di impaurire l'opinione pubblica americana ed occidentale per avere mano libera alle sue avventure militari in Jemen, in Pakistan, in Somalia. Forse vuole anche riaprire la questione vietnamita perchè l'America ha la memoria vendicativa dell'elefante: non dimentica di essere stata umiliata dai piccoli uomini che la misero in fuga. Vuole la rivincita. Il Vietnam le interessa moltissimo
anche per la sua vicinanza alla Cina che vorrebbe stringere con lacci e lacciuoli da tutti i lati. Improvvisamente AlQaeda che molti ritengono sia una invenzione dei servizi Cia si è messo a fare proclami e si trasferisce di migliaia di chilometri dal Pakistan allo Jemen. Dopo il suo viaggio in Africa
Obama si è reso conto della penetrazione cinese nel grande continente e reagisce con il sistema tipico dei prepotenti mandriani del far west: militarmente, con i bombardamenti e poi con l'installazione di basi militari cioè con i reticolati ed il controllo nucleare.  Obama si dimostra ancora più infido del suo predecessore ed ancora più pericoloso dal momento che riveste la sua mercanzia con un involucro di finto progressismo...
 Dopo un anno dal suo insediamento la guerra dilaga nel mondo ed oscura il futuro. A fronte di ciò è ragionevole la decisione dei russi di riarmarsi e di prepararsi a possibili aggressioni. Il mondo è in subbuglio nelle mani di una superpotenza cui manca il contenimento della saggezza e della opzione pacifista dell'Unione Sovietica.
pietro ancona

http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Micca
http://baghdadcafe.splinder.com/post/941965/Colpito+il+''Palestine''

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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Friday, January 01, 2010 11:04 PM
Subject: Sul discorso del Presidente


SUL DISCORSO DEL PRESIDENTE
 Si può dissentire dal coro unanime che si leva dai  Palazzi della Politica, dai luoghi di villeggiatura più esclusivi dove molti vip dell'oligarchia, in attesa di gustare i piatti  Cordon blu del gran cenone , hanno assistito davanti un televisore
all'annuale omelia presidenziale ? I  BIG  Hanno espresso la loro soddisfazione per gli ammiccamenti
"autorevoli" alla coesione, alla creazione di un clima favorevole alla collaborazione per le "riforme". Poi metteranno in testa il cappello di carta a cono e si dedicheranno al  carillon del veglione, a festeggiare la loro straordinaria fortuna di superprivilegiati della Casta.
 Le "riforme "costituiscono l'ossessione del Capo del Governo,  un personaggio incontinente, strabordante, a cui stanno stretti la Costituzione, la Corte Costituzionale e lo stesso Presidente della Repubblica e vorrebbe adeguare la  Costituzione scritta a quella "materiale" dove il Parlamento è già ridotto a larva di sè stesso, a votificio dei decreti, spesso senza discussione, tagliando corto con il voto di fiducia . Le condizioni  "materiali" dei lavoratori sono assai distanti dalle  Garanzie della Carta Costituzionale. La dignità del lavoro garantita dalla Costituzione, il salario che dovrebbe essere sufficiente al decoro della famiglia, la funzione della impresa che dovrebbe rispondere non solo al profitto na anche ad un ruolo sociale, non esistono più e l'Italia è popolata da milioni di infelici che non sono più in grado di assicurare vitto, vestiario, cure mediche, scuola alle famiglie. Immagino che quando Napolitano si riferisce alla depressione dei consumi pensi a quanto si sia dequalificata la vita
di famiglie che non mangiano da un pezzo una buona bistecca e debbono accontentarsi spesso delle ali di pollo o di tacchino per avere qualche proteina. Mi ha colpito la furbizia sul salario che sarebbe alleviato da un minore prelievo fiscale. Come se aggiungere cinquanta euro ad uno stipendio medio di mille euro possano incidere. Bisognerebbe fare ben altro ma a quanto pare il PD e la CGIL hanno promesso alla Confindustria di non avanzare alcuna richiesta di aumento salariale fuori dalla concertazione al tasso fasullo della inflazione "programmata"!!
 L'Italia nel 2009 si è notevolmente imbruttita. 72 detenuti  con età media trentacinque anni di sono suicidati nelle carceri dalle quali arrivano sinistri sferragliamenti di catene che fanno pensare all'uso
del pestaggio sistematico per tenere "ordine" in ambienti infernali con la gente stipata nelle celle come
gli schiavi africani nelle famigerate navi negriere. Per questo popolo chiuso dietro le sbarre non si fa niente- Questo popolo viene aumentato di giorno in giorno da una legislazione che criminalizza la povertà e gli immigrati. Non è stato fatto niente per mitigare questo inferno, per farlo diventare magari un purgatorio.La cultura che si diffonde all'esterno del carcere è quella securitaria e razzista espressa con una definizione lapidaria a suo tempo dal Ministro Castelli: "il carcere non è un Hotel a cinque stelle"....La stessa grottesca proposta di creare  navi-carceriere è stata abbandonata e magari la sola cosa che Alfano ha in testa è quella di un'ampia privatizzazione della gestione. Non si sta forse privatizzando l'esercito?
   Tutto il mondo del lavoro è stato devastato dall'azione congiunta di Sacconi,Brunetta,Gelmini. Centotrentamila insegnanti perdono  il posto e la pubblica amministrazione è diventata oggetto di occhiuta attenzione di imprenditori in cerca di facili business. Molti degli  infermieri che incontriamo nelle corsie sono fornite da cooperative o da agenzie interinali. Guadagnano il quaranta per cento in meno dei loro colleghi. Ma il clima che si è creato è di terrore. Accontentati e guarda chi c'è dietro di te. Lo stesso Napolitano non si sottrae ma alimenta questo clima quanto propone di stare attenti ai lavoratori a tempo determinato. Avrebbe potuto proporre di verificare la legge Biagi e di trasformare tutti i contratti a tempo indeterminato. Si è guardato bene dal farlo...
  Il discorso di Napolitano ruota attorno all'idea di una intesa tra PDL e PD che, peraltro, sostiene da sempre.  All'apparenza sembra una cosa ragionevole. In effetti è il contrario della normale dialettica tra maggioranza ed opposizione.  Un accordo sulle riforme  però farebbe cessare le polemiche e placherebbe le ire di Berlusconi contro la Magistratura e contro un assetto costituzionale che non gli permette di amministrare l'Italia come una proprietà, come la Fininvest.
  In effetti, un accordo per riformare la Costituzione con questo centro-destra dovrebbe essere evitato come la peste dal PD. Non si tratterà di un accordo ma di una resa incondizionata che, a quanto pare,
è stata già largamente promessa come si evince dalla telefonata di congratulazioni a Napolitano da parte di Berlusconi. Se non avesse già mangiato il canarino, non starebbe a comportarsi civilmente e normalmente. Telefonò forse l'anno scorso o due anni fa? Non ricordo. Non credo.
  Il futuro è stato rubato a moltissimi italiani. Non c'è dubbio che c'è tanta gente che sta bene. Parlo di quelli che hanno riportato in Italia cento miliardi di euro e forse ne hanno altri duecento fuori. Tutti soldi guadagnati pagando cinque milioni di precari a meno di cinquecento euro al mese e realizzando un enorme plusvalore sul lavoro subordinato. Sul quale mangiano in tanti a cominciare dalle agenzie di collocamento. Il lavoro è diventato un business su cui molta gente lucra profitti grassi- Molte prestazioni vengono vendute e rivendute in una filiera che è come quella dei prodotti prima di arrivare sul mercato. In Italia un colpo di Stato, bipartisan, è già avvenuto.  Almeno il quindici per cento della fetta di reddito di lavoro dipendente è stata dirottata al capitale, alle rendite, alle professioni. I lavoratori, mai difesi dalle Confederazioni, sono ridotti a pietire un lavoro malpagato dall'alto di torri in cui fanno gli stiliti del nostro secolo senza avere il conforto della terribile fede che spingeva San Simeone o San Daniele.
  Ultima notazione riguarda la definizione di aggressione dell'incidente di Berlusconi. Definire aggressione l'opera di uno psicolabile andata a segno per l'incompetenza di una scorta privata è molto grave. Si tratta di un incidente che deriva dalla fama del personaggio e che non ha niente a che spartire con la politica. Non si possono attenuare le critiche al centro-destra perchè c'è stata una "aggressione" nè tantomeno cedere per le leggi ad personam. In ogni caso spero che Massimo Tartaglia non venga privato dei suoi diritti fondamentali. Cosa che spero anche per Susanna Maiolo che non ha fatto niente di male e che purtroppo non posso sperare per il terzo psicolabile incappato nella rete neonazista dell'impero.
Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, January 03, 2010 10:51 AM
Subject: No alle riforme
 
No alle riforme

Brunetta è uscito in avanscoperta subito dopo l'invito di Napolitano alla coesione e cioè al collaborazionismo del PD con la maggioranza di destra che spadroneggia sul Parlamento ridotto ad una larva, un ectoplasma di quello che è stato fino all'avvento al potere di Berlusconi e della sua cricca. Ha subito proposto di abolire l'art.1 della Costituzione che proclama il lavoro fondamento della  Repubblica. Naturalmente questo comporterebbe l'abolizione di tutti gli articoli basati sullo stesso pilastro costituzionale come l'art.4 e gli artt.dal 36 al 40. Inoltre, demolito il pilastro "lavoro",
cadrà anche l'obbligo per l'azienda di adempiere ad una funzione sociale oltre che di produttrice di profitto per i proprietari o gli azionisti. Non dubito che il cambio di filosofia comporterà anche cambiamenti significativi in tutto il resto. Sono convinto che la Costituzione che la destra berlusconiana e leghista ha in testa non sia tutelatrice di diritti ma portatrice di esplicite discriminazioni non soltanto per gli stranieri ma anche per le classi povere o subalterne. Più che diritti imporrà obblighi, divieti, limitazioni. Magari, come la  costituzione croata, reciterà "l'Italia è la patria degli italiani" e si spingerà fino a vietare l'acquisto di beni immobili per i non italiani. Con il federalismo potrebbe anche "regolare" la mobilità interregionale. I meridionali se ne stiano nelle loro case e vengano al Nord soltanto se  richiesti.
La reazione del mondo politico alla esternazione di Brunetta non è stata positiva e non poteva esserlo. Il pugno nello stomaco è stato troppo violento e troppo repentino. Fino ad ieri si era parlato soltanto di modifiche alla seconda parte della Costituzione sulla quale l'accordo non potrebbe essere che unanime dal momento che nessuno vuole un Parlamento di mille e passa deputati e senatori. Ma alla destra italiana non è questo
che interessa. Vuole una Carta non per tutti gli italiani ma soltanto per le classi sociali che rappresenta: finanzieri, industriali, professionisti,commercianti... Una carta che stabilisca l'egemonia di questo blocco sociale su tutto il resto della popolazione. Mentre la dichiarazione del Lavoro come fondamento della Repubblica elevava le classi lavoratrici  e dava immensa dignità alla prestazione manuale o intellettuale, la nuova Costituzione dei Berlusconi e dei Brunetta risospinge i lavoratori alla condizione servile, a merce, ad elemento subalterno e sottostante l'edificio sociale. 
  Allarmato per l'emozione destata nel Paese, Cicchitto, mente fine proveniente dal socialismo di sinistra di lombardiana memoria, ha bacchettato l'incauto: "il silenzio è d'oro". Non ha detto di pensarla diversamente ma soltanto di non scoprire subito le carte di una partita di poker che ha per posta la libertà e la democrazia.
   Nel PD non mi pare che si stiano strappando i capelli per la disperazione. Enrico Letta cambia discorso e si limita ad osservare che il PD non approverà modifiche alla Costituzione se prima non avrà avuto garanzie per le leggi ad personam. Una pregiudiziale che sembra più una furbata che una cosa seria dal momento che la legge ad personam può essere filtrata con altre denominazioni nelle riforme.
  Non credo che l'uscita di Brunetta sia un fatto isolato e pirotecnico di chi si mette un passo avanti gli altri e vuole fregiarsi dell'alloro che spetta agli avanguardisti. Ha sdoganato la questione che nei massmedia non è più un tabù. Già stamane radio tre intervistava due professori di diritto: uno a favore ed uno contro. Insomma l'articolo uno è diventato materia opinabile sul quale è lecito avere pareri diversi e contrari. E con esso tutto il resto della prima parte della Carta.
  E' oramai chiaro che l'obiettivo della destra non si limita a rivendicare maggiori poteri per il Presidente del Consiglio, meno controlli, subordinazione della magistratura inquirente, altissimo livello di decisionalità dell'Esecutivo. Vuole molto di più. Vuole non solo dare a se stessa ed a Berlusconi
poteri straordinari e fuori dalla democrazia parlamentare ma stendere un nuovo contratto sociale in cui conterà assai di più la differenziazione che l'eguaglianza.
  Naturalmente con questa destra e la sua strabordante maggioranza non c'è da aspettarsi niente di diverso. Non esistono punti di mediazione diversi da quelli che lor signori hanno in testa. La cosa più saggia per l'opposizione sarebbe il rifiuto pregiudiziale ad ogni trattativa, ad ogni accordo.
  Fare esattamente il contrario di quanto sollecitato dal Presidente della Repubblica.
  Si assuma la destra la responsabilità delle "riforme". L'opposizione apra la guerra in Parlamento e nel Paese. Non ceda di un millimetro. Ogni cedimento sarà una regressione verso l'autoritarismo, la dittatura della maggioranza che diventa più forte delle leggi. La parte debole o minoritaria del Paese diventerà ostaggio della maggioranza.
  Meglio dimettersi in massa dal Parlamento che assistere all'omicidio della Costituzione.  La dissociazione è oggi assai più importante della coesione.
Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, January 05, 2010 9:09 PM
Subject: De nicola e Napoletano

Enrico De Nicola, napoletano, fu il Primo Presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano, napoletano, potrebbe esserne l'ultimo dal momento che siamo alla soglia di un periodo oscuro
gravido di incognite e c'è chi lavora per fare dell'Italia una sorta di principato, di marca feudale , di far west dei ricconi.
Le differenze tra i due Presidenti ci sono e sono rimarchevoli. De Nicola non usava la macchina di servizio e rinunziò allo stipendio allora di dodici milioni annui. Napolitano non rinunzia al conforto che il sistema assicura ai suoi oligarchi a cominciare dal numero uno. Il costo del Quirinale, nel quale De Nicola si rifiutò di abitare, è enorme. Un Palazzo che è come una Reggia per quantità di personale che vi lavora dal Segretario Generale agli stallieri delle tenute di Castelporziano e di San Rossore. Un lusso di pertinenze riservate e quasi ignote agli italiani che debbono solo pagarne le spese e lo sfarzo imperiale.
Richiamando l'opera di Enrico De Nicola Napolitano ne ha lodato la capacità di unire le forze politiche nella transizione verso la democrazia. Confrontandosi al suo illustre predecessore ha parlato
della necessità della coesione, sostantivo sul quale insiste da anni. Non c'è suo discorso in cui non si incontra il termine "coesione" almeno una volta. Mi sono chiesto perchè il Presidente parla di coesione e non di normale civile rapporto dialettico naturale nelle democrazie parlamentari. Ho cercato nel vocabolario ed ho trovato: "Dal latino cohaerere essere unito. Quella forza per cui le particelle della materia stanno unite le une alle altre.", Insomma le forze politiche dovrebbero stare avvinghiate naturalmente per il bene dell'Italia per le leopardiane "magnifiche sorti e progressive".
Bisogna ricordare che mentre De Nicola combinava la collaborazione di forze antifasciste unite da valori comuni espressi nella lotta di liberazione , rappresentate da persone della statura morale di De Gasperi, Nenni,Togliatti, oggi la coesione dovrebbe mettere insieme persone che difficilmente esprimono valori condivisibili come Berlusconi e Bossi. Il primo, a differenza di Togliatti che dal letto di un ospedale, lanciò un appello contro l'insurrezione causata dall'attentato di Antonio Pallante, è uscito dall'auto per mettersi in piedi e mostrare al suo pubblico la faccia insanguinata dalla statuina di Massimo Tartaglia subito attribuita all'odio comunista. Ne ha fatto stimmate come quelle di Padre Pio. Si dice che abbia già pronti maxmanifesti del "martirio" per la campagna elettorale naturalmente per invocare "amore" per se e "odio" per i comunisti che poi sono tutti coloro che non sono d'accordo con lui. E' vero che Bossi ha trovato proseliti al suo razzismo in tanti amministratori del PD
ma difficilmente potrebbe essere accettato dal popolo del PD e meno che mai dalla sinistra italiana. La coesione su cui insiste Napolitano non sarebbe niente di più che la capitolazione dell'opposizione alla maggioranza. Ora, mentre la coesione "politica" potrebbe forse essere fattibile dentro i Palazzi, la coesione sociale mi pare impossibile se non al prezzo di stabilizzare la condizione servile alla quale è stato ridotto il lavoro italiano. Possono stare insieme e cooperare coloro che esportano trecento miliardi di euro sottratti ai salari dei lavoratori e questi che fanno la fame a mille euro al mese? In che modo aderirebbero alle molecole confindustriali le molecole dei cinque milioni di precari-ricattati a salario indecente, non sufficiente per la sopravvivenza? Come pensa Napolitano di assicurare la "coesione"
cioè la partecipazione al migliore destino dell'Italia da coloro per i quali lui stesso, riconoscendone i bisogni, non si arrischia a chiedere un miglioramento del loro stato di più della modesta elemosina dello sgravio fiscale?
Non so perchè Napolitano insista tanto sulla "coesione". Qualcuno sostiene che forse un accordo con Berlusconi eviterebbe un colpo di stato. Personalmente non ne sono convinto anche se starei molto più tranquillo se avessimo un esercito di leva e non la Spa di Ignazio La Russa. In ogni caso meglio affrontare e subire un colpo di stato cruento di uno silente che produce gli stessi effetti. Nessuno si illuda che si possa cambiare la seconda parte della Costituzione senza attaccarne la prima. I principi della prima parte non saranno garantiti dal modello di funzionamento della Repubblica che la destra ma anche parte del PD hanno in testa. Bisognerebbe sostituire alla parola "coesione" la parola "capitolazione". Tutto sarebbe almeno più chiaro. Si sarà fatto un colpo di stato a larga partecipazione. Come si dice oggi: bipartisan.
Pietro Ancona


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=86531&sez=HOME_INITALIA

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Wednesday, January 06, 2010 12:10 PM
Subject: I terroristi

Leggo  su Liberazione un articolo di Martino Mazzonis che assume per lo Yemen la "velina" che gli americani passano ai massmedia occidentali per le loro campagne di avvelenamento sul terrorismo
e quindi giustificativo dei massacri in corso in quel disgraziato Paese che ha la disgrazia di essere interessante per gli USA per ragioni geostrategiche (corno d'africa etc).
L'articolo è sconcertante innanzitutto per la definizione ed implicita criminalizzazione dei terroristi.
Dà per buono un false flag costruito apposta per terrorizzare i cittadini americani basato su un personaggio come Faruk, figlio di uno degli uomini più potenti dell'Africa, ammanigliato con l'alta finanza mondiale, cavaliere del lavoro in Italia per la criminale copertura data all'Agip nello inquinamento della foce del Niger. Un attentatore singolare, forse psicolabile che non era ancora sceso ammanettato dall'aereo ed aveva già avuto il tempo di raccontare di essere stato addestrato in Yemen, di sapere che altri 25 terroristi sono pronti ad attaccare gli USA, di appartenere ad AlQaeda.
Mazzonis poi accredita la tesi secondo la quale lo Yemen è una vecchia centrale terroristica.
 Leggendolo mi sono ricordato  di una villa di Palermo in cui oltre il solito Garibaldi a cavallo che, come sappiamo, combatte in America e non abbiamo mai letto nei testi di storia che fosse considerato un terrorista,  c'è il busto di un eroe polacco venuto a cambattere per il Risorgimento italiano e una per tutte delle brigate internazionali che combatterono in Spagna nel 1936. Erano tutti terroristi?
  Nel mondo c'è un solo grande e terribile terrorismo: quello anglosassone. Gli americani, a seconda dei loro interessi strategici o economici, etichettano gli Stati e ne danno una classificazione. Quelli che hanno nel mirino diventano "stati canaglia". In generale non accettano culture ed economie diverse da quella loro tranne che nei casi di totale asservimento come è il caso dell'Egitto che funge da secondino dei palestinesi per Israele. Da dieci anni massacrano l'Iraq e l'Afghanistan con bombe che stanno distruggendo anche il patrimonio genetico delle popolazioni. A Kabul o Bagdad nascono sempre più  bambini-mostri dopo i bombardamenti  all'uranio.
 Perchè i musulmani di tutto il mondo non dovrebbero accorrere a combattere a fianco dei loro fratelli
invasi da centinaia di migliaia di soldati e di contractors? Che cosa hanno di diverso della brigata Sanders che combattè il nazi.fascismo?
 Obama, che è di gran lunga più pericoloso del suo predecessore, ha montato un teatrino per terrorizzare innanzitutto l'opinione pubblica americana. In questi giorni di feste, ha paralizzato per giorni gli aeroporti gridando " al lupo, al lupo". La stessa tecnica di manipolazione usata per fare vendere l'inutile e dannoso vaccino contro l'influenza suina. Si presenta alla stampa con la faccia incazzata e stravolta in preda ad un procurato delirio isterico contro AlQaeda che dovrebbe essere
sdradicata. Naturalmente si riferisce alla resistenza patriottica che in Yemen ed in Somalia ha il consenso della popolazione ed il controllo del territorio. Come dappertutto. Dovrebbe riflettere Obama sul fatto che dopo anni ed anni di occupazione militare in Iraq ed Afghanistan i due governi quisling non si reggono e cadrebbero immediatamente se gli Usa ed i "volenterosi" si ritirassero.
  La sinistra perde la sua identità quando cessa di vedere i problemi dal punto di vista della alternativa all'imperialismo ed al capitalismo. Si smarrisce in Yemen o in Iran quando accredita la tesi di Aqaeda o fa di Musavi il referente di una lotta per la democrazia. Quando non capisce che la vittoria di Musavi  su Ahmanidinjed è  la fine dell'indipendenza dell'Iran ha davvero smarrito la propria identità

  Pietro Ancona

03/01/2010
http://www.liberazione.it/a_giornale_index.php?DataPubb=03/01/2010

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From: pietroancona@tin.it
To: mantovani rfc
Sent: Sunday, January 10, 2010 8:29 PM
Subject: LE CARTE A POSTO

LE CARTE A POSTO

 a deportazione avvenuta dei lavoratori africani da Rosarno, un esodo protetto dai carabinieri  dalla lupara dei mafiosi che hanno profittato dell'allontanamento forzato per non corrispondere il misero dovuto. I mafiosi come i killers della Pinkerton del novecento sindacale americano e la polizia come
gli sceriffi che davano man forte al padronato.
come usano fare  verso gli irregolari, finalmente il Segretario Generale della CGIL Guglielmo Epifani apre bocca e si concede ad una intervista all'Unità dove  si diffonde anche a parlare della Polverini (che deve stare attenta alle cattive compagnie), della Bonino, di Berlusconi, di Craxi, di Bersani. Insomma, una  intervista come occasione da non sprecare soltanto a parlare degli immigrati ma anche di quanto sta oggi realmente al centro dell'interesse della Oligarchia nazionale.
 La deportazione dei migranti è stata fatta nelle peggiori condizioni possibili. Lo Stato ha ubbidito ad una intimazione della mafia non tenendo conto della volontà dei singoli lavoratori. Molti di loro volevano restare, non sapevano e non sanno dove andare, le mete dei Centri di Accoglienza sono soltanto stazioni dai quali ripartire non si sa per dove come e quando. Mi chiedo quale legittimità abbia un allontanamento che coinvolgeva anche persone perfettamente in regola con le leggi come i rifugiati politici.
 L'intervista di Epifani che io ho letto avidamente nella speranza di poter chiedere scusa per le critiche
che gli avevo rivolto per il silenzio e la mancanza di reazione e di proposte della CGIL mi ha enormemente deluso. E' un commento agli avvenimenti fatto da una persona civile ed a volte anche angosciata per il dramma che gli scorre sotto gli occhi. Come se dal palco di un teatro in cui si svolge
la rappresentazione della tragedia di uomini umiliati offesi e vilipesi  uno spettatore, una persona perbene facesse le sue osservazioni. Niente di più. Non dice che cosa farà la CGIL e quindi deduco che non farà niente.
Non propone la legge sul Salario Minimo Garantito che avrebbe efficacia e darebbe uno strumento giuridico prezioso agli sfruttati ma si limita a chiedere "un minimo retributivo e contributivo per i lavoratori dei campi". Ma questo c'è già nel contratto di lavoro e non è efficace. Eppure sono almeno venti anni che si hanno zone di degrado salariale spaventoso e non solo in agricoltura ma anche nei cantieri navali e dappertutto.
 Epifani parla partendo da un punto di vista inaccettabile e non veritiero  di una violenza (si suppone dei braccianti neri) generata da condizioni di insopportabilità. Si affretta a dire che non è buonista ed in qualche modo dà per buona l'idea che la destra ha radicato nella comunicazione italiana di un legame tra criminalità e clandestinità. I quattro milioni di immigrati presenti in Italia provengono tutti dalla clandestinità. Sono tutti criminali? Bisogna stare attenta alla equazione clandestinità-criminalità quando per le leggi vigenti in Italia si può diventare clandestini perdendo il lavoro. Ma Epifani non chiede la revisione delle leggi sulla sicurezza. Non attacca i politici e la ndrangheta calabrese che divorano insieme le risorse della Calabria. Gli stipendi dei Palazzi  della Regione, le consulenze, i compensi degli amministratori delle tante società finto-miste pubblico-private, si mangiano da soli grandissima parte delle entrate. Miliardi di euro divorati dai "politici" e dalle loro parentele e clientele!
   Avrebbe dovuto dire di essere buonista non di negarlo. Epifani sa bene che il termine buonista è stato coniato (almeno politicamente) dalla lega per disprezzare i valori di rispetto della dignità umana, giustizia, rispetto dei diritti altrui tipici della tradizione democratica e civile dell'Italia. Sbaglia a non dirsi "buonista" quando Maroni si dichiara "cattivista".
  E così la CGIL con l'intervista di Epifani ed il comunicato della segreteria regionale calabrese ritiene di aver messo a posto le sue carte. Burocraticamente la cosa non fa una grinza. Resta la inquietante senzazione che i migranti, come i precari, come gli stiliti che popolano come le antenne tv i tetti delle fabbriche e degli uffici in disarmo, restino soli. Non c'è più un punto di raccordo, un progetto di lotta, una unificazione dei movimenti verso obiettivi di cambiamento. Non c'è niente. Proprio niente.  Ma, si sa, "i tempi sono cambiati". Parlare di lotta di classe è persino ridicolo!!
Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: pietro ancona
Sent: Monday, January 11, 2010 10:10 AM
Subject: gli USA sorgente del razzismo


  Gli USA sorgente del razzismo

 La sorgente del razzismo della destra italiana si trova negli Stati Uniti, nella politica della Nazione capofila dell'Occidente che si dice minacciata dal terrorismo islamico e che ha prodotto negli ultimi dieci anni una legislazione di limitazione di tutte le libertà individuali e collettive in contrasto con la sua stessa Costituzione. La Patriot Act è la madre delle leggi italiane  sulla sicurezza. Leggi che sono per certi versi peggiori di quelle emanate dal fascismo dal momento che, se un lavoratore straniero perde il lavoro come succede a tanti in Italia, perde anche la libertà e la famiglia poiché viene internato prima di essere espulso, i figli minori potrebbero essere dichiarati affidabili se la moglie non ha i mezzi sufficienti per mantenerli e comunque anch'essa potrebbe essere arrestata ed espulsa. Non è prevista la condizione di casalinga e di madre delle donne immigrate. Possono essere accettate soltanto se lavoratrici.
 Finiamola con l'attribuire soltanto alla Lega la responsabilità della crescente xenofobia degli italiani.
Fior di opinionisti  a cominciare da quelli del Corriere della sera enfatizzano fino all'eccesso la questione della clandestinità e ne fanno la causa della criminalità. Gli intellettuali al servizio della borghesia italiana interessati al lavoro nero che permette plusvalori di miliardi nascosti all'estero, martellano l'opinione pubblica di messaggi sempre più intolleranti.  Ora, i quattro milioni di stranieri regolari provengono tutti da ingressi clandestini. L'odio diffuso a piene mani contro i clandestini abbassa il valore del loro lavoro, li rende ricattabili e soggetti alle voglie di datori di lavoro
che spesso, per non pagare i loro miseri salari, li denunziano e li fanno arrestare alla fine delle prestazioni. Magdi Allam, Panebianco, Galli della Loggia, ed altri grossi calabri sono addetti a fornire munizioni ideologiche al razzismo nostrano. Spesso il crimine compiuto da uno straniero viene sfruttato per giorni e giorni per avvelenare l'opinione pubblica.
 La trovata della Lega di escludere agenzie di pulizia gestite da migranti dagli uffici pubblici è perfettamente coerente con le paranoiche prescrizioni che gli USA emanano per alimentare la cosidetta lotta al terrorismo. Una lotta fatta anche di colpi di teatro, di migliaia di persone bloccate negli aeroporti per falsi allarmi durante le festività,  di uno stato permamente di ansia per possibili attentati. Tutto questo mentre pesanti bombardieri  USA sganciano  migliaia di tonnellate di esplosivo sulle città e sui villaggi di tante nazioni del mondo e si fanno piani per aggredire ed occuparne altre.
  Già  nel cinquecento a.c. veniva posta nella Grecia di Socrate e Sofocle la questione del rapporto tra cittadini e leggi ingiuste. Socrate, pur riconoscendo ingiusta la condanna subita dall'assemblea dei 501, rifiuta di scappare e preferisce bere il veleno. Sofocle si schiera dalla parte di Antigone che disconosce a Tebe il diritto di impedire la sepoltura del fratello e preferisce farsi murare viva piuttosto che lasciare Polinice in pasto ai cani. Ha sbagliato Socrate e aveva ragione Sofocle!
 Credo che la disobbedienza a leggi ingiuste e persino oltraggiose della Costituzione sia dovuta. Anche se si tratta soltanto di disobbedienza morale non avendo nessuno di noi la possibilità di opporci alla esecuzione di leggi che ripugnano profondamente alla nostra coscienza morale, dobbiamo trasmettere la nostra protesta, la nostra opposizione ad ogni limitazione arbitraria della libertà. Non hanno alcun diritto gli americani di trattenere a Guantanamo e torturare prigionieri sottratti ad ogni tutela, privi di difesa, mai condannati da una Corte. Prigionieri di cui non sappiamo niente tranne che come i lebbrosi senza identità venivano chiusi nei lazzaretti questi vengono sottratti alle loro famiglie ed alle loro comunità sulla base di sospetti che dovrebbero diventare reati soltanto attraverso la detenzione e le torture.
  La lotta contro le leggi razziali italiane non può essere slegata dalla lotta contro le guerre colonialiste dell'Occidente, contro la menzogna del conflitto di civiltà e della esportazione della democrazia.
Non si può essere antirazzisti ed appoggiare gli USA facendo della loro "democrazia" un prototipo. Pietro Ancona


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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, January 12, 2010 10:48 AM
Subject: La CGIL dopo Rosarno

La CGIL dopo Rosarno

  La storia, seppur con modalità diverse, si ripete e noi non impariamo mai nulla da quanto è successo. La CGIL di oggi mi ricorda quella di Ludovico D'Aragona che la governò dal 21 al  1925 e accettò di incontrarsi con  Mussolini e D'Annunzio e, dopo l'assassinio di Matteotti, rifiutò la proposta dei comunisti per uno sciopero generale di protesta. Ma, a differenza di allora, non abbiamo un Bruno Buozzi che incarna, seppur nel poco tempo concesso dal fascismo, l'alternativa di classe e socialista al collaborazionismo subalterno e perdente.
 All'indomani della drammatica vicenda razzista culminata con la deportazione voluta dalla mafia ed eseguita dal Governo dei lavoratori neri di Rosarno per i quali sono state spese poche parole di circostanza in una intervista di Epifani, mentre i tetti sono pieni di lavoratori stiliti come antenne tv che gridano la loro disperazione ed anche il loro senso di isolamento e di sconfitta, la CGIL non trova di meglio che fare la richiesta di una elemosina, di una mancia di 500 euro una tantum "per rilanciare i consumi"come annota "il Sole 24 ore".Chiede poi l'abbassamento della prima aliquota dal 23 al 20 %.
Riguarda lavoratori e pensionati con redditi fino a 15 mila euro. Ad occhio e croce una beneficiata di pochi spiccioli, qualcosa come settanta centesimi di media al giorno! Rassegna Sindacale parla di una riduzione "strutturale" delle tasse di 100 euro mensili per i prossimi tre anni ma bisognerebbe capire meglio come arriva a questa quantificazione.
 Insomma, la questione dell'immiserimento dei lavoratori e delle loro famiglie viene affrontata soltanto dall'unico lato concesso dalla politica di alleanze con i ceti "produttivi" del PD: il lato fiscale. La modalità è quella che era stata inaugurata dal Governo Prodi: la mancia una tantum. Viene ignorata la condizione di milioni di schiavi bianchi e negri per i quali, l'assenza di una legge sul Salario Minimo Garantito, e l'altissimo livello di ricattabilità concesso ai loro datori di lavori dalla legge Biagi, costringe a retribuzioni miserrime  medie di 400 euro mensili senza altri diritti. Non viene chiesto un adeguamento generale dei salari falcidiati dal fiscal drag. Le aziende sembrano esonerate dal dovere di
migliorare le retribuzioni dei loro dipendenti. Insomma, il quadro generale dei rapporti sociali non viene toccato. Bisognerebbe chiedere il ripristino della scala  mobile, una parola diventata tabù per i dirigenti sindacali, una parola fortemente criminalizzata dalla destra e dal padronato italiano che le attribuisce poteri inflattivi quando invece è sempre servita per trattenere l'aumento dei prezzi. Nel timore di uno scatto di contingenza, le aziende esitano ad aumentare i loro prodotti o servizi. Oggi invece sono scatenati dal momento che è per loro puro profitto senza pagare alcun dazio a nessuno e meno che mai ai loro dipendenti.
  Salario Minimo Garantito, Aboilizione della Biagi e Scala Mobile dovrebbero essere gli elementi di
una vera riscossa sociale dei lavoratori che oltretutto sarebbe un tonico, un bene per l'Italia, dal momento che soltanto l'osservanza dei diritti  e la corresponsione del giusto potrebbero riaprire la strada del risanamento e del progresso. Moltissimi economisti sostengono che migliori salari e meno infelicità nella condizione umana di chi lavora sono la strada per uscire dalla crisi. Invece si ha la netta senzazione che si punti alla salvezza soltanto dei benestanti. Non importa se un terzo della popolazione sta male.
 Intanto ieri a Rosarno la mafia che fa politica e si è resa conto che la partita della caccia all'africano si era conclusa con una sua nettissima perdita di faccia  ha organizzato una manifestazione assieme a qualcuno di coloro che Malcon X chiamava "negri di cortile" cioè di coloro che tradivano la loro comunità per compiacere con atti di basso servilismo i "bianchi". Le parole d'ordine della mafia c'erano tutte: attacco allo Stato e criminalizzazione della stampa che nella circostanza ha dato una informazione corretta ed a volte anche indignata per le sarabande da KKK. Naturalmente lo striscione contro la mafia portato da un gruppo di ragazzi non è stato permesso dagli organizzatori.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Wednesday, January 13, 2010 3:59 PM
Subject: Craxi


IL DECENNALE DELLA MORTE DI CRAXI
 

 Il 12 luglio del 1976 mi trovavo a Roma per una riunione della CGIL. Saputo che all'Albergo Midas era riunito il Comitato Centrale del PSI decisi di andarci. Nella Hall dell'albergo c'erano i socialisti che passeggiavano a gruppetti forse in una pausa dei lavoro.  Solo, seduto su un divano, c'era Francesco De Martino
che rosicchiava nervosamente uno stecchino. Era di un pallore che tralignava nel giallo. I maggiorenti socialisti che fino a ieri si piegavano in due per ossequiarlo gli camminavano davanti come se fosse parte della tappezzeria. Mi fece davvero una fortissima impressione questa scena dal vivo di una congiura di palazzo con defenestrazione del Segretario del Partito.
Francesco De Martino aveva guidato il Partito con grande onestà personale ma altrettanta indolenza.
Era troppo uomo di studi per farsi assorbire completamente dai gravosi impegni della sua carica. Gli piaceva andare a caccia  allevare canarini ed insegnare storia del diritto romano di cui era uno dei più grandi cultori.
 Negli ultimi anni  forse si era convinto della inutilità della esistenza di due partiti della sinistra, il grosso pci ed il nervoso psi.  Forse si era convinto che il centro-sinistra fosse una esperienza in perdita a fronte della predominanza dc. Inoltre, il PCI e la DC tendevano a colloquiare " ad inciucire" come si direbbe oggi sulla testa dei socialisti. Credo che considerasse esaurita l'esperienza del PSI  difronte alla notevole trasformazione in senso socialdemocratico del PCI.  La parola d'ordine della sua ultima campagna elettorale fu: "mai più al governo senza i comunisti". Il PSI naturalmente perdette quote consistenti di elettorato riducendosi sotto il 10% soglia allora considera pericolosa per la sua stessa sopravvivenza. Rispetto al 68 il PSI perdeva quasi un terzo del suo elettorato.
Il putsh fu voluto da Giacomo Mancini ed ebbe come protagonisti  Bettino Craxi, Claudio Signorile ed Enrico Manca. Tre giovani colonnelli. Signorile rappresentava l'ala sinistra del PSI, Craxi l'ala automista e Manca era Gano di Magonza, il demartiniano che pugnalava alla schiena il suo maestro e benefattore. Poi lo scoprimmo uomo della P2.
Al Congresso di Torino del 79, dove ebbi l'amarissima sorpresa di trovare il simbolo dei Partito (falce, martello, sole nascente e libro) sostituito dal funereo Garofano, Craxi si era giù liberato di Manca e si accingeva a governare da solo relegando Signorile al ruolo di capo della opposizione interna.
Aveva già le idee chiare sul da farsi. Prima di tutto liquefare il Partito con l'abolizione del Comitato Centrale che era un organismo di vero controllo e decisione a favore di un Consiglio Nazionale dove imbarcò molti cosidetti rappresentanti della società civile, una sorta di arca di noè di predisposti allo abbandono della nave in caso di pericolo ma di profittarne per saccheggiarne la cambusa ed i mari circostanti.
Cinque anni dopo, al Congresso di Verona trasformato in una sorta di corrida di pretendenti a tutto, alle cariche, alle ricchezze, ai posti, con una platea di fanatizzati che batteva minacciosamente i piedi su un tavolato che rimbombava sinistramente, attaccava il Parlamento come "parco buoi", fischiava Berlinguer, mandava oscuri e cifrati messaggi ai capi della DC, dava una rappresentazione della politica corsara di "Ghino di Tacco" il bandito malandrino che si appostava per derubare i passanti. Il Congresso era dominato da simboli massonici fin troppo eclatanti. Vi fece la comparsa anche la Piramide con Occhio in quello di Palermo.
 Il glorioso partito socialista era finito forse per sempre. Sopravvivevano persone limpidissime come Riccardo Lombardi, Antonio Giolitti. Altri erano stati cacciati via dopo essere stati insultati come "intellettuali dei miei stivali." La bellissima figura di Tristano Codignola ed i tanti come lui che davano lustro al socialismo italiano nella scuola e nella cultura venivano sbeffeggiati ed allontanati.  I nuovi astri tutti personaggi interpreti di una politica senza valori e di mero potere come De Michelis, Martelli,la Ganga e tanti tanti altri. Lo stesso Signorile divenne la sinistra "ferroviaria" un modo per descrivere le sue prevalenti attenzioni correntizie. Le idee divennero un puro orpello.
 L'ossessione del potere e dello "spazio vitale" dei socialisti divenne la paranoia prediminante nel Partito di Craxi. I risultati furono assai modesti. Non si recuperarono mai il 15% del 68. Il massimo fu un 14,2 che spingeva sempre di più il PSI nel vicolo cieco del partito indispensabile per fare maggioranza ma niente di più.
  La cosa peggiore del suo governo fu la cancellazione del tratto laico del PSI. Rinnovò e peggiorò i patti lateranensi mal consigliato da Gennaro Acquaviva un uomo del Vaticano che esercitò una influenza nefasta su di lui e sul PSI. Gli accordi del 1984 hanno stabilizzato un dominio della Chiesa nelle cose italiane che durerà ancora per molto riducendo la sovranità dell'Italia a paese concordatario. Sono peggiorativi di quelli stipulati da Mussolini anche se la religione cattolica non è più ufficialmente religione dello Stato.
 Il PSI fu rivoltato da Craxi come un calzino. Divenne un partito liquido controllato spesso dall'esterno da personaggi in alleanza trasversale con gruppi dei potere politico ed economico. Tutti i punti della riforma che Berlusconi vuole imporre all'Italia sono stati indicati da Craxi. L'assetto della Repubblica Presidenziale craxi-berlusconiana è naturalmente di destra, di una destra degradata più vicina alle esperienze delle repubbliche sudamericane di una volta che alla destra europea. Nella Repubblica di Craxi o di  Berlusconi conta soltanto la volontà del Capo. La democrazia è una perdita di tempo.
  Craxi ha distrutto il socialismo italiano. Mussolini ne fu espulso e, nonostante i venti anni della sua dittatura, dopo di lui il PSI è tornato primo partito dell'Italia moderna. Dopo Craxi il socialismo italiano non esiste più se non nella nostalgia di un reducismo patetico o incarnandosi profondamente nel berlusconismo ad opera di personaggi come Stefania, Boniver, Sacconi, Tremonti, ed altri.
 Il socialismo italiano non tornerà mai più a vivere fino a quando non si sarà liberato del tutto della esperienza del quindicennio craxiano.
 Le celebrazioni di questi giorni, ampiamente usate dal regime berlusconiano, si svolgono in un clima del tutto negativo per il PSI. Da un lato i berlusconiani celebrano in Craxi il loro Maestro e Martire, dall'altro i detrattori ne oscurano anche taluni degli aspetti positivi e recuperabili della sua politica quali
l'amicizia con Arafat ed i palestinesi, una malcelata insofferenza per il giogo statunitense.
  Sarebbe stato meglio per la sua memoria e tutti noi se non si fosse insistito tanto nella forzatura di farne un martire a tutti i costi. Non era un martire. Il suo discorso alla Camera "siamo tutti colpevoli" non lo assolve.
  Il socialismo italiano se vorrà tornare ad essere quello che era dovrà liberarsi del suo ricordo r rinunziare per sempre alla sua eredità. L'eredità di Craxi appartiene a Berlusconi e nell'ideologia e nel modo di gestire la politica.  Le sue idee hanno infettato e contaminato il PCI oggi PD. Il leaderismo,
il partito liquido, la menzogna della fine della lotta di classe, l'accettazione del liberismo come dogma sostitutivo del comunismo, fanno del PD di oggi un Partito privo di anima e di identità.
 Le idee di Craxi, sviluppate da Berlusconi, hanno dato vita ad una forte destra con forte identità. Accolte con invidia dal PCI lo hanno scompaginato e disorientato.
 I socialisti dobbiamo riprendere da dove lui  ha cominciato. Un metro prima da dove lui comincia.
 Pietro Ancona
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Sent: Tuesday, January 19, 2010 10:23 AM
Subject: Il gretto di Burri

 
Il gretto di Burri
 Se il Presidente della Repubblica, massima autorità morale dello Stato custode della Costituzione interviene con una lunga lettera alla vedova di Craxi  proponendo una forzata distinzione tra vicenda politica e vicenda giudiziaria , se oggi il Senato si dedica ad una cerimonia commemorativa nel decennale della scomparsa , se una folla di ministri e di politici si è recata in pellegrinaggio ad Hammamet, il significato di tutto questo è uno ed uno solo: ha sbagliato la magistratura italiana a perseguitarlo e poi a condannarlo. Siamo in presenza di un abuso terribile compiuto dal potere giudiziario che ha  recato danni irreparabili ad una persona, alla sua famiglia, alla nazione.
 La santificazione dell'esule o del latitante non ricercato avviene attraverso la contestazione della durezza del trattamento subito dai Magistrati. Se lo stesso Napolitano afferma questo dà vigore ed autorità alle leggi presentate in Parlamento che vogliono sottomettere la Magistratura al potere politico
e ridurne la possibilità di intervento nella sfera dei potenti. Non si vuole ridurre "in generale" il potere della Magistratura ma soltanto "in relazione" agli altri poteri della Repubblica ed in primo luogo L'Esecutivo. Infatti, le proposte di processo breve e le leggi ad personam che fin qui si sono fatte
sono contemporanee ad altre leggi che incrudeliscono i trattamenti verso i poveri ed i migranti ed i cittadini in genere con la reintroduzione del reato di offesa a pubblico ufficiale o la schedatura dei clochards o l'aumento di un terzo delle pene per gli stranieri clandestini. Si è assolutamente indifferenti
a quanto avviene nelle carceri italiane che segnalano sei "suicidi" in quindici giorni e non si parla della necessità di riforme per l'abolizione dello orribile istituto fascista dell'internamento e dei manicomi giudiziari. Lo strabismo è davvero straordinario: da un lato si marcia verso l'impunità dei potenti e dall'altro verso una stretta, un giro di vite per una giustizia che diventa terribile per chi non ha i mezzi
per pagarsi una difesa. Difesa che diventa sempre più privilegio dei ricchi dal momento che   le spese giudiziarie sono diventate pesantissime e per sostenere il nuovo processo  ci vogliono
fiumi di denaro. Come avrebbe potuto farsi riconoscere innocente Stasi se la sua famiglia non avesse avuto i mezzi per pagarsi le controperizie che hanno ribaltato il processo di Garlasco?
 Ma il processo di beatificazione a Craxi non riguarda soltanto l'attualità della questione del ruolo della Magistratura. Si estende a significative riforme della Costituzione che Craxi voleva presidenzialista, con un potere decisionale illimitato per il Capo del Governo, ed autoritaria verso il mondo del lavoro
dal momento che per decreto abolì quattro punti di contingenza dal salario dei lavoratori. Una Costituzione molto più concordataria di quella di Mussolini dal momento che riconosce il principio del finanziamento perenne alla Chiesa con l'otto per mille ed altre limitazioni della laicità dello Stato a cominciare dalla scuola. Insomma, il senso di quanto sta accadendo con un ruolo strano e pesante del Capo dello Stato è: andiamo avanti verso la realizzazione di una Terza  Repubblica che realizzi pienamente l'idea di governabilità che ispirava l'azione di Craxi. E' molto significativo in tutto questo il fatto che la maggior parte del gruppo dirigente craxiano sia traghettato ed assai comodamente inserito
nel governo Berlusconi e nelle istituzioni. Non c'è alcuna discontinuità tra l'ultimo craxismo ed il berlusconismo. Sono la stessa cosa. Il Caf è diventato Casa della Libertà alleata con La Lega razzista del Nord. La destra prodotta dalla mutazione genetica del PSI è tutta dentro la nuova maggioranza.
 Non ci sono più moltissime tangenti dal momento che queste sono state legalizzate dalle contribuzioni ai partiti ed ai giornali e sopratutto dai trattamenti da nababbi dei Ministri dei parlamentari e degli amministratori pubblici. Che bisogno c'è di rubare, di farsi dare la mazzetta, se  facendo il Presidente di un Ente, magari del tutto inutile o dannoso, si guadagnano milioni di euro l'anno?
  La prima Repubblica, a cominciare dalla Costituzione, ebbe forza dalla presenza e dall'incontro di tre grandi culture politiche la cultura comunista, quella socialista e laica e quella cattolica. Di queste tre culture che  realizzarono momenti altissimi di democrazia, libertà e prosperità del Paese oggi ci sono soltanto macerie. Sono state scacciate a vantaggio delle forze sconfitte dalla  Resistenza  e dalla Costituzione. Tutte le macerie sono coperte da una sola coperta che, come il gretto di Burri a Gibellina le ricopre. La coperta liberista di una Oligarchia del Privilegio che lucra una parte oramai
vistosa del pil.  Il sistema politico italiano sempre più antidemocratico ed iniquo costa miliardi di euro
sottratti alla scuola, alla sanità, ai trasporti, alla cultura. Un paese che intristisce e fa indietro trainato da una Oligarchia che ha bisogno di santificare Craxi per legittimare sè stessa ed il proprio tradimento della Costituzione.

Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Sunday, January 17, 2010 8:33 PM
Subject: il papa in sinagoga. Sfoggio di penne di pavone da ambo le parti
 

Nell'incontro con Papa Benedetto, pieno di prosopotea da ambo le parti nella cornice barocca della Sinagoga di Roma, il rappresentante degli ebrei parlando di Israele ha detto che la sua terra è santa non perchè sia santa in sè ma per il popolo prescelto da Dio che la abita.

 Se non ho capito male, se la terra è abitata da non ebrei non è più santa.

  Insomma gli ebrei avrebbero il dono di rendere santa la terra che calpestano. Ma questo avviene dappertutto? Anche a Roma.?

A proposito della fratellanza tra ebrei e cattolici sempre lo stesso
portavoce o rabbino o non so che cosa ha fatto la storia dei fratelli presenti nella Bibbia a cominciare da Caino e Abele ed altre due coppie che adesso non ricordo. Fratelli-coltelli-assassini!! Alla faccia della fratellanza!!

 L'unica cosa che mi è piaciuta è avere ricordato che gli ebrei di Roma sono liberi soltanto dalla breccia di Porta Pia. La cosa mi ha riempito di orgoglio ed ho pensato. Ci siamo voluti gli atei, i miscredenti del risorgimento, i liberal, oggi si direbbe i comunisti,
per liberare dalla schiavitù del ghetto gli ebrei!

 Viva il libero pensiero
Pietro ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Sunday, January 17, 2010 9:24 PM
Subject: Craxi


 Caro Prof.Flores D'Arcais,

ho letto quanto ha scritto su Craxi  nel paginone del "Fatto". Condivido tutto tranne la periodizzazione del craxismo in un primo ed un secondo periodo. Il primo caratterizzato da contenuti
"positivi" ispirati ad una collaborazione-intesa con Bobbio, Lombardi, Giolitti. Un secondo dal 79 alla fuga in Tunisia.
Mi consenta di osservare che il primo periodo non è mai esistito. Bobbio ha avuto sempre assai poco da spartire con il PSI e meno che mai con Craxi. Bobbio era un guru dei liberali di sinistra, stimatissimo ma estraneo. Lombardi era di tale calvinistico rigore che mai avrebbe potuto avere un qualche rapporto di collaborazione con Craxi. Era stato emarginato e gli affari con la minoranza di sinistra Craxi li faceva con Signorile, personaggio disponibile ed assai scafato titolare della sinistra
"ferroviaria" per via del traffico da lui aperto con tutti coloro che avevano a che fare con le ffss per appalti, forniture o altro. Giolitti fu sempre considerato "estraneo" al Partito anche se ricopri' incarichi di grande responsabilità nel governo e proposto da Craxi, contro Pertini, a Presidente della Repubblica.
   Il successo di Craxi fu dovuto in grandissima parte al rancore o addirittura odio accumulato nelle viscere profonde del PSI nei confronti dei comunisti i quali, in trenta anni di collaborazione, avevano sempre relegato i socialisti alla funzione di  "vice" dappertutto negli enti locali, sindacati,cooperative,
in tutti i centri di gestione "unitaria". I comunisti erano riusciti ad esasperare i socialisti giungendo financo a privare i  "quadri" del PSI degli stipendi specialmente nei Sindacati. Le ricordo che Del Turco, segretario della FIOM socialista, veniva escluso dalle trattative con la Fiat che venivano gestite dalla corrente comunista e dallo stesso PCI. Craxi toccò la corda del rancore socialista per tantissime umiliazioni subite e fece del PSI un Partito  visceralmente anticomunista, insofferente e oramai infedele alla politica unitaria.
  I socialisti  erano stati  il primo Partito della sinistra italiana nelle prime elezioni del dopoguerra. Restò sempre in loro una mentalità "maggioritaria" che li rendeva insofferente a posizioni subalterne. Pensi che ancora oggi che sono a meno dell'uno del cento conservano la mentalità, la cultura, di un partito maggioritario. E' una terribile contraddizione essere un'anima enorme dentro un corpo piccolo piccolo!
  Craxi, nell'illusione di conquistare il potere, si corruppe ed accettò di scivolare ad accettare protezioni ed amicizie davvero estranei al socialismo. Il suo cinico vice Martelli al Congresso di Verona si vantava di aver fatto un radicale turnover della base socialista. Disse che erano usciti cinquecentomila socialisti ed altrettanti se ne erano formati di nuovi. Uscivano gli artigiani, i maestri, gli operai, gli intellettuali ed entravano quelli che furono la grande mutazione genetica. La gente venuta a Verona o a Palermo non aveva niente a che spartire con i socialisti di Nenni, Lombardi, Pertini, Santi...... Era la base che oggi affolla e tifa freneticamente per Berlusconi!
  Se rivede i filmati dei congressi dell'era craxiana scoprirà che la scenografia era rigorosamente e pacchianamente massonico : quadrante, tempio greco, piramide con occhio etc.....
  Con Craxi il PSI fuoriesce dalla storia del socialismo e del movimento operaio. Diventa un partito
sudamericano ed assai ambiguo che ostenta il taglio della testa degli operai con il decreto di soppressione di quattro punti di scalamobile.
  Le scrivo perchè sono un vecchio socialista che ha vissuto tutti i Congressi da quello meraviglioso di Venezia del 56 in poi. Sono uscito dal PSI nell'87 ma non lo votavo più sin dall'84 (Verona).
  Con stima.
Pietro Ancona

ps: le assicuro che il PD, senza aver avuto Craxi, si è sfasciato nel peggiore dei modi. E' ancora in piedi perchè la gente non sa dove sbattere la testa. Ma è del tutto finito ed ha spogliato il socialismo italiano assai di più di quanto non abbia fatto craxi con la sua corruzione.
Pietro Ancona

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martedì 24 Novembre 2009 (16h59) :
Bellodi e Montalbano

Spinto dalla intervista di Cammilleri sono andato a rileggermi il Giorno della Civetta che, per me, è il migliore libro che sia stato scritto contro la mafia. Il confronto che Cammilleri ne fa con Gomorra di Saviano è inaccettabile. Gomorra è inconfrontabile con l’opera di Sciascia, è una sorta di affresco iperealista che denunzia il giganteggiare il male ed il suo impadronirsi di tutto il tessuto sociale. Ho rivisto anche il bellissimo film di Damiano Damiani ispirato al"Giorno della Civetta" pessimista assai di più di Sciascia che si conclude con Don Mariano affacciato dal suo terrazzo che si riceve gli omaggi della popolazione che ha capito quanto sia forte ed invulnerabile. Don Mariano è lo Stato. Nel Giorno della Civetta il capitano Bellodi conclude il libro proponendosi di tornare in Sicilia. Esclama: "Mi ci romperò la testa" Si può vedere in lui assai prima del tempo Falcone, Borsellino o lo stesso generale della Chiesa. Lotta senza quartiere alla mafia. Lo stesso non può dirsi di Montalbano che ha sempre buoni rapporti con la mafia, ci convive, arriva addirittura a fare dei summit con i grandi capi delle cosche per dipanare la matassa di omicidi ai quali ritiene che la mafia non sia coinvolta. Infatti, in uno dei suoi romanzi, in occasione dell’omicidio di un appaltatore che i più attribuiscono alla mafia, Montalbano scopre che si tratta del delitto di una donna timorosa di perdere la sua posizione economica. Tutta l’intervista di Montalbano mi è sembrata piena di una sorta di malanimo verso Sciascia che di tanto in tanto affiora nel racconto di diverse vicende. Trovo imbarazzante il fatto che per ben due volte sottolinea il fatto che era amico di Sciascia soltanto di secondo livello. Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, January 25, 2010 3:24 PM
Subject: Salario Minimo Garantito

La risposta che dà Ferrero alla provocazione di Brunetta, degno pellegrino di Hammamet,
è sbagliata. La questione dei bassi  salari dei giovani precari italiani non si risolve per via fiscale ma stabilendo una garanzia di legge, erga omnes. I giovani precari italiani oggi sono pagati due o tre euro l'ora. Basterebbe fissare il Salario Minimo Garantito ad almeno 7 euro l'ora. Non capisco perchè i bassi salari delle aziende siano diventati tabù intoccabili per la CGIL e per la sinistra italiana!
E' sconcertante che la gente che porta all'estero centinaia di miliardi di euro sottratti ai salari debba vedersi favorire dallo Stato per mantenerli bassi!
 Pietro Ancona

http://www.leggo.it/articolo.php?id=43301&sez=CRONACA&ctc=20

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From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Tuesday, January 26, 2010 8:15 AM
Subject: Bertolaso


Caro Fusi,
Il servilismo italiano verso gli USA non ha davvero limiti. Bertolaso ha  detto "impoliticamente" quanto ha visto e ciò che gli americani hanno occupato militarmente Haiti senza dare un sorso d'acqua ed un pò di pane ai disgraziati terremotati. Bertolaso è stato fin troppo gentile con gli americani che non danno niente, ma proprio niente a nessuno-
 Non c'è differenza tra haiti e Katrina. Il sistema capitalistico non è in grado di soccorrere nessuno. E' buono solo ad arraffare o a bombardare!
 Pietro Ancona

                                                               ****

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, January 27, 2010 8:37 AM
Subject: LA GIORNATA DELLA MEMORIA E L'IPOCRISIA


 LA GIORNATA DELLA MEMORIA E L'IPOCRISIA

  C'è chi pensa che la memoria sia negativa perchè tiene sempre vive ed aperte le ferite, divide i popoli
coltiva l'odio per i torti subiti e quindi sarebbe meglio l'oblio, vivere nel presente guardando al futuro e rimuovere gli elementi di divisione e di rancore. Altri pensano che la memoria sia giusta, per non dimenticare il martirio di quanti furono ingiustamente perseguitati ed uccisi, per insegnare all'umanità a  non ricadere nella barbarie del crimine. L'Italia si è data una legge per ricordare l'Olocausto  e l'orrore
del nazifascismo e dei suoi campi di sterminio. In effetti il ricordo dei crimini di Hitler non è mai diventato condanna o rifiuto del popolo tedesco ma della terribile ideologia che originò gli orrori più
spaventosi del novecento.Quindi ricordare non vuol dire odiare indiscriminatamente coloro dai quali è venuto il male, la tragedia per milioni di esseri umani ma liberarci e distanziarci dalle ideologiche che
discriminano per pregiudizi razzisti o odio politico e sociale.
  Ma, nonostante sia viva la memoria dell'OLocausto ed è diventato addirittura reato penale negarlo in alcuni paesi europei e qualcuno sia finito in carcere come "negazionista", pare che non abbiamo imparato niente dagli errori e dai delitti dei nostri predecessori. Israele, Nazione nata per dare un focolare agli ebrei dopo lo sterminio di gran parte di loro, tiene in oppressione la popolazione palestinese rinchiusa  da un grande muro che, d'accordo con gli Egiziani, sta rendendo ancora più impenetrabile. Un milione e mezzo di esseri umani sono privati della libertà, del pane,di quanto serve alla vita e impazziscono in una striscia di terra dove sono stipati attorno alle rovine della loro città rasa al suolo ed avvelenata dall'uranio e dal fosforo che fanno nascere bambini deformi, mostriciattoli inguardabili. Ricordare i crimini di Hitler e di Mussolini e ripeterli contro bambini inermi
tenuti prigionieri, donne e uomini incarcerati e spesso torturati soltanto perchè legittimamente resistenti al nemico occupante, è schizzofrenico. Non fare agli altri quanto non vorresti fosse stato mai fatto a te!
  Da anni l'Occidente è sottoposto ad una propaganda non diversa da quella nazista degli anni trenta. Allora erano gli ebrei ed i bolscevichi le bestie nere additate al ludibrio ed all'odio degli europei, il pericolo da esercizzare con la violenza e l'odio. Oggi, la bestia nera è l'Islam ed una martellante propaganda di gran parte dei massmedia diffonde paure e spaventi tra la popolazione. Si scrive e si sostiene che l'Islam ha un programma di conquista del mondo, per la costruzione di un sultanato universale e la nostra sottomissione ad esso. Si favoleggia di un conflitto di civiltà che metterebbe in pericolo il nostro futuro e si occupano militarmente nazioni come l'Afghanistan, l'Iraq violentando le loro culture ed il loro assetto giuridico. Tornano le leggi razziali a suo tempo volute da Mussolini contro gli ebrei ed ora dall'Italia democratica contro i migranti che se perdono il lavoro e diventano "clandestini" vengono imprigionati e le loro famiglie smembrate! Dietro la spinta espansionistica verso oriente degli USA vengono indurite le leggi sulla sicurezza e vengono progressivamente smantellate le garanzie ed i diritti. La Patriot Act ha fatto scuola. Gli inglesi si accingono a controllare le città con aerei drone. Gli aeroporti sono diventati luoghi nevrastenici in cui si rischia di essere arrestati o uccisi per un gesto sospetto. Gli americani, nella indifferenza del mondo, tengono prigionieri e torturano persone  definite "terroriste" e che magari sono soltanto patrioti o persone del tutto innocenti. Possiamo definire Guantanamo un lagers hitleriano? Quale diritto hanno gli Usa di privare i prigionieri di Guantanamo dei loro diritti e di escluderli da ogni contatto con le loro famiglie e con il mondo?
  Gli zingari che ieri venivano inceneriti ad Auschwitz   hanno avuto la loro shoah ( porrajmos)
che travolse agli inferi almeno centinaia di migliaia di loro oggi sono soggetti a linciaggio
ed alla intensa propaganda razzista anche di tanti amministratori pubblici. I loro campi vengono demoliti con le ruspe da squadre di militari che non hanno riguardi neanche per i quaderni di scuola dei bambini; se incappano in un reato vengono condannati al massimo della pena o addirittura senza colpa come accade alla ragazza di Ponticelli.
 A che serve la giornata della memoria se la sua celebrazione non induce a criticare e condannare il razzismo e la guerra? Rosarno ha avuto le caratteristiche di un pogrom anche se non ci sono stati gravissimi fatti di sangue. C'è una contraddizione tra la Memoria dell'Olocausto e le leggi recentemente varate dal Parlamento italiano e la predicazione dell'odio contro vittime dipinte come potenziali aggressori.
  Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: aprile redazione
Sent: Monday, January 25, 2010 6:55 PM
Subject: : Sconfitto il teorema D'Alema

 SCONFITTO IL TEOREMA D'ALEMA

 Il dirigente politico più scafato del PD ha enunziato a suo tempo il  teorema: l'Italia ha una maggioranza di destra, per vincere la sinistra deve diventare destra. Questo teorema è stato incarnato dal PD che non è l'erede dell'Ulivo. L'ultima disastrosa esperienza del governo Prodi era già in fase di profonda degenerazione e negazione del programma dell'Ulivo basato sulla coesione sociale. Il PD ha fatta sua la linea liberista della destra italiana a cominciare dalla sua espressione più feroce: la legge Biagi. D'Alema è stato tra i primi a teorizzare la fine del posto fisso  (mi consento una battuta politicamente scorretta: non per i suoi figli) e la privatizzazione dei servizi comunali. Queste due scelte costituiscono una strizzata d'occhio ai ceti privilegiati della società italiana ma non hanno sortito l'effetto di spostarne ragguardevoli quote verso il PD. Cartucce sparate a vuoto  Ha anche voluto rassicurare l'area dottrinaria più intransigente del governo USA prestandosi al bombardamento di Belgrado, un vero e proprio crimine  che ha ripetuto una aggressione che la Serbia aveva subito dal nazifascismo. Nel gruppo parlamentare del PD sono presenti deputati e senatori impegnati a lavorare, spesso nell'ombra ma con la complicità del silenzio della CGIL rigidamente controllata da una burocrazia quasi tutta pd, per demolire quanto resta di una legislazione dei diritti dei lavoratori. Si toglie ai dipendenti la possibilità che hanno tutti i cittadini di avere un giudice a cui ricorrere e si toglie al giudice la possibilità di intervenire nel contenzioso del lavoro! Pietro Ichino, in una recente lettera al Corriere della Sera, sconsigliava una politica di ammortizzatori sociali perchè  impoltronirebbe i disoccupati e non li indurrebbe a cercarsi un'altra occupazione. La Confindustria è presente in modo significativo tra i parlamentari pd ed è la vera artefice della sua politica economica e sociale.
 IL teorema D'Alema, fatto proprio da Bersani che, dopo la sconfitta pugliese dice: "la linea non cambia" vuole rovesciare del tutto e definitivamente le alleanze, isolare la sinistra, stare al centro (che in Italia è destra) con l'UDC di Casini, partito del genero di Caltagirone e di quella parte della vecchia DC che, con Cuffaro e tantissimi altri, nel Mezzogiorno d'Italia non ha ritenuto di stare con la Margherita. D'Alema rinnova il patto delle triglie fatto anni orsono con Buttiglione. Che l'UDC usi due forni e si allei anche con il PDL non lo turba minimamente dal momento che è proprio con il PDL che vuole riformare la Costituzione e realizzare il presidenzialismo e la definitiva passivizzazione dello elettorato che dovrebbe limitarsi a dire si o no.
 Ma questa linea che ha la sua rotta strategica a destra crea contorcimenti, scontenti, sconquassi da parte di quello elettorato già comunista o cattolicoo che trova ancora una sua debole eco in Rosy Bindi la quale stamane ha mormorato: forse era meglio se avessimo scelto Niki Vendola sin dall'inizio. Non è possibile saldare a destra un elettorato vittima della destra, mettere insieme il ragazzo che guadagna quattrocento euro al mese ed il suo datore di lavoro-sfruttatore. La borghesia italiana è una delle più ingorde e barbare del mondo.  Oramai ha la certezza di avere due grandi partiti che controllano il Parlamento e che faranno tutto quello che le aggrada. E' insaziabile come abbiamo visto dallo scandaloso trattamento inflitto ai lavoratori africani di Rosarno o agli schiavi cinesi di Prato che lavorano per conto di grossi esportatori che li hanno sostituito ai lavoratori toscani. Ogni giorno il suo governo attacca il welfare e provoca la gente con le ingiurie di Brunetta. Il PD è parte integrante della nomenclatura, della oligarchia di una casta  che difende a spada tratta, protetta dal Quirinale, i suoi privilegi. Il sistema della creazione di un ceto politico permamente a tutti i livelli ben retribuito, ben pasciuto, è andato assai avanti ed ogni tanto mostra qualcuno dei suoi modi di vivere al disopra delle righe ma rigorosamente a spese dei contribuenti come si evince dallo scandalo di Bologna in cui vengono raccontati sette o otto viaggi intercontinentali di Del Bono del tutto inutili per le finalità istituzionali dell'ente che si rappresenta. Viaggi ai quali non solo si invitano le amanti o i familiari ma, come abbiamo visto con
la Lonardo qualche tempo fa, anche centinaia di persone che vanno a fare shopping nella Quinta Strada.
  La vittoria di Niki Vendola è la vittoria di una esperienza di governo regionale in cui le risorse sono state spese per migliorare davvero la qualità della vita della gente e per aiutare i più deboli. La Puglia è una Regione che sfugge al controllo dei comitati di affari anche se è stata in pericolo di esserne inquinata e travolta.  Nichi Vendola, vincendo, ha sconfitto anche se stesso. La scelta di scindere Rifondazione Comunista a favore di un assemblement coi socialisti e con l'ala mussiana del PCI si è dimostrata sbagliata e contraddittoria rispetto il suo stesso afflato sociale e popolare. L'appoggio ricevuto da Ferrero è un dato positivo di ricomposizione e riaggregazione dopo anni di sgretolamento. Può riprendere forza la sinistra italiana che ha una immensa forza oggi dispersa. Il PD che, d'accordo con Berlusconi, ha espulso dal Parlamento i verdi ed i comunisti
perderà il suo elettorato di sinistra che prima o poi si accorgerà di stare in un posto sbagliato.Vendola
ha vinto facendo uso strategico delle risorse per lo sviluppo della sua Regione ed il benessere dei suoi abitanti.
Ha mostrato che c'è spazio e grandissima domanda per una politica realmente di sinistra, innovativa, capace di lievitare la crescita.
  In fondo D'Alema è coerente con la linea rinunziataria proclamata da Berlinguer già nel 1973 con la teoria del compromesso storico e della Nato ombrello riparatore dall'URSS e con la disgraziata scelta della Bolognina di Occhetto che ha rinunziato al comunismo ma anche al socialismo socialdemocratico per approdare direttamente all'amerikano  partito democratico del tutto estraneo alla cultura del grande appassionato popolo della sinistra italiana.
  Bisogna che Vendola vinca le elezioni in Puglia per fare dilagare un nuovo progetto politico. Sono certo che molti di coloro che hanno proposto Boccia non lo voteranno e si sentono più vicini al candidato della destra. Ma quando il popolo di sinistra ha fiducia nella sua dirigenza e nelle sue idee in Italia è capace di fare grandi cose. Una volta ha persino sorpassato la DC!!
  Pietro Ancona
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Sent: Monday, January 25, 2010 3:24 P
Subject: salario minimo garantito

la risposta che dà Ferrero alla provocazione di Brunetta, degno pellegrino di Hammamet,
è sbagliata. La questione dei bassi  salari dei giovani precari italiani non si risolve per via fiscale ma stabilendo una garanzia di legge, erga omnes. I giovani precari italiani oggi sono pagati due o tre euro l'ora. Basterebbe fissare il Salario Minimo Garantito ad almeno 7 euro l'ora. Non capisco perchè i bassi salari delle aziende siano diventati tabù intoccabili per la CGIL e per la sinistra italiana!
E' sconcertante che la gente che porta all'estero centinaia di miliardi di euro sottratti ai salari debba vedersi favorire dallo Stato per mantenerli bassi!
 Pietro Ancona

http://www.leggo.it/articolo.php?id=43301&sez=CRONACA&ctc=20

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Sent: Tuesday, January 26, 2010 9:59 AM
Subject: politici globe trotters


 Praga, Gerusalemme, Pechino, New York, Parigi, Messico, Santo Domingo:  sette dei viaggi compiuti dal Sindaco di Bologna di cui abbiamo notizia perchè oggetto di verifiche da parte della magistratura.
 Pare di capire che ci siano altri viaggi. E' veramente stupefacente la quantità e la destinazione dei viaggi di un solo amministratore. Naturalmente sono stati tutti spesati con dovizia di rimborso-spese essendo il politico globe trotter equiparato nei regolamenti alle cariche più alte. Tra questi viaggi risulta come destinazione anche Cancun in Messico, una rinomata località turistica affacciata sul Mare dei Caraibi. Che cosa ci poteva essere di tanto importante per la Regione Emilia-Romagna in un posto come questo?
 L'Italia ha qualcosa come  seimila comuni, centoventi province, venti regioni e tanti tanti enti pubblici o semipubblici di vario genere. Gli amministratori sono tutti stipendiati ed hanno autonomia di gestione della quale profittano fino in fondo. Guai a mettere in discussione la sacra "autonomia" degli enti locali. La grande tradizione municipalistica italiana che risale alle Repubbliche Marinare, ai Comuni ed alle Signorie e pronta ad insorgere subito. Ne vedremo di belle quanto entreranno a regime
le norme del federalismo fiscale. Se si facesse il conto dei viaggi compiuti dagli amministratori e dai loro seguiti raggiungeremmo cifre astronomiche, milioni di chilometri. Tutti viaggiano per i motivi più vari. Gli amministratori dell'Amia di Palermo si recavano dieci volte l'anno negli Emirati Arabi. Se si fruga senza troppa disattenzione tra le note spese presentate e riscosse dalla folla di voraci gaudenti
per i quali non c'è mai crisi troveremmo stranezze incredibili. Naturalmente, è tutto legale. Quando c'è l'illegalità un opportuna leggina ci mette rimedio come quella che consente all'aereo di Stato a disposizione del Presidente del Consiglio di imbarcare ospiti personali.
 Il ceto politico, i suoi parenti e famuli è diventato una enorme sanguisuga che riesce a drenare denaro e privilegi da una pubblica amministrazione tenuta in vita da tasse sempre più gravose da sopportare.
 Il suo costo è diventato troppo oneroso ed il suo distacco dalla gente sempre più incolmabile. L'omertà al suo interno è di stampo camorristico. Bertinotti giustificò l'uso dell'aereo di Stato fatto da Mastella per assistere ad una partita di calcio con il figlio ed altri amici un "risparmio" e non si limitava
da Presidente della Camera nelle trasferte . Brunetta gratta dallo Stato centinaia di migliaia di euro l'anno che somma al suo stipendio di professore e chiede ai pensionati di rinunziare ad una parte delle loro misere pensioni per i giovani precari pagati a due euro l'ora da imprenditori che imboscano all'estero centinaia di miliardi di euro.
 Una situazione del genere non può durare a lungo. La corda è troppo tesa ma l'attenzione dei politici
è concentrata sul  rebus di come evitare a Berlusconi i processi o nelle alleanze di Palazzo con l'UDC piuttosto che con l'odiata sinistra proletaria.
 Cresce tra la gente insoddisfazione ed anche odio. Non è detto che la sopportazione di squilibri e diseguaglianze possa durare in eterno. L'Italia ha ancora una cultura della coesione e dei diritti. Non è l'America che si rassegna a vivere in tenda e sopporta il peso della prepotenza dei banchieri facendosi abbindolare dalle bugie di Obama. L'Italia non sopporterà a lungo il calvario di cinque milioni di biagizzati a 400 euro al mese. Milioni di lavoratori sono sottomessi ad un logoramento dei loro salari
 a cui la CGIL vorrebbe mettere una pezza con qualche beneficio fiscale non rendendosi conto di diventare complice di una situazione insopportabile. La crisi è certamente oggettiva ma la sua gestione è odiosamente di parte. Prima o poi tutta la sofferenza sociale oggi compressa verrà alla luce!
 Pietro Ancona
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Sent: Thursday, January 28, 2010 11:04 AM
Subject: IL suicidio della CGIL


 Il suicidio della CGIL
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 Con un anticipo di oltre quaranta giorni che contrasta con la drammatica condizione dei lavoratori italiani che precipita di giorno in giorno per una crisi dell'occupazione e dei salari causata in gran parte da scelte di convenienza e di lucro del padronato, la CGIL annunzia uno sciopero generale per il dodici marzo prossimo. C'è un passo avanti rispetto la manifestazione del 15 novembre scorso perché si farà in un giorno lavorativo e quindi assumerà un significato che si collocherà dentro il rapporto di lavoro e non soltanto verso il governo ma si tratterà ancora una volta di una battaglia perduta in partenza dal momento che le rivendicazioni sono limitate, cannoni caricati a salve o al massimo con proiettili di gomma destinati a rimbalzare e non produrre che il grande fracasso massmediatico dei pennivendoli di regime che si scateneranno per sbranare la CGIL che si "isola"
da Cisl ed Uil, è vetero-sindacalista, incapace di capire la "modernità" etcc...etc... In sostanza, lo
sciopero deluderà le attese della classe lavoratrice senza peraltro essere gradito dal padronato, dalla destra e dal suo governo. Tutti faranno a gara per mettere alla gogna il grande e comunque temuto sindacato italiano perchè rompe l'omertà (Sacconi la chiama complicità) delle forze politiche e sindacali tutte protese ad ingraziarsi i favori della Confindustria.
 
Lo sciopero si farà su tre punti che riguardano la politica economica, il fisco, l'immigrazione. Sul primo punto non si dice niente sulle privatizzazioni diventate davvero pericolose non soltanto per
l'aumento delle bollette, dal momento che la maggior parte di esse si fanno in regime di monopolio, ma anche perché  sostituiscono pezzi sempre più estesi di occupazione pubblica con quella privata e sottopagata. Non è raro incontrare negli ospedali infermieri collocati da cooperative fasulle e agenzie pagati al quaranta per cento in meno dei loro colleghi.
Il secondo punto riguarda il fisco. La CGIL chiede delle cose che sono sicuramente sacrosante ma che calate nell'inferno dei salari di oggi avranno effetti insignificanti, meschini. Dare qualche euro in più attraverso la manovra fiscale non cambierà se non impercettibilmente la busta paga.   Oggi la questione più importante è
l'aumento dei salari e sopratutto la richiesta di una legge per il Salario Minimo Garantito  per tagliare l'artiglio a quanti se la cavano con due o tre euro l'ora specialmente per i biagizzati e gli immigrati.
 Avere una legge sul Salario Minimo Garantito significherebbe mettere un fondo al pozzo senza fine
di salari sempre più bassi. Abbiamo un padronato che non si vergogna di offrire soltanto cento euro al mese ad un giovane laureato. Il SMG non dovrebbe essere inferiore  a sette euro l'ora. Diventerebbe strumento di liberazione e di unificazione di lavoratori bianchi e neri ed avrebbe l'effetto di spingere verso l'alto i salari oggi inferiori del quaranta per cento a quelli inglesi, tedeschi o francesi.
  A chi gli chiedeva cosa ne pensasse della scala mobile Epifani ha risposto di esserne stato sempre nemico fin dal 1984 e dichiarandosi offeso con la Marcegaglia che gli attribuiva una qualche tentazione al suo ripristino. Bisogna invece recuperare la scala mobile.
  Mentre l'inverno più gelido è caduto sui lavoratori che si buscano la bronco-polmonite a fare gli stiliti del ventunesimo secolo sulle torri delle aziende, alla Camera Cazzola, Ichino ed altri lavorano silenziosamente per distruggere il poco che resta di protezione dalla schiavizzazione. A differenza di tutti i cittadini italiani i lavoratori non avranno più diritto ad un giudice ma si dovranno accontentare di un arbitro che deciderà della loro vita una sola volta. Il giudice non potrà intervenire anche se lo volesse. L'art.18 e lo Statuto dei Diritti vengono aggirati da esperti manipolatori del diritto che hanno studiato tutte le astuzie immaginabili per mettere i dipendenti nelle mani dei loro datori di lavoro.
  Perchè la CGIL abitata da milioni di lavoratrici e lavoratori tra i più coscienti, colti, informati e combattivi che abbia il Paese, si comporta in questo modo? Perchè dopo avere assistito inerte a tutte le devastazioni del liberismo selvaggio, scroccone, parassitario  giocando di rimessa e fingendo di accettare per "modernità" cose più vecchie del cucco, offre ai lavoratori una lotta che è un gioco di
specchi che non produrrà niente?  Qui il discorso  riguarda la sua natura ed il suo prossimo Congresso. La CGIL è "controllata" da una  struttura di "funzionari" la cui legittimazione non viene dagli iscritti ma dall'appartenza al PD. Ai miei tempi c'erano due o tre correnti politiche ai quali si riferivano i quadri dell'apparato che si richiamavano ai socialisti ed ai comunisti. Oggi il riferimento è
quasi assoluto al PD il quale concede alla CGIL soltanto lo spazio "fisco" sul quale operare. Soltanto un cambiamento di linea del PD potrà restituire ai lavoratori la loro forte e gloriosa CGIL
che ha segnato con le sue lotte e le sue conquiste la storia civile dell'Italia. Ma questo non sarà possibile. Il PD è con Ichino che vorrebbe abolire gli ammortizzatori sociali perchè impoltroniscono i disoccupati. Il PD è con Letta che ha imposto, seppur attraverso i contratti di categoria, l'accordo separato sulla riforma della contrattazione.
Detto tutto questo, mi auguro che lo sciopero abbia comunque un grande successo e sia capace di suscitare grandi emozioni nell'opinione pubblica. A volte una cosa partita male può essere trasformata dalla gente e dai suoi bisogni e diventare altra, utile a fare riflettere e a fare cambiare il corso della storia.
Pietro Ancona
                                                                           ****

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Sent: Wednesday, January 27, 2010 8:37 AM
Subject: LA GIORNATA DELLA MEMORIA E L'IPOCRISIA


 LA GIORNATA DELLA MEMORIA E L'IPOCRISIA

  C'è chi pensa che la memoria sia negativa perchè tiene sempre vive ed aperte le ferite, divide i popoli
coltiva l'odio per i torti subiti e quindi sarebbe meglio l'oblio, vivere nel presente guardando al futuro e rimuovere gli elementi di divisione e di rancore. Altri pensano che la memoria sia giusta, per non dimenticare il martirio di quanti furono ingiustamente perseguitati ed uccisi, per insegnare all'umanità a  non ricadere nella barbarie del crimine. L'Italia si è data una legge per ricordare l'Olocausto  e l'orrore
del nazifascismo e dei suoi campi di sterminio. In effetti il ricordo dei crimini di Hitler non è mai diventato condanna o rifiuto del popolo tedesco ma della terribile ideologia che originò gli orrori più
spaventosi del novecento.Quindi ricordare non vuol dire odiare indiscriminatamente coloro dai quali è venuto il male, la tragedia per milioni di esseri umani ma liberarci e distanziarci dalle ideologiche che
discriminano per pregiudizi razzisti o odio politico e sociale.
  Ma, nonostante sia viva la memoria dell'OLocausto ed è diventato addirittura reato penale negarlo in alcuni paesi europei e qualcuno sia finito in carcere come "negazionista", pare che non abbiamo imparato niente dagli errori e dai delitti dei nostri predecessori. Israele, Nazione nata per dare un focolare agli ebrei dopo lo sterminio di gran parte di loro, tiene in oppressione la popolazione palestinese rinchiusa  da un grande muro che, d'accordo con gli Egiziani, sta rendendo ancora più impenetrabile. Un milione e mezzo di esseri umani sono privati della libertà, del pane,di quanto serve alla vita e impazziscono in una striscia di terra dove sono stipati attorno alle rovine della loro città rasa al suolo ed avvelenata dall'uranio e dal fosforo che fanno nascere bambini deformi, mostriciattoli inguardabili. Ricordare i crimini di Hitler e di Mussolini e ripeterli contro bambini inermi
tenuti prigionieri, donne e uomini incarcerati e spesso torturati soltanto perchè legittimamente resistenti al nemico occupante, è schizzofrenico. Non fare agli altri quanto non vorresti fosse stato mai fatto a te!
  Da anni l'Occidente è sottoposto ad una propaganda non diversa da quella nazista degli anni trenta. Allora erano gli ebrei ed i bolscevichi le bestie nere additate al ludibrio ed all'odio degli europei, il pericolo da esercizzare con la violenza e l'odio. Oggi, la bestia nera è l'Islam ed una martellante propaganda di gran parte dei massmedia diffonde paure e spaventi tra la popolazione. Si scrive e si sostiene che l'Islam ha un programma di conquista del mondo, per la costruzione di un sultanato universale e la nostra sottomissione ad esso. Si favoleggia di un conflitto di civiltà che metterebbe in pericolo il nostro futuro e si occupano militarmente nazioni come l'Afghanistan, l'Iraq violentando le loro culture ed il loro assetto giuridico. Tornano le leggi razziali a suo tempo volute da Mussolini contro gli ebrei ed ora dall'Italia democratica contro i migranti che se perdono il lavoro e diventano "clandestini" vengono imprigionati e le loro famiglie smembrate! Dietro la spinta espansionistica verso oriente degli USA vengono indurite le leggi sulla sicurezza e vengono progressivamente smantellate le garanzie ed i diritti. La Patriot Act ha fatto scuola. Gli inglesi si accingono a controllare le città con aerei drone. Gli aeroporti sono diventati luoghi nevrastenici in cui si rischia di essere arrestati o uccisi per un gesto sospetto. Gli americani, nella indifferenza del mondo, tengono prigionieri e torturano persone  definite "terroriste" e che magari sono soltanto patrioti o persone del tutto innocenti. Possiamo definire Guantanamo un lagers hitleriano? Quale diritto hanno gli Usa di privare i prigionieri di Guantanamo dei loro diritti e di escluderli da ogni contatto con le loro famiglie e con il mondo?
  Gli zingari che ieri venivano inceneriti ad Auschwitz   hanno avuto la loro shoah ( porrajmos)
che travolse agli inferi almeno centinaia di migliaia di loro oggi sono soggetti a linciaggio
ed alla intensa propaganda razzista anche di tanti amministratori pubblici. I loro campi vengono demoliti con le ruspe da squadre di militari che non hanno riguardi neanche per i quaderni di scuola dei bambini; se incappano in un reato vengono condannati al massimo della pena o addirittura senza colpa come accade alla ragazza di Ponticelli.
 A che serve la giornata della memoria se la sua celebrazione non induce a criticare e condannare il razzismo e la guerra? Rosarno ha avuto le caratteristiche di un pogrom anche se non ci sono stati gravissimi fatti di sangue. C'è una contraddizione tra la Memoria dell'Olocausto e le leggi recentemente varate dal Parlamento italiano e la predicazione dell'odio contro vittime dipinte come potenziali aggressori.
  Pietro Ancona
                                                                             ****

 
 
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From: <pietroancona@tin.it>
To: <pane-rose@tiscali.it>
Sent: Friday, January 29, 2010 5:11 PM
Subject: C'era Dio ad Auschwitz? C'è Dio a Gaza?

  I discorsi di Wiesell, di Fini e di Napolitano pronunziati alla Camera dei Deputati hanno dato una impostazione alla celebrazione della memoria dell'Olocausto inaccettabile e da iscrivere nella guerra di aggressione scatenata dall'Occidente dopo l'11 settembre contro una parte dei popoli di fede islamica come l'Iraq, l'Afghanistan, guerra che si vorrebbe estendere all'Iran, allo Yemen, al Pakistan, alla Somalia, al Caskmir.....Guerra che ha provocato milioni di morti e devastazioni immani in meno di dieci anni.   La parole di Fini: "L’odio antiebraico si indirizza oggi, in particolare, contro lo Stato d’Israele. L’antisionismo nega la fonte ispiratrice dello Stato ebraico, attaccando ieri le ragioni della sua nascita e oggi della sua sicurezza. Lo ha di recente ribadito il Presidente Napolitano affermando che l’antisemitismo “va combattuto anche quando esso si traveste da  antisionismo”.  Dobbiamo essere consapevoli che oggi quando si parla di distruggere Israele, si parla nuovamente di sterminare gli ebrei, e lo dimostra una quantità di inquietanti episodi, a partire dai proclami non solo di tante organizzazioni estremiste e integraliste ma purtroppo anche di Capi di Stato, nei confronti dei quali – è mia personale opinione – è troppo flebile la protesta della Comunità internazionaleraico si indirizza oggi, in particolare, contro lo Stato d’Israele. ."   Sono parole estremamente gravi e bellicose che legano in modo sbagliato la Schoah allo Stato di Israele e riducono a razzisti antisemiti quanti criticano o non condividono o combattono le posizioni dello Stato di Israele. Si trasferisce l'odio contro Hitler ed il nazismo ai palestinesi. Non si può sacralizzare uno Stato che ha dentro di se profonde aberrazioni razziste non solo verso i non ebrei ma tra gli stessi ebrei, che distrugge con un progetto di pulizia etnica le abitazioni e le proprietà dei palestinesi nella città una volta universale e simbolo di pace di Gerusalemme che oggi si vuole ridurre  a città  popolata  soltanto da ebrei negata a tutte le altre etnie e religioni.  Le richiesta di Wiesel all'Italia di approvare una legge antikamikaze, di arrestare il Presidente dell'Iran se esce dai confini del suo Stato, di continuare la linea criminale e genocida dell'isolamento internazionale dell'Iran non sono nè serene, nè ascrivibili ad una linea di pacificazione. Si vuole la soluzione finale dei palestinesi chiusi all'esterno da muri che ne impediscono la libertà e dall'interno insidiati da coloni sionisti armati e protetti dall'esercito che rendono la vita difficile all'interno dei grandi lagers di Gaza e della Gisgiordania.   Non è condivisibile il silenzio sui cinquecento bambini detenuti in Israele e per i quali c'è il sospetto di esperimenti mostruosi. Non è condivisibile il silenzio sulle duemila donne e sui ventimila uomini detenuti, a volte da diecine di anni, senza alcuna ragione se non quella di essere stati patrioti e di avere lottato per la libertà del loro  popolo. Dio non c'era ad Auschwitz  e non c'è a Gaza.  La Schoah non può diventare uno spot propagandistico pro-Israele e la giustificazione del suo comportamento disumano come potenza occupante. Legare la Shoah alla sicurezza di Israele è sbagliato ed espone la Memoria del grande delitto contro l'umanità all'odio ed alle divisioni di oggi.   Wiesell è venuto ad incitare l'Occidente a non trattare con l'Iran. Non trattare vuol dire prepararsi alla guerra che potrebbe essere di sterminio data la potenza nucleare di israele e quella degli USA. Esprimersi cosi nel giorno della memoria non è accettabile. Non accetto che la memoria dei miei parenti scomparsi nei lagers serva ad attizzare odio verso i palestinesi del tutto innocenti ed ebrei di oggi.  Pietro Ancona


                                                    
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From: pietroancona@tin.it
To: job@imgpress.it
Sent: Sunday, January 31, 2010 9:48 PM
Subject: nicola Capria


  Ricordo di Nicola Capria

 Oggi anniversario della morte di Nicola Capria, eminente figura del socialismo siciliano, studioso di problemi sociali e meridionalista, più volte al Governo della Regione e dello Stato. E' stato ricordato dai socialisti siciliani con emozione ed affetto. Gli volevamo bene e siamo rimasti sconvolti per come ha vissuto l'ultima parte della sua esistenza, lontano dalla sua terra che tanto amava.  Ricordo che non cessava mai di pensare, di elaborare nuove idee, di esplorare con nuove analisi la realtà. Sebbene sia stato sempre al potere non ha mai assunto la forma mentis del politico professionista che oggi è diventata assai comune nè dell'uomo che  esaurisce nell'azione di governo tutta la propria azione. Leggeva sempre di tutto e non cessò mai di dibattere le questioni sociali specialmente legate al meridionalismo.
 Sono stato segretario generale della CGIL siciliana ed avevo spesso motivo di incontrarlo per ragioni legate ai lavoratori. Era rispettoso dell'autonomia del sindacato e non si rivolse mai ai sindacalisti socialisti della CGIL in termini di fazione. Sapeva ascoltare le ragioni del lavoro e sentiva profondamente i bisogni delle masse popolari siciliane.  Visse il periodo della grande illusione autonomistica della regione-imprenditrice che tuttavia non diede i risultati che avevamo sperato ma che tuttavia resta ancora una valida alternativa. Il metanodotto che da trenta anni fornisce energia all'Italia è  stata in gran parte opera del gruppo dirigente siciliano del psi . Nicola Capria ha dato un fondamentale contributo alla sua realizzazione quando gli studi dell'EMS per le condotte sottomarine venivano giudicate avventuriste.  Il metanodotto è stata anche una grande opera di pace che avrebbe potuto dare fecondi sviluppi  dell'area del mediterraneo se non fosse stato sottratto del tutto ad una
politica di cooperazione.
  Mi piace ricordare che nè Nicola Capria nè il gruppo dirigente siciliano fummo  mai craxiani  pur non opponendoci alla sua politica. Le radici politiche di Capria ma anche di Lauricella e di  quasi tutti noi
furono diverse da quelle che originarono il craxismo. Il socialismo di  Capria non era corsaro, non
era rivolto alla conquista purchesia del potere, ma una politica per il lavoro e lo sviluppo del Mezzogiorno. Salvemini e Rodolfo Morandi ispirarono molte delle sue azioni.
 Pietro Ancona
socialista e già segretario generale della CGIL siciliana

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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Saturday, January 30, 2010 11:56 AM
Subject: : la Confindustria dentro il Congresso CGIL


La Confindustria dentro il Congresso CGIL

  Da un pezzo notiamo assonanze tra la  Marcegaglia ed Epifani. Mentre una parte della destra  rappresentata da Sacconi   vorrebbe la ghettizzazione della CGIL  e la sua chiusura nel lazzaretto degli intoccabili, la Marcegaglia ha sempre tenuto aperto un filo di dialogo con questa  naturalmente  all'interno di una sua  strategia di egemonia sociale e culturale. La CGIL annunzia uno sciopero prevalentemente rivolto a chiedere riduzioni fiscali. La Marcegaglia ed il giornale della Confindustria
contemporaneamente chiedono una riforma fiscale e, se da un lato lodano Tremonti per avere evitato all'Italia la fine della Grecia, dall'altra diventano  sempre più insistenti nella richiesta di diminuire le tasse.Insomma un contrappunto che è anche gioco delle parti.  Io giudico la linea della CGIL incentrata ad una difesa dei salari soltanto attraverso il fisco  perdente e deleteria per i lavoratori. Intanto ogni diminuzione del fisco si riflette a breve o lunga scadenza sulla diminuzione del welfare. Meno entrate fiscali è meno scuola, meno sanità, meno pensioni e meno salario differito sotto forma di servizi.  La diminuzione del fisco non conviene ai lavoratori ed al progetto di vita delle loro famiglie. Abbiamo visto il disastro provocato dall'abbattimento dell'Ici. Infatti meno tasse significano spiccioli in più per ogni singolo lavoratore e tanti miliardi in meno per lo Stato! Inoltre affrontare come tema centrale di uno sciopero soltanto la questione fiscale significa fare un favore alla Marcegaglia ed ai datori di lavoro: si lancia un messaggio che esclude aumenti salariali in busta paga. Insomma sembra che mentre la Cisl e l'Uil abbiano un asse con il governo e la destra italiana, esista un altro asse tra la Confindustria, il PD e la CGIL  fondato su  scelte del maggiore sindacato italiano basate su richieste di politiche economiche fotocopiate dall'ufficio studi della Confindustria e su un gioco di rimessa nella vicenda sociale. Insomma la Confindustria sta a monte e determina gli eventi, la CGIL si colloca a valle e cerca in qualche modo, dove proprio non può farne a meno, la riduzione del danno.
  Scoppiato lo scandalo nella CGIL dei voti congressuali con l'autosospensione dei rappresentanti della mozione due dalla Commissione di Garanzia, trovandosi Epifani in evidenti difficoltà, la Confindustria interviene nel dibattito CGIL con un  occhiuto articolo sarcastico del Sole 24 ore che attacca
Bertinotti e Cofferati per il loro sostegno alla mozione due. Li definisce "il gatto e la volpe" ed invita
Epifani a fare come Mourinho cioè a fottersene di coloro che dissentono ed andare avanti per la sua strada.
 Una strada che conduce all'inferno dal momento che la CGIL per quanto abbia una dirigenza di destra è vissuta dai lavoratori italiani come il  loro  Sindacato per antonomasia essendo sempre vivo il suo grande mito costruito negli anni che vanno da Di Vittorio a Luciano Lama. La CGIL non può assistere ancora per molto tempo allo schiavismo imposto a cinque milioni di persone con la legge Biagi. Quanto tempo potranno resistere i giovani a 400 euro al mese? Fino a quando le loro famiglie continueranno ad aiutarli forse si rassegneranno  a subire ma la corda è troppo tesa e rischia di spezzarsi.
La CGIL non può continuare ad assecondare le privatizzazioni che comportano aumenti delle bollette,
che falciano gran parte degli stipendi e dei salari. La CGIL non può assistere ancora per molto ai licenziamenti per aziende che chiudono senza altra ragione che la ricerca di profitti ancora più grassi.
 Sebbene la mozione Due non sia coraggiosa nell'affrontare i "fondamentali" della sofferenza operaia
essa è già stata criminalizzata dalla Confindustria e dal corteo di pennivendoli che un giorno si e l'altro no predicano la "modernità" consistente nella supina accettazione di salari sempre più bassi, uno Stato sempre più asservito ai privati, tutto per la gloria di quanti ogni estate si radunano a gozzovigliare  nel mare antistante Villa Certosa con le loro "barche" miliardarie attorno al capo della destra.
  Le due mozioni che si contendono il Congresso della CGIL sono aldisotto della linea che potrebbe garantire la resurrezione dei lavoratori italiani dopo anni di sprofondamento nel pozzo delle sconfitte sociali. Bisognerebbe chiedere poche cose essenziali per il ribaltamento di uno stato di cose che sta riducendo venti milioni di persone e le loro famiglie alla povertà ed all'emarginazione: abolizione della legge Biagi, Salario Minimo Garantito, nazionalizzazione dei settori essenziali dell'economia, fine delle privatizzazioni ed abolizione immediata di tutte quelle che agiscono in regime di monopolio a cominciare dall'acqua.
  Le due mozioni congressuali sono distanti anni luce da queste rivendicazioni.
  Ma un Congresso, come uno sciopero, potrebbero dire cose diverse da quelle che si vorrebbe che
dicessero. Può sfuggire di mano alla nomenclatura  e dare una possibilità di condizionamento agli iscritti, la straordinaria base dei tesserati alla CGIL fatta di persone motivate, colte, combattive, con un vivo senso di giustizia. Nei palazzi e nei salotti le alleanze trasversali ed anomale possono fare il successo di una persona o di un gruppo. Nella coscienza profonda del Paese sono altri i valori e le bandiere da fare agitare dal vento.
  Mentre l'ombra nera della miseria si stende su intere regioni del paese, risuona come attualissimo   Carlo Marx: " I lavoratori non hanno niente da perdere al di fuori delle loro catene" che tradotto significa: l'Italia ha bisogno di socialismo!| Vale la pena di lottare per questo se vogliamo evitare di degenerare in una massa di mendicanti che pietiscono un tozzo di pane!
pietroancona
  
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/30-gennaio-2010/cgil-congresso.shtml?uuid=cc0c3a26-0d74-11df-829e-8208089d2a32&DocRulesView=Libero

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From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Monday, February 01, 2010 8:20 AM
Subject: sciopero e altro


Caro Dr.Riva,

lei si domanda perchè le piazze non si riempiono di gente che protesta per il lavoro ed i bassi salari.
La ragione è semplice: le confederazioni sindacali sono diventate puntelli della Confindustria e del sistema.
I sindacati di base che sono gli unici a muoversi sono ignorati dalla stampa.
 La gente per gridare il proprio dolore è costretta a fare come gli stiliti  e a buscarsi la broncopolmonite sui tetti.
 Cgil Cisl Uil sono interni alla logica padronale ed al massimo si limitano a chiedere una manciata di spiccioli abbattendo un pò di tasse.
 Auguri per la sua settimana.
Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: direttore@siciliainformazioni.com
Sent: Monday, February 01, 2010 4:10 PM
Subject: paura dello sciopero?

  Epifani non cessa  di stupirci. Prima proclama uno sciopero generale per il 12 marzo della sola CGIL sapendo che Cisl ed Uil non aderiranno perchè lo hanno cancellato dalle loro opzioni. La Cisl e l'Uil si sono assestate come sindacati collaborazionisti che stanno dentro la piccola nicchia concessa
loro dal Governo e dal Padronato e che riguarda essenzialmente la gestione di servizi, magari comuni,
con gli enti bilaterali che, secondo il lungimirante disegno di Sacconi  dovrebbero sostituire parti importanti del welfare e coinvolgere i sindacati soltanto a valle delle politiche decise unilateralmente
dagli imprenditori.  Sacconi la chiama "complicità". Cisl ed Uil non  faranno mai più uno sciopero generale e tendenzialmente sono portati a ridurre ogni genere di sciopero. Hanno cambiato profondamente il loro rapporto con i lavoratori, con gli stessi loro iscritti che non è più quello di Carniti e Benvenuto ai tempi della autonomia operaia e del "salario variabile indipendente". Il sindacato è diventato un momento necessario all'organizzazione sociale che amministra un potere sui lavoratori attiguo a quello dell'ufficio risorse umane delle imprese e spesso in collaborazione con questo.
 La CGIL quindi si accontenterebbe di 500 euro una tantum subito e di una promessa di alleggerimento del prelievo fiscale. E' sconcertante come questa miserabile mancia possa essere sufficiente per disdire
uno sciopero generale che certamente, anche se  meritava ragioni assai più forti per la sua proclamazione riflesse da una realtà sempre più tragica ma non accolte nella "piattaforma", non può
 essere soppresso da quella che sembra una precipitosa fuga dalle responsabilità.
 Non so che cosa sia intervenuto a spingere il segretario generale della CGIL a fare una offerta così
umiliante al Governo. Probabilmente i soloni del PD che si occupano di sindacato hanno protestato per la proclamazione dello sciopero rendendosi conto che, sebbene animato  con rivendicazioni ridicole, la situazione del paese è talmente esplosiva e drammatica che potrebbe diventare tutt'altra cosa e spingere finalmente verso quelle due o tre cose che segnerebbero davvero una inversione di tendenza: istituzione del Salario Minimo Garantito, abolizione della legge Biagi, meglioramento generalizzato dei salari e delle pensioni. Le contraddizioni sociali stanno diventando acutissime. Il Governo si rifiuta di mettere un tetto agli scandalosi stipendi e benefict dei managers che valgono ognuno di essi quanto il salario di mille o due mila operai e dall'altro ricatta i lavoratori dipendenti con
il baubau del debito pubblico che impedirebbe qualsiasi miglioramento o addirittura richiederebbe una
riduzione dei loro salari.
 Allo scandalo degli emolumenti dei managers pubblici e privati si accinge quello del costo abnorme
ed in crescita della politica. Oramai siamo a cifre che vanno ben oltre i 100 miliardi di euro l'anno e tendono a dilatarsi nel territorio. Basterebbe che il cinquanta per cento del costo dei nababbi che
vivono di politica fosse destinato ad un fondo per il sostegno delle famiglie più provate dalla crisi, per
la costruzione di alloggi popolari  e di scuole per alleviare la lunga notte dell'anno che è appena cominciato sotto i peggiori auspici. Bisognerebbe inoltre operare per ottenere un Minimo Salariale Europeo ed evitare le macellerie sociali delle fabbriche che chiudono in Italia perchè in Serbia o in Polonia i salari non superano i trecento euro mensili.
  Può darsi che il Governo accetti la proposta di Epifani. Sarà una sconfitta del Sindacato che si sarà accontentato di una modestissima mancia. Può darsi che la respinga. In questo caso si cercheranno altre ragioni per non fare uno sciopero che di giorno in giorno diventa sempre più temuto dalle oligarchie politiche.
 Se la CGIL e la sinistra continueranno a tenere un profilo basso la crisi travolgerà tutto e tutti. La sconfitta dei lavoratori sarà la sconfitta dell'Italia che diventerà sempre più iniqua e dequalificata.
 Pietro Ancona
http://notizie.virgilio.it/notizie/economia/2010/2_febbraio/01/cgil_niente_sciopero_generale_se_ce_impegno_a_sgravio_fiscale,22756436.html

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Wednesday, February 03, 2010 5:09 PM
Subject: Cronaca di una giornata qualsiasi


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 I lavoratori  dell'  Alcoa, la multinazionale USA che vuole scroccare quanto più è possibile con il ricatto,  sono accampati, nel gelo della notte, davanti al Parlamento che è riunito e discute animatamente non dei loro problemi ma di una legge per assicurare l'impunità al Capo del Governo ed all'intero Governo che dovrebbero essere esentati "per legittimo impedimento" dal presentarsi alla Giustizia. La TV rimanda immagini di un grande falò acceso in piazza  Montecitorio attorno al quale appaiono le facce serie, dure, preoccupate di lavoratori costretti a difendere l'unica possibilità che hanno nel Sud della Sardegna di lavorare. Non c'è altro. Sempre la TV, poco dopo, rimanda l'immagine oramai insopportabile del salotto di Ballarò che si apre con un pezzo d'opera di Crozza il quale si rivolge agli ospiti presenti
e li insolentisce alla stessa maniera con cui era concesso a Rigoletto di dare del cornuto al conte di Ceprano naturalmente con il tacito consenso del Duca di Mantova suo padrone. Ieri sera uno dei presenti non ha accolto ridacchiando come generalmente fanno tutti le "arguzie" del guitto ed ha risposto con pesante scortesia. Imbarazzo e  gelo. Iniziato il dibattito che riguardava in gran parte la questione "lavoro"
il casino era tale che non si capiva assolutamente niente. Ogni tanto il saltellante Floris interrompeva per la proiezione di un filmato o per intervistare qualcuno dei collegati. Ieri è accaduto che il Prof.
Boeri che denunziava la gravità della condizione dei lavoratori italiani è stato villanamente interrotto
dal portavoce del Pdl Maurizio Lupi  il quale gli ha impedito di proseguire intimandogli di fornire informazioni diverse
e del genere che il governo magari gradisce. E meno male che il Professor Boeri è del gruppo de "La Voce" che certamente non è marxista-leninista! Il dibattito, se così si può definire il rumore che veniva ogni tanto sovrastato da una voce più stridula o baritonale delle altre, andava avanti con la strana sensazione di un finto rapporto di malaeducazione dei presenti ad uso di una platea di telespettatori brutalizzati e intontiti  dalla violenza verbale. Uno scambio di battute tra il Ministro La Russa e la senatrice Finocchiaro ha appunto disvelato questa sorta di gioco tra compari che vendono la fontana di Trevi al grullone malcapitato. Poco prima, su rai tre, non so come, era arrivato il rapporto di Medici senza Frontiere sui  CIE allucinante descrizione di condizioni estreme di crudeltà verso persone che hanno avuto la disgrazia di giungere nel nostro Paese un tempo (ma è veramente esistito) culla della civiltà e del Diritto! Intanto giungono notizie della missione in Israele di  Berlusconi ed altri otto ministri tutta in chiave antipalestinese e antiiraniana.Il nostro Presidente del Consiglio stigmatizza e promette durissime punizioni l'Iran per il suo proposito di dotarsi di un'arma atomica e naturalmente trova normalissimo il fatto che Israele ne possiede un migliaio. Proclama praticamente
santo Israele come Stato degli ebrei magari in attesa di proclamare l'Italia Stato degli italiani e così
chiedere la partita della multiculturalità e dell'immigrazione. Se immigrati ci saranno dovranno essere soltanto schiavi come lo sono i palestinesi degli israeliani! Leggo che ha anche approvato i bombardamenti di Gaza definiti "reazione giusta". Duemila morti, città distrutta e avvelenamento che comincia a produrre le prime nascite di bambini deformi. Il Capo del Partito dell'Amore elogia la violenza nelle sue forme più estreme di sterminio. L'Italia parteciperà anche alla costruzione del muro di acciaio  studiato in modo tale che chi tentasse di scappare morirebbe annegato a cinquanta metri sotto terra!  Oggi un suo Ministro, il reduce da Hammamet Brunetta, è tornato ad attaccare i bamboccioni e pensa di snidarli da casa togliendo ai genitori la protezione dal licenziamento senza giusta causa ancora garantita dall'art.18. Se i genitori perdono il lavoro e diventano precari non potranno più mantenerli e dovranno cacciarli via!
 La destra non dà tregua nè al mondo nè in casa nostra. Gli attacchi si susseguono agli attacchi e
la disgregazione sociale sta raggiungendo tutti. Molta gente sta per essere messa con le spalle al muro-
 Accettare condizioni sempre più pesanti per guadagnarsi la sopravvivenza o prendere atto della avvenuta rottura della coesione ed agire per una fuoriuscita anche violenta dal liberismo. Qualcuno si dovrà fare carica dei lavoratori che, dopo tante lotte, dovranno tornare a casa dalle loro famiglie a capo chino disperati e piangenti. Non avevo mai visto in vita mia tante lacrime quante ne ho visto in questi ultimi mesi.  E' la crisi? No, non è la crisi .è una parte dell'Italia che sprofonda nella disperazione. L'altra parte  si diverte a Ballarò o piazza all'estero centinaia di miliardi di euro sottratti ai biagizzati pagati a cinquecento euro al mese (anche se hanno due lauree!). Un milione di persone ricava dalla politica lauti stipendi e privilegi. Ma, presto si rinnoveranno molte regioni italiane e nei progetti dei partiti non esiste traccia della questione del costo oramai scandaloso della politica.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, February 06, 2010 1:22 PM
Subject: Il Burka e la Francia


Il Burka e la Francia

 Senza alcun dubbio esiste una strumentalizzazione della questione Burka della destra italiana ed europea. E' un modo per criminalizzare l'Islam e la diversità culturale. Un volere l'omologazione ai nostri usi e costumi contro la multiculturalità ed il rispetto (non tolleranza) degli altri.
  Ciò detto non condivido l'opposizione all'orientamento del Parlamento francese per l'abolizione del Burka. Prima di tutto perchè non credo e non crederò mai che un essere umano ami stare dentro una prigione ambulante che giunge financo a provocare sofferenze fisiche e seri disturbi. Qualcuno ha fatto l'esperienza di vivere per un mese dentro un Burka ricavandone sofferenza psichica e fisica e disturbi assai seri  di sinderesi, cioè di relazionamento con il mondo.
  L'idea che le donne costrette ad indossare il Burka debbono liberarsene  da sole, per loro crescita interiore è del tutto astratta e prescinde dalle condizioni reali. E' giusto che il meglio scacci il peggio e che l'universalità dei valori si fondi con il relativismo delle culture.
  I nostri emigranti in America si portarono appresso la loro cultura del delitto d'onore. La soppressione fisica, praticamente impunita, della donna in qualche modo affidata al patrocinio dell'uomo perchè moglie, sorella,parente. Ma in USA vigeva la pena di morte per l'omicidio, per qualsiasi tipo di omicidio, e si guardarono bene dal punire le loro donne come erano usi a fare in Italia
e come fecero praticamente fino al 5 ottobre 1981! Non sono bastate all'Italia trentacinque anni di democrazia regolata da una meravigliosa Carta Costituzionale per abrogarlo prima!
  Molte delle terribili leggi feudali furono abolite per intervento esterno. Le guerre napoleoniche  ed i Codici introdotti negli Stati creati in Europa a seguito delle conquiste fecero fare un grandissimo balzo in avanti nella tutela dei diritti.
  Insomma la contaminazione culturale e l'imposizione esterna di una norma non è detto che siano lesive dell'autonomia che si vorrebbe tutelare con il mantenimento di costrizioni feudali inaccettabili  secoli dopo la nascita delle democrazie e del socialismo. Una legge contro l'orrenda pratica delle mutilazioni genitali può forse offendere l'autonomia delle donne?  Infine sono convinto che non esiste donna al mondo che voglia vivere prigioniera di un vestito che la tiene separata da tutti. Se si facesse un referendum tra le donne costrette a portare il Burka dubito molto che una sola di loro voterebbe per tenerselo.
  Se la Francia laica aiuta con una sua proibizione le donne a liberarsi da una umiliante schiavitù sarà benemerita. In fondo il Burka è una sorta di Harem. Lo scopo è identico: esclusione dal mondo per essere disponibili ad un padrone!
 Pietro Ancona
 

IL MANIFESTO SARDO

05/02/2010
IL BURQA, VELO DELLA COSCIENZA da Antonella Caranese* Daniela Spiga**

La Commissione di studio del Parlamento francese si muove verso il divieto
per le donne di indossare  il burqa e il niqab nei luoghi pubblici: presto
una legge potrebbe vietarne l'uso nelle scuole, ospedali, trasporti pubblici
e uffici statali. Il divieto di indossare burqa e niqab per le donne
musulmane è stato invocato dalla maggior parte dei partiti di destra dei
paesi dell'Unione europea, Italia compresa: qui da noi, infatti,  la Lega ha
presentato un'analoga proposta di legge, sulla quale la ministra Carfagna si
è espressa immediatamente a favore, così come, in maniera trasversale, molte
donne di destra e di sinistra.
Vietato il burqa, per legge o per decreto: strappiamo, con l’imposizione
normativa, alle immigrate il niqab dalla faccia.


Fuori dalle scuole europee le sottomesse alla religione. Se vogliono stare
nei nostri civilissimi Paesi, che si mettano anche loro microgonna e
push-up, esattamente come facciamo noi, che abbiamo conquistato, sebbene
solo formalmente, la libertà di farci valutare al primo sguardo.
Davvero crediamo così di avere dato “pari opportunità” alle immigrate?
Vietando loro di essere diverse da noi? È autentico questo improvviso,
prepotente e improcrastinabile interesse per l’emancipazione femminile? E
siamo sicure/i che legiferare sul corpo delle donne, come se non
appartenesse alle donne stesse, in quanto persone, ma piuttosto allo Stato e
più precisamente al Governo, sia il modo giusto?


Anche il Consiglio Comunale di Imola si è occupato del tema il 13 gennaio
scorso, a seguito ad una mozione presentata dal Consigliere Mondini (UCD)
che addirittura, da un punto di vista meramente maschile (noi diciamo anche
maschilista) voleva imporre per regolamento di escludere dai benefici
economici comunali le donne che indossano il burqa o il chador oltre che
chiedere l’affissione di un cartello, alle porte della città, inneggiante
alla non disponibilità della nostra città ad accogliere donne velate. In
questo senso abbiamo accolto con favore il dissenso espresso sia dalla
Commissione Pari Opportunità, nella quale si è svolta una discussione ampia
e non condizionata da pregiudizi. sia della maggioranza del Consiglio
comunale, che respinto questa imposizione ideologica, ritenendo di gran
lunga più importante favorire l’autodeterminazione femminile, oltre alla
piena integrazione culturale e sociale delle donne islamiche.
Citando Lidia Ravera “Tutte velate, vuole la Legge Coranica. Tutte svelate,
vuole la Legge Italica.  E le donne continuano a venire vestite e spogliate,
obbligate e ricattate, costrette a piegarsi o comandate a ribellarsi”.


Noi vogliamo esprimere la nostra opinione e porre una domanda: ma in tutto
questo inseguirsi di opinioni, tutte assolute e giuste, dove è finito il
rispetto per le donne Afghane? Dove è finito l’obiettivo di risolvere l’oppressione
delle popolazioni afghane e irachene? Il tutto si risolve forse attraverso
le missioni militari, che ci ostiniamo ipocritamente a chiamare di pace?
Siamo sicure, noi donne italiane, di favorire la liberazione delle donne
straniere imponendo loro di mostrarsi senza velo? O viceversa questo è il
modo più semplice di lavarci la coscienza, evitando la fatica della
conoscenza e del confronto, per incoraggiare piuttosto la loro autonoma
affermazione e autodeterminazione?


Noi temiamo che il proibizionismo favorirà l’integralismo religioso delle
donne immigrate che, trovando incomprensibile e offensivo il nostro
intervento normativo, potrebbero marcare la distanza, rifugiandosi nella
loro “perfetta e rassicurante” identità culturale e religiosa.
L’altro timore, ancora più grave, è che i divieti producano segregazione,
con il rischio di donne fisicamente rinchiuse in casa da mariti-padroni che
non accetteranno di far uscire mogli madri sorelle e figlie “svelate”.
Come donne consapevoli e di sinistra, non possiamo limitarci a dare una
risposta semplice ad un problema complesso.
Anche noi riteniamo una inaccettabile violenza l’imposizione del burqa e la
costrizione alla completa velatura del viso.


Ma non crediamo a facili risposte normative. Non vogliamo sentirci con la
coscienza a posto con divieti di cui non è possibile valutare la portata. Né
vogliamo voltare le spalle e disinteressarci del problema.
Le donne migranti, con diverse tradizioni culturali o religiose, devono
essere aiutate, sostenute e difese se e quando vogliano ribellarsi a padri
padroni, ad usanze intollerabili, alla limitazione della loro libertà
personale. Questo richiede un costante lavoro di solidarietà e vicinanza, di
conoscenza reciproca e di difficile confronto.


Solo così le donne si potranno affrancare dai loro oppressori, che
strumentalizzano religione, usi e costumi per perpetrare l’endemico male che
è quello del patriarcato, del maschilismo e del sessismo.
Noi, donne occidentali, abbiamo alle spalle decenni di lotte che hanno
portato alla limitazione del patriarcato, almeno nelle sue componenti più
violente ed impositive, senza peraltro essere ancora riuscite a superarlo
completamente.
Noi, donne occidentali, dobbiamo evitare che le donne ingabbiate nel burqa
passino dalla tutela dei talebani e dei komeinisti a quella dei leghisti,
dalla persecuzione dell’integralismo islamico a quella della presunta
superiorità morale dell’Occidente.

Le donne, tutte, hanno diritto alla autodeterminazione  e alla libertà,
religiosa, culturale e di genere.
Ma ricordiamoci che non esistono scorciatoie. E che le donne devono liberare
sé stesse, con l’aiuto di altre donne. Nessuno può arrogarsi il diritto di
farlo al loro posto, senza il loro coinvolgimento e la loro condivisione.

*   responsabile questioni di genere
** responsabile migranti Federazione PRC-SE di Imola

Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Saturday, February 06, 2010 11:57 AM
Subject: Tagliare la testa a Di Pietro

Tagliare la testa a Di Pietro
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 Mi ha fatto impressione sentire a "prima pagina" di radio tre un giornalista dell'Espresso dell'importanza di Gigi Riva schierarsi nell'affollato partito di pennivendoli e politici che vorrebbero
la morte politica immediata se non fisica di Antonio Di Pietro. Gigi Riva ha messo sulla graticola il nostro sfortunato protagonista di "mani pulite"e lo ha rosolato ben bene alimentando il fuoco e cercando in tutti i modi di sovrastare le difese di qualche ascoltatore della radio. Anche togliendo di mala grazia la parola!
  Naturalmente il Signor Riva non si domanda come mai il Corriere della Sera pubblichi  una foto vecchia di 18 anni nella quale, in una caserma dei carabinieri, Di Pietro viene ritratto in un grande tavolo da pranzo in cui, assieme a tanti altri, sedeva anche l'alto dirigente di polizia Contrada successivamente incriminato per concorso in associazione mafiosa. Alla obiezione di un ascoltatore
che chiedeva a Riva come mai questa domanda non venisse posta al Comandante dei Carabinieri che aveva organizzato la cena ha risposto malvolentieri arrampicandosi sugli specchi. Ad un'altra domanda relativa alla denunzia di una vittima di Mario Chiesa amministratore socialista del Pio Albergo Trivulzio  che chiedeva   tangenti del dieci per cento per un
appalto di  140 milioni, ha risposto rilanciando la tesi complottarda degli USA che per vendicarsi di Sigonella ingaggiano  Di Pietro in un'opera di criminalizzazione giudiziaria. Non è ancora chiaro come
il pool di Mani Pulite dovrebbe entrare nella congiura, se consapevolmente o no. Parlo di Davigo, Borrelli, Boccassini, Greco, Colombo. Anche loro  strumenti della Cia? Troveremo anche per loro assegni di 50 mila dollari come quello  intestato a Di Pietro e mai riscosso?  Naturalmente il fatto che
l'assegno non sia stato riscosso e che pertanto è un pezzo di carta non importa ai nostri massmedia embedded che ogni giorno, guidati dai giornali di Berlusconi, chiedono la testa del capo dell'IDV.
  Stupisce molto che una stampa iperamericanista che giustifica anche le più grandi colpe degli USA si accanisca nel denunziare il rapporto che Di Pietro avrebbe avuto con la Cia. Ma la Cia non è un servizio che protegge l'Occidente ed i suoi valori dall'invasione ieri comunista ed oggi islamica e che assicura ordine? La Cia è l'America! Ma pur di attribuire a Mani Pulite una origine strumentale che avrebbe travolto la casta, onesta classe dirigente italiana, oggi si è pronti, almeno per questa questione, a raffigurarla come il Male dal quale sarebbe derivato il crollo della prima repubblica e la disgrazia   di tantissimi galantuomini!
  Bisogna chiedersi come mai il Corriere della Sera si abbassi al livello dei giornali di Feltri e di Belpietro in una campagna scandalistica basata su una fotografia e su un assegno non riscosso. Che c'è sotto? Quali interessi lo spingono?
 Credo che sotto ci sia l'intesa tra PDL e PD sulle cosidette riforme osteggiata da Di Pietro. Intesa che può saltare dal momento che la posizione ostile di Di Pietro e la sua difesa ad oltranza della Costituzione potrebbe trovare audience nel PD e probabilmente Bersani, D'Alema, Fassino e gli altri non sono in grado di fronteggiarla dal momento che la loro base elettorale non si è corrotta fino al punto di volere uno Stato autoritario quale quello che scaturirebbe dagli accordi sul presidenzialismo
e sulla modifica anche della prima parte della Costituzione.  L'Oligarchia del PD non si farebbe scrupoli sulle riforme costituzionali reclamate da Berlusconi come non si è fatta scrupoli nel favorire la estromissione della sinistra e dei verdi dal Parlamento e la sua riduzione ad assemblea nominata da alcune persone che hanno i partiti in mano. Ma non vuole rischiare di perdere gran parte della sua base.
 Il PD non se la sente di andare avanti nel grande inciucio che io chiamerei grande complotto contro la democrazia avendo alle spalle la protesta di Di Pietro ed il fosso che questa potrebbe scavare nelle sue fila.
 Per questo la campagna contro Di Pietro si è intensificata. Non mancano certo i mezzi al Governo ed al Corriere della Sera di scavare in profondità nel passato e di inventarsi  qualche  prova se questoa non esiste.
  Non dubito che la tensione è destinata a crescere ancora. Siamo ad un punto che potrebbe diventare di non ritorno nell'involuzione della politica italiana.
  Che Mani Pulite sia diventata, dopo Mario Chiesa, un fiume in piena per le confessioni anche spontanee di tanti socialisti (Larini..) e per la fila enorme di imprenditori che si autodenunziavano negli uffici della Procura di Milano ai nostri non interessa. Interessa dimostrare che gli USA odiavano Craxi e ne vollero la fine e che per questo ingaggiarono un magistrato come Di Pietro che, secondo Gigi Riva, deve dimostrare la ragione dei suoi viaggi negli USA!!
 Accludo un chiaro riassunto della storia di Mani Pulite. Vale la pena leggerlo e rinfrescarsi la memoria.
Pietro Ancona

http://it.wikipedia.org/wiki/Mani_pulite

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Friday, February 05, 2010 10:38 AM
Subject: una sentenza assai discutibile
 

UNA SENTENZA ASSAI DISCUTIBILE

La sentenza del giudice di Milano che condanna i genitori di ragazzi stupratori al risarcimento della loro vittima è assai discutibile e dovrebbe suscitare un dibattito impegnato perchè investe questioni delicate del diritto e della responsabilità. In primo luogo la sentenza attenua fino quasi ad annullare la responsabilità dei minorenni autori del bestiale atto compiuto verso una bambina di 12 anni. Se lo hanno compiuto perchè non hanno ricevuto gli input morali giusti dalla loro famiglia allora la loro colpa è il prodotto di un qualcosa che li deresponsabilizza. Questo non è accettabile. Se i genitori sono responsabili del delitto compiuto dai loro figli non dovrebbero cavarsela con un risarcimento in denaro ma dovrebbero andare in galera. La logica del ragionamento del giudice non dovrebbe fermarsi a metà, dovrebbe proseguire fino in fondo e trarne tutte le conseguenze. Ma questo è assurdo! La responsabilità penale è sempre personale e non può essere traslata. Non è poi detto che soggetti, educati nelle famiglie più severe, non possano essere autori di atroci delitti. E' accaduto tantissime volte nella storia criminale e continuerà ad accadere. Famiglie assai perbene ed assai rigorose possono produrre piccoli delinquenti che delinquono a partire da input diversi come la convinzione del sentirsi "superiori" o per razza o per censo. Bisogna inoltre tenere conto che spesso gli stimoli della società verso i minori sono assai più forti della cultura delle loro famiglie. Quante volte abbiamo visto bambini che strillano nei supermercati perchè vogliono assolutamente comprata qualcosa che è stata negata dalle loro mamme ma che hanno visto in televisione e che pretendono? Quanti ragazzi si sentono frustati ed arrivano ad odiare le proprie famiglie perchè non hanno la livrea dei loro compagni di scuola e vogliono mocassini o pantaloni o giubbotti che non si possono permettere e per questo arrivano a rubare o ad estorcere ai più deboli di loro denaro o altro? La formazione non può essere attribuibile soltanto alle famiglie che oggi non sono mai nelle condizioni di esercitare un controllo vero sui comportamenti dei loro figli. Spesso i genitori lavorano entrambi ed i nonni sono all'ospizio. La famiglia non è più una "società" costituita da diverse generazioni da un pezzo ed il suo peso è minimo nella educazione delle nuove generazioni. Queste sono educate in grande parte dalla scuola e dalla televisione,dai loro coetanei ed anche dai giocattoli che vengono pubblicizzati dalla tv e che spesso hanno meccanismi di violenza inaudita, ripetitiva, ossessiva. Inoltre i giocattoli stessi sono profondamente cambiati. La mostrificazione degli "eroi" infantili iniziata qualche tempo fa tende ad appesantirsi. L'orco di una volta è un angioletto rispetto a certe figure demoniache in commercio oggi. Inoltre, a comunità coese e solidali nelle famiglie e nei quartieri, si sostituiscono persone isolate e divise per stato sociale e per interessi. Nei quartieri mancano strutture sociali che permettono l'incontro tranne la parrocchia che fornisce comunque momenti di aggregazione sempre più limitati e spesso non appetiti dai ragazzi. Possiamo affermare che i ragazzi di oggi hanno una quantità minore di rapporti sociali e di conoscenze di quelle che hanno avuto le generazioni precedenti. I rapporti sociali si sono rarefatti e spesso si viene passivizzati da ore ed ore di televisione o playstation. Aggiungo che la società liberista spinge verso la asocialità e la sostituzione della meritocrazia a criteri di coesione e promozione sociale di tutti produce uno stato di conflitto permanente di tutti contro tutti. La competitività non si disgiunge dalla aggressività. La società meritocratica diventa società di predatori dei più forti verso i più deboli, predazione che si può spingere fino allo stupro, al ritorno all' uomo delle caverne che, armato di un grosso randello, trascina la donna per i capelli. L'idea del sesso frutto di predazione violenta è connaturata alla cultura del liberismo asociale nella quale siamo immersi a tempo pieno. In conclusione: i giovani vanno certamente puniti. Debbono scontare la colpa di quanto hanno fatto e debbono essere rieducati a non ripeterla. Ma gli istituti di pena per minorenni sono diventati soltanto luoghi in cui si consuma la vendetta sociale. Lo Stato liberista spende sempre meno per loro e non investe niente in progetti rieducativi che non gli interessano. Ognuno per sè in una società che diventa sempre più una giungla o un deserto. Insomma, in attesa del meglio, non cerchiamo uscite comode e facili come quelle di punire i padri per le colpe dei figli.

 Pietro Ancona

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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, February 07, 2010 10:44 AM
Subject: La fine di una illusione


 La gravissima scelta del Congresso dell'Idv di appoggiare il discusso ed equivoco sindaco di Salerno nella corsa per la Presidenza della  Campania compiuta addirittura per acclamazione da un Congresso voglioso di governo e di stare in maggioranza spegne le speranze di un'alternativa morale e politica al bipolarismo tra simili o addirittura eguali. Nonostante l'avvertimento di De Magistris che votare De Luca significa consegnare la Campania alla camorra ed ai casalesi, le pulsioni profonde del Congresso, alimentate dai segnali lanciati da Di Pietro e da Bersani, hanno travolto tutto e tutti. Avevo visto situazioni simili nei congressi socialisti che di fronte alla prospettiva di acquisire comunque un poco di potere  non si curavano nè del come, nè del quando, nè delle cose che bisognava almeno
salvare in una azione di governo. La frase di Di Pietro " di opposizione si può morire" preceduta da
quella sulla piazza che "non basta" conclude  malinconicamente una fase della politica italiana in cui
il pungolo dell'IDV era riuscito spesso  a trascinare il PD lontano dall'abbraccio mortale con il centro destra e dal pensiero unico. Il merito di tutto questo è anche di Casini e della idea di inaffidabilità che ha generato nel PD che lo voleva alleato. I due forni di Casini che poi è il forno solo della convenienza di potere hanno spinto Bersani a trovare una intesa con Di Pietro, a conquistarlo ideologicamente alla sua teoria e prassi della politica che prevede la ricerca dell'accordo con la maggioranza. Bersani ha commissariato il Congresso IDV. Lo ha seguito dalla prima all'ultima battuta ed è riuscito nel suo disegno. Un Di Pietro "moderato"  che appoggia De Luca in Campania e smentisce il malcapitato Genchi per le cose che aveva avuto l'ingenuità di dire sul conto del false flag
di Tartaglia, un Di Pietro che  potrebbe confluire nel PD diventa una acquisizione importante
per la stabilizzazione a destra del PD che, a questo punto, potrebbe anche lasciare al loro destino gli
espulsi  dal Parlamento comunisti e verdi.
  Mi auguro a questo punto che tutte le persone che in qualche modo hanno appoggiato Di Pietro a crescere ed a resistere in questi mesi decidano di compiere una scelta diversa e di collocarsi davvero a sinistra. Micromega, il Fatto, i tanti gruppi che fanno capo a Grillo, il popolo viola e quanti altri hanno ammirato e sostenuto il coraggio con cui Di Pietro si è battuto contro Berlusconi infischiandosene financo delle buone maniere ed ha strattonato lo stesso Presidente della Repubblica richiamandolo alle sue responsabilità di custode della Costituzione debbono prendere atto che il moderatismo italiano ha dominato alla grande il Congresso e che il politicismo di gran parte di coloro che sono arrivati all'IDV soltanto per conquistarvi spazi disponibili chiusi altrove l'ha avuto vinta senza bisogno di combattere tanto.
Pietro Ancona


http://www.repubblica.it/politica/2010/02/06/news/bossi_attacca_l_udc_non_conta_niente-2205484/

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From: pietroancona@tin.it
To: segreteria@ilfattoquotidiano.it
Sent: Wednesday, February 10, 2010 1:48 PM
Subject: l'Iran ha diritto all'atomica


L'IRAN HA DIRITTO ALL'ATOMICA

 I massmedia occidentali  avvelenano l'opinione pubblica contro l'Iran ed in generale contro coloro che gli USA e la Nato opprimono e trattano con il ferro ed il fuoco, anzi con il ferro, il fuoco, l'uranio ed il fosforo per distruggere anche le future generazioni. L'invenzione di AlQaeda che avrebbe realizzato l'11 settembre  giustifica continue incursioni di bombardieri contro villaggi abitati da popolazioni inermi. All'indomani di ogni massacro, almeno dei massacri dei quali  che sfuggono alla censura militare,, si dice che uno o più terrorista è stato ucciso purtroppo con "danni collaterali". I danni collaterali sono la distruzione di tante vite umane e delle loro abitazioni. Da tempo
l'Occidente tiene nel mirino l'Iran assediato da una canea sempre più aggressiva, petulante, che ne chiede la resa incondizionata e forse non si accontenta neppure di questa, ne vuole la distruzione.
L'Occidente non si rassegna alla cacciata del regime-gendarme dello Scià installato al potere dopo
l'uccisione del grande leader laico Mossadeq trucidato da agenti della Cia. Combatte l'Iran della Rivoluzione KOmeinista su due terreni: il terreno della libertà con la contestazione dei risultati elettorali a cura del partito interno filooccidentale che continua a tentare la rivoluzione verde sorella delle tante rivoluzioni colorate fatte con il manuale di Gene Sharp ma che non sempre riescono bene. Vedi l'Ucraina che, dopo cinque anni di governo "americano" strappato con la violenza della piazza ben foraggiata ieri è tornato ad una Presidenza amica della Russia che invece si vorrebbe circondare da nemici in perpetua azione di rottura.  L'altro terreno di lotta è la contestazione allo Iran del suo diritto a dotarsi di una industria nucleare.  L'Iran è vicino odiato di Israele che ha non solo un esercito tra i più forti del mondo che non si fa scrupolo di usare il fosforo e l'uranio ma che possiede un grande arsenale di bombe nucleari. C'è chi sostiene che ne abbia più di mille. Per quale motivo si
insiste fino alla provocazione con l'Iran perchè desista dal possedere energia nucleare mentre non si dice una sola parola sulle bombe israeliane e sulla minaccia che esse costituiscono per tutti i loro disgraziati vicini di casa?  Il grande Obama che aveva acceso tante speranze nel mondo non si sogna neppure di avanzare una richiesta di denuclarizzazione dell'area che significa un programma di stop o poi di alieanazione delle bombe di Israele. Si accinge invece a varare aiuti per tre o quattro miliardi di dollari ad Israele  ed approva piani di stampo nazista per imprigionare ancora meglio i palestinesi di Gaza con un Muro d'acciaio che impedirà per sempre di uscire dalla striscia. Non si concede ai cittadini di Gaza neppure il diritto di andarsene. Sono come gli indiani d'America condannati a crepare nelle riserve dalle quali non debbono uscire.
 Dal momento che la bellicosa Israele che si esercita da anni per una guerra con l'Iran e che è posizionata su posizioni di imminente aggressione continua ad avere le sue armi nucleari con le quali ha minacciato di sterminio tutti coloro che si appongono ai suoi progetti di controllo di tutta l'area
continua a detenere il suo arsenale  sarebbe saggio non contrastare ma agevolare l'Iran nel dotarsi di una sua arma nucleare. Questa sarebbe grande fattore di pace e di stabilizzazione esattamente come lo fu la bomba nucleare dell'URSS qualche tempo dopo Nagasaki ed Hiroshima.
Chi ci garantisce che gli Usa non avrebbero continuato ad usare la bomba nucleare dopo le due sganciate sul Giappone?  Soltanto l'equilibrio del terrore ha impedito che  altri funghi atomici  si levassero da tante città del mondo.
 Viviamo in un mondo controllato da una forza impazzita che lavora non per un progetto di pace ma per la destabilizzazione graduale di tutte le aree geografiche ancora non assoggettate. Gli USA non tollerano nessuna forma di civiltà diversa dalla loro. Tutta la loro politica  di lungo periodo è progettata per la progressiva demolizione degli attuali equilibri geostrategici. Basta vedere tutte le mosse che si compiono attorno agli Stati che circondano la Russia e la Cina. La tendenza è rovesciare gli equilibri attuali, insidiare la sicurezza. La Birmania è diventata un caso mondiale di libertà dal momento che non consente l'installazione di basi militari Usa nel suo territorio. Taiwan viene armata come se fosse in pericolo di essere aggredita da una Cina pacifica che è protesa tutta
nella sua crescita economica che suscita intolleranza. I monaci tibetani vengono addestrati alla guerriglia anticinese sui monti del Colorado. Il pogrom anticinese tentato a Llasa con l'uccisione di famiglie cinesi e l'incendio delle loro case è stato fatto passare per un anelito di libertà represso dalla dittatura cinese che naturalmente si deve abbattere. Si usa il Dalai Lama per insidiare la sovranità della Cina sul Tibet, un paese grande quanto mezza Europa. La Georgia viene usata per provocare la Russia ed insidiarne i confini.
 L'Iraq, l'Afghanistan sono occupati da eserciti
alleati. Cinquecentomila militari regolari e privati  vi scorazzano da quasi dieci anni. Non riescono  tuttavia a vincere e subiscono continue umiliazioni da patrioti armati di vecchi mitra e mine fatte in case e  si vendicano con orrende stragi e devastando il territorio.
  I fatti sono questi ai quali si aggiungono gli inquietanti scenari dell'America Latina dove gli USA
si servono di alcuni Stati Gendarmi come la Colombia diretta da una sanguinaria giunta militare appoggiata dagli squadroni della morte di Negroponte per insidiare e distruggere la rivoluzione bolivariana.  Vedi la fine fatta recentemente dall'Honduras dove migliaia e migliaia di morti celebrano il successo del colpo di Stato realizzato con la regia USA.
  Certo la folla che assedia sdegnata l'ambasciata italiana a Teheran non è degna di rispetto, di attenzione e di amorevole cure come quella verde radunata dalla Clinton (*) attorno al traditore Musavi.
 Viene descritta dal Corriere come una folla di malfattori. Il Corriere farebbe bene a rileggersi le farneticanti dichiarazioni di Berlusconi al Parlamento israeliano e forse si farebbe una qualche ragione del tristissimo fatto che l'Italia, fino a ieri rispettata in tutto il mondo  islamico oggi è oggetto di odio.
  La nota triste di tutto ciò è che probabilmente si aspetta che tutte le aziende occidentali presenti in Iran abbiano il tempo di ritirarsi e mettere in ordine i loro interessi, per attaccare. L'apocalissi delle civiltà del pianeta diverse da quella Occidentale è cominciata. Tutto fa brodo: dai titoli tossici e la produzione senza controllo di dollari per pagare con carta straccia i debiti all'uso delle armi e forse prossimamente anche l'atomica.
  Obama continua l'opera di Bush. Ammesso che voglia qualcosa di diverso non lo può fare. Come
gli ultimi Faraoni non controllavano l'Egitto, non controlla gli USA posseduta dalle multinazionali e dai banchieri.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

(*) <<Ma in un’intervista della CNN con Farred Zacharia, il 9 agosto 2009, la Segretaria di Stato USA, Hillary Clinton, ha confermato ciò che i suoi servizi in precedenza avevano negato: gli Stati Uniti hanno svolto un ruolo molto importante nella pseudo "rivoluzione verde" in Iran e ha inviato falsi messaggi sul Twitter iraniano.>>  http://www.voltairenet.org/article161644.html

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To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, February 11, 2010 4:34 PM
Subject: La testa mozzata di Ahmadinjed


LA TESTA MOZZATA DI AHMADINJED

  Oggi si celebra in Iran il 31 anniversario della rivoluzione che mise in fuga il sanguinario Scià che era stato messo al potere dopo l'assassinio di Mossadeq, il leader di un movimento laico, democratico, progressista che aveva avuto l'ardire di nazionalizzare l'industria petrolifera da decenni predata dall'occidente. Lo Scia aveva fatto dell'Iran quello che Kissinger chiamava  Stato-Gendarme, un ruolo oggi assolto con crudele diligenza dall'Egitto di Mubarak che aiuta Israele a tenere ben tappati come dentro una trappola per topi i palestinesi della striscia di  Gaza. Nell'Egitto di Mubarak non ci sono rivoluzioni "colorate". Gli americani non hanno interesse, oggi, a destabilizzarlo dal momento che è la pietra angolare della loro politica di guerra nel Medio Oriente. Inoltre, le prigioni del Il Cairo rigurgitano di migliaia e migliaia di prigionieri politici che vengono regolarmente torturati e rinchiusi senza processo per diecine di anni. Basta accusarli di terrorismo e di fondamentalismo islamico.Lo stesso accade nell'unica "democrazia" della zona  a quasi ventimila palestinesi chiusi nelle carceri israeliane dalle quali usciranno, se mai potranno farlo, come larve umane o utilizzate come spie dei loro fratelli per pagarsi  la libertà che concede Israele.
  La pressione internazionale dei massmedia per una rapida risoluzione della questione iraniana, una questione inventata di sana pianta per giustificare la politica destabilizzatrice ed aggressiva degli USA e dei loro alleati, cresce di giorno in giorno. Non escludo che oggi, per lordare di sangue la ricorrenza, agenti provocatori infiltrati tra la folla sparino per addossarne la colpa al regime. E' già successo con l'assassinio di Neda, fa parte di una tecnica  che conosce tantissime varianti. Ogni notte in Colombia le squadre della morte del regime militare filoUSA, addestrate dagli USA, irrompono nelle abitazioni degli oppositori per trascinarli via o trucidarli assieme alle loro famiglie. La grande catena dei giornali che si diparte dal New York Times ed arriva a Repubblica non se ne occupa e non se ne occuperà mai. I morti che oggi la propaganda antiiraniana si sarà procurati a Teheran primeggieranno sulle prime pagine, i titoli saranno cubitali e strillati, si cercherà di sollevare una ondata di odio per travolgere l'Iran.
 Qualcuno crede davvero che gli americani vogliono esportare la democrazia in Iran? Qualcuno crede davvero che  la rivoluzione verde di Mussavi instaurerà un regime liberal che darà ai giovani la possibilità non solo di leggere Lolita a Teheran.Mussavi e Rafsaniani vogliono sottrarre il petrolio al controllo dell'attuale gruppo dirigente, avviare privatizzazioni e spartirne i proventi con le multinazionali. Quello che oggi serve a finanziare le spese per la sanità, le pensioni, i salari  e la scuola e che appartiene a tutti, dovrà essere fonte di arricchimento di pochi e dei loro alleati esterni. La posta in gioco non è la libertà come si fa credere a tanti giovani, ma il possesso del petrolio, petrolio che dal 1920 è causa di sofferenze, di invasioni, di bombardamenti delle potenze colonialiste.
  Non dubito che nei progetti degli americani c'è l'impiccagione di Ahmadinjed come ieri c'era l'impiccagione di Sadam Hussein. La stessa campagna di odio ha invaso l'Occidente e l'odio darà i suoi velenosi frutti. L'Iraq di Sadam Hussein era una delle civiltà più prospere del mondo. Era laico. Aveva oltre trecentomila ingegneri, tante università, professori, una classe dirigente colta, di alto livello
e specializzazione. La gente stava bene. Oggi l'Iraq è una montagna di macerie avvelenate dall'uranio e dal fosforo dove i bambini nascono deformi.  Al centro di Bagdad  campeggia una enorme base militare  americana quasi certamente con depositi di bombe nucleari, una cittadella-enclave che ha tolto per sempre l'indipendenza al paese "liberato".
  Stamane durante la conversazione che il conduttore di primapagina radio tre concede agli ascoltatori
è intervenuta una signora iraniana che si è dichiarata rifugiata politica. Una persona che è fuggita   dall'attuale regime e che abita in Italia da molti anni. La signora ha implorato che il suo paese fosse lasciato in pace e non fosse "liberato" dall'Occidente. L'esperienza apocalittica dell'Iraq e dell'Afghanistan la induceva a ritenere che gli Usa siano cambiati in peggio, non sono più i liberatori dell'Europa dal nazifascismo, ma gli occupanti terribili di due nazioni che non hanno pace e dove scorazzano eserciti alleati e killers professionisti della  Blackwater ed altre compagnie del terrore. Ha aggiunto che quando si sarà devastato l'Iran ci troveremo con altre diecine di migliaia di persone che affolleranno i nostri confini in cerca di sopravvivenza. Proprio così dal momento che i movimenti di emigrazione verso l'Europa sono tutti derivati dalle guerre coloniali. Arrivano forse emigranti dalla Libia o dal Venezuela? Arriveranno a migliaia quando questi paesi saranno aggrediti magari da qualcuno che vuole liberarli da Gheddafi o da  Ugo Chavez.
Ma i quattro cavalieri dell'Apocalisse sono attesi a Teheran. Delenda Chartago! Delenda Teheran
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Saturday, February 13, 2010 11:14 AM
Subject: La fontanella e l'Unità d'Italia

La fontanella e l'Unità d'Italia

  Il volenteroso discorso del Presidente Napolitano, vibrante di accorati richiami all'unità nazionale, al sentimento che dovrebbe accumulare tutti gli italiani, rischia di essere anacronistico, fuori tempo massimo. I processi di disgregazione sono in fase molto avanzata ed alcuni di essi sono giunti al punto di non ritorno. Cominciamo dal razzismo. Praticato per anni contro i meridionali  (in questo locale non entrano terroni e cani) ora si rivolge contro gli immigrati ed in particolare contro i musulmani. Non è vero che il disprezzo per i diversi, per gli stranieri, rafforza il senso di unità e di coesione per diversi motivi e tra questi il fatto che non tutti condividiamo la xenofobia e questa viene praticata da persone che la sfruttano per deprezzare la dignità e concedere meno salario e meno diritti.
 Il fatto che leggi dello Stato incentivino l'odio razziale e criminalizzano intere comunità come quella dei rom e dei sinti non aiuta la crescita di un sentimento di unità nazionale che, per essere tale, deve essere basato su valori universali e riconosciuti da tutti.  Uno Stato che legifera perchè teme o vuole sfruttare gli stranieri non è espressione di una nazione coesa, solidale.
  Ma l'attacco maggiore all'unità d'Italia non viene dalla propaganda nordista o dai tentativi di creare la cosidetta Padania. Viene dalla ideologia liberista che da  trenta anni imperversa e sfascia quanto incontra sulla sua strada. L'Italia dell'interclassismo democristiano e dei centro-sinistra di Nenni, Spadolini, Fanfani, era certamente più unita dell'Italia di oggi che sembra prossima al tracollo. La fontanella che  dissetava i passanti o abbeverava le capre nei sentieri di campagna con un filo di acqua sempre fluente presto non esisterà più dal momento che l'acqua verrà privatizzata e chi vorrà averne dovrà pagarsela e lasciare un profitto a coloro che se ne sono impossessati sia pur legalmente.
 La demolizione delle tre braccia fondamentali della sanità, delle pensioni e delle scuole infligge colpi pesantissimi e divide il Paese. Una popolazione si riconosce nella sua scuola, nel suo ospedale e nei suoi servizi comuni, nelle pensioni che non rinfaccia ogni giorno ai vecchi come succede in questo disgraziato e corrotto Paese. Se la scuola, la sanità, le pensioni vengono sfasciati in una logica che chi ha i i mezzi per procurarsela va avanti e gli altri regrediscono quale sentimento unitario può scaturirne? Grande fattore di unificazione del popolo italiano è stato il servizio di leva anche se alla sua origine fu causa non secondaria di una spaventosa guerra civile tra nord e sud. Il servizio di leva che portò tantissimi giovani ad uscire dalle loro città e conoscerne altre è stato sostituito da un servizio di professionisti delle armi che per giunta avrà presto un Ministero della Guerra spa. Una cosa incredibile, grottesca, scimmiottata dagli USA dove le multinazionali sono lo Stato ed il Pentagono è loro creatura. La regionalizzazione del servizio sanitario nazionale è stata una terribile disgrazia dal momento che ha creato le condizioni di gravi diseguaglianze che presto saranno acuite dalla infornata di leggi che si attendono sul federalismo. Si è tanto parlato male delle pensioni di invalidità ed ora si dipingono coloro che ne fruiscono come dei parassiti. Ma  negli anni cinquanta milioni di vecchi contadini artigiani e lavoratori che avevano lavorato per cinquanta anni si trovarono senza le "marche" necessarie per avere la pensione di vecchiaia. Avevano lavorato per le loro famiglie ed il loro paese ma nessuno si era preoccupato per la loro vecchiaia. Una legge dello Stato  introdusse il criterio "socioeconomico" nella concessione della pensione e questo fece si che qualche milione di persone ebbe una pensioncina con la quale poter comprare da mangiare. E' stata una legge che ha fatto del bene all'Italia  evitando di costringere gli anziani a mendicare o gravare sui figli. Oggi le pensioni  pubbliche tendono a scomparire e sono sottoposte ad un attacco incessante da parte di una generazione di politici e di economisti che predicano l'asocialità.
  Il lavoro stesso non ha più la grande forza di coesione di una volta. Oggi  i politici e gli imprenditori tendono a mettere i lavoratori uno contro l'altro. L'applicazione distorta ed arbitraria della cosidetta "meritocrazia" scava fossati tra la gente e la fa guardare in cagnesco come in quel famoso film con Jack Lemmon.
  L'ideologia liberista imperante e propagandata da massmedia che martellano incessantemente i suoi principi su una popolazione che degrada verso la semplice e casuale agglomerazione di individui ognuno preoccupato per la sua sopravvivenza è del tutto estranea a quei sentimenti che Napolitano vorrebbe far rivivere.
  Uno Stato è tale ed è Nazione se non viene rappresentato dalla volgare folla di panfili di lusso che si raccolgono sotto Villa certosa e dagli operai stiliti che affollano i tetti italiani come le antenne televisive.   Uno Stato è Nazione se fa come Fanfani un programmma di case popolari da affidare grutuitamente ai poveri e  lo realizza, se realizza lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori, se provvede ai suoi vecchi senza mezzi. Ma se viviamo in un paese che pratica la filosofica "ognuno per sè e Dio per tutti" perchè dovremmo amarlo, essere nazionalisti, emozionarci  con l'Inno di Mameli?
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Saturday, February 13, 2010 9:26 PM
Subject: indecenti dichiarazioni|

lettera inviata al Professor Mario Centorrino

Caro Professore Mario Centorrino,

la sua esortazione a non leggere più Sciascia, Cammilleri e Tomasi di Lampedusa, scrittori che porterebbero "sfiga" la disonora. Lei non toglierà niente all'opera dei nostri grandi  scrittori, coscienza e testimonianza della nostra terra e della cultura europea.

 Conosco lei da molti anni e, da segretario regionale della CGIL, l'ho sempre incontrata nelle stanze del potere. E' stato consulente assai ben retribuito forse per diecine e diecine di anni ed ora è assessore. Non trova di meglio per ripagare i qualunquisti di destra che l'hanno accettato nel loro palazzo che insolentire l'opera di persone che hanno illuminato la Sicilia.
  Lei è assessore alla formazione. Si vergogni del messaggio qualunquista e di finto ottimismo che ha mandato ad una regione in cui le persone, a differenza di lei che marcia a  decine di migliaia di euro al mese, hanno grandi problemi di sopravvivenza. Lei che sottrae quanto guadagna ai loro modesti salari o alle loro modestissime pènsioni.
  E pensare che è anche stato girotondista!
Le consiglio di ritirare quanto ha incautamente detto e magari di andare a godersi la grassa pensione che le spetta piuttosto che accumulare altre ricchezze dentro il Palazzo.
  Pietro Ancona

http://www.gds.it/gds/sezioni/culturaspettacoli/dettaglio/articolo/gdsid/95368/   

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Sunday, February 14, 2010 9:54 AM
Subject: centorrino e le arance siciliane

Centorrino e le arance siciliane
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Gli oligarchi  al potere, ubriachi  nel  guardare l'Italia dall'altezza vertiginosa dei privilegi e degli stipendioni forse i più alti del mondo , si compiacciono  di stupire la folla con uscite mirabolanti, a volte offensive come quelle alle quali ci hanno  abituato Brunetta, Calderoli, Bossi. Gli argomenti sono di varia umanità e spaziano dai  fannulloni da strigliare nei Ministeri alle sparate separatiste di Bossi e dei suoi che  come lui che non si presentano da nessuna parte se non sono muniti da cravatta verde e fazzolettino verde bene in vista al taschino della giacca.
 Le oligarchie regionali costruite e modellate su quella nazionale alla quale si aggregano non sono da meno. Tendono anche loro a stupire il pubblico con "provocazioni" come quella fatta ieri dal Professore Centorrino, Assessore alla Formazione della Regione Siciliana.
  Sciascia, Camilleri,Tomasi di Lampedusa portano sfiga. Diamoci all'ottimismo e non leggiamoli
per almeno un anno. Mi meraviglio come il nostro professore di economia non vi abbia incluso il suo compaesano Vincenzo Consolo, Bufalino, Pirandello, Verga, Quasimodo che ha composto addirittura un lamento per il Sud e quanti altri si sono occupati con la scrittura o la poesia della nostra terra.
  Al Convegno di Siracusa che si propone la realizzazione degli Stati Generali dell'Autonomia, un
modo pomposo  frutto di reminescenze scolastiche  di definire un'assemblea per il federalismo , il professore  Centorrino si è avventurato in una analisi del mondo  nel quale le ideologie sono morte ed al loro posto nascerebbero le rappresentanze di maxaree territoriali. La proposta sarebbe bizzarra con echi che richiamano Miglio, il guru di Bossi, se non fosse soltanto il rivestimento, con parole diverse, del
vecchio sicilianismo reazionario del "tutti uniti contro lo Stato" che ha conosciuto una certa fortuna
in anni non lontani  nei quali  si faceva spesso  un fronte comune di tutti i partiti,tutti i sindacati, tutti gli amministratori per rivendicare allo Stato la riparazione di danni economici e sociali. Il fronte comune faceva comodo dal momento che annullava il conflitto interno
 deresponsabilizzava rispetto la ricerca di vie e soluzioni frutto dell'impegno locale ed affidava al muro del pianto ed all'intervento delle Partecipazioni Statali la salvezza dell'Isola.
  Destra e sinistra non esistono più e quindi territorializziamo la politica. Centorrino, a questo punto, si mostra compiaciuto dell'intervento di Lombardo nella vicenda della Fiat  che sarebbe sostitutiva dell'intervento di un Ministro  e addirittura più autorevole ma non si capisce bene che cosa vuol dire e forse  si tratta soltanto  di una spazzolata mal riuscita al suo Presidente
  Il nuovo perno sarebbe la Regione.  Ma il  radioso futuro che il  territorialismo spalancherebbe alla Sicilia
non tiene in nessun conto il fallimento della Regione come Istituzione governante. A quasi settanta anni dalla proclamazione dell'Autonomia abbiamo una Regione che divora quantità enorme delle risorse che incamera per il suo ceto politico,la sua burocrazia, i suoi clienti. Un bilancio di cifre astronomiche non è sufficiente al mantenimento di un apparato  mostruoso parassitario  ed improduttivo. La regione inoltre ha privatizzato molti servizi, ne ha esternalizzato altri, ha dato vita a  società pubblico-privato che hanno creato crisi terribili. Oggi l'Esercito interviene in Comuni siciliani serviti  dagli Ato per sostituirsi ai netturbini da cinque mesi senza stipendio ed in sciopero. La linea delle privatizzazioni dei servizi affidando a spa la loro gestione ha rincarato il loro costo e reso assai più difficile la vita delle famiglie.
  Pensare di conferire maggiori poteri a questa Regione significa condannarci per sempre a mantenere
un enorme buco nero che assorbe le risorse dei siciliani  e genera altri indebitamenti.
   La Regione, proprio oggi, annunzia l'acquisto di agrumi siciliani per  quasi 13 milioni di euro. Una misura di mero assistenzialismo buono a dare conforto ad agricoltori disperati ma del tutto negativo e controproducente. La strada dell'assistenzialismo è la più facile per chi ha la disponibilità per farlo e non si deve spremere troppo le meningi. Il Professore Centorrino sa bene che la crisi della agrimicoltura italiana è dovuta al vilissimo prezzo di vendita delle arance e degli altri prodotti. Pochi centesimi al chilo. Prezzo imposto da una filiera che va alla grande distribuzione ed alla trasformazione. Il chilo di arance che noi acquistiamo ad un euro viene pagato al contadino pochissimi centesimi che non valgano neanche il costo della loro produzione e raccolta. Questo problema è presente per quasi tutti i prodotti della terra ed a causa di ciò sta maturando una situazione di vera e propria rivolta nelle campagne italiane. Bisognerebbe alzare il prezzo di vendita dei prodotti agricoli senza aumentare il prezzo finale al consumo con una profonda e radicale ristrutturazione dei rapporti di forza all'interno della filiera evitando plusvalori eccessivi nelle fase intermedie. Ma questa
riorganizzazione del comparto non si vuole fare.
  L'acquisto delle arance da parte della Regione è espressiva della sua politica verso i ceti produttivi dell'Isola. Una politica di tamponamenti del tutto fallimentare dal momento che lascia le cose come stanno e come si ripresenteranno il prossimo anno.
  Le ideologie non sono morte come proclama la destra italiana da venti anni e come ripete il Professore Centorrino. Il liberismo, feroce edizione dell'ideologia capitalistica, è vivo ed imperversa e sta riempiendo il mondo di rovine e le nazioni di infelici ridotti a gridare dall'alto delle torri la loro disperazione per il lavoro perduto. Il liberismo ha contagiato la cultura di una parte importante del ceto politico della sinistra che a causa di ciò ha perso la sua identità e la sua capacità di difendere le classi sociali che una volta rappresentava. Il socialismo, abbandonato da dirigenti diventati politicanti, è  sempre vivo e vegeto. Ha ragione Berlusconi ad esserne ossessionato dal momento che
rappresenta l'esatto contrario di ciò che egli è e rappresenta. Lo Stato condizionato   dalla cultura socialista è certamente più ricco e più prospero di quello liberista.
 La privatizzazione dei servizi e lo smantellamento del welfare, impoveriscono l'Italia e rende difficile la vita ad i suoi abitanti e la disgregano come comunità, come nazione. La gestione pubblica dei servizi  locali e nazionali  è certamente di qualità superiore a quella  erogata dai privati e che ci ha trasformato in utenti senza diritti.
  L'avvento del federalismo  liberista sarà una disgrazia per l'Italia. Abbiamo visto l'esperienza della regionalizzazione del servizio sanitario nazionale oramai divorato  profondamente al suo interno dalle privatizzazioni dei convenzionamenti e dalla gestione clientelari dei medici e delle forniture.
  Anche la qualità e l'etica della professione medica ne risente profondamente.  
  L'autonomismo che Centorrino vorrebbe nobilitare quale alternativa alla  ideologie distruggerà ogni residua possibilità di giustizia sociale e servirà solo ad ingrassare la ricca borghesia parassitaria e scroccona che vive dentro e attorno ai  Palazzi e con l'accaparramento dei servizi sottratti al controllo della Corte dei Conti.
  Pietro Ancona

  http://www.elezioni-oggi.it/archives/00030244.html
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To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, February 15, 2010 10:03 AM
Subject: il preservativo cercato ne bordello Italia
 

Stamane, a prima pagina di Radio tre, lettura di un articolo apparso sul Corriere della Sera che racconta i preparativi ruffiani del gestore e del personale del Centro Benessere in attesa dell'arrivo preannunziato del Dr.Bertolaso, onnipotente padrone della Protezione Civile. Il gestore si preoccupa che tutti siano andati via, che non sia qualcuno rimasto in qualche salone, poi di come sistemare la numerosa scorta che accompagna il nostro Semidio, se la "massaggiatrice " è al suo posto in scodinzolante attesa, se il bikini trovato è quello giusto.... Il giornalista che legge l'articolo lo definisce una sorta di trattato di antropologia dell'Italia di oggi e legge dettagli che man mano che si va avanti diventano sempre più squallidi. Squallidi perchè non c'è niente di eccitante e di pruriginoso in un incontro sessuale preceduto e seguito da tanta manovra organizzativa. Dopo che il Dr.Bertolaso ha finito il suo "massaggio" c'è una sorta di ispezione generale per accertarsi che non restino in giro tracce. Uno dei collaboratori lo assicura che non ci sono tappi di champagne o bottiglie vuote. Ma la preoccupazione riguarda il o i preservativi usati che non debbono assolutamente rimanere da qualche parte.... Il signore che presiede ai preparativi è in rapporti con Bertolaso per appalti ed altro. Bertolaso ha il potere di farlo lavorare e farlo arricchire dal momento che la gestione della protezione civile è esente dai normali controlli e dalle normali procedure degli affidamenti ordinari dello Stato e delle sue amministrazioni. Può fare quello che vuole e scrivere in fondo ad un decreto la cifra che vuole. Parigi valeva bene una messa ma questo vale bene la ricerca affannosa di un preservativo per non lasciare tracce. Quanto ho scritto è ricavato da intercettazioni telefoniche. Queste sono nel mirino della banda che ci governa e non è detto che in futuro avremo la possibilità di poterne fruire ancora per gettare un raggio luminoso su quanto non sappiamo dell'Italia ufficiale e sul "verminaio" come lo ha definito Eugenio Scalfari che sta imputridendo lo Stato. Osservava giustamente qualcuno che tutto ciò è frutto della fine delle ideologie che in qualche modo avevano un ethos che tratteneva gli istinti più bestiali del potere e riusciva a non far raggiungere quel grado di ebbrezza nella quale si perdono tanti personaggi. Ma questo non è vero o è vero soltanto per la sinistra che, liberata dallo sguardo severo o addirittura severissimo e puritano di Carlo Marx di Andrea Costa e di Berlinguer, si è scatenata si è data ai bagordi. Parlo naturalmente della classe dirigente della "sinistra", della nomenclatura, della oligarchia che è statata traghettata verso la modernità e la felicità della assenza di limiti e vincoli dalla Bolognina. La Bolognina, dopo il naufragio dell'89, ha traghettato la casta dirigente del PCI da quest'altra parte della barricata dopo avere "posato" il suo popolo incapace di capire come la lotta di classe non c'è più e non c'è più neppure classe operaia!! In verità l'ideologia c'è ed è fortissima. E' quella stessa della Tatcher e di Reagan nella sua italianizzazione. E' il liberismo padre di tutte le privatizzazioni, dall'acqua alle forze armate alla protezione civile alla raccolta dei rifiuti. Il liberismo che si sta spolpando lo Stato del quale, dopo questi anni, resteranno in piedi le mura esterne come certi palazzi bombardati che sembrano diventati quinte di teatro. I Bertolaso esistono perchè sacerdoti o addetti a questa ideologia nella quale la distinzione tra quello che è del pubblico e quello che è personale non esiste più. A questa ideologia praticata a destra e sinistra si aggiunga la enorme quantità di soldi a disposizione del ceto politico attraverso la retribuzione della politica diventata il business più ambito. Durante le ultime elezioni amministrative a Palermo alcuni ragazzi si candidavano per i 1500 euro mensili della carica di consigliere circoscrizionale. Meglio di un concorso (che poi non c'è più) al Ministero! Tutte le cariche sono retribuite ed il badget degli amministratori è praticamente a piè di lista. Il Sindaco di Bologna ha realizzato in pochissimo tempo otto costosissimi viaggi nelle località di villeggiatura più esclusive del pianeta terra con segretaria-amante al seguito. Probabilmente tutto legale dal momento che dopo Tangentopoli i politici hanno legalizzato cose che prima erano reati e si sono dati un trattamento economico principesco, unico al mondo! Un enorme fiume di denaro finisce ogni mese nelle tasche degli amministratori e dei parlamentari. Denaro chiama denaro e la borghesia italiana che non ha l'etica protestante di Max Weber, ma che vive di appalti e di servizi pubblici è lieta di fare anche da ruffiana per partecipare al Grande Saccheggio, per arraffare il pezzo di carne più succulento! Pietro Ancona

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Sent: Wednesday, February 17, 2010 4:38 PM
Subject: la Bolognina della CGIL


Sindacato protagonista ma non antagonista. E' uno slogan del Congresso della CGIL. E anche il titolo di un Convegno dello SPI-CGIL che si terrà a Palermo nei prossimi giorni e si propone anche di unire le generazioni. Ma che vuol dire? Per sua natura il sindacato deve essere antagonista, deve cioè essere portatore di istanze e di richieste che è difficile vengano accolte senza il conflitto, senza la dialettica dello scontro e del negoziato. Se il Sindacato non è antagonista priva i suoi rappresentati della loro arma fondamentale: la lotta che si sviluppa attraverso gli scioperi, le manifestazioni, i sitin. In questo modo il sindacato diventa protagonista e fa diventare protagonista la sua gente. Può esistere un protagonismo senza antagonismo? Credo proprio di no a meno che non si pensi ad una fase della concertazione che superi gli accordi del 93 e stabilisca una sorta di automatismo per cui, date certi accordi interconfederali, non resta che una funzione ragioneristica di registrazione di eventuali variazioni. Questa posizione che fa dei sindacati dei meri collaboratori del padronato e del governo sterilizza la loro funzione sociale di trasformazione e di riadattamento dei rapporti di classe e ne fa una sorta di osservatorio passivo dei fenomeni sociali. Insomma, un servente di una dinamica che viene stabilita senza il loro concorso. Siamo nel campo del cosidetto "moderatismo" che di fatto ha regolato le relazioni sindacali negli ultimi venti anni. Questo "moderatismo" ha impoverito i lavoratori e le loro famiglie legandoli a una dinamica retributiva stabilita a tavolino ed assai inferiore di quella reale. Il fenomeno ha avuto anche riflessi nella normazione dei diritti. Anche questi sono stati sottoposti ad una limatura costante che non è ancora finita. Con la legge sull'arbitrato, caldeggiata bipartisan in Parlamento, i lavoratori diventeranno cittadini con meno diritti dal momento che non potranno rivolgersi al giudice, come chiunque può fare, per risolvere una vertenza, nè il giudice potrà intervenire per sanare eventuali ingiustizie per un divieto esplicito scritto nel disegno di legge. Quando la più grande organizzazione sindacale italiana si pone il problema della natura stessa della propria funzione sociale c'è qualcosa che deve fare pensare profondamente. Siamo alla vigilia di una sorta di Bolognina della CGIL? Alla formalizzazione di una abiura del sindacato di classe che, in una visione di confederalità e cioè tenendo conto degli interessi generali del Paese, senza uccidere la vacca come diceva Di Vittorio, si proponeva l'avanzamento della classe lavoratrice, dei suoi diritti e con esso anche la prosperità e la civiltà del Paese. Questa è stata la CGIL fino a quando la lunghissima pratica unitaria con Cisl ed UIL, confederazioni per loro naturale tendenza governative e collaborazioniste, non ha indebolito fino a farlo diventare quasi evanescente l'ethos che l'aveva sempre impregnata ed aveva dato vita ad un mito talmente forte da durare ancora. I lavoratori vedono ancora il Sindacato attraverso il grande mito della sua storia e non si rendono conto che si è profondamente trasformato e che è oggi è diventato uno strumento attuativo di politiche decise in grande parte dal padronato e dal governo e da esso subite. Politiche generali che hanno effetti micidiali sulla condizione umana e civile dei lavoratori come le privatizzazioni che stanno divorando dall'interno la scuola la sanità e le pensioni, i tre pilastri fondamentali dello Stato Sociale del welfare di cui l'Italia era orgogliosamente europea. Bisognerebbe aggiungere a tutto questo la privatizzazione dello Stato come abbiamo visto per le vicende delle Forze Armate e Protezione Civile che non hanno suscitato alcun interesse nelle segreterie delle confederazioni. Come si possono unire le generazioni se il Sindacato ha subito la spaventosa legge trenta che mette un muro tra i giovani e i diritti ? Circa quattro milioni di persone sono regolate dalle innumerevoli forme di prestazione inventate apposta per eludere i loro diritti e schiavizzarli, come i contratti a progetto o le collaborazioni a partita iva e pagate in modo miserabile, molto al disotto dei minimi contrattuali. Questa passività, assieme ad altre nefandezze pretese dal governo Prodi, è stata sottoposta ad un referendum che avrebbe dato risultati bulgari a favore. Cosa del tutto inverosimile e che è la spia di un gravissimo deterioramento democratico. La CGIL si avvia verso un Congresso in cui " i fondamentali" della condizione dei lavoratori non vengono messi in discussione. Non si mette in discussione il precariato della legge Biagi, nè si avanza la proposta di un Salario Minimo Garantito che potrebbe unificare italiani e stranieri nella difesa di un minimo di remunerazione per la sopravvivenza. Non si solleva il problema di un generale miglioramento dei salari auspicato da economisti anche "moderati" come mezzo per ritonificare un sistema con consumi sempre più depressi. Non si dice alt all'attacco allo Statuto dei Lavoratori ma si attendono iniziative padronali o governative per lavorare di lima, per "ridurre il danno". Non si mette in discussione la natura dei rapporti con Cisl ed UIL, ma anzi si ha la tendenza a chiudere in un ghetto i metalmeccanici che sono bastian contrari e sono invisi al Potere. Le due mozioni della CGIL dicono cose quasi simili e nonostante ciò la mozione due lamenta gravi attacchi ai suoi diritti. Lamenta una insofferenza enorme della maggioranza guidata da Epifani e la limitazione degli spazi di dibattito. Il PD tira la volata e, dietro le quinte, esercita una azione di condizionamento servendosi della sua influenza sui funzionari a tempo pieno. Sull'esito del Congresso sono assai pessimista. La rinunzia ad intervenire nei processi politici generali del sistema economico sarà ribadita ed il sindacato diventerà non protagonista e neppure collaborazionista ma qualcosa di ancora meno. Fino a quando qualcuno stabilirà che i contratti collettivi debbono essere sostituiti dai contratti individuali come predicano i pannelliani da anni e l'americanizzazione avrà colonizzato tutto il mondo del lavoro. Non sarà certo una conquista abbandonare il modello europeo di sindacato per abbracciare quello americano che è una sorta di scimmia sulle spalle dei lavoratori Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: pietro ancona
Sent: Wednesday, February 17, 2010 7:32 PM
Subject: Le some caricate sull'asina Italia


 Caro Professore Boeri,

ho letto il suo interessante articolo (che condivido)su repubblica di ieri dedicato alla spesa delle regioni con particolare riferimento alla spesa per la politica.  Al punto in cui siamo la situazione è talmente deteriorata che la ritengo irrecuperabile. Facciamo l'esempio della Sicilia dove abito. Fino al 1980 le spese di investimento  del bilancio della regione erano di gran lunga superiori a quelle correnti ed il numero dei dipendenti era di circa seimila (già tanti) più i dipendenti degli enti regionali (altri diecimila). Ora
le spese per investimenti sono soltanto quelle di provenienza europea e già finalizzate e comunque spesso eluse nella loro destinazione e riportate ad ingrassare l'esistente e cioè le consorterie parassitarie di consorzi, enti, etcc..Tutti gli  introiti della Regione che sono tantissimi per trasferimenti e per la riscossione delle tasse oggi vengono divorati dalla Regione
che è diventata l'unica benefattrice di tutte le risorse prodotte e che, in questo modo, vengono sequestrate e destinate al mantenimento di una Oligarchia politica costosissima probabilmente più del Parlamento Camera e Senato messe insieme e da una burocrazia che produce sempre nuove teste apicali. Si tratta di circa quattromila dirigenti su una massa di funzionari e di dipendenti  tra interni ed esterni a carico di almeno trentamila persone.
 Nonostante introiti che sarebbero bastevoli a mantenere un ricco e prospero Stato, la Regione Sicilia si è indebitata. Ha creato 27 ATO con una burocrazia notevole che però non riesce a pagare i salari ai netturbini per cui a Paternò è in corso un intervento dell'Esercito per raccogliere montagne di immondezze. Le privatizzazione delle acque che fin qui si sono fatte hanno raggiunto esiti di disperazione per cittadini ai quali arrivano bollette con le quali si debbono pagare le spese e i grassi fantastici stipendi degli amministratori del servizio idrico.
 La politica è diventata business e occasione di arricchimento facile. Anche un deputato onestissimo alla fine del mandato si ritrova con un conto  in banca che poche professioni e pochi impieghi consentono. C'è una corsa affaristica all'accaparramento dei posti che premia i più spregiudicati, i più forti, coloro i quali hanno un gruppo alle spalle.
  Avrà sentito che la Regione  Sicilia compera ai produttori di agrumi arance per dodici milioni e mezzo di euro. Un intervento inutile che serve a tacitare i malumori degli agricoltori ma non risolve il problema che, come lei insegna, sta nei prezzi miserimi imposti ai prodottori (un chilo di arance 15 centesimi), nel parassitismo ingordo della filiera e poi nel fatto che il consumo finale è depresso dai bassi salari,. Una famiglia operaia oggi si deve preoccupare di comperare il pane e nell'alimentazione cancella la frutta che non può più permettersi.
 La Regione da anni non interviene più nell'economia della regione se non per farsi divorare il suo interno con le privatizzazioni dei servizi o la loro esternalizzazione. Non si spende una lira per la manutenzione del territorio, delle scuole e degli ospedali e quando si interviene l'odore di malaffare è sempre fortissimo. Tutto va in malore e si ha l'impressione di vivere dentro città abbandonate a se stesse.
 Se durano le piogge che stanno gonfiando le nostre terre avremo centomila sfollati. I due bambini di Favara morti nella casa fatiscente che abitavano sono tra le vittime di questa ondata di maltempo assieme a quelli del messinese. Abbiamo già cinquemila sfollati. Ma la politica è
dedita ad altro. La giunta Lombardo è sostenuta dal PD che proviene da un antico collaborazionismo subalterno  del PCI che ha sfiduciato la politica tra i siciliani.
 Di questo passo il crack dell'economia e della politica non sono lontani.
Ma di questo nelle forze politiche non c'è alcuna consapevolezza.
  Mi auguro che persone come lei, opinion leader, possa sensibilizzare il Potere prima che sia troppo tardi per tutti.
 Pietro Ancona

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Sent: Friday, February 19, 2010 9:50 AM
Subject: IL DALAI LAMA E TORO SEDUTO


  IL DALAI  LAMA E TORO SEDUTO

  Il Dalai Lama, un globe trotters assai ammanigliato con gli ambienti che contano nel mondo occidentale, è stato ricevuto dal Presidente USA Obama con il quale si è trattenuto lungamente non per esercizi spirituali ma per parlare delle migliori strategie con le quali portare avanti la causa della indipendenza del Tibet dalla Cina.  Naturalmente, data la estrema religiosità dei luoghi pieni di alte montagne che elevano l'animo verso Dio, il Tibet dovrebbe essere  affidato  a lui ed alla sua teocrazia che per oltre due secoli lo ha tenuto strettamente nel pugno di una feroce dittatura.
    L'armata rossa liberò i tibetani da una oppressione spaventosa. I tibetani governati dal Dalai Lama non avevano diritto alla istruzione essendo questa riservata ai monaci, non avevano diritto alla sanità, erano meno che servi della gleba nelle terre  appartenenti alla casta buddista. Stiamo parlando di un territorio vasto quanto Germania, Francia e Italia messi insieme!  Il Tibet è grande 2 milioni e mezzo di chilometri quadrati ed è un quarto della Cina.Durante la dominazione buddista, insediatasi in uno dei tanti periodi di indebolimento dell'unità nazionale cinese, la popolazione diminuì drasticamente a causa della denutrizione e delle malattie. All'inizio del secolo scorso, gli inglesi tentarono di impossessarsi del Tibet costringendo il Dalai Lama alla fuga. Nel 1950, l'armata rossa guidata da Mao che aveva liberato gran parte della Cina dai signorotti feudali entrò in Tibet e lo incluse nella Grande Cina pur rispettandone il governo locale. Ma i monaci non erano disponibili a cedere l'immenso potere che avevano sulla terra e sulla popolazione e ordirono rivolte sanguinose. Alla fine  il Dalai Lama ed i suoi ricchissimi cortigiani  furono costretti a fuggire all'estero. E' inutile dire che la liberazione  del Tibet  ed il suo ritorno alla madre  Cina è stata fonte di grande prosperità per i tibetani che hanno imparato a leggere ed a scrivere, hanno ospedali, hanno trasporti ferroviari e strade moderne, insomma sono stati traghettati nell'era moderna dal medioevo feudale nel quale erano tenuti prigionieri.
    Obama, nel quadro della strategia militare e politica americana di destabilizzazione delle nazioni che non  si vogliono sottomettere al suo dominio, cura con attenzione, come i suoi predecessori, tutte le possibilità di interferire, naturalmente in nome dei principi di libertà e di democrazia  di cui gli Usa proclamano di essere tutori. Già durante le Olimpiadi riuscirono con monaci addestrati appositamente dalla Cia nei monti del Colorado a provocare gravissimi disordini a Llasa per non fare godere alla Cina la soddisfazione di essere paese ospite dei giochi olimpici e per sollevare una ondata di emozioni e di simpatia nel mondo intero a favore dei monaci. I quali in effetti stavano tentando un vero e proprio pogrom nei confronti dei cittadini cinesi e dei loro beni. Molti negozi e molte case furono incendiati. Molti furono uccisi.
   Mi chiedo che cosa farebbe Obama se una delegazione di cinesi accompagnasse da lui il successore di Toro Seduto e gli  chiedesse conto della condizione disumana che tuttora persiste nelle riserve indiane dove furono e sono tuttora relegati i pellerossa ridotti al rango di oggetto folcloristico da mostrare ai turisti. Le teste di alcuni valorosi capi delle tante tribù sterminate dal genocidio dei feroci coloni e del loro esercito blu sono esposte ancora alla curiosità macabra del pubblico. Nonostante gli USA siano da due secoli una forte confederazione di Stati, gli Indiani d'America sono chiusi in territori tra i più poveri ed affidati a gestori che li trattano come esseri inferiori profittando della loro povertà.
    Farebbe bene il Presidente Obama ad occuparsi della condizione dei resti di uno dei più  crudeli genocidi della storia e cercare di aiutare la popolazione indiana ad "integrarsi" dal momento che la sua condizione è peggiore di quella dei neri.
    In verità, la politica degli USA verso il mondo, dopo la fine del bipolarismo, è orientata verso mete di conquista e di sottomissione degli altri. Tutto fa brodo per la realizzazione dei programmi a lunga scadenza della gerarchia militare dal rapimento e assassinio dei patrioti definiti "terroristi" alla strumentalizzazione di personaggi che diventano icone della propaganda imperialista. Il Dalai Lama,
la Betancourt rapita dai guerriglieri che lottano contro il sanguinario regime dei militari colombiani sostenuti dagli Usa, la Uang in Birmania. Queste tre icone sono ben diverse dalle carte da gioco dei wanted irakeni quasi tutti poi acciuffati e giustiziati. Sono mezzi per proseguire la corsa infinita verso una frontiera che si allontana sempre e che dovrà comprendere l'intero pianeta. Dalla guerra di Corea in poi il mondo non conosce pace. A guardarle nella loro sequenza temporale e spaziale le guerre passate o in corso mostrano la trama di un organico progetto di assoggettamento del pianeta. Noi tutti siamo vittime di questo espansionismo. La stessa globalizzazione serve ad accelerare il processo verso il grande impero a stelle e strisce.
  Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, February 20, 2010 5:22 PM
Subject: la Confindustria e gli imprenditori onesti esclusi dal banchetto

La Confindustria e gli imprenditori onesti esclusi dal banchetto

 La Confindustria è stata il motore centrale delle privatizzazioni che spolpano  lo Stato dall'interno e che stanno giungendo a punte parossistiche, a mete inimmaginabili fino a qualhe tempo fa. Ha lavorato di fino e di grosso, sviluppato intense campagne lobbjstiche, sfruttato e strumentalizzato gli errori ed i difetti della pubblica amministrazione e dell'intervento pubblico in economia ed ha realizzato il suo sogno, raggiunto il suo successo, quando ha convinto gli excomunisti traghettati dalla Bolognina al magnifico regno della borghesia, del mercato, delle borse, della libera intrapresa, a fare proprie le sue idee. Come si sa i comunisti sono quadrati esecutori delle cose nelle quali credono . Sono stati tra i migliori e più diligenti propagandisti e fautori delle privatizzazioni. D'Alema è intervenuto diverse volte per spiegare che i servizi locali (acqua,gas,trasporti,netturbe...) andavano privatizzati incurante del fatto che questo avrebbe comportato e comporta un aggravio dei costi che è stato scaricato sulle spalle degli utenti. Non ha voluto tener conto che la trasformazione delle municipalizzate in SPA avrebbe sottratto queste al controllo della Corte dei Conti ed al rigore della finanza pubblica. Ad ogni privatizzazione corrisponde un consiglio di amministrazione pagato a fior di milioni di euro.  Quanto abbiamo appreso in questi giorni sul modus operandi di Bertolaso  e quanto è accaduto all'Amia di Palermo dimostrano quanto sia perniciosa l'adozione di criteri privatistici anche se invocati  spinti dall'assillo del fare subito e come una
compagine di mignatte e di sciacalli disposti  a fare anche da ruffiani si è insediata  attorno alla Protezione Civile per gestirsi  gli appalti che, secondo un galantuomo come l'ex Presidente della Sardegna Antonello Soru sarebbero costati centinaia di milioni in più del dovuto. Stiamo parlando di un uso arbitrario e senza controllo di fondi pubblici che, per la protezione civile, in questi ultimi anni è stato di dieci miliardi di euro! Una vero saccheggio dello Stato legalizzato ed alla luce del sole!
  La Confindustria non ha alzato un dito per proteggere i suoi iscritti imprenditori dall'uso arbitrario
dei poteri discrezionali della Protezione Civile e dello Stato. Soltanto coloro che sono molto ammanigliati con i vertici della destra   che controlla con criteri padronali il Governo può accedere ai finanziamenti e può lavorare. Mentre Tremonti  taglia i fondi    per scuola, sanità, pensioni, ammortizzatori sociali, chiude tutti e due gli occhi per l'immenso sperpero e per gli sprechi di opere costate anche dieci volte più del dovuto. Ho letto una nota che indica il costo a metro quadro delle casette date ai terremotati abruzzesi pari a quelli di un appartamento al centro di una grande città italiana.  Ma nessuno si chiede, ed è sintomatico, quando è costato il G8 de l'Aquila oltre a quello lasciato in aria della La Maddalena.
  Il vertice della Confindustria non solo non ha tutelato i suoi iscritti imprenditori ed il Mercato che è
una sorta di tabù  dei direttori del Sole 24 ore che da anni ci imbottiscono il cervello di disprezzo per quanto non è regolato dalle auree prescrizioni del liberismo ma partecipa al grande bottino, alla grande spartizione. Società della signora Marcegaglia sembrano ben piantate dentro l'affare La Maddalena. Come può la Confindustria tutelare in queste condizioni i suoi iscritti? Osserviamo amaramente che non siamo più ai tempi di Costa e che lo Stato è diventato la Grande Preda dei branchi di squali che riescono ad ammanigliarsi il potere.
  L'onestà è indivisibile e non ci possono essere scissioni schizzofreniche. Se si partecipa al bottino  lasciando indietro  gli imprenditori che sono lontani dai Palazzi non si può lottare davvero la mafia che regola la vita oramai di tutto il Paese

  Ora,la  Confindustria, dopo molti mesi dalla decisione della sua associazione siciliana, ed a distanza  di quasi trentanni dalla legge che introduce nell'ordinamento italiano il delitto di associazione mafiosa,scopre che deve impegnarsi nella lotta contro la mafia che è una grossa turbativa del mercato e del corretto sviluppo della concorrenza, cose apparentemente sacre ai liberali.  Meglio tardi che mai
ma non ha mai espulso dalle sue file le aziende che sono state  condannate per mafia.
 Credo che le posizioni della Confindustria  sulla mafia siano  un imbellettamento di un corpo di imprenditori in parte mafioso o attiguo alla mafia che prevarica e rende impossibile il libero commercio soffocandolo e costringendo al fallimento o a vivacchiare gli imprenditori onesti. Basti vedere i prezzi dei prodotti agricoli liquidati agli agricoltori ed i prezzi finali della merce che arriva sul mercato.  Filiere parassitarie che moltiplicano i prezzi sulle quali nessuno indaga!Venti centesimi per un chilo di frumento, quindici centesimi per chilo di arance ai produttori che non si rifanno neppure dei costi! Basti vedere chi controlla il commercio della carne e tutti i commerci all'ingrosso per dubitare molto che non vi siano dentro investimenti mafiosi. Soltanto dalle indagini della Magistratura a volte si scopre che intere catene di supermercati sono gestiti dalla mafia e sono strumenti eccellenti per il riciclaggio di denaro macchiato di sangue, sporco. Gli imprenditori onesti sono vittime di questo sistema. Debbono stare zitti, si debbono piegare, non possono far nulla anche perchè non sempre trovano persone o partiti disposti ad ascoltarli.
Mi domando però come, dopo  quanto si è scoperto in questi giorni sul sistema di distribuzione degli appalti fatto da Bertolaso, gli industriali continuino a dare fiducia alla destra di Berlusconi e company.
La risposta che mi sono data è che, sul campo, hanno scoperto che l'opposizione in definitiva non è molto diversa dalla maggioranza e che il sistema politico sia tutto corrotto. Quindi la vecchia arte degli italiani dell'arrangiarsi, del cercare di non farsi travolgere, non sprofondare nelle sabbie mobili, sopravvivere e magari cercarsi quello che si chiama "strapuntino".
  Al punto in cui stanno le cose, con lo Stato largamente colonizzato in tutte le sue articolazioni anche le più delicate (Forze Armate) da grosse colonie di privati che ne divorano il midollo, bisognerebbe intraprendere una strada del tutto opposta, azzerare i danni che si sono fatti dappertutto, alla scuola, al servizio sanitario, al bilancio.
 Il PD canta vittoria perchè dal decreto sulla Protezione Civile è stata stralciata la parte che riguarda la SPA. Certo è encomiabile ma non altera per niente lo stato delle cose che produce miliardi di spesa senza controlli. In ogni caso, l'impegno del PD è venuto soltanto dopo che la Magistratura ha ordinato gli arresti di alcuni funzionari e imprenditori. E' sintomatico assai il fatto che nessuno scandalo scoppi in Parlamento. E' indice di comunanza se non di interessi di coabitazione nel sistema Italia.
  La  severità che tutti i benpensanti di destra e di sinistra mostrano per le richieste anche le più modeste dei lavoratori per le quali non ci sono mai i fondi, l'Italia è in deficit, etc.. non viene mai mostrata per le spese spagnolesche imposte dal ceto politico. Si sono concessi ai precari soltanto pochissimi spiccioli per la disoccupazione con un tetto massimo di duemila euro l'anno. Tetto che è stato negato con grande indignazione bipartisan per i managers pubblici che possono salire ben oltre il milione di euro l'anno! Milioni di euro  saranno spese dallo Stato e dalle Regioni per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia mentre le scuole gli ospedali le carceri cadono a pezzi.E' inaccettabile. E' tipico del Regime Oligarchico nel quale siamo sprofondati. Le oligarchie politiche costano oramai più di cento miliardi di euro e cioè  quanto l'intero sistema sanitario. La politica è diventata businesa e dopo l'homo faber e  l'homo  oeconomicus, ora abbiamo l'homp  politicus. La politica è diventata professionale per professionisti. Il processo di mercificazione delle idee e dell'impegno è compiuto. Diventare deputato o senatore o governatore è assai di più che vincere all'Enalotto. Molto di più!! Basta sapere usare bene il  Kit di Forza Italia o del PD!
Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: info@ilmediterraneo.it
Sent: Tuesday, February 23, 2010 3:19 PM
Subject: Per l'unità dei Palestinesi

Per l'unità dei Palestinesi
 Il popolo palestinese è quasi alla catastrofe della sua dolorosa storia. La divisione ha dato la possibilità ad Israele di incrudelire con  ferocia di stampo nazista nei confronti della popolazione di Gaza che viene chiusa, con la complicità dell'Occidente e del faraone egiziano, in un lager nel quale non riceve neppure la brodaglia che le SS passavano agli ebrei ed agli altri infelici. Quando il nuovo muro di acciaio progettato con sadismo impedirà anche l'uso dei cunicoli che assicurano un minimo di contatto con l'esterno, un milione e mezzo di persone non avranno più scampo. Intanto prosegue
la campagna omicidi per i capi di Hamas che vengono sistematicamente uccisi dal Mossad dovunque siano rifugiati nel mondo . La classe dirigente civile e militare dei palestinesi è stata quasi del tutto distrutta in anni ed anni di "omicidi mirati". Il governo sionista di Israele ha avuto cura di togliere la vita anche ai professori. Un popolo di ignoranti si governa come un gregge. Questo, mentre i cecchini dell'esercito uccidono le bambine anche per un contenimento demografico. Cinquecento bambini sono nelle prigioni di Israele e vorrei proprio sapere di quale delitti sono accusati.
 Israele è riuscita a dividere i palestinesi assicurandosi la collaborazione degli eredi di Arafat. Abu Mazen ha ceduto tutto pur di avere tregua e pace. Si è financo prestato alla campagna di liquidazione dei "terroristi" di Hamas. Ma tutto quello che ha fatto non è servito a niente e costituisce la prova del fatto che Israele non vuole la pace e neppure la creazione di una Palestina indipendente, ma l'assimilazione di tutto il territorio occupato. In Gisgiordania proseguono intensamente gli insediamenti dei coloni i quali, armati fino ai denti e protetti dal loro esercito, si muovono a branchi per terrorizzare ed uccidere i disgraziati che incontrono come facevano i rampolli degli spartani con gli iloti per addestrarsi alla caccia umana. Abu Mazen è stato ridotto a larva di se stesso. Ha perso la dignità e non gli resta che il silenzio. Silenzio che stride clamorosamente con la tragedia che si incupisce giorno dopo giorno.
 Israele ha sezionato i palestinesi in tre parti: Gerusalemme, Gaza e Gisgiordania. A Gerusalemme demolisce le case dei palestinesi per togliere loro la cittadinanza ed espellerli dalla città nel corso di un programma di pulizia etnica proprio nella città sacra al Dio di tre religioni. A Gaza attua un programma
di bantustan simile a quello dei razzisti sudafricani, ma molto più duro . In Gisgiordania si serve del collaborazionismo di Abu Mazen per fare come il cuculo nel nido altrui, un cuculo violento ed omicida.
 La situazione è diventata davvero pesantissima. Non c'è più futuro per i palestinesi ai quali non è e non sarà concesso di vivere anche se accettassero di rinunziare a tutte le loro rivendicazioni. E' necessario superare le divisioni e ricostituire l'unità del popolo. E' provato che  non c'è alternativa alla lotta. E' necessario che Hamas ed Alfatah rimettano insieme i cocci della nazione palestinese. Senza di questo li aspetta il genocidio ed una persecuzione peggiore di quella subita dagli ebrei e dai rom. Ancona Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, February 24, 2010 4:33 PM
Subject: Ricordo di Sandro Pertini

Ricordo di Sandro Pertini

 Sandro Pertini è stato il migliore Presidente della Repubblica ma anche e sopratutto una grande anima di socialista e, potrei dire, di italiano nel senso che riassumeva dentro di sè le doti più belle
di una nazione che, dopo di lui, ha ripreso a sfasciarsi. Nel Partito non era molto amato dal gruppo dirigente. Era considerato  impolitico, veemente, insomma non un maestro. Ma si trattava di un giudizio sbagliato  che riguardava più la tecnica e la manovra della politica che la politica stessa. Se questa è vibrazione all'unisono con il sentimento popolare, ebbene Pertini era politico assai di più di quanto lo fossero tanti altri.  E' diventato Presidente della Repubblica contro la volontà di Craxi che arrivò a contrapporgli Antonio Giolitti nella speranza che i comunisti cessassero di appoggiarlo.  Nel luglio sessanta, quando l'Italia  fu in bilico per il mostro fascista che alleva da sempre nel suo ventre, nelle terribili  giornate convulse e pericolose, era pronto a contribuire  ad un movimento di lotta, se necessario anche armata per contrastare le voglie del duo Gronchi-Tambroni. Ricordo che da Genova lanciò un vibrante appello antifascista ad una Italia che era  già in piazza, pronta a difendere la sua libertà.
  Nel '56 venne ad Agrigento per un comizio. Alloggiò in un albergo situato all'ingresso della città e per tutta la notte ne vegliammo a turno il riposo temendo che subisse un attentato. Allora i
politici giravano senza scorta e comunque non credo che l'avrebbe mai voluta. Si assunse la difesa della madre di Salvatore Carnevale al processo contro la mafia di Caccamo che lo aveva trucidato. Era  avvocato anche se non esercitò mai la professione  tranne che in questa occasione.  I mafiosi furono difesi da un famoso  avvocato napoletano che poi sarebbe diventato anch'egli Presidente della  Repubblica anche se fu  costretto alle dimissioni da  uno scandalo enorme
che allora inquietò l'Italia, lo scandalo Lockheed: Giovanni Leone.
  Pertini e Leone rappresentavano al processo Carnevale due Italie che allora si contrapponevano duramente.
Sandro Pertini rappresentava in misura paradigmatica  valori che erano l'essenza stessa del socialismo: la coerenza tra la vita e le sue convinzioni. Non piegò mai la testa davanti al fascismo nè volle che lo facesse la madre  per chiedere la grazia a Mussolini. Si fece tanti anni di carcere ed aveva cura a stirare i pantaloni da ergastolano piegandoli accuratamente sotto il pagliericcio e di essere sempre in ordine e ben sbarbato. Non voleva dare la soddisfazione al fascismo di averlo ridotto a non avere cura di se stesso. Suggerisco di leggere il suo libro " Sei condanne e due evasioni" per comprendere di quale pasta fosse fatto. Era persona onesta e di grande pulizia morale. Considerava il Palazzo del Quirinale un ufficio al quale si recava dalla sua mansarda di un edificio
in Piazza Fontana di Trevi dove viveva con il grande amore della sua vita Carla Voltolina, partigiana,
giornalista impegnata ed autrice di un libro "Lettere dalle case chiuse" che contribuì al successo della
legge proposta dalla socialista Lina Merlin.
  E' ancora per me motivo di orgoglio essere stato nello stesso partito di Sandro Pertini. Un Partito che era molto di più di un'organizzazione di parte perchè incarnava valori generali come la pace, la giustizia sociale, la libertà, la laicità, la dignità dell'uomo che deve essere liberato dalle catene dello sfruttamento e dall'umiliazione di condizioni di vita indecorose. Motivo di orgoglio  aver conosciuto anche persone come Pietro Nenni, Rodolfo Morandi,  Emilio e  Joice Lussu, Fernando Santi, Riccardo Lombardi che hanno vissuto la politica ed il socialismo con dedizione ed onestà e da statisti facendo della crescita e della diffusione del socialismo sostanza della stessa crescita civile d'Italia. Ma il PSI finisce con la questa  generazione. Dal Congresso di Torino in poi, dopo la cancellazione del bellissimo simbolo della falce, martello, libro e sole nascente sostituita dal lugubre garofano, non è più esistito anche se il nome ha continuito ad essere usato.
 Pietro Ancona

http://cgi.ebay.it/SANDRO-PERTINI-SEI-CONDANNE-DUE-EVASIONI-FASCISMO-LIBRI_W0QQitemZ120514253254QQcmdZViewItemQQptZLibri?hash=item1c0f3591c6

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, February 26, 2010 5:41 PM
Subject: Morti sul lavoro e suicidi in carcere


Morti sul lavoro e suicidi in carcere

 Due colonne si innalzano giorno dopo giorno senza farci sperare in un cambiamento. Sono le colonne che sommano i morti sul lavoro ed i suicidi o morti nelle carceri italiane. I giornali ne parlano, le denunzie ci sono state e continuano ad esserci. Per oltre un anno il Presidente della Repubblica ha dedicato una parte della sua comunicazione alla questione degli infortuni mortali sul lavoro. Il sistema massmediatico non ignora i luttuosi e tristi eventi.  In  quanto ai suicidi in carcere le persone che se ne occupano si possono contare con le dita di una mano. Ogni anno, per il ferragosto, Pannella organizza una visita alle carceri e, approfittando del fatto che i massmedia nel fatidico giorno non hanno altro da fare, riempie il vuoto con i resoconti degli incontri con i prigionieri e con il personale di custodia.
 Ma non succede niente. Non cambia niente. I lavoratori che cadono sotto la falce della Morte sono soggetti socialmente deboli, assai più deboli oggi di quanto non fossero ieri dal momento che i Sindacati li hanno posati. Hanno scelto l'amministrazione delle leggi e delle norme esistenti e non propongono le cose che potrebbero realmente cambiare le cose: la lotta al precariato, l'attribuzione di poteri ispettivi ai delegati operai alla sicurezza, il divieto di straordinario per i lavori pericolosi, la prevenzione fin dal livello delle macchine operatrici e dell'organizzazione del lavoro, l'appesantimento delle norme penali per i responsabili delle "disgrazie". Ho ricordato altre volte che la Torre Eiffel fu
eretta in circa due anni da circa duecento carpentieri che lavoravano anche a trecento metri dal suolo e nelle condizioni climatiche più dure. Non ci fu un solo infortunio mortale. Valeva il principio della professionalità e dell'affiatamento di gruppo, cose del tutto ignote nella epoca di lavoratori "usa e getta" che si cambiano spessissimo e lavorano sotto dura sorveglianza. Mi raccontava   Peppe Grado, mio maestro di socialismo e sindacato, che i braccianti agricoli lavoravano sotto la sferza di un campiere e non potevano rialzare la schiena neppure se una spiga di frumento penetrata sotto i vestiti graffiasse la loro carne. Oggi le condizioni di lavoro in agricoltura ma anche nei cantieri edili e nelle fabbriche sono diventate allucinanti. Ogni ora viene sfruttata fino ai centesimi di secondo che debbono essere tutti produttivi. Ricordiamo il lavoratore rumeno Radu Gheorghe  morto di fatica ed abbandonato nei campi dai suoi stessi compagni dal momento che quando si è schiavi si perde anche il sentimento di umana solidarietà e di compassione. La sua famiglia è stata abbandonata.
 I carcerati sono soggetti socialmente ancora più deboli dei lavoratori. Dall'inizio dell'anno abbiamo avuto notizia del suicidio di almeno dieci di loro. Non sappiamo quanti altri siano sofferenti per avere tentato di farla finita. Le carceri italiane sono diventate luoghi infernali, bombe che non esplodono perchè tenute sotto pressione da un regime carcerario durissimo per tutti. Non si hanno notizie delle inchieste che vengono condotte sui casi di suicidio, ma difficilmente viene appurata  una verità diversa  da quella che viene di volta in volta scritta dai comunicati delle Case di Pena. Il Governo non si propone di migliorare le condizioni di vita dei detenuti ma piuttosto strumentalizza la loro insopportabile situazione per farne una  shok economy come ha fatto con la protezione civile. Ha conferito ad un funzionario, Ionta, i superpoteri che ha Bertolaso nel suo campo. Potrà costruire quello che vorrà dove vorrà e senza chiedere il permesso a nessuno e senza controlli.
 Ammesso che la costruzione di altri duemila o tremila posti-carcere servirà  a qualcosa sappiamo tutti che la soluzione non è questa ma l'abrogazione delle leggi con le quali la destra ha riempito le carceri di drogati e di migranti. Bisognerebbe poi percorrere un filo diverso da quello che
si sta seguendo e che crea dentro le carceri nuovi gironi di pena più dura. Bisognerebbe abolire ogni forma di detenzione peggiorativa di quella comminata dal Magistrato. Ma questo non sarà fatto perchè non interessa nessuno e perchè l'ideologia securitaria e classista del Governo ha contagiato anche gran parte dell'opposizione. Bisognerebbe poi rendere più difficile la carcerazione e sottoporla a procedure meno  sbrigative. Bisogna insomma cambiare ideologia e prospettiva. Oggi la società è indotta ad inferocirsi contro chi sbaglia ed a considerare ingenua la politica del recupero, della mano tesa.
 Ma una società tanto dura non è più sicura. Gli USA con le politiche della "tolleranza zero" avranno reso più linde New York ed altre città ma hanno anche il più alto numero di omicidi e di crimini del mondo.  Il darwinismo  sociale colpisce i poveri, i più deboli,  ma rende il conflitto endemico, inestinguibile. La sofferenza dei colpiti resta comunque impressa nella società e la stigmatizza con il dolore delle vittime e delle loro famiglie.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Saturday, February 27, 2010 9:17 AM
Subject: Eroi del colonialismo

Eroi del colonialismo

  Oggi i maggiori giornali italiani  portano la notizia della morte della nostra spia, (007 è una qualificazione più romantica ed usano questa), indicandola alla opinione pubblica come eroe
caduto sul lavoro. Gli assassini sarebbe stati i famigerati  talebani  dipinti  come feroci terroristi come ieri le SS tedesche indicavano i nostri partigiani e, l'altro ieri, l'esercito italiano indicava i patrioti
libici, somali o etiopi impalati dai nostri generali.
  Per cominciare, le circostanze dell'attentato nel centro di Kabul sono assai dubbie. Sembrerebbe
che l'obiettivo dell'azione fossero gli indiani e che il gruppo aggressore fosse costituito da pakistani che hanno molte partite aperte appunto con i loro ex fratelli. Ma questo "particolare" viene messo in ombra. Il messaggio che deve passare nell'opinione pubblica è un altro. Il nostro caduto si trovava
in quell'albergo nel cuore di  Kabul per difendere noi, la civiltà occidentale, dal pericolo del terrorismo islamico. Se l'attentato fosse accaduto in altra parte del mondo la  "notizia" che sarebbe stata data
avrebbe indicato in una "cellula" di AlQaeda i responsabili. Insomma, la menzogna di un terrorismo
che attenterebbe alla pace  va alimentata in ogni modo e con ogni sotterfugio.
 Un vero eroe come Calipari non è mai stato indicato come tale dalla grande stampa italiana. Forse perchè è stato ucciso, a mio parere deliberatamente, dagli americani mentre faceva  scudo del suo corpo alla nostra Giuliana Sgrena che, secondo l'assassino subito rimesso in libertà negli USA, avrebbe fatto bene a restare in casa a fare la calza piuttosto che creare problemi a chi fa il suo "lavoro" in Iraq.
 Una persona libera, civile, democratica e pacifista come Boldoni è stato ucciso in circostanze misteriose in Iraq . Il suo corpo non è mai stato restituito alla famiglia. Enzo Boldoni è stato presto dimenticato dall'Italia ufficiale. Le sue idee  non erano tanto gradite e neppure la sua indipendenza. Il Corriere della Sera si è ben guardato dal raccontarlo come eroe.  Eroe conclamato ed accolto come tale dalle massime cariche dello Stato al rientro della sua salma in Italia ed insignito da medaglia d'oro al valor civile è il contractors Quattrocchi che si trovava nel disgraziato paese per conto di una agenzia straniera e vi guadagnava 7000 dollari al mese. Non si danno settemila dollari se non per servizi particolari, coperti da immunità da parte dello esercito occupante e che possono essere tanti quanti possiamo immaginarne a cominciare dalla "liquidazione" dei terroristi con metodi spicci ed altre cosucce del genere.
 L'Iraq e l'Afghanistan sono occupati da eserciti occidentali che hanno al loro seguito non meno di trecentocinquantamila contractors, killer addestrati a fare i lavori "sporchi" che gli eserciti  a volte non fanno come torturare i prigionieri o prendere in ostaggio famiglie di partigiani. Da molti anni queste due nazioni sono sotto il tallone di eserciti di invasione e di squadroni della morte. Vengono sistematicamente bombardate con uccisione di  migliaia e migliaia di civili. La terra, l'aria e le acque
sono avvelenate dall'uranio, dal fosforo. Nascono bambini deformi perchè l'Occidente fa la guerra non solo ai "terroristi" di oggi ma anche a quelli del futuro. Quello che conta è che gli USA hanno potuto costruirsi una  enorme ambasciata-base militare nucleare al centro di Bagdad e disseminato tutta l'area di teste di ponte, di fortificazioni, in vista del loro prossimo assalto all'Iran, alla Cina o alla Russia o non si sa a chi dal momento che fabbricare un nemico e dipingerlo con i colori del demonio è
loro attività fatta senza troppi scrupoli per la verità.
  Il nostro "eroe" si trovava in Afghanistan per sostenere questo progetto di colonizzazione e per puntellare il governo fantoccio del grande mafioso e trafficante di oppio Karzay. Purtroppo la menzogna di una  missione di pace viene sostenuta da autorevoli esponenti dell'ex PCI come Fassino e D'Alema. Per questi signori quello che conta è dimostrare all'ambasciatore statunitense in Italia la loro affidabilità e magari farsi aiutare a riconquistare il governo.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, February 28, 2010 8:55 PM
Subject: fine della middle class

 Fine della middle e class

  Sono entrato in un grande magazzino di Palermo di elettrodomestici. Rispetto l'ultima volta che c'ero stato mi è sembrato  deserto.   C'era pochissima gente  e, ad ogni piano, le commesse ciondolavano senza avere niente da fare. Si ingegnavano a non farsi vedere senza un impegno. Mi sono chiesto perchè mai, nonostante i prezzi allettanti e le combinazioni assai comode di pagamento di bellissimi elettrodomestici e non ci fossero folle di acquirenti. Una volta c'era persino un piccolo giardino di infanzia com baby sitter per intrattenere i pargoli dei clienti. La risposta che mi sono dato è che la gente deve scegliere, darsi delle priorità, stabilire che cosa continuare a consumare. Quando gli stipendi ed i salari sono congelati o scendono verso il basso la qualità della vita   subisce peggioramenti. Non ci sono più soldi per cambiare il televisore, per farsi il forno a microonde o comperare la lavastoviglie o  per seguire le novità che la tecnologia sforna a getto continuo.. La popolazione italiana è più povera di quanto non lo fosse ancora qualche anno fa. La massa di redditi da lavoro è dimagrita notevolmente. Circa il 15 per cento del reddito nazionale si è spostato dal lavoro e dalle pensioni al
profitto ed alle rendite. E' venuto a mancare ciò  che consentiva alle famiglie  il tenore di vita di relativo anche se non scintillante benessere  del
ceto medio.
 Non c'è solo non solo impoverimento ma regressione sociale. La scala per passare dalla classe operaia alla borghesia è stata ritirata. Non c'è più. Molti salivano questa scala attraverso la scuola. Il figlio del contadino o dell'operaio riusciva a diplomarsi e poi a laurearsi con sacrifici tutto sommato sopportabili dalle famiglie. Uno dei  Presidenti della Regione  Sicilia  era figlio di un calzolaio che riuscì a farlo laureare seppur a costo di sacrifici titanici. La laurea era il lasciapassare, la chiave che apriva le porte delle professioni, della politica, dell'agiatezza. L'Italia ha conosciuto un grande periodo di mobilità sociale ascensionale dal basso verso l'alto che onora la storia e la politica degli anni fino alla disfatta di tangentopoli.  Ora la laurea o il diploma sono diventati carta straccia dal momento che i posti di lavoro connessi  sono stati cancellati. Una ragazza, mia vicina di casa, era riuscita a trovare un posto di insegnante a Bergamo. La incontravo per le festività natalizie contenta di potersi mantenere da sola, seppur lontana da Palermo. L'ultima volta che l'ho vista era assai abbattuta. Era diventata una vittima della Gelmini.  Il feroce  ridimensionamento della scuola pubblica e la riduzione della sua offerta formativa esclude non meno di centomila persone dal lavoro e cancella il loro futuro. Che cosa faranno?  E che  cosa succederà quanto sparirà questa generazione di pensionati che integra i redditi dei figli e spesso li surroga? La grande maggioranza degli insegnanti espulsi dalla scuola sono meridionali. Con la loro esclusione sociale, con la loro dispersione verso i margini inferiori della società, viene meno una sorta di equilibrio che ha retto la società italiana per mezzo secolo: il sud forniva la maggior parte dei quadri alla scuola, al pubblico impiego, alla magistratura, alle forze armate, mentre il Nord si dedicava alla industria, ai commerci, all'imprenditoria. Con l'attacco al welfare la destra italiana ha distrutto questo equilibrio ed il Sud non ha più niente. La mia vicina di casa che aveva trovato lavoro a Bergamo  dovrà contentarsi di lavori e lavoricchi governati dalla malvagità della legge Biagi o addirittura dal "nero".Alle famiglie del Sud verranno meno redditi sui quali finora si è mantenuto un  equilibrio sociale che si è già disgregato.

  I figli degli operai, dei contadini, dei poveri non potranno mai più aspirare a diventare "dottori" dal momento che i redditi delle loro famiglie non lo consentiranno ed anche se lo diventeranno non avranno ottenuto niente. Oggi non conta più la laurea ma solo  il censo, la famiglia in cui si nasce. Il ceto della famiglia è diventato il discrimine più importante come lo era un secolo fa, prima della grande era fordista e keinesiana. Se sei figlio di notaio o di farmacista sarai notaio o farmacista. Se non lo sei andrai a lavorare in farmacia o nello studio notarile con un salario che ti consentirà di vivere stentatamente, anche peggio dei tuoi genitori proletari.Anche la politica è stata grande fattore di promozione sociale. Moltissimi quadri della politica venivano dai ceti deboli e poveri della società. Ora non sarà più così. I politici vengono scelti dall'alto della piramide del Potere e non per promozione dei meritevoli dalla società. Questo cambiamento è simboleggiato dai listini che propongono i candidati alle Presidenze della Regioni..
  Il sistema sociale che si sta creando esclude o riduce al minimo la classe media e polarizza molto gli estremi di ricchezza e povertà. Le distanze aumentano vertiginosamente. Un amministratore delegato di una società se ieri guadagnava  venti volte il salario del suo operaio, oggi lo distanzia per molto di più. Al salario medio di 15 mila euro si contrappone l'emolumento medio di cinquecentomila euro.
 Quando le distanze diventano così abissali la coesione sociale è destinata a venir meno. Inoltre i ricchi tendono all'accaparramento dello Stato e delle sue risorse e questo impoverisce di molto quanti
ricavano da questo aiuto ed integrazione alla loro condizione. Se una famiglia operaia deve spendere una parte consistente del suo reddito per l'asilo nido fornito da privati
la sua condizione diventerà sempre più pesante e precaria. Tutte le privatizzazioni che vengono fatte aumentano il peso delle "bollette". Una sinistra imbecille ha permesso che si facessero privatizzazioni  di servizi resi in regime di monopolio. Ha messo praticamente la testa dei consumatori nel cappio dei profittatori dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua, dell'igiene cittadina....
 Che fare? Questo capitalismo è riformabile? Potrà tornare ad essere fordista ? Sarà capace il socialismo ad offrire una alternativa ? Quanto tempo dovremo aspettare?
   Pietro Ancona
http://www.rassegna.it/articoli/2009/04/09/45541/italia-paese-troppo-disuguale


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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, March 01, 2010 4:43 PM
Subject: la morte dell'avvocato


 La morte dell'avvocato Fragalà

  Il delitto dell'avvocato Enzo Fragalà riempie di orrore la città impietrita dalla paura, spaventata, nauseata e disperata. Una città enorme del Mezzogiorno d'Italia, una delle prime quattro d'Italia per numero di abitanti, ha assistito atterrita ed impotente a qualcosa che annichilisce il senso di cittadinanza, di appartenenza ad una comunità. L'avvocato è stato atteso davanti la sua abitazione da un omone che lo ha massacrato di bastonate inflitte per uccidere e non soltanto per punire. Le modalità del crimine sono altamente simboliche per il luogo in cui si è svolto e per l'arma usata. Nel linguaggio della mafia l'uso del bastone o delle nudi mani per strangolare significano "non vali il costo di una cartuccia" Segno di grande disprezzo per la vittima. Il luogo prescelto con molto pericolo per l'assassino  è antistante al Tribunale. Si vuole lanciare un messaggio di intimidazione alla classe forense, agli avvocati? L'avvocato in passato era stato difensore di mafiosi in vari processi. Di recente difendeva alcuni pentiti. Può darsi che la chiave del delitto sia da cercare appunto nella sua attività professionale. Sebbene fosse stato deputato di AN per tre legislature  aveva attenuato il suo impegno politico ed era soltanto consigliere comunale di Palermo. Sembrerebbe che
da questo versante non potesse venire la ragione di tanto deliberato odio, di tanta crudeltà.
 Dallo sviluppo dei prossimi processi di mafia in corso di svolgimento forse capiremo la ragione di
questo omicidio. La mafia prima o poi azzanna una sua qualche preda nell'area dei professionisti, della borghesia dei colletti bianchi. Mi è venuto in mente il delitto del Dott.Paolo Giaccone, ucciso
davanti all'Istituto di Medicina Legale dove prestava la sua attività. Era il 1982. Che cosa è cambiato
in questi trenta anni?
 La lotta di una parte dello Stato contro la mafia è continuata. Ha registrato alcuni  successi ma
la guerra è lunga e defatigante. Quanti combattono questa guerra lo fanno in condizioni di grande disagio e quasi sempre di isolamento. La generazione di magistrati e di poliziotti che comincia da Chinnici e continua con  Ingroia, Scarpinato e tanti altri valorosi  ha ottenuto tanti successi e continua ad ottenerne, ma la situazione in cui siamo oggi è forse la peggiore possibile. Il governo è diretto da un uomo che insolentisce la magistratura e che è sospettato di avere fatto le sue fortune con investimenti iniziali forniti dalla mafia. Il fondatore del Partito che oggi è di maggioranza, il Senatore dell'Utri, ha una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Un sottosegretario di Stato inseguito da un mandato di arresto per complicità con la camorra viene pubblicamente invitato da Berlusconi a non dimettersi. Mentre la macchina della giustizia viene lasciata deperire si minacciano nuove leggi contro le intercettazioni telefoniche e attraverso lo scudo fiscale si è permesso alla mafia di ripulire all'estero i suoi soldi e farli rientrare legalmente in Italia.
 Inoltre, le smentite alle rivelazioni di Cianciamino sul patto stipulato tra la mafia e lo Stato non sono state convincenti ed il sospetto che la stagione stragista dei grandi delitti di mafia si sia chiusa per un
concordato resta e continua a pesare sul nostro futuro. Ma che cosa continua a funzionare dell'accordo Mafia-Stato ispirato dal papello di Riina?
 Viviamo il periodo della maggiore ricavare soldi e potere. L'attenuazione delle differenze tra maggioranza e opposizione ha reso opaco lo scenario e difficile la   resistenza alla deriva
colombiana della società italiana.  Un ceto politico superprivilegiato, oligarchico, protetto da leggi elettorali che manipolano la democrazia, dedito alle privatizzazioni  ed alla dismissione dei beni dello Stato e del pubblico demanio, non è il più adatto a combattere le mafie che si sono impadronite di
molta parte del territorio nazionale. Inoltre molte cose uniscono gruppi economici e criminalità che spesso concorrono al successo di molti politici. La politica liberista è la più gradita dalle cosche dal momento che
ogni deregulation avvantaggia chi unisce al potere economico quello della prepotenza del crimine.
Il deperimento dello Stato, il suo "alleggerimento"ed il contemporaneo allargamento dello spazio e del potere riservato ai privati, fa il gioco della mafia. La fine della società coesa voluta dagli ideologi del liberismo, la riduzione a giungla dei rapporti economici e sociali è il migliore terreno per la crescita di potenti organizzazioni criminali. 
 Il delitto dell'avvocato Enzo Fragalà pesa su Palermo e sull'Italia. La mafia comunica con esso che
la partita è tutta aperta e che si sente forte, molto forte....
 Pietro Ancona

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A Liberazione.it http://www.liberazione.it/letter-file/605226843.htm

La Cgil e lo sciopero dei migranti 2 marzo 2010

Ieri bellissime manifestazioni di lavoratori migranti hanno conquistato l'attenzione ed il rispetto di tanta parte dell'opinione pubblica italiana. La RaiTv ed i massmedia, per una volta, hanno assolto ad un servizio di informazione decente che ha fornito elementi essenziali di conoscenza. E' stato detto quanto il lavoro degli stranieri concorra alla formazione del Pil (9,5%) e come lo Stato incassi da loro ben 13 miliardi di euro di tasse. E' stato detto che i versamenti al sistema pensionistico Inps sono straordinariamente importanti dal momento che trattasi di contribuenti giovani e che senza il loro apporto si avrebbe financo difficoltà a pagare la pensione agli italiani. Si è detto della "qualità" di queste persone: moltissimi sono laureati anche con due lauree, parlano diverse lingue, sono essenziali nell'agroindustria. Senza di loro le grandi campagne di raccolta di arance, pomodoro, patate e le stalle della pianura padana sarebbero deserte. Da siciliano aggiungo che la flotta peschereccia non potrebbe salpare da Mazara del Vallo senza i marinai tunisini e maghrebini. Insomma, ieri l'antirazzismo, il pregiudizio, hanno perduto molta della loro petulanza e si è controbilanciato con cortei civilissimi, con parole d'ordine ispirate alla libertà ed alla democrazia le tante campagne “securitarie” e di odio che da anni imperversano e seminano discordia e divisione. L'atteggiamento delle grandi confederazioni italiane rispetto lo sciopero di ieri è stato deludente. La Cisl e l'Uil ne sono rimaste fuori, la Cgil ha partecipato ma non come Confederazione, a macchia di leopardo, con l'impegno di tante strutture locali. Soltanto la Fiom è stata presente come organizzazione nazionale. Partita da molti dubbi sull'utilità e sulla giustezza di uno sciopero di soli migranti, la Cgil non è riuscita a pervenire all'espressione di un appoggio convinto sul piano nazionale, non ha contribuito nè all'elaborazione delle parole d'ordine che sono rimaste quasi tutte “difensive” e non rivendicative e, sopratutto, non ha deciso di sostenere politicamente le ragioni della lotta di ieri con il Governo ed il padronato italiano. Ha fatto mancare l'appoggio politico allo sciopero consentendo alle sue strutture periferiche di appoggiarlo solo sul piano organizzativo. Oggi, se ci fosse stato un comunicato della Cgil magari accompagnato da una dichiarazione di Guglielmo Epifani si sarebbe dato il giusto sbocco al movimento di lotta. C'è un silenzio assordante che danneggia la lotta di ieri e non dà seguito alle sue ragioni. Eppure cose giuste da sostenere ce ne sono tante a cominciare dalla abrogazione del reato di clandestinità, dal diritto alla cittadinanza, dalla chiusura dei lagers Cie. Il rispetto dei contratti collettivi di lavoro e l'istituzione di un Salario Minimo Garantito potrebbero essere una giusta risposta a quanti a Rosarno o nelle campagne napoletane o nelle stalle del Nord lavorano per pochi spiccioli al giorno. Il Salario Minimo Garantito potrebbe unificare lavoratori stranieri con gli schiavi della legge trenta e aprire una speranza per tutti di migliori condizioni di vita. L'Italia ha bisogno di un generalizzato aumento dei salari e di mettere un limite alla loro base. Lavoro retribuito con paghe da schiavi e poco tiene depressa l'economia e sta distruggendo il commercio interno. Ma le Confederazioni Sindacali hanno deciso che così va bene e che le cose non possono cambiare. La Cgil si accinge allo sciopero del 12 marzo che potrebbe revocare se il Governo concede l'elemosina una tantum di 500 euro. Uno sciopero al quale la gente aderirà perchè la sofferenza è tanta e tanta è anche la domanda di lotta. Ma che non cambia niente perchè non chiede niente! Magari Epifani pensa che l'avere ottenuto l'ottanta per cento dei voti congressuali sia la prova del consenso alla linea di basso profilo e di passiva indifferenza tenuta in questi anni. Una linea che subisce una agenda dettata dalla Confindustria con cui si discute soltanto di che cosa ed in quale quantità togliere ai lavoratori. Ma questo ottanta per cento mette in luce un deficit di democrazia e di libertà come certe votazioni che avvenivano nei paesi dell'Est europeo. Non era vero che la gente fosse soddisfatta di quei governi. Non è detto che il popolo della Cgil sia contento. Semmai il consenso è una sorta di delega che ancora viene data alla dirigenza nella speranza che le cose migliorino. Pietro Ancona in data:02/03/2010

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, March 05, 2010 10:11 AM
Subject: Cambiare lo sciopero, contestare il Congresso della CGIL


 Cambiare lo sciopero, contestare il Congresso della CGIL

  La questione dell'art.18 di fatto abolito è già scomparsa dai giornali. Un silenzio mortale è seguito alle scarne, ambigue e per certi versi anche rivelatrici, interviste rilasciate ieri da tre leaders delle Confederazioni che da sole rappresentano dodici milioni di persone e che non vengono chiamate
alla lotta contro un vulnus che li rinvia all'era pre-civile dei senza diritti. Solo Bonanni è riintervenuto sulla questione per confessare di avere partecipato alla stesura del provvedimento e per difenderlo affermando il falso e cioè che l'arbitrato non sostituirebbe il giudice. Epifani si è limitato a dire che, se ce ne saranno le condizioni, ricorrerà alla Corte Costituzionale. Forse tra quattro o cinque anni quando il mercato del lavoro avrà registrato milioni di vittime. Il PD ha votato contro ma si tratta di una formalità per mettersi le carte in regola con i propri elettori e per non tagliare i ponti con la cultura giuslavorista che ha protestato scandalizzata con un documento sottoscritto dai suoi massimi esponenti.
 Oggi si parla d'altro. Il tormentone delle liste di Formigoni e della Polverini tiene banco e si vorrebbe
un decreto che faccia strame del diritto. Anche la questione della patata continua a tenere banco. Del fatto che venti milioni di cittadini vengono privati del diritto di ricorrere ad un giudice e della tutela del loro posto di lavoro alla grande stampa controllata dalla borghesia italiana che vive di evasioni fiscali, truffe, lavoro nero e che si sente impastoiata dai contratti e dai diritti non importa.
 Soltanto Paolo Ferrero e Roberta Fantozzi di Rifondazione Comunista hanno deciso di reagire con uno sciopero della fame che rischia però di restare isolato o un fatto confinato in Internet se non ci sarà un sostegno più ampio e non si costruirà un movimento di vera opposizione. Uso l'aggettivo "vera" dal momento che la simulazione di gesti e di sentimenti di solidarietà è purtroppo più diffusa di quanto si creda.
 Intanto bisognerebbe con un tam tam immediato  preparare la trasformazione dello sciopero della CGIL che, come è noto, si limita a chiedere l'elemosina di  una  mancia fiscale di 500 euro, in sciopero per il pieno ripristino dell'art.18. Bisognerebbe preparare migliaia e migliaia di cartelloni per questo da portare nei cortei e nei comizi il  12 marzo. A questo fine bisognerebbe propagandare subito in assemblea quanto è successo, preparare un volantino da fare arrivare dappertutto, chiedere aiuto alle radio popolari, usare alla grande internet e Facebook.
 Inoltre, bisogna contestare alla radice il Congresso della CGIL che si svolgerà, dopo un dibattito
e votazioni assai discutibili, in un clima surreale che prescinde dalla gravità della condizione dei lavoratori. La legge approvata dal Senato è una legge di precarizzazione di tutto il lavoro. Finalmente Monti e quanti altri si sono lamentati dei privilegi dei genitori  tutelati rispetto ai figli precari potranno dichiararsi soddisfatti. Ora siamo tutti precari, tutti licenziabili, tutti esposti agli appetiti anche i più osceni del padronato.
  Rifondazione Comunista ed il Manifesto debbono smetterla di vedere la CGIL di oggi  come una grande organizzazione democratica al servizio dei lavoratori. La CGIL è controllata, attraverso il suo apparato, dal PD che privilegia il rapporto con la Confindustria e che, anche con i suoi Governi, ha contribuito a demolire i diritti dei lavoratori. Bisognerebbe ricordare che è stato il governo D'Alema a mettere in discussione l'art.18  respinto dalla grande manifestazione di Roma organizzata dalla CGIL di allora e la raccolta di oltre cinque milioni di firme. Oggi la CGIL non mette in discussione il suo rapporto unitario con CISL ed UIL, la sua discriminazione dei sindacati di base, la sua simpatia per l'UGL di area di destra come peraltro si è visto con la candidatura della Polverini a Roma. Questa CGIL deve  essere cambiata radicalmente. Ma questo non è previsto da nessuna delle due mozioni.
 La contraddizione di una popolazione di iscritti combattiva, democratica, progressista, schierata per i diritti e una politica espressione degli interessi moderati del PD interpretati da una burocrazia sindacale che ha la prospettiva  soltanto nella sussidiarietà e negli enti bilaterali deve essere sciolta.
  Pietro Ancona
http://urlin.it/17bed   

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Sent: Saturday, March 06, 2010 11:43 AM
Subject: DEMOCRATIZZARE IL SINDACATO


DEMOCRATIZZARE IL SINDACATO

 Ci si aspetta dai sindacati la difesa degli interessi dei lavoratori ma la realtà è  spesso sorprendente e sconcertante. Bonanni e Ancelletti, segretari delle  confederazioni UIL e Cisl, si sono affrettati a dichiarare infondato l'allarme  dei giuristi italiani e dei sempre più   spaventati lavoratori  sostenendo che  l'arbitrato è aggiuntivo e non
alternativo al ricorso al giudice. Dichiarazioni del tutto menzognere  smentite dalla protesta dei Magistrati   ed  accompagnate dalla proterva rivendicazione di una sorta   di loro diritto esclusivo   sulle questioni riguardanti il lavoro. Insomma   il lavoro dovrebbe essere regolato
da rapporti di tipo privatistico e sottratti al legislatore. Una tesi in linea con la sbornia liberista che
caratterizza l'estambliscement che abita i palazzi del potere. Questa singolare tesi fu  invocata anche da Epifani , quando i ministri della sinistra nel governo Prodi riuscirono a migliorare una parte dei famigerati accordi del luglio 2007. La CGIL insorse contro modifiche migliorative e meno dannose per i lavoratori e pretese  il ripristino del testo che era stato concordato nella trattativa sindacale. In sostanza si  vorrebbe quasi una  assurda delegiferazione del diritto del lavoro a favore di normative stabilite da organizzazioni  che, naturalmente, non avrebbero valore erga omnes ma varrebbero soltanto per i rappresentati degli stipulanti. Una ipotesi corporativistica!
 Epifani si è affrettato a raffreddare le aspettative di lotta  dei lavoratori   allarmati e spaventati da una legge definita perfida ed ispirata all'odio di classe dalla cultura giuridica democratica del Paese sostenendo che la CGIL dovrà limitarsi al ricorso alla Corte Costituzionale e
annunziando che non parteciperà alla raccolta di firme per chiedere un referendum. In quanto allo sciopero del 12 marzo ha ribadito nelle questioni fiscali, degli emigranti e della occupazione i suoi obiettivi,
senza riconoscere alla  questione dell'art.18 la stessa importanza. In sostanza  Epifani non  sottolinea  la gravità della "controriforma del lavoro". Si limita a registrarla secondo una linea di  assuefazione alle "novità" e di notarile registrazione  dell'avanzata  del processo demolitorio dei diritti.
 Per orientarsi e difendersi dalla insidiosa e perfida legge  il lavoratore dovrebbe disporre  dell'assistenza di legali. Sebbene il Ministro Sacconi dichiari che il lavoratore non è minus habet sappiamo tutti che nella maggioranza dei casi  non potrà permettersi una difesa e che, inoltre, ha
anche problemi elementari  di informazione e di comprensione. Le norme introdotte sono talmente subdole da richiedere i sensi allertatissimi di esperti frequentatori di Tribunali. Una legge fatta per aggirare e per favorire le truffe non  può essere fronteggiata da persone spesso ignare e comunque riluttanti, per ovvie ragioni, di ricorrere al contenzioso della lite legale. Persone che spesso guadagnano meno di mille euro al mese non sono in grado di ingaggiare avvocati. E' chiaro che le rinuncie saranno tantissime.
  Il teatro  politico di oggi è occupato quasi per intero dalla questione del decreto truffaldino varato dal Governo e già  firmato dal Capo dello Stato sulla questione elettorale in Lazio e Lombardia. A Bersani ed a tutti gli altri non importa per niente la ferita mortale inferta ai lavoratori dalla legge del 3 marzo. Strillano per lo scandalo di un decreto che violenta le norme elettorali. Un pasticcio procedurale creato da leggi elettorali infami ma approvate quasi tutte bipartisan
che manipolano la volontà  ed i diritti degli elettori. Basti pensare al listino con il quale
il candidato alla presidenza della regione, se eletto, elegge per sua  monocratica volontà il dieci per cento del consiglio regionale ed il fatto che questo decade  se per una qualche ragione sarà impedito. Un pazzesco capovolgimento della logica democratica che di fatto mette il potere legislativo nella mani di una sola persona e delle sue vicende personali.
 Mentre  Bersani  PD tace sull'art.18 intervengono soltanto    Cofferati e Ichino il primo per denunziare la debolezza del Partito  e della CGIL  e l'altro per affermare  ipocritamente  che ci sono cose ben più gravi di quelle stabilite dalla legge del 3 marzo e parla  dei contratti a partita iva passati da quattro milioni o otto milioni. Insomma, secondo la logica aberrante di Ichino, siccome ci sono situazioni assai gravi nella realtà fattuale dei rapporti di lavoro tutto sommato la legge approvata non è poi così la cosa peggiore! Occupiamoci di altro!
  Quanto sta accadendo mette in luce il problema enorme del ruolo del Sindacato. Dobbiamo prendere atto che urge una riforma  che attui l'art.39 della Costituzione. La natura sempre più elitaria, verticistica e spesso antidemocratica delle Confederazioni Sindacali deve essere regolamentata e sottoposta al rigore della legge. Nonostante la maggioranza dei metalmeccanici fosse sfavorevole agli accordi separati Cisl Uil e UGL questi sono stati imposti. Lo svolgimento del Congresso della CGIL solleva  problemi che vanno affrontati. Il processo di americanizzazione delle strutture sindacali italiane deve essere bloccato ripristinando il potere degli iscritti  sulle oligarchie interne. Lo stesso referendum del 2007 ha costituito la prova  più clamorosa di quanto sia urgente una legge che offra garanzie di democrazia ai lavoratori.
 Pietro Ancona

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/03/05/visualizza_new.html_1730309668.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-lavoro-in-liquidazione/


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Sent: Sunday, March 07, 2010 7:15 AM
Subject: Napolitano è il nostro Facta


Napolitano è il nostro Facta

 Le giustificazioni del Presidente della Repubblica per la sua approvazione a tamburo battente, nella notte, del decreto governativo che sana le irregolarità delle liste PDL
e con esso anche eventuali reati penali (nel caso si scoprisse che alcune firme erano  false) sono inaccettabili.   Feriscono  la  democrazia ed il diritto dal momento che si accetta che un decreto del governo possa  interferire in decisioni della magistratura ordinaria preposta alla verifica della regolarità dello svolgimento delle elezioni e cambiare le carte in tavola facendo diventare nero il bianco e viceversa.
 Napolitano dice che lo ha fatto perchè non si possono escludere dal voto gli elettori del PDL in due importanti regioni d'Italia. E' la tesi manipolatrice con la quale la destra ha martellato per giorni l'opinione pubblica italiana. Una tesi ingannatrice e falsa dal momento che il problema non è questo  quanto   la tutela della integrità delle leggi che regolano lo svolgimento del voto, leggi fondamentali e vitali per l'ordinamento del Paese che possono essere riviste soltanto dal Parlamento e dalle assemblee elettive.
 Napolitano avrebbe dovuto pretendere dal Governo e garantire al Paese che ogni decisione relativa alla riammissione delle liste pdl fosse presa con il consenso di tutte le forze politiche e magari con un passaggio parlamentare.  Consenso che sarebbe stato possibile dal momento che le forze parlamentari si erano dichiarate disponibili. Bersani, Casini e Di Pietro avevano manifestato disagio per quanto era accaduto per sola ed esclusiva responsabilità del PDL ed a causa delle terribili lotte intestine dei suoi boiardi e si erano più volte offerti alla ricerca di una soluzione che garantisse a tutti il diritto di voto.Berlusconi  si sente padrone d'Italia e disprezza l'opposizione che vorrebbe cancellare dalla vita del Paese ed  ha rifiutato qualsiasi accordo perchè non vuole svelenire l'atmosfera  e non vuole riconoscere alla opposizione la dignità di partecipare magari al semplice aggiustamento di una situazione creata dal suo Partito. Superbia, arroganza, prepotenza quasi un attentato, un vulnus  e uno stravolgimento delle regole che  dovevano essere difese da Napolitano. Berlusconi ha strumentalizzato la questione delle liste per aumentare la tensione esistente nel Paese, per fare del vittimismo da aggiungere alla sua campagna contro la Magistratura accusata di volerlo perseguitare a tutti i costi.
 Napolitano ha incoraggiato l'arroganza di Berlusconi ed assieme a lui ha imposto al Paese una decisione che suona  violenta e prevaricatrice e lontanissima dallo spirito e dalla lettera della Costituzione.
 La concezione che  Napolitano ha del ruolo del Presidente della Repubblica è inaccettabile e più volte ha danneggiato l'Italia offuscandone il suo prestigio nel mondo, prestigio un tempo legato alla sua civiltà giuridica ed alla sua Costituzione che è tra le migliori del mondo, forse addirittura la migliore in senso assoluto.
 Ha approvato le leggi imposte dalla destra e spesso votate da un Parlamento imbavagliato dal ricorso sistematico al voto di fiducia ed impossibilitato a correggere, integrare, intervenire per migliorarne i testi. Mi riferisco alle leggi di stampo nazista che discriminano l'erogazione delle pene in ragione della
condizione di irregolarità dei migranti e alla persecuzione dei Rom per la quale tre grandi Prefetti della Repubblica hanno dovuto abbandonare il posto a causa della loro fedeltà ai principi della Costituzione.
 Non so se ha già firmato la legge approvata dal senato in grande odore di incostituzionalità che sostituisce le tutele che la Costituzione garantisce ai lavoratori con coercizioni ed obblighi, che riduce la scuola dell'obbligo ed il diritto all'istruzione ed introduce nuove forme di uso schiavistico del lavoro come lo staff leasing che aggrava il già grave deterioramento del diritto indotto dalla legge trenta.
 Credo che una decisa opposizione a questa legge che di fatto abolisce l'art.18 dovrebbe essere
sostenuta da tutte le opposizioni con la stessa sensibilità e la stessa passione con la quale stanno contrastando il decreto delle elezioni.
 Nella storia dell'Italia abbiamo avuto un precedente inquietante. Mi riferisco all'atteggiamento di sostanziale complicità con il fascismo tenuto da Luigi Facta che si rifiutò di proclamare lo stato di assedio e consegnò con la complicità di una monarchia meschina  l'Italia al fascismo.
 La grande maggioranza degli italiani ha finora confidato nel ruolo superpartes del Presidente della Repubblica ed ha accettato i suoi inviti alla moderazione ed alla coesione. Ma ora sappiamo che cosa intende Napolitano per coesione e moderazione. Intende la sottomissione di tutti noi e delle stesse leggi alla violenza livida di un Capo del Governo che è diventato pericoloso per la libertà e la democrazia.
Pietro Ancona
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To: cgil_regionale@lomb.cgil.it
Sent: Tuesday, March 09, 2010 10:05 AM
Subject: la cgil tradisce se stessa  

 pubblicato nel blog di Paolo Ferrero

http://lnx.paoloferrero.it/blog/?p=2130&cpage=1#comment-22757  

La CGIL tradisce se stessa

 Una delegazione della federazione della Sinistra capeggiata da Paolo Ferrero si è recata  dal Capo dello Stato per chiedere di non firmare la legge 1167 approvata la sera del 3 marzo scorso dal Senato in via definitiva. Una legge che fa  scempio dell'art.18 e riduce i diritti di cittadinanza dei lavoratori che non potranno più invocare  l'intervento di un giudice  come il famoso mugnaio di Dresda. La legge conta più del Re da quando il diritto moderno si è sostituito all'arbitrio del potere. Ma non in Italia. In Italia la volontà del datore di lavoro prevaricherà la Costituzione fondata sul lavoro ed il giudice non potrà intervenire né su richiesta del lavoratore licenziato ingiustamente né di propria iniziativa.
 La legge approvata dal Senato, nel silenzio, con il tacito consenso di una opposizione che ha votato contro ma strizzando l'occhio alla maggioranza, lasciando fare, è frutto di almeno due anni di lavoro
di squadre di avvocati delle aziende espertissime di esperienza di tribunali e di carte bollate che hanno costruito vere e proprie trappole attorno all'art.18 per  "aggirarlo". Verbo usato da giornali certamente non barricadieri ed estremisti come Repubblica ed il Corriere della Sera e che esprime bene l'imboscata ai diritti dei lavoratori oramai inermi di fronte ad un apparato legislativo che si erge minaccioso e li sovrasta.
  Questo lavorio di bulino dei legulei e dei topi di Tribunale ha partorito una legge che rompe con la tradizione giuslavoristica ispirata dalla Costituzione e della sua fondamentale funzione di custode della parte debole dei minus habent che, a differenza di quanto asserito da Sacconi, non è alla pari con il datore di lavoro. Non potrà mai esserci parità tra chi dà il lavoro e chi lo chiede  assillato dal bisogno impellente di vendere la propria forza lavoro per dare da mangiare alla sua famiglia.
 Il lavoro dei topi di Tribunale è stato tale per cui sarà difficilissimo al lavoratore potersi difendere dagli attacchi e dalle insidie senza l'ausilio di  avvocati esperti. Avvocati che non potrà permettersi e che comunque potrebbero fare ben poco.
   Scopo strategico di questa legge è la realizzazione del più  straordinario turnoover della storia del lavoro italiano. Espellere dalle aziende tutti i lavoratori giudicati "pesanti" per i diritti accumulati  in dieci o venti anni di anzianità e sostituirli con giovani magari precari ed interinali, invisibili, o addirittura con staff leasing.  Si realizzerà la più grande precarizzazione del lavoro italiano dopo la legge Biagi e questa volta le vittime che verranno stritolate saranno quanti sono stati indicati dall'infame pubblicistica di liberisti a cominciare da Monti come "privilegiati". I diritti sono finalmente diventati privilegi e come tali saranno annullati.  IL tutto per realizzare anche un altro abbassamento consistente dei salari. Finalmente la differenza tra lavoratori a tempo indeterminato e precari sarà annullata. Tutti precari!
 Il passo importante e significativo della Federazione della Sinistra è convalidato dalle preoccupazioni e dalle denunzie della cultura giuslavoristica italiana e dalla protesta dell'ANM che denunzia il vulnus recato alla Giustizia da una legge che, sostituendo ai Diritti i Divieti e gli Obblighi, avvia un processo di radicale svuotamento della Costituzione.
 E' allarmante che ad una settimana dal misfatto, mentre Cisl ed UIL confermano la loro adesione alla legge 1167, non si registri una presa di posizione adeguata della CGIL. Osservatori qualificati come Mario Tronti, Gallino, Cofferati giudicano o debole o scarsamente reattiva la posizione della CGIL che si è fin qui manifestata con una notarile dichiarazione di Epifani che rinvia al ricorso alla Corte Costituzionale tutta l'iniziativa della Confederazione ed ad una stranissima uscita della Segretaria Camusso che esclude la questione dell'art.18 tra quelle che saranno indicate come obiettivi dello sciopero generale di venerdi prossimo, uno sciopero per mendicare una "una tantum" di sgravio fiscale di 500 euro.
 Ci sono tanti modi per tradire i propri rappresentati, per abbandonare i lavoratori alle ingiurie ed alle soverchierie del padronato. Modi attivi come quelli della Cisl e dell'Uil che firmano una riforma del contratto di lavoro che indebolisce di molto la certezza del diritto e modi passivi come quelli che hanno caratterizzato la CGIL che si è rifiutata di firmare quegli accordi ma ha preteso di essere presente come il convitato di pietra di Mozart e poi si è incaricata di lasciarli filtrare in tutti i contratti di categoria.  Questo modo passivo di interagire produce danni incalcolabili. Se la CGIL che è la più grande organizzazione dei lavoratori italiani tuttora circondata dal mito della sua bellissima storia sta zitta e si limita a stigmatizzare senza tradurre la sua indignazione in azioni concrete  consuma un tradimento. Ora la bastonata inferta dalla legge 1167 é tale non solo da tramortire ma anche da uccidere e non può essere affrontata con il ricorso futuro alle vie legali. Ora e qui è necessario organizzare la resistenza e la lotta.
    Ieri al Quirinale doveva salire Epifani che magari, come ha già fatto in passato, si lamenterà di una invasione di campo della politica sul sindacato.
  La CGIL deve sciogliersi dalla paralisi in cui la costringono il PD ed i suoi sempre più sconcertanti rapporti con Cisl UIL ed anche con l'UGL. Deve subito appellarsi ai lavoratori ed organizzare scioperi  fino a quando l'art.18 sarà in pericolo.
  Intanto deve subito includere, con un atto solenne del suo Direttivo Confederale, la questione della legge 1167 nel proclama dello sciopero del 12 e chiedere a Napolitano di non firmare.
  Si tratta di salvare la Costituzione dai numerosi attacchi di questo Governo e della sua irresponsabile maggioranza che riguardano i diritti civili dei cittadini ed i diritti sociali della gente che lavora.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: segreteria.nazionale@slc.cgil.it
Sent: Wednesday, March 10, 2010 10:00 AM
Subject: Il gatto, la volpe e pinocchio

Pubblicato su Liberazione.it  oggi come commento all'articolo: Luigi Ferrajoli Filosofo del diritto Lavoro, «incostituzionale l'arbitrato preventivo» di Paolo Persichetti ieri su Liberazione a pag.3 

http://www.liberazione.it/news-file/intervista-ferrajoli.htm#bottom   


  Chi si aspettava dalla giornata di ieri una qualche buona notizia per il noto scippo dell'art.18 è rimasto con l'amaro in bocca. Niente di nuovo, solo qualche aggiustamento nella comunicazione CGIL  che tuttavia non cambia niente e non sposta il pesante macigno  caduto dal Senato sulle spalle dei lavoratori italiani. Bonanni è stato zitto. Aveva già detto la sua ed avevamo capito che ieri come otto anni fa la Cisl avrebbe salutato senza rimpianti la fine dell'art.18. Hanno parlato Angeletti, segretario appena riconfermato da un Congresso UIL che è stato un vero e proprio salone di ricevimento dello embliscement italiano ed Epifani. Angeletti  rimproverando il Parlamento della legiferazione in materia di lavoro ha detto che si occuperà dell'art.18 . La legiferazione in materia di lavoro  a suo parere, è esclusiva competenza delle parti sociali ed ha annunciato  che, in sede di applicazione della legge, l'Uil interverrà sulla questione del reintegro (senza dire come) mentre Epifani, intervistato da Rai3 delle 14,30, ha ribadito implicitamente le ragioni dello sciopero in quelle a suo tempo indicate: fisco, migranti, occupazione derubricando nel calderone della difesa dei diritti   quella che è stata definita la controriforma del lavoro e l'attacco radicale alla Costituzione . Nello sciopero generale di venerdì prossimo e nella manifestazione che si terrà sabato indetta dalle forze politiche contro il decreto governativo sulle elezioni non si può dire che la questione dell'art.18 abbia una qualche rilevanza.
 Credo che la CGIL dovrebbe  chiedere a Napolitano di non firmare la legge e comunque  fare sapere che non parteciperà alla costituzione delle Commissioni di Arbitrato che dovranno decidere l'applicazione della procedura alternativa all'art.18. Affidare a queste
il potere  insindacabile  di decisione nel merito dei licenziamenti significa privatizzare il diritto sostituendo alla Legge l'intervento  delle parti  dandovi valore di legge. Immagino che Angeletti cercherà di ottenere una migliore monetizzazione della violenza subita dal lavoratore licenziato senza giusta causa, magari il massimo di sei mensilità  anzicchè il minimo previsto di due mesi e mezzo.  L'azienda, con una manciata di spiccioli, si sarà liberata di una persona che
magari cominciava a pesargli troppo o perchè da troppo tempo alle sue dipendenze o perchè sindacalizzato irriducibile.  Credo che queste Commissioni, sulla base delle leggi vigenti che discriminano i sindacati di base, saranno costituite  per la parte sindacale, soltanto dai firmatari dei ccnl. Un lavoratore aderente al Cobas avrà il suo sindacalista di fiducia ? Me lo chiedo.  Inoltre la Commissione di arbitrato non è tenuta al rispetto delle leggi vigenti come il magistrato ma eserciterà una sua discrezionale autorità inappellabile. Non possiamo escludere, data l'importanza della posta che sarà in gioco, episodi di incompetenza o di corruzione. Chi garantisce il lavoratore che i membri della Commissione non si accordino alle sue spalle magari per realizzare proprie convenienze relazionali? L'intreccio tra imprenditori e sindacati è diventato troppo intricato negli enti bilaterali ed in tante altre gestioni che si sono costituite nel segno della cosidetta sussidiarietà e privatizzazione del welfare.  Perchè le questioni che arrivano alla commissione arbitrale della legge 1167 non possono  diventare materia di scambio? Il lavoratore sarà soggetto sociale ancora più fragile.  Potrebbe diventare addirittura oggetto inerte e passivo di scambio. La sua tutela diventa evanescente
ed incerta.
 La durissima opposizione fatta ieri in parlamento da PD contro la legge sul cosidetto impedimento personale  fa risaltare ancora di più lo scarso o nullo impegno che lo stesso PD ha manifestato nella discussione per la legge 1167. Nessun ostruzionismo, pochissimi interventi, votazione di un no educato, "responsabile". Grande aplomb.  Ieri, nessuno dei massimi esponenti del PD ha detto una sola parola di rammarico, di protesta o soltanto di commento sulla fine dell'ultimo argine che restava nelle aziende a protezione dalla prepotenza padronale. Non hanno parlato Bersani, la Finocchiaro, Franceschini, Letta. Ha detto qualcosa soltanto Tiziano Treu qualche ora prima dell'approvazione della legge.
 La maggioranza del gruppo dirigente del PD è  stata d'accordo a seppellire l'art.18 non rendendosi conto che una classe lavoratrice debole e priva di diritti non dà luogo ad un partito forte, autorevole e rappresentativo. Ma forse non gli interessano i lavoratori ma i padroni ed i padroncini come abbiamo visto dall'infornata di parlamentari regalati alla Confindustria. La CGIL è stata affidata al condizionamento di Cisl ed UIL che hanno ampi e forti riferimenti non solo nel Governo ma anche nel PD. Ricordate Collodi? Il gatto e la volpe convincono Pinocchio a seppellire le monete d'oro nel campo dei miracoli e se lo smaneggiano. Da molto tempo l'unità sindacale non è più un valore ma un pericoloso strumento contro i lavoratori. Storti, Benvenuto, Lama diedero vita ad una grande stagione di lotte per le riforme e furono quasi sul punto di realizzare l'unità  organica e di ritornare alla CGL unitaria che purtroppo fu rotta dalla guerra fredda. L'unità sindacale aveva allora un significato di crescita civile e sociale che infiammava ed entusiasmava i lavoratori.  Ora Cisl ed Uil firmano contratti ed accordi separati assecondando le voglie  della Confindustria e del Governo. Gli accordi che vedono la firma anche della CGIL sarebbe stato meglio non farli perchè tolgono e non danno ai lavoratori.
 L'Italia è forse l'unico paese al mondo in cui tre potenti confederazioni  hanno partecipato con numerosi accordi  ad uno dei più gravi processi di impoverimento e di spoliazione dei diritti avvenuti nell'Occidente. Sindacati ricchi e lavoratori con le pezze al culo dopo venti anni di concertazione.
 Spero molto che i lavoratori facciano sentire la loro voce nei cortei del 12 marzo. Spero nella presenza di migliaia e migliaia di cartelli  che strillano il loro NO alla infame legge 1167.Spero in una iniziativa nel Comitato Direttivo della CGIL che dovrebbe riunirsi subito e definire una strategia di lotta che renda impossibile le procedure della 1167. Spero che una delegazione della CGIL si rechi subito dal Capo dello Stato come è stato fatto ieri dalla sinistra politica. Voglio sperare che la CGIL prenda coscienza del gravissimo errore compiuto nel lasciare fare con tranquillità al Senato una legge che ci riporta agli anni cinquanta. Voglio sperare anche che il PD recuperi la vocazione solidaristica e civile dei cattolici e quella classista del PCI e che nella manifestazione del 13 difenda la Costituzione  anche dal versante della tutela dei lavoratori.
 Pietro Ancona
http://urlin.it/17bee

Mercoledì 10 Marzo 2010 00:25 I firmatari  il Manifesto, 9 marzo 2010

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, March 11, 2010 3:41 PM
Subject: Il Cuculo


  IL CUCULO

 Le agenzie riportano le proteste degli USA per     l'espansione della colonizzazione  delle zone  palestinesi   di Gerusalemme est e GisGiordania.  Israele ha annunziato la costruzione di altre milleseicento unità abitative nei luoghi dove sono state demolite o espropriate le case dei palestinesi che in conseguenza di ciò sono stati privati della cittadinanza  e costretti a sdradicarsi, ad affollare i campi profughi, a diventare paria apolidi nella loro stessa terra. Altri 130 unità abitazioni-fortezza si stanno costruendo   in Gisgiordani. Questo annunzio di Israele è l'ennesimo  di un programma che non si  è mai rallentato nè fermato e che ha creato dentro la Gisgiordania inizialmente delle enclave  ora delle vere e proprie fortezze  di coloni che hanno emarginato la popolazione originaria. I coloni si sono accresciuti in grande numero da quando Abu Mazen ha disconosciuto la vittoria elettorale di Hamas e, con l'aiuto di Israele, è riuscito ad isolarlo nella striscia di Gaza in uno spaventoso  lager a cielo aperto dal quale è impossibile andarsene e difficilissimo viverci dentro una muraglia che isola dal mondo.   Con la crescita numerica è cresciuta  l'arroganza razzista  dei coloni che ora  sono molto di  più del cuculo che era penetrato nel nido altrui, squadre paramilitari di sionisti fanatizzati da una dottrina che li ha convinti a credere la Palestina la loro terra  per decisione divina e che è sacrilega la presenza di popolazioni di altra religione. IL fondamentalismo religioso fomenta una continua pulizia etnica. Non passa giorno che non si verifichino brutali maltrattamenti, ferimenti e uccisioni di cittadini palestinesi.
 L'Autorità palestinese non conta niente e, se non collabora, viene aggredita nelle sue stesse caserme.
I programmi di  pulizia etnica per fare avanzare la colonizzazione israeliana vengono portati avanti assieme ad una allucinante  interminabile trattativa di "pace" che dura oramai da alcuni decenni e che, chiaramente, costituisce una copertura propagandistica  alla guerra  a bassa intensità che a volte diventa ad alta intensità. Le sortite di caccia umana dei coloni
armati di mitra sono quasi quotidiane.  Le prevaricazioni e le violenze, lo sdradicamento di ulivi e di vigne, l' uccisione di pecore, gli  incendi dei raccolti  sono cronaca quotidiana. I palestinesi non possono reagire. Verrebbero subito uccisi.
 Il ruolo degli USA è di finto paciere. Gli USA  e la Nato non vogliono la pace perchè hanno deciso  di tenere in fermento tutta l'area. Oltre cinquecentomila soldati tra regolari e contractors occupano l'Iraq e l'Afghanistan.  Israele ha ridotto in macerie per due volte in venti anni il Libano. Ora l'obiettivo   è la sottomissione dell'Iran o la sua distruzione. Le politiche USA e di Israele sono  identiche e non prevedono alcuna pace. La pace farebbe prosperare i popoli di  una zona ricca di petrolio e di altre materie prime e la condizione che si vorrebbe per questi è   quella di Haiti o delle Nazioni dell'america latina soggette al predominio delle multinazionali.
E' chiaro che non c'è alcuna intenzione di creare uno Stato palestinese indipendente che possa vivere in pace accanto ad Israele. Si prevede un unico Stato etnico-religioso  dotato di uno degli eserciti più potenti del mondo e di un ernorme  arsenale nucleare che vuole espandersi ben al di là delle terre che occupa e dominare su una vastissima area. L'ideologia sionista è riuscita ad egemonizzare la politica e la cultura delle comunità ebraiche e creato l'idolatria di uno Stato di soli ebrei.  Dentro l'ebraismo esistono  resistenze  sempre più deboli  a questo progetto.  Molti soldati hanno pagato con la galera il loro rifiuto a seviziare e massacrare i palestinesi. Ma in atto non esiste alcuna possibilità di fare prevalere una corrente pacifista e umanitaria tra gli israeliani.
  Il sionismo viene incoraggiato dall'Occidente ed identificato con l'ebraismo. Quando Napolitano sostiene che chi è contro Israele è antisemita  criminalizza in blocco ed a priori ogni critica, ogni insofferenza. Tutta la stampa occidentale dal NYT a Repubblica è rigorosamente allineata con Israele senza se e senza ma ed accetta senza battere ciglio qualsiasi misfatto. Gaza è stata bombardata per circa un mese, è stata distrutta, cinquecento bambini e circa duemila civili sono rimasti uccisi ma questo non ha emozionato nessuno dei famosi opinionist  che non si sono peritati di  dare uno straccio di giustificazione alla distruzione di una regione con quasi due milioni di persone.
 La trattativa israeliano-palestinese è una commedia che non si concluderà mai. Quanti ritenevano che il comportamento di Israele fosse conseguenza del fanatismo terrorista di Hamas dovrebbero dirci perchè non sia servito a niente il comportamento remissivo e collaborazionista di Abu Mazen che
è considerato alla stregua di un servo che deve ringraziare per non essere scudisciato o impalato.
 I palestinesi debbono ritrovare al più presto la loro unità se non vogliono fare la fine delle tribù di pellirossa che gli Usa mettevano l'una contro l'altra mentre li spingevano verso le terre più inospitali
per chiuderli in " riserve". Ancora oggi gli scalpi dei sioux e gli oggetti della loro cultura sono souvenir per turisti nei drugstore del Texas o dell'Arizona. Questa infame mercificazione della memoria e della cultura dei popoli vinti e quasi scomparsi come i bufali delle grandi praterie o i maori australiani deve essere di monito.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

http://www.liberazione.it/news-file/914449895.htm

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, March 12, 2010 10:50 AM
Subject: Urgente l'autoriforma per rinascita CGIL


  Urgente l'autoriforma per la rinascita della CGIL
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 Oggi lo sciopero generale della CGIL, nonostante la cocciuta resistenza burocratica della sua nomenclatura che, attraverso la Camusso, ha escluso la questione dell'art.18 dagli obiettivi fondamentali da rivendicare, sarà attraversato da una grande corrente di inquietudine e di rabbia
per la legge  approvata dopo  una incubazione durata due anni. La legge 1167 si occupa di "aggirare" e svuotare il ruolo di garanzia dell'art.18 ma anche di altre meschinità avvocatesche che
degradano la legislazione senatoriale al ruolo di pezza di appoggio di chi vuole "fottere" i propri dipendenti.  Sarà molto più difficile per un lavoratore, spesso alle prese con il problema di mettere insieme pranzo e cena, ricorrere al Giudice per i propri diritti per gli ostacoli artificialmente creati
dai topi di  Tribunale, dal divieto di intervenire imposto ai Magistrati, dal costo spesso in migliaia di euro di spese legali in caso di perdita anche se non trattasi di  ricorso "temerario". Certo se una causa di lavoro viene persa dall'azienda questa ha mezzi  per pagarne le spese che in ogni caso vengono iscritte al suo bilancio e scaricate spesso sull'azionariato. Il lavoratore dovrà vendersi l'auto o ipotecare la casa per pagarle. Questo in ragione del fatto che è minus habet anche se il Ministro Sacconi, in perfetta malafede, sostiene la sua parità con il datore di lavoro.
 Lo sciopero di oggi  segnala una protesta verso una scelta che, se sarà timbrata dal Capo dello Stato, diventerà definitiva e difficile da revocare dal momento che, come è accaduto con la legge trenta, è assai improbabile che un governo di centro-sinistra non la confermi. L'abolizione di fatto dello articolo 18 viene accettata da Cisl ed UIL che acquisiscono ulteriori poteri sui lavoratori diventando arbitri del loro posto di lavoro al posto del Giudice e non è sgradita a una certa burocrazia della CGIL, convertita alla sussidiarietà non solo del welfare ma anche della gestione dei diritti.
    L'arbitrato privatizzerà la parte più importante del rapporto di lavoro assegnando alle parti la gestione di diritti finora affidati alla magistratura.
 La legge 1167 è una pietra miliare nel processo di spoliazione dei diritti della persona-lavoratore partito dalla privatizzazione del collocamento con l'infame pacchetto Treu sulle agenzie interinali. Dopo di essa non resta al padronato italiano che espugnare l'INPS e l'INAIL  e mettere le sue avide mani sui fondi che costituiscono il patrimonio più grande dei lavoratori italiani. Con la complicità
dei sindacati hanno fatto del TFR una risorsa per la casta degli assicuratori. Avanzerà ancora la linea della "complicità" perseguita da Sacconi e da intere squadre bipartisan di parlamentari e funzionari che lavorano notte e giorno per trasfigurare la legislazione da garante dei diritti dei lavoratori a espressione degli interessi della impresa.
    Come afferma Brunetta bisognerà abolire almeno dalla Costituzione materiale l'art. 1 (l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro). Il lavoratore torni pure ad essere l'utensile umano di cui parlava Aristotele! La Repubblica è fondata sulle imprese e magari sulle leggi razziste che assicurano manodopera ricattata a bassissimo costo.
  Il Congresso della CGIL dovrebbe riflettere a fondo sulla degenerazione del ruolo del sindacalismo italiano che da un lato isola ed emargina le sue forze più combattive e dall'altro, attraverso il funzionamento dell'alleanza delle tre grandi sigle, asseconda un processo di impoverimento materiale e contrattuale che sembra essere arrivato alla sua punta estrema. Bisogna prendere atto che i patti parasociali dell'unità con Cisl ed UIL sono scritti dalla Confindustria che si avvale della collaborazione di importanti esponenti del PD.
 La prima cosa che dovrebbe fare il Congresso è quella di dichiarare chiusa una fase dell'unità sindacale e lanciare un messaggio per la riapertura del dialogo con i Cobas per riposizionare la CGIL nel suo naturale alveo di sindacato autonomo dai partiti, dal padronato e dal governo. La CGIL deve tornare ad essere il sindacato di classe come tuttora viene vissuta dalle grandi masse lavoratrici che vivono nel suo mito e si rifiutano di crederla diversa da quella che hanno nel cuore.
 La seconda cosa è avviare un processo di netta separazione tra dirigenza e burocrazia e darsi una struttura simile a quella della Confindustria. Dirigenti delle categorie eletti e rinnovati periodicamente e funzionari a tempo pieno dediti soltanto alla gestione della organizzazione e delle politiche decise dai
gruppi dirigenti di categoria. Questo non significa abolire la confederalità che resta un valore fino a quando non diventa una camicia di forza.
 La CGIL dovrebbe chiedere al Parlamento l'approvazione di una legge quadro di attuazione dell'art.39 della Costituzione dal momento che il ruolo del Sindacato è cogente nella vita di milioni di persone.
 Dovrebbe da subito destinare una parte dei contributi sindacali versati per delega dai lavoratori ad un fondo di solidarietà per soccorrere i propri iscritti in situazioni di emergenza. Penso che si dovrebbe cominciare da un programma speciale nella zona della Sardegna flagellata dalla disoccupazione. Il sindacato deve stare insieme al suo popolo ogni qualvolta ne ha bisogno. La sua crisi nel Nord a vantaggio della Lega è in grande parte derivata dalla sua burocratizzazione e dalla sua freddezza. Il solidarismo deve essere un valore per la CGIL, un ritorno alla grande tradizione della mutualità operaia. Gli zolfatai  e poi i Fasci siciliani, sul finire dell'ottocento, costituirono Leghe che avevano lo scopo di comprare la bara ai loro compagni che venivano sepolti in un telo. Ora la CGIL, con la sua enorme potenza economica, può destinare una parte di essa al soccorso della sua gente in difficoltà. Deve insomma umanizzare il suo ruolo che non è quello di mero compilatore di 740.
Pietro Ancona 
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, March 13, 2010 11:09 AM
Subject: Guglielmo Epifani  pubblicato su Liberazione.it

http://www.liberazione.it/news-file/NomeSEO_358391446.htm


Il discorso pronunziato ieri a Padova da Guglielmo Epifani, in occasione dello sciopero generale indetto dalla sola CGIL, è stato deludente. Ha parlato per circa 24 minuti occupandosi della scottante questione dell'art.18 soltanto per un paio di minuti a metà del suo intervento tra l'undicesimo e il tredicesimo minuto. (*) Naturalmente si è lamentato della legge varata dal Senato. Come avrebbe potuto farne a meno  a fronte di lavoratori shoccati, inquieti, angosciati per la perdita di un loro solo strumento di tutela? Da domani potranno essere licenziati senza giusta causa e mandati a casa con una manciata di spiccioli .. Le aziende si libereranno dei lavoratori a tempo indeterminato ed assumeranno o si faranno mandare dalle agenzie interinali  persone con le quali potranno giostrare senza limiti con le possibilità di elusione  offerte dalla legge Biagi. Potranno in certi casi azzerare totalmente ogni onere sociale ed ogni diritto pretendendo di regolare come prestazione professionale autonoma quanto è invece lavoro dipendente. La manna che il Senato ha fatto cadere dal cielo sulla imprenditoria italiana è assai abbondante e non abbiamo dubbi che  ne approfitterà. Con il tramonto dei diritti avremo anche un calo dei salari. E' noto che nell'area della legge Biagi i salari difficilmente arrivano ai 700 euro mensili. I minimi contrattuali nazionali vengono tutti sistematicamente derogati e, pur durando questo fenomeno da  anni, nessuno si é azzardato a proporre una legge per il Salario Minimo Garantito che creerebbe una qualche protezione ai precari ed ai lavoratori stranieri.
 Guglielmo Epifani aveva  iniziato assai bene la sua segreteria.  E' succeduto a Cofferati che  aveva concluso la sua con la storica manifestazione di  Roma che bloccò il tentativo del Governo D'Alema di abolire l'articolo 18. Per qualche tempo la sua linea di saggio e vigoroso rigore nella difesa dei lavoratori caratterizzò la CGIL e  ne ribadì le caratteristiche di sindacato per antonomasia.  Ma poi la campagna per la "modernizzazione" (che adesso sta mostrando la sua vera natura finalizzata alla spoliazione di tutti i  diritti conquistati in decenni di lotte del movimento operaio italiano) ha avuto il sopravvento ed ha espugnato la cultura progressista e socialista del sindacato. Questo anche ad opera della contemporanea trasformazione dell'ex PCI  passato  da partito dei lavoratori a partito neutrale tra capitale e lavoro ed ora, apertamente, a partito della Confindustria che elegge deputati grosse personalità del mondo imprenditoriale italiano come Colaninno, Merloni e il Presidente della Finmeccanica Calearo .. Inoltre il PD  esprime attraverso Ichino, Letta, Treu, Fioroni ed altri un orientamento liberistico in materia di lavoro. E' per le privatizzazioni senza se e senza ma e per la deregulation dei rapporti di lavoro per favorire il massimo di flessibilità
alle aziende italiane.
 L'atteggiamento di Epifani e della CGIL è diventato sempre più prudente e ricettivo verso le pretese della Confindustria e del Governo di destra.  Nel corso degli ultimi sei anni l'agenda della contrattazione e della concertazione è stata scritta sempre dalla Confindustria in collaborazione con Cisl ed Uil.. Non si può negare che non abbia avuto successo. La Confindustria si è ripresa con gli interessi quanto generazioni e generazioni di lavoratori erano riusciti a conquistare. Ora il terreno è pieno di macerie e, dal momento che é stata usato lo strumento legislativo, sarà difficilissimo e forse impossibile recuperare qualcosa dei diritti perduti o ceduti  e ridare un minimo di dignità al lavoro italiano.
  Le vittorie  più strepitose del padronato sono state tre: la legge Biagi che ha ridotto in precariato tutti i lavoratori assunti negli ultimi  anni, le privatizzazioni che hanno divorato la pubblica amministrazione creando migliaia di lavoratori "invisibili" nelle mani di cooperative o imprenditori di manod'opera ai quali è stato appena regalato lo staff leasing, e la legge 1167 del 3 marzo che distrugge
l'art.18 e privatizza il diritto facendone una opzione gestita dalle parti.
 Sulla legge Biagi la CGIL di Epifani è passata dalla contestazione alla accettazione sottoscritta dagli  accordi del luglio 2007 fatti sanzionare da uno scandaloso  ed inverosimile referendum dove avrebbero votato cinque milioni di persone. Referendum che ha sollevato  gravi e delicati problemi di democrazia. Sulle privatizzazioni la CGIL  non è mai intervenuta. Sui licenziamenti,  sebbene tutti sapessimo che cosa stava bollendo nel pentolone del Senato, ha  lasciato demolire l'art.18 ed altri importanti diritti nel silenzio. Senza una sola manifestazione di protesta, senza lanciare un solo segnale di contrarietà.
 Ora sappiamo che Cisl ed UIL, come avevano  fatto per la riforma del contratto, hanno concordato tutto con il governo e la Confindustria. La CGIL è rimasta passiva e lo sciopero di ieri era indetto con una piattaforma che avrebbe potuto essere sottoscritta dalla Marcegaglia. La richiesta di una riforma fiscale era il tema dominante e questo fa piacere agli industriali che dirottano verso lo Stato le richieste di un miglioramento salariale e notoriamente non hanno mai amato le tasse.
  Il bilancio per i lavoratori é amarissimo, tragico. E' un bilancio tragico anche per la democrazia italiana insidiata da una destra sempre più aggressiva e prepotente. La libertà comincia dalle aziende. Se non c'é libertà nelle aziende non c'é libertà nel Paese. Lavoratori ricattati dalla minaccia di essere licenziati senza giusta causa non sono liberi e debbono acconciarsi a qualsiasi pretesa padronale.
 L'americanizzazione del lavoro italiano é compiuta. Il lavoro é merce soggetta alle variabili del mercato come ebbe ad affermare una volta lo stesso Epifani. I diritti garantiti dalla Costituzione  sono stati aboliti. Del resto, non si lavora forse per cambiare la Costituzione?
  Ieri, con tempismo doppiocerchista, forse per rispondere a pressanti richieste del PD, la CGIL ha fatto sapere che il Primo Maggio sarà celebrato unitariamente a Cisl e UIL. Bonanni ha incassato ma non ha rinunziato a coprire di insulti la CGIL che "abbaia" con il suo sciopero generale mentre la Cisl "lavora" per il bene del Paese.
  E' una resa incondizionata. Con lo sciopero di ieri ed anche con quello del dicembre scorso si dà solamente uno sfogo all'amarezza degli operai ridotti a stiliti. Con la celebrazione unitaria del 1 maggio si subisce la leaderchip di Cisl ed UIL e con esse si continua a trasformare il sindacato da strumento di lotta a servizio  sussidiario  buono soltanto  per sbrigare pratiche.
 Pietro Ancona

http://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Epifani         Discorso di Epifani 12-3-2010

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                                                             PEDOFILIA E CHIESA CATTOLICA

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From: pietroancona@tin.it
To: bertuccelli beppe uaar Catania
Sent: Sunday, March 07, 2010 3:40 PM
Subject: la pedofilia è endemica alla Chiesa Cattolica?

 Le recenti notizie sulla pedofilia praticata sui piccoli coristi di Ratisbona riacutizza la piaga  sempre aperta della presenza di questa infame devianza sessuale nella Chiesa Cattolica fino a cannotarla universalmente. Centinaia e centinaia di casi vengono alla luce in tutti i continenti dall'Africa alle Americhe. Casi spesso denunziati o scoperti a venti o più anni di distanza dalla consumazione dell'orribile delitto e che quindi vanno registrati dalla nostra memoria come offese al genere umano incancellabili come quelle arrecate dalle guerre o da grandi calamità naturali rispetto le quali siamo impotenti. Tutti i casi fin qui venuti alla luce denotano un comportamento della Chiesa inaccettabile. Si scoraggiano le vittime ed i loro parenti dal presentare denunzia, si trasferiscono da una parrocchia all'altra i sacerdoti-pedofili, non si assumono mai drastici provvedimenti di allontanamento. Se un prete si sposa o vuole sposarsi deve abbandonare l'abito talare e la nicchia che si era scavata dentro la chiesa.  Di che cosa vivrà un prete spretato in una società piena di pregiudizi ed avvelenata dalla maldicenza parrocchiale nei suoi confronti e, ancora peggio, nei confronti della donna che lo avrebbe "corrotto" inducendolo nella tentazione dei sensi ed in un amore completamente diverso da quello di Dio?  Esistono migliaia di preti sposati che conducono spesso vita grama e discriminata spesso sepolta nel silenzio.  Preti che vivono negli interstizi della società dal momento che tendono a non essere visibili e la Chiesa  continuerà a discriminarli per sempre. La Chiesa ha una memoria vendicativa. 
 La piaga della pedofilia è diventata una vera e propria malattia organica della Chiesa Cattolica. Nelle condizioni date non può essere sconfitta dagli ipocriti provvedimenti di censura, deplorazione, condanna del Vaticano. Basterebbe vedere che cosa ha fatto la Chiesa verso tutti i preti e vescovi pedofili americani per rendersi conto come in effetti non riconosca la pedofilia come reato e comportamento inammissibile  e di fatto lo considera alla stregua di un "peccato" da cancellare con la confessione.
 Nel catechismo recentemente aggiornato la pedofilia  non viene neppure citata tra i peccati. In ogni caso, il  massimo di pena previsto è chiedere perdono e pentirsi. Come se il perdono ed il pentimento potessero  sanare i danni quasi sempre permanenti che segnano e segneranno la vita dei bambini violati anche da adulti, per sempre. Fino  a oggi la Chiesa si è soltanto preoccupata di nascondere al mondo le sue colpe, di minimizzarle senza reprimerle davvero. Si possono citare centinaia di casi in cui le autorità religiose hanno fatto pressioni anche illecite verso i bambini o le bambine oltraggiate e le loro famiglie. Naturalmente migliaia di casi resteranno sempre impuniti specialmente nelle zone più povere del mondo.
 E' terribile constatare che la pedofilia di esercita sopratutto negli orfanotrofi e che spesso riguarda
bambini poverissimi appartenenti a famiglie senza alcuna "importanza" sociale.
 Perchè tra le tante religioni  esistenti al mondo soltanto la Chiesa Cattolica è colpita in modo massiccio dal morbo della pedofilia?
 In primo luogo per  la satanizzazione della donna, del sesso e del corpo. La donna, nonostante il culto della Madonna e di tante sante è concepita come strumento del Maligno per corrompere l'uomo.
 Gesù nel deserto non deve forse resistere alla tentazione del demonio-donna? Lo stesso monacato femminile che giunge fino alla clausura viene concepito come esclusione dal mondo della donna che attraverso la castità obbligatoria può redimersi e salvarsi per la vita eterna e non indurre in tentazione i maschi.
  In secondo luogo per il celibato. Se i preti si potessero sposare e mettere su famiglia, se potessero avere una vita sessuale regolare con la donna che amano, certamente si creerebbe un ambiente di maggiore normalità dentro le rigide gerarchie della Chiesa. Nel giro di un paio di generazioni il fenomeno della pedofilia potrebbe rientrare nella normalità fisiologica del mondo laico.
 In terzo luogo per la monosessualità della struttura della Chiesa. Dal Papa al sacerdote di quartiere la Chiesa è fatta ed è gestita soltanto da maschi.  Se le donne fossero ammesse al sacerdozio in tutti i suoi gradi fino al papato, se ci fosse una reale eguaglianza tra maschi e femmine dentro la Chiesa certamente tutto cambierebbe in meglio. Ma questo non è possibile e nella iconografia e nella fantasia
della Chiesa la figura della Papessa viene percepita come demoniaca. Ricordiamo la storia-leggenda della Papessa Giovanna trucidata dalla plebaglia romana nell'alto  medievo su istigazione dei cardinali.
 Infine bisogna considerare che la Chiesa concepisce la vita umana come espiazione e processo di redenzione per la vita eterna. Una sorta di anticamera, di premessa, nella quale è opportuno soffrire, soffrire tanto, soffrire per conquistarsi la beautitudine. Questa concezione distorce tutti i valori in funzione di un aldilà agognato. In questa distorsione, nella concezione demoniaca della carne contrapposta allo "spirito" si insinua la patologia pedofila. In conclusione: sacerdozio per le donne e pieno riconoscimento della parità di genere, fine del celibato, riabilitazione del corpo umano sul cosidetto "spirito" possono guarire la Chiesa dalla pedofilia. Ma è difficile pensare ad una svolta umanistica e laica di un Potere che vive e prospera sui divieti che impone al sesso ed è incapace di ritrovare nel Vangelo la sua motivazione profonda di verità.
Pietro Ancona


http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=47324&titolo=Ratisbona, abusi nel coro diretto dal fratello del papa

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Gli Orchi della Chiesa
 
 Le reazioni del Vaticano alle accuse della stampa tedesca sui tanti casi di pedofilia scoperti in Germania sono sconcertanti. Parlano di tentativo fallito di coinvolgere il Papa negli scandali allo stesso modo  come Berlusconi accusa di complotto chi gli imputa qualcosa.  Stessa tecnica di comunicazione.  Ma quale interesse avrebbe la stampa tedesca di mettere sotto accusa o di lanciare sospetti infamanti sulla figura del Capo della Chiesa Cattolica? La Germania, anche se è in parte protestante, non ha  ragioni di contrasto con
la Chiesa Cattolica. I suoi cittadini pagano una trattenuta sostanziosa che si trovano in busta paga
dopo la dichiarazione ( obbligatoria) della loro fede religiosa. Un meccanismo di riscossione quasi
automatico che consente alla Conferenza Episcopale tedesca ed al Vaticano di incassare somme ragguardevoli lucrati  dall'obbligo di dichiarare la propria fede religiosa, obbligo esteso anche ai
lavoratori stranieri come ho potuto io stesso constatare leggendo una busta paga di un emigrato in Germania. La Germania , dopo l'Italia, credo sia la più generosa cornucopia del Vaticano.
Il comportamento dei governi tedeschi è sempre stato rispettoso ed attento a non suscitare incomprensioni. Sebbene la Germania sia la patria di Martin Lutero e della Riforma Protestante i cattolici hanno una forte presenza che in alcune regioni è anche maggioritaria.
  La Gerarchia Vaticana si chiude a riccio e si blinda difronte alla vera e propria alluvione di scandali che arrivano da tutte le parti del mondo. Non c'è Chiesa  Nazionale che non sia attraversata da gravissimi episodi di pedofilia dagli Stati Uniti all'Irlanda all'Olanda alla Germania all'Austria. Siamo di fronte a migliaia e migliaia di casi che coinvolgono un numero incalcolabile di vittime. Anche l'Italia è punteggiata dal Nord al Sud da tanti episodi di violenza sessuale su minori.
  Quello che viene alla luce è probabilmente una piccola parte del fenomeno che possiamo immaginare assai più esteso e profondo. Un fenomeno costante e persistente nel tempo. Abbiamo testimonianze che risalgono al seicento. In un libro di Vincenzo Pillitteri si descrivono le orge consumate  nel conservatorio delle pie donzelle povere, una istituzione religiosa sovvenzionata dal Monte di Pietà  di Palermo che aveva lo scopo di crescere ed istruire fanciulle di famiglie molto povere e di condurle alla maggiore età . A leggere questa denunzia scritta da un avvocato cattolico si apre uno spiraglio sull'inferno degli orfanotrofi. Non sapremo mai tutta la verità.  Bisogna prendere atto che la pedofilia è endemica nella Chiesa Cattolica. E' la sua malattia cronica dalla quale non riesce a guarire o non vuol guarire. Non è possibile il verificarsi di tantissimi casi, la presenza di tanti orchi in abito talare nei punti più lontani del pianeta se la propensione pedofila non fosse connaturale al corpus stesso della Chiesa. Non si tratta di qualche caso isolato, di una percentuale fisiologica e "normale". Siamo in presenza di un fenomeno di massa. La giustificazione di Monsignor Lombardi che addita la presenza di pedofili anche nel mondo laico non è accettabile dal momento che le proporzioni sono diverse e che ci si aspetta da un religioso un comportamento rispettoso della integrità psico-fisica dei minori.
 La Chiesa non farà niente se non aspettare che lo scorrere del tempo  faccia dimenticare gli scandali. Non accenna neppure a cambiare per davvero la sua propensione a proteggere gli orchi che vengono magari allontanati e trasferiti. E basta. Il suo atteggiamento è omertoso e sembra nascondere una accettazione della pedofilia. Non dimenticherò facilmente la grottesca espressione di un monsignore accusato di avere abusato di  tanti ragazzi. Ha detto testualmente:  "i bambini provocano". Alla tentazione della donna-satana si sostituisce quella del bambino perverso che suscita la lussuria repressa.
 Le cose non cambieranno e gli scandali continueranno almeno per quanto verrà più o meno accidentalmente alla luce. Per cambiare è necessaria una vera e propria rifondazione della Chiesa che vada molto oltre il Concilio Vaticano Secondo già dimenticato e che comunque non affrontò la questione. La Chiesa deve permettere ai suoi sacerdoti di sposarsi. Con questa misura, nel giro di due o tre generazioni il fenomeno della pedofilia sparirebbe o comunque si ridurrebbe di molto.  Deve anche cambiare il suo atteggiamento verso il genere femminile che viene criminalizzato ed escluso dal governo della Chiesa. E' impressionante vedere le assemblee dei vescovi e dei cardinali. Sono costituite soltanto da uomini e spesso da uomini anziani. Bisognerebbe parificare
la donna riconoscendole la dignità al sacerdozio. In atto è relegata soltanto al monacato spesso servile e subalterno al dominio maschile delle istituzioni della Chiesa. L'ideologia cattolica verso la donna deve cambiare radicalmente.
 Senza una profonda e radicale autoriforma, la Chiesa è destinata ad essere percepita soltanto come struttura di potere con tendenza imperialistica. Gli attuali tragici conflitti religiosi in Nigeria sono appunto derivanti dalla volontà di "evangelizzare" gli "infedeli". Si ritengono i musulmani, gli indù e gli stessi ortodossi (vedi tentativo di radicamento in Russia) avversari religiosi da convertire. La Chiesa non rinunzia al suo vizio della conversione, un vizio che ha riempito la storia di tragedie e di orrende carneficine.
 Infine osservo  quanto sia facile per i pedofili religiosi e non a farla franca. E' come se fossero protetti da poteri assai forti che, in caso di necessità, intervengono o per stendere un velo di silenzio o per assicurare una sorta di impunità anche per delitti molto gravi. I casi avvenuti  anni orsono in Belgio che riguardavano ricchi esponenti della aristocrazia che si divertivano a dare la caccia ai bambini nei boschi come fossero volpi e coniglietti non credo che abbiano avuto una adeguata sanzione giudiziaria. Sarebbe interessante avere una statistica dei processi per pedofilia e studiare il rapporto tra delitti e pene. Credo che impareremmo molto sulle tante gradazioni della giustizia in rapporto al ceto sociale.  C'é da supporre la esistenza di  una cupola tra alte sfere religiose e civili che stende sempre una rete di protezione omertosa sui pedofili che finiscono negli ingranaggi della giustizia.
 Pietro Ancona

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"inter persecutiones mundi et consolationem Dei”  di Pietro Ancona

 

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, March 16, 2010 7:03 PM
Subject: Il teatro delle bugie 

 Il teatro delle bugie
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 L'articolo di Repubblica di ieri mattina con la notizia della perplessità del Presidente della Repubblica sulla ratifica della legge 1167 era stato accolto come un raggio di sole in una plumbea giornata di pioggia. L'articolo era talmente circostanziato e documentato da fare ritenere assolutamente attendibili le critiche formulate dal Quirinalle all'impianto della legge anti art.18.  Subito dopo  tutto il fronte dei fautori della legge si è messo in movimento per pressare il Quirinale e fargli capire che non  deve  tergiversare sul bottino più  sostanzioso che il padronato  è riuscito a scippare ai lavoratori dopo la legge Biagi. Sacconi, il Ministro della "complicità sindacati-padronato" ha emesso acutissimo strillo di protesta ed ha malignamente rinfacciato al PD e  alla stessa CGIL il fatto che
la legge ha subito ben quattro passaggi d'aula senza suscitare particolari contrarietà ed opposizioni.
 Insomma  ha fatto sapere a Napolitano  che il fronte anti art.18  è bipartisan. Chiamato in causa, il PD, con una nota di Damiano e Berretta,  si limita a chiederne una modesta  limatura per rendere meno brutale il tritacarne dell'arbitrato. Contemporaneamente Sergio D'Antoni, ex segretario della Cisl ed autorevole esponente del PD, interviene per spezzare la sua lancia a favore dell'arbitrato.  Anche la CGIL è intervenuta ma, a differenza della CISL che ha preso posizione ufficiale a favore con la sua segreteria, si è limitata ad un commento  di Fulvio Fammoni. Giudizio negativo e basta. Non si chiede niente al Presidente, non si invitano i lavoratori a protestare, a creare nei posti di lavoro un movimento di contestazione. Il grande pitone a più teste del sindacalismo italiano inghiottirà la 1167 come ha inghiottito la legge 30 e quant'altro si è fatto con il governo ed il padronato per cancellare diritti o restituire miglioramenti ottenuti.
 Cazzola, grande coautore della 1167, già segretario della CGIL in quota sinistra socialista, chiede bon ton. Non bisogna premere sul Quirinale specialmente se si chiede di bloccare il misfatto e rinviarlo agli autori. Ichino, furbissimo e scaltrissimo, cerca di stornare l'attenzione, di minimizzare:   "non vi preoccupate, tanto la legge è incostituzionale e non sarà applicata", scrive ! Ma anche la legge Biagi è incostituzionale ed è una miniera di elusione e di evasione della Costituzione, eppure è in piena opera, ha già fatto milioni di vittime ed altre ne continuerà a fare. Non solo, ma continua ad essere celebrata dal mondo accademico come una delle pietre miliari del nuovo giuslavorismo. Dal 19 marzo e per tre giorni l'Università di Modena è impegnata in un seminario di studi sull'opera di Biagi. Osservo con amarezza che tanta attenzione non è mai stata dedicata all'opera di Brodolini ed al suo Statuto dei Diritti accolto dalla borghesia italiana di malagrazia e con malcelata ostilità come peraltro viene accolta dai potenti ogni cosa riguardante la giustizia sociale e l'eguaglianza. L'establiscement non gradisce la diffusione dei diritti.
  La Repubblica fondata sul Lavoro si accinge a celebrare come un grande eroe del pensiero, come un grande riformatore, l'autore di un libro bianco definito da Cofferati dal contenuto "limaccioso".  La riforma Biagi consiste essenzialmente nel prevedere un numero quasi infinito di rapporti di lavoro dal cocopro alla prestazione a partita iva, una miniera inesauribile di possibilità di elusione dei diritti delle persone. Infatti, tutti gli infelici che prestano la loro attività sub specie legge trenta non soltanto
hanno perso quasi tutti i diritti, ma si debbono accontentare di retribuzioni meschine. Una ragazza due volte laureata, master, tre lingue, adibita al lavoro di segreteria guadagna non più di 700 euro al mese.
Cinque e forse più milioni di lavoratori biagizzati vivono nella precarietà e se licenziati non possono fruire di nessun ammortizzatore sociale. Questo governo ha fatto qualcosina per alcuni di loro che però non deve costare più di duemila euro annui. L'entusiasmo con il quale tantissimi ragazzi e ragazze hanno raggiunto la laurea è stato spento da una imprenditoria disumana che riesce ad imboscare centinaia di miliardi di euro all'estero. La laurea non é più strumento di promozione sociale e di qualificazione. La legge Biagi l'ha totalmente stroncata ed ha stroncato le speranze nutrite per tutta una vita dalle sue vittime. Quello che conta è il censo, la famiglia, Se sei avvocato e tuo padre  è contadino puoi solo andare a servizio per pochi soldi da un altro avvocato il cui padre era avvocato. Lo stesso per tutte le professioni. I laureati figli di poveri sono stati brutalmente riproletarizzati e la legge Biagi li ha rimessi al loro posto.
  Sacconi conta di portare a Modena al convegno su Biagi lo scalpo dell'art.18. La porta della precarizzazione universale è spalancata!
 Intanto si comincia a costruire un nuova volgata dopo le tante "modernizzazioni" che hanno devastato e ridotto in macerie i diritti. Qualcuno comincia a parlare della bellezza della privatizzazione del diritto. Se sono le parti sociali e non la legge a regolare il conflitto non è forse meglio? Qualcuno si infila nella porta aperta dall'arbitrato per cancellare le tutele stigmatizzate come privilegi, ingessature, lacci e lacciuoli.
Pietro Ancona

http://www.asca.it/news-ART_18__CISL__ARBITRATO_E__STRUMENTO_IN_PIU__PER_CONTROVERSIE_LAVORO-901860-ORA-.html

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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Wednesday, March 17, 2010 10:41 AM
Subject: la sgridata


La sgridata

  Non credo molto alla sgridata che Obama e la Clinton stanno facendo a Netanjhau per la questione degli insediamenti abitativi nella zona palestinese di Gerusalemme ed in Gisgiordania. Sono anni che
Gerusalemme è sottoposta ad una spietata pulizia etnica nel silenzio compiaciuto degli Usa. Migliaia di case di palestinesi sono state demolite dalle mostruose ruspe degli israeliani. In conseguenza di ciò è stata revocata la cittadinanza a migliaia di famiglie che diventano apolidi nella loro terra e non sanno  dove andare . In Gisgiordania le costruzioni di nuove abitazioni di coloni non si sono mai fermate. Gli  insediamenti disarticolano l'unità territoriale della Palestina facendone un labirinto allucinante pieno di check point che rendono difficilissima la vita della gente. In effetti, a seguito dei bombardamenti, all'imprigionamento della sua popolazione in un territorio infetto da uranio e fosforo, agli omicidi "mirati" ed alle tante altre sevizie di stampo nazista inflitte dalla "sola democrazia" del Medio Oriente, l'opinione pubblica mondiale è sempre meno propensa a giustificare il comportamento di Israele come difesa dal terrorismo. Può darsi che tenendo conto di questo gli Usa hanno iscenato la sgridata, e anche  per riportare Abu Mazen al tavolo del negoziato e continuare l'interminabile farsa della  "trattativa di pace" che copre propagandisticamente l'espansione colonialista di Israele.  Gli USA ed Israele hanno bisogno di consentire ad Abu Mazen di continuare a stare dalla loro parte senza sputtanarsi  per  isolare i patrioti di Hamas.
  Non dobbiamo dimenticare che alla costruzione del muro di acciaio egiziano  profondo trenta metri, munito di marchingegni capaci di annegare e distruggere chiunque cerchi di superarlo partecipano gli americani (ed anche gli italiani). Il muro isolerà per sempre la popolazione di Gaza dal resto del mondo. Nessuno potrà più entrare ed uscire senza il permesso dell'esercito israeliano.
 Tra qualche giorno del dissenso Usa-Israele non resterà traccia e tutto riprenderà come prima. Gli Usa ed Israele non vogliono la pace ma proseguire nella loro opera di espansione e di colonizzazione.
 Non c'è alcuna giustificazione che possa farci accettare l'occupazione dei territori palestinesi, dello Iraq, dell'Afghanistan e la prossima aggressione dell'Iran. L'Iran non costituisce un pericolo specialmente per chi ha distrutto per due volte il Libano e bombardato Gaza. La futuribile bomba atomica iraniana potrà soltanto cercare di fronteggiare l'enorme arsenale di bombe nucleari israeliane
delle quali nessuno parla e che costituiscono un pericolo per l'umanità.
  Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: redazione@marxismo.net
Sent: Thursday, March 18, 2010 8:08 PM
Subject: idee velenose e fastidio alla schiena


Idee velenose e fastidio alla schiena

 Il Ministro Sacconi ha lamentato un "fastidio alla schiena" causatogli dalle critiche alla 1167 di cui è padre gelosissimo. Ha fatto anche sapere che non "tollererà" nessuna modifica. La creatura che ha partorito è perfetta e coloro che oggi la osteggiano se ne pentiranno come hanno fatto per la loro opposizione alla legge Biagi ed alla soppressione della scala mobile. Il "fastidio alla schiena" del ministro gli è stato provocato dal  "linguaggio violento" e dalle "idee velenose" di Niki Vendola il quale ha definito la 1167 un "colpo alla nuca dei lavoratori" definizione che traduce correttamente  in immagine
 "l'aggiramento" all'art.18 di cui ha parlato tutta la stampa italiana. .
 Quando il Ministro parla di "fastidio alla schiena" forse allude al brivido di paura di chi si sente minacciato da un possibile terrorista che, ispirato dalle parole di Niki Vendola ed  imbevuto dell'odio
che secondo Berlusconi sarebbe il passo successivo all'invidia sociale, potrebbe attentare alla sua vita. La stessa accusa fu fatta a Cofferati quando per avere criticato il libro bianco di Biagi fu criminalizzato addirittura come mandante morale del suo omicidio. L'accusa gli venne dall'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga a cui si unì il coro latrante della destra.
 Ora Sacconi sembra volere evocare il martirio. Si vorrebbe consegnare alla storia come il Ministro della "complicità sociale" vittima di assatanati estremisti.
 Intanto si accinge a raggiungere Modena dove si celebrerà  il ricordo del grande antigiuslavorista  Marco Biagi. A Modena si studierà l'evoluzione  dell'antigiuslavorismo in gran parte trasfuso nella legge trenta  e che è prossimo a sfociare nella imposizione di obblighi. Aver annichilito le tutele e stabilito che i lavoratori non sono minus habent , normare l'abuso ed il fumus della elusione non sembra più sufficiente. Bisogna andare avanti e, non avendo tanti  altri  diritti da togliere, si passa alla imposizione degli obblighi e degli abusi.  Questi cominciano ad essere introdotti dalla 1167. L'obbligo di non adire ad un Tribunale ed a subire la privatizzazione della legge nell'arbitrato. Il diritto del lavoro è    stato assaltato a più riprese da torme di topi roditori esperti sopratutto nelle procedure. Accanto all'arbitrato sono state messe vere e proprie trappole procedurali. Dalla lettura del "collegato lavoro" si evince  uno sforzo per rendere difficoltosa e piena di trabocchetti  la difesa del lavoratore. Molti dei suoi diritti vengono trasferiti ai Sindacati ed é questa la novità sconcertante denunziata dall'ANM, e dalle associazioni dei giuslavoristi e dei giuristi democratici: la privatizzazione della Legge.
  Anche Bonanni si schiera spavaldamente a difesa  della 1167  e ne attribuisce a "lobby" nostalgiche della prima Repubblica le ostilità. Non esita a definire "lazzaroni" quanti non la pensano come lui. Secondo il dizionario , il lazzarone  è una canaglia, un mascalzone e come tale venivano disprezzati  dai nobili della corte borbonica i popolani napoletani. Bonanni si mostra anche deluso di Ichino e lo accusa di protervia e di avere proposto il contratto unico che, questo si, avrebbe davvero cancellato l'art.18.
Ora le lobby sono potenti organizzazioni che attraverso loro campagne di persuasion, in Italia si chiamano tangenti, influenzano i Parlamenti a cominciare dal Congresso USA per proteggere o imporre  i loro interessi. Ci sono le lobby di fabbricanti di armi che hanno impedito il controllo delle vendite o quelle della sanità privata o delle assicurazioni.   Considerare  i critici della 1167  una lobby a me sembra una enormità, una sparata. In quanto alle nostalgie per la Prima Repubblica io, a differenza di Bonanni, penso che siano  assai giustificate. La prima Repubblica garantiva i diritti dei lavoratori. La  Seconda Repubblica è la palude fascista nella quale stiamo affondando ed é un mondo capovolto nel quale  alcuni potenti sindacati sono dalla parte dei padroni e ne tutelano gli interessi contro i lavoratori.
    A fronte del vittimismo protervo e degli insulti di Bonanni e Sacconi ieri non si sono levate voci forti e chiare a difesa dell'art.18. Bersani é intervenuto alla Camera per spiegare come sarebbe assai più bravo di Tremonti e di Berlusconi nel  tirare fuori dalla crisi l'economia italiana. Non ha speso una sola parola sulla legge 1167. La CGIL si affida ad un comunicato del solito addetto ai lavori più che altro per lamentare il fatto che il Ministro del Lavoro  ha concluso un accordo con Cisl e UIL prima della promulgazione della legge.
 Siamo alla ripetizione di un film già visto per la riforma del contratto. Solo che qui siamo in presenza di una legge, cioè di una demolizione di diritti che potranno essere restaurati soltanto da un altra legge. Che forse non verrà mai. I governi di centro-sinistra non hanno mai cambiato le leggi dei governi di centro-destra in materia sociale. Bisogna quindi intervenire ora e subito con una grande mobilitazione popolare. Ma non arrivano segnali al riguardo neppure dalla Fiom o dalla Mozione Due. Soltanto la sinistra "radicale" ha fatto e continua a fare quello che può. Grazie a Vendola ed a Ferrero.
 Pietro Ancona

http://www.agi.it/economia/notizie/201003081401-eco-rt10124-lavoro_vendola_attacco_ad_art_18_e_colpo_a_nuca_lavoratori   
http://notizie.virgilio.it/notizie/economia/2010/3_marzo/17/art18_sacconi_stop_linguaggio_violentoda_fastidio_alla_schiena,23434958.html

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From: pietroancona@tin.it
To: giornali
Sent: Friday, March 19, 2010 7:27 PM
Subject: lacrime di coccodrillo

CREMASCHI E L'ART.18


  Ci sono tanti modi per assecondare   una politica compreso quello di avversarla. Importante che
l'avversione abbia tempi che non possono più influire  sulla sua  realizzazione. Cremaschi, importante leader della sinistra sindacale, segretario della Fiom, sapeva assieme a tutta la Fiom ed a tutta la CGIL che il collegato lavoro era in laboriosa gestione al Senato e che sarebbe stato posto in approvazione.
 La data di approvazione era conosciuta da tutti. Tuttavia si è giunti al varo della legge che viene giudicata da lui stesso come il più grave attacco a tutti i diritti dei lavoratori senza intervenire, senza spendere una parola. Si è lasciato che l'opposizione del PD facesse una blanda ed assai compiacente opposizione, limitandosi alla limatura di qualcuno degli aspetti più odiosi e  vessatori.
 Ora Cremaschi critica la legge approvata dal Parlamento ed in attesa di essere promulgata dal Capo dello Stato e  ne chiede il boicottaggio ai lavoratori nel caso di sua approvazione.
 Sacconi ha rimproverato alla CGIL di non essere mai intervenuta durante i quattro passaggi che la legge ha avuto in Parlamento durante una incubazione lunga ben due anni. Può spiegare La CGIL come mai non si è fatta viva e non ha allarmato i lavoratori italiani su quanto si stava tramando alle loro spalle in Parlamento? Come mai Cremaschi e la Fiom hanno aspettato di essere posti davanti al fatto compiuto?
  Ora, se Napolitano firma, non ci sarà più niente da fare. La CGIL può certo non partecipare alle Commissioni di arbitrato e potrà ricorrere  alla Corte Costituzionale. Ha escluso il ricorso al referendum.  Ci vorranno anni ed intanto la legge opererà sui molteplici fronti dai quali aggredisce i diritti dei lavoratori ed impone
 uno jus  di vera e propria menomazione fatta di divieti e di condizioni onerose. 
  Sono anni che l'agenda sindacale viene imposta o dal padronato o dal governo ed le Confederazioni si limitano ad apporre la loro firma su scelte che nel tempo sono diventate sempre più scellerate.
  L'opposizione che oggi fa la Fiom risulta anacronistica e perdente.  Avrebbe dovuto farla prima e spingere la CGIL alla difesa dell'ultimo fortilizio rimasto. Gli stessi giuslavoristi e costituzionalisti che si sono schierati a difesa dell'art.18 non hanno avuto l'aiuto necessario dal Sindacato.
  Si ha l'impressione che l'attenzione della CGIL sia tutta concentrata alla contemplazione del suo stesso ombelico. Le mozioni non significano più niente ed il prossimo Congresso sarà dominato da questioni che le hanno abbondantemente superate. Forse si sta discutendo nelle stanze alte della CGIL soltanto dei seggi e degli incarichi da ripartire. In Sicilia si dice "la sciarra e pa cutra". La lite è per la coperta, per la roba e chi se ne infischia di tutto il resto.
  Ho sempre sperato in una autoriforma della CGIL, nella sua capacità di attingere al grande animo generoso del suo popolo per riconquistarne i diritti perduti.
  Ma le mie speranze sono vanificate di quanto succede nella realtà. La realtà è di una CGIL che ha cessato di impegnarsi non solo per il cambiamento ma anche per il puro e semplice mantenimento dei diritti esistenti.
 Pietro Ancona
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From: Pietro Ancona
To: Sena Vincenzo
Sent: Saturday, March 20, 2010 8:54 PM
Subject: 1 maggio contro i lavoratori


 1° MAGGIO CONTRO I LAVORATORI

  La vicenda ancora aperta dell'allegato lavoro (legge 1167) pone un problema di salvaguardia dei diritti dei lavoratori da affidamenti ed accordi che possono essere dati o stipulati dalle Confederazioni Sindacali in loro nome. Cisl ed Uil difendono la legge licenziata dal Senato. La Cisl si spinge fino ad insultare come "lazzaroni" quanti dissentono facendo eco al Ministro Sacconi che accennando alle critiche di Vendola parla di "idee velenose" e finge di sentire un "fastidio alla schiena" evocando reazioni terroristiche. Bisogna avere la coscienza molto sporca per temere di essere sparati a causa di un atto legislativo che viene decantato come un equo prodotto della modernizzazione.
 La CGIL, consapevole di avere una base reattiva e più politicizzata di quella di Cisl ed Uil, si è astenuta dall'approvazione della legge anti art.18, l'ha criticata, ma ha lasciato fare. Ha lasciato che
il Senato giungesse al voto finale senza intervenire e senza avvertire i suoi rappresentati del macigno che stava per rotolare sulle loro teste. A differenza di Ferrero, non ha ritenuto di illustrare al Presidente della Repubblica  le ragioni di incostituzionalità che un centinaio di giuslavoristi hanno formulato in un appello. Ha escluso che la questione art.18 potesse essere al centro dello sciopero del 12 marzo ed ha anche escluso che potesse avviare una raccolta di firme per un referendum. Si è limitata ad annunziare un ricorso alla Corte Costituzionale dando per scontata la firma del Presidente
della Repubblica quando questa è ancora incerta. Insomma, ha lanciato una serie di segnali rivolti a rassicurare i fautori della legge facendo capire di non poter fare a meno di essere contraria per tra-dizione, per cultura, per la contrarietà dei lavoratori ma che non avrebbe alzato barricate per  contra-starne l'applicazione.
  Questo comportamento della CGIL è la logica conseguenza di una profonda involuzione antidemocratica di cambiamento culturale e politico che ha segnato un percorso cominciato con
gli accordi di abolizione della scala mobile e di concertazione e che ha avuto momenti significativi
nel protocollo d'intesa del luglio 2007 con il governo Prodi, con il lasser faire a Cisl e Uil per la riforma della contrattazione e sopratutto con gli accordi per l'Alitalia stipulati contro i lavoratori
che sono stati lo spartiacque tra un prima ed un dopo. Per l'Alitalia la CGIL ha accettato una privatizzazione che ha regalato ad una cordata di imprenditori un patrimonio  ingente, ha danneggiato i piccoli azionisti  e sopratutto ha accettato di stipulare un contratto aziendale lesivo di diritti sindacali ed anche di cittadinanza. Per l'accordo Alitalia, la CGIL era intervenuta con posizioni iniziali corrette ma, cammin facendo, per influenza di vari fattori e tra questi la pressione del PD, ha  sottoscritto condizioni che hanno fatto retrocedere l'Alitalia  tra i peggiori datori di lavoro
del trasporto aereo.
     Sono convinto che nelle posizioni diverse che la CGIL assume rispetto a Cisl ed Uil ci sia un gioco delle parti, un modo per approvare respingendo. Insomma, un espediente per non deludere i propri iscritti per poi, ad un certo punto, allargare le braccia e dire che non c'è stato niente da fare. Non mi spiego diversamente l'annunzio della comune celebrazione del  1°  Maggio dopo uno sciopero generale fatto in contrasto con Cisl e Uil. Un  Primo Maggio contro i lavoratori privati financo del diritto di ricorrere ad un Giudice ed avviati alla precarizzazione ed ad un lungo periodo di bassi salari e di ricatti esistenziali.
 Il Sindacato italiano  ha cambiato pelle e natura. I suoi interessi sono diventati diversi da quelli dei lavoratori che sono usati come materia prima per il proprio sviluppo burocratico ed aziendale. I sindacati sono grandi aziende di servizi che gestiscono con le associazioni padronali un enorme gruppo di enti bilaterali finanziati da ritenute imposte contrattualmente ai lavoratori. Non è privo di significato che i Sindacati italiani applicano ai loro dipendenti la legge trenta e da molto tempo sono esonerati dagli obblighi dell'art.18.
  Anche i grandi ideali che costituivano parte dell'identità della CGIL sono stati cancellati. La CGIL non partecipa da anni alle lotte per la pace. C'è più sensibilità in certi articoli che appaiono sul NYT
e sul Guardian per l'orrore delle guerre coloniali in corso che nei suoi  sempre più rari pronunziamenti.
 La perdita di identità progressista, socialista, di sinistra della CGIL è una terribile perdita per l'Italia.
 Pietro Ancona
                                                      ****

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it 
Sent: Tuesday, March 16, 2010 8:03 PM
Subject: Il teatro delle bugie Il teatro delle bugie 

Il teatro delle bugie ==========

L'articolo di Repubblica di ieri mattina con la notizia della perplessità del Presidente della Repubblica sulla ratifica della legge 1167 era stato accolto come un raggio di sole in una plumbea giornata di pioggia. L'articolo era talmente circostanziato e documentato da fare ritenere assolutamente attendibili le critiche formulate dal Quirinalle all'impianto della legge anti art.18. Subito dopo tutto il fronte dei fautori della legge si è messo in movimento per pressare il Quirinale e fargli capire che non deve tergiversare sul bottino più sostanzioso che il padronato è riuscito a scippare ai lavoratori dopo la legge Biagi. Sacconi, il Ministro della "complicità sindacati-padronato" ha emesso acutissimo strillo di protesta ed ha malignamente rinfacciato al PD e alla stessa CGIL il fatto che la legge ha subito ben quattro passaggi d'aula senza suscitare particolari contrarietà ed opposizioni. Insomma ha fatto sapere a Napolitano che il fronte anti art.18 è bipartisan. Chiamato in causa, il PD, con una nota di Damiano e Berretta, si limita a chiederne una modesta limatura per rendere meno brutale il tritacarne dell'arbitrato. Contemporaneamente Sergio D'Antoni, ex segretario della Cisl ed autorevole esponente del PD, interviene per spezzare la sua lancia a favore dell'arbitrato. Anche la CGIL è intervenuta ma, a differenza della CISL che ha preso posizione ufficiale a favore con la sua segreteria, si è limitata ad un commento di Fulvio Fammoni. Giudizio negativo e basta. Non si chiede niente al Presidente, non si invitano i lavoratori a protestare, a creare nei posti di lavoro un movimento di contestazione. Il grande pitone a più teste del sindacalismo italiano inghiottirà la 1167 come ha inghiottito la legge 30 e quant'altro si è fatto con il governo ed il padronato per cancellare diritti o restituire miglioramenti ottenuti. Cazzola, grande coautore della 1167, già segretario della CGIL in quota sinistra socialista, chiede bon ton. Non bisogna premere sul Quirinale specialmente se si chiede di bloccare il misfatto e rinviarlo agli autori. Ichino, furbissimo e scaltrissimo, cerca di stornare l'attenzione, di minimizzare: "non vi preoccupate, tanto la legge è incostituzionale e non sarà applicata", scrive ! Ma anche la legge Biagi è incostituzionale ed è una miniera di elusione e di evasione della Costituzione, eppure è in piena opera, ha già fatto milioni di vittime ed altre ne continuerà a fare. Non solo, ma continua ad essere celebrata dal mondo accademico come una delle pietre miliari del nuovo giuslavorismo. Dal 19 marzo e per tre giorni l'Università di Modena è impegnata in un seminario di studi sull'opera di Biagi. Osservo con amarezza che tanta attenzione non è mai stata dedicata all'opera di Brodolini ed al suo Statuto dei Diritti accolto dalla borghesia italiana di malagrazia e con malcelata ostilità come peraltro viene accolta dai potenti ogni cosa riguardante la giustizia sociale e l'eguaglianza. L'establiscement non gradisce la diffusione dei diritti. La Repubblica fondata sul Lavoro si accinge a celebrare come un grande eroe del pensiero, come un grande riformatore, l'autore di un libro bianco definito da Cofferati dal contenuto "limaccioso". La riforma Biagi consiste essenzialmente nel prevedere un numero quasi infinito di rapporti di lavoro dal cocopro alla prestazione a partita iva, una miniera inesauribile di possibilità di elusione dei diritti delle persone. Infatti, tutti gli infelici che prestano la loro attività sub specie legge trenta non soltanto hanno perso quasi tutti i diritti, ma si debbono accontentare di retribuzioni meschine. Una ragazza due volte laureata, master, tre lingue, adibita al lavoro di segreteria guadagna non più di 700 euro al mese. Cinque e forse più milioni di lavoratori biagizzati vivono nella precarietà e se licenziati non possono fruire di nessun ammortizzatore sociale. Questo governo ha fatto qualcosina per alcuni di loro che però non deve costare più di duemila euro annui. L'entusiasmo con il quale tantissimi ragazzi e ragazze hanno raggiunto la laurea è stato spento da una imprenditoria disumana che riesce ad imboscare centinaia di miliardi di euro all'estero. La laurea non é più strumento di promozione sociale e di qualificazione. La legge Biagi l'ha totalmente stroncata ed ha stroncato le speranze nutrite per tutta una vita dalle sue vittime. Quello che conta è il censo, la famiglia, Se sei avvocato e tuo padre è contadino puoi solo andare a servizio per pochi soldi da un altro avvocato il cui padre era avvocato. Lo stesso per tutte le professioni. I laureati figli di poveri sono stati brutalmente riproletarizzati e la legge Biagi li ha rimessi al loro posto. Sacconi conta di portare a Modena al convegno su Biagi lo scalpo dell'art.18. La porta della precarizzazione universale è spalancata! Intanto si comincia a costruire un nuova volgata dopo le tante "modernizzazioni" che hanno devastato e ridotto in macerie i diritti. Qualcuno comincia a parlare della bellezza della privatizzazione del diritto. Se sono le parti sociali e non la legge a regolare il conflitto non è forse meglio? Qualcuno si infila nella porta aperta dall'arbitrato per cancellare le tutele stigmatizzate come privilegi, ingessature, lacci e lacciuoli. Pietro Ancona http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/ www.spazioamico.it

http://www.asca.it/news-ART_18__CISL__ARBITRATO_E__STRUMENTO_IN_PIU__PER_CONTROVERSIE_LAVORO-901860-ORA-.html

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Thursday, March 25, 2010 2:54 PM
Subject: IL sinistro rogo del diritto

  Il sinistro rogo del diritto 
Il rogo delle leggi officiato  dal Ministro alla "semplificazione"  padano leghista e separatista Calderoli  apre l'anno dell'attacco frontale alla Costituzione. La legge delle leggi, il patto civile che ha riscattato l'Italia dal fascismo ed ha scolpito i diritti di cittadinanza degli italiani, è prossima ad essere demolita dalla destra  spero senza la collaborazione del PD.  La Costituzione subirà una trasfigurazione e diventerà il "pronunciamiento"del Caudillo e dei suoi bravi, gli conferirà tutti i poteri, ridurrà il Parlamento ad una larva peggiore di quella che è già diventato, azzererà il bilanciamento creerà tante fiscalità quante sono le regioni
 Il rogo di Calderoli, demagogicamente propagandato  come antiburocrazia, in effetti brucia le norme ispirate al diritto per sostituirle con i decreti e con le leggi sulla sicurezza e sul lavoro che hanno dato base giuridica al razzismo, alle privatizzazioni,  alla mercificazione dei lavoratori. 
 Leggi "semplificate" per rendere più spiccia l'ingiustizia sociale, la prepotenza, lo sfruttamento dei
deboli. Le leggi non saranno più a garanzia di tutti ma strumenti di oppressione delle classi protette dalla Oligarchia. Le leggi creeranno obbligazioni a vantaggio di speculatori protetti dal Regime e collocati in posizione di rendita.
 Non siamo in presenza di un nuovo Giustiniano che riordina e crea una tela alla legislazione esistente e le dà un senso consono alla qualità che tutte le leggi debbono avere e cioè l'equità  ma di qualcosa che probabilmente ha  a che fare con la volontà
taluni ceti della borghesia  a non essere vincolati da obblighi generali e di sfuggire attraverso una maglia più larga alle sanzioni. Bisognerebbe vedere bene cosa è andato bruciato nel rogo ed a vantaggio di chi.  Non credo affatto che la sostituzione di leggi regionali a quelle  bruciate sarà un miglioramento. Le Regioni sono preda di una avidissima oligarchia politica e delle bande di profittatori che la sorreggono  e fonte di sempre più gravi ingiustizie. Siamo costretti a pagare balzelli alle Regioni a cominciare dall'irpef per finanziare delle terribili sanguisughe come il sistema pensionistico siciliano o l'immenso potere economico degli Angelucci fatto di ospedali privati  sovvenzionati dal  Servizio Sanitario.
  La legislazione imposta dalla destra  è antidiritto.Impone sempre di più gli interessi dei privati ai contribuenti a cominciare delle filiere per l'accertamento e la riscossione dei tributi sempre più in mano a società spregiudicate che non esitano a caricare di oneri  ed a   vendere i beni degli inadempienti.
 Come negli USA  se vuoi accedere alla sanità deve pagare un balzello ad una società privata assicuratrice, anche in Italia i diritti saranno sostituiti dai servizi che il cittadino potrà comprare solo
se ne avrà i mezzi.
 Le leggi non saranno più di tutti ma soltanto delle classi dominanti che le faranno   per creare obbligazioni alle classi subalterne. Un nuovo medievo viene dopo la crisi del capitalismo industriale che sopravvive facendo dello Stato business.
 Questo è il messaggio del rogo appiccato dal ridanciano e rubizzo Calderoli.

Pietro Ancona
                                                                          ****

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Saturday, March 27, 2010 11:22 AM
Subject: GLI ORCHI DEL PAPA


GLI ORCHI DEL PAPA
La reazione della Chiesa allo scandalo dei preti pedofili  è uno scandalo in sé e suscita allarme. La Chiesa mostra fastidio, impazienza e disprezzo per le critiche. Non smentisce come falsi o non avvenuti i tantissimi casi di pedofilia che emergono dal buio e dal silenzio per la rottura di un muro di omerta  ed di ingiustizia per  vittime spesso appartenenti a poverissime famiglie e socialmente deboli.  Tanti delitti contro l'infanzia sono stati perpetrati e probabilmente continuano a perpetrarsi negli orfanotrofi e nelle istituzioni religiose spesso controllate da Orchi ed Orchesse che violano l'innocenza di sfortunati bambini e bambine.  Nei casi di stupro il comportamento delle autorità religiose è  identico dappertutto, in tutte le latitudini.  I  colpevoli vengono coperti, spesso allontanandoli dal luogo dei  misfatti. Esemplare il caso di Agrigento in cui  Il Vescovo ha avuto l'arroganza di instaurare una causa per risarcimento danni alla "immagine" della Chiesa dopo la denunzia del giovane abusato in seminario per anni da un prete che, dopo di lui, allontanato, ha continuato a molestare ed abusare dei bambini.
  Non è un caso che un avvocato d'ufficio del Vaticano come Vittorio Messori interviene con un lungo articolo in cui la responsabilità dei Preti Orchi non viene neppure evocata e si concentra sulla criminalizzazione di quanti denunziano   il Grande Scandalo. Dice Messori che la colpa di tutto è degli studi legali americani, di avvocati alla ricerca di parcelle, che hanno indotto migliaia di persone a rivolgersi alla Magistratura. Messori, trascinato dal suo raccapriccio per
una avvocatura avida di guadagni , trascura di parlarci del  particolare che i Giudici americani hanno dovunque  condannato i prelati che, oltretutto, quasi sempre si  sono dichiarati colpevoli. Anche la Giustizia degli USA "interessata" a colpire la Chiesa?
 Si parla di cultura "anglosassone" particolarmente rigida e prevenuta verso i cattolici. Ma gli scandali in Germania in Austria  ed in Italia  a quale cultura dobbiamo attribuirli  ?
 Insomma la reazione della Gerarchia  è del tutto simile a quella di Berlusconi di fronte a chi gli contesta i reati e gli abusi di potere. Parla di complotti e di menzogne. L'ultima paranoia dall'apparato massmediatico clericale è quella di un complotto che "non a caso" nasce in America e trova nel NYT il suo strumento. Ma quale sarebbero i poteri forti che si muovono? In ogni caso, la verità non sembra interessare. Non si smentiscono i fatti, le migliaia e migliaia di vittime,
ma ci si offende con i giornali che ne parlano. Si vorrebbe che una coltre di silenzio continuasse a coprire il martirio di bambini, un martirio che dura da secoli, conosciuto da sempre e da sempre tollerato dai Papi che bruciavano le streghe e gli eretici nei roghi ma non hanno mai condannato un membro pedofilo della Chiesa.
 Non esiste un solo caso di pedofilia scoperto e denunziato all'interno della istituzione. Non c'è un solo vescovo che possa dire di avere scoperto e denunziato alla Magistratura un sacerdote della sua diocesi. Tutti i casi conosciuti vengono fuori faticosamente, spesso dopo decenni, sempre per iniziativa delle vittime o dei loro familiari oppure fortuitamente.
 Questo la dice lunga sul futuro della pedofilia nella  Chiesa. La lettera del Papa agli irlandesi è acqua fresca, un sotterfugio imposto dalle circostanze, un tentativo di cavarsela con un po' di penitenza.
 E' una risposta insufficiente ed inadeguata dal momento che non é accompagnata dall'apertura degli archivi. Solo la pubblicazione degli archivi dell'ufficio della Inquisizione , dell'autodenunzia e della denunzia dei pedofili potrebbe rendere attendibile il pentimento e la redenzione della Chiesa. Ma questo non  si realizzerà come non si realizzeranno le riforme che dovrebbero guarire il corpo sacerdotale dai suoi terribili vizi sessuali. Dovrebbe cambiare radicalmente la concezione della donna ed ammetterla al sacerdozio e finirla con la misogenia; consentire ai preti di sposarsi, avere un diverso approccio con le tante questioni reclamate dalla società civile come i diritti degli omosessuali e delle
donne, il diritto alla contraccezione. Tutte le posizioni che vengono espresse dalla Chiesa su questioni fondamentali della vita e della morte urtano sempre di più con la sensibilità della società e di molta parte degli stessi cattolici.
 In ultimo vorrei riflettere su una circostanza. Gli scandali vengono alla luce in società "forti" come quella statunitense ed europea. Nelle società dominate dalla miseria e dal bisogno non emergono. Non sappiamo  quasi niente della pedofilia della Chiesa Cattolica in Africa e molto poco sappiamo della pur cattolicissima America Latina.
 Si stanno creando tensioni dentro il popolo dei cattolici che potrebbero portare ad una scissione.
Tantissimi cattolici non sopportano più l'arroganza e la superbia della Gerarchia. In fondo, le condizioni che indussero Martin Lutero non erano maggiori e più intollerabili di quelle di oggi. Lo stupro di diecine di migliaia di bambini e bambine é assai di più della vendita delle indulgenze e della corruzione dei palazzi apostolici.
Pietro Ancona

http://it.wikipedia.org/wiki/Pedofilia_e_Chiesa_cattolica#Il_caso_Marchese.2C_abusato_da_don_Bruno_Puleo

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, March 29, 2010 9:20 PM
Subject: L'incriminazione di Raffaele Lombardo


 La notizia di una indagine giudiziaria a carico del Presidente della regione siciliana  Raffaele Lombardo giunge mentre sono in corso le elezioni regionali e di quasi cinquecento comuni e province. La reazione di Lombardo è stata immediata. Ha respinto le accuse come "spazzatura". Ha dichiarato di non dimettersi. Ha convocato la giunta regionale a Catania incassandone la solidarietà compresa quella dei due assessori-magistrati. Anche il PD che appoggia la giunta Lombardo contro i cosidetti "lealisti" di Schifano e Alfano ha confermato la sua fiducia rinviando allo sviluppo degli eventi possibili ulteriori decisioni.
Mi ha molto colpito la dichiarazione della Dr.ssa Caterini Chinnici magistrata e figlia di magistrato, martire della mafia, capofila di diverse generazioni di magistrati che si sono dedicati anima e corpo alla lotta alla mafia fino agli attuali Ingroia, Scarpinato ed altri. Ha detto che, essendo garantista, aspetta lo svolgimento dei fatti ed intanto invita il Presidente a continuare nel suo lavoro. Non ho nulla contro il garantismo e ritengo che nessuno debba essere criminalizzato o ritenuto colpevole fino al giudizio definitivo. . Tuttavia mi ostino a credere che questa norma debba valere per tutti tranne che per i politici e per le persone investite da grandi e delicate responsabilità di governo. Non è accettabile, ad esempio,  il comportamento di chi, colpito da un mandato di cattura, resta al suo posto al governo incoraggiato da un Presidente del Consiglio che ha fatto della Magistratura il bersaglio della sua azione di  sfascio della Costituzione. Non è neppure accettabile che
una incriminazione come il concorso esterno in associazione mafiosa venga ritenuta insufficiente per una sospensione dalle attività politiche ed amministrative in attesa di un chiarimento. Solleva gravi interrogativi la querela ai giornalisti di Repubblica accusati non tanto di dire il falso ma di "violazione del segreto istruttorio". Tasto assai delicato che si riconnette a tutta la questione della libertà di informazione sollevata dalle intercettazioni finite sui giornali. Un uomo politico serenamente consapevole della propria innocenza non ha niente da temere da notizie che, se sono "spazzatura" come le definisce, non potranno sporcarlo.
 Dopo il Presidente Cuffaro condannato per concorso esterno in associazione mafiosa ora è la volta della possibile incriminazione di Raffaele Lombardo. Penso che sia da ipocriti affrontare la questione senza tenere conto del contesto degli interessi che gravitano attorno alla Regione e che sono diventati colossali. E' difficile fare piena luce anche se a volte qualche imprenditore si lamenta di non potere competere con certi colleghi che hanno pieno accesso alle risorse regionali. Il Presidente della Confindustria ha avuto recentemente un premio per la sua attività rivolta a fare della Confindustria una forza antimafia. Ma non sappiamo niente degli affari che si intrecciano attorno alla massima erogatrice di finanziamenti e di investimenti in Sicilia e dei meccanismi che promuovono i "privilegiati" ai quali tutte le porte chiuse per tanti sono sempre spalancate. Non mi pare che attraverso la Sicindustria ne sappiamo della mafia più di prima.
 Al blocco sociale controllato dai potenti dell'imprenditoria siciliana fanno riferimento trasversalmente
i partiti presenti in ARS dopo la esclusione mafiosa decretata  contro coloro che hanno meno del 5 per cento di voti. Una massa enorme di denaro viene drenata attraverso le privatizzazioni
di tutti i servizi. Anche i beni culturali sono gestiti da una SPA. Quasi niente viene più gestito dalla regione  "in economia" e questo genera un impoverimento storico della sua cultura amministrativa. Il modello privatistico dominante anche a livello municipale e provinciale rende molto più costosi i servizi, impoverisce il patrimonio pubblico di conoscenza, fa proliferare caterve di amministratori
superpagati. E' uno scandalo che ci siano emolumenti nell'ordine di centinaia di migliaia di euro quando molte famiglie avrebbero bisogno di aiuti solo per sopravvivere.
  Credo che bisognerebbe aprire il capitolo del rapporto tra questa fase liberistica della Regione e la Mafia dal momento che, nonostante tutti i successi riportati in campo aperto da Magistratura e Polizia, non sembra debellata se il Presidente della Regione sembra essere sospettato di esserne collaboratore esterno. Vogliamo leggere il bilancio della Regione illustrandolo con gli appalti ed i lavori conferiti voce per voce ed a chi e come e quando?
 Pietro Ancona


http://www.asca.it/regioni-LOMBARDO__CHINNICI_(SICILIA)__SOLIDARIETA__AL_PRESIDENTE-481903--.html   
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=899836   
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/03/29/news/lombardo_sotto_inchiesta_a_catania_concorso_esterno_con_la_mafia-2975502/?ref=rephp   

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, March 30, 2010 1:52 PM
Subject: CONCORRENTI NON ALTERNATIVI


 CONCORRENTI E NON ALTERNATIVI


  Delle elezioni appena concluse bisognerebbe analizzare a fondo tre questioni: la colonizzazione  del Nord  ad opera della Lega che straripa verso le regioni centrali del Paese; l'astensionismo, il ruolo del PD.
  La lega colonizza  il Nord  usando come arma il suo sostegno a Berlusconi per ottenere cessioni sempre più sostanziose di potere.  Astuto partito di lotta e di governo. Di lotta, nel territorio, contro gli immigrati e la sinistra demonizzata sopratutto per le tasse.  Quello che resta del PdL nel Nord è oramai sotto l'influenza dei leghisti. Bossi annunzia la sua candidatura a Sindaco di Milano come coronamento di un progetto.  I leghisti hanno fatto una lunga marcia nella politica italiana. Il loro percorso è stato segnato da alcune pietre miliari che hanno cambiato la civiltà giuridica di questo paese: le leggi sulla sicurezza e l'introduzione della discriminazione etnica, le ronde, la riforma della scuola con il contingentamento dei bambini degli immigrati. Dalla condanna dei leghisti che piantano la bandiera della Repubblica Veneta sul Campanile di San Marco  e dalle elucubrazioni filosofiche di Miglio è stata fatta tanta, tantissima strada. Oggi il Paese in cui vince la lega è diverso, profondamente cambiato, incattivito,
sfasciato. La Rivoluzione Leghista è quasi compiuta. Credo che si accontenteranno del federalismo fiscale soltanto se riterranno conveniente continuare a drenare risorse da Roma "ladrona". Se le cose andassero male per l'Italia erigeranno subito una linea Gotica.
 Come  tutti coloro che hanno  fatto  una rivoluzione di destra,  i leghisti sono una massa fanatizzata dall'odio verso i diversi e  per i  comunisti  ed hanno un fortissimo spirito di clan. Non esitano ad eleggere il figlio di Bossi senza farsi turbare da scrupoli morali. Accettano di eleggere l'igienista dentale di Berlusconi nel listino di Formigoni. Governeranno con spirito discriminatorio. Soltanto i loro fedeli saranno ammessi a godere dei diritti finora  riconosciuti a tutti. La pubblica amministrazione sarà la fortezza presidiata dalle loro guardie verdi.
  L'astensionismo nasce dalla crescente somiglianza tra "destra" e "sinistra", termini impropri per indicare la coalizione di Berlusconi e quella del PD. Perchè votare Penati al posto di Formigoni? Che cosa hanno di diverso? Penati e grande parte degli amministratori pd sono stati durissimi con gli immigrati al pari e più della Lega e del PDL. Il Sindaco di Padova è giunto al punto di segare le panchine dei parchi per sottrarle all'uso dei poveri. Da Cofferati a Veltroni è stata una gara di ruspe per spazzare via le povere baraccopoli dei Rom. Senza alcuna pietà! Senza alcun rispetto per i diritti garantiti dalla Costituzione e da tante Convenzioni internazionali.!
  Il Pd non è forza alternativa al PDL ma concorrente. Concorre per la rappresentanza dello stesso blocco sociale, dello stesso "mercato" di voti. Bersani ha fatto una levataccia per andare a parlare con gli operai Fiat di Torino ma  il suo partito collabora intensamente alla distruzione dei diritti dei lavoratori. La legge 1167 che  abbatte l'art.18 e rende difficilissimo l'accesso alla giustizia ai lavoratori è stato varata
con una finta opposizione del PD. La destra ha fatto a pezzi il diritto del lavoro, ha precarizzato il lavoro, abbassato i salari con la sostanziale compiacenza del PD che ha eletto autentici squali della Confindustria nei suoi gruppi parlamentari. Quando Bersani parla di centralità del lavoro forse si riferisce alle imprese. Il lavoro tutelato dalla Costituzione è stato quasi cancellato dal PD che si accinge a dare una mano all'ultima spallata di Sacconi per sconfiggere definitivamente il movimento operaio: l'abolizione dello intero Statuto dei Diritti dei lavoratori. Naturalmente in nome della "modernità".
  Il centro-sinistra non esiste più da quando Prodi ha ammutolito la sinistra presente nel suo governo obbligandola ad accettare gli accordi-capestro stipulati con i sindacati del luglio 2007. La sinistra,
colpevolizzata di creare difficoltà al governo, veniva annientata nella sua identità politica e sociale ed il suo elettorato disperso.
 Veltroni ha stipulato una conventio ad escludendum con Berlusconi modificando la legge elettorale
e nello stesso tempo ha scomunicato la sinistra dichiarando la sua "autosufficienza". La sinistra è stata cacciata via dal Parlamento umiliata dalle cocenti delusioni del suo elettorato e dalla vulgata del "voto utile".
 Il centro-sinistra è morto pur essendo una pallida prosecuzione dell'ulivo che era comunque una civilissima e democratica alternativa politica alla destra.
   Il ruolo del PD è di concorrenza con il PDL. Ha ragione il Cardinale Tosi quando dice che la politica è lo scontro di Oligarchi che si contendono il potere. Oligarchi che sottraggono con i loro stipendi favolosi e i tanti privilegi risorse alla collettività. La politica in Italia costa più dell'intero servizio sanitario: oltre cento miliardi di euro l'anno!! Il professionismo politico è il più redditizio ed i politici sono accomunati dai palazzi del potere, dagli agi, dagli stessi consumi. Quando i programmi  sono eguali e privilegiano la stessa borghesia parassitaria che ha scoperto da tempo il business della pubblica amministrazione per quale motivo il cassintegrato, il precario, l'insegnante espulso dalla riforma, il pensionato al minimo, l'utente tartassato dalle bollette  dovrebbero andare a votare?
  Il successo di Vendola è l'unica nota positiva perchè si realizza su un programma alternativo e non concorrente. Sbaglierebbe Vendola se accogliesse l'invito di Veltroni ad una collaborazione basata sempre su paletti da fissare a sinistra e su fumosi programmi  nella sostanza simili a quelli della destra.
 Mi auguro che Vendola abbia la capacità di pensare ad una sinistra che non abbia dentro di sè personaggi come Veltroni e D'Alema e che sia un movimento distante e diverso dal PD.
La sinistra può ripartire dal suo 6% conquistato in queste elezioni per aprirsi una strada verso il Parlamento. Questo se non cede ad esigenze di gruppi locali ansiosi di stare comunque nelle stanze dei bottoni.
Pietro Ancona
 
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/03/29/news/urne_chiuse_al_via_lo_spoglio_ma_finora_ha_vinto_l_astensione-2987246/
http://www.polisblog.it/post/977/ore-12-patto-berlusconi-veltroni-per-il-porcellum-in-salsa-auropea-no-di-eurodeputati-e-partitini
http://www.liberazione.it/news-file/576082077.htm

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, March 31, 2010 4:27 PM
Subject: art.18: rinvio alle Camere della 1167

  Rinvio alle Camera della 1167

 Il Capo dello Stato non ha firmato l'indecente legge 1167 che vanifica l'art.18  e peggiora o rende impossibile l'accesso alla giustizia dei lavoratori. Dobbiamo di ciò essergli grati. Non ha voluto passare alla Storia come l'affossatore del diritto alla giusta causa mettendo il suo timbro su  una legge che considera il lavoratore alla pari con il suo datore di lavoro e non minus habent bisognoso di tutele giuridiche.. Questa scelta di Napolitano è stata compiuta nonostante l'esistenza di un vasto partito di avversari e liquidatori dei diritti dei lavoratori fondato venticinque anni fa da Ezio Tarantelli con la sua campagna per abolire la scala mobile e poi sviluppata nel tempo da Massimo D'Antona che ha dato gli "instrumenti" giuridici per la privatizzazione del pubblico impiego e più avanti ancora da Marco Biagio fornitore dell'officina
per la precarizzazione. Questi personaggi sono stati uccisi dalle Brigate Rosse che hanno con ciò creato una sorta di mito sacralizzato della loro disastrosa dottrina. Non si può parlare male o criticare coloro che hanno pagato con la vita la loro convinzione ideologica e dottrinaria. Ed infatti il sacrificio del sangue versato ha imbarazzato o addirittura bloccato i critici di una linea che si è risolta in un grave imbarbarimento delle relazioni sociali ed in un costante impoverimento della maggioranza della popolazione lavoratrice. Avere truffato i lavoratori ed i pensionati con un meccanismo di copertura dall'inflazione fasullo ha  generato un meccanismo di povertà. L'Italia della scala mobile e del contratto a tempo indeterminato era prospera e felice. Oggi, la crisi che investe le aziende e distrugge il commercio, è dovuta ad un drastico abbattimento dei consumi interni determinato dai bassi salari
e dalla mancanza di futuro per tante generazioni. I lavoratori sono infelici in continua ansia per il posto e per le bollette da pagare. Se avessimo Sindacati non felloni e collaborazionisti, dovremmo
rivendicare la scala mobile, il contratto a tempo indeterminato per tutti, l'abolizione delle
leggi che hanno menomato conquiste come quelle dell'orario di lavoro, sganciato le aziende dai loro obblighi sociali, ridotto il diritto ad un giusto ed equo processo con l'introduzione dell'onere delle spese per il lavoratore soccombente.
 Il rinvio alle Camere  della 1167 riguarda l'art.31 e l'art.20.. Ma tutta la legge è impregnata di una volontà di smobilitazione dei presidi legislativi esistenti a tutela dei diritti dei lavoratori.  Muove nell'ottica della cosidetta sussidiarietà sostenuta da  Sacconi che prevede la privatizzazione della legge, (già qualcuno nelle università italiane si improvvisa teorico dell'esercizio privato e tra privati della legge del lavoro).
 Il rinvio è stato causato dalla brutalità e dall'impudenza di norme votate senza tenere in alcun conto il dettato costituzionale e la dottrina esistente. Ma ha influito la frattura nel campo di  Agramante. Ichino e Treu, noti liberisti, si sono dissociati e l'ex Ministro del Lavoro Damiano si è lamentato di commissioni arbitrali che potrebbero avere rappresentanti dei sindacati locali  (cobas o altri) al loro interno. Vorrebbe conservare il monopolio mafioso della rappresentanza a Cgil, Cisl, e Uil.
  Cisl ed Uil si erano affrettati ancora prima della promulgazione della legge  a sottoscriverla assieme al Governo ed alle associazioni padronali. Volevano mettere il Quirinale e l'opinione pubblica davanti al fatto compiuto di una volontà che sfidava ed isolava la CGIL che aveva dissentito. Ma la CGIL aveva percepito la collera del mondo del lavoro e l'aveva voluto rappresentare, sia pure insufficientemente, nello sciopero del 12 marzo. Tra le forze politiche  bisogna notare che il PD, pur votando contro, non era dispiaciuto della legge e D'Antoni ed altri si sono spinti fino a difenderla pubblicamente.
  Le forze che operano contro la giusta causa sono proterve, arroganti e difenderanno le loro posizioni. Non è detto che le Camere si ripresenteranno al Quirinale con una legge limpida, priva di ambiguità.
 Pietro Ancona 

 http://www.repubblica.it/economia/2010/03/31/news/napolitano-articolo-3042552/

http://www.eguaglianzaeliberta.it/articolo.asp?id=1223


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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Friday, April 02, 2010 4:20 PM
Subject: Lo Stato-Religione è per sempre?

  La Chiesa-Stato è riformabile?

 Nei "promessi sposi"  Fra Galdino, cercatore di noci, racconta un apologo  a Cecilia e Lucia    che conclude dicendo: il convento è come il mare che  riceve acqua da tutte le parti e torna a distribuirla a tutti i fiumi."
 Bisognerebbe vedere se il convento era proprio così e se invece non fosse  quello descritto da Umberto Eco, abitato da frati strabordanti di grasso, rubizzi e goderecci che, dalle finestre della loro enorme cucina, gettavano  qualche misero  avanzo putrescente  subito  divorato da una folla di  infelici  straccioni affamati e dai cani.
 La Chiesa in Italia è una vera e propria idrovora di soldi, benefici, privilegi medievali. Gode di esenzioni che le procurano  ingiusti vantaggi commerciali. Enti come Enel applicano tariffe di speciale favore a religiosi.  Venticinquemila insegnanti di religione  sono stati assunti dallo Stato su segnalazione delle diocesi vescovili. Costano circa un miliardo di euro l'anno. Oratori religiosi vengono assunti e retribuiti assa bene   dalle Regioni .  Tutte le Regioni hanno leggi che finanziano la Chiesa. In Sicilia si finanziano financo i paraventi sacri dei sacerdoti!
 Tra poco ricomincerà la ossessionante campagna propagandistica a base di sdolcinati spot per destinare l'otto per mille alla Chiesa Cattolica. Si tratta di una spesa di  venticinquemilioni di euro per
ricavarne  all'incirca un miliardo di euro.
 Bisogna dire che spetterebbero alla Chiesa Cattolica "soltanto" 400 milioni di euro. Come si arriva alla cifra tonta del miliardo? Con un marchingegno truffaldino in base al quale vengono attribuiti a tavolino quanti non hanno scelto. Si tratta di sei contribuenti su dieci. Il calcolo è
una sorta di proiezione telescopica delle scelte effettive sull'intera massa dei contribuenti. Marchingegno degno di una seria indagine della magistratura.
 L'otto per mille viene  dal rinnovo dei patti lateranensi  stilati nel 1984 da Craxi. Questi,
sotto l'influenza clericale  di Gennaro Acquaviva, si convinse a replicare  Benito Mussolini che aveva stipulato i patti del 29 per
togliersi la spinta dell'aventinismo ostile del clero. Ma i rapporti Stato Chiesa durante il fascismo non furono  rose e fiori. Il Fascismo, anche per la sua vocazione totalitaria, non ammetteva di dividere la sua egemonia sulla popolazione, specialmente sulla gioventù
 Il rinnovo fatto da Craxi è stato assai più vantaggioso per il Vaticano di quello del 29, costa in atto diversi miliardi di euro e permette  una  influenza soffocante sulle istituzioni italiane. Questo anche se la religione cattolica non è più religione di Stato.
  Mentre l'Italia  non si sogna di interferire nella vita interna del Vaticano, le gerarchie ecclesiastiche interferiscono pesantemente  fino al punto di invitare i  cattolici alla disobbedienza  delle leggi  e di boicottare referendum. Ruini ha invitato i cattolici a disertare le urne per la legge sulla fecondazione assistita e non importa se migliaia di coppie italiane siano costretti a recarsi all'estero
per tentare di avere un figlio. La Chiesa distribuisce pagelle ai politici. Oggi sono premiati i due governatori leghisti del Veneto e del Piemonte per avere baldanzosamente annunziato che lasceranno marcire  nei magazzini la pillola Ru486. Un annunzio illegale ma che è stato applaudito subito dai giornali dei vescovi
e dall'Osservatore Romano. Non ha importanza se trattasi di personaggi imbevuti di odio verso i migranti.
 La Chiesa Cattolica è l'unica Chiesa-Stato del mondo. I finanziamenti  dell'Italia quindi  sono a beneficio di uno Stato che ne fa  uso   sottratto al controllo dei contribuenti italiani per il sostentamento del clero ma anche  per altri affari e per l' evangelizzazione che produce   tensioni, problemi, guerre. Nei cinque continenti la Chiesa cattolica è afflitta dal grave morbo della pedofilia di molti suoi preti. Gli scandali diventano sempre più frequenti anche se sappiamo poco di quanto accade in Africa ed in SudAmerica dove è più facile occultarli per la povertà di quelle società.
 Il Parlamento italiano è  servile verso le Gerarchie ed è disponibile soltanto per favorirle. Sono certo però che se si potesse fare un referendum per l'abolizione dell'art.7 della Costituzione e dei conseguenti patti lateranensi la stragrande maggioranza degli italiani si esprimerebbe positivamente. Bisognerebbe anche cominciare a pensare ad un progetto di assorbimento dell'area vaticana nel demanio dello Stato ed alla abolizione dello Stato della Chiesa. Certo non si tratta di un progetto a breve scadenza ma bisognerebbe cominciare a discutere su come fare del cattolicesimo soltanto una religione..
  In occasione del dibattito sulle riforme costituzionali bisognerebbe recuperare la piena sovranità repubblicana della nazione. Non saremo uno Stato sovrano  fino a quando non avremo abolito i patti lateranensi. Oggi siamo soltanto uno Stato concordatario.
  Ho assistito ad un rito religioso della Chiesa Anglicana di Palermo. Alla fine delle cerimonia l'officiante  reverendo Antony Watson, accompagnato dalla moglie, fece la questua tra i banchi dei fedeli e raccolse il suo obolo. Lo fece con naturale dignità che elevò tutti i partecipanti a collaboratori della vita della Church.
 Ogni giorno mi capita di vedere, come a tutti gli italiani, il Papa in televisione. Resto sbalordito di quanto possa essere lussuoso, ricchissimo, sfarzoso, il suo vestiario! Cambia vesti e abiti ed ogni occasione è buona per lo sfoggio narcisistico di tessuti e gioielli preziosi.
 Non credo proprio che questa continua esibizione di potere abbia molto a che spartire con il Vangelo.
 Propongo di dare il nostro otto per mille alla Chiesa Valdese. Perchè non ha mai accettato il meccanismo truffaldino della  ripartizione. Perchè destina alla solidarietà vera i soldi che riceve e questo è controllabile.
 Da laico opterei  per lo  Stato. Ma lo Stato li destina con  propri decreti alla Chiesa ed al Clero.Diamoli quindi ai valdesi ed alla loro laica e civile opera di solidarietà e di promozione umana e sociale.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: giuseppina.ficarra@tin.it
Sent: Saturday, April 03, 2010 4:52 PM
Subject: Odio pasquale per gli ebrei


L'ODIO PASQUALE PER GLI EBREI
 La festa di Pasqua preceduta dalla Settimana Santa viene celebrata da centinaia di anni. Una settimana di tensione, di fortissime emozioni, di lutto, che culminano nella resurrezione di Cristo che ascende alla gloria dei cieli. Pare che la festa abbia circa settecento anni e che sia stato rinnovata solo una volta. In Sicilia dà luogo a grandissime emozionanti rappresentazioni teatrali partecipate da intere popolazioni. Ricordo da bambino  un venerdì santo ad Agrigento, mio padre e mia madre mi tenevano per mano ed io mi sentivo piccolo e spaventato in mezzo ad una processione di cui soltanto la parte inferiore della gente, le candele accese, l'odore di cera calda che si attaccava alle basole della strada. Migliaia e migliaia di persone piangenti, molte con il capo cosparso di cenere ,che si ammassavano davanti la Cattedrale. Ricordo
quella festa con spavento: al momento dell'incontro tra Gesù e la Madre le donne della processione alzavano impressionanti  grida di lamento. La "spartenza", l'allontanamento della madre dolorosa dal figlio la ricordo ancora per la tristezza infinita della musica che l'accompagnava. Per quanto la Sicilia sia ricca
di processioni pasquali e di straordinarie rappresentazioni teatrali del rito sacro sono stato a vedere soltanto quella di Trapani.Non sopporto il dramma che richiama quanto di luttuoso ho dentro di me
i dolori mai rimarginati, il sentimento di fragilità e di vulnerabilità per il destino che ci costringe.
 La settimana santa è  stata nei secoli un rinnovamento della colpa degli ebrei che avevano dato la morte al Dio Redentore. Nel corso dei secoli, a cominciare dalla domenica delle palme, gli ebrei si dovevano guardare bene dal farsi vedere in giro. La domenica delle Palme racconta di Gesù accolto a Gerusalemmme da un popolo festante che agitava palme al suo passaggio in segno di rispetto, ammirazione, gioia... La stessa folla qualche giorno dopo gli avrebbe preferito Barabba e lo avrebbe lasciato al suo destino.Il Sinedrio, massimo organismo religioso degli ebrei consegna Gesù al potere romano ed insiste per la sua condanna a morte. Giuda tradisce con monete fornitegli dal Clero. Popolo ebreo ed elite religiosa entrambi colpevoli. Il Sinedrio minacciò Pilato di accusarlo all'imperatore Tiberio se non avesse condannato Gesù. La responsabilità dei capi religiosi degli ebrei è stata rimarcata per tutte le Vie Crucis e le Pasque che si sono succedute nel corso di quasi un millennio. Con la sua morte Gesù cessa di essere ebreo per diventare  "cristiano" vittima innocente. Una vicenda di ingiustizia di dolore e di morte come tante si carica di fortissime connotazioni etniche. I sacerdoti che aizzano Pilato a condannare Gesù sono e diventano ancora di più ebrei deicidi. Da quel momento gli ebrei diventano "diversi". Nei secoli dei secoli discendono da coloro che misero a morte Dio. Vivranno nei ghetti, perseguitati, la loro vita sarà sempre in pericolo e, anche al culmine del benessere e della ricchezza, potranno perdere tutto perchè chi ha ucciso Dio non ha diritto a niente, neppure alla vita.
  Nel rito pasquale di SanFratello, paese siciliano, si celebra addirittura la cosidetta "festa dei giudei.
I giudei sono rappresentati come mostri, incarnazioni demoniache, flagellatori ed uccisori di Gesù.
 Come tali spaventano il popolo che  viene esortato ad odiarli, a maledirli, esecrarli per il male che hanno fatto.
 La Pasqua ha ricordato a tutti, caso mai si potesse dimenticare, che Cristo è stato mandato a morte dagli ebrei anche se condannato da Pilato e crocifisso da legionari romani.
  Il crocifisso diventa simbolo religioso che ricorda non solo un martirio ma anche il crimine subito.
Sarebbe opportuno che si aprisse una discussione sulla Pasqua. Fino a quando la storia della Via Crucis è quella che ci viene raccontata da secoli la ferita tra ebrei e cristiani non potrà  guarire.
  Forse sono un ateo scarsamente illuminato dalla ragione e dalla cultura e per questo  mi chiedo: se il dramma di Gesù era stato programmato nell'alto dei cieli perchè con il suo sangue redimesse l'umanità dei suoi peccati ed era prevista anche la sua resurrezione perchè mai gli ebrei ed i romani dovrebbero esserne responsabili? Si può essere responsabili di una decisione divina?
 E mi chiedo ancora: come mai il sacrificio di Gesù non ha cambiato il corso del mondo? Perchè nonostante la sua Resurrezione il Male continua ad imperversare e  l'agnello non dorme abbracciato al lupo?
 Pietro Ancona

 http://www.san-fratello.com/Gli%20eventi%20principali/La%20Festa%20dei%20Giudei.htm
http://www.rinocammilleri.com/2009/04/pilato/
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, April 04, 2010 10:03 AM
Subject: PASQUA DI SANGUE E DI TERRORE IN pALESTINA


 PASQUA DI SANGUE E DI TERRORE IN PALESTINA

 Nel giorno di Pasqua che dovrebbe ricordare agli ebrei le sofferenze patite in secoli di persecuzione razziale motivata ideologicamente dalla Chiesa Cattolica (popolo deicida) culminate nel Grande Sterminio  dei lagers nazisti, si rinnovano le atrocità, le angherie, i delitti, il terrorismo di Israele  contro la popolazione palestinese ed in particolare contro quella di Gaza.
La striscia di Gaza subisce uno spaventoso isolamento da quando  Israele e gli Occidentali  hanno deciso di non accettare il responso elettorale della vittoria legittima di Hamas ed è stata sottoposta a bombardamenti che hanno distrutto la città, fatto migliaia di vittime e diecine di migliaia di mutilati, ed ora stanno facendo nascere una generazione di bambini-mostro. Israele non si è fatta scrupolo di usare  sostanze chimiche e termiche che intaccano profondamente il DNA della popolazione palestinese.
 Sotto gli occhi indifferenti o complici delle potenze occidentali e con la loro collaborazione si sta costruendo il muro di acciaio egiziano che sigillerà per sempre in una prigione a cielo aperto due milioni di esseri umani privandoli anche della possibilità di allontanarsi e di cercare un altro luogo dove vivere.
 Il programma di abbattimento delle case palestinesi e di costruzione di case-fortezza per i coloni israeliani prosegue senza alcuna tregua. La pagliacciata della  sgridata di Obama si è conclusa
come era prevedibile in niente. Le case palestinesi continueranno ad essere abbattute dalle ruspe e
il cuculo israeliano continuerà ad occupare il nido dei palestinesi. L'unico scopo che ha l'Occidente è coprire propagandisticamente con una interminabile, snervante, inutile trattativa di pace le varie tappe della realizzazione di un piano di israelizzazione della palestina.  Nessuna persona dotata  di buon senso può ritenere realistica la costruzione di due Stati autonomi quando uno di questi è già occupato dalle colonie che politicamente e giuridicamente sono delle vere e proprie enclavi di pieno controllo e pertinenza israeliana.
 Centinaia di bambini palestinesi sono rinchiusi nelle carceri di Israele. Di quali colpe si sono macchiati? Nessuna autorità internazionale interviene a loro tutela. Le condizioni di detenzione sono gravi e molti di loro si ammalano di osteoporosi per assenza di sole e di vitamine. Sono anche detenute illegalmente oltre mille donne e quindicimila palestinesi. La detenzione è in gran parte decisa in via amministrativa. Tra questi detenuti membri del Parlamento Palestinese eletto recentemente. Deputati sono stati rapiti e condotti in prigione quando non sono stati uccisi sul posto dall'Esercito
occupante.
  La volontà di collaborazione, anche sottomessa di Abu Mazen e del partito che fu di Arafat, non serve a niente. Cade l'alibi del terrorismo e  dell'islamismo estremista che è stato propagandato per anni da Israele come motivo di difesa.  Essere sinceramente pacifisti e prestarsi financo a collaborare con il Mossad nella individuazione e ricerca dei capi di Hamas non fa cambiare l'inflessibile volontà dominatrice e di annientamento genocida del gruppo dirigente nazista di Israele. La politica di Liebermann è diventata la politica di tutto il  suo governo.
  La campagna dei  più importanti giornali del mondo occidentale a cominciare dal NYT contro il Papa e la pedofilia può darsi che si stia svolgendo per colpire   la Chiesa Cattolica e quindi indebolire le ragioni della sua presenza a Gerusalemme. Lo scandalo dei preti pedofili è conosciuto da molto tempo in USA ma soltanto oggi arriva alle prime pagine dei giornali più autorevoli. Sappiamo tutti quale lobby finanziaria- ideologica controlla la stampa. Gli  ebrei fondamentalisti non hanno mai accettato di condividere Gerusalemme con i cristiani ed i musulmani. Sbaglia la Chiesa Cattolica a
difendere i pedofili ed a non riformarsi profondamente. Potrebbe meglio far valere le sue ragioni sulla città-simbolo di tre religioni che gli israeliani vorrebbero ridurre soltanto ad una se si attestasse su posizioni di autoriforma della sua stanchissima struttura di assolutismo faraonico.
 E' una Pasqua di odio, una Pasqua senza alcuna speranza per i vinti ai quali non viene spesso concesso neppure il diritto di continuare a vivere.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: epifani@cgil.it ; segreteria@cgil.it ; area critica cgil ; rassegna sindacale ; eguaglianza e libertà
Sent: Thursday, April 08, 2010 4:54 PM
Subject: La reazione ritardata ed insufficiente  

Pubblicato su Liberazione a commento dell'art. di Luigi Cavallaro

 http://www.liberazione.it/news-file/intervista-Cavallaro.htm

 Soltanto ieri, a distanza di sette giorni dal rinvio alle Camere della 1167, la CGIL si è fatta viva con una iniziativa concreta.  Ha chiesto  alle Camere di essere sentita. Una richiesta giusta che sottolinea l'attenzione della più grande e rappresentativa Confederazione dei Lavoratori per il grave problema che si è creato attorno all'art.18 ed in generale sulla  tutela di fondamentali diritti che la filosofia e le norme della 1167 negano o mettono in discussione e che Napolitano ha "apprezzato" nel rinvio al Parlamento.
 Ma l'impostazione che la CGIL ha dato alla questione che fa da sponda alle motivazioni soft di rinvio  del Capo dello Stato prefigurano la sconfitta. Non si mette in discussione l'arbitrato. Non si dice apertamente e fermamente che l'arbitrato non  può riguardare la materia dei licenziamenti ma si
duella in una battaglia di retroguardia sulle garanzie che l'arbitrato dovrebbe garantire al lavoratore.
 In qualunque forma l'arbitrato sarà licenziato dalle Camera è il cavallo di Troia che avrà espugnato l'art.18 introducendo un avvio di privatizzazione del diritto del lavoro e di metamorfosi del ruolo del sindacato che diventa soggetto titolare di diritti finora detenuti dei lavoratori. La presenza di sindacalisti nella Commissione arbitrale non solo non garantisce la stessa "equità" del giudizio ma si presta ad una contrattazione di potere tra questi e i rappresentanti di parte padronale. Il sindacalista non può diventare l'avvocato del lavoratore e la Commissione arbitrale non deve sostituire il Giudice del Lavoro. E se il lavoratore non è iscritto in nessun sindacato  a quale titolo i sindacalisti presenti nella Commissione lo rappresentano? Come decide la Commissione Arbitrale? E' forse obbligatoria l'unanimità dei componenti? Perchè il lavoratore deve pagare l'arbitrato? Etc.etc,..
  Dopo l'approvazione della legge  i lavoratori potranno considerarsi esclusi dalla Costituzione. Le tutele previste dagli articoli 1, 4, 35, 36, 37 e 38 della Costituzione sono diventate carta straccia da un pezzo e specialmente da quando il Sindacato è diventato consociativo. Con questa legge cadono le ultime tutele ed il lavoro viene spogliato della sua "specialità" costituzionale e diventerà materia comune di diritto privato.  Anche altri fondamentali articoli della Costituzione riguardanti il welfare, la pace, l'informazione sono stati contraddetti da scelte politiche di segno del tutto opposto con il concorso bipartisan della destra e del PD.
 Ma l'accanimento contro i lavoratori non finirà. E' in cantiere la demolizione della legge 300 meglio nota come Statuto dei Diritti dei lavoratori. Anche l'INPS e l'INAIL hanno fatto venire l'acqualina in bocca alla destra italiana. Perchè dopo la privatizzazione dei servizi comunali e dell'acqua non mettere le mani su due imponenti istituzioni che sono anche forzieri delle classi lavoratrici italiane?
  Nessuno  si alza a difesa vera dei lavoratori. Il PD vorrebbe escludere il sindacalismo di base dagli arbitrati e si batte solo a tutela della mafiosa manomorta  del trio CGIL,CISL,UIL  in tutti gli organismi e leggi. I lavoratori saranno informati  a cose fatte e la loro condizione diventerà sempre più difficile e complicata. Le leggi vengono fatte anche per rendere improbabile, complicata ed angosciante la possibilità di ricorrere a qualcuno per fare valere le proprie ragioni.
  Si discuterà nelle segrete ed ovattate stanze dei Palazzi. La gente viene  chiamata a lottare a cose fatte per ragioni ridicole come il bonus fiscale mentre viene spinta sott'acqua a colpi di remo da una canea di "modernizzatori".
 Intanto il PD, con  un ddl firmato solennemente da un gran numero di Senatori  chiede il Contratto Unico di Ingresso (CUI) di durata triennale. Fa finta di credere che allo scadere del triennio i lavoratori che avranno sudato sangue e giurato di non iscriversi mai ad alcun sindacato verranno assunti a tempo indeterminato. Tre anni a paga ridottissima per compiere una prova che in tempi normali si faceva in quindici giorni, massimo in due mesi. C'è una gara tra la destra ed il PD a chi
impicca al pennone più alto i lavoratori. E' davvero incredibile come ventidue milioni di persone siano diventati il bottino da depredare da parte di una Oligarchia bipartisan che si tratta benissimo senza lesinare a sè stessa ed ai propri parenti e clienti ogni possibile privilegio.
 La prima parte della Costituzione è quasi del tutto scomparsa dalle leggi dello Stato.  Ora si farà "la riforma" della seconda parte. Le istituzioni repubblicane diventeranno l'orpello di un  Caudillo che farà schioccare la sua frusta sull'Italia.
 Pietro Ancona 

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Friday, April 09, 2010 3:50 PM
Subject: i conti truffaldini del federalismo padano


 
  I conti truffaldini del federalismo padano

  Ieri sera ad Anno Zero il Professore Ricolfi  sosteneva che la causa dell'arretratezza del Mezzogiorno è da cercare nell'evasione fiscale e nella scarsa efficienza dei servizi pubblici. Il  federalismo costringendo le amministrazioni del Sud  a finanziarsi  attraverso un prelievo fiscale piuttosto che da trasferimenti statali e costringendole alla efficienza  le renderà virtuose e capaci di navigare in mare aperto senza puntelli assistenzialistici e paternalistici dello Stato
  Il Nord, liberato dalla zavorra parassitaria del Sud, potrà spiccare voli ancora più alti. In atto è tra le migliori regioni europee ma al meglio non c'è mai fine.
  Ricolfi si spinge financo a parlare di "sacco" del Nord!
  Se avessimo i nominativi che Berlusconi e Tremonti hanno secretato dei miliardi rientrati in Italia coperti dallo scudo fiscale potremmo subito verificare la veridicità della tesi di Ricolfi. Ma non conosceremo mai
i nomi dei grandi evasori  fiscali anche se non abbiamo dubbi che in grandissima maggioranza appartengono alle regioni ricche del Paese. Credo che la partecipazione di evasori del sud che hanno occultato le loro ricchezze  nei paradisi fiscali sia  assai modesta  dal momento che l'evasione si verifica e si reitera sui redditi industriali ,commerciali e finanziari.
  In quanto ai servizi inefficienti ricordiamo che a fronte dell'imponente sistema autostradale della padania  nel Sud  siamo ancora alle prese con la Salerno-Reggio Calabria. In tutti i servizi c'è indubbiamente un forte scarto negativo a svantaggio del Sud.
  Ma sono solo queste le ragioni principali della inferiorità del Mezzogiorno?
Non è anche perchè tutto il Sud non è altro che un'area di consumo per il Nord? Vogliamo vedere
i dati dell'interscambio regionale di merci e servizi e della bilancia dei pagamenti interni?
  Quando il Nord si chiuderà nella  fortezza del federalismo e non cederà più un solo euro alle altre regioni italiane diventerà drammatica la necessità  di  nuove modalità di interscambio commerciale e di bilancia dei pagamenti interni. Il Nord è prospero perchè esporta prodotti industriali e servizi al sud. 
 Tutti i prodotti necessari all'agricoltura vengono forniti dal Nord. Lo stesso dicasi per la grande distribuzione commerciale. Le Regioni del Sud si dovranno attrezzare per produrre in loco quanto importano dal Nord ? La ricchezza incamerata dalle Regioni forti del Paese in effetti viene ricavata
in parte rilevante nel Sud. Si può fare un conto come quello di Ricolfi ? Il Prodotto Interno Lordo
del Sud è insufficiente perchè viene in gran parte trasferito attraverso le aziende e le società per azione nel Nord. ?
   Bisognerebbe che le esportazioni della Padania nel Mezzogiorno d'Italia e che praticamente occupano grandissima parte del mercato vengano tenute in  considerazione nei calcoli dell'Italia del federalismo.   Se dovremo vivere delle tasse che ricaviamo nel territorio bisognerà anche considerare come sviluppare l'economia del Mezzogiorno.
  Insomma, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Il federalismo deve rifare i conti della struttura dell'economia italiana nella quale il Nord ha trovato un grande e confortevole mercato nel Sud. Se ognuno dovrà fare da sè dobbiamo rivedere tutto.
  Un federalismo fatto come lo pretende Ricolfi e la Lega  che vorrebbe conservare il sud come suo mercato genererà tensioni secessionistiche . Perchè dovremmo stare insieme? Perchè dovremmo mangiare i prodotti della Galbani e non i nostri favolosi formaggi oggi esclusi dalla grande distribuzione commerciale? 
 
  Pietro Ancona
 

http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20080103_00/testointegrale20080103.pdf
http://www.mincomes.it/fondi_strutturali/le_regioni/interscambio/indicatori_2006/indicatori_sicilia.pdf
http://www.starnet.unioncamere.it/Rapporto-dellAssemblea-Unioncamere--Dicembre-2009_5A24

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, April 10, 2010 11:28 AM
Subject: Il PD al governo con Berlusconi?


Il PD al governo con Berlusconi?

 E' stupefacente l'accanimento di Napolitano sulle riforme. Non passa giorno, non c'è occasione che
non registri il suo accorato richiamo alla "coesione", a riforme condivise, alla collaborazione tra centro-destra ed opposizione. Nella concreta situazione politica italiana, collaborazione e condivisione significano la resa senza condizioni del PD a Berlusconi. Dell'IDV e di Casini non importa molto. Di Pietro è criminalizzato da una campagna di odio e di calunnie che ricorda quella fatta a suo tempo contro D'Alema e contro Prodi. I  massmedia della destra riuscirono ad avvelenare la gente contro Prodi da non potersi  pronunziare il suo nome senza fare scattare una immediata e rumorosa reazione di rigetto. Napolitano non dorme la notte e lavora intensamente per assicurare l'abbraccio pubblico e per sempre della Oligarchia PD con quella PDL. Abbraccio che sarà suggellato dalla condivisione delle riforme.
 Riforme fatte con la regia di Berlusconi e della Lega e che consisteranno essenzialmente in un brutale
attacco a quanto resta di democratico nelle istituzioni (bisogna velocizzare il processo decisionale) a vantaggio di un unico centro di potere eletto dal popolo, privo di contrappesi. La classica tripartizione dei poteri in legislativo, esecutivo e giudiziario  è stata gravemente intaccata. Il potere legislativo è stato ridotto al silenzio e costretto dai voti di fiducia a fare soltanto e senza emendamenti la volontà del governo. Per il potere giiudiziario la riforma Mastella ha già fatto tanto per rendere difficile il magistero della giustizia e si vuole fare il resto con un progetto di pieno asservimento delle procure. Mussolini non aveva forse imposto la camicia nera ai magistrati? Non sosteneva che il potere dovesse essere unico e non divisibile?
 L'Italia non ha bisogno di riforme  ma del pieno recupero dello spirito e della lettera della sua Costituzione. Ha bisogno di un governo che la rimetta in marcia e che la salvi dalla possibile bancarotta. Ha bisogno di intervenire immediatamente sul suo sistema carcerario diventato un vero e proprio scandalo planetario con i suoi suicidi o suicidati di cui non si occupa nessuno. Si dovrebbe
fare una Commissione Parlamentare di Inchiesta ed istituire subito una apposita procura che indaghi
e riveda tutte le morti. Non si può spiegare il disagio carcerario soltanto con l'affollamento delle celle.
Bisognerebbe abolire l'internato e cioè il prolungamento della carcerazione dopo avere scontato la pena inflitta dal giudice comminata per via amministrativa.
  L'Italia ha bisogno di  riesaminare subito la questione degli omicidi sul lavoro e degli infortuni che provocano ogni anno diecine e diecine di migliaia di mutilati e malati cronici. Le cifre della mortalità e degli infortuni sono insostenibili. Questo Paese è pieno di orfani e di vedove. E' un Paese sempre più disumano ed ingiusto. La vicenda dei bambini lasciati a digiuno è sconfortante ma ancora di più lo è
l'arroganza dei sindaci leghisti che tentano di fare diventare senso comune il loro comportamento asociale. Si tratta di Sindaci che si sono professionalizzati nella politica e che traggono lauti guadagni dalla loro carica che ritengono di mantenere sollecitando gli istinti xenofobi e asociali del loro elettorato. Le privatizzazioni di quasi tutti i servizi hanno appesantito enormemente il costo degli enti locali e ingessato la loro iniziativa. Hanno ceduto quasi tutto il loro potere a società che hanno fatto della pubblica amministrazione un business, una preda da divorare.
 Che bisogno abbiamo del semipresidenzialismo alla francese? Perchè eleggere direttamente il Presidente del Consiglio sarà un miglioramento rispetto ad oggi?  La figura del Capo dello Stato non diventerebbe del tutto secondaria, puramente ornamentale, a fronte di un capo del governo eletto dal popolo? Quale sarà il ruolo del Parlamento? Con quale legge elettorale si voterà visto che quella attuale concede ai padroni del partiti la nomina dei parlamentari?
  Perchè il processo decisionale deve essere rapido? La democrazia è lentezza, è mediazione, è faticosa composizione di un punto di equilibrio.La semplificazione decisionista è contraria alla democrazia. Non è detto che una decisione assunta rapidamente sia migliore di un'altra assunta dopo una lunga elaborazione. In ogni caso si può riorganizzare il Parlamento facendo lavorare assai di più le Commissioni.
   La verità è che le riforme costituzionali costituiscono una necessità per l'Oligarchia che deve ristrutturare i suoi Palazzi. Il progetto è di riduzione del potere degli elettori che dovranno limitarsi a prendere atto delle decisioni della Casta.
 Il PD si sta preparando ad entrare nella grande coalizione della destra italiana. Il comportamento di sostanziale abbandono dell'art.18, la presentazione del ddl sul CUI (contratto unico di ingresso), il  filoisraelismo acritico, il sostegno alle guerre coloniali della Nato, la sottomissione al Vaticano, il condizionamento della CGIL alla quale ha imposto di subire  senza reagire una sconfitta dietro l'altra dei lavoratori italiani, lo rendono pronto al definitivo superamento dell'"antiberlusconismo". Forse
è solo a questo che lavora Napolitano: portare D'Alema e gli altri al governo a dare una mano a Bossi, Calderoli, la Gelmini....
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, April 11, 2010 5:21 PM
Subject: Tra l'incudine ed il martello



CIPPUTI TRA L'INCUDINE ED IL MARTELLO

 Cipputi è davvero disgraziato: è stretto tra l'incudine di Sacconi ed il martello del PD. In più deve fare i conti con un Sindacato ansioso di riuscire gradito alla Confindustria ed al Governo che a maggioranza ha già firmato l'espropriazione dei suoi diritti e soltanto una parte, la CGIL, continua a difenderlo sempre più debolmente, sempre con meno convinzione.
  Ieri Sacconi si è presentato all'assemblea degli imprenditori italiani riuniti a Parma per rassicurarli  che  l'art.18 sarà gestito dall'arbitrato. Il ricorso al giudice del lavoro resterà una mera opzione formale ma dovrà cedere il passo ad un decisionismo nelle procedure di licenziamento veloce, sicuro, senza complicazioni. Si risponderà alle osservazioni del Capo dello Stato con una riproposizione più accorta dell'arbitrato.
 Inoltre Sacconi ha annunziato il suo programma di nazismo pedagogico delle nuove leve giovanili
del lavoro. Esse non dovranno essere impregnate di nichilismo come quelle degli anni settanta che
hanno impestato la scuola, la magistratura, l'editoria con le loro idee.
 I giovani dovranno accettare i lavori anche più umili, essere educati dallo Stato e dagli Imprenditori
al lavoro manuale. Ancora non sappiamo quali mezzi saranno adottati dal Ministro: ci saranno corvee' obbligatorie per pulire le latrine?  Che cosa sono i lavori più umili?
 Insomma alla fine degli studi e conseguite le lauree o i diplomi i titoli di studio dovranno essere accantonati e si dovranno accettare tutte le proposte che fanno gli imprenditori.  In atto questo succede sempre più frequentemente. La novità sembra consistere nelle pene che saranno inflitte a coloro che oseranno rifiutare proposte, perchè troppo avvilenti.
  Nell'Inghilterra della rivoluzione industriale il lavoratore era obbligato a presentarsi ogni giorno al suo posto pena gravissime sanzioni. Un lavoratore  assente o fuggitivo poteva essere ripescato dalla polizia e riconsegnato al suo datore di lavoro. In caso di recidiva poteva anche essere impiccato.
  Un odio profondo per i principi della giustizia sociale difesi dal socialismo sembra guidare il livido e velenoso  progetto del Ministro. Entro maggio presenterà un progetto di demolizione dello Statuto dei Diritti dei lavoratori. Al suo posto subentrerà uno Statuto dei Lavori che garantirà diritti agli imprenditori e soltanto obblighi per i lavoratori..
  L'assenza di serie resistenze, il collaborazionismo di Cisl e UIL, la debolezza della CGIL paralizzata dai veti del PD che immobilizzano i suoi funzionari, sembrano spingere il Ministro sempre più lontano
dall'esercizio di un equilibrata  e serena gestione delle forze del lavoro, verso non solo l'abrogazione di tutti i diritti dei lavoratori ma - ed è questa la novità più odiosa e preoccupante - in direzione di una legislazione di obblighi e di imposizioni. Lo squilibrio che si è creato per la defezione dei Sindacati e del PD dalla difesa della classe lavoratrice  ha fatto perdere ogni senso del limite e del lecito. La destra italiana chiede condizioni simili a quelle imposte ai lavoratori nell'Inghilterra o nella Francia della industrializzazione. Il libretto di lavoro di Napoleone con l'annotazione dei comportamenti del lavoratore sarà introdotto in Italia?
 Condizioni disumane e degradanti per gli esseri umani sono già in gran parte praticate da una imprenditoria che occulta all'estero le  sue ricchezze e, senza voler generalizzare, ha in sè persone  capaci di squagliare nell'acido un operaio che sottrae un po' di benzina o di bruciarlo vivo se  reclama i salari arretrati, o costringerlo a farsi scoppiare il cuore per racimolare
pochi euro nella raccolta dei pomodori.
 Sacconi è il Ministro che non solo non ha niente da dire a coloro che hanno ridotto in schiavitù gli immigrati ed anche i precari della legge Biagi, ma spinge per una legislazione che renda quasi legale il loro comportamento asociale.
 Questa è l'incudine. Il martello è costituito dal PD che, in concorrenza con la destra sempre per avere gli applausi dal grande parterre in giacca e cravatta del Convegno di Parma, dopo il rinvio alle Camere
della 1167, propone in forma solenne la sua alternativa con il ddl Nerozzi-Marini che introduce in Italia
quanto è stato duramente bocciato in Francia: il CUI  (in Francia si chiama CPE). Una proposta che non aggira con marchingegni giuridici l'art.18 ma semplicemente lo sopprime con un contratto triennale che si finge di poter trasformare a tempo indeterminato e che garantisce anche salari bassissimi, minimi, al disotto financo della legge bronzea  molto al disotto della garanzia di sussistenza della vita dei lavoratori.
  Nel miraggio di un passaggio al contratto a tempo indeterminato i lavoratori saranno indotti ad essere non solo superzelanti ma ad aderire alle scelte politiche gradite alle aziende e cancellare il Sindacato dalla loro vita. Parlo naturalmente del sindacato autentico e non di quello gradito al padronato che ieri si chiamava "giallo", ma oggi può essere altro. Accetteranno qualunque sacrificio e paghe di fame.
 Il messaggio che il PD lancia agli imprenditori è questo: la destra è pasticciona e la 1167 modificata difficilmente supererà l'esame della Corte Costituzionale. Noi tuteliamo assai meglio i vostri interessi: fidatevi di noi! Il disegno di legge scritto da Boeri, Garibaldi, Ichino e presentato da tutto il nostro gruppo senatoriale, vi garantirà la massima licenziabilità ed inoltre bassi salari. Noi siamo più scaltri, più competenti. Non è un caso che Treu e Damiano hanno criticato la 1167 anche se soltanto il giorno stesso della sua approvazione. La soluzione PD mette a disposizione del padronato  uno strumento
che precarizzerà per sempre il lavoro italiano.
 Cipputi, si guarda attorno e chiede aiuto per essere liberato dalla morsa tra l'incudine ed il martello.
Ma non vede nessuno che abbia la forza necessaria per aiutarlo. I sindacati confederali Cisl ed UIL lo hanno già  posato. La CGIL mostra di voler fare qualcosa per lui, ma molto di malavoglia. E' assai lontana dall'organizzare in Italia un movimento come quello francese. Mugugna ed abbozza e, per farsi perdonare la sua riluttanza a conficcare i suoi chiodi nella carne di Cipputi, celebrerà assieme a CIsl ed UIL il 1 Maggio.
Pietro Ancona


http://digilander.libero.it/moses/rivindu7.html
http://www.liceomendrisio.ch/lime/scuola/napoleone/sei.html
http://www.paolonerozzi.it/blog/?p=160
http://www.marxismo.net/europa/francia_precariato.html

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Monday, April 12, 2010 3:52 PM
Subject: audizione quasi segreta

 Audizione quasi segreta

 Domani la CGIL sarà sentita dalla Commissione Parlamentare che sta rivedendo la 1167.
Nessuna mobilitazione dei lavoratori. Silenzio assoluto.
 Sosterrà l'articolo 18? Dirà che l'arbitrato non può essere abilitato a discutere di licenziamenti?
 Non lo sappiamo. Sappiamo che il PD ha presentato un disegno di legge che sotterra l'art.18 (CUI il CPE francese). Un ddl firmato da ben 47 senatori per dimostrare alla Marcegaglia la devozione confindustrialista del PD.
 Cipputi è fottuto!!!!
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, April 13, 2010 5:00 PM
Subject: In preda al panico


 In preda al panico
(commento ad una proposta di Prodi)

 Prodi è stato tra i maggiori responsabili della crisi del PD. Il suo Governo bruciò rapidamente il programma che aveva concordato con la sinistra costringendola poi ad una sconfitta elettorale che le è costata la fuoriuscita dal Parlamento e difatto distrusse la stessa identità del centro-sinistra e del PD.
 In che modo Prodi realizzò questo capolavoro di suicidio? Ingaggiando una gara con Veltroni a chi dei due si spostava  più velocemente a destra da loro denominata "centro". Il Governo Prodi stipulò accordi con i sindacati di riduzione a livello di fame delle pensioni, consacrò per sempre il precariato santificando la legge Biagi, ridusse la contrattazione sindacale entro termini che hanno contribuito a fare dell'Italia il Paese a più bassi salari dell'OCSE. I ministri della sinistra "radicale" tentarono di migliorare gli accordi, ma le confederazioni sindacali insorsero sollevando un problema quasi di "competenza delle decisioni". La questione fu sollevata in modo assai sgarbato e perentorio da Epifani e Ferrero ha dovuto subire  e chiedersi il  senso della sua  presenza  nel governo.
 In politica internazionale il governo Prodi si attestò su linee di cieco atlantismo. Non si domandò che cosa  significa la presenza italiana in due grandi  armate di occupazione militare una  regolare e l'altra di killers contractors di oltre cinquecentomila soldati in due nazioni invase  con motivi grotteschi quali la ricerca di terroristi e di armi di distruzione di massa inventati dal Pentagono e da Blair.
 L'elettorato che aveva votato centro-sinistra e che era diventato maggioranza, sia pure di poco,
fu deluso dalle scelte di Prodi, amareggiato e colpito nei suoi interessi vitali. Inoltre, con la nascita del PD, Veltroni minacciò concretamente gli alleati cacciandoli via dalla coalizione e, con un accordo con Berlusconi, dal Parlamento.
 Bersani, Ministro all'industria  fece una "lenzuolata" di liberalizzazioni che non sortirono alcun risultato oltre a quello di far lievitare il costo delle prestazioni professionali. I farmacisti conservarono i loro privilegi feudali e così i notai e le assicurazioni.  Tutto si è risolto nella possibilità di comprare nei supermercati alcuni prodotti di banco. Per  il resto siamo rimasti  un paese rigidamente controllato dalle corporazioni e dalle imprese. Le autorità costosissime che sono state preposte ai vari settori ogni tanto elevano qualche contravvenzione con l'aria del vigile che permette tutto ma ogni tanto deve fare finta di controllare.
  La linea politica del PD è stata sin dalla sua fondazione un continuo sbandamento a destra. Il PD è ossessionato dalla conquista dell'elettorato di centro-destra e si è sforzato e si sforza di ingraziarselo con qualche bel pezzo di carne. Ha donato le privatizzazioni che hanno appesantito di costi quasi insopportabili i servizi e quindi le bollette degli utenti. Le privatizzazioni hanno squartato dal di dentro la pubblica amministrazione sottraendole i migliori settori. Tre giorni fa, per segnalare alla Confindustria i suoi servizi , il gruppo PD del Senato ha presentato un disegno di legge che introduce il contratto unico di ingresso che la Francia ha rifiutato con durissime lotte. Questo contratto abbassa i salari riducendoli a minimi e abolisce l'art.18 meglio di quanto sta facendo il governo con la legge 1167 rinviata da Napolitano alle Camere e precarizza tutto.
 Mentre la  destra si tiene ben stretto il suo elettorato aumentandone il peso sociale e giuridico con leggi esemplari, il PD ha abbandonato a se stessi ventiduemilioni di lavoratori italiani inventandosi teorie strane come quelle della fine della classe operaia e della lotta di classe. Aborrisce il conflitto sociale che per tanti anni ha garantito prosperità e progresso all'Italia assicurando salari dignitosi e innovazione tecnologica.
 Il PD non ha identità ed è in preda ad una crisi terribile. Non è più l'Ulivo che aveva un progetto di rinnovamento democratico moderato ma civile dell'Italia. Non è la Margherita e neppure il PCI. Non è niente! E' un partito ossessionato dal bisogno che si è inventato di compiacere la Confindustria ed il Vaticano.
 In Sicilia collabora con Lombardo dello MPA ed ha creato al suo interno una corrente "autonomista"
pronta a confluire nel partito del Sud. In Lombardia finanzia le ronde. Ha perduto il suo smalto di partito di grandi amministratori locali aumentando il costo della cittadinanza con le privatizzazioni.
 Ora Prodi propone di dargli la botta finale. Farne un partito regionale con venti Feudatari che eleggono l'Imperatore come nella Germania medioevale.
  Sarebbe la perdita definitiva dell'anima di sinistra tuttora vivente in milioni e milioni di compagni ma non più nella Nomenclatura, anima ripudiata da Occhetto alla Bolognina quando scelse di diventare "democratico" cioè borghese piuttosto che socialista, cioè strumento dei lavoratori.
  Pietro Ancona
 

http://www.romanoprodi.it/articoli/italia/il-partito-democratico-ritrovi-le-sue-radici_1421.html
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/03/Italia-Ocse-salari-bassi.shtml?uuid=c7aaf112-ef93-11dc-8c36-00000e25108c&DocRulesView=Libero
http://www.cislscuola.it/files/AccordoGovernoOOSS_23lug_07.pdf

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, April 14, 2010 11:17 PM
Subject: perchè non si sciopera contro la 1167?

Perchè non si sciopera contro la 1167?

Entro i prossimi dieci giorni si decideranno le modifiche richieste all'allegato lavoro legge 1167
dal Capo dello Stato. Sacconi ha fatto sapere che riproporrà il testo più o meno come era stato licenziato dalle Camere mentre la Cisl vorrebbe addirittura peggiorarlo spostando a dopo l'assunzione la stipula della clausola compromissoria magari estendendo subito a tutti i lavoratori attuali una norma teoricamente proposta per i nuovi assunti. Gli emendamenti proposti dal PD sono stati giustamente criticati dal professore Gallino che li ritiene al disotto di quanto chiesto dal Capo dello Stato.
La CGIL ha reso una dichiarazione in linea con le osservazioni del Quirinale. Esclude l'arbitrato di equità ma non taglia il nodo gordiano con un deciso colpo di spada sostenendo che nessun tipo di arbitrato anche se concordato con il lavoratore possa decidere in materia di licenziamenti e di giusta causa.
E' preannunziato un presidio del Parlamento il giorno dell'approvazione della legge il 26 aprile. A cose fatte!
Nessuna mobilitazione nelle fabbriche e nel territorio tranne due iniziative quasi simboliche. Penso che sarebbe stato opportuno uno sciopero generale di almeno un'ora per tutti i lavoratori accompagnato da una azione di sensibilizzazione della opinione pubblica. Questa inerzia sommata alla sostanziale adesione di Cisl ed UIL e del PD alla modifiche proposte  dal governo darà ai parlamentari l'idea di una partita già decisa e sostanzialmente abbandonata dalla CGIL che si limita a fare una battaglia di retroguardia senza troppa convinzione. Anche il sindacalismo di base sembra abbastanza frastornato ed assente.
La 1167 sommata alla legge Biagi, al nuovo contratto di lavoro romperà la schiena ai lavoratori italiani che saranno ancora più ricattabili e privati di un minimo di tutela.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: info@anpi.it
Sent: Thursday, April 15, 2010 3:58 PM
Subject: 25 aorile: giornata di lutto per la Costituzione perduta


25 aprile: giornata di lutto per la Costituzione perduta
 
  Il 25 aprile di quest'anno arriva in un paese inquieto turbato da eventi che ne hanno  minato  l'unità e la coesione. Non credo sia opportuna una celebrazione unitaria mettendoci dentro tutti anche coloro che non si sono mai riconosciuti e non si riconoscono nei valori espressi dalla Resistenza e racchiusi nella Costituzione. Le forze che fecero il 25 aprile sono state sconfitte e sono diventate minoritarie ed in preda al disorientamento ed a vere e proprie crisi di identità. Il coacervo di forze antiresistenziali oggi maggioranza pretendono riforme con cui  cancellare i tratti fondamentali della democrazia italiana. Una forza cresciuta come un tumore nel Nord del Paese, con una lucida strategia secessionistica, usa la sua presenza nel governo per accumulare potere e sottrarre risorse al Mezzogiorno d'Italia, risorse che alimentano enormi clientele elettorali del Nord.  Ora governa il Veneto ed il Piemonte e ha già messo l'ipoteca su Milano. Chiede le Banche del Nord come compenso all'appoggio "leale" dato a Berlusconi.Il controllo leghista del Nord coincide con una decadenza dei diritti di cittadinanza. Nelle zone controllate dalla lega se non si è  un elettore di Bossi si hanno minori diritti  nella fruizione dei servizi della pubblica amministrazione. Siamo al punto che viene negata la sepoltura ai musulmani e si invoca l'espulsione di tutti i meridionali a cominciare dalle scuole e dalla magistratura.
 Queste forze di rottura dell'unità nazionale non operano soltanto dentro il Nord ma controllano, assieme a Berlusconi ed agli ex fascisti il Paese. Realizzano politiche e riforme che discriminano e colpiscono gli stranieri, i lavoratori, la scuola,  il Sud. Quest'anno spariranno altri 40 mila insegnanti. Con le nuove leggi sul lavoro
si realizzeranno strumenti   di espulsione dalle aziende che permetteranno alle imprese di selezionare la manod'opera anche su base etnica. L'abolizione dell'art.18 si iscrive nel disegno di razzismo regionale dal momento che priverà di difese i lavoratori in atto occupati.
  La principale forza politica che dovrebbe garantire la difesa della Costituzione è in preda ad una schizzofrenia che ne distrugge l'identità. Finirà con il partecipare, come sollecita il Capo dello stato,alle riforme che vuole la destra italiana.L'Italia perderà i suoi presidi democratici: La Corte Costituzionale e la Magistratura. Il Parlamento è già stato ridotto a mero orpello del Governo. La sinistra vi è stata esclusa con un colpo di mano bipartisan.  Il PD ha fatto proprie le politiche leghiste law end order con due leggi sulla "sicurezza" che hanno stravolto il diritto. L'Italia ha lagers per stranieri tra i più immondi del pianeta forse non molto al disopra di quelli della Libia e carceri popolate in gran parte da stranieri dove il suicidio è quasi un evento quotidiano.
  Bisogna fare di questo 25 aprile una giornata non di festa ma di lutto. Lutto per la libertà e la democrazia perdute, lutto per le leggi che rendono penosa la condizione dei lavoratori e che hanno il consenso di tutta l'Oligarchia, lutto per leggi elettorali che privato la cittadinanza del diritto di eleggere i suoi rappresentanti, lutto per le riforme prossime venture che ci faranno rimpiangere financo lo Stato Umbertino. Lutto per i massacri ai quali partecipiamo nelle guerre coloniali dell'Occidente, lutto per la sostituzione ai martiri della Resistenza e della Libertà dei  repubblichini di Salò. Non più le vittime jugoslave della ferocia fascista, non più il ricordo degli orrori della risera di SanSabba
 Dall'Europa non giungono segnali incoraggianti. In Ungheria tornano i nazifascisti che furono tra i più feroci tra la prima e la seconda guerra mondiale. La Polonia sta deificando un individuo morto probabilmente per la sua arroganza dandogli sepoltura nel Pantheon della Patria. Un individuo che ha schedato tutti i cittadini, processato e dimezzato la pensione al Generale Yeruzeski vero eroe della nazione polacca.
   Pietro Ancona
 
http://digilander.libero.it/lopreda/storiari.htm

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Sent: Saturday, April 17, 2010 4:52 PM
Subject: Fini, il PD e la borghesia italiana


FINI, IL PD E LA BORGHESIA ITALIANA

  la battaglia di Fini è perduta. Arriva fuori tempo massimo. La borghesia italiana non vuole più essere liberal, desidera continuare con Berlusconi e con Bossi. Sopratutto con Bossi. Osservate con quanta tenacia il Corriere della Sera ed il Sole 24 ore sono impegnati a valorizzare ogni cosa della Lega a cominciare dal decisionismo volgare e razzista dei suoi esponenti.  Gli arcigni ed arroganti opinionisti di questi giornali hanno  forse criticato l'esclusione dei bambini dalla mensa scolastica? Hanno forse esecrato il rifiuto alla sepoltura della piccola musulmana? Bossi rivendica il signoraggio delle Banche del Nord e non si trova niente da ridire. Si trovò molto da dire su Fassino che si rallegrava della conquista della Banca Nazionale del Lavoro e se ne fece uno scandalo giudiziario. Ma, si sa, le cose cambiano! Oggi Formigoni che rappresenta un punto di  fusione ideologico del PDL con la Lega ha rivendicato alle scuole lombarde la selezione degli insegnanti.
Il federalismo ha dato  il colpo di grazia alle velleità di Fini di dare vita ad una proposta democratica e civile della destra. La nuova Costituzione sarà come la vorrà Berlusconi ed in questo non mancherà il concorso del PD oggi in preda ad un marasma identitario che ne fa un partito surreale votato da persone che non sanno a quale altro santo votarsi.
 Perchè  la borghesia italiana sta comoda con Berlusconi e Fini? A mio sommesso parere perchè non ha alcun bisogno di essere liberal, di avere un partito dialogante con la sinistra ed i sindacati. La sinistra in Parlamento è rappresentata dal PD che nega di essere di sinistra (sic!!) ed i  Sindacati sono interni ad un veloce processo di loro istituzionalizzazione attraverso la sussidiarietà ed il consociativismo. Non c'è niente da mediare con i lavoratori perchè tutto è stato ceduto. Non esiste più conflitto sociale tranne quello che divampa spontaneamente fuori dall'orbita dei sindacati confederali e viene subito spento. I lavoratori sono soli e la loro solitudine è tale da indurli soltanto alla disperazione. Fanno gli stiliti come certi cristiani del medioevo ma anche se riempiranno i tetti di tutte le città come le antenne televisive non riusciranno a smuovere niente dalla palude sociale
nella quale sono affondati. Si sta facendo forse una sola ora di sciopero a difesa dell'art.18?
  Il PD occupa in Parlamento lo spazio che in tutta Europa è occupato da partiti socialisti e socialdemocratici. Ma non è né socialista né socialdemocratico. Ha rinunziato alla rappresentanza "politica" dei lavoratori italiani per aspirare a conquistare parte del blocco sociale, dell'elettorato della destra. Aspirazione spesso frustrata ma che sbigottisce il suo elettorato. Il Parlamento italiano è profondamente squilibrato a destra. E' tutto di destra!
  In sostanza, l'assenza di sinistra, di socialismo, di sindacato e di conflitto sociale rende inutile la creazione di un'area come quella che vorrebbe Fini. Perchè la destra italiana dovrebbe essere civile se non lo è la "sinistra"? Forse i Sindaci del centro-sinistra non hanno usato le ruspe contro i rom come il caposcuola Gentilini di Treviso? Forse il PD non è disposto a riformare la Costituzione con Berlusconi sapendo perfettamente a che cosa va incontro?
 Napolitano insiste per la coesione e per la collaborazione. Un Parlamento ridotto al silenzio dai voti di fiducia e dai decreti governativi non è il luogo migliore per una dialettica democratica. La linea di Napolitano "rema" contro i tentativi di rinnovamento della destra di Fini dal momento che aborrisce
il conflitto politico e vorrebbe l'Oligarchia pacificata e unita nei Palazzi.
  Nel PD c'è chi propone una coalizione con Casini e Fini. Proposta basata su calcoli di Palazzo e lontana da un'analisi corretta della realtà italiana e dallo stadio della lotta di classe per l'egemonia. La borghesia oltranzista e negazionista dei diritti ha vinto su tutta la linea. Il PD e la CGIL non la contrastano  Il PD presenta un ddl di precarizzazione del lavoro e di deroga dai diritti che in Francia è stato bocciato da lotte intensissime dei lavoratori e degli studenti. Presenta le sue credenziali alla Confindustria  dicendole: noi siamo più bravi del Pdl nel servirti! Ma il pd non ha più niente da offrire perchè tutto è già stato dato in almeno un decennio di  deregolation di quanto costituiva quasi un tabù per la sinistra: il lavoro, la scuola, la sanità, la pace. Ora é tutto un campo di macerie e la cultura della destra domina e sovrasta  gli scenari della politica e della società italiana.

 Se la sinistra cacciata via dal parlamento é in grado di scacciare il PD dallo spazio elettorale che occupa illecitamente le cose potranno cambiare. Ma questo è del tutto improbabile dal momento che
il dissenso ed il disprezzo reciproco caratterizza tutte le formazioni  comuniste paralizzate da una ridicola e grottesca litigiosità  come certe sette religiose.
  Pietro Ancona
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Sent: Wednesday, April 14, 2010 9:46 AM
Subject: lo spauracchio di AlQaeda


 LO SPAURACCHIO DI ALQAEDA

Il meeting organizzato da Obama a Washington sulla sicurezza nucleare ha avuto come obiettivo principale l'isolamento dell'Iran dal consesso internazionale delle nazioni in vista di una possibile aggressione sollecitata da Sarkozy. L'Iran non è stato invitato ma soltanto iscritto nella lista dei cattivi assieme alla Corea del Nord. Israele, invitato, ha preferito disertare come normalmente fa per gli incontri internazionali per non rendere conto del suo arsenale nucleare che non ha mai ammesso o negato di possedere.
 La strategia propagandistica di Obama non è molto diversa da quella di Bush: al posto dei paesi "volenterosi" un accordo tra 47 Stati che ribadisce i trattati di non proliferazione. Una occasione anche per lusingare la Cina a concorrere allo strangolamento economico dell'Iran con le sanzioni
avendone in cambio petrolio dal Golfo Persico. Una pressione sulla Russia perchè non  protegga l'Iran avendone in cambio  il "congelamento" delle installazioni missilistiche Usa ai suoi confini.
 Non si è trattato di una iniziativa di pace ma di una strattonata  degli USA al mondo perchè si allinei senza discutere sulle sue posizioni ed agevoli la realizzazione di una strategia che è rivolta al dominio globale, all'imprigionamento del pianeta nella rete della sua potenza e delle sue basi nucleari.
 Il fantasma di AlQaeda è stato agitato per terrorizzare l'opinione pubblica mondiale. Si paventa il pericolo che AlQaeda si impossessi di una o più bombe atomiche.  Sono dieci anni che gli USA  straparlano di AlQaeda, di Bin Laden, del terrorismo senza fornire uno straccio di prova, una vera documentazione dell'esistenza di questa fantomatica "spectre". La guerra all'Afghanistan costata finora centinaia di migliaia di morti e lutti infiniti è stata giustificata con la necessità di scovare nelle sue montagne la banda di Bin Laden. Dieci anni di guerra e di stragi di tanti innocenti non sono bastati
e proprio ieri in Pakistan aerei occidentali hanno provocato una ennesima strage di civili. Dubito molto della esistenza di AlQaeda e se esiste sono portato a condividere l'opinione di chi ritiene che si tratti di una agenzia della Cia e del Pentagono.Che  oggi il Presidente degli Usa in persona agiti lo spauracchio di una minaccia nucleare del terrorismo lo trovo grottesco ed inquietante. Grottesco perchè del tutto inverosimile, inquietante perchè potrebbe giustificare un nuovo giro di vite, altre imminenti  aggressioni verso paesi finora risparmiati ma nell'elenco degli Stati "canaglia" compilato dall'amministrazione americana.
 L'iniziativa di Obama non è stata un consesso alla pari. Tutti i paesi del mondo sono stati chiamati a sentire le sue "direttive" a prenderne atto per affrettarsi a condividerle pena essere segnati nel quaderno dei renitenti.  A nessuno è stato chiesto di esprimere una opinione, un giudizio. Certo sarebbe stata assai più auspicabile una iniziativa per definire la pace in medio oriente e la fine della guerra in Irak ed Afghanistan. Sarebbe stato bello ed assai civile parlare della prigionia dei due milioni di abitanti di Gaza, chiusi in un lagers dove debbono morire di stenti.
 Ma l'agenda è dettata dagli USA e si parla soltanto delle cose che sono nella loro convenienza. La guerra in Afghanistan e Pakistan continuerà, l'Iran viene minacciato di sterminio nucleare dal momento che si esclude una guerra convenzionale difficile da sostenere per gli Occidentali, i programmi di espansione coloniale di Israele continueranno ad andare avanti.
 L'incontro di Washington conferma e sottolinea la strategia politico-militare di una leaderchip che non è di pace ma di progressiva  erosione delle zone del mondo ancora autonome e indipendenti. Gli Usa ritengono avere la missione divina di diffondere  la loro  ideologia in tutto il mondo. Non sopportano nazioni di cultura diversa. A cominciare dalla cultura persiana. Il loro stile di vita e le loro multinazionali debbono essere il paradigma per tutti.
 Pietro Ancona

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Sent: Sunday, April 18, 2010 5:22 PM
Subject: Cronache del Regime


 CRONACHE DI REGIME

 Ieri la grande manifestazione per Emergency  con bellissimo e civilissimo discorso di Gino Strada contro la guerra che l'Occidente fa ai popoli poveri del mondo. Non ammazzare! L'adesione   è stata grande ed è la prova che l'Italia ha ancora un cuore ed una ragione non offuscata  dalla prepotenza dei Berlusconi e dei La Russa. Anche se la CGIL ed il PD non partecipano più ai cortei per la Pace!
 Il governo ha mandato una educata letterina a Karzay con la quale si chiede un trattamento equo, un processo "trasparente". Il mafioso di Kabul ha risposto assicurando che il processo sarà giusto. Intanto tiene in carcere i nostri volontari  e sequestra l'ospedale. Ha capito benissimo che la posizione del governo italiano non è proprio di sostegno della innocenza che non deve essere dimostrata dei volontari rapiti.
 Il governo italiano non esclude la colpevolezza dei tre di emergenzy. Certo, per lavorare con Emergenzy magari sono comunisti e quindi filoterroristi....Insomma, il governo italiano regge il sacco a Karzay e magari agli inglesi ed alla Nato che stanno dietro l'operazione Emergenzy. Non si vogliono testimoni a quanto sta per accadere, ai nuovi massacri di popolazione civile.
 Ai funerali di Raimondo Vianello scenate disgustose  di televisione-spazzatura del pianto e del dolore. Si vede la testa cadaverica con occhio bendato della povera Sandra Mondaini che emerge dietro la bara del marito. E' in carrozzella e Berlusconi le tiene stretta la testa tra due mani con presa pesante adatta ad essere ben ripresa dalla telecamera.  Si sente  Pippo Baudo che  intima con vocione baritonale alla disgraziata e frastornata vedova: "Grida Raimondo, grida Raimondo!!!". Avessero avuto un minimo di riguardo per la anziana   attrice risparmiandole l'esposizione del viso devastato dalla malattia e dalla sofferenza!  Desolante!
 La novità dell'Italia è che non abbiamo più soltanto Berlusconi ed i Berluscones. Da qualche tempo abbiamo anche i principi e le principesse ereditarie che intervengono nel pubblico dibattito per difendere cotanto padre e bacchettare i reprobi. Ieri, Marina Berlusconi, Presidente della Mondadori (acquisita dal padre con il noto "lodo" causa di pesanti guai giudiziari a Previti ed altri e da lui "miracolosamente" scampati) ha bacchettato Roberto Saviano che si era permesso di dissentire dalle critiche del Presidente del Consiglio. Critiche per le quali i libri o le fictions che si occupano di mafia diffamano l'Italia e sarebbero addirittura diseducativi per i giovani ai quali trasmetterebbero  modelli criminali.  Non è un rilievo nuovo. Non dimentichiamo che il punto di partenza originario di questo atteggiamento è stato "la mafia non esiste". Dal momento che non si può continuare a sostenere questo bisogna almeno tacere, osservare il silenzio, non infangare il buon nome dell'Italia. Tesi da sempre cara alla "cupola".
 Oggi l'artiglieria pesante dei massmedia della "famiglia" attacca Fini. Feltri ha parole di grande indignazione ed indica come caccia alle poltrone ed a posizioni di potere le motivazioni che lo muovono.
 Anche Libero gli dedica commenti velenosi e pesanti. Insomma, quello che fa Berlusconi non deve essere discusso. Bisogna soltanto tacere, obbedire e combattere......
 Stupisce per la sua mediocrità banale il commento di Bersani: anche quando litigano tra di loro non si interessano dei problemi dell'Italia!  Ma che stupidaggine! Avrebbe potuto almeno indicare nell'egemonia leghista sul governo una valida ragione per la protesta di Fini. L'egemonia della Lega sul Governo dovrebbe anche riguardare il PD dal momento che si traduce in misure che dividono profondamente l'Italia e ne fanno uno Stato autoritario e razzista anche verso i meridionali. Le cose dette da Formigoni sul reclutamento dei professori  avrebbero dovuto allarmarlo!
 Ora ridurre la questione ad una rissa interna al PDL è dire la stessa cosa che dicono i giornali della famiglia di Berlusconi.
  Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Tuesday, April 20, 2010 5:24 PM
Subject: "inter persecutiones mundi et consolationem Dei”


"inter persecutiones mundi et consolationem Dei"

  La questione "pedofilia" è stata completamente ribaltata. Fino a quando le notizie arrivavano dalle agenzie ed i giornali non potevano fare a meno di pubblicarle siamo stati informati di quanto accadeva e potevamo partecipare alla  crescente indignazione del mondo per l'enormità dello scandalo di migliaia e migliaia di bambini abusati. Bambini spesso istituzionalizzati in orfanotrofi e completamente nelle mani degli Orchi in sottana nera. Bambini sordo-muti che non potevano gridare e comunicare
la loro sofferenza. In genere appartenenti a famiglie poverissime o addirittura orfani. Senza alcuna difesa sociale. La Chiesa, attraverso suoi altissimi dignitari, aveva reagito con arroganza, senza mostrare un briciolo di umanità per le vittime, aveva gridato al complotto, aveva minimizzato. La percentuale dei preti pedofili è di "appena" l'uno per cento (non è vero ma è stato detto)... la pedofilia esiste nelle famiglie e nella società civile più o meno nella stessa percentuale che nella Chiesa..... Il Papa è oggetto di un grave attacco, la Chiesa è sotto attacco....etc...etc.... Ma, la valanga di denunzie e di rivelazioni era tale da rendere inutili e grottesche le risposte spesso controproducenti come quella del Cardinale Bertone che legava pedofilia ad omosessualità..
 Ma ora la questione è filtrata dai "vaticanisti" dei giornali. Dalle notizie e dai commenti si passa ad un livello diverso, al filtro di coloro che sono adibiti dai grandi giornali italiani ad un rapporto permamente, professionale, con il Vaticano. Questi signori non spingono mai le loro critiche oltre un certo limite. I loro rapporti con la Chiesa entrerebbero in crisi. Non dimentichiamo che il Vaticano è uno Stato indipendente ed il lavoro di quanti si occupano di Chiesa Cattolica nella stampa italiana dipende molto dalla loro buona fama al di la del Tevere.  Ed ecco quindi la metamorfosi della questione dei pedofili. Il dolore è della Chiesa che è "“inter persecutiones mundi et consolationem Dei”». Il Papa, noto al mondo intero, per il suo conservatorismo, per avere recuperato LeFebre ed avere messo all'indice il Concilio Vaticano Secondo, diventa Colui che farà la grande Riforma, che cambierà tutto. I nostri grandi vaticanisti non dicono che cosa e come questo Papa cambierà la Chiesa. Si limitano a confidarcelo, a suggerire  un orizzonte pieno di novità che avremo la ventura di conoscere in seguito.
 La sofferenza di migliaia di vittime è stata cancellata! Quello che oggi conta è il Dolore del Papa per la Chiesa "ferita e peccatrice" ma che tuttavia gode della "consolazione di Dio".
 In verità, questa Chiesa non mi pare penitente, non si è cosparso il capo di cenere, non cambia rotta.
Il Papa, appena tornato dal viaggio propagandistico e di "recupero" a Malta dove una quantità impressionante  di preti erano  dediti allo stupro di orfanelli, ha celebrato il suo potere  con un fastoso pranzo di ottanta cardinali che gli hanno confermato la loro fedeltà nella lotta che sembra imperversare nei Palazzi del Vaticano e che ha già fatto qualche vittima. Ma, per quanto si riesce a capire, non si tratta di una lotta motivata da grandi questioni ideali, da una interpretazione discordante del cristianesimo tra i Grandi Oligarchi.  Il processo di purificazione non si capisce su che cosa avverrà e che cosa dovrà disinfettare. Solo il Cardinale Martini ha affrontato la questione del celibato proponendone la discussione. Ma Martini conta moltissimo nel popolo dei cattolici e quasi niente nella Gerarchia. La  donna resta la grande discriminata. Non potrà accedere a nessun grado della gerarchia ecclesiastica. Non potrà mai celebrare Messa nè diventare Cardinale o addirittura Papa. E' blasfemia, è demoniaco solo accennare ad una ipotesi del genere!
 Insomma, sono bastati pochi giorni ed il tiro è stato corretto. Vittima è il Papa oggetto di una campagna di calunnie e di odio. Vittima è la Chiesa che però ha la consolazione di Dio. La pedofilia dei preti godrà del silenzio garantito dal Codice Canonico. Non tutte le vittime sono o saranno in grado di sostenere le loro ragioni. Molti di loro non hanno i mezzi ed i sostegni necessari per combattere contro una istituzione onnipotente come la Chiesa Cattolica. Di quanto accade agli orfanelli in Africa, in SudAmerica, in Asia non sapremo mai niente. E' stato già tanto difficile fare emergere la verità in società forti come gli USA, la Germania, l'Austria, la stessa Italia. 
 La Chiesa resterà per ora quella che è e la pedofilia le resterà endemica perchè legata alla sua natura di corpo separato ideologicamente sessuofobico. La donna resta "la porta dell'inferno".-
 Pietro Ancona

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo479490.shtml
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/04/19/visualizza_new.html_1764362703.htm

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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Wednesday, April 21, 2010 4:29 PM
Subject: Il PD lascia cadere il tentativo di Fini


Il PD lascia cadere il tentativo di Fini

 Sbaglia Fini a restare nel PdL perchè non avrà alcuna possibilità di condizionare o modificare il programma di governo che Berlusconi, appoggiato da Bossi e Bossi, appoggiato da Berlusconi realizzeranno. Avrebbe dovuto rifare subito il gruppo parlamentare di AN e ricostituire il Partito
che, prima della esperienza  maggioritaria e governativa, aveva un notevole radicamento nel territorio.
 Restando nel Pdl sarà soltanto prigioniero e non gli sarà concesso neppure di cambiare qualche virgola come è successo finora. Ma probabilmente non tutti i suoi amici erano disponibili ad uscire dal PDL.
Comunque,  I 75 parlamentari AN  che si sono dissociati da Fini e riconosciuti "lealisti" non avranno vita facile nel Pdl. Oramai sono nelle mani degli altri. L'iniziativa degli ex colonnelli ed ora pretoriani di Berlusconi  è stata soltanto un gesto di servilismo. Cicchitto e Bondi potranno disporre per loro quello che  riterranno più conveniente.
 Se Fini scegliesse di tagliare nettamente il nodo gordiano i reclutati di La Russa e Gasparri potrebbero entrare in crisi. Insomma, una qualche strada per il successo strategico della sua  iniziativa  potrebbe aprirsi.
 Bisogna tenere conto della sofferenza dell'elettorato meridionale di destra. Mentre Bossi gonfia il petto tronfio di successi e drena risorse su risorse nella Padania anche ad opera del fidatissimo amico Tremonti, le fonti statali per il Mezzogiorno si sono inaridite da un pezzo. Il fiume è stato deviato e
gli specchietti per le allodole della Banca del Sud e del Ponte sullo Stretto hanno cessato di funzionare. Un pezzo dello stesso PDL capeggiato da Miccichè è pronto alla costituzione di un Partito per il Sud. Berlusconi non sarà in grado di fermare l'emorragia perchè deve fare ingrassare l'oscena mignatta leghista che  si è attaccata al collo dell'Italia.  La Lega assume connotazione sempre più nazifasciste. Lo vedremo nel corso di questo 25 aprile che sarà popolato da manifestazioni contro La Resistenza e di rivalutazione della memoria della destra. Anche Napolitano ha dato una mano per questo quando ha deciso di santificare le Foibe ed ignorare i lagers italiani in Jugoslavia.
 E' in corso la campagna di criminalizzazione di Fini da parte  degli uomini del Caudillo. Il 20 aprile è equiparato al 25 luglio, alla seduta del Gran Consiglio Fascista che mise in minoranza Mussolini. Fini non ha messo in minoranza Berlusconi, ma ha attaccato  il suo dominio assoluto sul PdL. Non gli sarà perdonato anche se forse domani  alla riunione della direzione pdl si troverà un escamotage per sterilizzare per il momento la crisi.
 E' stupefacente in questo contesto la reazione del PD. Bersani, Letta e gli altri  sembrano sconcertati e seccati per l'iniziativa di Fini ed dissimulano a stento   malcelata ostilità. Sostengono che, con queste divisioni, non si potranno fare le "riforme" come se queste fossero essenziali per l'Italia. A rivedere una per una tutte le posizioni che Fini ha messo insieme nel corso di questi mesi viene fuori un programma di scelte condivibili che vanno dalla integrazione degli immigrati, alla giustizia, al ruolo del Parlamento. Il PD non offre alcuna sponda a queste scelte, non decide di sostenerle anche se sono compatibili con quelle di una sinistra democratica se non proprio socialista.  La sua ala liberal si riunisce a Val Montone e si pronunzia su tre punti assai vicini alle richieste berlusconiane: no allo Statuto dei Lavoratori, si alla "sicurezza", si alla riforma della giustizia. Il vice Segretario del PD Enrico Letta presenta un programma in dieci punti che è un mero supporto della Confindustria. Il gruppo senatoriale del PD deposita  il ddl Nerozzi-Marini che introduce in Italia il CPE respinto da grandi lotte della classe operaia e degli studenti francesi. Lo chiamano CUI  e prevede l'abolizione dell'art.18 e la precarizzazione di tutti i contratti. Bersani ha liquidato il contrasto Fini-Berlusconi così: "pensano ai loro problemi e non agli italiani"!
 Non mi pare che si possa liquidare la questione sollevata da Fini con queste parole che mostrano incomprensione e financo fastidio.
 Forse avevano una sceneggiatura già pronta per alcuni minuetti da fare con Berlusconi attorno alla Costituzione italiana e sono irritati per la "complicazione" Fini.
 Se il PD fosse davvero un partito di opposizione, una sinistra democratica, l'azione di Fini potrebbe innescare un processo di riconquista  della libertà, della democrazia e del benessere che l'Italia ha perso.
  
 Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Friday, April 23, 2010 10:19 AM
Subject: Il coraggio di un leader

 Il coraggio di un leader

 Ieri Fini è stato nella fossa dei leoni. Un'assemblea ostile fin quasi a menare le mani, popolata di squallidi arnesi di regime, gente pronta alle ingiurie ed alle offese più gravi per il "ribelle" solo per farsi sentire e notare dal Caudillo  ossessionato da un solo problema: ottenere le dimissioni del Presidente della Camera. Berlusconi ha chiuso la riunione con una votazione da Politburo: 159
voti contro 11. Ma questi undici voti hanno spezzato l'incanto che tiene prigioniera l'Italia da anni. Undici persone coraggiose che hanno sfidato il linciaggio di una maggioranza fanatizzata dal culto delle personalità del ricchissimo miliardario che si sente onnipotente.
 Fini non si è fatto intimidire. La defezione di suoi ex "colonnelli" e l'isolamento non lo hanno scoraggiato. Ha elencato puntualmente quanto non condivide dei comportamenti e del progetto politico di Berlusconi. Una lunga serie di punti dall'immigrazione alla giustizia  sui quali non si può non convenire. Ma la cosa più importante che ha detto riguarda la Lega che, dopo le elezioni regionali e la conquista di due importanti regioni del Nord, rischia di espandersi e di inghiottere nella sua visione razzista lo stesso elettorato del Pdl. La Lega che detta le riforme, che nega la mensa ai bambini e sepoltura ai musulmani, che attraverso Formigoni, vuole il reclutamento su base regionale degli insegnanti e che, ieri, ha proposto i contratti di lavoro su base territoriale, rischia di diventare
l'ideologia e la politica di tutto il PdL e di guidarne una involuzione xenofoba e di rottura della coesione sociale e dell'unità nazionale. 
 Berlusconi sa di avere perduto l'adesione o la sottomissione di Fini al suo progetto di riforme costitu
zionali. Fa finta di aver perso interesse per esse ma in verità sa che se non demolisce la Costituzione cambiandone i principi non è destinato a fare ancora molta strada. La sua leaderchip è come una ameba insaziabile: ha bisogno di inghiottire quanto resta ancora delle regole e delle salvaguardie del diritto. Per quanto possa guastare forzando in Parlamento con leggi che, anche se ottengono il timbro del Capo dello Stato, restano scandalose e precarie, se non abbatte la legge fondamentale dello Stato
non potrà mai diventare il dittatore d'Italia.
 Per questo deve sfrattare Fini da Presidente della Camera. Ma, come osserva giustamente Bobo, la Camera dei Deputati non è la Rai. Non sarà facile un pronunziamento o una sorta di impeachment.
  Alla ingiunzione di Berlusconi si è unito, con più di una accusa, il Presidente del Senato che ha sollecitato le dimissioni di Fini.
  Credo che sarebbe opportuna una nota del Quirinale a difesa delle Istituzioni. Non si può consentire al Capo del Governo di attaccare  la Presidenza della Camera perchè occupata da persona che non la pensa come lui.
   Ieri Fini ha speso se stesso nell'ipotesi di una destra civile che torni ad isolare la Lega anche nel Nord. E' evidente che per quanto Bossi voglia nascondere le sue reali intenzioni e la sua vera natura totalitaria (nel territorio  controllato dalla Lega è difficile vivere se non si ostenta una cravatta verde), il suo obiettivo è una sorta di leghizzazione del PdL, scopo che Berlusconi sembra condividere per il suo forsennato obiettivo di cambiare le regole.
  A due giorni dal 25 aprile, un uomo proveniente dalla scuola di Almirante ma maturato attraverso un lungo percorso verso la libertà e la democrazia, ha dato un significativo contributo alla celebrazione della Resistenza e dei suoi valori racchiusi nella preziosa Carta Costituzionale che faremmo bene a non toccare mentre la minaccia del secessionismo e del razzismo incombono. Farebbe bene Napolitano a non sollecitare "coesione" verso "riforme" che oggi non potrebbero che essere disastrose per l'Italia.
 Unisco a questo scritto il testo del discorso pronunziato da Fini. Una sinistra consapevole dovrebbe
prenderne atto e valorizzarlo: è la prima porta che si apre, dopo tanti anni, verso una possibilità diversa da quella imposta da Berlusconi e da Bossi e non adeguatamente contrastata dal PD.
 Pietro Ancona

http://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.asp?VisImg=S&Art=5343&Cat=1&I=immagini/Foto%20A-C/bandierepdl_int.jpg&IdTipo=0&TitoloBlocco=Politica&Codi_Cate_Arti=27
   
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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Saturday, April 24, 2010 5:22 PM
Subject: la scissione necessaria


 LA SCISSIONE NECESSARIA

 Se Fini, dopo la reazione di Berlusconi e dei suoi pretoriani  alle sue critiche e dopo l'approvazione di una mozione finale che ricorda frasi e toni da centralismo democratico di memoria stalinista, resta nel PDL rischia di ridurre e derubricare a mera questione interna le sue posizioni. Posizioni che denunziano una crescente colonizzazione della ideologia leghista del PDL sempre più condizionato e vincolato dall'agenda dettata da Bossi. Quando Formigoni  propone un reclutamento su base regionale degli insegnanti fa propria una rivendicazione identitaria dei leghisti che vogliono espellere
dalla scuola, dalla magistratura, dalla pubblica amministrazione i quadri di provenienza esterna alla Padania. Il processo di leghizzazione del PDL è in fase avanzata  ed impregna sempre di più la legislazione e gli atti del governo. Basti  pensare alle tristi vicende del centocinquantesimo dell'Unità d'Italia ed alla proposta di sottoporre ad un esame di lingua italiana i commercianti stranieri.
 Nel Pdl non c'è alcuna possibilità che si cambi linea e che i valori di cui Fini si è fatto portatore, frutto di un sofferto ripensamento di sue precedenti convinzioni, conquistino il cuore e la maggioranza del Partito. Partito espressione di una borghesia illiberale che mostra il bastone. Basti pensare alle recenti dichiarazioni di Marchionne che, senza tanti giri di parole, invita i lavoratori italiani a piegarsi alle sue richieste pena il trasferimento della Fiat all'estero. Basti ricordare il trattamento che gli agrari della valle padana (e non solo loro) infliggono ai contadini indiani o rumeni. Il Pdl è espressione di un ceto imprenditoriale che si è fatto violento e che si riconosce molto nelle posizioni di Bossi anche se vota Berlusconi.
 Il nuovo Fini  non sopravviverà nel PDL. Deve uscirne subito, creare un suo raggruppamento, agire in Parlamento come forza autonoma animata da una visione di destra  civile. Se non farà la scissione
è destinato a deperire oppure ad andare a Canossa  ammesso che il Caudillo abbia voglia di riprenderlo e di perdonarlo. Se farà la scissione costringerà il PD che oggi lo fa cuocere nel suo brodo  ad apprezzare le sue posizioni e da forza marginale potrà evolvere fino a diventare una significativa forza politica.
 La politica non è soltanto l'arte  di barcamenarsi in una situazione data  ma la  realizzazione di ideali, di una utopia. Se Fini è davvero convinto, come sembra, della necessità di estirpare dall'Italia il tumore del razzismo e del sovversivismo del movimento nazifascista della Lega, ora e subito deve lasciare Berlusconi ed i suoi cortigiani, per intraprendere il duro cammino di un recupero della Costituzione e della Repubblica democratica. E' il solo modo per liberarsi dalle gravi responsabilità di una quasi ventennale collaborazione con Berlusconi e Bossi.
  Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Sunday, April 25, 2010 8:32 AM
Subject: Napolitano: un discorso inaccettabile


Un discorso inaccettabile
 Confesso di avere seguito con  emozione grande parte del discorso pronunziato ieri dal Presidente della  Repubblica. Toccante il ricordo di Pertini che fu il grande carcerato di Mussolini e che guidò armi in pugno la Resistenza al fascismo. Non ho apprezzato la citazione di Benedetto Croce che considero al massimo un nicodemiano del fascismo e mentre Gramsci si consumava in carcere non veniva disturbato dai suoi studi storici e filosofici dai fascisti. Non conobbe le bastonature dei fratelli Rosselli nè la tristezza dell'esilio di tanti esuli e vegetò tranquillamente aspettando che il ciclo storico di Mussolini si compisse. Ma, a parte questo, la ricostruzione storica della liberazione d'Italia è stata bella, commovente, suggestiva. E' vero che siamo stati liberati dagli alleati occidentali ma è verissimo
che gran parte del territorio nazionale fu liberato dai partigiani che ne precedettero l'arrivo da Napoli a Milano. La scelta per la libertà e contro la repubblica satellite dei nazisti di Salò è stata rievocata anche se non con il risalto che avrei voluto. Deve essere ancora scritta la storia dei militari antifascisti magistralmente raccontata da Marco Ficarra in StalagXB.
 Ma confesso di non condividere la parte finale del  discorso del Presidente che, per me, contraddice e cancella la lunga bellissima rievocazione della Resistenza. La parte finale cancella tutto e  riduce ad escamotage, a tentazione ingannatrice tutto il comizio resistenziale. Come lo scorpione tiene ben celato il veleno nell'artiglio ed alla fine lo usa, così il discorso di Napolitano si conclude con la reiterazione di una richiesta: uscire dalle contrapposizioni! La contrapposizione sarebbe la debole resistenza offerta dal PD alle pretese sempre più arroganti e pieni di disprezzo per ogni regola della destra? Significa adeguarsi ad un clima di crescente razzismo diffuso e presente in grande misura in Parlamento e nelle amministrazioni locali? Un Capo dello Stato di una Repubblica democratica deve
auspicare una vera e sana dialettica e non l'ammassamento di tutto il Parlamento ai pieni di uno sfrenato egotista che vuole sfasciare il tanto o poco che resta della Costituzione! Questo appello alla
non contrapposizione pronunziato all'indomani della coraggiosa ribellione di Fini è di pessimo gusto
e tira la volata a Berlusconi e Bossi.
 Napolitano sa che le riforme per le quali sollecita coesione e unità sono contro la Costituzione che
ha il dovere di difendere. Non deve mostrarsi seccato, come ha fatto ieri, della richiesta "non firmare" dei musicisti della Scala che hanno ragione. La Costituzione protegge la cultura e le sue istituzioni ed il governo sta riducendo in un campo di macerie non solo la Scala ma tutte le istituzioni culturali del Paese compresa la scuola e la università.
 Napolitano inganna gli italiani quando non critica il federalismo che vuole la Lega e gran parte del Pdl e cioè la chiusura dentro frontiere visibili o invisibili delle Regioni del Nord dentro le quali  le leggi della Repubblica non conteranno più niente. Non si tratta di solidarietà verso il sud che verrebbe meno ma di una rottura dell'unità costituzionale dello Stato che Napolitano farebbe bene ad osteggiare.
 Infine, avrebbe fatto bene a richiamare i Sindaci al rispetto delle leggi e della dignità delle persone.
Sindaci che umiliano i bambini o discriminano i cimiteri sono indegni della striscia tricolare che portano di traverso. Non dedicare una sola parola di rimprovero a questi loschi figuri che stanno
alterando la costituzione materiale del Paese non è stata una scelta giusta.
Pietro Ancona

http://www.corriere.it/Media/pdf/discorso240410.pdf

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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Tuesday, April 27, 2010 7:16 AM
Subject: Primo Maggio umiliato


1° Maggio umiliato

 Il peggiore viatico il 1 Maggio lo riceverà dalla cosiddetta approvazione delle modifiche richieste dal Capo dello Stato alla 1167. La stampa ha divulgato la notizia di un accoglimento delle osservazioni  fatte dal Quirinale sull'arbitrato. Si tratta di una notizia falsa diramata da una informazione faziosa e ferocemente classista al servizio di una imprenditoria e di un ceto politico che hanno  già trasformato le redazioni dei giornali in luoghi di sfruttamento di migliaia di  giovani che approdano alla professione
per venire inghiottiti dal tunnel del sottosalario e della precarietà. La Cisl e l'Uil erano d'accordo con
la 1167  nel testo bocciato dal Capo dello Stato e la CGIL viene stretta nella morsa dell'isolamento
anche dal governo e dal PD. Quest'ultimo, che occupa il posto una volta appartenuto al PCI ed al PSI, è diventato partito confindustrialista. Ieri si è sfilato dal referendum contro l'obbligo alla privatizzazione dell'acqua e, nonostante le riserve di Bersani, appare assai tentato a collaborare con il governo per riforme anticostituzionali e per il federalismo che discriminerà gli italiani e ridurrà in extracomunitari le popolazioni meridionali.  
  Questo Primo Maggio sarà il peggiore della storia d'Italia non solo  per la gravità della crisi che artiglia i lavoratori quanto per la mancanza di futuro e per il suicidio del sindacato come strumento di tutela dei lavoratori e la sua  involuzione verso un ruolo di servizi  reclamato dalla dottrina della sussidiarietà, dottrina di cui l'arbitrato e cioè la privatizzazione del diritto del lavoro è  espressione logica.
 E' assai equivoco che venga celebrato unitariamente dalla CGIL dalla Cisl e dall'UIL dal momento che su questioni fondamentali come il nuovo contratto di lavoro, il contratto dei metalmeccanici e l'allegato lavoro, si sono registrate posizioni diverse. Posizioni alle quali  però la Marcegaglia non da credito. La Confindustria, a differenza di Sacconi, insiste  nel tenere aperta la porta del dialogo e per essa non sarebbero del tutto veritiere le diversità della CGIL,
ma soltanto strumentali ad una tattica  di mantenimento del consenso. La Marcegaglia ha infatti citato gli accordi di categoria successivi al patto separato che sono stati sottoscritti dalla CGIL insieme a Cisl e Uil.
  Si addebita alla crisi economica la responsabilità "oggettiva" delle pessime condizioni in cui versano i lavoratori. La crisi c'é ed é devastante ma non dappertutto si spiega con difficoltà  di mercato. Molte delle aziende che hanno fatto ricorso alla CIG o alla delocalizzazione  hanno bilanci attivi ed hanno distribuito dividendi. La crisi è anche legata all'attacco al welfare sferrato dalla destra per motivi ideologici e per creare nuovo business accaparrandosi importanti pezzi dello Stato. Centomila licenziati dalla scuola derivano da una scelta ideologica e non da una necessità. Hanno ragione i lavoratori della Scala di Milano a chiedere al Capo dello Stato di non firmare il decreto Bondi. Si tratta di un progetto che ha come obiettivo la privatizzazione delle massime istituzioni culturali del Paese. La scuola, l'università, la sanità e le pensioni sono state devastate dall'aggressione ideologica della destra italiana che attua l'insegnamento di  Reagan e della tatcher: affamare la bestia per poi macellarla.  E' molto grave che il turnover avvenga soltanto attraverso l'appalto ai privati. Non si fanno più i concorsi che costituivano uno sbocco fisiologico alle nuove leve.
 Questa aggressione ideologica, in gran parte condivisa dal maggiore partito di opposizione, è iniziata contrapponendo i giovani ai pensionati (Bocconi, Milano), poi i precari a "privilegiati", poi si è fatta una indecente campagna contro i "fannulloni" della pubblica amministrazione, contro i professori e la scuola, contro i "baroni" delle Università e, naturalmente, contro la "malasanità".
 Ora il campo è ingombro di macerie. I mali del pubblico sono stati usati non per debellarli ma per distruggere il welfare. Intanto, squadre di legulei dentro il Parlamento devastano il diritto del lavoro o lo rendono inagibile.
 Bassi salari, disoccupazione, precariato incatenano i lavoratori a condizioni che diventano sempre più difficili ed inaccettabili e sempre più prossime ad una rottura della coesione sociale. Per quanto tempo ancora si potranno tenere cinque milioni di biagizzati a salari di autentica fame? Finora sopravvivono per l'appoggio delle famiglie che ancora godono di migliori condizioni acquisite dalle generazioni precedenti.
 Ma non esiste alcuna proposta per fare uscire dall'abisso sociale i lavoratori italiani. Anzicchè abolire
la legge Biagi si aggiungono al suo repertorio nuovi strumenti di oppressione contrattuale come il CUI proposto dal PD e lo staff leasing reintrodotto dalla finanziaria.Non si propone il Salario Minimo Garantito che potrebbe frenare la corsa verso il basso delle retribuzioni. Non si bloccano le privatizzazioni che appesantiscono le bollette. Insomma le proposte arrivano soltanto dal padronato e dal governo. Il Sindacato si limita a registrarle con commenti spesso positivi (Cisl e Uil) o negativi da parte della CGIL. Ma i lavoratori sono privi di una guida e di rivendicazioni.
 La stessa rivendicazione fondamentale  che diede vita al  1 Maggio è stata rimessa in discussione. Secondo una legge europea subito recepita  si possono fare anche 13 ore di lavoro e si lavora nella UE per le sessanta ore settimanali.
Parlamento ed  Governo sono diventati organicamente ostili
ai lavoratori e tentono a ridurne lo status. Il Ministero del Lavoro che ha avuto luminose figure come quelle di  Fanfani, Donat Cattin e Brodolini è diretto da un Ministro che si è dedicato all'isolamento della CGIL e dirige una coalizione ad excludendum che propone la "complicità" nella demolizione dei diritti. Prossimo obiettivo annunziato la distruzione dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori.
 In queste condizioni, il Concertone di Roma si è totalmente disancorato dal suo progetto originario e sopravvive per  inerzia. In ogni caso non significa più niente. Ambigua  e allarmante è la celebrazione unitaria del 1° maggio a Rosarno tra Cgil, Cisl e UIL , una unità che quando si realizza  è  solo contro i lavoratori. Vedi legge Biagi.
 Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

http://www.businessonline.it/3/LavoroeFisco/1361/Stipendi_in_Italia_2_lavoratori_su_3_non_raggiungono_i_1300_euro.html
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000270.html
http://www.puntualizziamo.it/videoinchieste/174-le-inchieste-di-puntualizziamo-il-lavoro-precario.html
http://www.tesionline.it/approfondimenti/articolo.jsp?id=295&sID=1

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, April 28, 2010 10:06 AM
Subject: La Grecia e la sinistra europea


La crisi che sconvolge la Grecia deve fare riflettere sul potere dei mercati, delle multinazionali e della finanza che oramai si propongono  come supremi regolatori del destino dei popoli. L'Italia durante il governo Ciampi subì un'aggressione della speculazione che costò cinquanta mila miliardi di lire. Il signor Soros si vanta di potere annientare  una nazione gettandola nella disperazione più acuta con un paio di manovre in borsa.  Delinquenti alla testa di possenti istituzioni finanziarie hanno impestato il pianeta di titoli fasulli ed ora la Grecia viene sottoposta ad una terribile pressione speculativa fomentata dalla società di  rating che con le loro pagelline possono determinare la rovina di milioni di persone, di intere popolazioni, società che hanno tenuto la bocca ben chiusa mentre il mondo veniva depredato dagli squali di oltreoceano.
 Non è possibile escludere a priori che  la  Grecia sia un grimaldello per attaccare l'Unione Europea. L'Euro non è stato mai ben visto dagli USA e viene temuto specialmente da quanto la Cina
lo ha proposto in sostituzione del dollaro. La stessa Unione Europea come entità politica viene mal tollerata dagli USA che preferiscono nazioni piccole imbottite di loro basi militari. Europa che a mio umile parere bisognerebbe allargare alla Russia per farne una  grande entità continentale di pace e frustrare i propositi aggressivi rappresentati dalla installazione di missili Usa in Polonia, in Georgia e in tutti gli Stati-spezzatino provenienti dalla ex URSS svenduta dal traditore Etlsin tra una sbronza e l'altra.
 Bisognerebbe riformare profondamente i mercati e le borse limitando fino a renderlo quasi nullo il potere degli speculatori. Abolire le società di rating ed affidare soltanto ad istituzioni pubbliche e controllate dall'ONU la regolazione della vendita dei buoni del tesoro e dei titoli di Stato. Le guerre finanziarie per la conquista del pianeta dovrebbero essere impedite da una prevenzione severa.
 La vicenda del Congresso americano che non vuole saperne di mettere qualche regola, qualche paletto ai banchieri che se la ridevano dopo il disastro da loro provocato e si sono premiati con emolumenti favolosi, dovrebbe far riflettere sul fatto che la maggiore istituzione democratica  del mondo sia nella mani delle  multinazionali e delle lobby e che queste per la sanità o per la finanza
rigettano le pur modeste riforme proposte da Obama. Il potere politico del Presidente degli USA è ridotto a quasi niente rispetto il potere dei militari e dei capitalisti. I primi  sostengono la guerra senza fine al mondo intero, gli altri non accettano che il loro suprematismo da supermiliardari venga intaccato e che i meccanismi che fanno comodo a loro vengano scalfiti.
 La sinistra indebolita da anni di pensiero unico condiviso con la destra non é in condizioni di esprimere una sua opinione, una linea alternativa. La globalizzazione affidata agli  animal spirits sta devastando il mondo. Non è più possibile andare avanti senza regole.  Senza regole ci attende l'abisso della distruzione. La sinistra deve anche riprendere la lotta per la pace abbandonata da anni dopo la grande mobilitazione che coinvolse più di un miliardo di manifestanti nelle piazze di tutto il mondo. Anche i sindacati dovrebbero riprendere la bandiera della pace per cancellare le carneficine in corso e liberare i palestinesi dalla gabbia della morte di Gaza e dalla colonizzazione della Gisgiordania. Ma la pace non é tra le proposte dei comizi del prossimo 1 Maggio.
  Rispondere alla crisi rafforzando Maastrict significa caricare sulle spalle delle classi lavoratrici il peso di una crisi originata dalle ruberie dei finanzieri. Una Europa con più Maastricht diventerebbe
più oppressiva per le classi subalterne e si allontanerebbe per sempre dai canoni di civiltà che il suo welfare le ha assicurato per tanti decenni. Impoverire le popolazioni di tutto l'Occidente per favorire
l'arricchimento delle multinazionali  ed il potere della casta dei proprietari e dei managers è una prospettiva inaccettabile di regressione culturale e sociale.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Thursday, April 29, 2010 8:16 AM
Subject: Pio la Torre
 

 PIO LA TORRE E L'EREDITA' PERDUTA NEL PD

 Pio La Torre veniva ucciso la mattina del 30 aprile 1982 mentre si recava al Partito che era grande parte della sua vita.  Il Partito era  sua famiglia allargata che egli animava con la  sua fanciullesca passione,  la sua  ottimistica dedizione che ne faceva una persona innocente e carismatica come certi rari uomini di vera fede. L'innocenza dei suoi ideali di redenzione e  libertà dalla violenza della miseria  dei siciliani a cominciare  dai braccianti gli costò quasi due anni  di galera quando era ancora nel fiore della gioventù. E' stato un grande "santo" della storia del popolo siciliano come Lorenzo Panepinto che i contadini di Santo Stefano portavano in processione, una figura indelebile che merita di essere ricordata non soltanto per la lotta senza quartiere che fece alla mafia, ma per la rottura rivoluzionaria che stava provocando nel sistema di potere economico e sociale  e che la sua uccisione ha immediatamente  rimarginato.  Dopo di lui, tutto è tornato come prima nella politica siciliana. L'autonomia regionale che Pio La Torre concepiva come mezzo di emancipazione delle masse, di modernizzazione della Sicilia, di progresso culturale e civile, è tornata ad essere l'istituzione di una elite  separata di privilegiati baroni, un retorico e pomposo "parlamento" in cui, con leggi clientelari e scritte a misura dei clientes, vengono sperperate le preziose risorse che avrebbero potuto fare e mai faranno della Sicilia una "California". Ventotto anni dopo la sua morte, la Regione è stata conquistata dall'assalto delle privatizzazioni che la ingessano negli appalti e che ne hanno fatto un campo di  sfruttamento  che arricchisce gli squali che l'hanno azzannata.  Privatizzazioni che non hanno risparmiato il grande patrimonio dei beni culturali . La Regione ha dato inoltre  vita anche al mostruoso esperimento degli Ato che hanno creato piuttosto che risolvere il problema della nettezza urbana e dell'approvigionamento idrico e che  sono veri e propri pozzi senza fondo.  L'intreccio  inestricabile tra pubblico e privato chiude l'accesso al futuro delle nuove generazioni. Non esistono più concorsi pubblici che costituivano il momento successivo alla laurea od al diploma  e c'è un fortissimo abbassamento di aspettative dal momento che i bassi salari ed il precariato connotano dovunque le privatizzazioni.  Pio La Torre fu dirigente amato e rivoluzionario dei braccianti e dei contadini siciliani, rivoluzionario nel senso di riformista perchè in Sicilia conquistare condizioni  di civiltà è  rivoluzione. Oggi, mentre una grande tempesta sociale sta incubando nelle campagne siciliane con migliaia e migliaia di contadini costretti al fallimento dai prezzi irrisori fino al livello della provocazione dei prodotti agricoli (ci vogliono dieci chili di frumento per pagare una tazzina di caffè al bar), e la Regione assente non riesce ad andare oltre l'orizzonte di un mediocre assistenzialismo, Pio La Torre  avrebbe saputo  indicare la via di una alternativa alla crisi. Ma non perchè era più bravo e più immaginifico degli attuali dirigenti, ma soltanto perchè  era genuino nella difesa delle classi povere o subalterne e non si sarebbe fatto offuscare dal liberismo oggi assai di moda tra gli oligarchi. La crisi delle campagne si sommerà ai terribili guasti sociali della deindustrializzazione ed al venire meno di diecine di migliaia di posti di lavoro nella scuola. La prospettiva dell'emigrazione  intellettuale nel Nord si sta chiudendo come abbiamo sentito da Formigoni, da Bossi e dalla Gelmini, ci vogliono ridurre ad extracomunitari in Italia. Le prime migliaia di vittime hanno già fatto un mesto ritorno a casa come la mia amica Stefania che insegnava a Bergamo prima che il suo posto fosse fagocitato da un malvagio ed asociale disegno di uccisione della scuola pubblica.    Oggi il PD che è l'erede del PCI di Pio La Torre e della DC di Piersanti Mattarella tiene in vita il governo Lombardo, successore di Cuffaro anche nella gestione di un blocco sociale al quale non sono estranei interessi cospicui della mafia. Lombardo è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il PD collabora con due assessori importanti uno dei quali, il professore Centorrino, ha esortato a non leggere Sciascia, Tomasi di Lampedusa e  Camilleri perchè porterebbero "sfiga".  L'opera importante di Pio La Torre elaborata assieme al suo caro amico il magistrato Cesare Terranova è stata la legge che  statuisce il delitto di associazione mafiosa e la confisca dei beni patrimoniali della mafia. Questa legge ha aperto la strada ad una nuova efficace fase di lotta alla mafia che è stata ferita nei suoi interessi vitali: la roba. Generazioni di magistrati da Terranova a Rocco Chinnici a Falcone e Borsellino hanno pagato con la vita il contrasto alla mafia ma i risultati sono stati significativi.   Pio La Torre intestò la sua vita al successo di tre obiettivi: mafia, lavoro, pace. Obiettivi che mobilitarono centinaia di migliaia di siciliani che, più volte, a Comiso ed a Palermo, testimoniarono con la loro partecipazione la verità della strada indicata da Pio. Engels in una lettera parlò dell'anima rivoluzionaria della Sicilia che convive con l'anima conservatrice e reazionaria. Il movimento dei fasci e della occupazione delle terre per la riforma agraria testimoniano la validità di questa affermazione.  Pio la Torre aveva svegliato l'anima rivoluzionaria dell'Isola. E' stato stroncato per questo, per avere scosso violentemente l'albero, per avere messo in discussione equilibri di potere intoccabili.  Ma oggi, la sua eredità non vive dentro il PD che ha omologato i suoi dirigenti alla oligarchia paternalistica delle classi dominanti dell'Isola.  Ma esiste una memoria del popolo assai lunga capace di svegliarsi da lunghi letarghi e da periodi di offuscamento e di sconfitte. Lo abbiamo visto in passato, non è detto che non ne saremo testimoni in futuro. Una cosa è certa: così come stanno le cose ci aspetta soltanto il disastro sociale. Il popolo siciliano deve recuperare e rifarsi il suo partito: il Partito di Barbato e di Pio La Torre.  Pietro Ancona

http://www.cittanuove-corleone.it/La%20Sicilia,%20L'autodifesa%20di%20Nicola%20Barbato%2010.01.2010.pdf
http://www.unita.it/news/95011/lassessore_siciliano_sciascia_camilleri_e_di_lampedusa_portano_sfiga_allisola_camilleri_risponde_la_sfortuna_la_portano_i_mafiosi_e_i_politici_inetti

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From: pietroancona@tin.it
To: Repubblica
Cc: peruggiero@tiscali.it
Sent: Thursday, April 29, 2010 1:02 PM
Subject: La Calabria si, però.....


Caro Augias,

purtroppo gli stereotipi con i quali lei interpreta la questione meridionale sono talmente fossilizzati nella sua testa che rendono quasi impossibile l'impresa di ricondurlo alla ragione ed alla verità dei fatti.
  Lei non è informato quando parla di assenza di pentiti nella "ndrangheta" calabrese. Proprio recentemente è stato "suicidato" in un carcere del Nord  il giovane pentito  Ciro Ruffo ( unisco alla presente una scheda che lo riguarda),  e non è stato il solo.  Abbiamo avuto eroici
casi di rifiuto alla sottomissione alla criminalità da parte di tante donne, e di tanti eroici imprenditori che hanno rifiutato di pagare il pizzo. Ma lei ha un pregiudizio derivante dalla sua ignoranza e dal suo approccio di subcultura lombrosiana all'argomento. Per lei la mafia calabrese è fondata "su una struttura rigida di clan familiari come nelle società arcaiche". Detto questo si contraddice quando parla della penetrazione della "ndrangheta" nel Nord italia ed in Europa. Ma allora non è il dato antropologico che spiega la specificità mafiosa ma altro. Magari gli affari  Come mai il vice sindaco fiorentino Cioni é stato pescato con le mani nel sacco assieme a Li Gresti, noto imprenditore catanmilanese, per la cementificazione di un milione e mezzo di metri quadrati di terreno? Cioni ha ottenuto l'assunzione delle figlie nella società immobiliare del Nostro in odore di mafia e tante volte inquisito. Il Ligresti é nel cuore della finanza ed anche del Corriere della Sera che non si pubblica a Canicattì o a Catanzaro. Cioni non è contiguo ad una cultura arcaica e patriarcale. Ha un fortissimo e provincialissimo accento toscano!
  Mi fermo qui perché tanto con lei é inutile ragionare. Potrei dirle che le mafie del Sud sono implementate profondamente con il potere politico e finanziario nazionale. Berlusconi è grande sostenitore di mafiosi già condannati in Sicilia, in Calabria o in Campania. Un vice ministro napoletano con un mandato di cattura è stato pregato dal nostro milanesissimo Capo del Governo a restare al suo posto. Ma non solo il governo. Anche i partiti nazionali sostengono la mafia. Senza il loro sostegno, come dice Roberto Scarpinato, la mafia sarebbe stata già debellata da più di un secolo.  Le ricordo per tutti il bolognese Casini che sostiene Cuffaro. Si convinca che la mafia è  parte integrante del potere economico e politico italiano e che soltanto la repressione giudiziaria non porterà lontano.
  Chieda scusa ai meridionali che lei, periodicamente, mette sulla graticola dei suoi numerosi ed incorreggibili pregiudizi.
  Pietro Ancona
ps: le consiglio di commentare nella sua rubrica televisiva "le storie" qualcuna delle vicende dello scampolo di libri  qui sotto citati.
 Pietro Ancona


Roberto Scarpinato: http://www.pieroricca.org/2008/04/16/roberto-scarpinato/   

http://www.ristretti.it/areestudio/disagio/ricerca/2009/dicembre.htm#2
http://www.cascinagrande.it/archivio/mafia/donnamafia.html

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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Friday, April 30, 2010 9:22 AM
Subject: Primo Maggio: Sindacati e Lavoratori


1° MAGGIO: SINDACATI E LAVORATORI

Ultimo sgarbo ai lavoratori il giorno del 1° maggio: molte città italiane, in gran parte con sindaci pd, hanno concesso ai commercianti di  aprire i negozi,  in nome dell'interesse della categoria ma anche dei consumatori, una entità che viene evocata per contrapporla ai lavoratori. Una scelta che non corrisponde neppure alla volontà della popolazione. Un sondaggio di  "Repubblica" dà l'81% di
contrari!
Lo sgarbo viene fatto ai dipendenti dei negozi, in stragrande maggioranza donne, notoriamente
sfruttate con  bassissimi salari e  condizioni quasi proibitive di lavoro. I sindacati hanno indetto scioperi di protesta ma la forza dei dipendenti è minima, quasi inesistente  specialmente nelle piccolissime aziende.
 L'apertura dei negozi avvia un percorso che potrebbe portare alla soppressione della festività. I nostri liberisti hanno come faro ideologico gli USA:  qui dove è nato nel lontanissimo 1886 la Festa del lavoro   per rivendicare il diritto alle otto ore ed anche per ricordare i martiri di Chicago, il 1° maggio è normale giorno lavorativo. Anche  nella Cina del totalitarismo postcomunista e liberista la festività è stata di fatto abolita. In entrambi i casi la scelta è ideologica: sopprimendo il 1° maggio si disconosce oltre un secolo di storia del movimento operaio stroncato in USA dalle fucilate degli sceriffi e della Pinkerton (madre della Blackwater oggi impegnata con centinaia di migliaia di killers nelle imprese coloniali)  e dalle impiccagioni ed in Cina dall'avvento di un regime ipercapitalistico che distrugge diritti e dignità.  Molti lavoratori cinesi sono talmente vessati  da dover scegliere la rivolta o il suicidio per sfuggire all'inferno della loro condizione.
 Le  più importanti manifestazioni del 1° Maggio in Italia sono unitarie. Epifani, Bonanni ed Angeletti parleranno dallo stesso palco a Rosarno. Di che cosa parleranno? La Cisl e l'UIL praticano la politica degli accordi separati con padronato e governo: hanno approvato l'allegato lavoro della 1167 difendendolo financo dalle osservazioni del Capo dello Stato, hanno firmato il rinnovo del contratto separato  dei metalmeccanici, hanno dato vita ad una fondamentale riforma della contrattazione che quasi annichilisce e comunque mette su un binario morto il contratto collettivo nazionale di lavoro. La CGIL si è opposta e continua ad opporsi e lotta contro l'isolamento fomentato da Sacconi che vuole "complicità tra sindacati ed imprese", ma è in grandi difficoltà che  la paralizzano. E' assediata
dal PD al quale fanno riferimento la stragrande maggioranza dei quadri dirigenti funzionari a tempo pieno dell'organizzazione. Il PD  ha presentato un disegno di legge per l'introduzione in Italia del Contratto Unico di Ingresso che di fatto abolisce l'art.18 e fa del precariato la forma principale di
occupazione. Inoltre la CGIL ha lasciato cadere le sue obiezioni sulla legge Biagi, non rivendica dalle aziende miglioramenti salariali, dichiara di aborrire la scala mobile, non si oppone alle privatizzazioni, si è disimpegnata dalla lotta per la pace, non difende con la fermezza necessaria il welfare.
 Insomma, a parte la difesa spesso anacronistica e di pura rimessa dagli attacchi più brutali e sfacciati
della destra, la politica sindacale e sociale della CGIL è sempre più ristretta ed incanalata nell'alveo  della "concertazione". Una concertazione che da tempo non è più tale dal momento che si
limita a registrare l'agenda dettata dalla Confindustria. E' dal 1993 che tutte le trattative triangolari sindacati-padronato-governo si risolvono in diminuzione di diritti e di potere dei lavoratori. Una delle anomalie del nostro Paese è appunto questa: ad ogni trattativa con il padronato o il governo i lavoratori escono con una riduzione di quello che avevano!
 In queste condizioni, l'unità sindacale che fu un grande valore ai tempi di Lama, Storti e Vanni e motore di una eccezionale stagione di lotta per le riforme alla quale parteciparono milioni e milioni di lavoratori ed intere popolazioni, oggi è diventato un disvalore. Stare insieme a Cisl e UIL ha un solo significato: fare del sindacato uno strumento con  il quale il padronato e la destra politica infliggono dure sconfitte ai lavoratori ed accrescono la loro subalternità.
 Ieri sera Anno Zero ha offerto uno spaccato della lotta sociale di straordinaria intensità. I bravi ed intelligenti cassiintegrati dell'Asinara, con grande saggezza e garbo, hanno costretto Bersani a mostrare la sua lontananza dalle loro lotte. A domanda hanno risposto che debbono la loro resistenza a se stessi ed alle loro famiglie. I lavoratori della Scala di Milano venivano mostrati mentre una ingiustificata repressione poliziesca conteneva la loro protesta contro la distruzione dei teatri e della cultura italiana,   lavoratrici mostravano tutto il loro smarrimento per la fatica di vivere diventata  angosciante. Il disagio esistenziale di milioni e milioni di persone che vivono di lavoro non ha trovato un punto di contrasto nel sindacato italiano. La solitudine dei lavoratori è immensa ed i tanti suicidi ne sono la conseguenza.  Sindacato e PD  parlano una lingua e sono  distanti  dalla gente. L'altra anomalia italiana è quella di avere potenti confederazioni sindacali, forti di oltre dieci milioni di iscritti che però sono preda di processi inarrestabili di impoverimento e di perdita di peso sociale. Le Confederazioni sono diventate delle  ricche conglomerate di servizi, spesso unite attraverso gli enti bilaterali alle organizzazioni del padronato con le quali hanno dato vita ad una estesa burocrazia a cui si applicano i marchingegni della legge Biagi. I lavoratori sono al limite della sopravvivenza.
 Se continua così gli interessi dei lavoratori e quelli delle confederazioni diventeranno sempre più diversi. I sindacati rischiano di diventare un peso ed addirittura di sottrarre diritti fino ad oggi garantiti
dalle leggi. La privatizzazione del diritto del lavoro  che ha una tappa importante nel trappolone dell'arbitrato  varato ieri dalla Camera andrà avanti e produrrà altre limitazioni del diritto e delle libertà.
 Quando finisce la libertà nel lavoro finisce dappertutto.
Ma la secolare storia della CGIL non può concludersi con una scelta simile a quella che costrinse nel 1911 Di Vittorio ad andarsene e dare vita all'USI. La tradizione riformista di Di Vittorio, Santi, Foa, Lama non può sfociare nel sindacalismo subalterno al padronato e collaborazionista. La CGIL è popolata da milioni di lavoratori che hanno una  storia sociale che ha fatto grande e civile l'Italia. La CGIL deve recuperare la sua anima perduta nell'ipocrisia dei riti unitari e nell'involuzione da sindacato di lotta e di movimento ad erogatore di servizi. La sua base militante non ha mai perduto questa anima!
 Pietro Ancona

http://it.notizie.yahoo.com/7/20100429/tts-ne-di-destra-ne-di-sinistra-la-festa-c8abaed_1.html
http://www.rassegna.it/articoli/2010/04/29/61815/primo-maggio-da-rosarno-al-concertone

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Sent: Saturday, May 01, 2010 7:27 PM
Subject: Rosarno: provincialismo ed omissioni.


Rosarno: provincialismo ed omissioni

  Ho seguito la diretta di Rainew24 del 1° Maggio di Rosarno. Da vecchio socialista e sindacalista della CGIL il mio sentimento all'inizio  era di commozione.Commozione per il popolo del comizio che trasforma la sua sofferenza, la sua voglia di una vita migliore e di futuro, in lotta, in vibrante movimento  di liberazione. Man mano che i tre oratori Angeletti, Bonanni e Epifani svolgevano i loro interventi, la mia commozione era sopraffatta dalla delusione, dall'amarezza ed anche dall'indignazione. L'inno dei lavoratori è stato escluso. Abbiamo sentito soltanto le note di Beethoven e di Mameli.
 I tre leaders delle possenti confederazioni sindacali, tra le più importanti d'Europa, hanno svolto brevi interventi dai quali traspariva l'ansia di liberarsi presto dall'incombenza del discorso e di dire il meno possibile nel modo più ovvio possibile. Angeletti ha sottolineato l'importanza della riforma fiscale, tema caro alla Confindustria ed alla destra economica, che qui viene agitato come una sorta di toccasana per i livelli salariali assai bassi. Bonanni ha esaltato il contributo degli immigranti al prodotto interno lordo italiano ed infine Epifani, dopo aver  agitato lo spauracchio di una crisi che si aggrava e dalla quale usciremo con meno occupati, ha chiesto un generico piano per il lavoro. En passant ha chiesto che gli immigrati non vengano arrestati mentre sono in CIG. Non so che cosa significhi in concreto questa proposta ma mi pare che si tratti soltanto di una modesta panacea che non esclude
l'inciviltà razzista della carcerazione e della espulsione  causata dalla perdita del lavoro!
 Una grande povertà culturale ha caratterizzato i tre interventi svolti in fretta e furia spinti dalla voglia di finirla presto. Un gretto provincialismo bottegaio ha escluso dal comizio la solidarietà con le classi lavoratrici della Grecia ancora in fiamme per i pesanti colpi di maglio inflitti dai mostri di Wall Street e
da una borghesia di avidi miliardari che assomiglia molto a quella italiana. Non una parola è stata dedicata al progetto liberista di rendere ancora più duro il Patto di Maastricht e che possiamo facilmente prevedere come potente riduttore del welfare, di ulteriore deregolation e schiavizzazione del lavoro, di libertà assoluta per le imprese e per la finanza che possono ed ancora di più potranno delocalizzare gli impianti alla ricerca di manodopera sempre più a buon mercato. Non una parola di condanna per coloro che hanno impestato il mondo di spazzatura cartacea spacciandola per oro colato e che hanno iscritto tra i Pigs, stati-maiali, anche l'Italia con la Spagna, l'Irlanda, il Portogallo e la Grecia.
 Ricordo tanti 1° maggio dedicati alla Pace nel mondo. A Rosarno la pace è stata ignorata e forse il termine stesso di pacifista è diventato sinonimo di terrorista  per li Oligarchi del Sindacato specialmente se allude ai prigionieri  della striscia di Gaza ed ai bombardati dell'Afghanistan, dell'Irak e di altre parti del mondo che in qualche modo o per il petrolio o per la geostrategia interessano gli USA.
  La crisi che sta falcidiando la classe lavoratrice italiana  facendone una delle più povere ed indebitate dell'OCSE è stata evocata come un evento "oggettivo" indiscutibile al quale porre piccoli ripari con gli ammortizzatori sociali ed il piano di Epifani. Ma la crisi non è oggettiva, non viene tutta dalla profondità dei mercati. E' frutto di scelte ideologiche e politiche. Centomila insegnanti scacciati dalla scuola ed ora disoccupati non sono frutto della globalizzazione ma di un preciso disegno liberista che vuole i soldi dello Stato soltanto per finanziare le privatizzazioni, la polizia come strumento di contrasto del conflitto sociale, l'esercito per collaborare alla conquista coloniale del mondo al seguito degli angloamericani. Lo spostamento di tante aziende in Polonia o in Serbia è dovuto alla ricerca di maggiori profitti e viene agevolato da un dumping sociale che i sindacati si guardano bene dal contrastare con una politica di coordinamento dei salari e dei contratti a livello europeo.
  Epifani, alla fine del suo intervento, ha fatto un annunzio inquietante relativo al recupero dell'unità sindacale. Dal momento che il contenzioso sull'arbitrato, sul contratto dei metalmeccanici, sulla riforma contrattuale non risulta risolto e Cisl ed UIL marciano imperterriti nella linea della "complicità con gli imprenditori" patrocinata da Sacconi, debbo dedurne che è la CGIL, magari spinta dal PD,
che ha mollato le sue posizioni e non farà più resistenze. Presto entrerà nel cantiere delle demolizioni lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Spero che l'accordo non riguardi anche questa altra stazione della lunga Via Crucis dei diritti.
  Ma la parte più tremenda dei comizi è quella che non è stata detta: mi riferisco all'aggressione alla natura dei petrolieri che hanno inquinato l'Oceano Atlantico, al referendum sulla privatizzazione della acqua e sul nucleare, alla sorte di sei milioni di precari ricattati e mal pagati, alle pensioni che si vogliono ulteriormente ridurre nonostante i conti positivi dell'Inps, alla morte che incombe sul lavoro come prima e peggio di prima etc., etc.. Ma, come dicevo, i nostri tre eroi, avevano una voglia matta di svignarsela al più presto.
 Pietro Ancona
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Sent: Monday, May 03, 2010 4:46 PM
Subject: Il Congresso morto della CGIL


Il Congresso morto della CGIL

 Non sarà un Congresso ma la celebrazione di un rito scontato in ogni sua parte. Il Congresso è stato vinto dalla mozione che fa capo ad Epifani con l'83 per cento dei voti.  Una cifra  metafisica, assurda e contradditoria con la  situazione di  spaventevole crisi dei lavoratori italiani .  Questa  situazione  in condizioni di vera agibilità democratica avrebbe animato un dibattito che difficilmente si sarebbe  concluso con una adesione "bulgara" alla posizione della segreteria. Ma questo dibattito non c'è stato perchè la mozione alternativa andata in schiacciata minoranza non diceva niente di diverso e di particolarmente confliggente. Non ci si può  dividere molto sulle virgole! Possiamo quindi considerare l'esito elettorale del Congresso un voto di rassegnazione. Un corpo burocratico che si piega all'imput che viene dalla segreteria in piena consonanza con le voglie del PD per un sindacato plasmabile dalle esigenze del padronato italiano e disponibile ad un forte dimagrimento del welfare.
La storia della CGIL non è tutta "gloriosa". La CGIL ha conosciuto momenti oscuri di collaborazionismo subalterno con il potere. Sul finire dell'era giolittiana le sue posizioni erano talmente moderate da costringere Di Vittorio ad andarsene per fondare l'USI. Suoi importanti dirigenti come Rigola e D'Aragona collaborarono con il fascismo fino al punto di sciogliere l'organizzazione. La fase attuale ha molti tratti in comune con gli anni venti.
 Avere invitato al Congresso della CGIL la Presidente della Confindustria ed il Ministro del Lavoro autore della teoria della complicità tra le associazioni dei padroni e dei lavoratori  e persecutore accanito della CGIL assieme ad una folta schiera di legulei e di giuslavoristi  che stanno preparando il funerale allo Statuto dei Diritti dei Lavoratori non è stata una buona idea. Meglio discriminati da questo governo ed in lotta aperta con la Confindustria che mettere sotto i riflettori dei massmedia una cortesia istituzionale  che nei posti di lavoro non ha alcun riscontro. Mai la classe lavoratrice è stata sottoposta ad attacchi tanto gravi! Non c'è alcuna apertura del padronato italiano e del governo verso i bisogni dei lavoratori! Confindustria e Governo vengono al Congresso della CGIL per riscuotere. Sono venti anni, dagli accordi concertativi del 93  che incassano la cessione di diritti. A Rimini verranno per incassare il nuovo Statuto dei Lavori, la fine dell'articolo 18, la svolta verso la sussidiarietà della grande  CGIL che fuoriesce dalla storia del movimento operaio per diventare una conglomerata di servizi e di uffici. La fine della scuola pubblica e delle municipalizzate.
 Esistono grandi ed irrisolti problemi di democrazia e di libertà dentro la CGIL. Quasi tutto il suo personale "tecnico" è stato precarizzato attingendo nel ricco carniere dei fumus  della legge Biagi. I sotterfugi del padronato per privare dei diritti la gente come l'assunzione con contratti atipici presso società che poi li cedono ai sindacati di categoria ed alla stessa CGIL è largamente praticato. Troppi lavoratori invisibili vengono occupati a sottosalario. La CGIL è esente dal rispetto dello art.18 che non può essere invocato dai suoi dipendenti. E' urgente una profonda riforma della struttura del sindacato e la stipula di un contratto di lavoro interno che garantisca i diritti ed il futuro.
 Un sindacato non lotta la precarietà se la pratica largamente al suo interno.  Il PD preme per tutelare le Coop (la Coop sei tu!) contro i suoi dipendenti ma non bisogna assecondarlo ed  il Congresso si dovrebbe esprimere sul ddl Nerozzi-Marini che precarizza e riduce a tre anni il massimo di aspettativa di stabilità dei lavoratori. Ma il Congresso non si esprimerà. Oramai parla con i silenzi.
Silenzi sulle guerre, sulla pace, sul precariato, sulla Grecia, sull'internazionalismo che non c'è etc..etc..
 Il Congresso avrà come scenario le macerie della scuola, della sanità, dei teatri, dei diritti negati. In questo scenario reciterà un incredibile peana alla propria forza, agli iscritti che aumentano, al proprio straordinario avvenire di importante potenza sociale.
 Pietro Ancona

http://www.resistenze.org/sito/te/po/ge/poge5b11.htm
http://cronologia.leonardo.it/storia/tabello/tabe1504.htm
http://www.cgil.it/chisiamo/Storia.aspx

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Sent: Tuesday, May 04, 2010 9:25 AM
Subject: "Voglio rispetto" di Bersani


"Voglio rispetto" di Bersani
 Molta eco ha destato la reazione di Pierluigi Bersani alle critiche rivoltegli in "Anno Zero" da Marco Travaglio in una delle sue note lette tutte di un fiato e sempre pungenti per il potere.  Bersani ha chiesto "rispetto"con tono assai fermo. Si era notevolmente innervosito per le difficoltà dell'incontro di qualche minuto prima con i  cassintegrati dell'Asinara il cui portavoce era chiaramente un vecchio compagno insoddisfatto di quanto stanno facendo PD e CGIL e che gli parlava con il tono di chi sollecita una assunzione di responsabilità più precisa e magari una maggiore comprensione e solidarietà.Oltre all'Asinara, Anno Zero aveva aperto diverse finestre di grande allarme sociale sulla condizione delle famiglie italiane nella crisi che le sta travolgendo. Nel PD il "voglio rispetto" di  Bersani ha  suscitato molto consenso, condivisione come se si fosse recuperato un orgoglio, un senso della propria funzione politica misconosciuto dalla gente e dai massmedia.
 A me il "voglio rispetto" di Bersani non è piaciuto per niente. Mi ha ricordato, come atteggiamento,
Aldo Moro con il suo "non ci faremo processare nelle piazze" più tardi riechieggiato in sedicesimo da Mastella e il Presidente Scalfaro con il suo "Non ci sto" a reti unificate. Atteggiamenti dettati da un forte senso della propria appartenenza ad un ceto, ad una oligarchia piena di superbia e che si ritiene superiore ed esente da critica. Non c'è bisogno di chiedere "rispetto" ma di spiegare nel merito che le critiche sono infondate se sono tali oppure di aprirsi ad esse senza fare l'offeso e la vittima.
 Quale rispetto si può invocare per un Partito che occupa lo spazio di un partito socialdemocratico espressione di un blocco sociale alternativo diverso da quello della destra e che invece di tutelare gli interessi della sua gente offre servizi alla classe dominante? Bersani ha motivato il ritiro del PD dal referendum per l'acqua pubblica con lo specioso ed inverosimile argomento che molti referendum sono stati persi e che anche questo si perderà..Ma, ammessa per vera questa ragione, non ha detto che è per la gestione pubblica dell'acqua e, nella materia, si limita ad una mera riduzione del danno, accettandolo. Lo stesso il PD ha fatto per l'arbitrato che insidia l'art.18. Il suo gruppo senatoriale ha presentato un ddl che universalizza il precariato dandogli un orizzonte triennale ed una dotazione di bassi salari, salari di fame inferiori ai minimi contrattuali. Non c'è una sola materia a cominciare dalla politica estera in cui il PD proponga una cosa diversa da quella del centro-destra. La sua differenza consiste in una gestione civile e meno faziosa del potere ma questa non è la funzione di un partito di alternativa. Quando Enrico Letta propone di rendere sexi il PD non pensa al pensionato o al cassintegrato ma all'industriale o industrialotto. Le macerie sociali che stanno rovinando tantissima gente ed il sistema sociale italiano, la sua coesione, sono state provocate da input di liberismo selvaggio per i  quali il PD ha mostrato condiscendenza.  Se oggi il PD viene percepito con sconcerto da quello che fu il grande elettorato democratico della sinistra italiana ci sarà pure qualche responsabilità dei suoi gruppi dirigenti.
 Il rispetto non deve essere chiesto per gli oligarchi della politica ma per le persone che sono state messe nel tritacarne di una crisi economica e sociale  spesso fomentata da scelte politiche. Basti pensare ai centomila licenziati della scuola ed alle privatizzazioni.
 Pietro Ancona

http://teleipnosi.blogosfere.it/2010/05/annozero-lorgoglio-di-bersani-e-la-mission-impossible-di-battere-il-voto-ideologico-per-berlusconi.html

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Sent: Thursday, May 06, 2010 7:23 AM
Subject: la sedia contesa


   La sedia contesa
  Mi aspettavo che, dopo la relazione di Epifani, vincitore all'83 per cento del Congresso della CGIL,
fosse data la parola ad un rappresentante della mozione cosidetta nr.2 perchè illustrasse le ragioni della minoranza. Così non è stato. Non credo che sia   manifestazione di democrazia una sorta di centralismo  autoritario  per cui chi vince rappresenta tutto e tutti. Se nei costituendi organismi si terrà conto della minoranza senza che questa abbia potuto esprimersi in Congresso con la dignità necessaria di una relazione sulle proprie idee e sulle ragioni che l'avevano condotto a non condividere le tesi di Epifani sarà ancora peggio.
 La presenza al Congresso della CGIL della Confindustria, del Ministro del Lavoro, della Cisl e dell'Uil ha retto la trama di una trattativa sottotraccia in presenza del garante PD presente al massimo livello  La trattativa mira a recuperare la CGIL alla continuazione del progetto di ristrutturazione e spesso di liquidazione del diritto del lavoro allo scopo di assicurare ancora più flessibilità e disponibilità alle nuove esigenze del padronato. La Marcegaglia ha detto di essere d'accordo se nella CGIL non vincerà l'ala intransigente e le le correzioni di percorso saranno minime di qualche aggiustamento non significativo. Sacconi, more solito, ha fatto il sostenuto ed il sospettoso e vorrebbe andare avanti con "i complici" Cisl ed Uil, la Cisl detterà le sue regole nello intervento di oggi di Bonanni. L'obiettivo del Congresso è il ripescaggio della CGIL nella rete di un consociativismo ad egemonia confindustriale e governativa.Obiettivo difficile ma non impossibile nonostante i fischi di ieri ai protagonisti di questo minuetto.
 L'attacco all'art.18 e la sostanziale riconferma della legge 1167 bocciata dal Capo dello Stato (il quale però si é premurato di dire che firmerà qualsiasi testo gli verrà rimandato dalle Camere) e l'annunzio di Sacconi della imminente presentazione di una legge di sostanziale abrogazione dello Stato dei Diritti dei Lavoratori a favore di una sorta di Statuto dei Diritti del Lavoro e cioè delle imprese non solo non sono stati oggetto di una adeguata reazione della CGIL ma non hanno costituito un punto di vero contrasto con la Confindustria ed il Governo. Certo, si comunica che la CGIL continuerà a disapprovare l'arbitrato ma, come sappiamo la disapprovazione a posteriore equivale ad una resa quasi incondizionata. Se si fa uno sciopero di protesta dopo aver lasciato compiere il misfatto senza una reale opposizione nelle fabbriche  e nella società questo può servire soltanto per dire ai lavoratori che non si era d'accordo. Ma soltanto questo.
 La relazione di Epifani è di piatta conformazione alla ideologia liberista. I fenomeni non vengono spiegati ed analizzati ma soltanto presentati nelle loro conseguenze spesso preoccupanti. Le responsabilità soggettive delle cosidette crisi non vengono osservate. Il fenomeno della disoccupazione è incrementato da scelte politiche non dettate da esigenze economiche come il licenziamento di oltre 150 mila insegnanti nella scuola finalizzato a ridurre ai minimi termini l'offerta scolastica pubblica per una ragjone ideologica. Le delocalizzazioni seguono non necessità di espatrio per la sopravvivenza delle aziende ma ricerca di maggiori profitti ancora più grossi di quelle che ci sono. Il piano di ristrutturazione della Fiat che localizza gli impianti dove il salario è minimo o il trasferimento di aziende come la Bialetti o la Omsa sono espressi della tendenza di un capitalismo
che sfugge alle sue responsabilità sociali richiamate dalla Costituzione per cercare profitti sempre più alti. La crisi deriva anche da bassi salari e dal precariato che hanno ridotto all'indebitamento molta parte di coloro che guadagnano attorno ai mille euro al mese li obbliga ad una vita fatta di privazioni. Se i negozi sono deserti e se c'è un degrado della qualità della vita a cominciare dall'alimentazione
questo provoca una caduta interna dei consumi anche di beni intermedi o finali. Come si può stipulare un mutuo se si è precari? Inoltre  le  possibilità di una fascia media di lavoratori sono scomparse. Ad una coppia di insegnanti con figlia all'università che  spende 820 euro al mese più condominio per un affitto di casa alla quale chiedevo perchè mai non stipulassero un mutuo mi è stato risposto che mutui per meno di milletrecento euro mensili di rateo è assai difficile averne. L'affitto è diventato una scelta obbligata.
  Mi aspettavo che il piano triennale per il lavoro posto da Epifani al centro della sua relazione comprendesse un programma di edilizia popolare per dare nuovi alloggi  specialmente per le giovani coppie, di recupero delle infami allucinanti periferie urbane delle grandi città italiane, di investimenti per la difesa del suolo e della natura, di recupero pieno dei trasporti ferroviari alla gestione pubblica dopo il fallimento della privatizzazione, di interventi di edilizia scolastica e di dotazione di nuovi mezzi alla scuola per i laboratori e la ricerca. Ma la testa della CGIL si è concentrata  sopratutto sui bisogni che la Confindustria vorrebbe subito soddisfatti.
 La relazione ha ignorato la terribile crisi che si sta sviluppando nelle campagne italiane dovuta al basso livello dei prezzi. Per pagare  una tazza di caffè al bar un agricoltore deve vendere 15 chili di frumento. I prezzi finali per i consumatori a causa di una filiera di speculazione arrivano decuplicati o centuplicati a seconda del caso. Questa crisi è causa di retribuzioni di fame.
 Il Congresso della CGIL lavora in funzione di un blocco sociale che esclude e penalizza il lavoro dipendente. L'obiettivo di un ritorno invocato al tavolo della trattativa non riguarda i lavoratori ma soltanto il loro sindacato che deve conformarsi ed omologarsi alla linea iperliberista di questo governo e della confindustria. Si grida allo scandalo per salari di trecento euro al mese e che non riguardano soltanto i migranti ma anche gli schiavi bianchi della Biagi ma non si chiede il Salario Minimo Garantito per mettere un limite che tende ad abbassarsi sempre di più. Non si prende posizione contro il ddl Nerozzi-Marini che universalizza il precariato, toglie l'art.18 ed abbassa ancora i salari, non si indicano obiettivi di lotta alle privatizzazioni che stanno devastando sanità scuola e pubblica amministrazione facendone un business di avidi appaltatori di manodopera. Non si fa il terribile bilancio di macelleria sociale dei sei milioni di biagizzati per chiedere l'abrogazione della legge trenta.
 Il dibattito è iniziato. Ma il Congresso è finito e non darà altro spettacolo diverso da quello di una sedia contesa in un Palazzo ostile ai diritti dei lavoratori.
 La  sterminata galassia del sindacalismo di base è rimasta fuori dal Congresso. Si tratta di
centinaia di migliaia di lavoratori tra i più consapevoli e combattivi spesso provenienti dalla CGIL diretti da migliaia di quadri in grandissima parte di sinistra ed animatori di tante   lotte per i diritti civili e sociali. Preferire a loro la compagnia di Bonanni, Angeletti e anche della Polverini non mi pare che sia una scelta giusta per una grande confederazione di lavoratori legata alla sua tradizione classista..
 Pietro Ancona

Paolo Ferrero   5 maggio 2010 in blog, http://lnx.paoloferrero.it/blog/?p=2343#comments

Alla Cgil manca la strategia per battere l’attacco di governo e
confindustria.
Nella relazione di Epifani ci sono tante cose giuste ma non c’è una
strategia per contrastare l’attacco pesantissimo ai lavoratori e al
sindacato di classe che il governo e la Confindustria hanno scatenato.
Per fermare l’offensiva politica che è in campo non bastano certo gli inviti
unitari che rischiano semplicemente di lasciare isolata la Fiom. Se non
vogliamo finire come la Grecia – Paese in cui la crisi viene scaricata
interamente sulle spalle dei lavoratori – è necessario porsi l’obiettivo di
obbligare con la lotta il governo a rovesciare la sua politica economica.
Costruire l’opposizione alla politica di questo governo non è un problema
solo politico ma sindacale.

http://lnx.paoloferrero.it/blog/?p=2343#comments

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, May 09, 2010 10:46 AM
Subject: La vacca ed il mungitore


 La vacca ed il mungitore

  La filosofia di Giuseppe Di Vittorio, il suo riformismo empirico frutto della sua  storia personale e della storia del movimento operaio italiano, si riassumeva in questa esortazione: "compagni, mungiamo la vacca ma senza  ucciderla ". Ovviamente si riferiva ad una politica di rivendicazioni
che fossero compatibili con la buona salute dell'economia. Non si tratta della legge bronzea dei salari di Ricardo ma di un uso responsabile del conflitto sociale finalizzato a migliori condizioni dei lavoratori nella prosperità generale.
 Questa è stata la politica riformista della CGIL. Una politica che ne ha fatto una grande forza nazionale rispettata dagli industriali ed amata dai lavoratori che ha assicurato all'Italia un lungo periodo di benessere dopo la ricostruzione e ben oltre l'autunno caldo. Per quanto lo slogan del "salario variabile indipendente" fosse la parola d'ordine della classe operaia nel 68, in realtà le richieste non sono mai andate oltre le ragionevoli possibilità del sistema. La serie storica dei salari italiani è esemplare per austerità non soltanto nell'industria privata ma anche nei grandi contratti del settore pubblico. Sanità e scuola ne sono esempio. Se qualcosa è stato fatto fuori da questo quadro non si deve al massimalismo della CGIL quanto al clientelismo della politica.
 Ricordo perfettamente le vicende del contratto dei dipendenti della Regione Siciliana in cui ad una richiesta di cento, il governo rispondeva dando centoquaranta e l'assemblea legislativa che
approvava la legge portava a duecento.
  Ma oggi, con venti anni di riduzione dei salari alle spalle, iniziata con gli accordi di concertazione del 1993 e l'abolizione della scala mobile, la scelta della CGIL non è più quella di
Di Vittorio. La vacca è ingrassata ed il mungitore rischia di essere ucciso. La situazione si è totalmente invertita. Oggi Di Vittorio direbbe: "salviamo il mungitore!"
 In questi anni si sono compiute scelte che rompono la coesione sociale e l'equilibrio delle forze produttive: il pacchetto Treu, la legge Biagi, gli accordi con il governo Prodi, l'allegato lavoro, la riforma del contratto, la riforma della scuola e della sanità hanno indebolito alla radice la posizione sociale e giuridica dei lavoratori. La camicia di forza imposta ai rinnovi contrattuali ha consentito un trasferimento di reddito nazionale dal lavoro dipendente al profitto, alla rendita ed alle professioni di proporzioni gigantesche. Il monte salari si è rimpicciolito. La spoliazione è stata terribile. La stessa qualità della vita dei lavoratori è degradata.
 Celebrare un Congresso all'insegna della moderazione, non presentare alcuna proposta di aumento delle retribuzioni, non mettere in discussione il precariato e le pensioni, accettare la riduzione della qualità del welfare disarma  e consegna inermi i lavoratori al padronato e non fa neppure gli interessi del paese oggi ingrigito da una diminuzione dei consumi essenziali.
 La CGIL non avrebbe dovuto accettare la discussione sulla sostituzione dello Statuto dei Lavori a quello dei Lavoratori. Avrebbe dovuto dire no a muso duro e proclamare fin d'ora lo sciopero generale. Non credo proprio che con il suo dissenso il governo e le forze politiche andrebbero avanti lo stesso. Ma, probabilmente, il gruppo liberista che oramai ispira la segreteria della Confederazione e che ha sostituito la cultura socialista con i precetti di Monti, Ichino e Boeri considera lo Statuto dei Diritti una sorta di rudere archeologico che confligge con l'idea di una flessibilità senza limiti del lavoro. Si può flettere il lavoratore fino a spezzargli la schiena se ci sono ancora diritti che lo vietano?
 L'involuzione culturale della CGIL è profonda. Basta vedere le elaborazioni del suo ufficio studi.
 L'immobilismo salariale e la disponibilità a sottrarre diritti pongono una grande questione democratica. Può un paese sopportare il fatto che venti milioni di lavoratori siano rappresentati da sindacati che non ne curano gli interessi vitali? Fino a quando la democrazia potrà reggere
dopo la rottura della coesione sociale e lo scivolamento continuo di milioni di persone indifese  verso la povertà?
  Se al conflitto sociale ben organizzato dentro una cultura civile che non mortificava nessuno si sostituisce l'inerzia di una massa informe di persone abbandonate all'arbitrio di un padronato senza freni, isolate e disperate, verso quale società ci avviamo?
 Dopo la Grecia, l'Unione Europea non mancherà di proporre un forte giro di vite della condizione dei lavoratori. Nella guerra finanziaria scatenata dagli USA contro l'Europa i lavoratori saranno  i soli a pagarne le spese.
 Non  dubito che CGIl CISL UIL agiteranno lo spauracchio della crisi e della catastrofe per spaventare i lavoratori ed indurli a dare sempre di più senza nulla chiedere.
  Ma in questo non c'è alcuna saggezza. Non si é né patriottici né responsabili ma soltanto  complici della barbarie del capitalismo.
  Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Saturday, May 08, 2010 8:33 PM
Subject: Fondare una nuova CGL dei Lavoratori, come fece Di Vittorio un secolo fa uscendo dalla CGIL


Cara Liberazione

Considerato che con questo Congresso della CGIL sono state liquidate definitivamente le speranze per un suo recupero alla difesa dei lavoratori e che siamo alla vigilia della liquidazione dello Statuto dei Diritti, la Federazione della Sinistra Italiana dovrebbe appellarsi a quanti non vogliono finire sepolti sotto le macerie dei loro diritti per la costituzione di una Nuova CGL che abbia un rapporto organico, dialettico, fecondo con la sinistra socialista italiana. La CGIL è cinghia di trasmissione del PD. La politica sociale del PD è quella di Ichino, Treu, Colannino, la Marcegaglia.  Bisogna aumentare
le difese sindacali e politiche dei lavoratori italiani. La mozione due del Congresso CGIL
ha fallito. Molti dei suoi dirigenti vogliono farsi perdonare di avere osato di esprimersi contro il vertice del potere. Sindacato e partito debbono tornare, senza ipocrisie di falsi autonomismi, a fare squadra a difesa dei salari, delle pensioni, delle libertà, dei diritti.
Pietro Ancona

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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Wednesday, May 12, 2010 5:19 PM
Subject: Magari fossero veri i dati OCSE


Magari fossero veri i dati OCSE!

 I dati dell' Ocse sui salari italiani  inferiori alla media e situati al 23 posto non sono veritieri per eccesso. Non tengono conto di due grandi masse di retribuzioni: quelle dei biagizzati e  degli immigrati. I lavoratori biagizzati 18 mila euro all'anno se li sognano! Sono per loro  una cifra astronomica!  Al massimo mettono insieme non più di 8 mila euro ammesso che per dodici mesi non
vengano "disturbati", cioé licenziati per essere riassunti dopo qualche tempo come di solito si divertono a fare i sadici datori di lavoro del Bel Paese! Non parliamo poi del lordo di  26.304 euro. Questo non esiste se non per la parte dei lavoratori ancora a tempo indeterminato ma  sottoposti ad un durissimo assedio su più  fronti contrattuali e legislativi. Vedremo che cosa succederà dopo l'approvazione della 1167! I salari italiani sono inferiori all'ultimo scalino della graduatoria OCSE!!
 La responsabilità di questa stupefacente depressione salariale è  dovuta alla politica di concertazione
triangolare sindacati-governo-confindustria. La concertazione  ha  prodotto danni derivanti innanzitutto dal blocco della indicizzazione e dalla parametrazione dei rinnovi contrattuali al tasso di "inflazione" programmato e cioè a quello fasullo indicato dai documenti governativi di programmazione economica. A questa ghigliottina si deve aggiungere il  carro di guerra della legge Biagi la quale oltre al  precariato ha prodotto retribuzioni indecenti e situazioni abnormi. E' difficilissimo trovare un biagizzato che superi i 1000 euro mensili! La media non va oltre i seicento euro. Soltanto l'esistenza dell'ammortizzatore familiare ha permesso a moltissimi giovani di sopravvivere e di continuare a lottare e sperare in un futuro migliore. Ma questo futuro migliore non esiste. Anche il PD si è messo di traverso e taglia loro la strada con il ddl Nerozzi-Marini che introduce il CUI.
 E' un mero inganno ritenere di recuperare qualcosa per i lavoratori con una riforma fiscale. Sappiamo tutti che anche nella migliore ipotesi di un recupero del dieci per cento di salario questo è poco più
di una manciata di spiccioli che non tirerà fuori i  lavoratori italiani dalla buca in cui giacciono.
  Questa drammatica statistica dell'OCSE viene  commentata da Bonanni con la richiesta di una riforma fiscale che, come dicevamo, darà un piccolo insignificante risarcimento ma lascerà inalterato il quadro della situazione. Epifani tace ma non dubito che non si discosterà di molto dalla linea del recupero fiscale: la CGIL ha fatto due scioperi generali appunto per chiedere allo Stato ma non alle aziende di intervenire. In Italia quindi, fino a quando avremo CGIL CISL e UIL attestate sulla linea della "complicità" con il padronato per le "sorti magnifiche e progressive" del capitalismo italiano  la condizione di chi deve lavorare per vivere e far vivere la sua famiglia  saranno queste ed anche peggiori di queste.
 La politica del Sindacato veniva così riassunta in una breve frase di un lavoratore Telecom: Il sindacato è la voce dell'azienda!
 Questa degenerazione profonda del ruolo del sindacato è un problema grosso, grossissimo, non solo per i lavoratori ma per la democrazia italiana. Nelle aziende si è instaurato un autoritarismo che prelude
a cose ancora peggiori. Dopo l'adesione di Cisl e UIL e la finta opposizione della CGIL alla abolizione dell'art.18 la Marcegaglia e Sacconi vogliono la liquidazione dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Cisl e UIL hanno già aderito entusiasticamente! La CGIL si è dichiarata disponibile a trattare dopo aver fatto una piccola "doverosa" difesa d'ufficio!
 Pietro Ancona

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/05/11/visualizza_new.html_1791175318.html

"L'Italia è sotto la media Ocse che nel 2009 risultava di 26.395 dollari per il salario netto e 35.887 per il lordo e sotto la media Ue-15 (28.454 e 40.525 dollari rispettivamente). Espressi in euro i salari netti nel 2009 in Italia risultano di 18.503 euro su un lordo di 26.181 euro, in calo dal 2008 (18.578 e 26.304 euro)."

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, May 14, 2010 10:06 AM
Subject: 1 maggio 2011 ad Incisa Valdarno?


 1° Maggio 2011 ad Incisa Valdarno
 Quest'anno abbiamo avuto la celebrazione più solenne del 1° Maggio, quella con i tre segretari generali, a Rosarno. Il significato di tale scelta era altamente simbolico e serviva  per farsi perdonare l'assoluta lontananza, il distacco dei grandi sindacati nazionali da una pratica di schiavitù che durava (dura) da decenni, che era sotto gli occhi di tutti, tutti sapevano ma non c'è mai stata una iniziativa del sindacato dell'agroindustria, del segretario generale della CGIL calabrese di vera solidarietà, di recupero a una condizione di vivibilità di tanti essere umani abbrutiti loro malgrado da un lavoro faticoso e dall'assenza di conforti minimi  come pulirsi, avere un cesso decente, lavare una camicia, un paio di calzini.....
In  Italia non abbiamo soltanto schiavi africani, di colore nero. Abbiamo anche gli schiavi bianchi ed i lagers sono i call center dove la realtà supera la fantasia. Tutti ricordano il film di Virzì con la Ferilli nel ruolo di animatrice, ideologa, kapò di  tanti infelici indotti alla servitù anche da un condizionamento mentale che è il massimo della alienazione da sè stessi, una riduzione ad ingranaggio
di un progetto di propaganda e di vendite.
  Ma, come abbiamo saputo ieri da Incisa Valdarno nel mondo reale e non nel cinematografo esistono situazioni come quelle descritte da Virzi. Qui si è giunti a dare colpi o colpettini di frustino alle ragazze che non rendevano quanto voluto dai loschi e criminali gestori del call center. Si negava loro  anche la possibilità di recarsi in bagno.
 I colpi di frustino ai disgraziati dei callcenter mi hanno ricordato le "punciute"(pungiture) ai polpacci  che venivano inflitte ai carusi siciliani delle zolfare quando, nella durissima risalita dalle viscere della terra si stancavano e si fermavano ansimanti per qualche istante.
 Che cosa c'è di cambiato? C'è di cambiato che non siamo alla fine dell'ottocento e nel profondo della condizione meridionale descritta da Franchetti e Sonnino e raccontata magistralmente da Adolfo Rossi nel suo bellissimo e commovente libro "l'agitazione in Sicilia", le vittime non sono zolfatari figli di zolfatari venduti dalle loro famiglie per qualche sacco di fave e di cattivo frumento. Siamo nel cuore della Toscana moderna e le vittime sono ragazzi spesso laureati ma subito delusi dalla vita e costretti al ripiego umiliante di diventare telefonisti per la vendita di un prodotto o di un servizio sempre meno richiesti da una popolazione impoverita.
   Della vicenda che i giornali raccontano in questi giorni mostrando raccapriccio c'è da dire alcune cose. Primo: l'indagine della Guardia di Finanza  stimolata dalla Associazione dei Consumatori è stata fatta per la truffa della vendita per tremilaecinquecento euro di un modesto elettrodomestico che ne valeva meno di trecento. Quindi, la scoperta del lagers dei venditori non è stata che una conseguenza indiretta della indagine. Forse, se non ci fosse stata la truffa, non ne avremmo mai saputo niente come niente si sa di quanto succede in tutti i callcenter d'Italia.
  Secondo: l'assenza di Sindacati. Come nel caso di Rosarno anche qui il sindacato è assente. Lo so bene quando sia difficile sindacalizzare persone terrorizzate dal timore di non avere o perdere il posto
 Ma, credo, a Incisa Valdarno tutti sapevano che cosa succedeva nel Call Center. Anche alla Camera del Lavoro. La CGIL avrebbe dovuto assumere una iniziativa. Segnalare all'Ispettorato del Lavoro o alla Procura della Repubblica quello che succedeva.
 L'indagine della Guardia di Finanza è durata tre anni. Mi domando perché ci sia voluto tanto tempo per assumere coscienza della realtà del Call Center e dei suoi infelici abitanti. Perché non sono stati verificati subito i maltrattamenti?
  Probabilmente il prossimo Primo Maggio sarà celebrato ad Incisa Valdarno da CGIL, CISL, UIL, unite da un patto di degrado del lavoro  che presto chiuderà la partita dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori (il più bel pezzo di selvaggina che Sacconi e la Marcegaglia vorranno mettere nel loro carniere). La celebrazione avrà accenti di commozione ed  i nostri tre eroi, assai compunti, denunceranno la condizione dei lavoratori dei call center.
 Naturalmente non chiameranno in causa la legge Biagi. Non ne chiederanno l'abrogazione e non proporranno l'introduzione di un Salario Minimo Garantito per mettere un argine alla violenza padronale. Si limiteranno ad una sorta di commemorazione di quelli che furono i diritti che non potranno essere ripristinati.
 Pietro Ancona

http://www.irre.toscana.it/acqua/multiverso/sovicille/ipertesto_sul_tempo/in_italia.htm
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/13/news/call_center_lager-4026163/

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, May 15, 2010 10:32 AM
Subject: La retorica dell'anniversario


La retorica dell'anniversario

 Il Presidente della Repubblica, con il fiato sul collo della contestazione leghista, si sforza di fare del 150° anniversario dell'unità d'Italia un  avvenimento patriottico, in grado di infiammare i cuori degli italiani, di convincerli della grande forza morale che ci viene dal Risorgimento e dai suoi
protagonisti da Garibaldi a Cavour. Di Mazzini si parla molto meno perchè non è mai stato   amato dalle classi dirigenti e dal Vaticano.
 Anche il suo predecessore Carlo Azelio Ciampi si sforzò di farci amare l'Italia. La sua fissa era l'Inno di Mameli che riportò in grande auge. Non c'era occasione in cui non venisse suonato e, se non ricordo male, durante la sua presidenza fu anche rieditato per migliorarne la musica.
 Ora le rievocazioni storiche dell'impresa garibaldina, lo sbarco dei Mille a Marsala, la sosta a Salemi,
la conquista di Palermo, la risalita dalla Sicilia fino al famosissimo (se mai fu pronunziato) "Obbedisco"! di Teano con la consegna dell'intera Italia meridionale al Re Vittorio Emanuele Secondo che ne prende possesso dall'alto del suo cavallo non riescono ad accendere l'entusiasmo e la passione che Napolitano agogna nonostante la presenza dappertutto di scolaresche pronte a sventolare il tricolore che Bossi ed i Leghisti vorrebbero usare come carta igienica.
 Credo che arriveremo al 2011 con il fiato grosso, in affanno, con un progetto propagandistico che
non riesce a fare breccia, a conquistare i cuori, a convincere.
  Perchè tanta freddezza, perchè non scatta la molla del patriottismo?  Il ricordo del Centenario nel 1961 è stato più caloroso e fu animato da manifestazioni di spontanea adesione agli ideali unitari del Paese. L'Italia era più povera ma più solidale. Eravamo nel pieno di un progetto di crescita, di inserimento in Europa che allora era vissuta ed era un grande fattore di modernizzazione e anche di civilizzazione. Quando si voleva qualificare bene una norma si diceva "è ispirata alla cultura europea".
 Eravamo alla vigilia di una grande stagione di riforme in un progetto di unità che fu rappresentato dal centro sinistra e che portò alle innovazioni della scuola, della riforma agraria, della casa per tutti, del welfare. Ricchi e poveri erano dentro una barca in cui tutti remavano verso la conquista di  un posto al sole. Ci lasciavamo alle spalle l'Italia della grande fame descritta da Collodi in Pinocchio e rappresentata da Pulcinella e  cominciavamo a consumare in tutte le famiglie le bistecche prima riservate, e soltanto per qualche giorno la settimana, ai benestanti.
 Per capire il prodigioso progresso rappresentato dalla possibilità di sfamarsi e di alimentarsi meglio basti pensare alle generazioni di rachitici e di nanerottoli sostituite da generazioni di ragazze e ragazzi splendidi e di almeno venti centimetri più alti dei loro predecessori.
 Cinquanta anni dopo viviamo in una Italia popolata da infelici ed angosciata dal suo futuro che sembra oscurissimo. La coesione sociale si è rotta. I Ricchi sono diventati assai più ricchi ed avidi, i poveri sempre più poveri. L'ascensore sociale rappresentato dalla scuola e dall'università non funziona più. Tra i  callcenteristi frustati  di Incisa Valdarno ci sono moltissimi laureati. Avere una o più lauree spesso significa una frustrazione maggiore a fronte del tritacarne rappresentato dalla legge Biagi. Restano in piedi soltanto le protezioni familiari delle corporazioni. I professionisti figli di professionisti, dai farmacisti agli ingegneri, continuano a stare bene. Le porte per quanti provengono da altri ambienti, da famiglie "basse" come si diceva spregiativamente un tempo, si sono richiuse per sempre.
 Viviamo in una Italia governata da una Oligarchia rappresentata dal Ministro Calderoli leghista,  federalista ma anche, se il caso, secessionista il qualedi contro al salasso cui saranno sottoposti i lavoratori  insiste nel mantenere praticamente inalterato il costo della politica e della parapolitica oggi di centinaia e centinaia di miliardi di euro. Basterebbe una sforbiciata del trenta per cento che in ogni caso conserverebbe gli stipendi dei nostri politici in testa alle classifiche mondiali per ricavare  i 25 miliardi che invece saranno  succhiati ad una classe lavoratrice di milleuristi.
 Insomma, perchè si dovrebbe amare una Italia diventata il paese delle diseguaglianze, governata da una classe politica scandalosa espressione di due partiti che vogliono dare sempre di più a chi  ha già tanto e togliere il poco che resta ai lavoratori? Una scuola che licenzia oltre centomila insegnanti ed un Governo che non si pone il problema del destino di questa massa enorme di disoccupati intellettuali
perchè non dovrebbero suscitare amarezza, protesta, odio?
 Inoltre, Napolitano nel profondere la sua retorica per l'unità propone anche il suo contrario, il federalismo. Sa bene che il federalismo sarà la centrifuga di quel poco che rimane di senso nazionale.
 Ma si ostina a credere e volerci far credere che sarà invece una cosa buona, positiva. La Sicilia ha sperimentato il federalismo per via del suo Statuto Speciale. L'enorme quantità di soldi che raccoglie dai contribuenti é servita a foraggiare una burocrazia mostruosa e a creare miseria ed indebitamenti. Le politiche liberiste di privatizzazione oggi in grande auge hanno creato una idrovora che inghiotte il gettito fiscale. Basti vedere i disastri degli Ato e la crisi della immondezza affidata al sistema pubblico-privato.
 In conclusione, il sentimento di unità non nasce ricordando il passato, il Risorgimento, i martiri di Belfiore, ma facendo una politica di coesione nazionale e ripudiando l'ideologia che sovrasta questa classe dirigente che vuole l'arricchimento dei ricchi ed il tritacarne per i poveri.
Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Thursday, May 06, 2010 7:51 PM
Subject: da Quarto alla Padania

  Da Quarto alla Padania  Tutta l'Oligarchia politica italiana è dedita ad esaltare l'unità d'Italia ed a professare la sua scelta federalista. Tutta a cominciare dal Presidente della Repubblica. Il  partito secessionista di Bossi che  è ben insediato in Roma ladrona e ne lucra profitti prebende e privilegi per i suoi esponenti ostenta disprezzo per il Risorgimento.      Ma basta vedere in tv le riprese degli arrivi di Bossi agli incontri con Berlusconi o altri a bordo di possenti lussuosissime auto  estere in vere e proprie processioni tutte rigorosamente a carico dell'erario italiano per capire fino in fondo il detto siciliano " addratta e chianci".  L'oligarchia politica italiana non perde mai di vista il Nord, le grandi regioni industrializzate del capitalismo italiano, e cerca di farsi perdonare la sua opzione unitaria con una forte professione di fede nel federalismo. Federalismo che, nella interpretazione di molti dirigenti del Nord, vuol dire che ogni Regione dovrà usare i mezzi provenienti dal proprio reddito fiscale e non dovrà più parassitarsi su altre o sullo Stato. Questa versione del federalismo è assai più spinta in coloro i quali ritengono che dovrà anche avvenire una sorta di purificazione etnica di tutte le funzioni pubbliche: professori, magistrati, provveditori e quant'altro dovrà essere selezionato accuratamente e prelevato dalle  risorse umane locali.  Nell'atteggiamento di molti fautori del federalismo c'è una componente didattica importante. Si dice: questo abituerà i meridionali ad essere responsabili, a non scroccare alle nostre spalle, a sviluppare la propria inventiva e trovare finalmente il modo per sostenersi da soli.  La sinistra italiana ha la responsabilità di non dissociarsi dal coro dei federalisti. Ieri Epifani ha affermato al Congresso della CGIL che, per lui, il federalismo non vuol dire secessione. Ma non si è sognato di metterlo in discussione.  Io resto convinto che il federalismo sarà il grimaldello per distruggere l'Italia quando si innesterà alle attuali  Regioni e ne esalterà i poteri di legislazione autonoma. Se si vuole  conservare l'unità d'Italia non si può essere federalisti ma semmai proporre un nuovo progetto di coesione nazionale oggi disgregata dalle controriforme della destra per  la scuola e le privatizzazioni. L'espulsione di circa duecentomila insegnanti in grandissima parte di origine meridionale prevista nel corso di questo triennio costituisce da sola un vulnus terribile all'unità del paese finora fondata sull'equilibrio della ricchezza industriale al Nord e dei quadri della pubblica amministrazione in grande parte al Sud.  Gli attuali oligarchi che hanno in mano le Regioni sono dei superprivilegiati della Casta che si è creata nel corso di questi anni e da solo costano miliardi di euro che vengono procurati dalla fiscalità e quando questa manca dalla vendita del patrimonio demaniale o dall'indebitamento con le banche spesso estere. Il federalismo sarà usato da questa classe dirigente oramai vecchia di quaranta anni e dedita a tutti i sotterfugi (basti vedere la leggi elettorali, i poteri dei Consigli, i poteri del Presidente etc....) per feudalizzare ancora di più il loro potere.  Al grimaldello federalista si unisce il grimaldello delle privatizzazioni che hanno creato una fittissima rete di s.p.a. pubblico-private che erogano stipendi milionari a consigli di amministrazioni intenti ad amministrare quello che ieri era curato da un semplice funzionario municipale. Basti vedere gli Ato in Sicilia.   L'oligarchia ha creato nuove categorie sociali: la categoria degli amministratori e quella dei consulenti. Divertitevi a contare i consulenti della provincia di Bolzano o gli amministratori toscani e ne vedrete delle belle.... Non è parassitismo lucrare dai contribuenti per distribuire a centinaia di migliaia di amministratori e di consulenti? Esiste una necessità oggettiva per giustificare questa gente? No! Esiste però la possibilità legale di crearli...  In merito alla virtuosa gestione dei settori, ad esempio, la sanità lombarda bisognerebbe vedere quanto costa ai cittadini e quante risorse vengono inghiottite dall'apparato privato che parassita il servizio sanitario nazionale. Sono certo che moltissime persone rinunziano a curarsi a Milano perchè il sistema è diventato troppo oneroso.  Oggi il federalismo appare ai suoi profeti del Nord  come una via di fuga da una Italia che è diventata insopportabile nei momenti in cui non la spremono. Ma una riforma così rivoluzionaria  non si può fare  soltanto per sfuggire ad una realtà  diventata sgradevole sperando in un far west dove scatenare gli spirits animals  . Dovrebbe avere motivazioni molto più profonde. Ai bergamaschi qualcuno ha raccontato che non manterranno più gli sfaticati terroni del Sud. Ma le cose non stanno così. Non daranno più soldi al Sud (ammessa per vera la leggenda di questa solidarietà) ma non ne avranno per se. Finiranno nelle tasche dei loro concittadini che gestiranno le Regioni soltanto in funzione dei loro interessi di impresa o di clan.  Spero che la sinistra si svegli e chieda uno stop ed  una verifica di come stanno le cose oggi nelle regioni.

 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Monday, May 17, 2010 4:57 PM
Subject: Bossi pedagogo


Bossi pedagogo

 Il capo della lega Nord ritiene che il federalismo servirà al Sud per educarlo ad usare  meglio e con maggiore rispetto i soldi del  prelievo fiscale del suo territorio,  a non parassitarsi sulle regioni e sugli uomini operosi della Valle Padana, ad imparare a vivere con i propri mezzi. Insomma, il federalismo sarà sopratutto uno strumento educativo per i meridionali fannulloni e scrocconi e Bossi ne è il grande pedagogo.
  Il Nord è assai più ricco del Sud ma non dà proprio niente a questo. Se desse come sostengono i
tronfi separatisti della Lega il livello della popolazione del sud dovrebbe essere eguale o vicino a quello del Nord. In effetti non è così. La popolazione meridionale è più povera appunto perchè meno ricca e non assistita nè dal Nord nè da chicchesia.
 La leggenda del Nord che mantiene il Sud viene alimentata da intense campagne propagandistiche che impegnano i massmedia quasi quotidianamente. Il  prof.  Luca Ricolfi ha addirittura scritto un libro diventato cult per i leghisti: " Il sacco del Nord" nel quale viene spiegato come i virtuosi abitanti della Padania si siano  accollati per quasi cinquanta anni il peso di una zavorra fatta di tutto l'ex Regno delle Due Sicilie e di parte dell'ex Stato della Chiesa. In sostanza, mentre il Nord consuma meno di quello che produce, al Sud avverrebbe il contrario attraverso, appunto, il salasso delle risorse guadagnate dal Nord.
 In effetti, questa tesi è  infondata. Se il Nord ha contribuito a pagare più tasse per il mantenimento dello Stato questo è esclusivamente dovuto alla sua maggiore ricchezza, alla sua straordinaria (fino a ieri) densità industriale.  E' falso che le risorse prodotte dal Nord vengano stornate al Sud .  Nella distribuzione delle risorse attraverso i trasferimenti lo Stato si comporta riferendosi a parametri che non sono certamente di favoritismo per il Sud.. La Lombardia, il Piemonte, il Veneto non sono in grado di dimostrare di avere ceduto risorse a vantaggio del Sud ed anzi hanno ricevuto molto di più di quanto non abbia avuto il Sud. Il Nord ha un sistema infrastrutturale finanziato dallo Stato che è di almeno dieci volte migliore per qualità ed efficienza di quello meridionale. Basti pensare al sistema autostradale. Inoltre la più grande industria del Nord e dell'Italia la Fiat di Torino è stata sostenuta per decenni da cospicui contributi statali in  parte sotto forma di CIG usata per integrare i bilanci della azienda scaricandola dei periodi di magra commerciale.
  Il progetto   ideato da un economista di indubbio valore quale fu il Prof.Saraceno di industrializzazione del Sud con la Cassa per il Mezzogiorno (CASMEZ) fu vanificato dall'uso che torme di pirana ne fecero.    Grande parte dei soldi erogati sono finiti ad aziende come l'Eni, la Montecatini, alle acciaierie di Stato. I beneficiari della Casmez furono per il 95% industrie ed industriali del Nord. Siamo giunti financo all'intervento corsaro e truffaldino di imprese padane  che venivano a compiere scorrerie fingendo di  impiantare fabbriche  per impadronirsi dei cospicui incentivi e fuggire immediatamente lasciandosi macerie alle spalle.
  I benefici dei salari erogati dalla Italcementi e dalla Montedison o dall'Eni a Gela e Siracusa, della Fiat a Termini, dell'ILva a Taranto non valgono i terribili e duraturi danni provocati dall'inquinamento
e dall'oscuramento della vocazione turistica e agricola dei luoghi.
  In ogni caso, come dimostrano i documenti che corredano questo scritto, nella ripartizione delle risorse nazionali la parte leonina è stata  ed è  delle regioni del Nord. Che poi il Nord non riesca a smaltire quanto produce e riceve non è prova delle sue virtù sparagnine e di pratiche austere
di vita quanto di un surplus di risorse che, purtroppo, non credo  avrà ancora in futuro  neppure  col federalismo fiscale separatista. Soltanto una nuova fase della economia, dopo il giro di boa della crisi in atto (se ci sarà) potrà riprendere e conservare i dati di prosperità attuali.
  La classe dirigente del Nord non sta dando una grande prova di sè. Avvelena l'opinione pubblica e la istiga contro i meridionali e contro gli extracomunitari. Nei confronti di questi ha ispirato alla destra che controlla il Paese leggi di stampo nazista ed attua persecuzioni e campagne di odio che giungono financo all'omicidio. Naturalmente si serve della manodopera importata per la sua agricoltura che fallirebbe subito se ne fosse improvvisamente privata. Chi mungerebbe le vacche di  padron Bertoldo se gli indiani sikh rientrassero in patria? Lo stesso dicasi per le sue concerie dove impiega manodopera dell'est europeo in condizioni ottocentesche di sfruttamento. Un operaio delle concerie non campa più di dieci-quindici anni dentro le esalazioni di acidi ed il grande calore in cui fatica anche per dieci ore al giorno per i pochi euro concessi dai terribili imprenditori locali.
  Ritiene anche di poter fare a meno dei meridionali negli uffici e nelle scuole. Formigoni propone una radicale  pulizia etnica già avviata dalla Gelmini. Pensa di avere i magistrati ed i professori sufficienti per sostituire i meridionali? Soltanto il certificato di nascita deciderà dell'impiego.
 Il contesto politico e sociale in cui si avvia l'operazione "federalismo" è di odio e di cacciata dal Nord dei meridionali. Sbaglia Napolitano a non tenerne conto ed a pensare che l'Italia che uscirà da questa temperie non sarà ancora più avvelenata di quanto non  sia oggi.
  Il professore Giorgio Ruffolo, rendendosi conto che il federalismo di venti regioni che hanno dato pessima prova di se a cominciare dalla Lombardia non potrà che rendere irreversibile la crisi italiana,
propone tre grandi macroregioni. Sarebbe peggio che andar di notte!
  Penso che dovremmo fermarci tutti. Analizzare criticamente che cosa sono diventate le Regioni dalla loro istituzione ad oggi. Prendere atto che hanno moltiplicato per venti i vizi dello statalismo e reso quasi insostenibile il peso fiscale, prendere atto che producono nuove entità istituzionali per via dei tumori oligarchici che tendono a riprodursi con le province e la istituzione di nuove regioni. Una si è fatta avanti: la Romagna ed altre sono pronte per il riconoscimento. Possiamo escludere che Catania rivendichi di diventare Regione autonoma?
  Se l'Italia decidesse di sopprimere le Regioni e si potesse togliere il loro peso diventerebbe sicuramente migliore di quella che oggi è. Ma questo non è possibile e corriamo tutti verso il precipizio del federalismo che affosserà tutto e tutti se prima una grande ondata della crisi mondiale non ci avrà travolto.
  La prima operazione da fare è riconvertire in classe dirigente l'oligarchia che oggi divora oltre cento miliardi di euro l'anno. Ridurre il costo della politica di almeno il settanta per cento. Non andare avanti con le privatizzazioni. Queste due misure aiuterebbero a recuperare il  rispetto della popolazione e maggiori risorse per le riforme "giuste" da fare. Ma è possibile? Purtroppo non è possibile. Quando si tratta dei privilegi dell'Oligarchia, della casta, governo ed opposizione si stringono e fanno muro.
 Pietro Ancona

http://www.finanzalocale.interno.it/docum/studi/varie/formez03.html
http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=07073
http://finanziamentipubblici.it/category/categoria-notizia/miccich%C3%A8-cipe?page=1
http://www.regioni.it/mhonarc/details_misc.aspx?id=4644
http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/26/Ricolfi_attenti_Gattopardo_fara_boccone_co_9_100126031.shtml

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From: pietroancona@tin.it
To: direzione@unita.it
Sent: Wednesday, May 19, 2010 9:18 AM
Subject: Generazione sconfitta


I ragazzi del "Precariato" su faceboock  hanno realizzato questo youtube con la lettera inviata da Pietro all'Unità.

http://www.youtube.com/watch?v=EFnsyNR6gDM

 Generazione sconfitta

   Cara Dott.ssa De Gregorio,

ieri sera, a Ballarò, lei paventava una imminente rivolta sociale e raccontava di essere stata fortemente impressionata da assemblee di giovani precari con scene drammatiche  di pianto, disperazione, sofferenza.
  Cinque milioni di giovani, praticamente tutti i nuovi occupati, si trovano in regime di precariato.  Ma forse sono molto di più se aggiungiamo le partite IVA. Anche nel suo giornale probabilmente ci sarà una certa percentuale di giovani giornalisti assunti con una delle diavolerie della legge trenta. Precariato vuol dire anche salario da schiavi, disconoscimento dei titoli di studio o altro. Vuol dire niente welfare. Abbiamo casi di ingegneri pagati a settecento euro al mese oppure di persone assunte per cinque giorni la settimana esclusi il sabato e la domenica.
  Questa situazione infernale esiste da sette anni ed è legale dal momento che la legge Biagi ha fornito un fumus giuridico di legalizzazione a quanto già  avveniva  seppur  in misura certamente minore.
  Nel 2007 è stata resa definitiva da Prodi con gli accordi sindacali del 23 luglio che hanno di fatto chiuso negativamente la promessa fatta dallo stesso Prodi nella campagna elettorale. Ricorda: diceva di voler liberare i giovani dal precariato.
   Qualche giorno fa il gruppo senatoriale del PD ha presentato il disegno di legge Nerozzi-Marini che correda il precariato con la liquidazione dell'art.18. La legge sull'arbitrato in discussione al senato è stata contrastata molto debolmente dal PD che in grande parte la condivide.
  L'Unità o il PD non hanno mai fatto un esame delle conseguenze della legge Biagi nonostante la sofferenza che giunge da milioni e milioni di ragazze e ragazze a cui è stato cancellato il futuro.
  Non capisco, quindi, la schizzofrenia di una condivisione del disagio dei precari e di una partecipazione attiva  ai progetti per rendere definitiva e senza alcuna possibilità di cambiamento la loro condizione. La rivolta che lei paventa probabilmente non ci sarà perchè l'isolamento di questa massa enorme di giovani è assoluto. Nessuno li ascolta. Il liberismo selvaggio è diventata dottrina generale nel Parlamento e nel sindacalismo confederale. Ma la disperazione che cova nella società italiana è terribile.
   Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: meno.occhipinti@italianotizie.it
Sent: Saturday, May 22, 2010 4:39 PM
Subject: le clarisse di Aversa

LE CLARISSE DI AVERSA

 Nelle ultime quarantotto ore, la tv si è occupata della Chiesa Cattolica da  ben tre volte: rai due, rai tre e la sette. A rai due, in anno zero, sul tema della pedofilia, a la sette, per il patrimonio immobiliare del Vaticano a Roma, a rai tre per la vicenda dello sfratto delle monachelle di clausura dal loro convento di Aversa. Nello stesso tempo i massmedia si sono occupati degli intrecci tra finanza vaticana e cricca. Un vero e proprio coinvolgimento in crimini contro lo Stato. Insomma le cronache della Chiesa diventano sempre più inquietanti.
 La trasmissione "Mi manda Rai Tre" è stato dominata da due piccole figure di monache molto anziane. Raccontavano il loro sfratto dal Monastero dove avevano trascorso tutta la vita motivato dalle autorità ecclesiastiche da futilità come l'uso del telefonino o i contatti con il mondo esterno. In verità i motivi del loro brutale allontamento non sono chiari. Si è malpensanti se si congettura che probabilmente ci sono progetti speculativi  sul Convento cinquecentesco che loro continuavano ad abitare?
 Di certo c'è che il Vaticano e la Curia non hanno tenuto in nessun conto gli interessi ed i sentimenti delle clarisse trattate con scandalosa brutalità. Il vescovo di Aversa ha rimproverato il loro rifiuto alla obbedienza agli ordini della gerarchia e si è spinto fino ad  adombrare disordine nella tenuta dei conti del Convento. Un prete "sposato" le ha invitate alla letizia, ha dato dei consigli strampalati ma che volevano ingraziarsi i persecutori delle suore. Ma queste se la sono cavata molto bene e nella loro voce di protesta per la violenza subita vibravano le corde di una dignità umana e religiosa  che suscitava rispetto, ammirazione, condivisione della loro causa. La Chiesa non ha tenuto in nessun conto il fatto che da oltre mezzo secolo costituivano una comunità. Smembrare e disperdere otto persone in tarda età, liberarsene senza alcuno scrupolo destinandole a tante sperdute località è davvero una crudeltà insopportabile. Ma a fronte della potenza dell'Autorità che le ha schiacciate e
gettate come cose inutili, hanno reagito con straordinaria forza: hanno riaffermato il loro diritto a continuare a stare insieme, a non disperdere la loro coesione affettiva e si sono qualificate come autentiche portatrici di valori di umanità, dignità, giustizia. Queste suore hanno la certezza di essere
interpreti del Vangelo. Il Papa, il Vescovo, il Vaticano ne sono usciti con le ossa rotte. La Chiesa rappresentata da questo Papa è il contrario del cristianesimo. La religione di Cristo non può continuare ad essere rappresentata da uno Stato che la imbriglia nelle sue politiche. Non sono condivisibili  gli interessi finanziari, l'uso spregiudicato dell'otto per mille, l'appoggio al colonialismo
armato dell'Occidente. Il prelato che ha officiato la messa per i due alpini caduti in Afghanistan si è lasciato andare in un incredibile  giustificazionismo della guerra di sterminio e non ha avuto una sola parola di pietà per i massacrati dai bombardamenti e per i bambini che nascono deformi per l'avvelenamento di uranio e di fosforo delle armi Nato. Questa Chiesa non ha un grande futuro. Se vuole continuare a vivere deve rinnovarsi, rinunziare ad essere Stato,  immergersi nel Vangelo, riconsiderare criticamente  tutta la sua storia dal delitto di Ipazia ai nostri giorni.
 L'ossessione del potere temporale ha fatto della Religione uno strumento di oppressione.La Chiesa per essere davvero cristiana deve tornare ad essere povera e dei poveri. Ma questo non succederà-
Pietro Ancona

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/17-maggio-2010/aversa-protesta-contro-trasferimento-cappuccinelle-convento-1703030751228.shtml   
http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/pls/cci_dioc_new/bd_edit_doc_dioc.edit_documento?p_id=924778&id_pagina=4808&rifi=&rifp=&vis=1

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From: pietroancona@tin.it
To: img press
Sent: Friday, May 21, 2010 1:42 PM
Subject: Fw: Napolitano come Willy Brandt
Napolitano come Willy Brandt


 Il Presidente Napolitano dovrebbe ispirarsi al grande statista socialdemocratico europeo Willy Brand
che si inginocchiò davanti il monumento del ghetto di Varsavia e chiese perdono per i crimini dei nazisti. Dovrebbe inginocchiarsi davanti la fortezza di Fenestrelle nell'alto Piemonte dove venivano deportati i resistenti meridionali i tantissimi contadini definiti "briganti" per morirvi squagliati nella calce viva o di fame e di freddo.L'unità d'Italia non si fa con la retorica patriottarda o intonando tutti insieme l'inno di Mameli. Si fa facendo conoscere la verità finora nascosta agli italiani da una storiografia fatta di menzogne. Soltanto la verità accompagnata da un atto  di riconoscimento delle terribili colpe del genocidio nordista può mettere le basi, a 150 anni della fondazione dello Stato, di una vera  nazione. La partecipazione alla prima guerra mondiale del tutto inutile e priva di senso non
ha avvicinato gli italiani sebbene abbia compiuto fraternizzazioni specialmente tra i soldati. La prima guerra mondiale fu la guerra dei feroci ufficiali dello Stato Sabaudo contro i loro soldati che venivano mandati deliberatamente al massacro oppure decimati e fucilati  per futili motivi. Non è bastata a fare dell'Italia una Nazione.
 Bisogna quindi fare piena luce sugli anni che vanno dal 1861 alla grande emigrazione transeoceanica del novecento. Elencare tutti i delitti ad uno ad uno. Rievocare i paesi rasi al suolo, le famiglie distrutte,le devastazioni e le ruberie in danno degli sventurati abitanti del Regno delle Due Sicilie. Tutto avvenne dopo la spedizione dei Mille ma già se ne sentivano i presagi nella strage di Bronte.
  Si dovrebbero rimuovere i resti umani dei combattenti meridionali dal Museo Lombrosiano. Una vera vergogna che Borghezio vorrebbe conservare a dimostrazione della inferiorità etnica della gente del Sud.
 Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

mercoledì, ottobre 21, 2009By Web & Books
La prima pulizia etnica della modernità occidentale operata sulle popolazioni meridionali detta Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti del 15 agosto 1862 “…per la repressione del brigantaggio nel Meridione”
Questa legge istituiva, sotto l’egida savoiarda, tribunali di guerra per il Sud ed i soldati ebbero carta bianca, le fucilazioni, anche di vecchi, donne e bambini, divennero cosa ordinaria e non straordinaria. Un genocidio la cui portata è mitigata solo dalla fuga e dall’emigrazione forzata, nell’inesorabile comandamento di destino: “O brigante o emigrante”
Lemkin, che ha definito il primo concetto di genocidio, sosteneva: “….genocidio non significa necessariamente la distruzione immediata di una nazione…esso intende designare un piano coordinato di differenti azioni mirati a distruggere i fondamenti essenziali della vita dei gruppi nazionali….Migliaia i soldati dell’esercito borbonico massacrati nel lager di Fenestrelle in Piemonte (nella foto). E ad osservare la foto la momoria riporta subito ad Auschswitz. E invece no. Non c’erano le camere a gas? I prigionieri, portati al Nord con quattro stracci addosso, a 2000 metri d’altezza, venivano gettati nella calce viva. Antonio Gramsci (1920): “Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l´Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti”. Giuseppe Garibaldi Lettera ad Adelaide Cairoli, 1868 “Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio” Nino Bixio, autore dell’eccidio di Bronte, nel 1863 dichiarò in Parlamento: “Un sistema di sangue è stato stabilito nel Mezzogiorno. C’è l’Italia là, signori, e se volete che l’Italia si compia, bisogna farla con la giustizia, e non con l’effusione di sangue”. On.le Ferrari, liberale, nel novembre 1862 grida in aula: “Potete chiamarli briganti, ma combattono sotto la loro bandiera nazionale; potete chiamarli briganti, ma i padri di quei briganti hanno riportato due volte i Borboni sul trono di Napoli. E’ possibile, come il governo vuol far credere, che 1500 uomini comandati da due o tre vagabondi tengano testa a un esercito regolare di 120 mila uomini? Ho visto una città di 5 mila abitanti completamente distrutta e non dai briganti” (Ferrari allude a Pontelandolfo, paese raso al suolo dal regio esercito il 14 agosto 1861, 1250 morti). Nell’agosto del 1862 i paesi del SUD in rivolta contro l’invasione italiana erano 1.500 e fu dichiarato lo stato d’assedio e legge marziale, inizia violenta e dura la repressione dei paesi liberati dai partigiani Borbonici. La guerra di conquista durò oltre il 1880 e causò al Regno delle Due Sicilie 1.000.000 di morti, centinaia di paesi rasi al suolo, 500.000 prigionieri politici, l’intera economia distrutta e la diaspora di molte generazioni. Il Piemonte/Italia ebbe oltre 23.000 morti il doppio di quelle subite in tutte le sue sedicenti guerre d’indipendenza. Le atrocità compiute, ancora secretate per la vergogna, impedendo così l’imputazione di genocidio, primeggiano su quelle naziste e competono con quelle giacobine rivoluzionare in Vandea (1793), quando cuocevano a vapore anche preti e suore.

Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: redazione@lavocedelnordest.it
Sent: Friday, May 21, 2010 5:06 PM
Subject: Una supposizione: Santoro fonda un Partito?
 Una supposizione: Santoro fonda un Partito?

  Credo che l'idea gli sia venuta con l'enorme successo ottenuto al PalaDozza. Grande parte del popolo di sinistra non si riconosce più nel PD,  giudica perdente votare per i comunisti cacciati via dal Parlamento,  vorrebbe una alternativa concreta a Berlusconi. Un personaggio
capace di sconfiggerlo in campo aperto e che conosce tutti i meccanismi ed i marchingegni del consenso mediatico. Santoro sente oramai strettissima la rete TV, Anno Zero non gli basta più, credo che lo abbia anche stufato e si vedeva dal modo di condurre la scottante trasmissione di ieri sera sul pedofilismo nella Chiesa Cattolica. Vuole molto di più, scendere in campo come fece nel 94 il Cavaliere. Ha per l'appunto quindici anni in meno di Berlusconi e sembra godere di buona salute.
 Perchè non provare? Grillo ha avuto successo. E' un predicatore via internet mentre Santoro è un telepredicatore. Entrambi godono di seguiti fidelizzati, di persone disposte a buttarsi sul fuoco per loro.
 Berlusconi ha un seguito di fanatici che, se gli vede commettere un delitto, lo sostiene lo stesso. Quasi lo stesso si può dire di Santoro anche se i suoi sostenitori sono più colti e più dotati di ragione critica.  Sebbene esca per la seconda volta dalla Rai con un gruzzolo miliardario in un contesto in cui la gente si uccide prima di morire di fame, i suoi fans non lo abbandonano e anzi ritengono che percepisca poco in confronto a Vespa ed altri. Insomma  Santoro gode di una fidelizzazione a prova di qualsiasi evidenza o argomenti. Noto anche che scatena una certa aggressività nei suoi sostenitori  non proprio come Berlusconi ma  rilevante.
 Se la fine delle ideologia ci porta a questo, mille volte meglio le ideologie ed il pensiero forte. I personaggi, i telepredicatori, i demagoghi di provincia, che invadono la politica e la occupano sono
manifestazioni di un degrado della politica che prima o poi ci priverà delle residue libertà e della democrazia.  Guardavo esterrefatto la conferenza-stampa congiunta tra il Ministro Calderoli, piromane di leggi e della Costituzione, pascolatore di maiali antislamici ed Antonio Di Pietro dal multiforme
ingegno e dagli interessi molto articolati. Entrambi sostenevano il federalismo demaniale, il prossimo
sacco delle oligarchie regionali con la svendita e la  privatizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico culturale dell'Italia regalata a voracissime bande territoriali.  Anche Di Pietro prende voti dell'elettorato democratico e di sinistra, ma non renderà conto a nessuno dei suoi intrighi con Bossi.
 Santoro fa parte da sempre della Oligarchia. Nel periodo di esilio impostogli da Berlusconi fu eletto
dal PD al Parlamento Europeo, dal quale si è dimesso dopo aver ricevuto anche qui una liquidazione
succulenta. Ora ha alzato lo sguardo verso un orizzonte più lontano. Perchè non incrociare la spada con Berlusconi contendendogli il controllo dell'Italia?
 Può darsi che le mie supposizioni almanaccate dopo la trasmissione di ieri sera di "AnnoZero" siano prive di fondamento. Me lo auguro. L'Italia non ha bisogno di nuovi Dei nell'Olimpo ma di un rientro alle regole ed alla sostanza della democrazia a cominciare dal ripristino della proporzionale e della elezione dei parlamentari per scelta degli elettori e non delle segreterie dei partiti. Il personalismo patologico al quale approdiamo dopo la involuzione leaderistica dei partiti italiani è il peggio della nostra storia politica.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Sunday, May 23, 2010 8:51 PM
Subject: Il PD e lo Statuto di Sacconi

Un lavoratore (operaio o impiegato) è una persona che svolge un'attività manuale o intellettuale a scopo produttivo, in cambio di un compenso; generalmente il termine è riferito a coloro che prestano l'attività lavorativa alle dipendenze di un datore di lavoro." l' Imprenditore svolge (non presta) la sua attività in vista di un profitto, il professionista dà le sue consulenze o il suo ingegno in cambio di una parcella, di un onorario; il lavoratore autonomo (quando non si tratti di un fumus come i ragazzi a partita Iva) è una persona che realizza qualcosa o in servizio (impianto idraulico, gioiello o altro) in cambio di una parcella  che contiene anche le spese effettuate in materie impiegate."
Il codice civile definisce le caratteristiche che distinguono il lavoro dipendente: la subordinazione, l'orario, gli obblighi definiti dal ccnl. Il lavoratore è colui che, in cambio di una remunerazione, esegue
un lavoro  sulla base delle direttive che gli vengono impartite.
 Nel  documento approvato dall'Assemblea Nazionale del PD è scritto: "il PD intende rappresentare il lavoro in tutte le sue forme, dal lavoro (relativamente) stabile, a tempo indeterminato, al lavoro precario e parasubordinato,dal lavoro di artigiani, commercianti e professionisti, al lavoro dello imprenditore. Poi, propone "l'introduzione dello Statuto dei Lavoratori autonomi e dei Professionisti per definire un denominatore di tutele e di incentivi corrispondente alle esigenze comuni di artigiani, commercianti e professionisti."
 Ora questo ecumenismo nel voler esprimere le esigenze del lavoro applicato a tutti i campi ivi compresa l'imprenditoria era una caratteristica della vecchia DC (si chiamava interclassismo) e del vecchio PCI ( si chiamava "rapporto con la piccola e media industria"). Insomma, i due maggiori partiti italiani si sforzavano di rappresentare tutto il mondo produttivo ma avevano il buon senso di
non volere ingabbiare la  parte minus habens obbligandola dentro limiti di dialettica sociale convenienti ai
mayores  habent. Il PC consigliava i sindacati a stupulare accordi particolare con artigiani o commercianti o piccoli imprenditori come sostegno ideologico e politico alla loro esistenza insidiata dai monopoli e dalle grandi imprese. Questo avveniva a livello territoriale e aziendale. Ricordo un contratto stipulato a Palermo con Libero Grasso,  imprenditore e persona onesta verso i lavoratori ed eroe della lotta contro il pizzo mafioso, che appunto stabiliva differenziali salariali a sostegno della sua impresa tessile. Qualcosa di simile avveniva con le imprese cooperativa e la cosa appariva giusta e ragionevole anche ai lavoratori perchè la cooperazione era ancora densa di contenuti sociali ed appariva una alternativa alla produzione capitalistica. Oggi non è più così. "La Coop sei tu!" è una potente organizzazione finanziaria che ha cancellato il suo scopo sociale rivolto alla crescita dei produttori e dei lavoratori.E' un gigante del capitalismo italiano.
 Nel documento approvato dal PD per giustificare la scelta di tutelare il lavoratore dipendente si afferma che bisogna tutelare anche quello autonomo, il commerciante, il professionista. Ma che genere di tutela può darsi al professionista? Che cosa la società deve dare al notaio, al medico libero esercente, al commerciante di agrumi, al bottegaio, al commerciante all'ingrosso?
 Tra queste categorie delle professioni borghesi le condizioni non sono tutte identiche. Ci sono avvocati che lavorano per conto di altri avvocati e spesso in condizioni di vera e propria umiliazione sociale e salariale. L'avvocato che è sfruttato da uno studio deve essere certamente protetto.  Cose del genere si possono scrivere su tutte le professioni ed i mestieri. Come si fa a ridurre alla grossolano semplificazione che sono tutte manifestazioni del lavoro che vanno tutelate? Tutelate da che cosa e da chi? E'  grottesco mettere tutti lavoratori dipendenti e altri nello stesso pentolone.
 Insomma, se non abbiamo capito male, il PD, dopo aver fatto finta di difendere lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori, apre alla proposta di Sacconi dello Statuto dei Lavori. I lavoratori dipendenti, in questo nuovo scenario che va a crearsi, vengono collocati  ( ma con molte disparità) sullo stesso piano degli imprenditori, dei professionisti, dei commercianti, degli autonomi. Tutti bisognosi di tutele, magari dal cattivissimo sindacato che chiede un pò di soldi in più in busta paga e disturba la  quiete sociale e la libertà degli altri soggetti sociali.
  Il PD non ha capito o fa finta di non capire che l'interclassismo nell'era del liberismo è soltanto lotta di classe con tutti i mezzi a cominciare da quellio giuridici ai lavoratori dipendenti.
  Insomma, a differenza dello storico Labour Party, che si dichiara partito del lavoro perchè espressione delle classi lavoratrici e dei loro sindacati, il PD si dichiara partito del Lavoro comprendovi la Marcegaglia, Montezemolo, la Confindustria e quanti professionisti ancorano le loro "barche" nel mare antistante Villa Certosa per rendere omaggio al loro leader carismatico, il Presidente Operaio Silvio Berlusconi!
 
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, May 23, 2010 10:06 PM
Subject: pensieri dopo la manifestazione all'albero di Falcone


Pensieri dopo la manifestazione all'Albero di Falcone
 Le celebrazioni sono state troppo ingessate. Sono diventate momenti propagandistici del Regime. Ho visto oggi molta protezione civile. Sarei curioso di sapere se è diventato un  grande evento di Bertolaso!   Ho notato molta militarizzazione nell'organizzazione
Mi chiedo come e da dove sono venute le scolaresche che io ho visto sfollare in autopulman della polizia e della guardia di finanza. I corpi armati sono sempre più usati per le manifestazioni interne. E' assurdo che ci sia dappertutto una quantità enorme di gente in divisa. Non è normale!
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: rassegna sindacale
Sent: Tuesday, May 25, 2010 12:17 PM
Subject: I lavoratori sono soli


I lavoratori sono soli

   La CGIL non ha finora commentato la risoluzione sul lavoro approvata dall'assemblea nazionale del PD. Un documento squallido  che chiude ogni speranza di lotta al precariato,ai bassi salari,alla perdita dei diritti.  Un silenzio che non preannunzia opposizione o almeno critica  dal momento che  il PD è il partito di riferimento di grandissima parte dei quadri dirigenti della Confederazione. Questi si  adegueranno alle indicazioni del Partito oppure rivendicheranno la loro autonomia e l'autonoma elaborazione delle politiche della CGIL?
 Io credo che la CGIL si adeguerà alle indicazioni del documento del Partito. Questa convinzione scaturisce dall'esame dei  suoi comportamenti , dalle deliberazioni del  Congresso, dalla sua voglia di stare "in gioco" di partecipare alle scelte politiche e sociali che saranno approvate dal Governo.
 La CGIL, come la Cisl e l'UIL, continua a giocare di rimessa. Non si muove. Aspetta le decisioni del Governo sulla manovra finanziaria che sottrarrà risorse vitali a salari,pensioni,scuola,sanità e si limiterà a proporre  una qualche modesta "riduzione del danno". Il richiamo di Napolitano alla coesione nazionale, allo spirito patriottico di accettazione dei sacrifici per salvare l'Italia servirà a coprire l'ennesima bastonata ai lavoratori dipendenti, ai pensionati, ai poveri. Venticinque miliardi si potrebbero ricavare da una drastica riduzione dei costi della politica e della parapolitica (spendiamo oltre cento miliardi di euro per gli stipendi ai politici, ai consulenti, ai consiglieri di amministrazione) ma si preferirà prelevarli da coloro che già stentano ad arrivare alla fine del mese.
 Il gioco si è fatto pesante a livello internazionale. Il capitalismo mondiale ha una sua centrale di direzione che muove vari organismi come il Fondo Monetario Internazionale o le stesse Agenzie di Rating che assolvono a funzioni di killeraggio quando si ritiene opportuno aggredire. La Grecia, il Portogallo, la Spagna, sono state già aggredite per avere disavanzi addirittura inferiori a quello degloi USA che, però, si sono concessi il privilegio di stampare dollari senza alcuna copertura e di imporli al mondo intero. Il capitalismo è in una fase di parossismo ideologico. Gli accordi di Maastrict già abbastanza jugulatori gli stanno stretti e vorrebbe subito l'americanizzazione dell'Europa cioè la scomparsa del welfare che l'ha reso civile a fronte della barbarie in cui è costretto a vivere il popolo americano.
 Non deve sfuggire il fatto che le tre nazioni nel mirino sono a direzione socialista anche se trattasi di un socialismo  nominale con contenuti liberisti. Ma lo zio Sam non si fida lo stesso.  Inoltre l'attacco alla Grecia è un grimaldello per scassinare l'Europa. Per il popolo greco c'è già pollice verso del Nerone che manipola i mercati.  Anche la difesa approntata dal governo tedesco di non consentire negoziazioni allo scoperto dei suoi titoli di Stato ha fatto alzare acutissimi strilli ai liberisti che vorrebbero il "mercato" libero da regole e cioè un far west dove scorazzare e magari incenerire le risorse di interi popoli. Insomma, si vuole libertà di strangolamento.
 Anche l'Italia è nel mirino un giorno si ed uno no.  E' sconcertante che  PD e  CGIL non trovino di meglio che attaccare Berlusconi per avere "sottovalutato" la crisi da almeno due anni. Una critica di destra alla destra per sfuggire ad una analisi veritiera delle cause del terremoto finanziario  originato dalla pirateria di Wall Street ed al quale il sistema occidentale non vuole porre alcun rimedio. E' la guerra degli USA con il mondo intero condotta attraverso le Borse ed il terrorismo sui disavanzi dei bilanci statali. L'Asia viene attaccata in più parti militarmente. L'Europa e l'Euro vengono attaccati finanziariamente. IL fine è uno solo: riaffermare una supremazia violenta e sempre più aggressiva degli USA.
 I lavoratori italiani hanno la disgrazia  di non avere alcun punto di riferimento oltre la sinistra comunista.  Cgil,Cisl,UIL e PD si limitano a smussare qualche angolo ma non faranno niente per contrastare il loro impoverimento e la perdita di diritti. Semmai fanno a gara per dimostrare alla Confindustria quanto sono consapevoli e patriottici e come sono disposti a cedere tutto dall'art.18
allo Statuto dei Diritti.
 Se in Italia esistesse la democrazia e cioè l'esistenza di una dialettica tra le forze politiche e le forze sociali nei prossimi giorni avremmo battaglia in Parlamento e sciopero generale nel Paese. Ma la democrazia non esiste e non solo  perchè abbiamo una destra autoritaria al potere ma anche per una opposizione che è interfacciale al governo e Sindacati Confederali che fanno gli interessi della Confindustria. Sindacati che non difendono  i loro rappresentati ma si limitano ad amministrarli con quello che passa il convento.
  Pietro Ancona

http://www.rassegna.it/articoli/2010/05/25/62839/

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From: pietroancona@tin.it
To: rassegna sindacale
Sent: Tuesday, May 25, 2010 6:01 PM
Subject: aumentare gli stipendi ed i salari


Congelare per tre anni stipendi e salari in Italia è un crimine perchè in effetti, con l'ascensione  libera dei costi per vivere, diventa una vera e propria decurtazione di almeno il trenta per cento.-
I salari italiani sono di almeno il quaranta per cento inferiori alla media OCSE. Siamo al 23 posto della classifica.
Che cosa si vuole? Se queste sono le regole non possiamo starci dentro-
La CGIL dovrebbe organizzare lo sciopero generale e chiedere la riassunzione di tutti i licenziati dal settore pubblico e privato e l'aumento di almeno il dieci per cento di tutte le retribuzioni
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/05/11/visualizza_new.html_1791175474.html

Pietro Ancona

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From: Pietro Ancona
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, May 26, 2010 12:20 PM
Subject: Manovra e dintorni

Manovra e dintorni

  Gli alti lai delle Regioni contro la manovra proposta dal Governo sono del tutto ingiustificati. Le Regioni, approfittando dei loro poteri e sfruttando l'ideologia delle privatizzazioni hanno creato da almeno dieci anni a questa parte  e continuano a creare una oligarchia fatta di oligarchetti della parapolitica e  inventandosi enti pubblico-privati amministrati da consigli pieni come uova di persone   con stipendi da managers tra i più alti del mondo. La gestione di questi enti è spesso fallimentare, ma chi se ne frega.... Si sono creati migliaia e migliaia di amministratori. Sono tanti che potrebbero creare un Sindacato come quello che si creò in Sicilia trenta anni fa costituito dagli amministratori delle aziende ESPI a capitale quasi interamente regionale.
  Le Regioni andrebbero soppresse perchè non producono servizi utili alla cittadinanza ed al territorio
ed assorbono come spugne  le risorse finanziarie provenienti dallo Stato o spremute agli abitanti.
  Se si mettono in fila i bilanci regionali  e se ne fa una somma il risultato è spaventoso. Lo è ancora di più se si aggiunge ad esso l'indebitamento con le banche, all'estero, spesso garantito da società di rating che lucrano assai bene per le loro certificazioni. Che motivo c'è di certificare con una agenzia di rating un bilancio di Ente dotato di un consiglio? Il motivo è legato soltanto ai traffici finanziari che si intessono tra le banche e questi enti. Quanti  enti locali in Italia si fanno certificare?
 Ho sentito a Ballarò Epifani. Un Epifani loquace, combattivo, a volte financo aggressivo. Ha protestato contro l'iniquità della manovra che, more solito, si scarica tutta sui poveri, sul lavoro dipendente e sopratutto su quella fascia di ceto medio che, esclusa dalle  esenzioni dai tiket e le altre agevolazioni, viene caricata della soma.
  Ma non ha detto una sola parola sul fatto che da quasi venti anni, per via di un diabolico accordo stipulato con confindustria e governo, i miglioramenti vengono rapportati  ad un "tasso di inflazione programmato". Il risultato è un congelamento delle retribuzioni che ha fatto regredire al 23 posto della scala OCSE l'Italia. A pensarci bene, non ha detto una parola contro la proposta di congelamento
ed ha steso su questo una cortina fumogena di accuse al governo. E' una tecnica della comunicazione
mutuata da Bersani che urla alla Gelmini un "non rompere i c.....agli eroici professori" che ha avuto vasta risonanza massmediatica ma, in effetti, non si è troppo affaticato a difendere la Scuola pubblica ed i Professori preso nei laccioli del filovaticanismo di parte del PD e del liberismo della sua elite di teste d'uovo.
  La manovra come è già stato detto è soltanto depressiva. Produrrà nuova disoccupazione e rallenterà il commercio interno. Non servirà a niente perchè la questione dei conti dell'Italia e dell'Europa non è economica ma politica. Gli USA vogliono liberarsi dell'Euro e non gradiscono la stessa esistenza dell'UE. Non potendo bombardare Roma o Berlino o Parigi, come hanno fatto e fanno con Kabul, Bagdad, il Pakistan e tanti altri disgraziati "stati canaglia", usano l'arma dello inquinamento finanziario prima ed ora del fallimento procurato degli Stati più deboli.
  Avrebbe fatto meglio l'Italia a darsi un  programma diametralmente opposto a quello di Tremonti.
Non 25 miliardi di risparmi che provocheranno depressione per cento miliardi, ma investimenti e spese di pari importo. Aumentando i servizi, il welfare, i salari, l'occupazione.
 Un programma espansivo protetto da misure draconiane di difesa dei titoli di stato costringendo gli speculatori a sudare sangue se pescati a tramare. Gran parte dei titoli di Stato hanno collocazione interna. Per i titoli negoziati all'estero misure ancora più forti di quelle adottate dal governo tedesco.
 Pietro Ancona
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From: Pietro Ancona
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, May 28, 2010 4:34 PM
Subject: Apartheid o cattura della CGIL?


 Apartheid o cattura della CGIL?

 La signora Marcegaglia si è dichiarata  parzialmente scontenta delle misure adottate dal Governo dell'amico Berlusconi che la vorrebbe al Ministero dell'Industria e per questo si è esposto ad una figuraccia all'assemblea della Confindustria. Dichiararsi scontenti è per la Confindustria una tecnica lungamente e monotamente sperimentata. Se esaminano  le sue risoluzioni approvate negli ultimi trentacinque anni basta leggerne una per leggerle tutte. Sono tutte identiche! Si chiede flessibilità
per assicurare maggiore produttività al sistema e sopratutto "riforme strutturali". Per riforme strutturali si intende, in soldoni, cancellare le voci di spesa permanenti destinate a reiterarsi di anno in anno. Queste spese riguardano il welfare: scuola, sanità, pensioni. Le uniche spese che non si mettono in discussione sono quelle per le forze armate e le relative forniture e le forze di polizia. Se lo Stato si riducesse soltanto a gestire l'Esercito e la Polizia e cancellasse tutto il resto o lo riducesse a proporzione miserella  (come negli Usa) gli industriali italiani sarebbero assai contenti.
  Nel corso degli ultimi dieci anni si è intensificata l'erosione dei diritti dei lavoratori non soltanto con le leggi ma anche con l'uso della contrattazione sindacale. In verità questa tendenza  è stata inaugurata all'epoca del governo di Giuliano Amato con gli accordi sottoscritti purtroppo anche da Trentin  sulla  abolizione della scala mobile e poi allargati alla dinamica dei salari un anno dopo con il governo Ciampi.
 Nel 1975 si era realizzato l'ultimo accordo dell'era keinesiana dell'economia italiana con il punto unico pesante di scala mobile firmato da Agnelli e Lama.
 Un folto stuolo di commercialisti dei diritti insidiati al Ministero del Lavoro e nelle Commissioni di Camera e Senato coltivano l'ossessione della "modernizzazione" del giuslavorismo. Se osservate quante cose riescono ad introdurre di soppiatto o più o meno apertamente in leggi-omnibus, nelle finanziarie, nei cosidetti collegati vi rendete conto che ci troviamo dinanzi al più grande svilimento
del diritto del lavoro mai perpetrato in Italia: l'ultimo obiettivo che questi legulei si sono dati è quello di rendere quasi inagibile ai lavoratori la magistratura. Dai diritti conclamati e riassunti magistralmente
nella Costituzione e nello Statuto dei Lavoratori si sta gradatamente passando agli "obblighi" ed ai "divieti" fino a rendere la figura del lavoratore meno titolata di diritti di quella dei comuni cittadini.
 La Marcegaglia, lavorando di contrappunto con Sacconi che pratica l'apartheid della CGIL e vuole andare avanti soltanto con "i complici" Cisl e UIL, ha proposto alle confederazioni dei lavoratori la convocazione di una grande assise per la crescita. La Cisl ha immediatamente aderito alla proposta e credo che anche la UIL non si farà pregare. L'assise per la crescita ha un solo scopo: fare prigioniera la CGIL, costringendola dentro lo schema iperliberista di una ulteriore perdita di salari e diritti. La differenza tra la scaltra Marcegaglia ed il brutale Sacconi consiste non in diversi ascolti di quanto ha da dire la CGIL, ma soltanto se farla prigioniera magari con l'aiuto del PD o discriminarla e relegarla nel ghetto in cui sono stati rinchiusi  i sindacati di base ed i partiti comunisti. Il fatto che la CGIL abbia una dottrina e si comporti come una grande forza moderata che subisce più che proporre non conta niente. La Marcegaglia non si fida. Sa che  la CGIL è il sindacato per antonomasia, l'incarnazione dello spirito di lotta e che spesso è animata da profonde pulsioni e da ribellioni della sua base sociale alla ingiustizia. Non  si può escludere che la spinta dei lavoratori  possa collocare  la CGIL anche contro la volontà collaborazionista dei suoi gruppi dirigenti in posizione ancora più nettamente contrapposta al regime.
  Mentre la Marcegaglia faceva la sua proposta altri cinque lavoratori lasciavano la loro vita  sul posto di  lavoro. Riprova che nonostante la legge sulla sicurezza (che non viene rispettata) l'olocausto umano al Dio Profitto continua e continuerà in futuro. Il congelamento delle retribuzioni previsto dalla manovra sarà una glaciazione dal momento che dal 1993, tranne per gli stipendi della dirigenza e del manageriato oscenamente superpagato, si è in regime di quasi congelamento. Non a caso siamo al quaranta per cento in meno della media europea.
 La Confindustria non ha alcuna voglia di aprirsi ai problemi della società italiana legati alla depressione in cui vivono venti milioni di lavoratori.  Non vuole dialogare. Vuole soltanto rafforzare un dispositivo di sicurezza che blocca i lavoratori in fondo al pozzo dove li ha cacciati. Vuole anche continuare ad usare il mercato parallelo del precariato che,garantisce salari inferiori anche della metà dei minimi contrattuali. Oltre sei milioni di persone sono sfottute da contratti a progetto, da partite Iva e da altri marchingegni della Biagi.
 Mi auguro che la CGIL respinga l'invito e che a Bonanni che le  rimprovera sarcasticamente di aver fatto tanti scioperi generali inutili risponda aggiustando il suo tiro. Non basta fare uno sciopero generale. Bisogna anche vedere che cosa si propone di denunziare e di ottenere. Se lo sciopero è dirottato per interventi "moderatori" del PD soltanto sul fisco o su richieste marginali che non toccano le questioni fondamentali del contendere si dà ragione al sarcasmo di Bonanni.  Bisogna che
lo sciopero generale della CGIL abbia chiarezza e venga preceduto dalla recessione dagli accordi sulla concertazione, dagli accordi del luglio 2007 e dalla richiesta di ritiro del collegato lavoro sullo art.18 e della abrogazione della legge Biagi. Con la possibilità che si profila di uno scatenamento della inflazione sarebbe anche opportuno chiedere una protezione dei salari e delle pensioni con la reintroduzione di una indicizzazione legata al costo della vita.
  Pietro Ancona
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=739206&lang=it

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From: Pietro Ancona
To: micromega
Sent: Thursday, May 27, 2010 1:58 PM
Subject: Neet

NEET
In contemporanea con le misure predisposte dal Governo per recuperare 25 miliardi giunge notizia dall'Istat sui giovani italiani  costretti a restare nelle case genitoriali perchè privi di lavoro e se ne hanno uno, questo é malpagato e inidoneo a renderli autosufficienti. L'Italia degli inglesismi ha già trovato il termine per definire questo fenomeno: "Neet" che sembra voler dire "niente lavoro, niente scuola, niente formazione."
 La porta del futuro è sbarrata davanti a milioni di giovani ai quali si uniranno nel corso dei prossimi tre anni gli espulsi dall'insegnamento. Sopravviveranno fino a quando saranno in vita i genitori, provenienti da una generazione vissuta in un paese più civile, più ordinato e meno ingiusto, amministrato da partiti che avevano alto il senso dello Stato e della coesione sociale.
  Da tempo le due formazioni politiche che si contendono il governo centro destra e centro sinistra
hanno messo in comune ideologie e politiche e si applicano a trasferire in Italia le terribili esperienze del reaganismo e del tatcherismo  alterando profondamente un equilibrio sociale
che ha garantito per  molti decenni  una relativa prosperità e speranza nel futuro.
 Il grimaldello che ha distrutto la prosperità italiana si chiama "privatizzazione". La pubblica amministrazione è stata devastata dall'ingresso degli interessi privati. Oggi lo Stato costa molto di più perchè appesantito ed infarcito   da interessi privati e  dallo sconvolgimento prodotto dalla riforma Bassanini che ha creato isole di iperprivilegiati che da soli pesano assai di più
della massa dei comuni impiegati e funzionari. Non si fanno più concorsi o se ne fanno pochissimi
e tutto il reclutamento viene esternalizzato, mal pagato e umiliato da condizioni vessatorie. Non è possibile che a fronte di una media di retribuzioni nette inferiori ai 20 mila euro annui ci siano stipendi
che  superano il milione di euro pagati dai contribuenti.  Il costo della cosidetto management pubblico è davvero osceno!
 Tutta la pubblica amministrazione, nelle mani di una oligarchia politica stipendiata  che da sola costa circa 100 miliardi di lire,  viene usata per soddisfare interessi di gruppi e di privati. I beni culturali   diventano spa. I segretari comunali hanno dato vita ad una agenzia che costa centinaia di milioni di euro l'anno e di cui non c'è alcun bisogno.  Inoltre c'è il fenomeno abnorme dei consulenti. Ricordo che il Sindaco di Palermo aveva un consulente per la Cina tra i cinquemila che aveva nominato a fronte dei quattromila dipendenti. Il fenomeno della consulenza che costa miliardi di euro si è sviluppato per consentire alla borghesia dei professionisti di spolpare lo Stato. Ora, con il federalismo demaniale, il patrimonio pubblico si volatizzerà. Nello stesso tempo si applicano pesanti terapie di dimagrimento dei servizi essenziali del welfare come scuola e sanità che presto raggiungeranno i livelli di degrado tipici degli USA.
  Tutto quello che si è fatto  dopo la svolta ideologica liberista è costato e continua a costare molto di più. A questo maggior costo spesso corrisponde un peggioramento del servizio reso. E' eclatante il caso della privatizzazione dell'acqua e della nettezza urbana. Costi insopportabili e servizi scadenti e sempre più a rischio. Mai come ora si sono susseguite una dopo l'altra le crisi di raccolta delle immondezze.
 E' scoraggiante constatare come l'opposizione parlamentare non si renda conto della necessità di una svolta radicale. Abrogare la legge Biagi, vietare le consulenze e le esternalizzazioni,  avviare un processo di abolizione delle regioni, espellere tutte le agenzie che operano dentro la pubblica amministrazione dovrebbero essere le prime misure da assumere per avviare un processo di risanamento.
  Se i meccanismi presenti saranno lasciati indisturbati l'Italia è destinata a diventare una landa desolata
abitata da milioni di infelici che vivono accanto ai miliardari che tutti gli anni si raduno con i loro yachts davanti Villa Certosa.
 Pietro Ancona

http://www.asca.it/regioni-ISTAT_GIOVANI__60_SU_100__BAMBOCCIONI__GIOCO_FORZA_PER_MOTIVI_ECONOMICI-497894-puglia-14.html
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From: Pietro Ancona
To: barbara spinelli
Sent: Sunday, May 30, 2010 12:18 PM
Subject: Dove nasce il nazismo

Cara Dottoressa,
All'ingresso del lager di Fenestrelle (Torino) stava scritto: "Ognuno vale per quel che produce." All'ingresso del lager di Auschtwitz stava scritto: Arbeit Macht Frei (il lavoro rende liberi).
I prigionieri non sono più esseri umani. Ma individui improduttivi da sopprimere al più presto...
 I meridionali chiusi a Fenestrelle venivano quasi subito squagliati nella calce viva. Costava nutrirli...... Pare si tratti di oltre ventimila infelici.
L'ideologia nazista nasce a Torino e viene incubata da Casa Savoia e dalla gretta e feroce corte che frequentava i suoi palazzi.
In fondo il leghismo di oggi non è che la volgata antimeridionale delle soldataglie piemontesi che invasero e depredarono il Mezzogiorno.
 Pontelandolfo è stato molto più orribile di Marzabotto.
Spero che la storiografia corregga la versione retorica, bolsa, fascista dell'unità d'Italia magari per una diversa coesione nazionale fatta di verità e giustizia.
Pietro Ancona

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From: Pietro Ancona
To: informa@alternativacomunista.org
Sent: Wednesday, June 02, 2010 3:44 PM
Subject: 2 Giugno: Festa della Repubblica dei Palazzi, dei Ricconi, degli Oligarchi


2 Giugno: Festa della Repubblica dei Palazzi, dei Ricconi, degli Oligarchi

 Il Capo dello Stato ha voluto caratterizzare questa  ricorrenza della festa della Repubblica con tre parole: sacrifici, unità, responsabilità. I sacrifici sono riservati esclusivamente ai lavoratori dipendenti
ed ai pensionati, al welfare, allo Stato. I sacrificati debbono però praticare la responsabilità e l'unità
per il bene supremo della Patria.
 Con particolare fasto e megalomania si è svolta a Roma la sfilata del 2 giugno. Tutte le divise comprese quelle municipali e della protezione civile sono sfilate davanti ad un Napolitano con al fianco un Berlusconi che sembrava il sosia di se stesso con capelli nerissimi ed una faccia incerottata
o forse rifatta. Nessun segno, nessuna conseguenza del misterioso agguato milanese che ci mostrò in diretta per farci constatare il sangue che scorreva a rivoli dalla sua faccia.

 Il viatico a questo 2 giugno è stato dato dalla cosidetta "manovra. 25 miliardi recuperati in grande parte spremendo quanto ancora si  può spremere dal lavoro dipendente ed ai cittadini,  aumentando le ingiustizie e le aree di privilegio, imponendo una drastica cura dimagrante allo Stato che non  potrà sostituire in turn over i dimessi per almeno due anni.(ma potrebbe continuare oltre)
  Osservando il grande palco dal quale Napolitano e Berlusconi assistevano alla parata militare mi è venuto di  pensare quanto valessero in euro le centinaia di notabili che lo affollavano e quanto fosse giusto per un Paese avere una casta dirigente così scandalosamente foraggiata dal pubblico erario.
  Non esiste Paese al mondo con una Oligarchia politica così numerosa, infestante e costosa come quella italiana. Una oligarchia che ha dato luogo con lo spoil sistem e con varie leggi ad una dirigenza
della pubblica amministrazione dai costi  eguali o superiori a quelli del management privato e che, da tempo, si è distanziata anni luce dal trattamento economico della media dei dipendenti. La aziendalizzazione di tanti servizi dello Stato ha prodotto una crescita spropositata dei privilegi e dei costi dei dirigenti. L'opposizione è parte di questa  Oligarchia. Non ha alzato un dito per proporre la riduzione delle ingiustizie.
 Lo Stato è da tempo nel mirino dei liberisti nostrani che non si vergognano di organizzare campagne di linciaggio morale dei pubblici dipendenti. L'accusa "fannulloni" o "parassiti" ha coperto l'espulsione dal pubblico impiego di migliaia di insegnanti e dipendenti. Secondo il precetto di Reagan lo Stato, "la bestia", deve essere affamato. Deve dimagrire! Alla fine di questa legislatura tra licenziati dalla scuola e turnover statale avremo un salasso davvero consistente di redditi . Questi saranno rapidamente assorbiti dalle aree di privilegio parapolitiche che si  allargano ai vertici delle pubbliche amministrazioni.
 Lo Stato repubblicano è unito non soltanto dalla sua storia ma dalla coesione sociale, dall'essere riconosciuto da tutti come proprio, non estraneo.  Ma questo è da tempo lo Stato dei Privilegiati..
 Non dubito che i ricconi che tra poco tireranno fuori dai cantieri navali e dai porti i loro panfili e gli oligarchi della politica si trovino bene e continuino a riconoscersi in questa Repubblica. Ma che dire
dei milioni di giovani disoccupati o biagizzati, dei lavoratori mal pagati, dei cittadini che debbono concorrere sempre di più alle spese sanitarie e scolastiche? Lo Stato si sta rimodellando in funzione
degli interessi e delle esigenze delle classi abbienti, delle corporazioni, degli imprenditori. Lo Stato tende ad escludere dal suo ruolo e dalle sue tutele quanti non hanno avuto la fortuna di nascere bene
e di vivere nell'agiatezza. Lo Stato spenderà i soldi per l'Esercito e la Polizia, per tutelare i beni ed i soldi dei ricconi. Non ne spenderà per la scuola, per la sanità, per la cultura, per le carceri, per migliorare la vita nei quartieri poveri delle città. Lo Stato non è di tutti, la Repubblica non è di tutti.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Wednesday, June 02, 2010 6:04 PM
Subject: intellettuale organico


Cara  Signora  Cesaretti,

una volta si parlava di "intellettuali organici" per indicare la militanza culturale finalizzata all'appoggio politico del comunismo di scrittori, giornalisti, artisti, etcc..
 Oggi c'è un vistoso ritorno della categoria. Intellettuali organici alla destra italiana. Lei è disposta a qualsiasi manipolazione della verità per non venire meno ai suoi legami ed al suo appoggio alla destra che lei serve dal "Giornale". Si è visto come ha trattato la storia dell'arrembaggio in mare della nave dei pacifisti.
  E' embedded in misura straordinaria. Complimenti!

Pietro Ancona

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From: Pietro Ancona
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, June 04, 2010 5:07 PM
Subject: La pensione delle donne

La pensione delle donne

 Interpretare un vantaggio come una discriminazione per toglierlo ed intimare l'immediata parificazione dell'età pensionale delle donne a quella degli uomini è la stupefacente decisione della Corte di Giustizia e  della Commissione Europea che chiede all'Italia di adeguarsi a tamburo battente e senza aspettare il 2018 previsto. Non c'è dubbio che mandare le donne in pensione cinque anni prima degli uomini non è una discriminazione. Lo sarebbe se andassero in pensione dopo gli uomini! La distinzione uomo-donna
nacque in considerazione dell'idea "manuale", "fisica" del lavoro che era prevalente quando si fecero le prime leggi pensionistiche. Ora l'idea e la percezione del lavoro come fatica fisica non c'è più se non per alcuni segmenti del mondo del lavoro ma questo non riduce lo stress femminile dal momento
che le donne non sono soltanto lavoratrici sul posto di lavoro ma anche in famiglia. Quante donne si alzano alle quattro del mattino per stirare, cucinare, lavare, mettere in ordine la casa..prima di andare in ufficio o in corsia o altrove ...Da questo punto di vista le cose non sono cambiate in meglio.
 Anche la prestazione lavorativa della donna è diventata più pesante. Con la riforma scolastica le classi affidate alle insegnanti sono diventate più numerose e viene meno l'ausilio di tanti colleghi espulsi dal processo di ridimensionamento e dequalificazione della scuola. Lo stesso dicasi del lavoro
sanitario di tutto il personale. L'ossessione aziendalistica e produttivistica che pervade  i reparti ospedalieri, i laboratori, le corsie hanno aumentato lo stress delle lavoratrici le quali restano sempre
anche oberate dal lavoro casalingo e per i figli che non può essere cancellato.
 La Unione Europea, così solerte a salvare dalla "discriminazione" del pensionamento a sessanta anni le nostre donne, non ha mai speso una sola parola, non è mai intervenuta per intimare l'eliminazione  di trattamenti economici e normativi che relegano il genere femminile a livelli assai più bassi di quelli maschili.
 La tendenza all'innalzamento progressivo dell'età pensionabile in vista dell'allungamento delle aspettative di vita deve essere oggetto di attenta riflessione e riconsiderazione. Non si può accettare come un dogma l'insostenibilità di pensionati che vivendo più a lungo costano di più allo Stato. Intanto bisognerebbe disaggregare il dato. E' vero che in Italia l'aspettativa di vita è all'incirca di 82 anni ma questa non è l'aspettativa di vita dei lavoratori ma di tutti. E' diverso! Bisognerebbe verificare categoria per categoria qual'è la durata della vita e sopratutto la durata di permanenza in vita in regime pensionistico.
Bisognerebbe anche considerare che se per un ingegnere quaranta anni di lavoro possono essere anche superati lo stesso non si può sostenere per un minatore, un operaio di fonderia, etc...
 Anche la questione del finanziamento della pensione va rivisto. Una parte potrebbe gravare sulla fiscalità generale e stabilire un minimo eguale per tutti. Si potrebbero rivedere le contribuzioni. Insomma la questione va discussa e non può essere ridotta ad un rapporto semplicistico tra aspettativa di vita ed età di collocamento in pensione. Questa è la tendenza della destra e della Confindustria la quale non manca di mostrare in occasioni come questa il suo volto asociale. La Confindustria vorrebbe che lo Stato spendesse il meno possibile per pensioni, sanità, scuola ed servizi sociali. Non trova nulla da obiettare per i 31 miliardi che sono stati stanziati e si stanno spendendo per l'acquisto di micidiali aerei da bombardamento ed elicotteri di guerra.
 La perentoria richiesta della UE solleva anche un altro problema che è quello della politica del lavoro e sociale nella comunità e l'incidenza in essa dei sindacati. L'assenza dei sindacati europei è davvero allarmante e la legislazione del lavoro comunitaria è  orientata dagli interessi delle confindustrie. Un silenzio assordante accompagna normative sempre più sbilanciate a favore delle aziende e sempre più coattive per i lavoratori.  Penso all'orientamento verso una settimana lavorativa di 62 ore. L'ideologia di maastricht domina sempre di più e sta cancellando la civiltà di una europa democratica, progressista, socialista.
 Pietro Ancona

http://www.laboratoriorevelli.it/_pdf/wp75.pdf

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, June 05, 2010 5:17 PM
Subject: Emendamento 1707


Emendamento 1707

 Ho sempre avuto il sospetto che nel "Potere, intendendo per questo quanti sono in grado di gestire
le leggi e gli Stati, non ci sia mai stata una grandissima voglia di punire i pedofili. E' come se ci fosse una sorta di organizzazione segreta nei recessi più importanti e più alti degli Stati che protegge i pedofili e  quasi sempre fa in modo che questi riescano a farla franca anche quando si sono macchiati dei delitti più abietti e più infami. Anni orsono lessi di un grande scandalo scoppiato in Belgio nel quale era implicata anche la Corona, persone della real casa, aristocratici, banchieri, industriali, gente che si divertiva a far collocare bambini negli angoli più bui dei parchi e poi organizzare vere e proprie cacce con mute di cani e tutto l'armamentario della caccia alla volpe. Il bambino veniva raggiunto dai cacciatori o dai cani e poi come selvaggina assegnato al carniere del "fortunato" Orco. Lo scandalo fu enorme ma non durò a lungo. C'è stato un processo ma molti riuscirono a sgattaiolare via delle ampie reti della procedura penale. Non ho mai saputo come si sia concluso e se ci furono condanne. Ma già questo è significativo dei muri che vengono innalzati a protezione degli Orchi.
  C'è una "sensibilità" particolare per i pedofili. A volte si ha anche l'impressione che ci si preoccupi più di loro che delle loro vittime. Si arriva financo alla evocazione della psicanalisi per spiegare la morbosa attrazione che i bambini esercitano su questi delinquenti. Ecco: li ho definiti delinquenti ma
se ci fate caso quasi  nessuno usa questa parola per definire i barbari stupratori o seviziatori di
bambini.
  Ora scopriamo che un autorevole gruppo di parlamentari della destra pdl e leghisti ha presentato un emendamento che introduce nel reato di violenza contro i bambini la "lieve entità" allo scopo di evitare l'arresto dei criminali e di diminuirne la eventuale pena.  Una questione di grande allarme sociale e delicatissima viene risolta, senza alcun dibattito preliminare, quasi di nascosto, nel corpo di una legge che si occupa delle intercettazioni telefoniche, la cosidetta  "legge bagaglio".
 Il Parlamento italiano non è nuovo a  queste pugnalate alla schiena della giustizia. Molte norme che hanno peggiorato il diritto del lavoro sono state introdotte di  soppiatto in leggi e testi diversi e specialmente nella finanziaria. Sostanzialmente non si discute più nel merito delle questioni che vengono risolte tra pochi addetti ai lavori nelle Commissioni parlamentari. L'opinione pubblica ne viene a conoscenza a cose fatte e quando è troppo tardi e non c'è più nulla che si possa fare.
 La mobilitazione di pezzi grossi della maggioranza per la presentazione dell'emendamento sulla "lieve entità" fa nascere il legittimo sospetto che ci sia dentro lo zampino del Vaticano. La cricca clericale è stata mobilitata da scaltri suggeritori oppure hanno pensato da soli la loro proposta? Non dobbiamo
mai dimenticare che il Parlamento è presidiato da un Commissario della Chiesa Cattolica Monsignor Rino Fisichella che, in occasione dello scandalo della pedofilia, ha difeso strenuamente il Papa ed ha
parlato dello scandalo come di un "complotto" ordito contro la Chiesa.
 La Chiesa ha capito che non può più  considerare i preti pedofili come semplici peccatori ma come responsabili di reati penali. Dopo la dichiarazione del Papa che attribuisce ai preti pedofili l'attacco alla Chiesa profetizzato nel terzo mistero di Fatima e la decisione di segnalare alle autorità giudiziarie quanti si macchino di questo turpe delitto, si è voluto in qualche modo garantire una relativa impunità,
evitare la vergogna dell'arresto se colti in fragranza di reato con la leguleia distinzione tra violenza e violenza lieve? Come si fa a definirla? Quale repertorio di comportamenti possono essere definiti di violenza sessuale lieve? Esiste la violenza sessuale lieve verso i bambini? In che cosa consiste? E' violenza lieve o grave  palpare gli organi genitali dei bambini e costringerli alla palpazione di quelli del prete? Ed oltre alla fisicità della violenza non si deve prendere in considerazione il danno psicologico oppure dobbiamo ritenere che questo non esiste se non c'è stupro?
  Sono convinto che, non potendo più sottrarre alla giustizia i preti pedofili, si stia cominciando a lavorare di bulino per ridurre le conseguenze penali cominciando con l'offrire l'opportunità di arrampicarsi nel pur sempre impervio colle della "lievità" del crimine commesso. Certo non è l'immunità, ma con l'assistenza di un buon avvocato si possono quasi minimizzarre i conti da pagare.
 E' così mentre si ribadiscono con ferocia i chiodi ai migranti, ai rom, ai poveri che vengono gettati con leggi durissime nelle carceri immonde di questo Paese dove è normale uccidersi perchè financo la morte appare una liberazione, si studiano le vie di fuga per gli intoccabili, specialmente se rivestiti di abito talare.
 L'ultima novità di questa "giustizia" all'incontrario è la  richiesta di abolire l'art.41 della Costituzione e dare libertà alla industria di insediarsi senza chiedere  permessi a nessuno. Rispetto dell'ambiente e
finalità sociale delle imprese sono considerati lacci da recidere.
  Pietro Ancona


http://camilliadi.over-blog.it/article-violenza-sessuale-di-lieve-entita-ecco-gli-autori-51629701.html

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From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, June 08, 2010 10:47 AM
Subject: Socialismo e decrescita la sola alternativa


 Leggo che il gruppo di Bildelberg ha deciso di continuare la lotta per la distruzione del ceto medio. Nella società Bildelberg soltanto ricchissimi e poverissimi. In mezzo, niente!
 I migliori anni della nostra vita sono stati quelli dell'allargamento della classe media della popolazione
attraverso la promozione sociale del lavoro umano a cominciare da quello manuale che veniva remunerato con salari e stipendi assai vicini a quelli degli impiegati. Venti milioni di lavoratori con
retribuzioni decenti erano inoltre supportati da un welfare tra i migliori d'Europa. Scuola, sanità, servizi, asili nido, assistenza alle mamme e quant'altro hanno reso civile ed apprezzabile la vita di gran parte degli italiani che proprio attraverso la partecipazione a questo benessere ritrovavano ragioni di
unità nazionale e di superamento di vecchie discriminazioni territoriali. Questo sistema era basato
su una forbice relativamente piccola tra le retribuzioni dei dirigenti e dei managers e quelle del personale dipendente. Un "apicale" della pubblica amministrazione non era a distanze astronomiche
dell'usciere del suo ufficio. Era ancora funzionante un ascensore sociale notevole: il figlio di un ciabattino di un paesino delle Madonie poteva diventare Presidente della Regione Siciliana. Il sistema proporzionale e il voto di preferenza costituivano grandi fattori di elevazione dei ceti meno abbienti.
 La politica ha promosso socialmente moltissime persone. Anche le organizzazioni sindacali ed in genere le associazioni hanno contribuito a creare nuove figure di "ceto medio".
 Da anni il ceto medio, la classe intermedia che costituisce la forza e la struttura della società democratica, è aggredita da programmi ben mirati di demolizione e devastazione. Il modello è la società postfordista nordamericana governata dalle multinazionali nelle quali accadono, purtroppo senza grandi reazioni, fenomeni terribili come la perdita delle abitazioni di milioni di persone o la perdita del lavoro a causa della gestione predatoria e truffaldina del management. In Italia, la data di inizio di questo attacco certamente meditato dai gruppi della trilaterale e di Bildeberg, è quella dell'abolizione della scala mobile (1992) e dell'aggancio dei salari al tasso di inflazione "programmato". Poi si è andati avanti per quasi venti anni con una serie di accordi triangolari (governo, sindacati, padronato) di abolizione o limitazione di diritti conquistati fino a portare il livello complessivo del monte salari a meno di un terzo ed a trasferire questo terzo al management, al profitto ed alla rendita. Le distanze tra dirigenze e dipendenti sono diventati abissali e questo è avvenuto anche nella pubblica amministrazione attraverso lo scardinamento di tutto l'ordine introdotto dalla riforma Bassanini.  La legge Biagi è stata ed è un formidabile strumento di lotta all'ascensione sociale e di deprezzamento dei titoli di studio. Oggi non conta più essere o diventare ingegnere se non hai uno studio paterno. L'ingegnere figlio di contadini è assai difficile che possa guadagnare quanto un professionista di trenta anni fa. E' stato brutalmente proletarizzato!!
 La riduzione dei salari e delle opportunità di crescere ora non basta più ai nostri liberisti. Viviamo nella società ideologica del capitalismo e l'ideologia è la prima esigenza da soddisfare. Ora l'azione di sgretolamento del ceto medio avviene anche per distruzione fisica dei posti di lavoro a cominciare dalla scuola, dall'università, dalla cultura, dalla pubblica amministrazione. Nei prossimi tre anni saranno spazzati almeno altri trecentomila posti di lavoro che garantivano l'appartenenza al "ceto medio". Magari si continuerà a fare il professore, ma la paga sarà di pochi euro l'ora e dovrai accontentarti. Bere o affogare!
 La manovra predisposta dal Governo tende proprio a questo. In tutta Europa l'input ideologico liberista è proprio questo: cancellare il ceto medio, impoverire e proletarizzare il lavoro, togliere valore salvifico alla laurea ed alle specializzazioni. La Germania dichiara di risparmiare settanta miliardi di euro. Non è necessario leggere la proposta della Merckel per sapere che si tratta di un tratto essenziale di welfare e di lavoro umano.
 Tutto l'Occidente sarà americanizzato nel corso del prossimo decennio. La speranza è riposta in una sconfitta della destra, ma questo di per se non garantisce che questo lavoro di distruzione della civiltà accumulata dalla seconda guerra mondiale ad oggi non proseguirà. Non esiste oggi in Europa una forza alternativa al liberismo capace di imporsi e di governare.
 Il seme dell'egoismo, della diseguaglianza è stato gettato. Quando un segretario comunale guadagna
125 mila euro l'anno a fronte dei 20 mila dello sportellista dell'anagrafe si è creato un distacco che non è soltanto economico. E' molto di più. E questo molto di più è legittimato dalle enormi retribuzioni dei politici e dei parapolitici che tendono ad assorbire una quota assai rilevante delle risorse ed ad allontanarsi dal  vivere delle gente "comune".
 Socialismo e decrescita potrebbero fornire l'alfabeto di una alternativa al mondo di infelici che il capitalismo ha creato e continua a creare servendosi anche dell'aggressione finanziaria financo agli Stati e delle occupazioni coloniali.
 Pietro Ancona

http://anglotedesco.myblog.it/archive/2010/02/03/il-club-bilderberg.html

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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Wednesday, June 09, 2010 11:52 AM
Subject: Bersani e Betlusconi

BERSANI E BERLUSCONI

  L'On.le Bersani rimprovera a Berlusconi di non contribuire sia pure con un solo euro alla "manovra" di risanamento dei conti del Paese. Ha ragione! Bisognerebbe anche dire che l'immensa ricchezza del Presidente del Consiglio è prodotta in grandissima misura da un bene immateriale: la pubblicità. Ogni spot che vediamo in TV gli procura guadagni rilevanti e la cornucopia che glieli riversa nei suoi conti
è fatata, inesauribile! Sebbene la pubblicità dia lavoro ad una certa quantità di persone non si può dire
che aumenti la ricchezza del Paese anzi ne aumenta i costi: ogni volta che compriamo qualcosa paghiamo anche la quota di pubblicità che l'industria o altro hanno dovuto comprare. Inoltre, dal momento che Berlusconi opera in regime quasi monopolistico, si può dire che la sua è una rendita parassitaria, una sottrazione di ricchezza al Paese che viene accumulata nel suo immenso sistema di scatole e scatoline cinesi nelle quali già trenta anni fa non riuscivano a raccapezzarsi neppure gli esperti della Banca d'Italia.
 Ma l'On.le Bersani non è convincente. Quando si fanno delle critiche bisognerebbe prima di tutto avere le carte in regola. Domandarsi: quando costo allo Stato? E' giusto costare tanto?  Il PD non ha le carte in regola. Non ha mai aperto bocca sulla questione che
nausea l'opinione pubblica italiana specialmente quella vessata dalle tasse sui costi della politica. L'atteggiamento circospetto, sospettoso, intollerante della opposizione ogni volta che si affronta questo tema è davvero insopportabile. E' giusto ricevere  pensioni dopo appena cinque anni di attività parlamentare e sommarle alle pensioni che derivano dalla professione o dal mestiere che si faceva
e spesso si continua a fare da deputato o senatore? E' giusto estendere a tutte le Regioni ed ora sembra anche ai grandi Comuni il trattamento economico dei Senatori? E' giusto ricevere miliardi di finanziamento per i partiti ed i giornali di partito? E' giusto che in Italia il costo della politica sia il più alto del mondo?
 Ora il PD non ci sente per niente da questo orecchio. E non solo il PD. Non dimentico come l'on.le Bertinotti giustificasse i grassi emolumenti percepiti dicendo che i managers dell' economia guadagnano anche di più! Bisognerebbe anche parlare del costo dei Palazzi. Il Quirinale vale l'Eliseo più Buckinghan Palace! Il Palazzo dei Normanni in Sicilia costa quanto e più del Senato e stiamo parlando di miliardi di euro...
 Se non si risponderà a questo problema con senso di giustizia ed equità continueremo ad avere la impressione di essere trattati male, di essere sfruttati e che questa democrazia che peraltro ci ha tolto
il diritto di scegliere i nostri rappresentanti è una enorme greppia che ha dato vita ad una nuova classe.
 Una nuova classe, una casta di privilegiati fatta in grande parte da professionisti della politica che, al dunque, fanno massa tra di loro e non consentono che il loro potere ed i loro privilegi oligarchici vengano messi in discussione. Si tratta di almeno 100 miliardi di euro l'anno, quattro volte la manovra di Tremonti, venti volte l'importo dei soldi sottratti al sistema scolastico!
  Intanto si congelano gli stipendi ed i salari ai dipendenti pubblici e si salassano scuola, sanità e pensioni. E' giusto privare un professore che guadagna 1300 euro al mese di 50 o 100 euro di scatto
biennale mentre si conservano privilegi come quello di rimborsare forfait di mille euro al mese le spese di taxi o di continuare ad erogare quasi cinquemila euro al mese per portaborse che non li riceveranno mai?
  Pietro Ancona
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Sent: Thursday, June 10, 2010 5:29 PM
Subject: L'impotenza di Obama

L'impotenza di Obama

 Spero che la sinistra non sia ancora infatuata di Obama e che abbia fatto un bilancio della sua presenza al vertice della politica mondiale. Da quando è Presidente, la falce della morte ha continuato a mietere innumerevoli vite umane innocenti in Iraq, in Afghanistan, in Africa, in Pakistan. Quanti non vengono uccisi ora dai bombardamenti, dai blitz, dalle offensive lo saranno al momento in cui verranno al mondo sotto forma di mostri per le irreversibili degenerazioni genetiche indotte dalle armi al fosforo o all'uranio. La politica della guerra e della diplomazia di guerra continua magari con migliori accorgimenti nella comunicazione propagandistica. Ma niente è cambiato. Ora nel mirino è l'Iran che subisce l'assassinio od il rapimento dei suoi scienziati ed ha dovuto sostenere una ben organizzata "rivoluzione colorata" con tanto di martiri per la libertà. Sull'Iran i soci di Bildelberg hanno già fatto pollice verso. Dovrebbe essere aggredito presto o almeno non appena si allenterà la pressione degli eserciti occidentali sull'Afghanistan. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con il voto contrario di Turchia e Brasile, ha deciso nuove sanzioni per debilitare l'Iran prima dell'attacco come usano fare gli USA prima di ogni aggressione. L'Iraq fu isolato dal mondo per dieci anni e morirono oltre cinquecentomila bambini per mancanza di cure ed alimenti adeguati. A suo tempo il Segretario di Stato di Clinton, Madaleine Albright, disse che la morte dei bambini era "un prezzo necessario da pagare". Russia e Cina hanno aiutato gli USA in questa campagna di isolamento dell'Iran ma anche essi sono nel mirino. La guerra americana, come disse Bush, è infinita. Non risparmia e non risparmierà nessuno.
 Intanto una spaventosa macchia di petrolio continua ad allargarsi nel Golfo del Messico e lambisce alcuni Stati come la Luisiana e la Florida. Miliardi di litri di petrolio si riversano in mare e continueranno a fuoriuscire senza che a distanza di quasi due mesi dall'esplosione della trivella off shore si siano messi in opera rimedi adeguati. La vita è morta per un tratto di mare grande quanto il Mediterraneo. Una apocalisse di uccelli, pesci, animali marini che i massmedia fanno di tutto per nascondere alla opinione pubblica mondiale. Il nostro ineffabile Presidente è già stato tre o quattro volte sul luogo del misfatto per farsi fotografare mentre mangia con una famiglia di pescatori rovinati
dalla BP oppure mentre coglie dalla spiaggia petrolio raggrumato che stringe rabbiosamente in mano.
 La sua reazione è  quella di una persona impotente, incerta, per usare una locuzione siciliana "con il carbone bagnato" cioè compromesso con la gente che ha compiuto il crimine e che non sta facendo quasi niente di risolutivo per riparare. Possibile che l'industria petrolifera mondiale non sia in grado di sapere che cosa c'è da fare per tappare la falla che avvelena l'oceano? Possibile che non ci siano scienziati e laboratori in grado di proporre qualcosa?  E' stato osservato che a livello di pubblica amministrazione non esiste competenza, esperienza accumulata, studi in grado di fronteggiare l'evento perchè lo Stato è stato svuotato della sua storia e della sua stessa cultura tecnica e che soltanto le multinazionali, l'industria privata, potrebbero sapere cosa fare e come intervenire. Il problema della conoscenza e del possesso della cultura tecnica si pone drammaticamente. La tragedia ecologica della Luisiana è la prova che lo Stato non può e non deve rinunziare alla sua sovranità  ed a controllare anche dal punto di vista della conoscenza le attività economiche.
  Questa vicenda è la prova di come il Congresso ed il Presidente degli Stati Uniti non contino nulla a fronte del potere delle multinazionali. Il "Mercato" è più forte dello Stato. Il Congresso che si è sbracciato per procurare subito una enorme quantità di miliardi di dollari da erogare al sistema creditizio e finanziario depredato da veri e propri corsari e che ha fatto della universalizzazione della assistenza sanitaria uno strumento per arricchire solo le compagnie assicurative ed imporre nuovi oneri ai cittadini   è molto tiepido sull'affaire dello sversamento di petrolio. Obama può solo fare minacce a vuoto che verranno spernacchiate dalla lobby petrolifera e non riuscirà neppure a fermare
le nuove perforazioni sottomarine in programma.
 Ieri ha ricevuto Abu Mazen per chiedergli di riprendere i negoziati con Israele  e gli ha promesso una piccola mancia di quattrocento milioni di dollari  da spendere nella striscia di Gaza. Israele intanto premia con medaglie d'oro gli assassini dei pacifisti e tutta la sua stampa è mobilitata nel mondo intero in una intensa campagna di discredito sulla iniziativa delle navi che hanno tentato di rompere l'assedio.
 La trattativa chiesta da Obama ad Abu Mazen serve soltanto a prendere tempo mentre si puntano i cannoni contro Teheran.
 Israele e le multinazionali condizionano il Congresso USA e la stessa Amministrazione della Casa Bianca. Si farà soltanto ciò che loro vorranno.
 Intanto, a poche miglia dalla costa americana, la gente ad Haiti continua a morire di stenti. Il mondo generoso ha versato 15 o 20 miliardi di dollari non si sa a chi. Certo non un centesimo è stato speso
per alleviare la vita dei sopravvissuti molti dei quali con un arto o una gamba amputata da una sbrigativa terapia chirugica della loro ferite. Circa cinquemila persone in grande parte giovani o giovanissime curate negli ospedali USA ne sono uscite senza un arto. Forse era troppo costoso curare le parti che si è preferito amputare.
 Pietro Ancona 

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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Saturday, June 12, 2010 11:02 AM
Subject: Contro il fascismo politico e sociale


 Contro il fascismo politico e sociale

   L'atteggiamento gladiatorio di Merchionne che intima l'accettazione senza discutere delle sue proposte ai sindacati pena il trasferimento delle fabbriche in Serbia e Polonia e l'indurimento della azione del governo di destra che ha un programma, secondo dati pubblicati da Niki Vendola, di oltre ottanta miliardi di euro da spremere al lavoro dipendente ed allo Stato ha cancellato i pochi margini "riformisti" che   avevano consentivano una conclusione "moderata" del Congresso della CGIL ed una vittoria della cordata concertazionista di oltre l'ottanta per cento. La CGIL non può più continuare a litigare con la Fiom nè a minacciarne la normalizzazione. La CGIL è con le spalle al muro. O con i lavoratori o con Merchionne!  E' costretta ad indire uno sciopero generale contro la volontà del PD che la spinge alla inerzia ed ad una opposizione puramente formale, finta.
 Il padronato italiano ha cancellato ogni possibilità di soluzione "moderata". Le soluzioni sono drastiche. O accetti di ridurti in schiavitù o alzi il tiro e lotti per cambiare tutto, ma proprio tutto. Questo atteggiamento gladiatorio del padronato si colloca in una situazione politica di avvio allo autoritarismo fascista. Il governo reclama leggi liberticide sulla informazione e chiede la cancellazione dell'art.41 della Costituzione. L'Italia deve diventare una Marca di ricconi. Il ceto medio deve sparire.
Ricchi e ricchissimi da una parte e poveri e poverissimi dall'altra. Questo è l'obiettivo da realizzare indicato dal gruppo di Bildelberg. Niente più ceto medio e welfare. Il mondo occidentale deve regredire fino ai precordi dell'industrializzazione. L'americanizzazione dell'Europa è un obiettivo che si deve raggiungere in tempi ancora più brevi di quelli che si erano scelti.
 L'alternativa che si pone alla CGIL è cruciale: o sta con la Fiom o con Bonanni ed Angeletti. Se sceglie Cisl ed UIL compie un ulteriore passo verso la sua deidentificazione e non è detto che non ne pagherebbe un prezzo pesantissimo. Alcuni maggiorenti del PD che spingono per una CGIL sempre più "ragionevole", sempre più disponibile verso il padronato e le controriforme sociali dovrebbero porsi il problema di che cosa sarà l'Italia senza un Sindacato che finora ha presidiato l'equilibrio sociale e politico contribuendo a farne una nazione civile.
 Ma, come ebbe a dirmi una volta Luciano Lama, "non si può alzare la mano e lasciarla ricadere senza colpire". Le scelte non debbono restare a mezz'aria: vanno compiute fino in fondo. Se Merchionne minaccia di portarsi le fabbriche in Polonia e Serbia bisognerebbe rispondergli a muso duro che siamo in grado di organizzare una campagna di boicottaggio delle sue auto in Italia. Se le vada a vendere in Serbia! Si deve pretendere la riassunzione nelle scuole di tutto il personale allontanato dalla riforma Gelmini, l'abolizione della legge Biagi, l'integrità dello Statuto dei Lavoratori e dell'art.18, il salario minimo garantito europeo da valere anche in  Serbia o Polonia dove si pagano salari di 400 euro mensili. La Unione Europea ha preteso l'esecuzione dei suoi diktat a tamburo battente sulla pensione delle donne. La CGIL dovrebbe proporre uno sciopero europeo per l'imposizione di una base salariale unica. Anche gli interessi di centinaia di milioni di lavoratori debbono valere e contare qualcosa! L'Unione Europea non può consentire squilibri salariali che turbano la pace sociale.
  Insomma, la CGIL deve rivedere le conclusioni del suo recente Congresso ed assumere la difesa reale dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie. Ha dentro di sè energie possenti che finora sono state imbrigliate e depresse. Allo sciopero  già indetto bisognerebbe aggiungerne subito un altro di
48 ore contro il fascismo politico e sociale che incombe sull'Italia.
  Pietro Ancona

http://www.repubblica.it/economia/2010/06/12/news/marchionne_accordo-4779264/?ref=HRER2-1

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, June 12, 2010 9:08 AM
Subject: Gramsci ed il Pci


Gramsci ed il PCI

   Rifletto su Gramsci sul suo lascito politico e mi domando perchè è la citazione preferita dei comunisti che ne richiamano il pensiero quando affrontano questioni cruciali del nostro tempo.
 Credo che la ragione, la causa di tanta attualità del suo pensiero, sia dovuta alla sua eresia. Gramsci, fondatore del PCI, era un eretico e come tale fu trattato dal suo Partito, dalla tenebrosa e possente organizzazione del comunismo internazionale. Il comintern dove Togliatti era dirigente di rilievo ne ignorava il pensiero  ma lo teneva sotto controllo.  L'atteggiamento dei comunisti verso di lui fu come quello della Chiesa nei confronti di
pensatori eretici e poi finiti sul rogo o comunque discriminati ed isolati. Gramsci non condivise l'atteggiamento assunto dalla terza internazionale nei confronti della socialdemocrazia definita socialfascismo e da combattere ancora più duramente dei nemici di classe perchè, come diceva Togliatti, bisogna "tagliare l'erba del nostro vicino". Non credo che avrebbe votato come Ingrao per la radiazione del gruppo del "Manifesto". Per quanto non sapesse molto di  quanto succedeva in Unione Sovietica  certamente era allarmato dei segni di una degenerazione verso il totalitarismo di Stato.
  Credo che il comunismo  gramsciano finisca con lui. Il PCI è un'altra cosa. Il PCI è stata forgiato dal togliattismo frutto lungamente maturato negli uffici del comintern e dell'URSS. La commistione tra interessi statali, di potenza con quelli di partito è fortissima. L'idea che gli interessi del Partito siano  da anteporre a quelli della classe lavoratrice e, se del caso, dello stesso socialismo che è alla base della dottrina togliattiana non sarebbe mai stata condivisa da Gramsci. Gramsci avrebbe sempre preposto
gli interessi dei lavoratori e del socialismo a quelli del Partito. Inoltre la sua idea del Partito non era esattamente quella di Togliatti e dei suoi successori. Questo lo deduco dalla lettura di Ordine Nuovo
e dai Quaderni del Carcere. La struttura cardinalizia del PCI, la sua cultura sapienziale paragonabile a quella dei gesuiti, il "centralismo democratico", la disciplina ferrea, non sarebbero mai state accettati
dal nostro pensatore che non cessava mai di pensare e di correggersi.
  Il PCI isolò Gramsci in galera. Forse il silenzio dei suoi compagni che non gli rivolgevano la parola per paura di compromettersi con il partito fu la cosa più dolorosa della sua lunga detenzione. Credo che anche suoi parenti come la cognata Titiana furono usati dal Partito e dal Comintern per monitorarne continuamente il pensiero. La storia dei rapporti di Gramsci con la sua famiglia andrebbe tutta riscritta. Anche il destino dei suoi figli è degno di approfondimento e non è soltanto una faccenda privata.
  Dubito molto che Gramsci avrebbe condiviso il duplice strappo di Berlinguer (non si può governare con il 51 per cento e l'adesione alla Nato del cui ombrello si sentiva protetto). Dubito che avrebbe condiviso la Bolognina e la deidentificazione del comunismo italiano. Il suo comunismo era frutto originale della cultura del socialismo italiano e non avrebbe avuto bisogno dei pentimenti e dei "mi vergogno" dei Veltroni...
  Pietro Ancona

                                                                            ****


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From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Saturday, June 12, 2010 8:37 AM
Subject: disabili


Caro Romano,

mi dispiace molto aver saputo che ha un ragazzo inabile. Le sono solidale. Ho avuto un nipote che a causa di un parto mal riuscito è  vissuto per circa venti anni in condizioni di estremo disagio. Le aggiungo che ha dovuto subire anche lo scherno di brutali vicini di casa che lo inseguivano deridendolo ed a causa di ciò mio fratello venuto alle mani con questi disgraziati ha avuto un braccio spezzato.
 Le sono vicino particolarmente ma la prego di riflettere sul fatto che questa società sempre così violenta e crudele è frutto di scelte di politica economica liberista e per il potere dei ricconi per cui
Pieruluigi Berlusconi può comprarsi una nave da venti milioni ed ai disabili vengono negati duecento euro mensili per aiutarne la sopravvivenza. Questo fa parte della filosofia "uccidi la bestia" che anche lei, purtroppo, sostiene.
 Una società può essere solidale senza affondare. Lo Stato potrebbe risparmiare abolendo, ad esempio, le convenzioni.
 Quando lei dice che i meccanici di Pomigliano dovrebbero firmare l'accordo non si rende conto che c'è un punto oltre il quale non si può cedere. Avrebbe dovuto invitare gli italiani a rispondere al ricatto di Merchionne con il sabotaggio delle vendite della Fiat in Italia.
  Caro Professore, tutto si tiene. Non si può deprecare lo soppressione del sussidio ai disabili ed accettare la degradazione del lavoro dei metalmeccanici a bestie umane.
  Pietro Ancona .

                                                         ****

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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Monday, June 14, 2010 9:36 AM
Subject: Pomigliano come Alitalia


 Pomigliano come Alitalia

 Dopo il comunicato   della segreteria del PD  di disponibilità alle brutali ingiunzioni  della Fiat ai lavoratori di Pomigliano speravo che la CGIL non vi si adeguasse ed  intervenisse a difesa della posizione  Fiom. Non è stato così e si sta ripetendo la situazione che portò al traumatico accordo per l'Alitalia. Allora la CGIL finì con l'apporre la sua firma  accanto a quella di Cisl, Uil ed UGL che per giorni aveva criticato. Oggi i lavoratori dell'Alitalia sono regolati da un contratto che è forse il   peggiore d'Europa. Hanno meno salario  e possono accedere limitatamente a diritti pur garantiti dalla Costituzione. Temo che accadrà lo stesso per i lavoratori di Pomigliano che sono già stati "posati" da Cisl ed UIL. La Fiom, l'unico sindacato che resiste, sta
subendo un durissimo assedio. La Marcegaglia  l'ha accusata di guardare all'indietro e di difendere i "grandi assenteisti" contro i lavoratori "sani". Insomma è passata alla criminalizzazione. Nessun rispetto per la più rappresentativa organizzazione dei meccanici.  La Fiom non è  l'avversario da convincere o da sconfiggere in una trattativa, ma il nemico da distruggere. Le cose che ha detto al Corriere della Sera Epifani fanno pensare che purtroppo non sosterrà il no della Fiom. La CGIL non rompe l'assedio della Fiom. Quando Epifani afferma che  non possiamo perdere Pomigliano, senza aggiungere che ci sono condizioni sotto le quali non è possibile andare, ha difatto capitolato.  Si limiterà ad una operazione di "riduzione del danno" chiedendo la cancellazione delle norme  più sfacciatamente anticostituzionali. Proprio come fu per l'Alitalia.
  Intanto Ichino (PD) entra nel teatro della contesa per fare sapere che anche lui sta dalla parte di Merchionne.  Insomma, i  più importanti protagonisti della vicenda fanno sapere ai metalmeccanici che dovranno subire  quanto dispone la Fiat e che non saranno difesi. La Fiom forse resisterà fino alla fine, ma la sua situazione è  difficile senza il supporto della CGIL. Se si farà il referendum è possibile che venga vinto dalla Fiat. L'alternativa è bere o affogare. Chi ha famiglia è disposto a subire qualsiasi ricatto. La ragione della sopravvivenza prevale su tutto. Non ci sono alternative.  Questo il padronato lo sa bene e lo sanno bene anche Bonanni, Angeletti ed Epifani. Si farà quindi un accordo di deregulation dal contratto e dalle leggi, si faticherà di più e si subiranno  condizioni da caserma. Torneremo indietro di mezzo secolo, a molto prima del 68.
Epifani non romperà con Cisl ed Uil e con il PD. Dopo la firma di Pomigliano ci sarà una grande ondata che travolgerà i lavoratori italiani e li ridurrà alle condizioni se non dei cinesi, dei polacchi o dei serbi.
 Questa involuzione della situazione sociale italiana avviene in condizioni sempre più  drammatiche con un padronato che, forte dell'appoggio del governo,  si permette anche un linguaggio offensivo, brutale, irridente. Cisl, Uil ed UGl sono dalla sua parte e la CGIL è prigioniera del PD, di Letta, Ichino, Bersani che la spingono ad accettare tutto e di più. Il sindacalismo di base anche se forte e radicato nei posti di lavoro è  cancellato dalla discriminazione. Non si permette che conti  e non viene chiamato a firmare i contratti di lavoro. E' stato chiuso in cantina come i partiti di sinistra e quando riempie le piazze con migliaia e migliaia di persone viene ignorato dalla tv e dai giornali.
 Quando sarà firmato l'accordo di Pomigliano sarà come se in Italia non avessimo più né contratti né leggi a difesa dei lavoratori. Tutto dipenderà dalla volontà delle aziende che non potranno più essere limitate nel loro potere, un potere che sarà enormemente accresciuto dalle modifiche della Costituzione che la destra ha già preannunziato alle assemblee degli imprenditori.
 Qualcuno stamane scriveva che questa perdita di ruolo e di peso del Sindacato attira investimenti stranieri e che già si nota un incremento. Ma gli investimenti stranieri non danno alcuna certezza. Le multinazionali che hanno dismesso i loro impianti in Italia sono tantissime e quando restano pongono condizioni pesanti anche al governo come farsi pagare l'energia che consumano o altro.
 Con lavoratori che saranno stravolti da turni di lavoro da schiavi e remunerati poco più della metà di quelli tedeschi o francesi l' Italia diventa ancora più povera, disperata ed infelice. Ma avrà tanti ricconi in più e l'oligarchia politica più costosa e privilegiata  del mondo.

Pietro Ancona

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-06-09/testo-proposta-accordo-lettera-205000.shtml?uuid=AYhBYLxB
http://manifestino.blogspot.com/

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From: Giuseppina Ficarra
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, June 15, 2010 5:06 PM
Subject: LA FABBRICA CASERMA


LA FABBRICA-CASERMA

 Ma quanta brava e saggia gente è scesa in campo per chiedere alla Fiom di recedere dal suo atteggiamento di diniego, di essere "responsabile", di accettare le condizioni poste da Merchionne e già sottoscritte  dai sindacati governativi e filopadronali, insomma di firmare! Al coro manca soltanto Berlusconi e poi ci sono tutti: ieri il Presidente della Camera, oggi il Presidente del Senato, il segretario dei PD Bersani, l'On.le Casini, il folto  e scodinzolante partito Fiat del PD con la Sereni, Chiapparino e tanti, tantissimi altri. E meno male che tra la Fiat ed il Pdl non è corso mai buon sangue!
 Nessuno che dica una sola parola di critica, che avanzi una qualche riserva  sulle pretese cinesi della Fiat, che abbia  un qualche dubbio su richieste che riguardano diritti fondamentali e individuali come il diritto di sciopero ed alla salute. Non una parola. Non si ha il coraggio di dire che la resistenza della Fiom è  sbagliata, estremista, immotivata. Ma si tenta di colpevolizzarla  mettendo  l'accento su  un trasferimento della Fiat in Polonia o in Serbia. Insomma, se La Fiat va via la colpa sarà della Fiom...e si perderanno per sempre quindicimila posti di lavoro!
  Si cerca di fomentare l'odio della gente contro chi difende i diritti. E' accaduto in una azienda del Nord in cui operai terrorizzati dalla minaccia di non avere un lavoro hanno attaccato la Fiom ed hanno
chiesto di essere schiavizzati. Questo triste e doloroso esempio del degrado in cui è stata portata l'Italia viene agitato  contro quanti continuano a difendere diritti. Ma che andate cercando! Lasciateci guadagnare il pane!
Ma torniamo al coro dei finti pacieri.
 Tanta brava e volenterosa gente non l'ho vista quando Merchionne, sfottendo gli operai di Termini Imerese, disse che non poteva attaccare  Termini al Nord Italia, che era troppo lontano e che non se ne parlava nemmeno di salvare l'impianto scaricando sui lavoratori e sulla Regione Sicilia le responsabilità di una conduzione logistica ed industriale assurda e costosissima sostenuta forse per ragioni che ci sono imperscrutabili e che riguardano le relazioni riservate della Fiat..
  Ichino, alza l'ingegno e si chiede quale argomento "forte" può aggiungere al pressing contro la Fiom.
L'ha trovato! Ha detto che l'accordo proposto da Merchionne se accettato aiuterà gli investimenti stranieri in Italia.....Insomma, se gli investitori esteri si rendono conto che l'Italia è una specie di Cina in Europa accorreranno giulivi a mettere qui le loro fabbriche e fabbrichette! Ecco perchè bisogna accettare di subire il licenziamento in caso di sciopero  e di lavorare non solo 13 ore su 24 ma anche mettendo le undici ore a disposizione dell'azienda...
  Ho letto il documento approvato all'unanimità dal Comitato Centrale della Fiom. Debbo dire che non mi è piaciuto. Non mi è piaciuta l'accettazione di tutta la parte economica della proposta Fiat a cominciare dai 18 turni settimanali e dall'aumento dello straordinario. Bisognerebbe riflettere sulle condizioni di  stress dei lavoratori di Melfi per comprendere quanto è ingiusto chiedere una intensificazione massacrante della prestazione. Non mi è piaciuta la disponibilità alla collaborazione per reprimere il fenomeno dell'assenteismo. Se il ritmo della prestazione diventerà allucinante assai di più di oggi avremo un aumento delle assenze dal lavoro. La gente è fatta di carne ed ossa. Il sistema nervoso dei lavoratori viene sottoposto a pressioni  inaudite. Vorrei che gli illustri pennivendoli che oggi si prodigano a dire quanta è sbagliata la resistenza operaia  provassero a lavorare  una settimana in un reparto Fiat e constatare  sulla propria pelle che cosa sono le ultime invenzioni dei cronometristi dell'azienda.... Sarebbe istruttiva una inchiesta parlamentare sulla salute degli operai di Melfi.
 Il documento Fiom non poteva non respingere la sospensione dei diritti costituzionali e la trasformazione del contratto di lavoro in un insieme di obbligazioni da eseguire pena il licenziamento.
 Ma oggi, l'obiettivo della Fiat e del padronato non è più soltanto nella deregulation dal contratto nazionale ma nella trasformazione del regime della azienda con una fortissima accentuazione della sottomissione gerarchica dei dipendenti. Si vuole passare alla fabbrica-caserma. Si vuole la trasformazione del sindacato in servizi dell'ufficio risorse umane con compiti di monitoraggio (spionaggio) della mano d'opera e di isolamento delle "teste calde" delle zone di resistenza. Questo avviene già  da qualche parte ma ora si vorrebbe la sua piena legittimazione pubblica, alla luce del sole. Tutti debbono sapere che in Italia comanda il management dei padroni....
 La Mercegaglia ha avuto parole molto dure e sprezzanti verso la Fiom e quanto resta della resistenza operaia. Si è lasciata andare in affermazioni offensive, pesanti che Epifani ha sbagliato a non rintuzzare e   rinviare al mittente.
Sbaglia e continua a sbagliare come quando non ha rintuzzato il "fannulloni" di Brunetta ai dipendenti statali.  Epifani ha fatto oggi  una dichiarazione in cui di fatto prende le distanze dalla Fiom che tratta con molta freddezza come se si trattasse di organizzazione "altra" non confederata nella CGIL e profondamente connessa alla sua storia ed alla sua cultura.  Anche Epifani è nel coro dei benpensanti che richiamano all'ordine ed alla disciplina i reprobi della Fiom. Infatti, Sacconi che quanto può sputa veleno sulla CGIL e ne teorizza l'isolamento, gli rivolge parole di comprensione e di esortazione all'azione.  Succederà come è già successo per i lavoratori Alitalia. Dall'accordo con Merchionne usciremo con le ossa rotte, con una condizione nelle fabbriche che sarà fuori dallo spirito e dalla lettera della Costituzione. L'Italia è il paradiso della borghesia parassitaria, della oligarchia politica privilegiata e l'inferno per chiunque faccia un lavoro dipendente. Ma l'establiscement industriale politico sindacale uscirà molto coeso e rafforzato. Confindustria, Governo, Cgil, Cisl, Uil e quanti li contornano saranno ancora più uniti nello sforzo di traghettare la borghesia italiana fuori dalla crisi
lasciando a terra e sacrificando i lavoratori dipendenti e quella che fu una democrazia costituzionale.
 Quanti si affannano giustamente a denunziare la legge-bavaglio dovrebbero sapere che la libertà è una ed indivisibile e passa anche e sopratutto nei luoghi di lavoro. Senza libertà nei luoghi di lavoro tutte le altre libertà diventano di parte.
  Pietro Ancona 
 

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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Wednesday, June 16, 2010 10:06 AM
Subject: Il lager di Merchionne


 Il lager di Merchionne

Bisognerebbe che Merchionne spiegasse perchè sposta la produzione della Panda dalla Polonia a Pomigliano nonostante le vantaggiose condizioni di cui ha finora fruito e non solo per i bassi salari
ma anche per le brutali regole  imposte ai metalmeccanici polacchi che  certamente stavano assai meglio ed  godevano di ogni diritto nel regime comunista. Mi domando se Solidarnosh che, manovrato dalla Chiesa e dall'Occidente, riuscì ad avviare il rovesciamento del regime comunista sia soddisfatto del passaggio alla "libertà" ed alla "democrazia" ed all'insediamento di multinazionali che
comprimono il livello di vita e la possibilità di crescere culturalmente e socialmente del popolo polacco.
  Il tanto sbandierato investimento di 700 milioni di euro a Pomigliano, lodato da pennivendoli servili
che lo agitano davanti ad una popolazione povera ed bisognosa di lavorare, non garantisce alcuna certezza per il futuro. Quali sono i programmi di Merchionne per Pomigliano ? Esiste un piano industriale a lunga scadenza che tenga conto anche del fatto che la Panda potrebbe non avere una lunga vita come altri fortunati modelli di automobili? Colpisce l'assenza totale del governo in questa vicenda tranne la retorica e spocchiosa dichiarazione di Tremonti che proclama dopo la sconfitta della Fiom la vittoria del "riformismo". Anche la Regione Campania che si agita assieme alle altre per i tagli imposti dalla "manovra" che certamente farà pagare alla popolazione  e non alle greppie di consulenti, amministratori, managers ed altri parassiti,  non ha mosso un dito, non interviene, non ha nulla da dire.....
  In effetti non sappiamo niente e l'art.41 della Costituzione è ignorato. L'inerzia dei pubblici poteri
consente una operazione di pirateria da terzo mondo operata da una multinazionale che oramai di italiano ha molto poco e che comunque, nella storia industriale e civile di questo Paese si è distinta
per i reparti confino inventati da Valletta e per l'enorme compressione di diritti a Mirafiori rotta soltanto dagli immigrati meridionali negli anni sessanta. La storia della Fiat non è per niente gloriosa. Quando il lavoro abbondava in Italia la gente preferiva andare a lavorare dappertutto ma non alla Fiat
degli Agnelli noti per  essere  gretti ed avidi di sfruttamento.
  Intanto credo che il Parlamento dovrebbe avviare una inchiesta parlamentare sulle condizioni di Melfi che non sono durissime come quelle firmate ieri dai sindacati felloni ma sono certamente molto pesanti.
 I lavoratori non sono utensili animati, bipedi parlanti e non possono essere sottoposti ad uno stress
che incide profondamente sulla loro salute fisica e psichica. Otto ore di lavoro senza pausa sono contro la Costituzione, contro la legge sulla sicurezza del lavoro, contro tutte le raccomandazioni internazionali che invitano a non superare i limiti della sopportabilità umana. Credo che bisognerebbe
avviare un intervento della Magistratura per prevenire malattie nervose, infortuni, logoramento psichico. Si può tenere digiuna una persona per otto ore facendola lavorare a ritmi predeterminati da un computer e cronometrati  dalla sorveglianza? Sebbene siamo nell'Italia di Berlusconi e della destra al potere credo che questo non si possa fare. La fabbrica non può diventare un penitenziario ed il logoramento della salute dei lavoratori diventerebbe anche un costo che si scaricherebbe sullo Stato.
 Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, June 17, 2010 9:18 AM
Subject: Fronte del porto


  Fronte del porto

 A quanto pare il no della Fiom ha  messo in agitazione l'establiscement italiano che ha difficoltà a reggere la scelta Fiat  senza unanimità di consensi. Soltanto l'unanimità può nascondere la profonda ferita ai diritti arrecata dal documento Marchionne. La scelta della Fiat sottoscritta da tutti i sindacati esclusa la Fiom è troppo dura, troppo pesante per essere esposta ad una pur minoritaria opposizione. Anche Veltroni  è intervenuto per spruzzare veleno contro gli operai di Pomigliano assenteisti ed invita la Fiom a non fare troppe storie, a non resistere. Ieri, in occasione della assemblea della Confcommercio, la signora Marcegaglia  ha fatto trapelare tantissima irritazione e si è detta stupita della resistenza Fiom. Il tono del suo intervento è stato quello di chi, avendo ricevuto rassicurazioni sull'adesione della CGIL al piano Merchionne, sia  rimasta delusa della  opposizione della Fiom. Si è incontrata con Epifani e, qualche ora dopo, arriva ai giornali, la presa di posizione della CGIL campana che dichiara di partecipare al referendum del 22 e invita a votare si per l'accordo. Contemporaneamente  il leader della minoranza Fiom che aveva votato contro l'accordo ha detto che se vince al referendum il si, la Fiom dovrà firmare. In sostanza ha cambiato posizione e si è adeguato al perentorio richiamo  della CGIL e del PD. Il messaggio della Marcegaglia è stato prontamente recepito e tradotto in prese di posizione e scelte che isolano ancora di più il coraggioso gruppo dirigente della Fiom. Il suo rimprovero ha avuto risposte immediate. I ribelli della Fiom sono già nel tritacarne...
 Chi resta accanto ai lavoratori? Chi continua a difendere la Costituzione, a stare dalla parte del diritto? Certamente la sinistra di Vendola e di Ferrero ma anche l'IDV che ha assunto una limpida posizione di rigetto del programma Marchionne di riduzione  gli operai a robot umani. Forse Veltroni ed Epifani non hanno letto le prescrizioni Marchionne sulla nuova organizzazione del lavoro in fabbrica: non soltanto otto ore continuative di lavoro a digiuno, senza pausa pranzo ma anche una postura obbligata del busto del corpo operaio che dovrà ripetere i movimenti programmati dal computer e cronometrati. Una sorta di allucinante attuazione della profezia di Chaplin di "tempi moderni"
  Naturalmente Pomigliano, lo sappiamo tutti, è il cavallo di Troia della Fiat e del padronato italiano. E'
naturale attendersi che le "innovazioni" di questo accordo saranno trasferite in tutto il gruppo Fiat e una svolta radicale, una controrivoluzione padronale, divamperà in tutta Italia e troverà buon combustibile dalla tristissima situazione di disoccupazione e di cassa integrazione. Gli industriali sperano, sanno, che il terrore di non trovare altro lavoro spingerà i lavoratori ad accettare il cappio che si stringerà al loro collo.
  Il fascismo avanza non soltanto ad opera della destra che ci governa e del suo blocco sociale. E' allarmante registrare  gli applausi frenetici alle richieste di Berlusconi di fare carta straccia della Costituzione che si levano in tutte le assemblee dei corpi organizzati del padronato italiano: confindustria, confcommercio, confartigianato. Lo squadrismo veste doppio petto e cravatta. E' diverso dai  manganellatori di Mussolini che assaltavano e bruciavano le Camere del Lavoro. Non ne hanno bisogno dal momento che il maggiore partito di opposizione, l'erede del PCI e della sinistra cattolica, condivide ed approva tutte le sue richieste e la CGIL si trasforma in strumento di imposizione ai lavoratori della volontà del padronato. La società si rimodella in senso autoritario con il concorso delle forze che  dovrebbero difendere la libertà e la democrazia.
  La libertà è indivisibile. Non si difende contrastando la legge bavaglio di Berlusconi ed assecondando la militarizzazione del lavoro italiano. Senza libertà nelle fabbriche e nei posti di lavoro
sarà difficile difendere la  democrazia . C'è un rapporto diretto tra proposta di modificare la Costituzione e proposta Marchionne-Marcegaglia. Camminano insieme e ci riportano indietro nel tempo.
 L'atteggiamento  di Cgil, Cisl, UIL  costituisce uno strappo della Costituzione ed una anomalia enorme della democrazia italiana. Sindacati che tirano la volata al padronato e ne soddisfano tutte le voglie anche le più brutali e asociali deformano la "normalità" del Paese. Non so se ci siano
interessi oscuri dietro questa servile accondiscenza ma credo si possa parlare di "fronte del porto" della globalizzazione. In ogni caso ci sono gli interessi politici del PD che vuole attrarre la base sociale della destra non solo con le liberalizzazioni riproposte da Bersani ma anche con l'asservimento della CGIL.
 La Fiom, dopo l'intervento della CGIL campana, ha anche problemi che riguardano la sua affiliazione alla Confederazione. Può continuare ad abitarvi dopo la pugnalata alla schiena di ieri?
 Forse è necessario uno strappo. Una scelta di continuare a vivere e lottare con chi ne condivide le idee e lontani da chi è diventato longa manus delo padrone.
  Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Friday, June 18, 2010 6:59 AM
Subject: Il referendum della vergogna


 Il referendum della vergogna

  Il referendum operaio sull'accordo-capestro di Pomigliano non è un referendum. Sarebbe tale se i lavoratori che voteranno, rifiutando l'accordo separato, aprissero la strada ad altro e diverso accordo.
 Non è così. Se il referendum  sarà bocciato la Fiat non farà l'investimento e lascerà la Panda in Polonia. Questo è stato detto e ridetto da Marchionne. Prendere o lasciare! I lavoratori non potranno esprimere un giudizio  obiettivo  sull'accordo separato. Sanno che se dicono si
la fabbrica continuerà a vivere e se dicono no li aspetta la disoccupazione. Qualcuno in Italia può ragionevolmente sostenere che, in queste condizioni di ricatto, di costrizione,  la gente sarà libera e potrà esprimere la sua vera opinione? Se io o voi fossimo tra i votanti come ci regoleremmo?
 Contrariamente a come li ha dipinti, forzando le tinte, Veltroni i lavoratori di Pomigliano andranno a votare e si caricheranno della croce delle condizioni umilianti imposte brutalmente da Marchionne.
 Penseranno alle loro famiglie ed alla necessità comunque di sopravvivere in una Napoli che venti anni di governo Bassolino lascia in macerie, disperata, piena di debiti. . L'uso clientelare in proporzioni industriali delle risorse, l'indebitamento, la mancanza di progetto e di futuro fanno da contesto al referendum ,  una operazione che sarebbe democratica se non fosse già stata piegata e strumentalizzata dalla Fiat che ne ha giù predeterminato il risultato.
 Perchè la Fiat vuole il referendum? Evidentemente non gli basta l'adesione dei sindacati collaborazionisti. Vuole una sanzione che costituisca una umiliazione per la Fiom per dimostrarle di
non contare niente e chiederle di tornare subito ed a testa bassa all'ovile. Ha già ricevuto due risposte positive: quella di Epifani che attesta il valore del referendum e l'altra del leader della minoranza Fiom Durante il quale afferma che in caso di vittoria dei si la Fiom deve firmare. In sostanza il referendum sarà usato come un plebiscito annessionistico alla volontà del padrone.
   Qualcuno in questo Parlamento dovrebbe chiedere che si torni a trattare e che il referendum non abbia luogo dal momento che si tratta di costringere a Canossa tutti i dipendenti della Fiat di Pomigliano. Ma la lobby Fiat è assai forte. Anche Casini si è unita ieri a Fini e Schifani per chiedere la resa della Fiom.  Diverse voci della cultura costituzionalista si sono alzate per segnalare le numerose illegalità dell'accordo separato. Anche "liberal "si chiede se la globalizzazione significa che dobbiamo  diventare come i cinesi mentre la dichiarazione del Segretario della Cisl che ritiene che si debba riaprire la questione Termini Imerese nel caso di vittoria dei si è la prova di quanto è stato finora giustamente sospettato ma negato e cioè che Pomigliano non è una eccezione  ma la nascita di nuovi rapporti di lavoro che stracciano contratto nazionale, Costituzione e leggi.La nascita della Cina italiana.
  Anche se dovesse ricevere l'unanimità dei consensi il referendum non avrà alcuna validità nè morale nè giuridica per lo stato di necessità dei lavoratori. Sarà soltanto il documento di una prepotenza subita.
  Qualcuno ha paragonato agli effetti della marcia dei quadri dirigenti ed intermedi  di Mirafiori. o la situazione che si creerà
dopo il referendum. E' vero che la CGIL tornò al tavolo delle trattative ed accettò accordi che consentirono il licenziamento di trentamila operai. Oggi dovrebbe accettare le condizioni di militarizzazione del rapporto di lavoro che diventa una obbligazione individuale. Se lo facesse ripeterebbe il cedimento, l'errore di allora. La CGIL non avrebbe dovuto piegarsi ad accettare condizioni che hanno cambiato il corso della storia ed aperto la strada alla cancellazione dei diritti conquistati con la stagione dell'autunno caldo.
  Ma, infine, questo referendum come si  svolgerà? Da chi sarà organizzato e da chi sarà controllato?
L'ultima esperienza recente è stato il referendum sugli accordi fatti con Prodi svoltosi in condizioni di illegalità, senza controlli,senza una vera discussione dal momento che non era previsto che i contrari potessero illustrare le loro ragioni nelle assemblee. Furono dichiarati oltre cinque milioni di votanti e lo ottantuno per cento di si, cifre "bulgare" ed inverosimili che tuttavia per giorni diedero a tanti pennivendoli il punto di appoggio per infierire sulla minoranza che aveva votato no.
Contrariamente a quanto scrive Erri De Luca  sul Manifesto
<<Cedere: questo è l'ordine del giorno. Con il pensiero intatto, almeno quello, che siano passi indietro come quelli di chi prende rincorsa per rivincere.>> il passo indietro che si farebbe a Pomigliano non permetterà un rincorsa in avanti. Sarà un passo indietro che completa la disfatta dei diritti e prelude ad un lungo periodo senza libertà e democrazia per i lavoratori italiani.
Appoggiamo con tutte la nostre forze quanti Fiom e sindacalismo di base si oppongono alla perdita dei diritti. Resistere nei posti di lavoro é altrettanto importante che resistere alle leggi bavaglio. Perché la libertà é indivisibile.
  Pietro Ancona
 
http://www.loccidentale.it/articolo/fiat.+veltroni%3A+%22su+pomigliano+accordo+duro+ma+inevitabile%22.0092224
  http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=746580&lang=it

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, June 19, 2010 9:30 AM
Subject: Il nervosismo del padreterno da cinque milioni di euro.


IL NERVOSISMO DEL PADRETERNO DA CINQUE MILIONI DI EURO

 L'amministratore delegato della Fiat straparla. Le notizie che gli arrivano dall'interno della Fiat e lo scarso entusiasmo che il suo piano di robotizzazione umana e abolizione dei diritti costituzionali ha suscitato anche in parte della stampa
tradizionalmente schierata dalla sua parte  lo hanno innervosito. Proclama ai giornali che, se non si fa come dice lui, si uccide l'industria.  Manifesta irritazione e fastidio per il fatto che in Italia, a differenza che negli USA, deve parlare con tanti, troppi interlocutori: preferirebbe
parlare con uno solo. Non lo soddisfa il fatto che mentre la maggioranza di questi interlocutori ha prontamente obbedito al suo diktat soltanto uno gli resiste. Vorrebbe che in qualche modo questo interlocutore (la Fiom) fosse costretto ad ubbidirgli ed anche senza fargli perdere tempo. Sospira pensando a quanto è bella l'America dove parla solo con una persona, si mette d'accordo e passa subito avanti. Ma l'Italia non è l'America. Il sindacato in USA è stato liquidato a fucilate dai killers della Pinkerton all'inizio del secolo scorso. Il Sindacato che ha comprato parte del pacchetto azionario della Crysler rappresenta soltanto i suoi dirigenti. I lavoratori sono soltanto coloro che hanno dato tanti soldi a questi dirigenti e basta. Non contano niente, proprio niente! Questo Sindacato-non sindacato è estraneo alla cultura del movimento operaio italiano.
 La democrazia è faticosa. Per coniugarla alla efficienza del sistema ci vuole capacità, duttilità, comprensione.  Marchionne non può trattare, come sta facendo, i lavoratori facendo sibilare la frusta e minacciando: se non fate come dico io me ne vado, me ne torno nel mio paradiso  polacco dove impongo tutte le condizioni che voglio e per giunta pago
salari di 400 euro al mese!  Sembra Berlusconi quando strilla che governare con questa Costituzione è un inferno di regole dal quale si vorrebbe liberare subito.
 Curiosa questa concezione monocratica del potere industriale. Curiosa questa invocazione di reductio ad unum della rappresentanza sindacale.  E se fosse Marchionne a sbagliare? E se l'idea di fabbrica che ha in testa e che vorrebbe  imporre non fosse  quella giusta? Chi ci garantisce che il potere dittatoriale di un solo manager anche se circonfuso della fama di genio agisca nel segno del bene, dell'utilità e della prosperità ? Se Marchionne sbaglia il suo errore verrebbe pagato da diecine, centinaia di migliaia di persone!  Non è giusto che una persona abbia tanto potere specialmente con un governo dello assoluto lassair faire che se ne sta distante e, semmai, interviene a supporto propagandistico della azienda. Inoltre se sbaglia Marchionne le conseguenze non sono soltanto per i lavoratori ma anche per gli azionisti ai quali è stato imposto di pagargli una parcella annuale di milioni di euro inconfrontabile con quella del suo personale dipendente - E'  scandaloso che il signor Marchionne si liquidi uno stipendio(visibile) di circa cinque milioni di euro all'anno mentre un suo  ingegnere progettista ne guadagna meno di  duemila al mese. Le decisioni di una multinazionale come la Fiat dovrebbero  avere un processo decisionale che confronti le opinioni di un gruppo dirigente largo e qualificato per approdare nelle scelte del Consiglio di Amministrazione. Scelte che non dovrebbero mai essere una pura formalità di ratifica dell'operato dell'Amministratore Delegato. Ma alla Fiat non funziona in questo modo. La democrazia è migliore della dittatura peggio ancora se intrisa di megalomania di Uno solo.
  Marchionne ha imposto ai cinquemila lavoratori di Pomigliano un referendum-genuflessione alla sua volontà. Trattasi di una violenza psicologica e politica che in un Paese civile non avrebbe luogo. Tutti sanno che se il referendum dovesse bocciare il piano A, scatterebbe il Piano B e cioè non si farebbe
l'investimento. Se il signor Marchionne ed i suoi servili cortigiani sindacalisti avessero un pochino di pudore dovrebbero evitare questa scandalosa richiesta di sottomissione alla volontà padronale e di umiliazione collettiva non solo dei lavoratori ma della cittadinanza di Napoli.
 Continua intanto l'opera di denigrazione dei lavoratori cominciata con Brunetta per gli statali ed ora
applicata ai lavoratori Fiat da Marchionne, dalla Marcegaglia e da qualche loro ruffiano del giornalismo embedded. Marchionne ha rimproverato uno sciopero delle maestranze di Termini Imerese (la fabbrica che ha condannato a morte)fatto in occasione di una partita di calcio. A parte la fondatezza del fatto del quale è lecito dubitare, i lavoratori avrebbero  pagato di tasca loro  come ha osservato un giornalista certamente non di sinistra come il direttore di Riformista.
 Ma perchè si fa questa campagna di denigrazione contro una classe operaia come quella italiana che
paga con 1400 morti all'anno e migliaia di mutilati un altissimo tributo, il più alto d'Europa, ad una organizzazione del lavoro insicura, stressante, mortale? L'insofferenza di Marchionne e della Marcegaglia si fonde con la volontà del governo e di Draghi di modificare subito la Costituzione per liberare da obblighi sociali e di rispetto ambientale le imprese. Questi signori vanno avanti come carri armati facendo schioccare la frusta e minacciando i resistenti.  Ma le reazioni che finora ha registrato
questo programma non sono quelle che si aspettavano. C'è resistenza. L'Italia democratica e civile si oppone! Il voto degli operai di Melfi che premia la Fiom dice che si deve ragionare che non si possono sequestrare financo i minuti secondi della vita delle persone. La fabbrica deve avere un contenuto, una qualità umana! Non può diventare l'inferno degli esseri umani ridotti alla  parte vivente del macchinario di produzione. Questo rincorrere i ritmi dei cinesi è rovinoso. La Cina registra migliaia di casi di suicidio e cova profonde proteste sociali. Che l'Italia debba imitare la barbarie dello sfruttamento schiavistico di un regime nazi-liberista mi pare una forzatura che non potrà essere accettata. Non si possono buttare nella immondizia due secoli di civiltà e fare regredire il lavoro dipendente a quello dell'avvio della industrializzazione. Non ci vuole un genio per fare funzionare una
fabbrica a salari infimi di 400 euro al mese e regime militare.  Marchionne mostri di essere un vero manager confrontandosi con salari e diritti dignitosi come fanno  le industrie automobilistiche europee. E' davvero un genio come pensano Chiamparino, Fassino e gli altri del partito-fiat?
Pietro Ancona
 
http://www.libero-news.it/news/353523/Stipendi_d_oro_per_Marchionne_e_Montezemolo.html
http://www.corriere.it/economia/10_giugno_18/marchionne-fiat-accordo_5b50102c-7af3-11df-aa33-00144f02aabe.shtml

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, June 20, 2010 9:32 AM
Subject: barbarie


  Barbarie del decreto-ricatto Marchionne

 Marchionne,   il grande stratega  planetario, il salvatore della Fiat come lo ha definito sbavando di ammirazione Piero Fassino, è molto nervoso per il fatto che al suo schioccar di frusta il Sindacato non sia tutto accorso ai suoi piedi. Certo, Cisl, Uil, UGL, e Fismic (?) hanno firmato senza discutere  il suo decreto e, tanto per salvare la faccia, hanno pietito ed ottenuto la cosidetta "clausola di raffreddamento" una norma che dà un minimo di procedura alle punizioni della Fabbrica-Caserma ma non ne corregge la fondamentale lesione del diritto costituzionale. Ma il Sindacato che incarna le ragioni dei lavoratori è la Fiom e la sua resistenza innervosisce la Fiat ed il padronato italiano.  Resiste la Fiom nonostante l'assedio sempre più duro e petulante di tutto il benpensantismo nazionale, di una CGIL imbarazzata che preferirebbe trovarsi altrove e di un PD che è il partito Fiat più affidabile che la famiglia Agnelli abbia in Italia.  Pd affidabile assai di più del PdL che è sempre stato ostile alla Fiat  e, capeggiato dal parvenu Berlusconi, a suo tempo gli fece sfregio di presentarsi ad un incontro sgommando su possenti BMV e Audi. Fassino ha quasi intimato ieri agli operai di accettare l'accordo  riconoscendo che è duro e che è fuori legge versandovi sopra la maramaldesca  criminalizzazione dell'addebito della scarsa produttività degli operai.
 Se le cose Fiat vanno  male non è perchè le auto prodotte  non siano il meglio   o perchè c'è una burocrazia dei piani alti  dell'azienda degna di un ministero sovietico  ma perchè gli operai sono assenteisti e magari, come si è permesso di scrivere Statera, rubano....
 Il PD pencola fortemente dalla parte di Marchionne. Il portavoce per i problemi del lavoro Fassina
e l'ineffabile Letta junior si affrettano  a rassicurare che "l'accordo di  Pomigliano non sarà un precedente o un modello....perchè si rendono conto di quanto sia indigesto e velenoso e lo vogliono far passare fingendo di criticarlo....
 Marchionne si sta comportando stupidamente. La stupidità di una persona che vive fuori dal mondo, nel chiuso del suo regno  di managers e supermanagers che guadagnano milioni di euro e che non sanno più come e dove vive la gente. Managers che si servono di specialisti, professori universitari che studiano come fare dell'operaio la parte vivente del macchinario di fabbrica e stabiliscono  il numero di movimenti che si debbono fare in un giorno magari saltando il pasto e con un cronometrista alle calcagna anzi incorporato della stessa linea di produzione.  Ieri  il Nostro è stato assai incauto ed ha attaccato a testa bassa gli operai di Termini Imerese già licenziati, seppur con data appena differita,  offendendoli e consegnandoli  alla canea di pennivendoli che non attendono di meglio per mettere alla gogna i fannulloni ed i ladri difesi dalla Fiom. Lo stesso Bonanni  che ha quattro palmi di pelo sullo stomaco si è allarmato per l'errore di "comunicazione" di Marchionne ed  è intervenuto invitandolo ad "avere pazienza", ad essere meno fremente, più cauto. Bonanni sa come fare per spezzare le reni alla resistenza operaia e confida in un quadro generale della politica che si muove in senso favorevole alle pretese Fiat. La stessa idea della fiaccolata degli imploranti che avrebbe dovuto ripetere la grande marcia dei quarantamila che invocarono il ritorno al lavoro a Torino trenta anni fa è stata un errore. La manifestazione non è riuscita e nonostante la probabile mobilitazione della camorra per il suo successo. Sappiamo che la camorra ha interessi che oggi coincidono con quelli del successo della sfida Marchionne.
 Ma il piatto della partita Marchionne è troppo indigesto e tuttora non si riesce a costruire un clima di isolamento della Fiom, di criminalizzazione degli operai, di sostegno alle "innovazioni", alla "modernità" del nuovo catechismo della vita in Fiat. La tesi del conservatorismo dei sindacalisti della Fiom, del loro non farsi carico delle problematiche della globalizzazione, stenta a penetrare una opinione pubblica che, questa volta, non si è lasciata infinocchiare dagli Ichino, dai Boeri e della falsa "saggezza" del gruppo dirigente del PD. La cultura dei costituzionalisti democratici è entrata in campo accanto agli operai ed alla Fiom dando splendore, lucidità e forza di argomentazione giuridica  alle loro tesi.
 L'entità del pericolo che incombe su venti milioni di lavoratori italiani è stato avvertito. Anche se il cosidetto referendum darà una maggioranza ai si, la convinzione di essere trascinati all'indietro nel gorgo di una barbarie premoderna persiste e resterà nell'aria. I si sono obbligati da uno stato di necessità, dalla responsabilità dei lavoratori verso le loro famiglie, sfruttata cinicamente contro di loro.
 L'ordito della Fiat contro i diritti è riscontrato da una accelerazione degli attacchi  del governo alla Costituzione. Fino a quando resterà questa Costituzione anche se
l'accordo sarà attuato nessuno potrà garantire nè la Fiat nè il capitalismo italiano da un pronunciamento della Corte, da una sentenza del Giudice. Per questo la destra italiana
con i suoi immumerevoli consiglieri e specialisti è impegnata freneticamente   nelle  riforme politiche. Questa destra non viene contrastata  dal PD dove tutto il  gruppo dirigente a cominciare dai torinesi Chiapparino e Fassino si è schierato con la Fiat e con il nuovo Vangelo del Capitalismo italiano e della sua Ideologia di dominio.
  Pomigliano D'Arco è il grimaldello scelto dal capitalismo  per imporre la sua definitiva supremazia sui lavoratori che vengono spogliati dei diritti contrattuali e costituzionali e privati del sindacato come loro rappresentante collettivo. Non a caso è stato scelto come terreno di scontro
un territorio affollatissimo ed  in preda ad una profonda crisi economica e sociale
punto importante del lavoro nero. Le nuove prescrizioni dettate da Marchionne sebbene firmate da quattro sindacati non sono state oggetto di trattativa. La firma sindacale è una presa d'atto, una risposta al ricatto "prendere o lasciare". Se la Fiom dovesse firmare firmerebbe la condanna a morte del diritto dei lavoratori di avere un Sindacato, un soggetto collettivo che li rappresenta e ne tutela gli interessi. Non sarà mai più come oggi  e sarà come se ogni singolo lavoratore accettasse  a titolo personale il suo nuovo status. Il Sindacato come soggetto collettivo e conflittuale, elemento di una dialettica degli opposti, scompare per dare posto alla "americanizzazione" agiuridica del lavoro, alla solitudine del singolo lavoratore anche se presta la sua attività assieme a migliaia di suoi colleghi. La nuova fabbrica sarà un lager dove il peso della gerarchia diventerà assai più incombente di quanto non lo sia oggi.
 Non è vero quanto affermano  dirigenti del PD come Letta  che il decreto Marchionne di Pomigliano resterà una eccezione. Niente di quanto si distrugge del diritto è una eccezione. Non si torna indietro dalle nuove norme.  Non lo è stata la legge Biagi  che fu confermata dal governo Prodi e consacrata dagli accordi del 2007 la quale  continua a produrre precariato che si aggiunge agli infelici sei o sette milioni di schiavi cocopro e similibus. Non lo sarà l'allegato lavoro che attacca alle spalle l'art.18 ed apre la strada alla abrogazione dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori. La fabbrica Marchionne diventerà la Nuova fabbrica italiana. Non a caso Ichino ne parla come di una cosa da mostrare agli investitori esteri perchè vedano in Italia la Cina d'Europa.
 Non  è neanche detto che la produzione della Panda abbia un futuro luminoso, un mercato in espansione nei prossimi anni. Se dovesse andare male ci troveremo senza lavoro e senza diritti, ci ritroveremmo  riportati indietro nel tempo. La proposta "giudiziosa" di coloro che invitano a stringere i denti
ed accettare perchè in futuro le cose potranno migliorare e finchè c'è vita c'è speranza per il meglio
è molto debole  perchè l'industria automobilistica non ha un brillante futuro e  sarebbe meglio cominciare a pensare ad una industria diversa ed ad un modello di sviluppo  basato sui consumi collettivi e su una diversa priorità nell'uso delle risorse.  Inoltre l''asiatizzazione  dell'Italia è difficile da realizzare dal momento che le famiglie operaie hanno costi incomprimibili e crescenti imposti dalla privatizzazione dei servizi e dal deperimento del welfare. Il lavoratore italiano non si può portare  al livello dell'ex contadino cinese, espulso dalla sua terra ed arruolato come schiavo di un mostruoso PIL che deve gonfiarsi ogni anno. Meglio adattare l'industria italiana al livello dei salari europei senza la follia  di continui abbassamenti che fomenterebbero tensioni incontenibili e puntare verso una coesione sociale in cui gli italiani tornano ad essere una nazione che costruisce solidarmente il suo cammino nel mondo. Meglio nessuna fabbrica al posto della fabbrica lager di Marchionne che accelererà la decomposizione della unità nazionale e della sua civiltà proprio nel 150 anniversario della fondazione dello Stato. Se dovesse perdere il referendum la Fiat scoprirebbe il suo bluff. Non tornerebbe in Polonia. Non è in grado di deteriorare i suoi rapporti con l'Italia specialmente dopo la condanna a morte di Termini Imerese ed il ridimensionamento dei suoi impianti del Nord. Dovrà rinunziare alla soverchieria. Mi auguro che la Fiom abbia un cuore fortissimo, capace di reggere la tensione enorme che si accumula sui suoi dirigenti. Finora il dopo Rinaldini appare una prosecuzione
intelligente, colta e motivata della sua tradizione.
 Pietro Ancona

http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=141939

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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, June 21, 2010 10:00 AM
Subject: Il bluff dei piani A, B e C del padrone delle ferriere


 Il bluff dei piani A, B e C del padrone delle ferriere

 Colpiva ieri nel duello televisivo tra Landini e Sacconi  l'atteggiamento  velenoso del Ministro del Lavoro che si comportava come sostenitore delle ragioni della Fiat
e usava tutte le armi per intimorire e criminalizzare il coraggioso ed appassionato segretario della Fiom. Se salterà l'investimento la colpa sarà della Fiom e non si capisce perchè dal momento che quattro sindacati su cinque hanno firmato in calce al decreto Marchionne. Perchè si vuole a qualsiasi costo il consenso della Fiom? Perchè Lucia Annunziata cercava di sapere sotto quale percentuale di no la Fiat ritirerà il suo impegno? A quanto pare a Marchionne non basta vincere il referendum. Vuole un plebiscito! Vuole che tutti aderiscano senza se e senza ma al suo diktat, alle sue condizioni. Il suo nervosismo è aumentato perchè, nonostante la mobilitazione dei quattro sindacati collaborazionisti  e l'impegno del Sindaco e dei maggiorenti pdl di Pomigliano capeggiati da Cosentino, la manifestazione di implorazione alla Fiat è stata un fallimento. I telegiornali e la stampa hanno parlato di cinquemila partecipanti, (cinquemila è il numero fatidico corrispondente ai dipendenti della fabbrica di Pomigliano), ma c'è chi afferma che si trattava di non più di duecento persone!
 Le notizie che giungono dai vertici della Fiat confermano il sospetto che il piano B (la Panda in Polonia) sia stato e continui ad essere un bluff. Si parla di un piano C e cioè della fondazione di una nuova società che subentrerebbe nello stabilimento Giovanbattista Vico assumendo ex nuovo i lavoratori. Insomma si farebbe come all'Alitalia con la stipula di un contratto del tutto nuovo e la selezione rigorissima del personale più malleabile e più disponibile a soddisfare le voglie del management. Colpiscono le dichiarazioni di Marchionne sull'alta qualità dei prodotti Fiat realizzati all'estero contrapposta alle auto prodotte in Italia. In verità si ha l'impressione di assistere al gioco delle tre carte e che non siano chiari gli obiettivi veri della proprietà. Perchè questa provocazione a Napoli? In fondo la Fiom aveva aderito al suo progetto tranne che per gli aspetti chiaramente anticostituzionali. Epifani aveva detto che stralciando le due questioni del diritto di sciopero e della malattia l'accordo si poteva fare. Io non condivido  l'adesione ad un progetto che vuole i lavoratori digiuni per otto ore e che sequestra la loro vita privata. Ma la disponibilità ad accettare qualsiasi sacrificio era stata data. Ed allora, perchè si vuole stravincere e si pretende la sottomissione a condizioni che cancellano tutti i diritti e stabiliscono obbligazioni per i lavoratori che li riducono a
soggetti passivi, a macchinario vivente? Credo che lo scopo riguardi non solo Pomigliano ma tutto il gruppo Fiat italiano che viene violentemente strattonato e ridotto a produzioni secondarie ed in via di esaurimento. Insomma si sta alzando un polverone per avere il pretesto di mettere tutto il gruppo Fiat italiano in un binario morto senza futuro. La situazione italiana è aggravata da diversi fattori politici assai preoccupanti. In primo luogo il governo non svolge il suo ruolo istituzionale super partes e di attenzione ai problemi strategici dell'industria italiana. Si limita a fiancheggiare con urla da stadio Marchionne. Tremonti ne esalta il profilo "riformista" mentre Sacconi lavora davanti e dietro le quinte per indebolire la Fiom ed isolarla. Il PD appoggia apertamente la Fiat di cui è da sempre il partito di riferimento e non solo a Torino. La CGIL ha un atteggiamento di pubblica ostilità verso la Fiom e la sua volontà viene espressa dalla minoranza Fiom che si dichiara disponibile ad accettare tutto dopo il referendum di domani. L'intervista di Epifani al Corriere della sera contiene affermazioni sconcertanti.
 Lo scenario politico generale in cui si svolge la vicenda è di sfascio. Ieri a Pontida diversi Ministri tutti in divisa verde hanno minacciato la secessione del Nord. E' stato chiesto che i Ministeri si spostino da Roma a Milano, Venezia e Torino. Il federalismo è la via democratica alla separazione secondo Bossi ed altri autorevoli esponenti del Governo. Tra questi il Ministro agli Interni. La macellazione della bestia-Stato secondo la dottrina  Tatcher-Reagan è in corso. I servizi  del welfare sono tutti in crisi mentre l'oligarchia politica diventa sempre più autoreferenziale e pensa ad arricchire se stessa. Gli scandali della cricca al governo dilagano oltre-tevere e viene meno anche la autorità morale della Chiesa che, in un paese cattolico, desta scandalo e disorientamento. I paesi colpiti dal terremoto o da disastri come L'Aquila ed i centri siciliani sono abbandonati a se stessi. Lo Stato non c'è e dove c'è pone grossi problemi di libertà e di democrazia nelle carceri, nelle scuole, dappertutto.
  Infine non è accettabile che la vita della gente, la libertà, la democrazia dipendano da successo di mercato di una auto e dalla speranza che se ne consumino sempre di più. La competizione globale delle multinazionali dell'auto tende a peggiorare drammaticamente le condizioni degli operai-produttori per presentare un oggetto sempre più competitivo. Ma in questo c'è già una contraddizione mortale:
i produttori non possono essere ridotti in miseria senza uccidere il loro ruolo di consumatori. Se l'operaio non è in grado di comprare l'oggetto che produce le cose non andranno bene per nessuno.
 Inoltre bisogna cominciare a ridiscutere gli oggetti che si producono e dove si producono. Il provincialismo dei sindacati italiani ha sottovalutato le ragioni dell'allargamento della UE voluto a suo tempo da Prodi e dalla borghesia capitalistica  senza tenere conto delle condizioni di grande difficoltà di tanti paesi dell'Est europeo. Si è voluto mettere  una grande zona di povertà  a disposizione della industria occidentale per potere scorazzare liberamente ed indebolire e far regredire la condizione di vita di tutti i lavoratori che, nei paesi industrializzati,  in tanti decenni di socialdemocrazia, avevano dato vita ad un sistema di vita civile, eccellente per molti aspetti (vedi sanità francese), invidiato dagli USA. Ma, nei paesi dell'Est europeo, c'è stata l'esperienza comunista rimpianta da un numero crescente di persone. Solidarnosc, se confronta la condizione degli operai di oggi a quella esistente durante il comunismo, si rende conto di quanto sia peggiorata financo sul piano della dignità delle persone. E questa è una contraddizione che non viene sanata da governi di destra.
 E' giunto il momento di una iniziativa comune dei sindacati in Europa e di creare un sindacalismo alternativo. E' necessaria una secessione dai sindacati collaborazionisti "moderati" per dare vita ad organizzazioni che siano il corrispettivo della Linke sul piano politico. Die Linke ha ereditato la cultura della socialdemocrazia europea. Un nuovo Sindacato deve ereditare la cultura
conflittuale che anche la CGIL ha smarrito.  Un sindacato che non è fazioso, cioè, di parte è immorale! Non fa gli interessi dei suoi rappresentati. Se il Sindacato è moderato, si fa carico di tutto, contrasta non solo con gli interessi di cui è portatore ma chiude il futuro alla società. Il futuro si costruisce costringendo l'economia ad adattarsi a condizioni sempre migliori per i lavoratori. Queste condizioni danno splendore, lustro, prosperità a tutti. E' già accaduto in importanti decenni dominati dalla parola d'ordine densa di saggezza sociale: "il salario variabile indipendente! durante i quali l'Italia è cresciuta... Se dovessero essere i lavoratori ad adattarsi alle condizioni dell'economia il risultato sarà ed è già di regressione, di medioevo sociale!
Pietro Ancona

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From: pietroancona@tin.it
To: seriogiorgio@tiscali.it
Sent: Tuesday, June 22, 2010 3:50 PM
Subject: La doppia truffa del referendum e del piano C


 La doppia truffa del referendum e del piano C

 Dalle otto di stamane si vota il decreto Marchionne nello stabilimento di Pomigliano d'Arco. Cinquemila operai sono stati  precettati ed obbligati al voto dal momento che la Fiat considera quella di oggi giornata lavorativa ed ogni assenza dovrà essere giustificata da certificato medico.
 Ieri sono intervenuti grossi calibri nazionali a sparare le loro munizioni a volte fatte di volgari contumelie contro la Fiom e la resistenza operaia diffusa in tutta la Fiat. La signora Marcegaglia si distingue per particolare ed aggressiva volgarità. Nelle fabbriche del suo gruppo qualcuno dei suoi dipendenti ci lascia le penne ma questo non la induce ad avvicinarsi alla categoria dei lavoratori che non hanno la fortuna che lei ha avuto di nascere ricca in ricca famiglia con il rispetto che si usa tra le persone civili nei paesi civili. Sacconi si dichiara convinto della sconfitta della Fiom ed anche questa è una stranezza, una anomalia di un paese che ha un Ministro del Lavoro di parte, embedded del padronato che impiega tutto il suo tempo a studiare con i suoi collaboratori come impedire l'accesso alle garanzie costituzionali agli operai, come rendere loro  le leggi un groviglio inestricabile costoso ed inavvicinabile. Basti vedere l'allegato lavoro che è tutto un assedio leguleio all'art.18 disseminato di trappole per scoraggiare il ricorso alla Magistratura ed anche per impedire a questa di intervenire  se lo volesse.
 E' intervenuto il meridionalista Maroni  per spiegare che è importante garantire alla Fiat di restare in loco e quindi che bisogna oggi votare si se si vuole "sicurezza nel territorio". Insomma chi non vota o vota a dispetto di Marchionne il no se proprio non è camorrista favorisce la camorra. Il fatto che il suo collega di governo, il sottosegretario Cosentino, inseguito da un mandato di cattura proprio per questioni di camorra, raccomandi come lui di non far dispiacere Marchionne non lo disturba. Si è mobilitata anche la Regione Campania con in testa il Presidente Caldoro, figlio d'arte, approdato dal craxismo alla destra berlusconiana e l'intero consiglio regionale. Gli oligarchi della regione, tra i politici più pagati del mondo con stipendi di senatori ed annesse prebende e privilegi vogliono che gli operai isolino la cattivissima Fiom, approvino il programma Fiat, si facciano carico della concorrenza estera che dobbiamo sconfiggere per piazzare le nostre belle Panda. La Regione Campana ha alle spalle venti anni di sperperi bassoliniani e bipartisan, ha creato tanti amministratori di società miste del tutto inutili da fondare una vera e propria nuova classe di redditieri, non si sa quanti consulenti di consulenze che nessuno vede o legge siano a suo carico, non ha uno straccio di progetto di risanamento e sviluppo del territorio ma ritiene di appoggiare una dura scelta di impoverimento e sfruttamento dei suoi lavoratori e magari di fare del territorio campano una sorta di zona franca per gli investitori allergici al rispetto dei contratti e delle leggi.
  La Fiat e la Confindustria sono molto inquieti e temono di non fare il pieno, di non avere una sottomissione plebiscitaria nel rito di potere che con molta teatralità e tante minacce è stato messo in piedi. Vuole a tutti i costi l'adesione di tutti. La democrazia del cinquantuno per cento non gli basta. Vuole che la Fiom venga radicalmente delegittimata della sua rappresentatività e che non non ci siano voti difformi corrispondenti alla sua forza nella RSU. La posta in gioco non è il consenso al decreto già sottoscritto da quattro "sindacati" ma la sconfitta del sindacalismo autonomo e quando necessario conflittuale che oggi incarna la Fiom. Si deve sconfiggere la Fiom!! Delenda Fiom!!  Si vuole fare del referendum un evento epocale, uno spartiacque tra ieri e domani. Da domani tutti i contratti nazionali di lavoro diventeranno carta straccia e si aprirà la stagione della Grande Deregulation. Ogni azienda presenterà il suo conto e pretenderà nuovi sacrifici ai suoi dipendenti.
  Ma la Fiat è tentata da una operazione ancora più radicale. La cosidetta ipotesi C e cioè la cessazione dello attuale stabilimento  ad una nuova società da lei stessa costituita che, come per l'Alitalia, azzererà la condizione di tutti i dipendenti e riassumerà le persone che le saranno gradite e che saranno disponibili alle sue voglie. Trattasi di vera e propria truffa, di un fumus che non regge
perchè a rigore di logica dovrebbe essere l'intera Fiat a dichiararsi fallita e non soltanto lo stabilimento di Pomigliano d'Arco e perchè non si può ripetere l'evento Alitalia soltanto per avere la comodità di
potere determinare le condizioni più vantaggiose per l'azienda. E' vero che la materia del diritto é assai flessibile e manipolabile ma ci sono dei limiti tra il lecito e la truffa. Il Piano C si configurerebbe come una truffa dal momento che la cordata dei nuovi proprietari sarebbe rappresentata soltanto dal signor Marchionne, da Montezemolo, dalla famiglia Agnelli. Fiat venderebbe a se stessa! Non si può fare entrare l'asino per la coda!
 Torniamo al voto di oggi. Si svolgerà non solo in un clima di ricatto perchè è stato detto che il decreto vidimato dai sindacati "responsabili" non ha alternativa ma anche in condizioni di non trasparenza e senza garanzie. Il referendum sarà gestito dai firmatari dell'accordo che naturalmente hanno interesse ad un risultato che confermi il loro operato. Ci saranno scrutinatori ed osservatori indipendenti? Le schede come saranno infilate nell'urna ed in presenza di chi? Ci sono garanzie per la segretezza del voto? Il mio ricordo del referendum CGIL-CISL-UIL sugli accordi stipulati nel luglio 2007 è sconcertante. Si attribuirono alla Sicilia 700 mila votanti che io considero inverosimili. Per me avevano votato al massimo duecentomila persone, e forse neppure queste, ma nessuno ha potuto contestare la cifra ufficiale di votanti con l' ottanta per cento per il si dal momento che gli strumenti elettorali erano tutti e soltanto nelle mani dei promotori del referendum. L'Italia ha certamente bisogno di una legge che regoli questa materia ed in generale tutta la materia dell'art.39 della Costituzione a tutela dei lavoratori dal momento che i sindacati hanno assunto un ruolo che incide profondamente sui loro interessi che potrebbero, come spesso accade, non collimare con i loro.
Pietro Ancona
 
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, June 23, 2010 8:01 AM
Subject: Sconfitta di Marchionne (1673 no su 4642)


 Sconfitta di Marchionne (1673 no su 4642)

 I no al decreto Marchionne sono stati numerosissimi, assai di più di quanto fosse lecito aspettarsi da un evento svoltosi  in un clima di pesante intimidazione con il  ricatto della  chiusura dello stabilimento fonte del lavoro e della vita di cinquemila lavoratori e delle loro famiglie. Accanto alla Fiat si erano e sono tuttora schierati i massimi calibri del governo e della politica italiana da Bersani a D'Alema a Sacconi e la Confindustria non ha mancato di coprire tutta l'operazione non solo con intenso traccheggio con i partiti e i maggiorenti della Oligarchia ma anche con i ripetuti insulti della signora Marcegaglia ai lavoratori.   Qualcuno dei pennivendoli più servizievoli della Fiat si è spinto financo a tacciare gli operai come ladri. I no sono oltre un terzo dei votanti: 1673 su 4642. Voti pesanti che valgono moltissimo perchè scaturenti da un convincimento profondo che ha permesso di
superare controcorrente una  pressione enorme.Merito della Fiom e dei Cobas che hanno dato una indicazione di difesa della salute, della dignità e della libertà dei lavoratori e della città di Pomigliano che non può e non deve diventare sede di uno stabilimento-penitenziario di sperimentazione di una spaventosa riforma della organizzazione del lavoro.
 L'introduzione del sistema WMC succede all'uomo albero di Gianni Agnelli che 40 anni orsono fece la sua comparsa alla Fiat di Termini Imerese. Era un operaio che da una buca scavata sotto la catena di montaggio era costretto a tenere alzate le mani per stringere bulloni. Il sistema WMC  voluto da Marchionne e dai sindacati collaborazionisti ridurrebbe i lavoratori a mero macchinario vivente e spingerebbe molti di loro al suicidio come è accaduto dovunque è stato sperimentato dalla Cina alla Francia. La lunga lista di suicidi della Telecom francese si deve proprio ai principi di questo nuovo Verbo post taylorista. Il plebiscito  reclamato da Marchionne è originato dalla preoccupazione di avere la piena malleabilità dell'intera manodopera. Si afferma che basterebbe un granello per inceppare il meccanismo produttivo. Il sistema richiede una manodopera che sia docile, ubbidiente, capace di produrre per tutti i secondi della sua giornata lavorativa che non deve essere disturbata dalla pausa pranzo. Otto ore consecutive di lavoro a digiuno per proseguire magari con altre quattro o cinque ore.
  Insomma la differenza tra un robot meccanico ed un operaio deve ridursi al minimo. A questo sarà anche difficile svuotarsi la vescica e non gli sarà permesso un solo istante di distrazione. Sarà controllato intensamente.
   Il sistema WMC introdotto con il decreto Marchionne a Pomigliano diventerà la Grande Svolta reazionaria e fascista del sistema economico italiano. Il padronato si è attrezzato per vincere tutte le resistenze e sollecita alla politica una svolta anticostituzionale. L'attacco all'art.41 della Costituzione
è in linea con il sibilo della frusta di Marchionne e della Marcegaglia. Con questa Costituzione il sistema WMC non può convivere. Il lavoro deve perdere ogni contenuto di umanità, dignità, libertà e questo potrà farsi con la collaborazione di sindacati "venduti" ma abbisogna di un nuovo contesto legislativo e costituzionale.
 L'Italia dovrebbe diventare una vera e propria Caserma del lavoro militarizzato. E' il più grave attacco della lotta di classe del padronato contro i lavoratori che dovrebbero cedere la loro autonomia in cambio di una squallida ed infelice sopravvivenza fisica priva di diritti.
 Ma a Pomigliano questa linea ha incontrato una fortissima resistenza. Si tenterà di aggirarla spingendo la CGIL a firmare l'accordo, si tenterà di mettere in crisi la Fiom additata ieri da D'Alema come isolata
e perdente. Bersani   chiede il rispetto  dell' "accordo" facendo capire alla Fiat che il PD lavorerà per piegare le resistenze.
   A volte, chi troppo vuole o chi si sente talmente sicuro da fare lo spaccone, da svillaneggiare come ha fatto Marchionne in questi giorni, non ottiene i risultati che si prefigge. Avrebbe fatto bene Marchionne ad accettare il  furbo suggerimento di Epifani di rinunziare a scioperi e malattia per fare passare il grosso della sua riforma. Si è incaponito ed ha permesso ai lavoratori ed alla sinistra italiana di scoprire la natura orribile del suo progetto, di rifletterci sopra, di parlarne con la gente che ha capito e si è allarmata.
 Il terzo che ha votato contro convincerà  i due terzi che hanno votato a favore appena il sistema sarà messo in funzione. Basteranno pochi giorni per fare capire agli abitanti dello stabilimento intestato al grande filosofo napoletano che è preferibile uccidersi piuttosto che ridursi ad ingranaggi
del profitto Fiat. L'uomo di  Vico capace di pensare l'infinito non ha nulla da spartire con il robot di Marchionne. Ed è anche difficile cancellare un paio di secoli di continua emancipazione degli esseri umani dalla barbarie  della violenza dei potenti e degli sfruttatori.
 Pietro Ancona
 
leggi:  Il lavoro e la nostra reputazione  di Furio Colombo 

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